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l mercato globale degli sport acquatici è in forte crescita: dagli attuali 43 miliardi di dollari, si stima possa raggiungere gli 83 miliardi entro il 2035. Attività come surf, snorkeling e immersioni attirano sempre più appassionati pronti a vivere l’estate in modo attivo, dinamico e immersivo.
Per affrontare ogni sfida – sopra o sotto la superficie – serve il compagno giusto al polso! Ed è qui che entra in gioco Amazfit Balance 2, lo smartwatch progettato per accompagnarvi nelle avventure marine più intense.
Con una resistenza all’acqua certificata 10 ATM e disponibile nelle colorazioni nero classico e arancione brillante, Balance 2 unisce tecnologia avanzata e stile deciso, per chi vuole il massimo da ogni tuffo.
Ma cosa bisogna considerare davvero quando si sceglie uno smartwatch per gli sport acquatici?
1. Resistenza all’acqua: non basta un numero
Per attività come lo snorkeling – dove si resta in superficie con maschera e boccaglio – può bastare una classificazione 5 ATM. Ma se hai in programma anche solo leggere immersioni, serve una resistenza superiore. Balance 2 rispetta lo standard 10 ATM ed è progettato per resistere fino a 45 metri di profondità.
2. Prestazioni certificate in immersione
Anche se 10 ATM equivale alla pressione a 100 metri, ciò non garantisce il funzionamento a quella profondità. Balance 2, invece, è realmente certificato per operare in sicurezza fino a 45 metri, offrendovi massima tranquillità anche sott’acqua.
3. Metriche subacquee evolute
Durante un’immersione non bastano tempo e distanza: serve un quadro più completo. Amazfit Balance 2 monitora parametri avanzati come:
Limite di non decompressione: il tempo massimo per immergersi in sicurezza senza soste obbligate durante la risalita.
PPO2 (Pressione Parziale dell’Ossigeno): un parametro cruciale per prevenire la tossicità dell’ossigeno a profondità elevate.
Bussola, profondimetro e molto altro
Balance 2 funziona anche come bussola subacquea, misura in tempo reale profondità e durata dell’immersione e, grazie all’app Zepp, puoi potenziarne ulteriormente le capacità. Tra le mini-app disponibili, ce n’è una che misura la distanza in linea retta tra due punti – ideale per calcolare il tragitto da nuotare o pianificare l’uscita perfetta.
Quest’estate, scegliete il partner giusto per esplorare il mondo sommerso: Amazfit Balance 2, il perfetto alleato per chi cerca stile, prestazioni e sicurezza – anche a qualche metro sotto la superficie!
Non sappiamo se l’erba del vicino sia effettivamente sempre più verde, ma una cosa è certa: Garden Rush ci ha ricordato quanto può essere divertente darsi battaglia tra orti e vegetali.
Ideato dall’esordiente neozelandese Ki Mansell con il supporto artistico del veterano Paul Mafayon (King of Tokyo), il titolo Space Cowboys si presenta come un competitivo per due giocatori in cui il successo sarà determinato dal raccolto più veloce ed abbondante. Un compito non così semplice, tra screzi reciproci, gnomi dispettosi e talpe affamate.
Garden Rush è disponibile al prezzo di € 22,99 dal 18 Aprile nei negozi fisici e presso i rivenditori online (come Amazon), distribuito nel nostro Paese da Asmodee Italia.
Confezione di vendita
Ci sono prodotti che riescono a sorprendere genuinamente fin dalla presentazione e Garden Rush rientra a pieno titolo tra di essi. Nello specifico, non tanto per un’estetica folgorante (sebbene il contributo di Mafayon sia evidente) quando soprattutto per materiali e design costruttivo.
La confezione di Garden Rush si presenta con proporzioni simmetriche (18 cm di lunghezza per 18 cm di altezza, oltre a 4,2 cm di profondità) ed un peso contenuto, che la rende piuttosto adatta alla portabilità (ma anche ad occupare uno spazio modesto in libreria). Lo stupore tuttavia inizia al momento dell’unboxing.
L’apertura magnetica della confezione rivela infatti un coperchio separabile, che diventa la plancia stessa del gioco. Il corpo della scatola, una volta rovesciato, integra il setup iniziale svolgendo il ruolo di tabellone segna punti. La natura “trasformabile” del packaging assume ancor più lustro e personalità grazie alla ricca dotazione interna.
A colpire immediatamente è la presenza di un sacchetto (in juta), brandizzato Garden Rush, che contiene sessanta segnalini Verdura (in legno). Fa poi capolino una carismatica busta di carta (che mette in guardia i meno esperti) contenente otto segnalini Attrezzo/Talpa (che integrano la modalità per esperti). Infine troviamo il regolamento, una piccola plancia Trampolino (che va annessa al tabellone di gioco), due pedine Gnomo (che rappresenteranno i giocatori sul tabellone segna punti) ed una pedina primo giocatore (in cartoncino componibile).
Si tratta di una dotazione ricca e molto variegata, che spazia nella proposta di materiali di qualità e con una particolarissima attenzione al design generale. Si tratta di un gusto che non troviamo così tanto spesso anche nei prodotti di maggior fascia di prezzo, il che rende ancor più apprezzabile nel modesto esordio di Ki Mansell.
Regole della partita
Le regole di Garden Rush risultano molto intuitive e particolarmente adatte ad ogni categoria di giocatore.
Il setup è estremamente rapido: basta rovesciare i due componenti della confezione per predisporre la plancia di gioco. Essa si completa disponendo l’elemento Trampolino accanto alla riga centrale, la Siepe. Fatto questo, si dovrano pescare casualmente dal sacchetto cinque segnalini Verdura e porli lungo le caselle centrali con il lato Verdura Doppia verso l’alto. Una sesta Verdura andrà collocata sul Trampolino. Il gioco si svolge a turni alterni tra due giocatori. Ad ogni turno, si deve effettuare una di due azioni.
