Le voci su un possibile DLC per Assassin’s Creed Mirage stanno infiammando la community. Secondo quanto riportato da alcune fonti, Ubisoft starebbe lavorando a un’espansione che potrebbe ampliare l’avventura di Basim. Tuttavia, la casa francese ha scelto di non commentare ufficialmente, lasciando i fan in attesa di conferme.
Il primo DLC di Assassin’s Creed Mirage è già in sviluppo?
A innescare le speculazioni è stato un recente articolo che suggerisce come il primo DLC di Mirage sia già in fase di sviluppo. Questo contenuto scaricabile dovrebbe offrire nuove missioni e approfondire ulteriormente la narrazione di uno dei capitoli più recenti della serie.
Nonostante l’assenza di dettagli concreti, l’idea di un’espansione è stata accolta con entusiasmo dai fan, curiosi di vedere come Ubisoft intenda proseguire il viaggio di Basim dopo gli eventi del gioco principale.
Ubisoft: nessun commento ufficiale sui DLC
Durante un recente evento, Ubisoft ha evitato di confermare o smentire le indiscrezioni. Questo silenzio ha alimentato l’idea che un annuncio ufficiale possa arrivare presto, magari in occasione di uno dei prossimi eventi dedicati ai videogiochi.
Nel frattempo, la community continua a speculare sulle possibili direzioni che l’espansione potrebbe prendere. Alcuni ipotizzano che il DLC possa seguire la scia di Assassin’s Creed Valhalla, introducendo nuove aree esplorabili e missioni secondarie ricche di dettagli narrativi.
Un DLC per espandere l’esperienza di Mirage?
Assassin’s Creed Mirage ha riportato la serie alle sue radici, abbandonando l’approccio RPG degli ultimi capitoli per concentrarsi su stealth, parkour e una narrazione più lineare. Ambientato nella vibrante Baghdad del IX secolo, il titolo ha conquistato critica e pubblico per il suo stile che omaggia i primi capitoli del franchise.
Un DLC potrebbe rappresentare l’occasione perfetta per approfondire ulteriormente la storia di Basim e introdurre nuove dinamiche di gameplay. Tuttavia, al momento, non ci sono conferme ufficiali in merito.
Le voci su un’espansione di Assassin’s Creed Mirage non fanno che aumentare l’hype attorno a questo titolo. Sebbene Ubisoft non abbia ancora rilasciato dichiarazioni, la possibilità di nuove avventure per Basim tiene alta l’attenzione della community. Non resta che attendere per scoprire se queste indiscrezioni si trasformeranno in realtà
Quando si parla di survival horror indie, DreadOutè un titolo che ha saputo distinguersi per la sua atmosfera unica e per il legame con il folklore indonesiano, un tema raramente esplorato nel panorama videoludico. Con laDreadOut Remastered Collection, Digital Happiness tenta di riportare sotto i riflettori due giochi che hanno lasciato un segno nella scena asiatica: il primo capitolo della saga (originariamente pubblicato nel 2014) e la sua espansione standalone Keepers of the Dark(2016).
Il progetto di remastered punta a modernizzare l’esperienza, offrendo migliorie grafiche, tecniche e di gameplay, pur mantenendo intatta l’identità originale. Tuttavia, l’operazione riesce solo in parte. Mentre alcune scelte rendono il titolo più accessibile ai nuovi giocatori, altre evidenziano i limiti di un gioco nato anni fa con risorse limitate.
Versione testata: PlayStation 5
Trama: Linda Meilinda e il mistero del soprannaturale
Al centro della storia troviamo Linda Meilinda, una studentessa liceale che scopre di possedere la capacità di percepire e combattere gli spiriti maligni. La sua arma? Uno smartphone, che utilizza per fotografare e sconfiggere i fantasmi che infestano il mondo intorno a lei.
La trama principale si sviluppa in una scuola abbandonata, un setting che riesce a catturare perfettamente l’atmosfera di isolamento e paura. Gli eventi sovrannaturali si intensificano man mano che Linda esplora le aule e i corridoi oscuri, rivelando segreti inquietanti legati al passato dell’istituto.
L’espansione standalone Keepers of the Dark sposta l’azione in un regno alternativo, dove ogni stanza rappresenta un incubo a sé stante. Ogni area è popolata da spiriti unici, ciascuno ispirato a leggende della tradizione indonesiana. Sebbene questo contenuto aggiuntivo aggiunga varietà all’esperienza, soffre di una certa frammentarietà, con obiettivi che finiscono per sembrare poco connessi al resto della narrazione.
Un punto forte del titolo è il suo legame con il folklore indonesiano, che riesce a rendere l’esperienza intrigante e diversa dai soliti horror. Tuttavia, alcune scelte narrative avrebbero potuto essere meglio approfondite, lasciando talvolta il giocatore con la sensazione che certi dettagli chiave siano stati trascurati.
Gameplay: tra idee brillanti e limiti evidenti
Il gameplay di DreadOut Remastered Collection si rifà ai classici del survival horror, combinando esplorazione, enigmi e combattimenti con i fantasmi. L’utilizzo dello smartphone come strumento principale è un’idea interessante, ma non priva di difetti. Sebbene i controlli siano stati leggermente migliorati rispetto agli originali, risultano ancora macchinosi, soprattutto nei momenti più frenetici.
Un aspetto che aggiunge tensione al gameplay è la gestione delle risorse: Linda è vulnerabile e spesso deve scegliere se affrontare direttamente i fantasmi o cercare di evitarli. In Keepers of the Dark, questa dinamica viene arricchita dall’introduzione di boss fight uniche, che però soffrono di una difficoltà a volte mal calibrata.
Le missioni secondarie, pensate per offrire maggiore varietà, mancano di profondità e finiscono per sembrare un riempitivo piuttosto che un elemento significativo dell’esperienza.
Grafica e Atmosfera: l’horror prende forma
Dal punto di vista tecnico, la remaster apporta migliorie evidenti, soprattutto per quanto riguarda texture e illuminazione. Gli ambienti risultano più definiti e riescono a trasmettere un senso di oppressione e isolamento. L’illuminazione dinamica, in particolare, contribuisce a creare momenti di tensione efficaci, soprattutto nelle sezioni più buie. Il design dei fantasmi è senza dubbio uno dei punti di forza del titolo. Ogni spirito è ispirato al folklore indonesiano e presenta un’estetica unica, capace di spaventare e affascinare al tempo stesso. Tuttavia, le animazioni rigide e i movimenti poco fluidi riducono l’impatto emotivo di questi incontri, spezzando l’immersione.
Audio e longevità: fra luci e ombre
Il comparto audio gioca un ruolo fondamentale nella costruzione dell’atmosfera di DreadOut. La colonna sonora, ispirata alle tradizioni musicali indonesiane, accompagna il giocatore in ogni momento, amplificando la tensione nei momenti chiave. Gli effetti sonori, spesso disturbanti, riescono a creare un senso di inquietudine costante, ma la loro ripetitività a lungo andare smorza l’efficacia.
In termini di longevità, parliamo di circa 10-12 ore, la collection offre un’esperienza horror che si attesta nella media del genere. Tuttavia, la mancanza di varietà nelle missioni e una struttura talvolta ripetitiva riducono la voglia di rigiocare, rendendo l’esperienza meno memorabile sul lungo termine.
Commento finale
DreadOut Remastered Collection è un’esperienza unica nel suo genere, grazie al suo legame con il folklore indonesiano e all’atmosfera distintiva che riesce a creare. Tuttavia, i limiti tecnici e alcune scelte di design datate impediscono al gioco di brillare come potrebbe. Se siete fan del genere horror o volete esplorare un approccio diverso rispetto ai classici titoli occidentali, questa collection merita una chance. Per chi cerca un’esperienza più rifinita, invece, DreadOut potrebbe rappresentare un’occasione mancata.
Secondo recenti indiscrezioni riportate da fonti vicine a Capcom, Leon S. Kennedy tornerà come protagonista in Resident Evil 9. La notizia, pur non ancora confermata ufficialmente, ha già acceso l’entusiasmo tra i fan, desiderosi di rivedere uno dei volti più iconici della saga horror. Leon, infatti, è diventato un simbolo del franchise grazie al suo carisma e al suo ruolo nei capitoli più amati, come Resident Evil 2 e il remake di Resident Evil 4.
Un personaggio simbolo del franchise
Leon S. Kennedy ha fatto il suo esordio in Resident Evil 2, affrontando l’orrore di Raccoon City e diventando subito uno dei personaggi più amati della serie. Il remake di questo capitolo ha saputo modernizzare l’originale senza tradirne l’essenza, e resta un punto di riferimento per i fan del franchise. Puoi leggere tutti i dettagli nella nostra recensione di Resident Evil 2 Remake: un classicomodernizzato.
Con il remake di Resident Evil 3, Capcom ha voluto ampliare il mondo di Raccoon City, approfondendo ulteriormente i momenti chiave della saga e mettendo in primo piano il devastante Nemesis. Anche se ha suscitato dibattiti per alcune scelte di design, resta un’esperienza intensa. Abbiamo analizzato i suoi punti di forza e debolezza nella recensione completa.
Il remake di Resident Evil 4, invece, ha definitivamente consacrato Leon come uno dei volti più iconici del franchise. Questa reinterpretazione del classico ha combinato azione e tensione in modo impeccabile, consolidandosi come uno dei migliori titoli della saga. Resident Evil 4 Remake: un successo annunciato.
Cosa aspettarsi da Resident Evil 9
Con le recenti evoluzioni della saga, Capcom ha dimostrato di saper bilanciare innovazione e tradizione. Titoli come Resident Evil 7 hanno riportato il franchise alle radici del survival horror, introducendo un approccio in prima persona che ha ridefinito le regole del genere: Resident Evil 7: il ritorno al terrore.
Allo stesso modo, l’espansione del mondo di Resident Evil Village ha mantenuto alta l’asticella con esperienze di gioco sempre più coinvolgenti. Leggete la nostra recensione qui: Resident Evil Village: horror e meraviglia.
Capcom ha già dimostrato, con i recenti remake e capitoli principali, di saper innovare mantenendo intatta l’identità della serie. Se confermato, Leon potrebbe diventare il fulcro di una narrazione che mescola tensione e adrenalina, sfruttando le potenzialità delle console di ultima generazione per offrire un’esperienza ancora più immersiva.
Un futuro brillante per Resident Evil
Il ritorno di Leon in Resident Evil 9 potrebbe rappresentare un ponte tra passato e presente, consolidando l’eredità di uno dei franchise più importanti nella storia del gaming. Dopo il successo del remake di Resident Evil 4 e delle espansioni di Village, Capcom ha dimostrato di essere in grado di innovare senza perdere di vista le radici della saga.
Cosa ci riserva Resident Evil 9 con Leon protagonista?
