Bandai Namco ha condiviso il trailer di gameplay per Heihachi Mishima, personaggio giocabile in arrivo il prossimo 4 Ottobre nel roster di TEKKEN 8.
Heihachi è il terzo personaggio DLC dal lancio del gioco, che ha visto il ritorno di alcuni personaggi amati dai fan come Eddy Gordo e Lidia Sobieska.
Sviluppato da Bandai Namco Studios Inc., TEKKEN 8 sfrutta l’Unreal Engine 5 per dare nuovo peso e atmosfera alle battaglie, con ogni personaggio rimodellato con dettagli sorprendenti e nuovi ambienti dinamici e distruttibili.
Per la prima volta nella storia di TEKKEN, TEKKEN 8 aggiunge un capitolo completamente nuovo alla sua Modalità Storia, espandendo la trama di “The Dark Awakens”, che continua lo scontro tra le famiglie Kazama e Mishima. L’espansione della modalità storia “The Dark Awakens” sarà disponibile come aggiornamento gratuito per tutti i giocatori di TEKKEN 8.
TEKKEN 8 è disponibile per PlayStation 5, Xbox Series e PC via Steam.
THQ Nordic e Purple Lamp festeggiano l’uscita di Disney Epic Mickey: Rebrushed con un entusiasmante trailer di lancio.
Il titolo è un remake dell’affascinante Epic Mickey uscito nel 2010, un platform a tinte dark con protagonista il Topolino immaginato da Warren Spector.
Vi ricordiamo che Rebrushed è disponibile da oggi per Nintendo Switch, PlayStation 4, PlayStation 5, PC (via Steam), Xbox One ed Xbox Series X/S.
Disney Epic Mickey: Rebrushed porta la magia Disney in un vivace mondo platform 3D. In questo splendido remake, Topolino dovrà affrontare un viaggio epico attraverso Rifiutolandia, una terra popolata da personaggi Disney ormai dimenticati. Calandoti nei suoi panni, ti ritroverai in un mondo fantastico in cui brandirai pittura e solvente, due strumenti che ti permetteranno di plasmare il corso della tua avventura e il fato di questo universo alternativo.
Ogni singolo colpo del tuo pennello sarà molto importante! Usa la pittura per ripristinare la bellezza e l’armonia dell’ambiente che ti circonda, oppure usa il solvente per alterarlo e scoprire segreti nascosti. Le tue scelte influenzeranno il destino di Topolino, cambiando il corso di questa artistica odissea. Riuscirai a essere l’eroico Topolino di cui Rifiutolandia ha bisogno?
Incontra personaggi iconici come Oswald il coniglio fortunato, la prima creazione di Walt Disney, nel tuo viaggio attraverso Rifiutolandia. Colleziona spille Disney virtuali, affronta sfide creative e scopri segreti nascosti esplorando livelli platform ispirati ai film d’animazione e ai cortometraggi Disney.
Nato da un’idea di Warren Spector e reinterpretato da Purple Lamp, Disney Epic Mickey: Rebrushed riporterà in vita un grande classico avvalendosi di un comparto grafico all’avanguardia e di controlli ottimizzati. Anche Topolino potrà contare su nuove abilità, come lo scatto, lo schianto e la corsa. La trama coinvolgente alla base del gioco lo renderà un’esperienza indimenticabile sia per i vecchi fan che per i nuovi arrivati. Unisciti a Topolino e svela i misteri di Rifiutolandia in questo omaggio all’eredità Disney.
Esplora una Rifiutolandia reinterpretata, ricca di personaggi e storie Disney intramontabili.
Brandisci il pennello magico: pittura per creare, solvente per alterare. Ogni scelta che prenderai plasmerà la tua storia.
Incontra Oswald il coniglio fortunato, il primo personaggio Disney, in un mondo ricco e dotato di una forte componente narrativa.
Vivi un’esperienza di gioco avanzata alla scoperta di un’ambientazione classica con nuove abilità e un comparto grafico migliorato.
Scopri le nuove mosse di Topolino, come lo scatto, lo schianto e la corsa.
Alto tasso di rigiocabilità con finali multipli dettati dallo stile di gioco e dalle decisioni prese lungo il corso dell’avventura.
LEVEL-5 ha poco fa annunciato Holy Horror Mansion, un RPG “ghost craft” ed il suo annesso progetto crossmediale, definito il più ambizioso ideato dalla compagnia.
Di seguito trovate il primo intrigante trailer, che tuttavia non mostra piattaforme di riferimento né periodi di release.
“Ricco di attività divertenti, è un ‘Ghost Craft RPG’!“. Così il presidente ed amministratore delegato di LEVEL-5, Akihiro Hino, ha dichiarato oggi durante l’evento LEVEL-5 Vision 2024: To the World’s Children. “Sono orgoglioso di presentare Holy Horror Mansion. Il tema di questo titolo è “Famiglia”. Dalla storia al design del gioco, miriamo a creare un’esperienza che tutta la famiglia possa godersi insieme. “Godercelo come una famiglia”… mi chiedo cosa significhi? In collaborazione con le migliori società di intrattenimento, Holy Horror Mansion sarà il nostro più grande progetto crossmediale. Il programma di rilascio e le piattaforme rimarranno non annunciati per ora. Terremo una vetrina crossmediale per il gioco nella primavera del 2025 per rivelare il merchandising correlato e i piani mediatici. Vi chiediamo gentilmente di restare sintonizzati per ulteriori aggiornamenti.”
Condivisa anche una prima sinossi del titolo, che vi proponiamo di seguito.
Una commovente storia horror su una famiglia misteriosa… Il giovane eroe, che vive in una villa in cima al condominio di proprietà di sua nonna, trova una macchina fotografica in una stanza chiusa a chiave, incontra un fantasma e viene coinvolto in ogni tipo di tumulto!
Il progetto sembra assolutamente interessante ma conoscendo le tempistiche LEVEL-5, crediamo sia quasi impossibile immaginarlo pronto per la release prima del 2027.
LEVEL-5 ha annunciato che sono in corso i lavori per un remake del primo Inazuma Eleven che verrà rinominato Inazuma Eleven RE.
Il titolo, del quale potete ammirare il primo trailer di annuncio di seguito, arriverà per PlayStation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch e PC (via Steam).
“Rifaremo il primo gioco di Inazuma Eleven” ha dichiarato il presidente e CEO di LEVEL-5 Akihiro Hino durante l’evento odierno LEVEL-5 Vision 2024: To the World’s Children. “Racconteremo nuovamente la prima storia di Mamoru Endo con varie nuove funzionalità. Per garantire che non solo i fan, ma anche i nuovi giocatori possano divertirsi, stiamo migliorando notevolmente l’accessibilità.”
LEVEL-5 ha ufficializzato il rinvio di Inazuma Eleven: Victory Road, che dunque non arriverà più nel corso del 2024.
La nuova release window, annunciata nel corso dell’odierno evento LEVEL-5 Vision 2024: To the World’s Children, è prevista per Giugno 2025. Di seguito trovate il nuovo trailer.
“La finestra di rilascio prevista per Inazuma Eleven: Victory Road è stata modificata dal 2024 a Giugno 2025. Sappiamo che molti giocatori aspettano con impazienza, ma per fornire contenuti di alta qualità ed un sistema che offra giocabilità a lungo termine, stiamo mettendo tutto il nostro impegno per creare l’Inazuma definitivo. Chiediamo gentilmente ancora un po’ della vostra pazienza. Incorporeremo anche molti feedback da Inazuma Post per garantire di soddisfare le aspettative dei nostri giocatori. Ci scusiamo profondamente con tutti i fan per avervi fatto aspettare.” Queste le dichiarazioni a corollario del rinvio, che dunque nascondono la volontà di migliorare ulteriormente il prodotto.
Il titolo arriverà per PlayStation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch, PC via Steam, iOS ed Android.
Nel corso dell’odierno evento Vision 2024: To the World’s Children, LEVEL-5 ha condiviso nuove informazioni su DECAPOLICE, confermando l’arrivo anche su PC ma rinviando la data di uscita.
Una notizia che rattristerà il pubblico è proprio quella legata al rinvio, con la nuova release window adesso fissata addirittura ad un generico 2026.
Altresì è stato condiviso un trailer che rivela la theme song.
“Per DECAPOLICE, stiamo sviluppando sistemi per un vasto mondo aperto e ci stiamo preparando a pubblicare l’anime ed il gioco contemporaneamente“, ha dichiarato il presidente e CEO di LEVEL-5, Akihiro Hino. “Siamo entusiasti di avere MARiA a cantare la sigla – una vera diva la cui potenza corrisponde a quella della protagonista Harvard – aggiungendo un tocco drammatico alla performance. Sia la grafica che i contenuti del gioco sono stati migliorati, poiché lo stiamo trasformando in un’esperienza ancora più coinvolgente. Ciò significa anche che avremo bisogno di più tempo per finirlo”.
Originariamente previsto per il 2024, DECAPOLICE adesso arriverà adesso nel corso del 2026 per PlayStation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch e PC via Steam.