Si può collocare un segnalino nel proprio Orto, scegliendolo a piacere dalla Siepe. Se si sceglie di collocare il segnalino su una casella che si trova nella stessa colonna in cui si trovava quando è stato preso dalla Siepe, deve essere lasciato con il lato Verdura Doppia a faccia in su. Se si sceglie di collocarlo su una casella che si trova in una colonna diversa, occorre girarlo sul suo lato Verdura Singola. Scelto il segnalino, si fa fanno scorrere i segnalin rimanenti fino ad occupare lo spazio lasciato vuoto, attingendo dal Trampolino (rimpiazzandolo a sua volta pescando dal sacchetto).
Se non si vuol collocore un segnalino, è necessario raccogliere un Lotto Verdura. A seconda della disposizione delle Verdure nel vostro Orto, esse possono essere scambiate per un Lotto Verdura (al tasso di cambio indicato in plancia). A seconda del numero di segnalini raccolti nell’ambito del Lotto Verdura, il giocatore guadagna punti che gli permettono di avanzare nella plancia nel tabellone segna punti.
Il primo giocatore che completa il percorso, vince. Dopo aver preso pratica con le regole base, è possibile introdurre la meccanica degli Attrezzi, i quali permettono di giostrare bonus e malus in grado di ribaltare le sorti delle partite.
L’esperienza di gioco
Garden Rush si è rivelato, pur nella sua grande semplicità, un’esperienza amabilmente tattica.
Le regole di base sono, in linea generale, molto lineari dando vita ad un ritmo simile a quello di tanti altri prodotti a base di piazzamento tessere senza troppe interazioni con l’avversario. La musica cambia decisamente nel momento in cui si introducono Talpe ed Attrezzi. Questi segnalini speciali riescono ad attribuire a Garden Rush una maggiore stratificazione strategica, permettendo di mitigare la percentuale di alea. Ricorrere ad un Attrezzo nel momento giusto o ritrovarsi con una Talpa fastidiosa nella propria scacchiera sono elementi che inalzano la competività delle partite, con piacevoli e divertenti screzi tra i giocatori (che sono il sale della vita, diciamocelo).
Anche introducendo le regole avanzate, inoltre, non abbiamo riscontrato una particolare complessità di approccio. Il risultato è che Garden Rush può essere agevolmente consigliato a tutti coloro che vogliono avvicinarsi al mondo dei giochi da tavolo per due giocatori, senza andare incontro ad esperienze troppo complesse (soprattutto per i più piccoli). La durata moderata delle partite (anche i duelli più tirati non vanno oltre la mezz’ora) costituisce un ulteriore punto a favore per il tipo di esperienza che la proposta Space Cowboys vuole presentare.
Non possiamo poi non sottolineare, nuovamente, la cura riposta nella varietà e qualità dei materiali. Un aspetto, quest’ultimo, che da un sapore premium al boardgame pubblicato da Asmodee Italia anche al netto di un prezzo di cartellino davvero economico ed accomodante. Chi ama i giochi ben presentati e che si spingono al di là delle classiche fustelle, Garden Rush può essere anche visto come una piccola sfiziosità collezionistica.
Commento finale
Garden Rush si è rivelato un competitivo delizioso, grazie ad un avvincente remix di meccaniche tradizionali. L’opera di esordio di Ki Mansell mescola piazzamento tessere, hot potato e pattern building dando vita ad un’esperienza sempre accessibile ed al contempo deliziosamente strategica. Il boardgame Asmodee rappresenta una scelta consigliata soprattutto per chi cerca una proposta con regole semplici, adatte a tutto il pubblico. Una nota di particolare merito va poi alla confezione nonché ai materiali usati, graziati da una cura qualitativa a volte assente perfino in produzioni di maggior blasone.
Mentre nel mondo post-apocalittico di The Last of Us continua a diffondersi il panico per le mutazioni del fungo Cordyceps, fuori dallo schermo è arrivata una notizia ancora più dirompente per i fan della serie: Neil Druckmann ha deciso di lasciare il suo ruolo di co-showrunner della produzione HBO, basata sul celebre videogioco da lui creato nel 2013. Dopo due stagioni condivise con Craig Mazin, regista e autore di Chernobyl, Druckmann ha comunicato che non sarà più coinvolto nella scrittura e nella direzione della terza stagione, confermata ad aprile e attualmente in fase preparatoria.
Da The Last of Us a Intergalactic: il nuovo futuro di Druckmann
Druckmann, mente creativa dietro The Last of Us e The Last of Us Part II, ha affidato a Instagram il suo messaggio di congedo: “Con i lavori finiti sulla stagione 2 e prima che ne inizino di significativi sulla stagione 3, questo è il momento giusto per passare a concentrarmi completamente su Naughty Dog e i suoi progetti futuri”. Una dichiarazione che segna non un addio alla serie, ma un passo indietro per tornare a tempo pieno nella sua casa madre, lo studio californiano che lo ha visto crescere, dal 2003 a oggi, da semplice stagista a presidente e direttore creativo.
La sua nuova missione è ambiziosa: guidare lo sviluppo di Intergalactic: The Heretic Prophet, il prossimo progetto firmato Naughty Dog, di cui Druckmann curerà sia la scrittura che la regia. Un titolo ancora avvolto nel mistero, ma che rappresenta il primo grande progetto originale dello studio dopo la saga di The Last of Us e Uncharted. Nel frattempo, nella produzione HBO, manterrà comunque il ruolo di produttore esecutivo, garantendo continuità e supervisione, anche se non più direttamente coinvolto nella narrazione.