Leon S. Kennedy è pronto a tornare e, con lui, l’hype per Resident Evil 9 continua a crescere. Mentre Capcom non ha ancora confermato ufficialmente l’indiscrezione, l’idea di un capitolo che unisce nostalgia e innovazione promette di essere uno degli eventi più attesi dagli appassionati del survival horror.
Non ci resta che attendere conferme ufficiali per scoprire cosa ci riserva il futuro di Resident Evil. Una cosa è certa: con Leon al timone, l’hype non può che continuare a crescere.
Durante il CES 2025, AMD ha ulteriormente ampliato la sua gamma di CPU Zen5 dotate di tecnologia X3D cache, presentando le nuove 9950X3D e 9900X3D e, come promesso anche queste CPU utilizzeranno il socket AM5 che ha fatto il suo debutto nel 2017 con il lancio della serie 7000. Per chi ancora non avesse effettuato il passaggio ai nuovi processori, la più ampia disponibilità di CPU e un generale assestamento dei prezzi (che restano comunque alti) questo potrebbe rappresentare un buon momento per fare l’upgrade.
La ASUS Prime X870-P WiFi è una delle opzioni più accessibili per il nuovo chipset X870, progettato per supportare i processori AMD Ryzen 7000, (8000 destinata al mercato pro) e 9000. Questa scheda madre si posiziona come una soluzione entry-level, offrendo un buon equilibrio tra funzionalità moderne e costi contenuti. Tuttavia, presenta alcune limitazioni che è importante analizzare per comprendere se sia la scelta giusta per il tuo sistema.
Chipset AMD X870: Novità e miglioramenti
Il chipset X870 rappresenta un notevole passo avanti rispetto alla generazione precedente X670, introducendo tecnologie moderne e una migliore efficienza. Tra le principali novità troviamo:
Supporto per PCIe 5.0: Disponibile sia per lo slot GPU principale che per uno slot M.2, con una larghezza di banda doppia rispetto al PCIe 4.0.
DDR5 ad alte frequenze: Supporta fino a 8000+ MT/s in overclock, garantendo prestazioni migliorate in applicazioni pesanti e gaming.
Connettività avanzata: Introduzione del WiFi 7, che offre velocità fino a 2,9 Gbps, e porte USB4 da 40 Gbps, per migliorare il trasferimento dati e la stabilità delle connessioni.
Gestione termica migliorata: PCB a più strati con maggiore densità di rame per una dissipazione termica più efficiente.
Tuttavia AMD ha introdotto ulteriore confusione nella nomenclatura, individuando tre diversi chipset destinati ad utenti diversi: X870, X870E e X870P. Queste varianti si differenziano principalmente per le funzionalità offerte, il livello di prestazioni e il supporto all’oc.
X870: Il chipset per configurazioni high-end
Il chipset X870 rappresenta il top di gamma dei chipset AMD dedicati alla nuova piattaforma AM5/Zen5, in una famiglia che comprende anche le due proposte “entry level” B850 e B840, ed incorpora supporto pieno all’overclocking, slot PCIe 5 X16 per GPU e SSD, connettività avanzata WiFi7. Anche quest’anno, tuttavia, oltre alla variante standard, AMD ha previsto una variante extreme e una variante -P del chipset, anche se quest’ultima è una proposta che viene dai manufacturer e non da AMD direttamente.
X870E: La variante “Extreme” per schede madri premium
Il chipset X870E è una versione potenziata dell’X870, progettata per schede madri di fascia altissima, come quelle della serie ROG Crosshair di ASUS o i modelli di punta di altri produttori. È destinato agli appassionati che desiderano sfruttare al massimo le ultime tecnologie, con un focus su configurazioni multi-GPU, PCIe 5.0 avanzato e connettività senza compromessi. In particolare la proposta X870E incorpora tra l’altro un maggior numero di PCIe lanes rispetto alla versione normale (44 contro 36)
X870P: Una variante ridotta o economica dell’X870
Il chipset X870P è una variante più economica e ottimizzata dell’X870, pensata per chi desidera accedere alla piattaforma AM5 top di gamma, senza spendere troppo ma mantenendo il supporto a tutte le nuove tecnologie del chipset. È spesso utilizzato in schede madri entry-level o di fascia media come quelle appartenenti alla gamma Prime di Asus, ma comunque destinate a build di alta gamma. Le uniche limitazioni infatti riguardano la presenza di un minor numero di USB, porta SATA ecc. pur conservando tutte le altre caratteristiche del chipset X870. Questo significa che è ideale per il 99% degli utenti consumer che possono così risparmiare qualche euro da investire in componenti sicuramente più importanti come dischi più performanti, CPU e GPU.
Differenze principali
Model
Graphics PCIe Lanes
NVMe PCIe Lanes
PCIe 5.0 Lanes
CPU OC
DDR5 OC
USB 5Gbps
USB 10Gbps
USB 20Gbps
Max SATA
USB 4.0
X870E
1×16 or 2×8 PCIe 5.0
1×4 PCIe 5.0 + 4x PCIe GPP
44/24
Yes
Yes
2
12
2
8
Standard
X870
1×16 or 2×8 PCIe 5.0
1×4 PCIe 5.0 + 4x PCIe GPP
36/24
Yes
Yes
1
6
1
4
Standard
B850
1×16 or 2×8 PCIe 4.0
1×4 PCIe 5.0
36/4
Yes
Yes
1
6
1
4
Optional
B840
1×16 PCIe 4.0
1×4 PCIe 4.0
34/0
No
Yes
2
2
–
4
Optional
Processori supportati: Ryzen 9000 e 9000X3D
La ASUS Prime X870-P WiFi oltre che con la generazione precedente di processori serie 7000 è già compatibile di serie con le CPU Ryzen 9000 e 9000X3D, che rappresentano la punta di diamante dell’architettura Zen 5 di AMD. Rispetto al passato, i processori della gamma Ryzen 9000 offrono soluzioni che arrivano fino a 16 core e 32 thread, con frequenze di boost fino a 5,7 GHz e supporto per DDR5 ad alte frequenze. Generalmente più focalizzati sul gaming, ma oggi estremamente versatili anche sul piano della produttività, i processori Ryzen 9000X3D utilizzando la 3D V-Cache, che aggiunge fino a 128 MB di cache L3, migliorano notevolmente le prestazioni in titoli pesanti e applicazioni multi-thread.
Rispetto alla generazione precedente 7000X3D AMD ha riposizionato la cache memory al di sotto del core complex die (CCD), avvicinando i core “Zen 5” alla soluzione di raffreddamento. Questo cambiamento architetturale permette di raggiungere frequenze più elevate a temperature più basse, traducendosi in prestazioni superiori rispetto alla generazione precedente.
Unboxing
La confezione di vendita, come è lecito aspettarsi da questa categoria di prodotti, è piuttosto spartana. All’intern troviamo solo l’essenziale, oltre alla motherboard un piccolo manuale di istruzioni rapido, l’antenna WiFi 7 con meccanismo di aggancio rapido, due cavi SATA, delle viti e dei gommini per l’installazione dei dischi M.2.
Design e costruzione
La scheda madre presenta un design sobrio e funzionale, con un PCB nero e dissipatori in argento satinato. Non sono presenti elementi RGB integrati, il che la rende adatta a build minimaliste o professionali.
La scheda ha un formato ATX standard (305 x 244 mm), compatibile con la maggior parte dei case, ed i dissipatori in alluminio, seppure non molto grandi rispetto a soluzioni della concorrenza, sono decisamente ben costruiti e pesanti e coprono i VRM e gli slot M.2 principali. Tuttavia, pur essendo sufficienti per configurazioni standard, abbiamo visto sicuramente opzioni più prestanti in altre soluzioni anche di Asus.
Su questa Motherboard Asus non è presente il famigerato Q-release button, il pulsante di sgancio rapido delle schede PCIe, oggi al centro di diverse critiche per la presunta possibilità che possa danneggiare le schede. In questo caso, Asus ha optato per un sistema a leva che facilità semplicemente la rimozione delle più pesanti e ingombranti GPU quando non è possibile accedere alla levetta di sgancio dello slot PCIe.
Per quanto riguarda invece gli slot M2 i dissipatori sono tutti con aggancio a vite, un sistema un po’ scomodo e superato praticamente da tutti i prodotti competitors. Per quanto riguarda invece lo slot vero e proprio, mentre per il primo, quello PCIe 5.0, abbiamo un sistema di aggancio rapido che fa a meno della vite di fissaggio del disco m.2, grazie ad una levetta in plastica, per gli altri non è presente questa funzionalità e vi toccherà utilizzare le viti in dotazione.
Quella del primo slot, non è la soluzione più elegante che ci sia capitato di incontrare, ma era comunque funzionale ed è un peccato che un dettaglio così non sia presente su tutti gli slot.
VRM e alimentazione
Uno degli aspetti più importanti per una scheda madre è il design dei VRM (Voltage Regulator Module). La ASUS Prime X870-P WiFi utilizza una configurazione 14+2+1 con fasi DrMOS da 80A, che offre stabilità anche con processori di fascia alta come il Ryzen 9 9950X e i futuri 9950X3D
La scheda utilizza un Controller PWM Infineon ASP2308, una scelta comune per schede madri di fascia media che garantisce una gestione stabile dell’alimentazione, pur non raggiungendo l’efficienza dei controller premium come l’ASP2205. E’ presente un controller Asmedia ASM1480 che serve a “switchare” (commutare) linee PCI Express e altri segnali ad alta velocità da 16 a 8 canali e viceversa. Il chip si occupa di decidere come allocare le linee PCIe tra le varie periferiche. Quando un determinato slot non viene usato, queste linee si possono “switchare” verso un altro slot (o altro componente) per ottimizzare le prestazioni. La funzione Hi-Z (alta impedenza) consente di scollegare un canale quando non è in uso, evitando interferenze e conflitti.
Per quanto riguarda i MOSFET abbiamo un Vishay SiC629 da 80A, integrati in un unico package per migliorare l’efficienza termica e ridurre la resistenza elettrica.
Slot PCIe e storage
La ASUS Prime X870-P WiFi offre un buon numero di slot PCIe e opzioni di archiviazione, ma presenta alcune limitazioni dovute alla condivisione della larghezza di banda.
1 slot PCIe 5.0 x16: Dedicato alla GPU principale.
3 slot PCIe 4.0 x16: Configurabili in modalità x1, ma due di questi diventano inutilizzabili con una GPU di grandi dimensioni.
4 slot M.2:
1 PCIe 5.0 x4 con dissipatore.
2 PCIe 4.0 x4.
1 PCIe 3.0 x2.
Solo 2 porte SATA. Questo è un limite significativo per chi utilizza storage tradizionale.