LEVEL-5 ha condiviso un nuovo trailer per Professor Layton and the New World of Steam, previsto esclusivamente per Nintendo Switch.
L’annuncio è stato parte dell’odierno evento denominato “LEVEL-5 Vision 2024: To the World’s Children“.
“Lo sviluppo di Professor Layton and the New World of Steam sta proseguendo senza intoppi”, ha assicurato il presidente e CEO di LEVEL-5 Akihiro Hino. “Assieme al supporto di QuizKnock nel design dei puzzle, siamo impegnati a creare un titolo Layton di nuova generazione. Con Luke e Layton adesso in 3D, possono mostrare dettagli ed emozioni mentre esplorano il mondo“.
La release prevista è nel corso del 2025 per Switch.
Il titolo era stato anticipato allo scorso San Diego Comic-Con, dove alcuni modellini riportavano esattamente il logo della rimasterizzazione, che comprende entrambi i capitoli di Soul Reaver.
Il titolo celebrara i 25 anni del classico riproponendo le celebri avventure legate al conflitto tra Kain e Raziel in una nuova veste grafica (o a scelta anche adottando la forma originale).
La Remastered, sviluppata da Asypr, arriverà il prossimo 10 Dicembre.
Si tratta di un rumor capace di far sognare tutti i fan del Cavaliere Oscuro: sembrerebbe che Rocksteady sia infatti al lavoro su un nuovo titolo dedicato a Batman, che potrebbe arrivare in esclusiva per PlayStation.
Dopo il flop commerciale di Suicide Squad Kill the Justice League (del quale potete leggere la nostra recensione qui), pare che Rocksteady possa dunque tornare al primo amore tornando a raccontare una storia dedicata al pipistrello. Non è chiaro se si tratta di un nuovo episodio della serie Arkham (similmente a quello in arrivo per VR, il promettente Arkham Shadow), ma se il rumor dovesse rivelarsi vero, ci sarebbero pochi dubbi.
Il rumor parla inoltre di un concreto interesse di Sony nell’appoggiare lo sviluppo del titolo dedicato a Batman, per avere verosimilmente come contropartita l’esclusività console (per PlayStation 5 o chissà, oltre).
A diffondere la notizia è Shpeshal_Nick. Si tratta di un leaker che, ad onor della cronaca, non vanta un track record molto incoraggiante. Proprio per questo motivo, siamo dubbiosi sulla veridicità di questa affascinante voce di corridoio.
Ad ogni buon conto, restiamo in attesa di eventuali novità.
Nel rispetto della tradizione settembrina, Sony ha confermato che il nuovo State of Play andrà in onda oggi 24 Settembre.
L’appuntamento è per le 23:59 di questa sera, quando lo streaming avrà inizio con oltre mezz’ora di trailer e gameplay per oltre venti titoli in arrivo per PlayStation 5 e PlayStation VR2.
Si potrà seguire l’evento, come di consueto, su YouTube (in inglese), su Twitch e TikTok.
Dopo il recente annuncio di PlayStation 5 Pro, diversi malumori si sono diffusi nel pubblico soprattutto alla luce del controverso pricetag della console mid-gen proposta da Sony. Allo stesso modo, perplessità anche sul versante software per l’assenza, ad oggi, di prospettive definite per i prossimi mesi e per i leak riguardanti l’annuncio delle Remastered di Days Gone ed Horizon Zero Dawn.
Partendo proprio da quest’ultimo dato, possiamo tentare di ipotizzare cosa verrà mostrato nello State of Play di fine giornata. Le due citate rimasterizzazioni hanno buone probabilità di essere presenti, con quella dedicata ad Horizon estremamente probabile alla luce del leak dell’ESRB. L’IP di Guerrilla inoltre raddoppierà con LEGO Horizon Adventures, in uscita a Novembre. Tra le ipotesi sicure troviamo anche il remaster di Until Dawn e Silent Hill 2 Remake, anche loro di prossima uscita. Probabile almeno un tease dedicato a Death Stranding 2: On the beach, in attesa della sua massiccia presenza all’imminente Tokyo Game Show. Puntiamo un nichelino anche sulla presenza di titoli interessanti come Lost Soul Aside. Alcuni rumor parlano inoltre della presenza di Capcom per annunciare Resident Evil 9: tuttavia, pensiamo possa essere più probabile l’annuncio della release date di Monster Hunter Wilds.
Dopo aver conquistato il cuore dei giocatori su PlayStation 5, guadagnandosi tante nomination per i Game Awards del 2022 e ben cinque premi, tra cui Best Narrative e Best Action/Adventure, ma nessun Game of The Year (probabilmente a causa del suo essere un – meraviglioso – more of the same del primo capitolo), God of War Ragnarök approda finalmente su PC, portando con sé l’epica spettacolarità del secondo capitolo del gioco dedicato al fantasma di Sparta.
Per questo porting, Santa Monica Studio si è avvalsa della collaborazione di Jetpack Interactive che aveva già curato il porting del primo capitolo: il risultato è una conversione che mantiene intatta l’essenza dell’esperienza originale, ma la eleva a nuove vette grazie alle potenzialità dell’hardware PC e ad un’eccellente ottimizzazione, sebbene permangano piccoli problemi di ottimizzazione in alcuni punti del gioco e qualche bug nell’utilizzo dei controller.
Contenuti e Novità della Versione PC
La versione PC di God of War Ragnarok include tutti i contenuti del gioco base a cui si aggiunge il DLC Gratuito Valhalla, un’espansione che si innesta narrativamente dopo la main quest, arricchendo ulteriormente la narrazione e il gameplay, ma che può essere avviata anche subito se avete già giocato Ragnarok su PS5. Non mancano inoltre tutti i goodies a cui i porting PC delle esclusive PlayStation ci hanno abituato ovvero:
Supporto per monitor ultrawide 21:9 e32:9;
Opzioni grafiche avanzate;
Supporto alle tecnologie di Upscaling di ultima generazione DLSS, FSR 3.1 e XeSS, compreso il frame generation;
Supporto per mouse e tastiera e naturalmente al feedback tattile del DualSense (solo via cavo), anche se sul supporto al controller dedicheremo un apposito paragrafo per via di alcuni problemi che in tanti stanno riscontrando con la versione Steam.
Requisiti Minimi (1080p/30fps):
OS: Windows 10 64-bit 2004 2020-05-27 19041.
CPU: Intel i5-4670 K o AMD Ryzen 5 1200
RAM: 8 GB
GPU:(Gpu con almeno 6GB) NVIDIA GTX 1060 6GB o AMD RX 5500 8GB o Intel Arc A750 o equivalenti
Storage: 190 GB SSD
Requisiti Raccomandati (1440p/60fps):
OS: Windows 10 64-bit
CPU: Intel i5-8600 or AMD Ryzen 5 3600
RAM: 16 GB
GPU: NVIDIA RTX 2060 Super o AMD RX 5700 o Intel Arc A770 o equivalenti
Storage: 70 GB SSD
Opzioni Grafiche e Tecnologie di Upscaling
God of War Ragnarok su PC offre un ventaglio completo di opzioni grafiche, permettendo ai giocatori di personalizzare l’esperienza visiva in base alle proprie preferenze e alla potenza del proprio hardware
Illuminazione
Qualità delle texture
Dettaglio del modello
Qualità delle ombre
Occlusione ambientale
Riflessi
Effetti particellari
Tassellatura
Come dicevamo, il gioco supporta inoltre tre tecnologie di upscaling all’avanguardia il DLSS 3.7, AMD FidelityFX Super Resolution (FSR) 3.1 e Intel XeSS (Xe Super Sampling) 1.2 e, in maniera molto trasparente, quando si attivano le diverse opzioni di scaling (DLAA, qualità, bilanciato, prestazioni ecc.) è possibile vedere anche il valore di risoluzione che il sistema imposta per l’immagine di base da upscalare.
Analisi delle Prestazioni
Per valutare le prestazioni di God of War Ragnarok su PC abbiamo testato il gioco con diversi preset su due configurazioni: una mid-tier, con una scheda di ultima generazione Nvidia, la RTX 4070super e una oramai entry level, con una gloriosa NVIDIA GTX 1080ti le cui prestazioni raster sono paragonabili a quelle di una RTX 3060ti, una RTX 4060 o di una ARC 770. Abbiamo omesso di inserire in tabella il test su una RTX 4090, in quanto il gioco su questa configurazione, anch’essa testata, gira in maniera piuttosto prevedibile con impostazioni maxate a 120fps, saturando il refresh rate del nostro monitor LG C4 da 40″.