La notizia rappresenta una svolta importante per la serie che, dopo l’enorme successo della prima stagione e le riprese già completate per la seconda, dovrà ora affrontare una nuova fase con Craig Mazin unico showrunner al comando. Resta da vedere come cambieranno i toni, le scelte narrative e il peso dell’adattamento ora che la guida sarà affidata completamente a una sola penna. Una cosa è certa: l’eredità di Druckmann, tra visione creativa e intensità narrativa, continuerà a vivere tanto nella serie quanto nel futuro del videogioco.
Introduzione: Le Passioni Digitali degli Italiani nel 2025
L’Italia ha vissuto una straordinaria trasformazione digitale, culminata nel 2025 con una penetrazione di internet superiore all’88% e un utilizzo mobile senza precedenti. Quasi ogni utente italiano di smartphone accede a internet più volte al giorno, e il comportamento “mobile-first” è ormai la norma—soprattutto nei centri urbani come Milano, Roma e Napoli. Che si tratti di guardare contenuti in streaming, fare acquisti online o interagire sui social, gli italiani sono oggi più connessi che mai.
Questo boom digitale affonda le sue radici nei cambiamenti post-pandemici del 2020-2021, quando milioni di italiani hanno dovuto lavorare, studiare e socializzare online. Ciò che era nato per necessità si è presto trasformato in uno stile di vita, consolidando abitudini di consumo digitale che si sono radicate nel tempo.
Alcune fasce demografiche stanno guidando questa nuova realtà digitale: la Gen Z detta le tendenze su TikTok e si impegna nell’attivismo online, i Millennials trainano lo shopping online e la varietà dello streaming, e una sorprendente Gen X sempre più tech-savvy abbraccia l’intrattenimento sociale e le app lifestyle. Il risultato è un ecosistema online dinamico, in grado di soddisfare ogni generazione.
Questo articolo esplora a fondo le abitudini digitali più popolari tra gli italiani nel 2025—dalle piattaforme di streaming e gaming alle slot italiane e ai contenuti brevi. Lungo il percorso scopriremo se gli italiani preferiscono seguire le tendenze globali o mantenere gusti locali unici—e come entrambi possano convivere in una società sempre più digitalizzata.
Boom dello Streaming: Le Nuove Abitudini di Intrattenimento in Italia
Quando si parla di streaming, l’Italia segue la tendenza globale—Netflix, Prime Video e Disney+ dominano gli schermi domestici. Queste piattaforme hanno avuto grande successo non solo per la varietà di contenuti offerti, ma anche per la capacità di attrarre il pubblico italiano con interfacce localizzate e raccomandazioni algoritmiche che includono titoli doppiati e produzioni italiane.
Ma non sono solo le piattaforme internazionali a far parlare di sé. Portali locali come RaiPlay e NOW TV restano fondamentali, offrendo contenuti ricchi di cultura nazionale e partite esclusive della Serie A. Molti spettatori ricercano autenticità e storie regionali, aumentando la popolarità delle serie originali italiane che uniscono il fascino della dolce vita alla narrazione moderna.
Drama internazionali, thriller coreani e docuserie di forte impatto sono molto richiesti, dimostrando l’interesse degli italiani per narrazioni diverse da quelle di Hollywood. Lo streaming sportivo—soprattutto il calcio nazionale e la Champions League—resta una delle principali motivazioni di abbonamento.
Nelle città, gli italiani guardano contenuti principalmente da smartphone e smart TV, privilegiando la flessibilità e un’esperienza immersiva multi-dispositivo. Il binge-watching è ancora popolare, ma episodi brevi e coinvolgenti sono sempre più preferiti da professionisti impegnati e studenti.
Contenuti Brevi e Cultura dei Creator in Ascesa
La generazione dei selfie in Italia si è evoluta in una vera e propria creator economy. TikTok ha lanciato una nuova ondata di influencer italiani che trattano moda, lifestyle, politica e satira. Città come Firenze e Milano sono diventate veri hub creativi, dove i content creator producono video altamente condivisibili che uniscono orgoglio culturale e spirito trendy.
YouTube Shorts e Instagram Reels stanno diventando i preferiti dei brand grazie al loro potenziale narrativo. Questo ha dato vita a collaborazioni efficaci tra aziende e creator, che parlano direttamente a Gen Z e Millennials con contenuti nativi, evitando la pubblicità esplicita.
Anche i micro-influencer sono potenti, soprattutto quelli che usano dialetti come il siciliano, napoletano o romano per conquistare il pubblico locale. La loro autenticità consente ai brand di connettersi in modo personale con le comunità regionali. Nel frattempo, mentre i Boomer restano fedeli a Facebook, la Gen Z domina TikTok e Twitch, spingendo contenuti interattivi in tempo reale.
La cultura dei creator non è più solo balli: è notizie, educazione, umorismo e protesta, tutto racchiuso in meno di 60 secondi. E gli italiani la abbracciano con entusiasmo e orgoglio.
Dal Console al Cloud: Il Gioco come Intrattenimento Sociale
Il gaming in Italia è passato da hobby individuale a esperienza sociale. Giochi multiplayer come Fortnite, FIFA e Call of Duty restano classici, ma oggi i giocatori li usano per chattare, collaborare e passare il tempo con gli amici. È socializzazione potenziata dal digitale.
Piattaforme come Roblox e Among Us sono diventate veri e propri parchi giochi virtuali per i più giovani, che ne apprezzano la creatività e la cooperazione. Anche l’esport riflette questa tendenza, con molti giovani italiani che partecipano a tornei locali e sognano carriere da pro gamer.
Il cloud gaming—tramite servizi come Xbox Cloud e NVIDIA GeForce NOW—sta rendendo il gioco accessibile anche senza console di fascia alta, permettendo di giocare da smartphone e tablet. I giochi mobili casual, da Sudoku a carte, sono in forte crescita, specialmente tra i pendolari in cerca di svago veloce nei bar o in treno.