Uno dei problemi principali della ASUS Prime X870-P WiFi, è l’uso subottimale degli slot PCIe e M.2 e una condivisione della larghezza di banda che appare in qualche modo non ottimale. Questo probabilmente proprio a causa del chip Asmedia che abbiamo citato poco sopra. Lo slot M.2_2 infatti disabilita lo slot PCIEX16(G4)_1 quando utilizzato. Mentre gli slot PCIEX16(G4)_2 e PCIEX16(G4)_3 si disabilitano quando è attivo lo slot M.2_3.
Inoltre abbiamo individuato alcuni problemi di layout con le GPU più grandi. Utilizzando ad esempio una GPU con layout da 2.5 slot la scheda andrà a coprire il lo slot PCIe Gen 4, rendendolo inutilizzabile. Inoltre, l’uso di alcune porte M.2 può disabilitare altri slot PCIe, limitando la flessibilità della configurazione.
Connettività e audio
La scheda madre eccelle in termini di connettività, offrendo opzioni moderne e veloci:
USB posteriori:
2 USB4 40Gbps (Type-C).
1 USB 10Gbps (Type-A).
3 USB 5Gbps (Type-A).
4 USB 2.0 (Type-A).
Rete:
WiFi 7 con velocità fino a 2,9 Gbps.
Ethernet 2.5Gb Realtek (I225).
Asus ha scelto ancora una volta di utilizzare il controller Ethernet I225, un controller Realtek che ha una storia di problemi anche abbastanza importanti, tra cui disconnessioni casuali e instabilità della velocità. Non siamo stati in grado di individuare la versione di questo controller (al momento sul mercato esistono 3 versioni, v1, la più problematica, v2 e v3, tuttavia, nelle nostre prove che durano oramai da oltre un mese, non siamo mai incappati in disconnessioni o rallentamenti dovuti al controller di rete, segno forse, che la versione integrata e gli aggiornamenti bios e driver di ASUS e Realtek hanno risolto o mitigato enromemente il problema.
Buono l’allineamento dell’i/o shield con le porte facilmente accessibili
BIOS e funzionalità software
Il BIOS della ASUS Prime X870-P WiFi è quello classico di Asus, e offre una interfaccia intuitiva pur presentando un buon set di opzioni per configurazioni avanzate, tra cui:
AI Tuner: Per il controllo manuale dell’overclock.
EXPO: Supporto per profili di memoria DDR5 ad alte frequenze.
EZ Flash: Per aggiornare il BIOS senza CPU o RAM installata.
Prestazioni nei benchmark
Parlare di prestazioni per una scheda madre è sempre un discorso un po’ vago. Le prestazioni con lo stesso chipset, sono infatti assolutamente paragonabili tra di loro e le variazioni pure presenti , essendo nell’ambito del margine di errore (<3%) decisamente trascurabili. In ogni caso nel nostro confronto con una scheda madre X870 della concorrenza e di gamma più alta, la Gigabyte X870 Aorus Elite ICE, abbiamo ottenuto prestazioni del tutto sovrapponibili ed in particolare:
Cinebench R23: Punteggi paragonabili a schede madri più costose, con differenze minime (<3%).
Gaming: Frame rate stabili in titoli come Cyberpunk 2077 e F1 23, anche con configurazioni di fascia alta con differenze minime (<3%).
Temperature: I VRM si sono mantenuti sotto i 70°C anche in carichi prolungati, con prestazioni identiche a quelle della motherboard di Gigabyte
Due immagini della nostra configurazione finale con 9800X3D e 7900XT
I test termici effettuati in condizioni reali e non su test bench con la configurazione che trovate nel box, hanno evidenziato una ottima gestione termica sufficiente a gestire configurazioni anche di alto livello ed anche un buon overclock, segno della gran qualità dei componenti utilizzati. Durante i test con Prime95 (Small FFTs),i VRM hanno raggiunto, infatti, una temperatura massima di 67°C, ben dentro la fascia di sicurezza. Tuttavia, Nonostante i MOSFET Vishay SiC629 da 80A siano adeguati per un uso normale e leggero overclock, se si vuole ottenere il massimo oc possibile, Asus consiglia di spostarsi sulla fascia più alta di motherboard con configurazioni VRM più robuste (es. ASUS Strix X870-E con MOSFET da 110A).
Conclusione
La ASUS Prime X870-P WiFi è una scheda madre equilibrata, ideale per chi cerca un’opzione moderna e accessibile sul chipset X870, che purtroppo, come accaduto per X670 resta decisamente molto caro per la realizzazione di build budget oriented. Ciò nonostante, questa Asus offre caratteristiche avanzate come un’ ottima connettività e supporto per le ultime tecnologie (WiFi 7, PCIe 5.0, DDR5 fino a 8000mhz), una qualità eccellente della componentistica che le permette di competere su questo fronte anche con motheboard più costose, sebbene alcune limitazioni la rendano meno adatta a configurazioni avanzate. Il prezzo di circa 300 euro su Amazon non la rende sicuramente l’offerta più economica sul mercato, ma considerando la tradizionale affidabilità Asus, il prezzo leggermente superiore rispetto a soluzioni della concorrenza rappresenta un compromesso accettabile per chi cerca qualità e durata nel tempo.
Il publisher Koei Tecmo ed gli sviluppatori di Team NINJA hanno annunciato che l’action RPG open-word Rise of the Ronin arriverà su PC il prossimo 11 Marzo.
Il titolo, che sarà disponibile su Steam al costo di $49.99, vanterà i medesimi contenuti della versione PlayStation 5 (della quale potete leggere la nostra recensione) oltre a miglioramenti di natura tecnica per prestazioni migliori.
Giappone, 1863. Dopo tre secoli di dominio dello shogunato Tokugawa le navi nere dell’Occidente calano sulle coste giapponesi gettando il paese in uno stato di violenti tumulti. Nel caos provocato da guerra, malattie e instabilità politica un guerriero senza nome forgia il proprio cammino determinando il destino del Giappone.
Nuove funzionalità esclusive per la versione su Steam:
Supporto risoluzione 8K
Supporto DirectX 12 Ultimate
Compatibilità monitor ultrawide e super ultrawide
Supporto 120 fps
Supporto ray tracing
Supporto audio 3D
Controlli mouse e tastiera personalizzabili
Supporto AMD Fidelity FX Super Resolution
Supporto NVIDIA DLSS e Reflex
Menu interfaccia utente con mouse clickability
Supporto tecnologia grafica Intel XeSS
Il tuo destino di ronin, guerriero senza nome, si dipanerà a seconda delle innumerevoli scelte che prenderai di volta in volta. Incontrerai figure storiche e schieramenti caratterizzati da ideologie diverse come la fazione anti-shogunato guidata da “Ryoma Sakamoto” o organizzazioni fedeli allo shogunato come la “Shinsengumi”, capeggiata da Isami Kondo vivendo in prima persona l’atmosfera tumultuosa del periodo Bakumatsu. Dovrai affrontare decisioni importanti fra cui l’eventualità di assassinare o proteggere figure storiche chiave come “Naosuke Ii” e costruire la tua storia attraverso un sistema a finali multipli
Avrai a disposizione un vasto arsenale di armi fra cui la “katana” la “lancia” e l'”odachi” e potrai adottare per ognuna di esse molteplici “stili di combattimento”. Combinandole a tuo piacimento sulla base del tipo di armi utilizzate dai nemici e del tuo personale stile di combattimento avrai a disposizione un’ampia gamma di tattiche da applicare. Potrai inoltre ricorrere a svariate armi a lunga gittata come “armi da fuoco” e “archi” da utilizzare con intelligenza strategica a seconda della situazione contingente.
Nel variegato panorama culturale che caratterizza “Edo”, “Yokohama” e “Kyoto” durante il periodo Bakumatsu potrai assistere al suggestivo cambiamento delle stagioni: dalla fioritura dei ciliegi all’ingiallimento delle foglie autunnali. Potrai utilizzare un “rampino” per arrampicarti sui tetti e librarti in aria con l’aliante “Avicula”. Avrai anche la possibilità di immortalare le tue vedute preferite grazie alla “Modalità foto”.
Tratti somatici, capigliatura, trucco, fisico, voce: la creazione del protagonista, la tua Lama velata, è tutta nelle tue mani. Man mano che progredirai nel gioco otterrai nuovi vestiti e nuovi equipaggiamenti per personalizzarne ulteriormente l’aspetto.
Hazelight Studios ed Electronic Arts hanno rilasciato un nuovo trailer di gameplay per l’ormai imminente Split Fiction.
Ve lo proponiamo qui di seguito:
In Split Fiction dovremo indossare i panni di Mio o Zoe e tuffarci insieme ad un’amico nei panni dell’altra protagonista in un’avventura a schermo condiviso pensata per due. Dovremo giocare in cooperativa e coordinare le nostre azioni e i tempi di reazione per superare ogni sfida. Split Fiction, ribadiamo, è sviluppato dallo studio autore di altri emozionanti videogiochi incentrati sulla co-op come It Takes Two e A Way Out, perciò saprete già che le sorprese non mancheranno.
“Qui a Hazelight creiamo giochi co-op ormai da 10 anni, e ogni volta cerchiamo di spingerci oltre le aspettative che il pubblico può avere rispetto ai giochi co-op d’azione e avventura. Sono davvero orgoglioso del nostro lavoro con Split Fiction. Fidatevi, rimarrete a bocca aperta“, ha dichiarato Josef Fares, fondatore di Hazelight Studios. “Poiché Mio e Zoe viaggiano continuamente tra mondi fantascientifici e fantasy, abbiamo potuto dare libero sfogo alla nostra creatività sia nel gameplay che nella narrazione. Questa è senza dubbio la nostra avventura cooperativa più epica di sempre.”
Il Pass amici, una delle caratteristiche peculiari dei titoli di Hazelight Studios che consente agli utenti in possesso del gioco di invitare un’altra persona a unirsi a loro gratuitamente, è tornato e offre anche l’opzione Cross-Play per PlayStation, Xbox e PC tramite Steam.
Split Fiction è in arrivo il 6 marzo su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC tramite Steam, Epic Games Store e EA app al prezzo di 49,99 €.
Se il nome di Mike Laidlaw non vi dice nulla, difficilmente potrete comprendere la ragione fondante delle aspettative intorno ad Eternal Strands. Titolo di esordio di Yellow Brick Games, studio indipendente guidato dal designer canadese e composto da veterani Ubisoft, il titolo segna la nuova opera dal creatore di Dragon Age. Laidlaw infatti è noto proprio per aver ricoperto, in seno a BioWare, non solo il ruolo di creative director della saga dark fantasy ma altresì quello di lead designer e director dei primi tre capitoli.
Con un palmarès composto una delle IP più amate dai fan degli RPG e due capolavori all’attivo (di cui uno premiato dagli allori del GOTY 2014), la curiosità verso il nuovo progetto di Mike Laidlaw era dunque palpabile e pienamente giustificato. Eternal Strands abbandona tuttavia le atmosfere e le tematiche di Dragon Age per abbracciare un fantasy colorato, che trae evidenti ispirazioni da pietre miliari contemporanee nel contesto di un “nuovo e rivoluzionario sistema che consente dinamiche di gioco interattive“. Una chiosa ardita che racchiude speranze ed ambizioni per il team di sviluppo, che si è rivelata pace di dare una personalità ben distinta al progetto anche al netto di qualche piccola défaillance.