Ecco una tabella riassuntiva dei risultati ottenuti:
GPU
CPU
RAM
Risoluzione
Settaggi
FPS Medi
RTX 4070 super
Ryzen 9 7800X
32 GB DDR5
4K
Ultra + DLSS – DLAA
50-60
RTX 4070 super
Ryzen 9 7800X
32 GB DDR5
4K
Ultra + DLSS – qualità
75-80
RTX 4070 super
Ryzen 9 7800X
32 GB DDR5
4K
Ultra + DLSS – nativa + frame generation
80-90*
GTX 1080ti
5800x3D
32 GB DDR4
3440x1440p
Alto + FSR Nativa
35
GTX 1080ti
5800x3D
32 GB DDR4
3440x1440p
Alto + DLSS Qualità
45-50
Come si può notare, God of War Ragnarok si dimostra ben ottimizzato, offrendo prestazioni eccellenti su una vasta gamma di configurazioni, anche su di una scheda, come la 1080ti, che ha oramai sul groppone ben 7 anni. Unico caveat riguarda la memoria VRAM, che non deve essere inferiore ai 6GB. L’utilizzo delle tecnologie di upscaling di ultima generazione, a fronte di un leggero aumento del lag (impercettibile in un gioco come questo), si rivela tuttavia essenziale per ottenere frame rate elevati anche alle risoluzioni più alte.
In alcuni punti il gioco sembra essere decisamente più impegnativo (o meno ottimizzato?) per le nostre GPU. Ci riferiamo a due luoghi in particolare: la nuova casa sull’albero di Ygdrasill nel regno tra i regni, che funge da hub per il crafting, e il passaggio mistico per il viaggio tra i regni, dove la nostra 1080ti non è riuscita a mantenere il frame rate minimo di 30fps. In questi casi, però, l’utilizzo del frame generation ci è venuto in soccorso mantenendo, nonostante i cali, un frame rate accettabile.
Come gira su Legion Go, ROG Ally e Steam Deck?
Abbiamo testato God of War Ragnarok principalmente su Legion Go, ma i risultati ottenuti sulla console handheld di Lenovo sono replicabili anche con Rog Ally.
A 1600p, e dettagli bassi, il gioco non riesce a mantenere un frame rate costante superiore a 20 e 25, scendendo anche a 15 frame per secondo in situazioni piuttosto concitate, peraltro molto frequenti nel gioco. Nemmeno l’utilizzo del frame generation riesce a migliorare di molto la situazione, in quanto il frame rate è troppo incostante.
Abbassando la risoluzione a 1200p, con preset dettagli medio e FSR su qualità, il frame rate si aggira intorno ai 25-30fps, che diventano 30FPS se si sposta il selettore FSR su bilanciato. Utilizzando il frame generation si riesce a ottenere un incremento prestazionale solo lieve di 4/5 frame per secondo. Se si abbassano i dettagli su basso lasciando però su alto solo “texture” e “modelli”, con FSR impostato su qualità e frame gen attivo si può agevolmente ottenere un framerate di 45/50fps e, sullo schermo delle handheld, possiamo garantirvi che il risultato è davvero spettacolare.
Ad 800p la situazione del framerate migliora decisamente. Con le medesime impostazioni di sopra si sfiorano i 45fps, mentre se si seleziona FSR Performance è possibile portare il framerate anche a 50fps nelle zone interne con meno nemici a schermo e utilizzando il frame generation giocare addirittura a 60fps.
Insomma sulle console portatili Windows dotate di processore Z1 Extreme, impostando una risoluzione a 800p o 1200p ci si può aspettare un frame rate tra i 50fps e i 60fps giocando un po’ con le impostazioni grafiche e gli scaler.
In tutti i casi il TDP è stato impostato su 25w e la vRAM su 6GB mentre l’autonomia si aggirava intorno ad 1h e 20.
Entrambi i dispositivi insomma riescono ad offrire un’esperienza di gioco fluida, con la Legion Go che mostra prestazioni leggermente superiori grazie a un sistema di raffreddamento più efficiente. L’utilizzo di FSR e frame generation si rivela fondamentale per mantenere un frame rate accettabile senza compromettere eccessivamente la qualità visiva.
Su Steam Deck, infine, per giocare ad un frame rate accettabile è necessario impostare il dettaglio su Basso e con FSR su Qualità si possono arrivare a sfiorare i 45-50 fps, con Frame Generation che interviene a compensare i frequenti cali in alcuni scenari, aumentando il frame rate di appena 5-7 fps.
Comparto Tecnico e Ottimizzazione
God of War Ragnarok su PC si presenta come un vero e proprio spettacolo visivo, sebbene le novità rispetto a quanto visto su PS5 siano davvero poche e limitate esclusivamente alla maggiore qualità grafica offerta da texture in più alta risoluzione. Insomma, il gioco era già spettacolare su PS5 ed è un peccato che non si sia approfittato di questo porting per sperimentare, ad esempio, con Ray Tracing ed altre amenità grafiche.
Un aspetto da sottolineare ancora una volta è l’implementazione delle tecnologie di upscaling. DLSS, FSR e XeSS sono integrati in modo impeccabile, offrendo un notevole boost prestazionale con un impatto minimo sulla qualità dell’immagine. Solo il frame generation, per i più sensibili a questa tecnologia potrebbe causare qualche artefatto grafico.
Lo spazio su disco richiesto per l’installazione è considerevole: circa 197 GB, mentre l’utilizzo di un SSD è fortemente consigliato non solo per ridurre i tempi di caricamento, ma anche per garantire lo streaming fluido delle texture ad alta risoluzione durante l’esplorazione dei vasti ambienti di gioco.
Gameplay e Controlli su PC
Nei primi giorni dal lancio, il gioco in versione Steam presentava un serio problema con i controller, simile a quello verificatosi con Space Marine 2: il gioco non riconosceva nessun controller, cablato o wireless, a causa di un conflitto tra il supporto al controller offerto da Steam input e quello nativo del gioco. Ora il problema pare sia stato risolto e il titolo supporta pienamente e nativamente i controller Xbox, PlayStation e Switch Pro, con la possibilità di utilizzare i feedback aptici e i grilletti adattivi del DualSense se connesso via cavo. Tuttavia, se state ancora sperimentando problemi con il controller, date un’occhiata alla nostra guida.
Commento finale
God of War Ragnarok su PC si presenta come la versione definitiva di un gioco già straordinario. La buona ottimizzazione e le opzioni grafiche avanzate, con particolare riferimento al supporto per le tecnologie di upscaling più recenti, permettono di godere appieno della spettacolarità visiva e della profondità del gameplay che hanno reso questo titolo un must-have su PlayStation. Il supporto per i monitor ultrawide aggiunge un nuovo livello di immersività all’esplorazione dei vasti ambienti norreni e la possibilità di giocare a 60fps o 120fps in 4k, rende l’esperienza ancora più emozionante. In definitiva, però, se siete fan del fantasma di Sparta, siamo sicuri che avrete già giocato a questo God of War Ragnarok su PS5, dove, nonostante le più limitate specifiche hardware il gioco girava egregiamente. In questo caso, non ci sentiamo di consigliarvi il riacquisto, viste le poche novità tecniche introdotte con questo porting. Se invece avete iniziato la saga norrena su PC con l’ottimo primo capitolo, God of War Ragnarok è un acquisto assolutamente imprescindibile sia per i valori tecnici che per quelli narrativi in campo. Con il suo mix perfetto di narrazione coinvolgente, gameplay profondo e realizzazione tecnica al top, God of War Ragnarok si conferma come uno dei migliori giochi action degli ultimi anni su PC, capace di offrire decine di ore di intrattenimento di altissimo livello. Un’opera magistrale che non può mancare nella vostra libreria.
I giochi di avventura guidati dalla narrativa a volte fanno difficoltà ad integrare un gameplay significativo. Questo è probabilmente il motivo per cui in giro ci sono svariati walking simulator. Alcuni titoli optano ad implementare enigmi basici o semplici strumenti per progredire, altri, almeno, si sforzano di fondere il gameplay con la storia, come accaduto in SOMA. Thalassa: Edge of the Abyss (sviluppato dallo studio indie norvegese Sarepta Studio e pubblicato da Team17 Digital Ltd) è un’avventura in prima persona simile, poiché prevede l’esplorazione di un relitto e chiede ai giocatori di risolvere misteri associando indizi trovati nel blu profondo. Mentre la premessa sembra piuttosto interessante, almeno sulla carta, in termini pratici, ci siamo trovati dinanzi ad un prodotto si buono ma anche un pochino acerbo. Vi diciamo tutto nella nostra recensione completa!