Il gaming è ormai una passione intergenerazionale, con giochi strategici in risalita tra gli adulti, che trovano piacere e sfida nei rompicapo digitali.
Comunità Digitali e L’Ascesa delle Piattaforme di Nicchia
Sebbene i social mainstream attirino milioni di utenti, molti italiani si stanno spostando in “piazze” digitali più intime—spazi virtuali che ricordano i bar di quartiere. Forum in stile Reddit su benessere, criptovalute, cucina italiana e club del libro stanno fiorendo, offrendo conversazioni autentiche e mirate.
Telegram e WhatsApp hanno superato i vecchi gruppi Facebook come strumenti per creare comunità ristrette e fidate, utili per consigli sulla genitorialità o per il coordinamento di iniziative locali. Anche Discord sta guadagnando terreno, soprattutto tra amanti della musica, fan di anime e gamer.
Cause sociali e sostenibilità sono temi forti nell’online italiano. Che si tratti di vivere senza sprechi, diritti LGBTQ+ o valorizzazione dei territori, gli italiani usano le piattaforme di nicchia per creare ecosistemi solidali e informati. Questi spazi promuovono connessioni reali e discussioni costruttive—un’alternativa al semplice scroll distratto.
Shopping Online e E-Commerce Guidato dai Contenuti
L’e-commerce in Italia continua a crescere, grazie a un mix efficace di contenuti e comodità. Instagram Shops e campagne supportate da influencer sono oggi i principali canali per scoprire nuovi prodotti, soprattutto tra chi ama lo stile. Gli influencer italiani presentano abbigliamento, cosmetici e tecnologia con recensioni autentiche e dietro le quinte coinvolgenti.
Piattaforme come Zalando, Amazon Italia e brand locali si sono guadagnati fiducia offrendo spedizioni affidabili e politiche di reso chiare. Lo shopping live—una combinazione di video, demo e domande in diretta—sta diventando popolare, trasformando l’acquisto in un’esperienza interattiva.
Anche i brand di lusso, un tempo riluttanti, ora abbracciano lo store digitale con siti multilingua, showroom virtuali e suggerimenti di stile personalizzati per attrarre giovani consumatori digitali. Con la diffusione di portafogli elettronici e Apple Pay, è evidente che gli italiani preferiscono esperienze d’acquisto fluide e mobile-oriented.
Il Futuro: Tendenze da Tenere d’Occhio nel Mondo Digitale Italiano
L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando l’esperienza online degli italiani. Dai suggerimenti personalizzati nei contenuti streaming alle raccomandazioni di prodotti su misura, il machine learning sta creando percorsi digitali su misura. Allo stesso tempo, gli influencer virtuali generati da IA stanno entrando nel marketing come nuovi strumenti narrativi perfettamente targettizzati.
Il metaverso, ancora in evoluzione, inizia a farsi strada nell’istruzione e nel gaming: gallerie d’arte virtuali, tour di siti storici e lezioni universitarie in AR non sono più fantascienza. Anche il 5G, ormai diffuso nelle principali città, alimenta streaming più veloci, sessioni di gioco fluide e un’esperienza online sempre attiva.
Infine, cresce anche la consapevolezza sulla cittadinanza digitale. Gli italiani richiedono leggi più severe sulla privacy e sono più attenti ai propri diritti digitali. Scuole e campagne pubbliche stanno educando i cittadini alla navigazione sicura, all’integrità online e al consumo critico dei media.
Le Cuffie da Gioco Spectra LED di Subsonic si presentano come una scelta interessante per i gamer in erba o comunque non particolarmente esigenti che cercano un buon compromesso tra design, comfort e qualità audio (ad un prezzo estremamente allettante: €19,99), il tutto con un tocco di stile grazie agli effetti luminosi LED integrati. In questa recensione esploreremo in dettaglio i vari aspetti di questo prodotto, analizzando la qualità del suono, il comfort, la durabilità e le funzionalità aggiuntive di queste cuffie da gioco decisamente entry level.
Dati tecnici
Microfono regolabile
Si
Funzione muto
Si
Tipo di connessione
Jack da 3,5 mm
roll bar regolabile
Si
Colore
Nero
Garanzia
2 anni
Lunghezza del cavo
Connessione
Cablato
LED
Si
Confezione di vendita
In termini di packaging – considerando anche il prezzo – non ci aspettavamo chissà cosa. All’interno della confezione troviamo le cuffie, collocate su un semplice supporto di cartone e il manuale utente.
Design e qualità costruttiva
Il design delle Cuffie Spectra LED è sicuramente uno degli aspetti più distintivi del prodotto. Con una struttura moderna e aggressiva, le cuffie sono arricchite da illuminazione LED che cambia colore, conferendo un aspetto futuristico e personalizzabile. I colori delle luci LED, che possono essere selezionati in base alle preferenze dell’utente, rendono le cuffie perfette per chi ama personalizzare all’occorrenza il proprio setup da gaming. La plastica utilizzata per la costruzione è di buona qualità e conferisce alle cuffie una sensazione di discreta solidità anche se abbiamo percepito più di qualche scricchiolio (in particolar modo sull’arco della testa), pur mantenendo un peso relativamente contenuto (238 grammi). Nel complesso il prodotto è abbastanza resistente per un uso quotidiano e non eccessivamente intensivo. Le imbottiture in memory foam sulla fascia e sui padiglioni auricolari offrono una sensazione di comfort davvero niente male anche durante le sessioni di gioco più lunghe. La fascia regolabile permette di adattare facilmente le cuffie a diverse morfologie della testa, garantendo una vestibilità sicura ma non troppo stretta, riducendo il rischio di fastidi eccessivi (ad eccezione di un eccessivo calore che si percepisce dopo un po’ di utilizzo ai lati della testa ma considerando le alte temperature di questi giorni …).