Eternal Strands è disponibile dal 28 Gennaio per PlayStation 5, Xbox Series e PC (via Steam). Il titolo sarà altresì a disposizione degli abbonati al servizio Xbox Game Pass Ultimate.
Versione testata: PlayStation 5
Lunga vita all’Enclave…?
C’era una volta l’Enclave, un territorio ricco e rigoglioso, centro nevralgico della vita magica delle terre di Mayda Basin. In questo posto, al contempo venerabile e rispettato, la magia veniva studiata, sviluppata e posta al centro della vita di coloro i quali ne praticavano le mistiche arti. Costoro, i Tessitori, inaugurarono un periodo di prosperità e benessere, interrotto tuttavia bruscamente da un’improvvisa ed inspiegabile di disastri arcani in tutto il mondo. Senza apparenti motivazioni, l’Enclave si isolò dal mondo esterno con una invalicabile barriera magica: il Velo. Al suo esterno, il resto di Mayda Basin scivolò in un’epoca di guerre e conflitti, ai quali seguirono tracolli economici e sociali.
Con la magia additata di essere la responsabile dietro ai problemi del mondo, i Tessitori rimasti confinati al di fuori del Velo vennero posti al margine della società e costretti ad una vita di nomadismo. Nel corso di una esplorazione ai margini del Velo, un giorno Brynn ed il suo gruppo errante si ritrovano rocambolescamente ad attraversare la barriera magica. Isolati dal mondo esterno ed impossibilitati a tornare indietro, la giovane Tessistrice dovrà svelare i segreti dell’Enclave, riportando alla luce misteri sepolti e tremendi pericoli.
La sceneggiatura di Eternal Strands si muove lungo tópoi cari al genere fantasy, offrendo una storia piacevole in cui il senso di scoperta viene spinto in avanti dal desiderio della scoperta del mistero dietro a quanto accaduto nel passato di questo mondo.
Scoprire i misteri dell’Enclave è uno dei punti fondamentali di Eternal Strands.
La scelta di muoversi all’interno di una comfort zone ha impedito di arricchire la storia di tocchi di originalità, a partire dalla stessa direzione artistica della produzione. Anche solo dando un’occhiata a pochi scorci, è chiaro che gli sviluppatori abbiano voluto sposare un design in grado di accontantere una vasta platea, attingendo a colori brillanti e concept derivativi che rendono abbastanza chiare le fonti di ispirazione. Non che questo sia un problema in senso assoluto, sia chiaro. Il comparto estetico è in fin dei conti piuttosto soggettivo, ma è innegabile constatare che siano state fatte scelte piuttosto conservative. Fortunatamente, più ispirazione è stata riversata nell’accompagnamento musicale, decisamente apprezzabile e sfaccettato in ogni frangente.
Dal canto suo, la presentazione complessiva non perde appeal grazie ad un comparto tecnico di tutto rispetto. Tenendo sempre a mente che si tratta di una produzione indipendente senza le risorse di un tripla A, Eternal Strands presenta un colpo d’occhio appagante, grazie anche ad ambientazioni vaste, variegate e liberamente esplorabili. Nella nostra prova su PlayStation 5 non abbiamo incontrato grandi imbarazzi di natura tecnica, se non in isolate situazioni straripanti di effettistiche ed elementi a schermo. Un traguardo non da sottovalutare.
Il cast è variegato ma non particolarmente memorabile.
Breath of the Colossus
Il cuore pulsante nonché vero selling point della produzione risiede nella elevata interattività data al giocatore nel corso della propria avventura all’interno dei territori dell’Enclave. Nel suo ruolo di Tessitrice, Brynn potrà sfruttare sfruttando le abilità magiche del proprio Mantello per incanalare la forza pura della magia e trasformarla secondo le proprie necessità. Ad una prima analisi, questo potrebbe apparire banalmente come un classico uso di poteri telecinetici, distruttivi attacchi piromantici o di interessanti abilità di criocinesi. La vera differenza di approccio proposta da Eternal Strands è data tuttavia dalle dinamiche interattive che è possibile instaurare tra questi poteri, gli avversari ed il mondo di gioco.
Riproponendo le regole fondamentali delle leggi fisiche, il fuoco sarà ad esempio capace di divampare tra la vegetazione e danneggiare specialmente i nemici dotati di pelliccia. Il gelo permetterà di innalzare muri difensivi contro gli attacchi avversari o creare ponti su passaggi altrimenti invalicabili. Con la telecinesi potrete scagliare i nemici oltre uno strapiombo, raccogliere massi per sfondare passaggi ostruiti e molto altro. Se poi le condizioni metereologiche sarannno avverse, alcune tattiche potrebbero non essere efficaci. Addirittura Brynn potrebbe soffrire il disporre di un equipaggiamento non all’altezza degli agenti atmosferici. Si tratta di una interattività pressocché totale nel modo di affrontare i combattimenti e l’esplorazione, che strizza l’occhio ai traguardi raggiunti da Nintendo con Breath of the Wild prima e Tears of the Kingdom poi.
Accerchiati? Potete sempre prendere i nemici e sbatterli lontano.
Dove tuttavia Eternal Strands porta alle estreme conseguenze i suoi sistemi interattivi è nello scontro contro i nemici più maestosi. In queste fasi, il titolo abbraccia le migliori suggestioni da Shadow of the Colossus. Lo fa mettendoci di fronte alla necessità non solo di mandare al tappeto avversari di dimensioni spropositate, ma anche di studiarne le debolezze. Un concept, quello del classico Sony, ancora oggi magnetico, che diventa addirittura galvanizzante grazie alla interattività fisica permessa dal titolo di Yellow Brick Games. Qualsiasi cosa avrete in mente di fare tendenzialmente potrà essere realizzata, con evidenti ripercussioni ludiche.
Vi facciamo qualche esempio. Immaginate di avere davanti a voi un automa Ark corazzato e pesantemente armato. Dovrete anzitutto trovare i punti di debolezza delle sue protezioni per esporne le debolezze. Per farlo, potrete arrampicarvi liberamente su di lui, ma il colosso non resterà passivamente a guardare. Perché non distrarlo congelando i suoi piedi a terra, sfruttando il temporaneo immobilismo per arrampicarsi dalle caviglie? Oppure perché non restare a distanza di sicurezza ed usare la telecinesi per scagliare addosso massi ai punti deboli delle protezioni? Se al posto di un avversario antropomorfo il nemico fosse un drago, perché non tappargli la bocca fiammeggiante con il ghiaccio e renderlo inoffensivo? E se scappa, perché non sfruttare lo stesso potere congelante per appesantirlo quanto basta a rendergli impossibile il volo?
I nemici più grandi regalano sfide e soddisfazioni.
L’ho visto questo, l’ho visto, è un classico!
Missione compiuta dunque per gli sviluppatori? Sebbene l’evidente entusiasmo per le possibilità permesse dal gameplay, purtroppo Eternal Strands presta il fianco a più di una critica. Se abbiamo già accennato al carattere derivativo della direzione artistica, non possiamo non richiamare questo concetto anche in riferimento all’infrastruttura del game design. Eternal Strands chiede infatti di esplorare liberamente delle macro aree ricche di spunti e collezionabili. Sfortunatamente, le popola di una ripetitività di fondo figlia di una ricerca quasi ossessiva di loot.
Fin dalle prime ore, le missioni riguarderanno quasi esclusivamente la ricerca di punti di interesse, il raggiungimento di determinate aree o il recupero di oggetti. Proprio quest’ultima componente diventa presto preponderante. Sussiste infatti una quantità molto elevata di consumabili recuperabili dai nemici e dall’ambientazione. Questi sono indispensabili non solo per migliorare il proprio accampamento ma anche per craftare e/o migliorare equipaggiamento. Il risultato, spesso e volentieri, è quello di fetch quest travestite da necessarie spedizioni alla ridondante ricerca di materiali. La ripetitività purtroppo subentra presto. Non depongono poi a favore di Eternal Strands gli ammiccamenti alla ciclicità di design (artistici e ludici) a titoli ben lontani da un action RPG. Se pad alla mano avrete alcuni echi da Fortnite, beh, non possiamo contraddirvi purtroppo.
In alcuni frangenti si intravedono altre fonti di ispirazione, non sempre molto lusinghiere.
La carenza di un adeguatamente eterogeneo quest design viene a sua volta alimentato dalla modestia del sistema di combattimento nelle sue componenti fondamentali. Il Mantello è potente, ma di base Eternal Strands ci mette in mano spade, scudi, archi e chi più ne ha più ne metta. Ciascuna di esse presuppone un approccio diverso agli scontri, spingendo il giocatore a scegliere sempre l’opzione più efficace. Peccato però che gli scontri corpo a corpo siano perlopiù mediocri. Pattern banali di attacco, nemici fastidiosi fin dalle prime ore (perché le lucertole invisibili… perchè?), un lock-on che talvolta evidenzia la carenza di fluidità della telecamera. Chiariamoci, funziona tutto. Però la differenza tra la cura riposta nella realizzazione delle magie stride di fronte al lavoro poco più che sufficiente fatto sul resto del sistema di combattimento (per quanto residuale, ma pur sempre fondante).
I draghi sono divertenti da battere, ma occhio al fuoco.
Commento finale
Eternal Strands segna il gradito ritorno sulle scene videoludiche per Mike Laidlaw. Un action RPG che attinge dalle migliori lezioni di game design di The Legend of Zelda: Breath of the Wild e Shadow of the Colossus per creare un’avventura interattiva a più livelli, tanto galvanizzante nelle premesse quanto soddisfacente nella realizzazione. Purtroppo non si tratta di un progetto impeccabile, a partire da una direzione artistica eccessivamente derivativa passando per un quest design ripetitivo ed un sistema di combattimento acerbo nei fondamentali. Ad ogni buon conto, è impossibile non salutare con un plauso l’ambizioso progetto di Yellow Brick Games che ha il merito incontrovertibile ed indiscutibile di voler osare qualcosa di più rispetto alla maggioranza delle produzioni dello stesso genere. E non è cosa da poco, tutt’altro.
Dopo Sniper Elite 4 (2017) e Sniper Elite 5 (2022), Rebellion Developments torna con il nuovo avvincente sparatutto tattico stealth in terza persona: Sniper Elite: Resistance i cui eventi si svolgono parallelamente a quelli di Sniper Elite 5. Si tratta anche del primo capitolo della serie in cui Karl Fairburne non è il personaggio principale giocabile, ma è sostituito da Harry Hawker. Con una qualità in crescendo dal terzo capitolo della serie pubblicato nel 2014, ci si aspettano grandi cose da questo nuova capitolo – che condivide tantissimo con il predecessore. Sarà riuscito lo sviluppatore – autore fra l’altro dell’attesissimo Atomfall– ad alzare ancora più in alto l’asticella? Scopritelo nella nostra recensione completa di Sniper Elite: Resistance.