Versione testata: PC (Steam)
Siamo nell’anno 1905
Thalassa: Edge of the Abyss segue il protagonista (Cam), un subacqueo che condivide la sua passione con Alex. Durante le operazioni di ricerca a bordo della nave di recupero SS Thalassa del galeone spagnolo St. Catherine – affondato circa circa 300 anni prima nelle Antille, qualcosa va storto. Dopo uno strano incidente in acque profonde, Alex annega tragicamente proprio di fronte a Cam, portando il nostro protagonista alla solitudine, all’alcol e alla depressione. Diversi mesi dopo, la SS Thalassa ed il suo equipaggio affondano misteriosamente durante un viaggio di ritorno nello stesso luogo in cui Alex ha tragicamente perso la vita. Ciò, spinge Cam ad indagare su come è avvenuto l’affondamento. Mentre si cercano indizi su come l’equipaggio della Thalassa abbia incontrato il suo tragico destino, emergono prove che suggerirebbero che questo affondamento, così come la morte di Alex stesso, potrebbero essere parte di una cospirazione più grande …
Il gioco punta – a mezzo di un vero e proprio dramma psicologico immersivo – a raccontare una storia struggente, intrigante, dalle tinte piuttosto infelici e all’insegna dell’introspezione, che si svolge completamente sotto le profondità oceaniche, dove i giocatori possono immergersi nell’esplorazione e nella scoperta di segreti (fra bugie e sabotaggi) sui personaggi (con storie umane e personali fatte di amore e gelosia, ambizione e paura, orgoglio e sacrificio) andando a svelare una trama più ampia dipanatasi all’interno della Thalassa stessa. Non possiamo parlare – per non incappare in spoiler – del momento culminante della narrazione del gioco, ma la riassumeremo così: la storia di Thalassa è qualcosa che non fa che migliorare man mano che procede.
La Thalassa me la ricordavo diversamente …
Gran parte del tempo lo abbiamo trascorso a bordo del relitto affondato della Thalassa. Muoversi sulla nave non è un’impresa semplicissima, con una serie di “ostacoli”, come porte chiuse e detriti, che bloccano i passaggi e rallentano il cammino. Per progredire (oltre ad avere un buon senso dell’orientamento, tranquilli, c’è anche una mappa consultabile), è infatti necessario, risolvere enigmi cercando indizi e raccogliendo prove che consentono di ricostruire cosa è successo. A differenza di altri giochi simili, il mistero non si svela automaticamente mentre si progredisce. Dovrete capirlo da soli, mettendo insieme gli oggetti che avete trovato per arrivare a una conclusione particolare. Andando nel menu di gioco, troverete una scheda “Misteri”. Proseguendo nel gioco, si sbloccheranno diversi misteri e una volta che sarete in grado di risolverli, verranno evidenziati di giallo. Dovrete visitare spesso il menu Misteri, perché risolvere un mistero in genere vi darà indicazioni sul prossimo obiettivo. E se non si dovesse riuscire a risolvere un mistero? Probabilmente avete mancato qualche indizio e converrà ritornare sui propri passie in stanze già visitate. Navigare nel menu Misteri e guardare tutto ciò che avete trovato non è intuitivo come ci si aspetterebbe, e inizialmente ci siamo ritrovati un po’ a disagio.
Alcuni dei sistemi sono un po’ grezzi e raffazzonati, ma – il consiglio – è di andare oltre perché, una volta che vi sarete abituati, sperimenterete una narrazione piuttosto ispirata. Esplorare il relitto della Thalassa è assolutamente avvincente e a tratti emozionante. Dopotutto, Cam in passato ha vissuto e lavorato qui; le persone a bordo erano come una famiglia. Vedere aree ora in rovina (mobili, libri e altri oggetti galleggiano ovunque), sommerse dall’oceano, che in precedenza avevamo ammirato in tutta la loro gloria, è sorprendente e stranamente commovente. Ma è quando ci si inizia a muoversi per la nave, trovando foto, diari, documenti, lettere e registrazioni, che Thalassa: Edge of the Abyss dà davvero il meglio di sé. Con circa una cinquantina di piccoli misteri differenti da svelare, ci vuole un po’ di tempo prima che ciò che è successo alla Thalassa venga finalmente svelato. Man mano che la storia si dipana, vi farete travolgere da questa avventura story driven, grazie anche ad un doppiaggio di buonissimo livello.
C’è un cast vocale completo, fatta eccezione per il protagonista principale silenzioso, Cam. Immaginiamo che si tratti di un tentativo di mantenere il genere neutro del personaggio, in modo che ogni giocatore possa identificarsi completamente con lui. L’aspetto negativo è che l’assistente subacqueo di Cam, che funge da guida durante il gioco, Bailey, reagisce a cose che apparentemente ha detto proprio Cam ma che il giocatore non può né sentire né tantomeno leggere. Tale scelta, ci ha un po’ stranito, soprattutto a causa di alcuni dialoghi piuttosto carenti. Anche le opzioni di dialogo sono scarne, quindi tutto ciò che Cam potrebbe comunicare silenziosamente avviene automaticamente senza alcuna scelta da parte del giocatore.
Risolvere un mistero spesso porta a nuove domande e la bacheca delle deduzioni si riempie piuttosto in fretta. Quando una serie di segreti è stata scoperta con successo, si viene ricompensati con flashback concettuali (molto simili allo stile olografico di Deliver Us The Moon) di come Cam crede che le cose siano accadute. Si vede una versione in ombra di una stanza, con sagome dorate dei personaggi, un po’ come se ci si trovasse dietro ad una telecamera termica. Ma la differenze è che è possibile camminare in quella scena, guardarla (un po’ come accade in un filmato interattivo) da tutte le angolazioni e ascoltando i personaggi parlare. A volte potreste anche individuare un oggetto che uno di loro lascia cadere, così potrete andare a cercarlo nel mondo reale e usarlo per aprire un’area precedentemente bloccata. Gli strumenti – in salsa Metroidvania – come tronchesi e una chiave inglese – vengono utilizzati per l’esplorazione dei cancelli e ci sono – altresì – scorciatoie per aprirli.
Tutto ha una tinta che oscilla fra il bluastro ed il verdastro finché non ci si avvicina abbastanza alla luce, che rende tutto più tendente verso il marrone e al dorato. Ad accompagnare i nostro passi pesanti, e limitatamente ad alcuni luoghi, una debole musica ambientale. Se non ci fosse, la Thalassa sarebbe un posto silenzioso e tombale. Per farvi capire quanto tutto sia guidato dalla narrazione, la tuta di Cam non ha alcun tubo collegato alla superficie, né bombole di ossigeno da controllare e sostituire. Anche la lampada sembra funzionare con una batteria infinita. Questi sono elementi, che pensandoci, non hanno alcun senso, ma come anticipato, l’obiettivo dello sviluppatore è quello di dare l’opportunità al giocatore di dedicarsi ad un’esplorazione spensierata. Lo stesso vale per i nuovi punti di interesse che appaiono all’improvviso e che non era stato possibile notare prima, ma di cui Cam si accorge solo dopo aver fatto le giuste deduzioni.
Grafica e tecnica
In termini grafici, il titolo è veramente niente male. Non cerca di essere fotorealistico, infatti, i personaggi presentano fattezze cartoonesche e anche gli ambienti non sono chissà cosa; c’è però una bellezza quasi innaturale degli alloggi che furono e che gradualmente stanno arrugginendo e si stanno sgretolando mentre i pesci e altre creature marine attraversano le finestre rotte e le porte aperte. In termini tecnici, l’esperienza non è eccelsa. A partire dal bilanciamento audio (non dei migliori): anche con il volume degli altoparlanti al massimo, parte dell’audio è stato difficile da sentire (e poi – improvvisamente – siamo rimasti quasi assordati dagli effetti sonori successivi, veramente tarati verso l’alto). Abbiamo riscontrato anche qualche strano problema grafico, per lo più relativo all’illuminazione con alcune aree un po’ troppo scure, ma niente che abbia rovinato particolarmente l’esperienza di gioco. Giocando con una RTX 3080ti e un AMD Ryzen 7 5800X, non abbiamo avuto problemi a giocare con tutte le impostazioni su alto, ad ultra abbiamo riscontrato qualche lieve calo e singhiozzo.
Commento finale
Thalassa: Edge of the Abyss, racconta una storia struggente, intrigante, dalle tinte piuttosto infelici e all’insegna dell’introspezione, che si svolge completamente sotto le profondità oceaniche. Esplorare i resti della nave – a patto di superare le fasi iniziali – è assolutamente avvincente, e decifrare i suoi misteri (più di cinquanta) ci ha tenuto impegnati dall’inizio alla fine. Sì, alcuni elementi non funzionano benissimo, come ad esempio i menu – un po’ difficili da navigare ed utilizzare – ma andando oltre e chiudendo un occhio, farete davvero fatica a smettere di giocare a questa avventura fatta di misteri e rivelazioni.
Sembrava un’utopia destinata a cullare i sogni di inguaribili romantici e invece MARVEL vs. CAPCOM Fighting Collection: Arcade Classics è realtà. Annunciato ad inizio estate nel corso del Nintendo Direct del 18 Giugno, il progetto di questa riedizione di grandi classici della storia dei picchiaduro ha emozionato tantissimi player nostalgici (tra cui noi). Non solo per la prospettiva di poter rimettere mano a titoli provenienti da età auree del genere, ma anche per l’inestimabile valore in termini di preservazione videoludica.
