Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere – Recensione

Da oggi, 2 settembre 2022, è finalmente disponibile su Amazon Prime Video Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. I vari trailer mostrati fino ad oggi hanno generato parecchio interesse per la nuova serie ispirata agli scritti di Tolkien. Dopo aver visto i primi due episodi, possiamo confermare che questo interesse è stato pienamente ripagato.

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La Terra di Mezzo

Come già ampiamente annunciato, Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere prende spunto dagli eventi narrati nella seconda era del regno creato da Tolkien. Qui possiamo assistere agli anni immediatamente successivi alla caduta di Morgoth, prima che Sauron prenda il potere.

Al contrario di quanto si pensava, i primi due episodi non mostrano soltanto il periodo di fiorente pace che precede il ritorno del Signore Oscuro. Gli eventi, infatti, ruotano attorno ai movimenti politici che andranno a settare gli equilibri della Terra di Mezzo per tutta la seconda era ma non si limitano ad essi. Tutti i regni sono infatti minacciati da un qualche pericolo che, in modo più o meno esplicito, lascia spazio al male che avanza. Gli autori hanno, infatti, voluto trasmettere in modo piuttosto efficace la precarietà di questi anni felici.

Come già preannunciato, l’unica consapevole del pericolo imminente è Galadriel. Il suo personaggio si rivela uno dei più interessanti di questi primi episodi e mette l’elfa in una luce diversa rispetto a quella alla quale siamo abituati. Essa, infatti, è mossa da una rabbia giovanile che si concentra in sete di vendetta incontenibile. Ciò la porterà a rifiutare la possibilità di una serenità eterna pur di ritrovare Sauron e l’esercito degli orchi.

Attorno a questa trama principale, si articolano una serie di plot secondari che si intrecciano alla perfezione e non interrompono il ritmo narrativo. Nei primi due episodi di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, infatti, vediamo grossomodo tutti i popoli presenti, ognuno dei quali ha una narrazione a sé stante che, presumibilmente, si ricongiungerà a quella più grande della rinascita di Sauron.

Una delle trame più interessanti, a tal proposito, è quella che vede protagonisti i Pelopiedi e il personaggio di Elanor, la quale si distacca apertamente dallo spirito timoroso della sua specie. Essa finisce per incontrare Lo Straniero, personaggio che, al termine del secondo episodio, rimane ancora avvolto da un alone di mistero. Come abbiamo avuto modo di analizzare nella nostra guida alla visione, infatti, si tratta di un evento esterno agli scritti di Tolkien e che, pertanto, si è circondato di grande fascino.

Tra luce e oscurità

Dal punto di vista registico, i regni della Terra di Mezzo e limitrofi sono rappresentati con grande cura dagli autori di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. Seguendo la scuola di Peter Jackson, infatti, le inquadrature rispettano grossomodo i canoni di illuminazione già visti in Il Signore degli Anelli.

Le scene che devono trasmettere serenità e sicurezza, tipiche del periodo di pace nel quale inizia la serie sono infatti estremamente luminose. Si tratta di un bianco quasi accecante che immerge i personaggi in un’ambientazione quasi fiabesca, all’interno della quale tutti appaiono felici e privi di preoccupazioni particolari.

Tuttavia, come detto in precedenza, i primi due episodi di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere nascondono una predominanza di pericolo che è pronta ad agire sul territorio. In questi casi, invece, la fotografia si fa molto più cupa e tetra. L’esposizione cala e il nero diventa dominante sullo schermo. I passaggi tra due tipi di esposizione così diversi sono gestiti in modo sapiente dal regista che li alterna senza che essi pesino sullo spettatore.

Una menzione extra, infine, è da fare ad alcune immagini di forte impatto che aumentano il valore artistico nella produzione Amazon. Su tutte, l’arrivo dello Straniero lascia spazio ad alcuni frame dall’impatto visivo eccezionale. Oltre a questi, troviamo delle immagini altrettanto valide nel viaggio di Galadriel verso Valinor nelle quali prevale il bagliore accecante di cui si è detto in precedenza e alcuni momenti precedenti in questo, nei quali Galadriel ed Elrond discutono tra loro con una ripresa lievemente dall’alto molto suggestiva.

Gli Anelli del Potere

Il suono della pace

Infine, una nota a parte è da dedicare alle musiche di Bear McCreary. Il compositore, premiato per il suo lavoro in serie come DaVinci’s Demons e Battlestar Galattica, riesce a trasmettere in modo efficace le emozioni di questi primi due episodi di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere.

Pur non avendo ancora assistito a scene epiche in cui la musica è predominante, infatti, la composizione di McCreary si cala piuttosto bene con gli eventi mostrati fino ad ora. Una valutazione più dettagliata arriverà in una prossima panoramica complessiva della prima stagione. Il confronto con Howard Shore, anch’esso coinvolto all’interno della serie, e il suo lavoro nella trilogia di Il Signore degli Anelli è inevitabile. Tuttavia, appunto, i primi due episodi ci lasciano poco spazio per fare un paragone equo.

Commento finale

I primi due episodi di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ci hanno impressionati positivamente. L’immaginario classico delle ambientazioni tolkieniane è stato rispettato a pieno e ha saputo ricreare un’atmosfera sospesa nel tempo. Di pari passo, la regia è assolutamente valida e risalta il valore del lavoro fatto su costumi e scenografia. Infine, i molti plot narrativi che si articolano di pari passo alla storia principale si sono rivelati tutti molto interessanti e ben strutturati.

Se proprio dovessimo trovare un contro ai primi due episodi di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, sarebbe nell’enorme numero di personaggi messo in scena. In poco più di due ore, infatti, abbiamo già visto decine di personaggi, i quali sono tutti rilevanti ai fini del racconto. Pur essendo un punto a favore, tutti questi soggetti rischiano di confondere lo spettatore e rivelarsi confusionari nello schema generale della narrazione. Tuttavia ci riserviamo un parere completo e definitivo, ovviamente, soltanto al termine degli otto episodi della prima stagione.

Antonio Rodofile
Antonio Rodofile
Già da prima di imparare a scrivere, i miei genitori mi hanno messo un pad tra le mani. Quel pad, nel corso degli anni, ha cambiato forma, dimensioni, peso ma la passione è rimasta invariata. Dopo tanti anni di studi tra media, cinema e videogiochi, sono sbarcato un po' per caso e un po' per destino nella critica videoludica che concilia le mie due più grandi passioni: scrivere e giocare.

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