Prima di proseguire, vi ricordiamo che il gioco sarà disponibile dal 30 gennaio 2025 per PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X/S, Xbox One e PC (tramite Steam).
Versione testata: PlayStation 5
Un nuovo agente, una nuova minaccia, una nuova resistenza
Sniper Elite: Resistance sposta l’attenzione dell’acclamato franchise sulla guerra nascosta e quasi “silenziosa”, lontano dalle linee del fronte, nel profondo della Francia occupata. In una storia completamente indipendente che si svolge – come anticipato – parallelamente a Sniper Elite 5, i giocatori assumono il ruolo di Harry Hawker, agente dello Special Operations Executive (SOE) specializzato in operazioni stealth in solitaria nel profondo delle linee nemiche nonché uno dei tiratori più rinomati al mondo, mentre scopre una nuova insidiosa Wunderwaffe. È qualcosa di così potente che potrebbe stravolgere totalmente le sorti del conflitto e garantirne ai nazisti la vittoria. Collaborando con la Resistenza francese, Harry dovrà pertanto eliminare questa nuova aggiunta all’arsenale del Reich prima che sia troppo tardi! Il plot narrativo e gli obiettivi sono abbastanza standard per un gioco di questo tipo ambientato durante la seconda guerra mondiale. Il vero obiettivo della produzione con Sniper Elite: Resistance è di dare sensazioni autentiche in termini sia di sparatorie e sia di azioni furtive vere e proprie, mettendo il divertimento in prima linea nell’esperienza di gioco.
Gameplay
I giocatori che hanno familiarità con la serie Sniper Elite si sentiranno subito a casa in Sniper Elite: Resistance, poiché il gioco ha molto in comune con Sniper Elite 4 e Sniper Elite 5. Si comincia la campagna in una posizione relativamente neutrale della mappa (incredibilmente grande) della missione, con un binocolo a portata di mano – indispensabile per eseguire una ricognizione leggera e contrassegnare le posizioni nemiche – e un set di armi. L’arsenale a disposizione comprende le bocche da fuoco più popolari del franchise, a cui sono state affiancate una serie di armi autentiche della Seconda guerra mondiale. Scegliere l’arsenale giusto (personalizzando e potenziando le armi ai relativi banchi da lavoro con nuovi mirini, calci, canne, caricatori e altro ancora) rappresenta la chiave per mandare a monte i piani nefasti del terzo Reich. Ricordando – altresì – di scegliere le munizioni giuste per il lavoro da svolgere, che siano proiettili perforanti o qualcosa di non letale. In termini di feeling, le armi sono davvero maneggevoli e hanno un suono fantastico (specialmente quando si spara con il fucile da cecchino).
Fatti i dovuti preparativi, già durante la fase iniziale della prima missione, ci siamo subito trovati dinanzi al primo passo in avanti della produzione e nello specifico sull’eccellente lavoro fatto sulla IA nemica di Resistance in termini di percorsi di pattuglia non statici e posizionamenti dei nemici che cambiano dinamicamente. Le pattuglie dei soldati portano a ponderare al meglio la strada da seguire; muoversi lentamente e furtivamente intorno (e dentro) gli edifici, prendere “appunti mentali” sul percorso dei soldati, sia a piedi che sui veicoli, decidere l’ordine con cui affrontare i bersagli, e se lo si vuole, dedicare del tempo aggiuntivo per mascherare i propri colpi tramite oggetti/dispositivi ambientali nelle vicinanze, fa letteralmente la differenza. Non ci si può assolutamente gettare a capofitto nella battaglia, in quanto si rischierebbe di essere circondati da decine e decine di nemici. Sfruttando i ripari e soprattutto l’erba alta, le sporgenze (arrampicandosie calandosi all’occorrenza), le zipline ed altri utili elementi ambientali, sarà possibile raggiungere l’obiettivo senza dover necessariamente ingaggiare uno scontro a fuoco mortale. Vi garantiamo che è altamente soddisfacente sorprendere alle spalle il soldato di ronda e trapassarlo con un fendente di coltello o riuscire – attraverso un diversivo – a sgattaiolare senza essere rilevati. Se per mero errore di valutazione siete stati rilevati (magari avete mancato un colpo di fucile che pensavate di non poter mancare o siete stati avvistati per esservi mossi troppo incautamente), tranquilli, non è tutto perduto. Una volta individuati, il ritmo di gioco compassato, cambia radicalmente marcia e sarete obbligati a fuggire dall’ultima posizione nota. Nascondetevi, attendete e colpite. Per quanto l’IA nemica sia stata migliorata – coprendo praticamente qualsiasi angolo per scovarvi (talvolta non vedendovi a pochi centimetri di distanza) – dopo un po’ – i soldati rinunceranno a cercarvi.
Detto questo, man mano che ci si addentra nella campagna stratificata di gioco ci si ritrova ad affrontare tipi di nemici differenti con cui fare i conti. Oltre alla tipica fanteria e alle forze della Gestapo di grado superiore, ci sono anche cecchini e soldati nemici che presidiano giganteschi riflettori che – conseguentemente – ci hanno “obbligato” ad un approccio totalmente furtivo, valutando al meglio quale percorso intraprendere per raggiungere l’obiettivo di Harry. Ad aiutarci nell’affrontare nemici sempre più impegnativi, i punti abilità spendibili per ottenere nuove capacità in “Combattimento“, “Equipaggiamento” e “Corpo“.
L’uccisione è più appagante se eseguita ai raggi X
Bellissimo l’approccio stealth diversificato, la IA rinnovata ma sappiamo che vi piace fare a brandelli i nazisti. In questo “nuovo titolo” della serie, ritorna la caratteristica kill cam a raggi X, che mostra la potenza distruttiva di ogni singolo colpo sparato. Vedrete le ossa deviare i proiettili che si faranno strada nel corpo del malcapitato in modi nuovi e del tutto imprevedibili. Anche utilizzando la pistola o altre armi (come ad esempio il coltello), si andrà ad attivare la kill cam, mostrando il relativo colpo a rallentatore. Per piazzare il colpo perfetto come un vero e proprio cecchino, è necessario tenere in considerazione le opzioni relative al calcio e alla canna dell’arma, nonché della gravità, della forza del vento e della frequenza cardiaca di Harry.
Ancora più accessibile
Invece, in termini di difficoltà – non dissimilmente dal quinto capitolo – avrete cinque livelli di difficoltà preimpostati tra cui scegliere, che vanno da Civile (Molto facile) ad Autentica. La difficoltà Civile è ideale per chi preferisce la storia con combattimenti, danni ai giocatori e consapevolezza del nemico molto ridotti, o comunque per chi ha trovato i precedenti Sniper Elite troppo impegnativi. Mentre quella Autentica, focalizzata sul realismo e sfide estreme (è ideale per giocatori esperti o per chi ha una vena masochista). Inoltre, l’utente può personalizzare il combattimento, il cecchinaggio e gli aspetti tattici del gioco in modo indipendente per adattarli al proprio stile di gioco. Da quante informazioni vengono visualizzate sul radar alla rigenerazione della salute e al comportamento dell’IA nemica, sarete in grado di adattare il gioco alle vostre specifiche capacità. È possibile modificare la difficoltà in qualsiasi momento dal menu di pausa, quindi non è necessario riavviare una missione se si ritiene che la sfida sia troppo alta o troppo bassa. Sniper Elite: Resistance porta con se diverse opzioni di tutorial migliorate. Queste tornano particolarmente utili per districarsi attraverso le varie meccaniche e i nemici che si andranno ad incontrare.
Altre modalità
Oltre alla Campagna di gioco principale e a quella cooperativa online, ci sono diverse opzioni multigiocatore dedicate e che vi permetteranno di guadagnare PE, medaglie e onorificenze:
Tutti contro tutti: gioco in stile Deathmatch in cui ogni giocatore gioca solo per sé.
Partita a squadre: i giocatori sono divisi in 2 squadre fino ad un massimo di 8 giocatori, consentendo una maggiore cooperazione tra le squadre.
Partita in drappello: i giocatori sono suddivisi in 4 squadre fino ad un massimo di 4 giocatori, tale modalità promuove un gameplay più lento e metodico poiché i giocatori lavorano in squadra.
Non si passa: unico nel franchise, questo è un gioco a due squadre in cui i giocatori combattono a lungo raggio mentre sono separati da una barriera impenetrabile. Le squadre cambiano schieramento a metà partita.
Partite personalizzate: i giocatori possono regolare il metodo di punteggio nelle Impostazioni server, selezionando tra: Uccisioni (vince il giocatore/squadra con più uccisioni), Distanza totale uccisione (vince la distanza combinata più lunga di tutti i colpi mortali) e Punteggio (ai giocatori viene assegnato un punteggio base per un’uccisione e gli assist, che viene poi rafforzato in base ad altri fattori).
Modalità Invasione dell’Asse: Una delle modalità preferite dai fan di Sniper Elite 5, la modalità Invasione torna in Sniper Elite: Resistance. Questa modalità di gioco opzionale consente ai giocatori di “invadere” la missione della campagna di un altro giocatore come cecchino nemico (in una sorta di gatto col topo). Entrambi i giocatori possono guadagnare PE eliminando il loro avversario. Per ottenere un vantaggio, il giocatore ospitante può utilizzare i telefoni sparsi sulla mappa per raccogliere informazioni sulla posizione dell’invasore. Nel frattempo, l’invasore può ordinare ai soldati nemici di essere particolarmente vigili e fornire informazioni sulla posizione del giocatore ospitante. La modalità l’abbiamo trovata un po’ sbilanciata. Mentre noi siamo chiamati esclusivamente ad avvalerci dei telefoni sparsi sulla mappa di gioco, che ci daranno informazioni relative alla posizione del giocatore avversario di svariati secondi prima, il fatto che l’avversario possa interagire con i soldati, è indubbiamente un vantaggio. Infatti, non siamo mai riusciti ad avere la meglio. La modalità è comunque divertente e da quel “brivido” in più. Da segnalare però una problematica che abbiamo notato indirettamente. Nello specifico, nel tentativo di inseguire l’avversario, ci siamo calati da una sporgenza finendo in una fioriera. Niente di strano, giusto? In realtà non c’è stato verso di uscire dalla fioriera, in quanto a schermo non appariva alcun comando. Per risolvere sarebbe bastato riavviare dall’ultimo checkpoint; purtroppo se è avvenuta l’invasione dell’asse ciò non è possibile in quanto è – in tutto e per tutto – una modalità online (infatti non è consentito neanche mettere in pausa il gioco). Pertanto, siamo stati costretti a riavviare completamente la missione dall’inizio. La modalità invasione può comunque essere disattivata prima di iniziare una missione.