Qualità del suono
In termini di qualità audio, le cuffie Subsonic Spectra LED offrono un buon equilibrio tra i vari suoni, sebbene non ci possa aspettare una qualità di livello e – considerando che si tratta di un prodotto low budget – neanche puntano ad arrivarci. I driver da 50mm offrono un suono potente e anche piuttosto chiaro, con bassi decisi ma non troppo invasivi. Le frequenze alte risultano limpide, ma non sempre perfettamente definite. Per i giochi, la qualità del suono è generalmente buona, permettendo di percepire i dettagli sonori e la direzionalità (utile per giochi FPS o similari), ma non aspettatevi la stessa precisione e profondità sonora di cuffie di fascia più alta. L’audio è sicuramente adeguato per le esigenze di gaming tranquille e compassate, sia che si tratti di ascoltare la musica di sottofondo o di sentire gli effetti sonori in tempo reale durante il gioco. Tuttavia, se cercate un’esperienza di ascolto completamente immersiva, potreste notare più di qualche limitazione.
Microfono e funzionalità
Il microfono delle cuffie Spectra LED è omnidirezionale, il che sta a significare che cattura il suono proveniente da tutte le direzioni. Questo è particolarmente utile per le chat vocali, dove la chiarezza nella comunicazione è fondamentale. Il microfono è regolabile e, sebbene non sia tra i migliori sul mercato, offre una discreta qualità di registrazione (più in basso trovate il nostro sample audio), senza troppi rumori di fondo. Le funzioni aggiuntive includono un controllo del volume direttamente sul cavo, permettendo di regolare facilmente l’audio senza interrompere il gioco. La connessione tramite jack da 3,5 mm la rende compatibile con la maggior parte delle piattaforme di gioco, inclusi PC, console e dispositivi mobili, ma purtroppo non supporta connessioni wireless.
Commento finale
Le Cuffie da Gioco Spectra LED di Subsonic sono una buona scelta per i novizi o comunque per quei gamer davvero poco esigenti (lato audio) che cercano un giusto mix tra estetica, grazie al il design accattivante con luci a LED, comfort e prestazioni sonore discrete (per la la maggior parte dei giochi). Il microfono è sufficiente per la chat vocale, anche se è decisamente migliorabile. In definitiva, se siete alla ricerca di cuffie economiche per il gaming, con un look moderno e funzionale, le Spectra LED di Subsonic potrebbero fare al caso vostro; in alternativa potreste considerare anche le Cuffie Turtle Beach Airlite Fit che si collocano nella stessa fascia di prezzo!
Come anticipato negli scorsi giorni, il gruppo Microsoft ha annunciato che taglierà oltre novemila posti di lavoro, poco meno del 4% del totale della forza lavoro, con ripercussioni anche per l’area Gaming.
La notizia, riportata anche da Bloomberg e Variety, si inserisce all’interno di una strategia volta al contenimento dei costi che prosegue il trend dei licenziamenti di massa degli ultimi anni. Solo quest’anno, il gruppo Microsoft aveva annunciato il taglio di circa seimila dipendenti, mentre nel 2023 a perdere il lavoro furono circa diecimila lavoratori.
Inevitabili le conseguenze anche per Microsoft Gaming, con notizie davvero tristi. Sebbene infatti i comunicati ufficiali parlino di tagli volti all’adeguamento degli esuberi manageriali, la nuova ondata di licenziamenti avrà un contraccolpo pesante su molti studi e progetti.
Proprio a partire da questi ultimi, Everwild di Rare e soprattutto Perfect Dark di The Initiative sono stati ufficialmente cancellati con quest’ultimo studio chiuso definitivamente. Gregg Mayles, storica mente creativa di Rare ed autore di Banjo-Kazooie e Sea of Thieves, ha confermato che abbandonerà l’azienda dopo oltre 35 anni di servizio.
Undead Labs, Raven Software e Sledgehammer Games registreranno significative riduzioni di personale. La prima software house potrebbe avere inoltre difficoltà nel completare lo sviluppo di sviluppo di State of Decay 3, il cui progetto allo stato attuale resta confermato ma al contempo in bilico.
Neanche gli studi consolidati sono al sicuro: Turn 10 Studios, gli autori di Forza Motorsport, hanno infatti subito una riduzione di personale di circa il 50%, con inevitabili ripercussioni sul futuro del loro output produttivo. Cancellato anche un nuovo MMORPG dai creatori di The Elder Scrolls Online, il fantomatico progetto Blackbird. A tal riguardo, il presidente di ZeniMax Online Studios, Matt Firor, ha annunciato che abbandonerà il suo ruolo dopo 18 anni.
Ancora non è chiara la concreta entità dei tagli, visto che si parla di ulteriori team coinvolti e progetti cancellati (anche non ancora annunciati ufficialmente). Comunque la si guardi, si tratta di una pessima notizia per tutto il mondo del gaming.
Se state cercando un controller per Nintendo Switch che combini design accattivante, funzionalità avanzate e un prezzo contenuto, il Wireless Switch LED Controller di Subsonic potrebbe essere la scelta giusta per voi. In questa recensione, esploreremo i punti di forza e le eventuali criticità di questo controller, per aiutarvi a capire se è l’acquisto giusto per le vostre esigenze di gaming sia su Nintendo Switch che sulla recente Nintendo Switch 2.