Molti dei titoli presenti in questa gloriosa raccolta, infatti, risultavano ad oggi fondalmentalmente irreperibili a causa di accordi di licenza scaduti o semplicemente per mancati porting. Alcuni titoli erano addirittura relegati ancora alle console a 16 bit, mentre altri, seppur più recenti, erano di fatto ingiocabili senza ricorrere a console di quasi vent’anni fa (e senza vendere un rene per il recupero di rare edizioni retail). La linea Fighting Collection promossa da Capcom (che vedrà una ulteriore mitica release nel 2025) risponde vigorosamente a tutti coloro che bramavano di giocare nuovamente questi evergreen immortali. Oggi vi spiegheremo perché è un acquisto imprescindibile per tutti gli amanti del genere e per chi vuole provare per la prima volta autentici mostri sacri del genere.
MARVEL vs. CAPCOM Fighting Collection: Arcade Classics è disponibile dal 12 Settembre in formato digitale su PlayStation 4, Nintendo Switch e PC via Steam. Nel corso del 2025 arriverà altresì per Xbox One. Gli amanti delle versioni fisiche dovranno viceversa attendere il 22 Novembre, data di uscita prevista della retail per PlayStation 4.
Versione testata: PlayStation 4
The Snap
Circa 30 anni in un secondo. Questo il lasso di tempo indicativo che copre questa collection, andando a ripescare titoli usciti tra il lontano 1993 ed il tondo 2000. Una vita fa per il media videoludico, che tuttavia proprio in quegli anni ha visto fiorire una delle più apprezzate e famose collaborazioni transmediali di sempre. Quella tra Capcom e Marvel.
Ma partiamo da cosa offre concretamente questa raccolta, al di là dei titoli in sé e per sé (sui quali ci soffermeremo più avanti).
Ciascun videogioco ha pieno supporto al multigiocatore locale così come a quello online. A grandissima richiesta è implementato il rollback netcode, che garantisce una solidità invidiabile a qualsivoglia partita (ovviamente, non andate a pescare qualcuno dall’altro lato del mondo con ricezione scarsa…). Sono disponibili incontri classificati per puntare alle leaderboards globali ma anche sereni match amichevoli, così come la possibilità di creare lobby ed assistere ai match dei partecipanti.
Il rispetto dell’aspect ratio è sempre presente.
Capcom ha inoltre pensato ad ogni genere di player. La collezione può vantare funzionalità di personalizzazione pensate anche per i principianti. Ecco dunque diversi settaggi per la difficoltà generale (dall’IA all’output di danno, con anche qualche chicca legata addirittura ai glitch… vero Juggernaut?), la possibilità di assegnare le mosse speciali ad un comando singolo ed una apprezzatissima modalità allenamento dove apprendere le basi di ciascun picchiaduro. E se la difficoltà notoriamente alta dei titoli di qualche decade fa dovesse risultare comunque probitiva… Capcom ha previsto la possibilità di creare save file praticamente ovunque, in modo da permettere di ripartire dal punto scelto senza problemi.
Oltre poi al supporto per trofei, achievements ed obiettivi, i collezionisti potranno trovare soddisfazione con oltre cinquecento artwork dedicati ai titoli originali, tra cui inediti documenti di sviluppo e materiale pubblicitario dei coin-op. Senza scordare la funzionalità Musica che permette di ascoltare qualcosa come oltre duecento brani. Decisamente succulento e gustoso.
X-Men: Children of Atom sa essere molto punitivo.
Le Gemme dell’Infinito
Era il 1993 quando il picchiaduro a scorrimento The Punisher si affacciava alle sale giochi. Un titolo gagliardo e stimolante, ma che rimase confinato a questi luoghi del passato, se si esclude la conversione per SEGA Genesis. Ma con un’importanza storica: inaugurare la collaborazione tra Marvel e Capcom. L’anno successivo tuttavia fu messo da parte il concept beat’em’up cooperativo in favore di un picchiaduro che attingeva da Super Street Fighter 2 Turbo e Darkstalkers. Nasceva X-Men: Children of the Atom. Fu l’inizio di un percorso tangibile, che avrebbe portato nel giro di tre anni a Marvel Super Heroes, X-Men vs. Street Fighter e Marvel Super Heroes vs. Street Fighter.
Si tratta di titoli nei quali è possibile apprezzare idee di gameplay, intuizioni e stravolgimenti che hanno portato gradualmente ai leggendari scontri tra brand. Le meccaniche ludiche tendono a diventare più coerenti e raffinate a livello sistemico con il passare delle iterazioni e degli anni. Altrettanto curioso apprezzare la pletora di personaggi che affollano gli schermi, figli di una selezione che guardava alle IP più famose in voga a suo tempo. Titoli indubbiamente affascinanti ma… diciamocelo, la vera ciccia è altrove.
Alcuni personaggi potranno risultare sconosciuti al pubblico odierno.
Nel 1998 fu la volta di Marvel vs. Capcom: Clash of Super Heroes. Proprio quest’ultimo aprì una nuova stagione per i picchiaduro di casa Capcom. Mentre si avviarono parallelamente i lavori per la storica collaborazione con SNK, solo due anni dopo il seme piantato anni prima diede vita ad uno dei titoli più importanti della storia della software house giapponese. Stiamo parlando di Marvel vs. Capcom 2: New Age of Heroes.
Inutile girarci attorno, si tratta del gioiello della corona di questa collection. Un titolo leggendario con un roster quasi infinito, “responsabile” della maggior parte delle meccaniche tag team ancora oggi in uso a distanza di oltre vent’anni. Un capitolo che ha scritto pagine di storia dell’EVO, ma anche avvicinato infinite platee di fan al mondo dei picchiaduro e del gaming in generale. Con le sue meccaniche esplosive ed un’azione al fulmicotone, New Age of Heroes segnò anche nuovi traguardi tecnici per Capcom grazie alla loro prima ibridazione tra 2D e 3D. Pensate che addirittura le originarie versioni Arcade e Dreamcast condividevano il supporto alla VMU (una specie di memory card SEGA) per lo sblocco di contenuti aggiuntivi man mano che si giocava in sala o a casa. Ventiquattro anni fa era fantascienza.
Magneto è un animale. Sappiatelo.
Ineluttabile
New Age of Heroes non si tratta di un titolo perfetto, si badi bene. Se qualche novizio lo dovesse avvicinare con la sensibilità odierna, potrebbe restare shockato dal suo tremendo sbilanciamento, dai diffusi glitch e dalle combo infinite di alcuni personaggi. Tuttavia Marvel vs. Capcom 2 è esattamente la stessa cosa oggi come la era nel primo anno del nuovo millennio: un capolavoro di divertimento allo stato puro.
Ed il punto fondamentale è tutto qui: nel gioioso spasso che racchiudono in sé questi titoli, anche a distanza di decadi. Pressocché inutile starvi a snocciolare nel dettaglio meccaniche e caratteristiche di ogni titolo, nonché sottolinearne il valore. Finiremo con l’annoiarvi e, con titoli così apprezzati dal pubblico globale, ci sembra paradossale dovervi “insegnare” qualcosa che non sia stato già detto. Quello che invece ci preme sottolineare è proprio quanto questa collection sia un acquisto inevitabile per un’ampia platea.
Uno scontro che farà sorridere i fan dell’MCU.
Da un lato, i fan dei picchiaduro devono necessariamente approcciare Arcade Classics per l’importanza storica e ludica di un percorso capace di regalare capolavori ed influenzare generazioni di giocatori e sviluppatori. Dall’altro lato, è un acquisto praticamente obbligatorio per ogni collezionista che ha a cuore la preservazione del media (soprattutto con l’edizione fisica in uscita a Novembre), soprattutto di fronte a titoli quasi irrecuperabili senza sborsare un patrimonio come lo stesso Marvel vs. Capcom 2 o The Punisher. Quest’ultimo è forse la vera chicca inattesa della collection, visto che nessuno avrebbe scommesso sul rivedere un giorno un titolo mai arrivato neanche su piattaforme Nintendo o sulla prima PlayStation.
Probabilmente, gli unici che guarderanno con sospetto a questa raccolta sono gli stessi che non potranno scendere a compromessi con l’aspetto retrogaming del pacchetto. Non c’è nulla di male in questo, ma ci sentiamo di darvi un consiglio: gettate il cuore oltre l’ostacolo e dategli una possibilità. Potrebbe nascere un nuovo amore, sulle note di I Wanna Take You for a Ride.
The Punisher è la chicca di questa raccolta.
Commento finale
MARVEL vs. CAPCOM Fighting Collection: Arcade Classics è, senza mezzi termini, un monumento in formato videoludico. In un unico titolo sono raccolti sette dei picchiaduro crossover più importanti della storia del gaming, tra cui l’immortale Marvel vs. Capcom 2: New Age of Heroes. La raccolta è un’occasione unica non solo per tutti i fan del genere (che la acquisteranno senza neanche attendere una recensione) ma anche per tutti coloro che sono curiosi di conoscere come si è arrivati, oggi, a determinate meccaniche e logiche in titoli contemporanei. Un libro di storia da consumare avidamente.
Netflix ha condiviso il trailer ufficiale de Il buco – Capitolo 2, sequel della pellicola horror divenuta un cult della piattaforma streaming.