In aggiunta ci sono nuove “missioni propaganda“. È possibile individuare i manifesti di propaganda nei vari livelli diventando un agente locale della Resistenza francese, abbattendo i bersagli e i nemici (cercando di passare il più possibile inosservati) e completando gli obiettivi a tempo, contribuirete alla fine all’occupazione nazista. Quest’ultima modalità mira a far rigiocare ai livelli completati in precedenza, mentre si indossano i panni della resistenza e affrontando obiettivi aggiuntivi. Infine la modalità sopravvivenza permette di difendere i posti di comando dalle ondate di nemici (sia offline che online).
Grafica e tecnica
In termini grafici, il gioco è davvero altalenante. Rebellion – ancora una volta – sa davvero il fatto suo, per quanto riguarda gli scenari, proponendo level design e geometrie fantastici intrisi di dettagli e elementi che possono essere sfruttati dal giocatore. Meno bene – invece – per quanto riguarda la veste grafica generale. I modelli poligonali del protagonista, dei comprimari e dei nemici sembrano di almeno una generazione fa, così come edifici e interni, non propriamente al passo con i tempi. La scelta di proseguire in una pubblicazione che tenga conto anche di console old gen non non ci risulta per niente saggia. Detto questo, buonissima l’illuminazione – che in passato vacillava – la vegetazione (piuttosto realistica) e le performance, non abbiamo riscontrato problematiche o glitch invalidanti (ad eccezione di quanto detto più su durante una invasione dell’asse). Si poteva fare meglio sui checkpoint, troppo troppo ravvicinati e che puntualmente ci hanno fatto ricominciare in situazioni decisamente scomode e al limite della frustrazione. Infine, il comparto audio è ben curato, sia in termini di effetti sonori, esplosioni, spari e altri rumori ambientali e sia per quanto riguarda il parlato, con un doppiaggio sicuramente sopra la media.
Commento finale
Sniper Elite: Resistance, nonostante lo stampo familiare e un modello di gameplay che sotto svariati punti di vista sembra fin troppo derivativo dai predecessori, ha comunque un’anima unica che nasconde delle piccole sorprese e che sono ricercate da moltissimi giocatori amanti del genere: L’IA migliorata che stavolta può davvero impensierire il giocatore, obiettivi opzionali (veri obiettivi e non soltanto di contorno) percorsi alternativi che permettono di arrivare all’obiettivo segnato sulla mappa in maniera diversa, svariate armi da fuoco (personalizzabili e potenziabili). Aggiungeteci le tante modalità online, fra cui l’amatissima “Invasione dell’Asse” (che abbiamo trovato un po’ sbilanciata) e la possibilità di giocatore in cooperativa – al netto di più di qualche passo falso in termini grafici (urge un cambio di rotta netto) – e avrete fra le mani un buon pacchetto che vi permetterà di vivere una nuova entusiasmante campagna da cecchino per la prima volta nei panni di Harry Hawker.
Giochi Uniti ha confermato ufficialmente che Art Society, il gioco di aste e piazzamento tessere di Mitch Wallace, arriverà nel corso della primavera.
Già disponibile dal 2023 in alcuni mercati internazionali che hanno valso al titolo un lodevole 7.6 su Board Game Geek, l’adattamento nostrano di Art Society promette di essere uno dei giochi più attesi dagli amanti dell’arte.
Nei panni di un intenditore, i giocatori dovranno acquisire le opere d’arte più famose per disporle nelle proprie gallerie ma attenzione: la moda è passeggera e alcune strategie potrebbero non essere lungimiranti. Il titolo è adatto dai dieci anni in su, per partite di circa 45 minuti da due a quattro giocatori.
Riuscirai a creare la collezione d’arte più invidiata della città, o saranno i tuoi rivali a lasciare il segno nella storia dell’arte? Benvenuto in Art Society!
In Art Society, sei un intenditore d’arte che cerca di impressionare gli altri collezionisti mettendo insieme la collezione d’arte più alla moda di tutte! Fai offerte sulle opere d’arte più ambite e poi disponile sulla parete del tuo salotto in una galleria curata con gusto, che farà invidia alla scena artistica locale. Ma attenzione! La moda è passeggera e le tendenze sono difficili da prevedere. I dipinti che tu e gli altri collezionisti non acquisterete finiranno al museo, cambiando il valore della tua collezione. Alla fine, quale parete sarà sulla bocca di tutti?
In Art Society, i giocatori competono in un’asta per ottenere le opere d’arte più desiderabili e aggiungerle alla propria collezione. Ogni turno, verranno rivelate nuove opere, e i giocatori useranno le loro risorse per fare offerte strategiche.
Una volta acquisite, le opere dovranno essere disposte sulla parete personale di ciascun giocatore, seguendo uno schema che massimizza i punti in base ai colori, agli stili e alle tendenze di moda.Tuttavia, le opere che non vengono acquistate durante l’asta finiranno nel museo, alterando il valore delle collezioni private.
Alla fine della partita, il giocatore con la disposizione più prestigiosa, in linea con i trend e le combinazioni migliori, sarà proclamato vincitore!
Asmodee Italia ha annunciato un nuovo ritorno nella Terra di Mezzo con Il Signore degli Anelli: Il destino della Compagnia, gioco da tavolo ideato da Matt Leacock in arrivo il prossimo Giugno in tutto il mondo.
Matt Leacock, designer americano noto per titoli cooperativi di grande successo come Pandemic (nonché per aver collaborato a produzioni come Iberia e Ticket to Ride Legacy: Legends of the West), firma il nuovo collaborativo ispirato al capolavoro di J.R.R. Tolkien.
Proprio il Pandemic System verrà integrato ne Il destino della Compagnia, che metterà fino a cinque giocatori di fronte a sfide immersive e meccaniche inedite. Si prospetta dunque un’avventura diversa rispetto al recente La Compagnia dell’Anello: Trick-Tacking Game distribuito pochi giorni fa proprio da Asmodee Italia.
Nelle vesti dei membri della Compagnia e degli alleati che si sono erti in loro soccorso, dovrete intraprendere un viaggio che finirà per salvare o condannare la Terra di Mezzo. Esplorate un mondo tormentato dalle tenebre, dove ogni scelta crea un nuovo percorso.
I fili del destino si intrecciano e il fato dei Popoli Liberi dipende dal vostro valore, dalla vostra amicizia e dalla vostra determinazione. L’Unico Anello verrà gettato nel fuoco o il suo portatore si perderà nella disperazione?
Il Destino della Compagnia è un gioco collaborativo da 1 a 5 giocatori in cui ogni giocatore controllerà 2 personaggi, che offriranno le loro capacità uniche per proteggere Frodo, combattere nemici in luoghi chiave e sfuggire ai minacciosi Nazgûl e all’Occhio scrutatore di Sauron.
Ogni partita presenta nuove sfide, con 24 obiettivi diversi, 14 eventi e 13 personaggi giocabili. Non perdete l’opportunità di sedervi al tavolo con la modalità in solitario ideata da Matt Leacock.
Bandai Namco ha recentemente registrato un nuovo marchio per Tales of the Abyss, alimentando speranze e speculazioni tra i fan. Questo storico capitolo della celebre serie Tales of, originariamente lanciato nel 2005 su PlayStation 2, potrebbe tornare con una remaster o addirittura un remake completo. La registrazione arriva a ridosso del 20° anniversario del gioco, una tempistica che potrebbe essere tutt’altro che casuale.
Un capitolo indimenticabile del franchise
Con Tales of the Abyss, Bandai Namco ha conquistato i fan grazie a una trama emozionante, un cast di personaggi memorabili e un sistema di combattimento innovativo per l’epoca. La storia segue Luke fon Fabre, un giovane nobile che si ritrova catapultato in un viaggio inaspettato, costretto a confrontarsi con i segreti del suo passato e con un destino che lo porterà a salvare il mondo.
Questo JRPG ha saputo affascinare milioni di giocatori, trovando una seconda vita nel 2011 grazie alla riedizione per Nintendo 3DS, che ha permesso a una nuova generazione di fan di scoprire le sue avventure. Il suo mix di narrazione profonda e meccaniche di gioco avanzate per l’epoca lo rende ancora oggi uno dei titoli più apprezzati della serie Tales of.
Remaster o remake? Le possibilità
La registrazione del marchio ha già acceso il dibattito su cosa potrebbe riservare il futuro per questo titolo. Una remaster multipiattaforma sembra essere l’ipotesi più plausibile, con miglioramenti grafici e tecnici per PC e console moderne. Tuttavia, i fan più ottimisti sperano in un remake completo, sulla scia del successo di operazioni simili come Final Fantasy VII Remake.
Un rifacimento totale potrebbe sfruttare le potenzialità delle tecnologie attuali per ridefinire il gioco: grafica modernizzata, nuove animazioni e aggiornamenti al gameplay sarebbero più che sufficienti per far rivivere Tales of the Abyss in grande stile.
La serie Tales of, con titoli recenti come Tales of Arise, ha dimostrato di sapersi evolvere e di avere tutte le carte in tavola per attirare sia nuovi fan che giocatori storici. Un ritorno di Tales of the Abyss non solo consoliderebbe questa tendenza, ma rappresenterebbe anche un ponte tra passato e presente, celebrando al meglio la tradizione ma senza rinunciare all’innovazione.
Un ritorno atteso
Che si tratti di una semplice registrazione o di un preludio a un grande annuncio, il nome Tales of the Abyss continua a risuonare con forza nel cuore degli appassionati di JRPG. Se Bandai Namco decidesse di riportare in vita questo capolavoro, avremmo davanti a noi l’opportunità di riscoprire un gioco che ha segnato la storia del genere.
Con il 20° anniversario alle porte, le speranze sono alte. Sarà una remaster, un remake o semplicemente una celebrazione simbolica? Non ci resta che aspettare per scoprire cosa il futuro riserva a questo indimenticabile capitolo.
Il mese di Febbraio 2025 si può riassumere con l’adagio “nella botte piccola c’è il vino buono“: ecco “Gli Imperdibili”, con i nostri consigli sui migliori film e sulle migliori serie TV in arrivo!
L’obiettivo della collana “Gli Imperdibili”, si badi bene, non è quello di consigliarvi necessariamente tutto ciò che di meritevole uscirà nel mese (qualcosa ci può sfuggire e possiamo sempre prendere dei piccoli granchi… siamo umani!). Tuttavia, l’obiettivo è indicarvi quelli che potrebbero essere i must watch, le produzioni più attese ed interessanti! Troverete appuntamenti direttamente nelle sale cinematografiche, così come produzioni Netflix, Disney+, Prime Video, Apple TV+, Paramount+ e chi più ne ha più ne metta!