Dati tecnici
Dimensioni della confezione
160x105x73mm
Colore
Rosso, Blu, Rosa, Bianco, Nero
Peso
350 gr
Garanzia
2 anni
Bluetooth
Si
Lunghezza del cavo
120 centimetri
Sensori
Accelerometro, giroscopio
Confezione di vendita
La confezione di vendita è piuttosto semplice, troviamo il controller, il cavo di ricarica USB-A a USB-C e il manuale utente. È compatibile con tutte le versioni di Nintendo Switch (Standard, OLED e Lite nonché Nintendo Switch 2)
Design e comfort
Il design è uno degli aspetti che rende il Subsonic Wireless LED Controller davvero interessante. Con illuminazione RGB personalizzabile e una varietà di modalità, come la luce fissa o l’effetto “breathing” (con la possibilità di poter scegliere fra 8 colori), questo controller è perfetto per chi ama i colori e la dinamicità. Le opzioni di colorazioni disponibili in sede di acquisto, tra cui rosso, blu, bianco, nero e rosa, permettono altresì di scegliere quello che meglio si adatta al proprio stile. Nonostante l’aspetto gradevole e la capacità del prodotto di coniugare stile e funzionalità, bisogna ammettere che la plastica utilizzata per la costruzione non è delle migliori, risultando piuttosto leggera e meno robusta rispetto ai controller ufficiali o di fascia più elevata come ad esempio il Controller cablato PowerA Spectra Enhanced. In generale, la qualità costruttiva è adeguata al prezzo, ma non aspettatevi la robustezza di un Pro Controller Nintendo o di marchi premium come 8Bitdo o Gulikit.
Esperienza
Nonostante il suo prezzo contenuto, il controller Subsonic non è privo di funzioni avanzate, un qualcosa che è praticamente impossibile trovare in questa fascia di prezzo. Grazie ai sensori di movimento a 6 assi (giroscopio e accelerometro), potrete godervi un’esperienza di gioco che sfrutta pienamente il potenziale della console, come in giochi tipo Splatoon o The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Inoltre, la vibrazione regolabile su tre livelli aggiunge un ulteriore livello di immersione. Un altro punto a favore è la presenza di due tasti posteriori M1/M2 programmabili (con la possibilità di programmare anche i pulsanti A/B/X/Y o R/L/ZR/ZL o L3/R3, su e giù, sinistra e destra), che permettono azioni rapide, ideali per chi gioca a titoli frenetici o per chi cerca un controller versatile anche per il gioco a livello più elevato. La funzione turbo e la possibilità di accendere la console tramite il pulsante “Home” sono altre caratteristiche che ne arricchiscono l’esperienza. Pur offrendo numerose funzionalità, il controller mostra qualche limite in termini di precisione. Le levette analogiche e il D-pad sono mediamente reattivi e ben si adattano per un’esperienza di gioco casual, ma non in titoli competitivi o più dinamici e caciaroni (come Mario Kart 8 Deluxe, Smash Bros. o Splatoon) dove si nota una certa imprecisione nei movimenti che potrebbe inevitabilmente influire sull’esperienza di gioco complessiva. Un’altra piccola criticità che abbiamo riscontrato, è la sincronizzazione iniziale (un po’ laboriosa), che potrebbe non essere immediata per chi non è pratico con controller di terze parti. Una volta sincronizzato, comunque, il controller funziona senza alcun tipo di problema.
Durata della batteria
La batteria integrata da 600 mAh garantisce circa 9–10 ore di gioco continuo, e la ricarica avviene tramite cavo USB-A a USB-C (incluso nella confezione).
Prezzo imbattibile
Il punto di forza di questo prodotto è indubbiamente il prezzo. Proposto a €26,99, offre un pacchetto completo e moderno, adatto soprattutto a chi cerca un controller secondario, un regalo per bambini/ragazzi, o un’alternativa temporanea. Le luci LED, le funzionalità aggiuntive e l’estetica ben curata lo rendono un’opzione molto interessante nella fascia economica dei controller per Nintendo Switch, ma senza sacrificare troppo in termini di funzionalità.
Commento finale
Il Wireless Switch LED Controller di Subsonic è un’ottima scelta per chi cerca un controller economico, ma con funzionalità avanzate (come turbo, retro-paddle e sensori di movimento) e design personalizzabile. Perfetto per giocatori casuali e per chi si diverte a fare sessioni di gioco non troppo competitive, questo controller offre tutto ciò che serve per una buona esperienza di gioco senza spendere troppo. Tuttavia, se siete un giocatore più esigente o se avete bisogno di una maggiore durabilità e precisione, potrebbe essere utile investire un po’ di più per l’acquisto di un controller di fascia più alta. In ogni caso, il Subsonic Wireless LED Controller resta una scelta solida per chi cerca un ottimo compromesso tra qualità e prezzo.
Il Platino del nuovo viaggio di Sam porterà lontano. E servirà pazienza, metodo, dedizione. Dopo aver giocato e recensito Death Stranding 2: On the Beach, è tempo di guardare a uno degli obiettivi più ambiti da ogni esploratore della rete chirale: il trofeo di Platino. In questa guida vi accompagneremo passo dopo passo nella scoperta di tutti i trofei del gioco, dalle prime missioni legate alla storia alle sfide più complesse legate a combattimenti, strutture, collezionabili e consegne.
Si tratta di un Platino impegnativo ma accessibile: niente trofei mancabili, zero online, nessun collezionabile da cercare per ore. Ma attenzione: vi serviranno tempo e costanza, soprattutto per raggiungere i livelli massimi di valutazione e connessione. Prima di iniziare, ti ricordiamo che puoi leggere la nostra recensione completa di Death Stranding 2 per avere una panoramica completa sul gioco.