Il capitolo originale diretto da Galder Gaztelu-Urrutia conquistò nel 2019 gli utenti Netflix con oltre 82 milioni di visualizzazioni, raccogliendo riconoscimenti di critica e pubblico in Spagna (dove era uscito anche nelle sale nazionali).
Mentre un misterioso leader impone il proprio dominio nel Buco, un nuovo “inquilino” viene coinvolto nella lotta contro questo controverso metodo per combattere il brutale sistema di alimentazione. Ma quando mangiare dal piatto sbagliato diventa una condanna a morte, fino a che punto saresti disposto a spingerti per salvarti la vita?
Tornano Gaztelu-Urrutia alla regia,mentre alla sceneggiatura ci sono Egoitz Moreno assieme a David Desola e Pedro Rivero. Il duo di protagonisti è interpretato da Milena Smit (Madres paralelas, La ragazza di neve) e Hovik Keuchkerian (La Casa di Carta).
Il buco – Capitolo 2 uscirà il prossimo 4 Ottobre su Netflix.
Nel cast tornano (come annunciato in occasione del D23 Expo del 2022) Sebastian Stan (Bucky Barnes/Winter Soldier), Wyatt Russell (John Walker/U.S. Agent), Florence Pugh (Yelena Belova), Olga Kurylenko (Antonia Dreykov/Taskmaster), David Harbour (Alexei Shostakov/Red Guardian), Hannah John-Kamen (Ava Starr/Ghost) e Julia Louis-Dreyfus (Valentina Allegra de Fontaine). Tra le new entry Lewis Pullman (Sentry) e Geraldine Viswanathan.
Poco è noto sulla trama, se non che verosimilmente il team verrà messo insieme per collaborare in qualche missione ad alto rischio. Mistero anche sul titolo, che ha guadagnato nel corso del tempo un’enigmatica appendice con un asterisco di chiusura.
Diretto da Jake Schreier, Thunderbolts* uscirà al cinema il 30 Aprile 2025.
Il publisher Team17 ed il team di sviluppo The Game Kitchen hanno annunciato l’arrivo di nuovi contenuti per Blasphemous 2, sotto forma del DLC a pagamento Mea Culpa e dell’aggiornamento gratuito True Torment.
Entrabi saranno disponibili dal prossimo 31 Ottobre, con l’espansione che avrà un costo di €11.99 con un 20% di sconto per le prime due settimane. Blasphemous 2 è disponibile su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One, Nintendo Switch e PC (via Steam).
Nella nostra recensione di Blasphemous 2, abbiamo premiato il titolo definendolo la versione rifinita e corretta del primo capitolo anche al netto di un fascino leggermente inferiore rispetto all’originale per via di alcune scelte fatte in nome dell’accessibilità.
Di seguito vi proponiamo il trailer ufficiale nonché il comunicato stampa.
The Game Kitchen e Team17 Digital si preparano a tornare su Cvstodia, con il Mea Culpa alla mano, per sperimentare un finale alternativo a Blasphemous II.
Con un nuovo finale, nuovi boss, nuove zone, nuove abilità, nuovi nemici, nuove missioni e un nuovo… New Game+, sperimenta Cvstodia come mai prima d’ora in questa massiccia espansione di Blasphemous II e diventa il possessore di uno dei più potenti manufatti – Il Mea Culpa.
Ora è il momento perfetto per tuffarsi nel racconto definitivo della storia di Blasphemous II e sperimentare le sue sfide più dure.
L’aggiornamento gratuito include:
Zone ampliate: Coro delle Spine, Cattedrale Sommersa e Basilica dei Volti Antichi sono state tutte riforgiate con nuove sfide da esplorare e conquistare.
Nuove zone di connessione: attraversamento più rapido tra le zone già esplorate, così potrai attraversare il mondo più velocemente di Sarmiento e Centella.
Una nuova sfida: Il Labirinto delle Maree presenta una nuova sfida per coloro che sono pronti ad affrontarla.
Nuovo gioco+: opzioni di difficoltà totalmente regolabili per migliorare il tuo salvataggio da nemici più forti a picchi più letali e cadute letali.
Nuovi nemici: gli abitanti di Cvstodia si sollevano per affrontarti, sei all’altezza della loro sfida?
Oltre a una serie di aggiornamenti per il Penitente, miglioramenti e risultati della qualità della vita.
Il DLC a pagamento Mea Culpa include:
Nuove zone: due enormi nuove zone in cui potrai resistere ai loro forti venti e scalare le loro imponenti vette.
Nuovi boss: combatti alcune delle sfide più grandi e guarda in faccia la sconfitta in Mea Culpa.
Nuove missioni: rimetti insieme la tua spada e sperimenta il potere di Mea Culpa. Inoltre incontra nuovi personaggi lungo il percorso.
Nuovi NPC: 4 nuovi compatrioti per il tuo viaggio, accetteranno il loro destino o li cambierai per sempre?
Nuovo finale alternativo: affronta alcune delle sfide più feroci di Blasphemous II.
Così come modi per aumentare il potere del Mea Culpa.
Giocando ad Akimbot abbiamo brutalmente realizzato che i prodotti “ispirati” all’epoca PlayStation 2 stanno diventando sempre di più, a sottolineare come la “nostalgia”, carburante di alcune produzioni, abbia fatto il “salto generazionale” verso i primi anni 2000 (a tal proposito, avete letto la nostra recensione di Gori: Cuddly Carnage?).
Nonostante un iniziale sentimento di angoscia misto a turbamento totalmente extra-ludico (mitigato da Sony e le sue operazioni “nostalgia” per giochi usciti 5 anni fa – grazie Sony, per fortuna che ci sei tu che alteri le percezioni spazio-temporali!) abbiamo impugnato il pad e ci siamo goduti un prodotto che richiama, come struttura, le produzioni di quegli anni. Pur cercando di smussare alcune rigidità ludiche dei pionieri (i primi Jak and Daxter ed i primi Ratchet & Clank, principale fonte di ispirazione per lo studio Evil Raptor).
Akimbot, edito da Plaion, è disponibile dallo scorso 29 agosto 2024 su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC.
Versione testata: PlayStation 5
Viaggi spaziali e temporali
In Akimbot vestiremo i panni di Exe, un robot fuorilegge, mentre intraprenderemo un viaggio nello spazio-tempo per salvare la galassia, accompagnati dal logorroico Dataset. La narrativa del titolo del piccolo studio francese non si discosta mai dai cliché di genere, e va bene così. Non ci aspettavamo di certo un titolo originale.
Il problema è che la caratterizzazione dei personaggi proprio non ci è piaciuta. Ogni attore in gioco è una versione talmente parodistica della controparte Insomniac che la maggior parte delle volte i dialoghi ci hanno straniato (o come direbbero i più giovani, “cringeato”). Almeno adattamento italiano, doppiaggio (inglese) e regia sono di altissimo livello.
C’è comunque da dire che nei platform (in qualsiasi declinazione essi rientrino), il comparto narrativo è sempre stato di contorno rispetto al gameplay, che fortunatamente, pur con vistosi “scimmiottamenti”, riesce ad essere davvero godibile.
Come Ratchet & Clank, ma un pochino peggio
Akimbot è un platform d’azione ed avventura in 3D. Come anticipato, la struttura ludica è quella di inizi anni 2000 tipica dei prodotti di questo sotto-genere. Un mix di piattaforme e scontri a fuoco che rendono l’incedere davvero intenso. E non per modo di dire, ma ci torneremo tra poco.
Le fasi platform sono molto piacevoli. Salti, doppi salti, schivate, corse sui muri, burroni da superare con il rampino (e con il dash aereo se lo slancio è corto). E la stessa cosa si può dire per le fasi di shooting. Dinamiche, adrenaliniche e molto divertenti.
Il problema, su questo versante, è la gestione delle armi. Il gioco ha solo 4 armi da fuoco. Un fucile mitragliatore, che a metà avventura non userete più perché sostituito da un mitragliatore gatling che ha la stessa utilità, un fucile da cecchino ed un lanciarazzi. Queste non hanno proiettili. Si surriscaldano e richiedono piccole pause che invogliano il passaggio a una delle altre bocche da fuoco.
La situazione di “scarsezza” sarebbe dovuta essere “risolta” dalla armi speciali. Altre 4 bocche da fuoco, questa volta potenziabili, che si utilizzano con delle risorse specifiche che si ottengono dai nemici uccisi. A cui è legata, però, una sciocca limitazione che ci impone di poterne portare sul campo una alla volta. Seppure questa scelta doni un substrato tattico a tutti gli scontri (soprattutto a difficoltà Difficile), è altresì innegabile che limiti l’ulteriore esuberanza che avrebbero potuto avere tali fasi.
Exe e Dataset, i due protagonisti di Akimbot
Nulla di originale per quanto riguarda il core ludico, insomma, e con delle scelte di game design che auto-limitano inspiegabilmente il prodotto, soprattutto in relazione alla follia cui ci ha abituato Insomniac con Ratchet & Clank (dopotutto è impossibile non nominare il Lombax e il suo socio metallico parlando di Akimbot, come avrete capito arrivati a questo punto).