In quello che è il mese più breve dell’anno (e che peraltro ospiterà la 75esima edizione del Festival di Sanremo, destinato a calamitare la maggior parte delle attenzioni tra l’11 ed il 15 Febbraio) ci sarà un’autentica esplosione di film e serie TV di grande interesse ed elevata qualità. Il blockbuster cinematografico del mese sarà Captain America: Brave New World, ma gli appuntamenti nelle sale non saranno pochi: segnaliamo The Brutalist, September 5 – La diretta che cambiò la storia, Il Seme del Fico Sacro e Paddington in Perù. Ma anche i servizi in abbonamento saranno ricchi di proposte. Netflix porterà in scena l’ultimo atto di Cobra Kai, la miniserie ZERO DAY e pellicole sentimentali come La dolce villa. Apple TV+ proporrà l’atteso film di fantascienza Misteri dal profondo, mentre SKY/Now vanteranno la terza stagione di The White Lotus. Prime Video vanterà la terza stagione di Invincible e di Reacher, Paramount+ sarà lustro al suo Febbraio 2025 con le nuove puntate di Yellowjackets e 1923.
A pochi giorni dall’inizio di Febbraio 2025, Netflix condivide la lista di tutti i film e le serie TV in arrivo per i propri abbonati.
Il mese più breve dell’anno saluterà la conclusione di Cobra Kai, con le ultime puntate della stagione finale, così come il ritorno di serie quali Il colore delle magnolie e Valeria. Tra le novità, spiccano le miniserie tra cui Apple Cider Vinegar e ZERO DAY che apriranno e chiuderanno Febbraio. Per i film spazio invece a Kinda Pregnant,The Witcher: le sirene degli abissi e La dolce villa.
Netflix ha condiviso il catalogo delle nuove uscite per Febbraio 2025sulla propria pagina ufficiale, tuttavia sulla piattaforma arriveranno altri prodotti che troverete nell’elenco sottostante.
Troverete inoltre qualche piccolo consiglio sui titoli da tenere in considerazione in grassetto per il Febbraio proposto da Netflix, oppure per le novità del mese di Gennaio laddove vogliate più consigli.
5 Febbraio
Celebrity Bear Hunt (Reality)
Cella 211 (Serie TV)
Kinda Pregnant (Film)
6 Febbraio
Act of Valor (Film)
Parthenope (Film)
Cassandra (Miniserie)
Apple Cider Vinegar (Miniserie)
Amorden – Gli omidici di Are (Serie TV)
Golden Kamui – La caccia ai prigionieri di Hokkaido (Serie TV)
Il colore delle magnolie 4 (Serie TV)
10 Febbraio
Black Hawk Down: la storia vera (Miniserie)
11 Febbraio
The Witcher: le sirene degli abissi (Film di animazione)
12 Febbraio
Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte Uno (Film)
13 Febbraio
Hello, Love, Again (Film)
La dolce villa (Film)
Cobra Kai 6 – Parte 3 (Serie TV)
14 Febbraio
Melo Movie (Serie TV)
L’amore è cieco 8 (Reality)
Valeria 4 (Serie TV)
18 Febbraio
Court of Gold: il basket alle Olimpiadi di Parigi (Docuserie)
Square Enix ha annunciato di aver terminato la sceneggiatura dell’ultimo capitolo di questa ambiziosa trilogia, che promette di concludere l’avventura di Cloud e compagni in grande stile. Questo traguardo consente agli sviluppatori di focalizzarsi ora sugli aspetti tecnici e sul gameplay, avvicinando sempre di più il momento in cui i fan potranno vivere il finale di questa epica rivisitazione.
La trilogia, iniziata con il remake del leggendario capitolo del 1997, è riuscita a conquistare sia i veterani che i nuovi fan, grazie a una narrativa più profonda, colpi di scena inaspettati e un gameplay modernizzato.
Cosa ci aspetta nella Parte 3?
Con la trama ormai definita, è naturale aspettarsi che la Parte 3 riprenda gli eventi lasciati in sospeso da Final Fantasy VII Rebirth, portando la narrazione verso una conclusione epica. Square Enix ha sottolineato che il progetto manterrà l’equilibrio tra innovazione e fedeltà al materiale originale, un elemento chiave che ha contraddistinto l’intera trilogia.
Gli sviluppatori mirano a sfruttare appieno il potenziale delle console moderne, combinando combattimenti sempre più fluidi e coinvolgenti con ambientazioni visivamente straordinarie. La promessa è quella di sorprendere ancora una volta i giocatori, offrendo un finale degno delle aspettative.
Evoluzione del gameplay: un’esperienza sempre più immersiva
L’evoluzione del gameplay è stata uno dei maggiori punti di forza di questa trilogia. Dai combattimenti dinamici alla gestione strategica delle abilità e delle materie, Final Fantasy VII Remake ha ridefinito il concetto di action-RPG. La Parte 3 promette di spingersi oltre, offrendo nuove aree da esplorare, missioni che arricchiranno la narrazione e battaglie spettacolari che metteranno alla prova ogni giocatore.
Arricchita da una colonna sonora orchestrale che accompagna ogni momento con intensità emotiva, l’esperienza di gioco punta a essere ancora più coinvolgente e memorabile.
Quando possiamo aspettarcelo?
Con Final Fantasy VII Rebirth già disponibile su PlayStation 5 e PC, l’attenzione si sposta ora sulla Parte 3. Square Enix non ha ancora comunicato una data di uscita ufficiale, ma il completamento della sceneggiatura rappresenta un segnale importante sull’avanzamento del progetto.
Guardando ai tempi di sviluppo delle precedenti parti, si ipotizza che il capitolo finale possa arrivare entro il 2026. Nel frattempo, i fan attendono ulteriori aggiornamenti che potrebbero arrivare nei prossimi mesi.
Il finale di un’epopea
Con la sceneggiatura completa, Final Fantasy VII Remake Parte 3 segna un traguardo cruciale per una trilogia che ha ridefinito le regole dei remake nel mondo dei videogiochi. Square Enix si prepara a chiudere questa epopea con una promessa chiara: offrire un’esperienza che vada oltre la nostalgia, trasformando un’icona del passato in una nuova leggenda.
Il viaggio di Cloud e compagni è ormai prossimo alla sua conclusione, ma ciò che rimane è una certezza: questa trilogia non ha solo riportato in vita un classico, l’ha trasformato in qualcosa di unico, capace di parlare a generazioni diverse. Resta solo da vedere quale sarà l’ultimo tassello di questo incredibile mosaico.
Nel primo appuntamento annuale dell’Xbox Developer Direct, importanti team di sviluppo si sono avvicendati per presentare aggiornamenti su titoli attesi e novità incredibili.
Xbox ha infatti trasmesso il Developer Direct 2025, in cui sono comparsi alcuni creator di importanti software house, tra cui id Software, Compulsion Games, Sandfall Interactive, Team NINJA, PlatinumGames e Xbox Game Studios Publishing.
Di seguito vi proponiamo un recap dell’evento, nonché il video per rivedere tutti gli annunci.
Abbiamo visitato gli studi di DOOM: The Dark Ages, South of Midnight, Clair Obscur: Expedition 33 e il titolo svelato in anteprima NINJA GAIDEN 4, per uno sguardo esclusivo a nuovi filmati di gameplay e informazioni chiave direttamente dagli sviluppatori.
Inoltre, per celebrare il ritorno di NINJA GAIDEN, abbiamo annunciato che una versione rimasterizzata del classico Xbox, NINJA GAIDEN 2 Black, è ora disponibile per Xbox Series X|S, PC e Game Pass.
Per un riepilogo completo di tutto ciò che abbiamo annunciato ieri nel Developer Direct 25, visita l’Xbox Wire, dove troverai anche articoli dedicati a ciascun titolo.
Xbox Play Anywhere & Game Pass: Tutti i giochi presentati nel nostro show saranno disponibili dal primo giorno con Game Pass e supporteranno Xbox Play Anywhere, il che significa che puoi acquistare una volta tramite lo store Xbox o Windows e giocare su console Xbox e sull’app Xbox per PC con salvataggi e progressione condivisi.
NINJA GAIDEN 4 – Team NINJA ha aperto lo show con il ritorno di un franchise amatissimo e la presentazione di NINJA GAIDEN 4. Dopo più di un decennio il Team NINJA e PlatinumGames si sono uniti per portare un nuovo entusiasmante capitolo della serie NINJA GAIDEN. Il gioco sarà rilasciato questo autunno su Xbox Series X|S, Xbox App per Windows PC, Steam, cloud, PlayStation 5 e sarà disponibile dal primo giorno con Game Pass. Per ulteriori informazioni, consulta l’articolo dedicato su Xbox Wire.
NINJA GAIDEN 2 Black – Team NINJA non si è fermato qui e ha annunciato a sorpresa l’uscita di NINJA GAIDEN 2 Black, il celebre gioco del 2008 graficamente rimasterizzato. NINJA GAIDEN 2 Black è disponibile già da ieri su Xbox Series X|S, Xbox App per Windows PC e su Game Pass.
DOOM: The Dark Ages – Il team di id Software ha presentato un’analisi approfondita di DOOM: The Dark Ages e ha rivelato che l’epico sparatutto in prima persona uscirà il 15 maggio 2025 su Xbox Series X|S, Xbox App per Windows PC, Steam, PlayStation 5 e sarà disponibile dal primo giorno con Game Pass. Scopri di più sul gioco nell’articolo esclusivo su Xbox Wire.
South of Midnight – Compulsion Games ci ha portato dietro le quinte del loro studio di Montreal, in Canada, per scoprire di più su South of Midnight, il loro nuovo gioco action-adventure in terza persona, in uscita l’8 aprile 2025 su Xbox Series X|S, Xbox App per Windows PC, Steam, cloud e disponibile dal primo giorno con Game Pass. Compulsion Games ha anche rilasciato un nuovo trailer narrativo, che approfondisce la storia di South of Midnight e include gameplay, personaggi e creature mitiche mai visti prima. Per ulteriori dettagli, consulta l’articolo dedicato su Xbox Wire.
Clair Obscur: Expedition 33 – Sandfall Interactive ci ha portato a Montpellier, in Francia, per scoprire il loro primo gioco, Clair Obscur: Expedition 33. Questo RPG a turni, ambientato in una versione fantasy della Francia di fine Ottocento, sarà disponibile dal 24 aprile 2025. Per maggiori informazioni, consulta l’articolo dedicato su Xbox Wire.
Il prossimo grande appuntamento sarà Avowed, l’attesissimo RPG fantasy di Obsidian Entertainment, che uscirà il 18 febbraio 2025 su Xbox Series X|S, Xbox App per Windows PC, Battle.net, Steam, cloud e sarà disponibile dal primo giorno con Game Pass.