Informazioni preliminari sui trofei
Difficoltà stimata per il platino: 3/10 Tempo approssimativo per ottenere il platino: 70-100 ore (in base a quanto ottimizzerete il potenziamento delle connessioni con tutte le strutture) Trofei offline: 52 (1 platino, 2 oro, 6 argento, 43 bronzo) Trofei online: 3 (1 oro, 1 argento, 1 bronzo) – non è richiesto l’abbonamento a PlayStation Plus Trofeo “Corriere d’élite”: richiede il raggiungimento del livello 40 nel parametro Bridge Link, legato alle interazioni online Trofeo “Segni promettenti”: è necessario essere connessi alla rete per poter posizionare richieste di aiuto online Totale trofei: 55 (1 platino, 2 oro, 6 argento, 46 bronzo) Trofei mancabili: nessuno Trofei buggati: nessuno segnalato La difficoltà influenza i trofei?: sì, è obbligatorio giocare almeno a difficoltà Accessibile per ottenere valutazioni S richieste dal trofeo Corriere professionista Trofeo più difficile:Corriere professionista Numero minimo di run richieste: 1 Esplorazione libera dopo la storia?: sì, una volta completata la trama si accede all’Episodio 17, che funge da post-game con accesso completo a tutte le aree Modalità Nuova Partita+?: no Salvataggi manuali supportati?: sì, con 10 slot per autosalvataggi e checkpoint, 25 slot per salvataggi manuali e 1 salvataggio rapido Data di uscita: 24 giugno 2025 (Deluxe Edition), 26 giugno 2025 (Standard Edition)
Step 1: Completa la storia e collega tutte le strutture
Nella prima fase della partita è consigliabile procedere con la campagna principale con l’obiettivo di connettere tutte le strutture lungo il percorso. Alcuni ordini principali vi porteranno a tornare in zone già esplorate, quindi è preferibile sbloccare man mano anche le strutture opzionali per ottenere copertura completa della rete.
Sebbene non sia strettamente necessario massimizzare il livello di connessione durante la prima run, farlo gradualmente vi aiuterà a sbloccare miglioramenti utili e a velocizzare il lavoro nel post-game. Dopo i titoli di coda (Episodio 17), il mondo resterà accessibile e i BT potranno essere neutralizzati con maggiore facilità.
Consigli utili per la prima run:
Ogni volta che collegherete una struttura, raccogliete sempre tutti i Cristalli Chirali disponibili: aumentano la capacità di carico e vi serviranno per la creazione degli oggetti.
Prestate attenzione ai carichi lasciati da altri giocatori: raccoglierli e consegnarli vi farà guadagnare molti Mi Piace.
Utilizzate la funzione salvataggio rapido se state per affrontare una zona pericolosa o un combattimento.
Il DHV Magellan è un veicolo mobile multifunzione che consente di riposare, creare oggetti, stoccare materiali e teletrasportarsi tra le aree di atterraggio (non consente però trasporto di persone o animali).
Quando sbloccherete il Tri-Cruiser e il Pickup Off-Roader, costruitene uno per tipo: saranno fondamentali per le missioni più lunghe.
A metà storia sbloccherete il Coffin Board, una tavola fluttuante velocissima per attraversare le mappe via terra e acqua (solo all’interno della rete chirale). Più strutture collegherete, maggiore sarà l’area in cui usarla.
Step 2: Massimizza le connessioni e completa i trofei secondari
Una volta completata la storia, entrerete nell’Episodio 17, che rappresenta il vero post-game. In questa fase avrete accesso completo alla mappa, il che vi permetterà di lavorare serenamente al completamento dei trofei rimanenti.
L’obiettivo principale diventerà portare tutte le strutture al massimo livello di connessione, requisito fondamentale per il platino. Parallelamente potrete completare i trofei secondari legati a missioni particolari, attività online, costruzioni e interazioni con la community.
Informazioni generali sul Platino
Il Platino si chiama “Homo Liberans: il salvatore dell’umanità” e si ottiene naturalmente sbloccando tutti gli altri trofei. Il tempo stimato per raggiungerlo si aggira tra le 70 e le 100 ore, con una singola run. Non ci sono trofei online, né collezionabili, né contenuti che possono essere saltati. La difficoltà complessiva è valutata 3 su 10: accessibile, ma comunque impegnativo, specie per il trofeo d’oro “Corriere professionista”.
Homo Liberans: il salvatore dell’umanità Ottieni tutti i trofei di Death Stranding 2
I due trofei principali sono “Corriere professionista”, che richiede di completare 10 consegne, 10 recuperi e 10 eliminazioni/distruzioni con grado S almeno a difficoltà Accessibile, e “Unire cuori e menti”, che si sblocca massimizzando il livello di connessione con tutte le strutture. Entrambi rappresentano l’aspetto più “grindoso” del gioco, ma non impossibile da completare se si pianifica bene ogni ordine.
Corriere professionista Completa 10 consegne, 10 recuperi, 10 eliminazioni/distruzioni come ordini standard con valutazione di grado S a difficoltà Accessibile o superiore.
Unire cuori e menti Massimizza il livello di connessione con tutte le strutture.
Qui troviamo sfide intermedie legate sia alla storia principale che al progresso del personaggio. “La morte non ci separerà” si ottiene completando l’ultimo episodio narrativo, mentre “Spedizione superlativa” richiede il livello 40 in tutte le categorie del corriere, tra cui furtività, combattimento, altruismo e Bridge Link. Queste categorie salgono migliorando prestazioni e ottenendo Mi piace dagli altri giocatori o strutture.
Trofei come “Connessioni continue”, “Scontro finale al lago di catrame”, “Salvatore di Terminal Fort Knot” e “I segni lasciati dai giganti” ti spingeranno a esplorare ogni angolo dell’Australia, superare scontri boss e affrontare eventi della storia di grande impatto.
“La morte non ci separerà“ Completa l’Episodio 16: Tomorrow.
Connessioni continue Collega tutte le strutture usando il Q-pid.