Ma Akimbot non è solo piattaforme e scontri a fuoco. Uno dei pregi della produzione è rappresentato dalla sua estrema varietà di situazioni collaterali, che a differenza di altri prodotti, sono realizzate dannatamente bene. Senza fare troppi spoiler, abbiamo guidato vari mezzi (le sezioni nello spazio sono sublimi), affrontato sezioni alla Flappy Bird, addirittura uno scontro in stile fighting game 2D. E soprattutto, le rigidità dei primi titoli a cui si ispira, anche grazie ad un sistema di controllo impeccabile, risultano smussate e il flow dell’azione è sempre impeccabile.
Azione ad alta intensità
Ma il pregio maggiore di Akimbot è la sua intensità. L’avventura di Exe e Dataset è stata praticamente un lungo ed intenso sprint finale, durato ben 10 ore, a difficoltà Difficile. Dal tutorial, fino all’ultimo livello di gioco, ogni situazione è creata per caricare di tensione positiva ed adrenalina il videogiocatore.
Parliamo, insomma, di un titolo che vi regalerà della genuina frenesia ad ogni passo. Anche grazie ad un lavoro eccellente sulla direzione artistica. In ogni livello verremo “sopraffatti” da particellari, esplosioni, meteoriti che cadono, navi aliene che sparano laser, eruzioni vulcaniche, e potremmo ancora continuare. Senza dimenticare la OST, a tratti memorabile. Akimbot è una corsa a perdi fiato dall’inizio alla fine, con pochissimi tempi morti.
A tal proposito, il comparto tecnico regge discretamente bene, con 60 fps fissi. Da segnalare, però, che ad ogni salvataggio automatico si verifica un leggero stuttering dell’immagine. Non è la prima volta che abbiamo riscontrato questo “problema” (volutamente tra virgolette), anche in produzioni molto più grosse in termini di budget, ma è giusto segnalarlo. Ed è giusto segnalare, per completezza dell’informazione, che al lancio e nella prima settimana il titolo di Evil Raptor soffriva di evidenti problemi di tearing, risolti completamente con una patch.
Commento finale
Akimbot è un titolo totalmente derivativo che riesce a smussare le rigidità dei precursori del sottogenere a cui si ispira, pur auto-limitandosi in maniera inspiegabile per quanto riguarda le meccaniche di gioco principali. Fortunatamente il titolo è pieno zeppo di varie sequenze speciali che regalano alla produzione tantissima varietà. Ed ancora di più, è un prodotto dannatamente intenso, senza tempi morti. In una parola, esplosivo.
Come ogni giovedìEpic Games Store regala uno o più giochi gratuiti per il nostro PC, questa settimana prendiamo la nostra fotocamera e gettiamoci in un’avventura fantastica in TOEM, e proviamo a sopravvivere all’apocalisse zombie in The Last Stand: Aftermath!
TOEM è un indie adventure che mescola bizzarri personaggi, e splendidi paesaggi, interamente disegnati a mano, e che riprendono l’arte dei diorami fatti di carta. Entriamo in un mondo dove l’unico colore sono i gradienti dal bianco al nero, armiamoci della nostra macchina fotografica e completiamo missioni facendo scatti perfetti!
The Last Stand: Aftermath è un survival adventure rogue-lite con visuale dall’alto interamente pensato per un esperienza singleplayer, che ci mette nei panni di un sopravvissuto infetto da una piaga zombie, con l’unico obbiettivo di trovare una cura, salvando così se stesso, ma anche la sua colonia.
Potete fare vostri The Last Stand: Aftermath e TOEM solo sull’ Epic Game Store, creando un account -in caso non l’aveste ancora fatto- e seguendo i corrispettivi linkai giochi. Non fatevi sfuggire queste offerte, che scadranno alle ore 17:00 di giovedì 26 settembre.
E non perdetevi la live sul nostro canale ufficiale Twitch di 4News.it, in onda ogni giovedì alle 18:30, per scoprire assieme a Edoardo “SamaelBecks” Bechis cosa ci propongono questi, e altri titoli gratuiti nella rubrica #GiochiXPovery.
Il fenomeno Funko è uno dei più sensazionali degli ultimi anni. Fondata nel 1998, la Funko Inc. ha visto a partire dal 2005 una incredibile esplosione commerciale grazie al successo delle proprie miniature in PVC. Un prodotto diventato iconico, capace di attrarre contratti di licenza con colossi quali Marvel, DC Comics, Warner Bros, Disney, Sony ed Universal, per un giro di affari stimato nell’ordine del miliardo di dollari.
In questa ottica, 10:10 Games è stata incaricata di realizzare la prima incursione del brand nel mondo videoludico con Funko Fusion. Un titolo celebrativo capace di abbracciare un numero consistente di IP, con l’obiettivo di avviare un percorso in qualche modo paragonabile a quello seguito da LEGO con i suoi apprezzati titoli. Un progetto ambizioso, forte di licenze importanti, che tuttavia ha incontrato qualche asprezza di troppo sul proprio cammino. Scopriamo insieme perché.
Funko Fusion è disponibile dal 13 Settembre per PC (via Steam), PlayStation 5 ed Xbox Series, mentre lo sarà dal 15 Novembre per PlayStation 4 e Nintendo Switch.
Versioni testate: Xbox Series – PlayStation 5
Infinity War
C’è qualcosa che non va nel multiverso Funko. Il misterioso e malvagio Eddy Funko irrompe nella sala di controllo della realtà multidimensionale, una sorta di TVA in stile Marvel Cinematic Universe. Il reggente Funko Freddy ingaggia una furiosa battaglia contro l’avversario, finendo per respingerlo al costo di ferite ingenti e della perdita del potere delle preziose corone, sparsesi all’interno di varie realtà alternative. Sarà compito del giocatore recuperare i preziosi artefatti, prima che Eddy Funko possa metterci le mani sopra e reclamare per sé stesso l’intero multiverso.
La battaglia tra Funko Freddy ed Eddy Funko è il punto di partenza di ogni vicenda.
La trama di Funko Fusion fornisce un simpatico contesto alla presenza di oltre 20 licenze tra i più celebri film e serie TV della cultura pop. Di questi, sette sono state adattate come veri e propri mondi di gioco che ripropongono in versione funkizzata le rispettive storie originali (allo stesso modo di quanto vi abbiamo raccontato nella recensione di LEGO Star Wars: The Skywalker Saga). Qualcosa che vi potrebbe suonare familiare se avete avuto modo di giocare a molti dei titoli dedicati ai mattoncini danesi. La cosa non deve stupire. Non solo per l’obiettivo celebrativo del brand Funko, indissolubilmente legato ad un insieme eterogeneo di IP, ma anche se consideriamo che parte del team di sviluppo ha lavorato proprio in TT Games.
Da questo punto di vista, non si può non fare un plauso agli sviluppatori. Ciascuno dei sette mondi (nella fattispecie: Hot Fuzz, Jurassic World, The Thing, Battlestar Galactica, The Umbrella Academy, Masters of the Universe e Scott Pilgrim vs The World) è ricreato con una minuziosa attenzione e rispetto per il materiale di partenza, anche di fronte a licenze che sinceramente non credevamo fossero adattabili senza qualche grattacapo. Ci ha entusiasmato, ad esempio, rigiocare gli eventi di Hot Fuzz, brillante secondo capitolo della “Trilogia del Cornetto” di Edgar Wright. Non solo per accuratezza, ma anche per aver replicato alcune delle battute più famose, affidate agli NPC presenti.
Come se non bastasse, altre IP incredibilmente famose (che potete intuire dalle immagini di questa recensione) sono nascoste come easter egg o livelli speciali. Anche loro graziate da una cura pregevole nonché da una grafica godibile e ricca di dettagli.
Tra le varie IP presenti, preparatevi a qualche sorpresa decisamente inattesa.
Il bene di tutti…?
Dal punto di vista strettamente ludico, Funko Fusion paga pegno nei confronti dei titoli LEGO, ma anche altre produzioni.
Per ciascuno dei mondi presenti (che potrete affrontare in un ordine a piacere) dovrete affrontare vari livelli che “replicano” fasi diverse delle storie originali. Ovviamente, l’adattamento segue le regole viste nei prodotti TT Games, con una rielaborazione di situazioni a sfondo ludico. Il giocatore potrà dunque scegliere uno dei Funko disponibili e sfruttare le proprie abilità specifiche. Si passa da personaggi adatti a combattimenti corpo a corpo ad esperti cecchini, passando per pratici tuttofare e jolly con abilità specifiche. Il gameplay si declina come un TPS arcade, in cui falciare gli avversari e schivare pallottole. La curva di difficoltà degli scontri non è peraltro banale, con alcuni influssi presi direttamente dai soulslike (come la necessità di curarsi prendendo il tempo giusto, o l’opportunità di rianimarsi a determinate condizioni).