Durante l’evento Xbox Developer Direct, Microsoft ha sorpreso i fan annunciando e pubblicando immediatamente Ninja Gaiden II Black, il remake del celebre action game del 2008. Questa nuova edizione (della quale vi parleremo a breve nel dettaglio), sviluppata con Unreal Engine 5, porta il classico hack-and-slash di Team Ninja a nuovi livelli tecnici, offrendo un’esperienza visivamente impressionante e un gameplay ottimizzato.
Grafica e ottimizzazioni: un salto nel futuro
Il remake – come anticipato – utilizza il potente Unreal Engine 5 per ridefinire l’aspetto del gioco. I dettagli grafici, come texture ad alta risoluzione, illuminazione dinamica e animazioni fluide, donano nuova vita a un titolo che, pur mantenendo le sue radici, si presenta come un prodotto moderno e ambizioso.
Le ambientazioni, dai vicoli bui alle torri vertiginose, risultano ancora più immersive grazie all’aggiornamento tecnologico. Le battaglie, elemento centrale del gioco, sono arricchite da effetti particellari e miglioramenti al design dei nemici, offrendo un’esperienza visivamente spettacolare.
Gameplay fedele, ma perfezionato
Il remake conserva il gameplay frenetico e tecnico che ha reso il gioco originale un capolavoro, ma introduce miglioramenti significativi. Il sistema di combattimento è stato affinato per essere più reattivo e accessibile, senza sacrificare la profondità che i fan del franchise apprezzano.
Una delle novità più interessanti è la possibilità di giocare non solo con il protagonista Ryu Hayabusa, ma anche con Ayane, Momiji e Rachel, ampliando così le opzioni di gameplay. Questa aggiunta offre ai giocatori una varietà di stili di combattimento e prospettive narrative.
La difficoltà, elemento distintivo della serie, rimane intatta, offrendo una sfida impegnativa ma appagante. Tuttavia, i miglioramenti all’IA nemica e al bilanciamento delle armi contribuiscono a rendere il gioco più moderno e fluido.
Un’esperienza per veterani e nuovi giocatori
Ninja Gaiden II Black non è solo un tributo al passato, ma anche un invito per una nuova generazione di giocatori a scoprire il fascino di un titolo che ha definito un’epoca. La sua presenza su Xbox Game Pass garantisce che un ampio pubblico possa vivere o rivivere l’epica avventura di Ryu Hayabusa.
Un ritorno che convince
Con Ninja Gaiden II Black, Team Ninja dimostra ancora una volta di saper onorare il passato, offrendo al contempo un prodotto all’altezza degli standard moderni. Sia che voi siate un fan di lunga data o un nuovo arrivato nel mondo di Ryu Hayabusa, questo remake rappresenta un’occasione imperdibile per immergersi in un classico senza tempo.
Volete scoprire cosa riserva il futuro per il franchise? Date un’occhiata al nostro articolosull’annuncio di Ninja Gaiden 4, anch’esso presentato durante l’Xbox Developer Direct.
Ninja Gaiden II Black è ora disponibile su Xbox Series X|S, PlayStation 5 e PC. Inoltre, è incluso nel catalogo di Xbox Game Pass, rendendolo accessibile a un vasto pubblico di giocatori.
Asmodee Italia festeggia oggi l’uscita nei negozi fisici e presso i rivenditori online di Disney Robin Hood – Sheriff of Nottingham, adattamento su licenza dell’omonimo gioco di bluff.
In questo titolo da 3 a 5 giocatori dai dieci anni in su per partite da circa 45 minuti, i giocatori dovranno l’astuzia per ingannare lo Sceriffo di Nottingham con ogni mezzo! La versione ispirata al famoso cartone animato Disney si basa sull’omonimo gioco da tavolo del 2014, ideato da Sérgio Halaban ed Adré Zatz, che ha raggiunto un rating di 7.1 su Board Game Geek. L’adattamento per il mercato nostrano di Disney Robin Hood è curato da Asmodee Italia.
Re Riccardo è in guerra. Suo fratello, il malvagio Principe Giovanni, è subentrato in sua assenza. Con il suo scagnozzo, lo Sceriffo di Nottingham, si gode i tesori del re e tassa il popolo fino all’ultima goccia di sangue.
Robin Hood e la sua banda di allegri benefattori si fanno avanti per proteggere i poveri e salvare il loro paese. Con il vostro aiuto, insieme ruberanno il Tesoro Reale e contrabbanderanno delle merci per darle ai bisognosi! Alla fine della partita, il giocatore con il maggior numero di ricchezze regnerà sovrano.
Aiutate i poveri paesani che il malvagio Principe Giovanni ha sovratassato portando loro delle merci! Non sarà facile, qualsiasi cosa che entra nel villaggio deve essere ispezionata dallo scagnozzo del principe, lo sceriffo di Nottingham. Per oltrepassarlo, dovrete convincerlo a farvi entrare… con qualsiasi mezzo necessario!
SNK ha annunciato che si terrà un periodo di open beta test per Fatal Fury: City of the Wolves dal 20 al 24 Febbraio.
Sarà possibile provare il titolo in questa finestra temporale per PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series e PC via Steam. Non richiederà la sottoscrizione di un abbonamento PlayStation Plus o Game Pass Core.
Dal 20 Febbraio 2025 alle 21:00 nostrane fino al 24 Febbraio 2025 alle 20:59, i giocatori di PC e console potranno scegliere tra otto personaggi totali e sfidare gli amici in tre modalità online: Partita classificata, Partita casuale o Partita in camera. Chi desidera affinare le proprie abilità e imparare le combo dinamiche può esercitarsi nella modalità di allenamento offline.
Fatal Fury: City of the Wolves presenta uno splendido stile artistico ispirato ai fumetti che è una delizia per i fan della serie, unito a combattimenti alimentati dal sistema REV all’avanguardia per offrire partite dinamiche. L’open beta offre al pubblico la prima opportunità di sperimentare l’azione modernizzata di Fatal Fury: City of the Wolves a casa propria, con due schemi di controllo distinti pensati per coinvolgere sia i nuovi arrivati che i professionisti più esperti.
La serie Fatal Fury ha debuttato nel 1991, dando il via al boom dei giochi di combattimento degli anni ’90, che ha preso d’assalto l’industria. Garou: Mark of the Wolves, uscito nel 1999, è stato finora il capitolo più recente del franchise. Con i personaggi preferiti dai fan e quelli nuovi che fanno la loro comparsa, Fatal Fury ritorna con un sistema di combattimento classico evoluto per la nuova generazione di combattenti.
Vi ricordiamo che Fatal Fury: City of the Wolves arriverà il prossimo 24 Aprile per PlayStation 5, Xbox Series, PlayStation 4 e PC via Steam ed Epic Games Store.
È iniziata la produzione della seconda stagione della serie Netflix, Berlino. Lo spin-off della Casa di Carta rimane nella top 10 delle serie non anglofone più viste nella storia del palinsesto Netflix.
Pedro Alonso torna a vestire i panni dell’iconico Berlino e, con lui, torna il resto del cast: Michelle Jenner (Isabel) interpreta Keila, un genio dell’ingegneria elettronica; Tristàn Ulloa (Il caso Asunta) è Damian, un professore filantropo e confidente di Berlino; Begona Vargas (Benvenuti a Eden) è Cameron, una ragazza che vive sempre al limite; Julio Pena Sànchez è Bruce, l’implacabile uomo d’azione della banda.
Per questa seconda stagione, le vicende si spostano in Spagna, per esattezza a Siviglia, dove avrà luogo la nuova rapina. Lì, Berlino e la sua banda incontreranno nuovi personaggi come Candela, un’imprevedibile e capricciosa donna sivigliana interpretata da Inma Cuesta (Il Caos dopo di te); l’eccentrico ed edonista Duca di Malaga Alvaro Hermoso de Medina, interpretato da Josè Luis Garcia Perez (Honor); e la sua misteriosa e raffinata Duchessa di Malaga Genoveva Dante, interpretata da Marta Nieto (Madre).
Gli otto episodi della serie, creata da Álex Pina (La Casa di Carta, Sky Rojo) ed Esther MartínezLobato (La Casa di Carta, Sky Rojo), sono scritti proprio da loro insieme a David Barrocal, Lorena G. Maldonado e Itziar San Juan, e saranno diretti da AlbertPintó (Nowhere, Sky Rojo), David Barrocal(Sky Rojo, Il rifugio atomico) e Jose Manuel Cravioto (Il rifugio atomico, Diablero).
Le riprese di questa seconda stagione si svolgeranno nell’arco di diverse settimane tra Madrid, Siviglia, San Sebastián e altre località della Spagna.
Nella settimana della sua uscita, la prima stagione di Berlino è stata la serie più vista a livello globale e ha raggiunto la Top 10 in 91 paesi. La serie continua a essere nella Top 20 delle serie non in lingua inglese più viste nella storia di Netflix.
Nel corso dell’Xbox Developer Direct, ampio spazio è stato dedicato a DOOM: The Dark Ages, che ha messo in mostra un gameplay scoppiettante confermando altresì la data di uscita.
Come leakato nelle scorse ore, il nuovo capitolo della saga sviluppato da id Software arriverà il prossimo 15 Maggio per PC (via Steam), Xbox Series X|S e PlayStation 5. Il titolo sarà inoltre disponibile al D1 per gli abbonati ad Xbox Game Pass Ultimate.
DOOM: The Dark Ages è il prequel degli acclamati DOOM (2016) e DOOM Eternal, e racconta l’epica storia della rabbia del DOOM Slayer.
L’adrenalinico trailer mostrato, permette di dare uno sguardo al combattimento, alle nuove micidiali armi a disposizione del DOOM Slayer e al melee system. Ma non è tutto, in quanto è stato mostrato anche un nuovo sistema dedicato alla difficoltà (con maggiore accessibilità anche per i nuovi arrivati) e … udite udite, sarà possibile – per la prima volta – “pilotare” un vero e proprio mastodontico mech. Il mondo di gioco, sarà ancora più ricco e stratificato, incentivando ancora di più l’esplorazione e la “caccia” ai segreti. Il tutto sarà accompagnato – come da tradizione – da una colonna “piena di metallo”.
Godetevelo, qui di seguito:
DOOM: The Dark Ages è ora disponibile per il preordine, in tutto il mondo. Chi acquisterà la Premium Edition o il Bundle Collector riceverà fino a due giorni di accesso anticipato, l’artbook e la colonna sonora digitali, il DLC campagna e il pacchetto di skin Divinità. Il Bundle Collector di DOOM: The Dark Ages include:
Statuetta di 30 cm di DOOM Slayer (PVC)
Riproduzione della chiave magnetica rossa in metallo
Custodia SteelBook®
Disco di gioco + tutti i contenuti della Premium Edition
Per scoprire di più su DOOM: The Dark Ages, dai un’occhiata al sito ufficiale all’indirizzo https://doom.bethesda.net