Il colpo d’occhio è sempre apprezzabile, così come le chicche legate ad ogni IP.
Ciascun livello è straripante di contenuti, collezionabili ed easter egg che spesso rimandano ad ulteriori licenze minuziosamente nascoste. Anche la varietà è spesso incentivata, con enigmi nascosti, oggetti da utilizzare in giusti contesti, minigiochi da risolvere, sezioni di backtracking e molto altro. In questo senso, si nota la preoccupazione, da parte degli sviluppatori, di arricchire l’offerta. Al punto che, nonostante il gioco sia completabile in una dozzina di ore, per poter raggiungere il 100% ne saranno necessarie circa quaranta.
L’esperienza ludica è dunque piuttosto elementare ma non per questo non divertente. A patto di avere le giuste aspettative. Infatti il problema che sorge è che ben presto le azioni si fanno metodiche e ridondanti, finendo con l’andare avanti più per vedere lo show messo in atto con le licenze che non per il gameplay in sé e per sé. Persino le fasi shooting diventano presto monotone, nonostante la varietà di situazioni, il numero di nemici e le particolarità dei personaggi. Alcune feature ci sono sembrate addirittura messe lì senza troppa convinzione, come la possibilità di rianimarsi recuperando abbastanza componenti in vinile prima del game over. Complice anche il level design, che in alcuni mondi passa repentinamente dalla originalità alla calma piatta, nonché a causa di missioni che tendono a diventare ripetitive.
Omni-Man all’interno di Five Night at Freddy’s? Normalità.
Corto circuito
Il vero e proprio punto dolente del lavoro svolto da 10:10 Games è purtroppo nella realizzazione tecnica.
Da questo punto di vista ci troviamo infatti davanti ad una palpabile delusione. Abbiamo avuto occasione di testare il titolo sull’ammiraglia Xbox nonché su PlayStation 5, trovandoci di fronte alle medesima, triste esperienza.
Su Xbox Series X, a prescindere dalla scelta tra modalità Prestazioni o Qualità, il risultato non è mai stato scevro da problemi. A partire dal framerate, che si è rivelato claudicante in entrambe le ipotesi. Il gioco scatta brutalmente nelle situazioni concitate, circostanza che addirittura si verifica anche nelle transizioni tra cutscene e gameplay, con uno stacco a schermo nero davvero nocivo per l’immersione. Pioggia di bug anche per quanto riguarda il comparto audio, con tracce che misteriosamente spariscono per poi riapparire per magia, nonché nella gestione della traduzione, che a volte passa inspiegabilmente da inglese ad italiano e viceversa.
Negli attimi più concitati, il framerate perde colpi… e non pochi.
Purtroppo sono presenti anche glitch che in alcuni casi ci hanno portato a riavviare il titolo. A titolo esemplificativo, senza fare spoiler e sperando che venga tutto adeguatamente risolto con patch correttive, nel quinto capitolo del mondo di Hot Fuzz abbiamo fatto la conoscenza di una guest star molto aggressiva. Se fallirete la sua side quest, si verificherà un bug nei menù che vi impedirà di immettere gli input necessari. Per questo motivo lo stesso livello non sarà completabile, visto che sarà impossibile dare l’ok nella schermata riassuntiva dei risultati. Abbiamo risolto riavviando ma va da sé che è un caso piuttosto grave.
La situazione è praticamente identica anche su PlayStation 5. Anche qui abbiamo incontrato i medesimi problemi legati al sonoro che ogni tanto decide di sparire, le irritanti transizioni tra cutscene e gameplay, nonché gli imbarazzi legati al framerate anche in modalità Performance. Abbiamo anche visto oggetti fluttuare nell’aria senza ragioni apparenti, così come compenetrazioni di vario genere. Nessun particolare guadagno nello scegliere la modalità Qualità anche su lidi Sony, al di là di una presentazione grafica più dettagliata.
La sensazione, dopo aver provato entrambe le versioni, è che Funko Fusion sia probabilmente uscito con qualche mese di anticipo. Manca infatti il lavoro di labor limae tecnico che in genere occupa i periodi di playtesting finale. Non sappiamo quale sia stato esattamente il problema nel quale gli sviluppatori sono inciampati, ma ci auguriamo possano rimediare nelle prossime settimane.
Una guest star molto… aggressiva.
Con… fusione
Non è stato semplice pensare ad un giudizio su Funko Fusion. Troppo facile ed affrettato sarebbe stato bollarlo come progetto inconcludente, davanti ad una formula ludica claudicante ed in considerazione della quantità di problemi tecnici.
I problemi oggettivamente ci sono e ci è dispiaciuto moltissimo constatarli. Soprattutto perché non sono cose sulle quali si può soprassedere in relazione ad un titolo venduto a sessanta euro. Il profilo tecnico è uno dei più caotici che abbiamo visto di recente. Il gameplay è semplicistico e rischia di finire a noia, soprattutto laddove non piaccia la deriva collect-a-thon e le IP non facciano sufficientemente presa.
Si, c’è anche Ritorno al Futuro…
Forse è proprio questa un’altra criticità del lavoro svolto da 10:10 Games. Funko Fusion non ha ben chiaro a quale platea si rivolge. Non è infatti quella dei titoli LEGO, pensati per abbracciare sia i più piccoli sia i più grandicelli, soprattutto per la scelta delle IP principali che in Fusion sono care perlopiù agli over 30. Non è quella dei giovani adulti, che potrebbero non apprezzare più gli aspetti meramente collezionabili di un titolo che chiude spesso un occhio nei confronti del game design. Non è neanche quella dei fan Funko, visto che mancano all’appello alcune licenze di primo piano per l’azienda americana.
Probabilmente, il vero pubblico di riferimento è quello dei fan dei primi giochi LEGO, nel frattempo cresciuti. In Funko Fusion possono trovare infatti alcune delle vecchie sensazioni di un tempo, con IP che potrebbero averli accompagnati negli anni. Anche al netto di un gameplay non sempre perfetto e spesso al servizio del fandom, nonché di un comparto tecnico che esige interventi correttivi. Con le giuste aspettative, soprattutto in questo momento, Funko Fusion può essere divertente e molto più meritevole di un numero in fondo ad un articolo.
… ed anche il primo capitolo della Trilogia del Cornetto: Shaun of the Dead!
Commento finale
Funko Fusion, allo stato attuale, è una piccola grande delusione. Quello che nelle ambizioni doveva segnare la nascita di un potenziale concorrente dei titoli LEGO, nella realtà è un titolo costellato di problemi tecnici che pregiudicano parzialmente l’esperienza ludica stessa. Dal canto suo, l’opera di 10:10 Games è una celebrazione dell’azienda americana e di decine di licenze entrate nell’immaginario collettivo, riprodotte con cura e passione in pieno stile Funko. Al netto di un gameplay semplice ed una ricca offerta contenutistica, il titolo potrebbe regalarvi molte ore di svago… a patto di essere pronti a percorre un semplice vialetto ad oggi fatto di bug e glitch.
Oggi EA SPORTS ha svelato il trailer di lancio (visionabile in basso) con Jude Bellingham, protagonista della copertina di EA SPORTS FC 25 e di EA SPORTS FC Mobile, insieme alla vincitrice del Ballon d’Or Féminin Aitana Bonmatí e alle icone del calcio David Beckham, Zinedine Zidane e Gianluigi Buffon, ognuno dei quali dimostra una dedizione profonda “Per il Club”.
Con ulteriore comparse del campione del mondo di F1 Max Verstappen, di Trent Alexander-Arnold e degli artisti musicali Dave e Tiakola, quest’ultimo presente nella soundtrack di EA SPORTS FC 25, la campagna – creata da Uncommon Creative Studio – celebra l’euforia dopo la vittoria, le lezioni che derivano dalla sconfitta e pone al centro la classica domanda: cosa fareste per il club?
Mostrando il gameplay della nuovissima esperienza Rush, la campagna coincide con l’accesso anticipato a FC 25, disponibile oggi tramite la Ultimate Edition, ora disponibile per PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC, PlayStation 4 e Xbox One, che garantisce una settimana di accesso anticipato e ulteriori vantaggi per i giocatori. EA SPORTS FC 25 sarà rilasciato a livello globale con la Standard Edition il 27 settembre, disponibile per tutte le piattaforme citate e per Nintendo Switch.
Annunciato all’inizio di questa settimana, l’Anniversary Update di EA SPORTS FC Mobile verrà rilasciato la prossima settimana, il 24 settembre, e introdurrà la nuova modalità Club Challenge, il nuovo Football Centre per seguire il calcio del mondo reale, e celebrerà il primo anno di FC Mobile con partite, funzioni e punti abilità. Questo annuncio è stato ulteriormente amplificato dalla rivelazione di Jude Bellingham come nuovo volto di EA SPORTS FC Mobile, estendendo il suo ruolo di cover star di EA SPORTS FC 25. Insieme, Jude e EA SPORTS FC MOBILE hanno condiviso la notizia anche su Instagram.