Scontro finale al lago di catrame Sconfiggi il Signore del lago di catrame.
Salvatore di Terminal Fort Knot Impedisci che Terminal Fort Knot venga inghiottita da una voragine.
I segni lasciati dai giganti Raggiungi il covo delle CA nel cratere di F3.
Spedizione superlativa Raggiungi il livello corriere 40 o più alto in tutte le categorie.
La maggior parte dei trofei di bronzo sono legati agli episodi della campagna principale, dal primo (“Lou? Puoi sentirmi?”) al quindicesimo (“Io sarò sempre con te”), e si sbloccano automaticamente man mano che completi le missioni principali. Nulla di mancabile, ma sarà fondamentale portare a termine ogni segmento con attenzione.
Altri trofei bronzei coprono le prime azioni nel mondo di gioco: completare un ordine standard, aiutare un altro corriere, costruire la prima struttura, posizionare cartelli, attivare il Q-pid, personalizzare la stanza privata o semplicemente inviare e ricevere Mi Piace. Alcuni premiano le funzionalità sociali del gioco, come “Quello? Mi piace!” o “Il corriere più amato di tutti”, che richiedono migliaia di approvazioni per le consegne svolte.
Un’altra parte importante è legata alle funzioni di costruzione e trasporto: potrai ottenere trofei ripristinando strade e miniere, costruendo linee di monorotaia, scavando sorgenti termali e portando avanti le richieste d’aiuto. Alcuni come “Carico come un mulo” o “Corriere compulsivo” richiedono grandi quantità di merce consegnata nel tempo.
“È tempo di iniziare un nuovo viaggio” Completa l’Episodio 2: Lou.
“Aiutaci a collegare l’Australia alla rete” Completa l’Episodio 3: Drawbridge.
“Mostreremo al mondo la speranza nella tua pioggia” Completa l’Episodio 4: Gocce di pioggia.
“Ha detto Nirvana?” Completa l’Episodio 5: Conflagrazione.
“Nella nostra piccola famiglia” Completa l’Episodio 6: Crisalide.
“Il mitico Sam… all’oscuro di tutto” Completa l’Episodio 7: Capsula.
“Si chiama Neil. Neil Vana” Completa l’Episodio 8: Diluvio.
“Non è facile spezzarmi” Completa l’Episodio 9: Pupazzi.
“Tu non sarai mai, mai da solo” Completa l’Episodio 10: Isolamento.
“Tieni Lou al sicuro…” Completa l’Episodio 11: Sisma.
“Per aiutarti a trovare la forza di andare avanti” Completa l’Episodio 12: Fragile.
“Sacrificare i nostri corpi e la nostra libertà” Completa l’Episodio 13: Die Hard.
“Dobbiamo andare a prendere Tomorrow” Completa l’Episodio 14: Last Stranding.
“Io sarò sempre con te” Completa l’Episodio 15: Sulla spiaggia.
Corriere standard Completa un ordine standard per la prima volta.
Aiutare le persone a collegarsi Completa una richiesta di aiuto per la prima volta.
Segni promettenti Costruisci un cartello di richiesta di aiuto online per la prima volta.
La mia prima struttura Costruisci la tua prima struttura.
Mastro costruttore Costruisci ogni tipo di struttura: strumenti, scudi pieghevoli, trappole elettriche e cartelli.
Punto di partenza Connetti il tuo Q-pid per la prima volta.
Crescita personale Attiva un aggiornamento APAS per la prima volta.
Quello? Mi piace! Invia un Mi piace per la prima volta.
È un piacere Ricevi un totale di 2.400 o più Mi piace per aver completato gli ordini.
Il corriere più amato di tutti Ricevi un totale di 50.000 o più Mi piace per aver completato gli ordini.
La mia prima sessione di addestramento Completa un programma di addestramento VR per la prima volta.
Primo scorcio di SSS Leggi un post su SSS per la prima volta.
Un tocco personale Decora la tua stanza privata con una foto scattata in modalità foto.
Custode delle creature Consegna un animale selvatico al rifugio per animali.
Salvatore degli esemplari rari Consegna un animale albino al rifugio per animali.
Strata sistemata Ricostruisci una sezione stradale.
Scavare più a fondo Ripristina tre miniere.
Sul binario giusto Ripristina e rendi operativa una linea della monorotaia.
Sempre all’erta Consegna un’assistenza di emergenza.
Sorgente di calore Scava una sorgente termale.
Scritto nelle stelle Scruta il cielo notturno.
I corrieri fanno girare il mondo Effettua un baratto con un altro corriere.
Uno spettacolo privato! Assisti a una performance dal vivo nella tua stanza privata.
Quindi SEI TU il Pizzaiolo! Scopri la verità sul conto del Pizzaiolo.
Centauri senza testa smascherati Risolvi l’enigma dei centauri senza testa.
La vera storia del Cacciatore di fantasmi Svela la verità sul Cacciatore di fantasmi.
Ti presento la mia amiCA Cattura una CA grande per la prima volta.
Buonanotte e sogni d’oro Sconfiggi la creatura chirale dorata.
Corriere compulsivo Consegna un totale di 500 parti di carico.
Carico come un mulo Consegna un carico del peso totale di due tonnellate.
Consegne a lungo raggio Raggiungi una distanza totale di 80 km percorsa durante gli ordini.
I trofei nascosti e narrativi
Tra le sfide più curiose troviamo trofei dedicati a misteri e personaggi secondari, come “Quindi SEI TU il Pizzaiolo!”, “La vera storia del Cacciatore di fantasmi” o “Centauri senza testa smascherati”. Non mancano momenti surreali e poetici, come scrutare il cielo notturno, assistere a una performance dal vivo nella stanza privata, o scattare una foto da usare come immagine personale.
Verso il Platino, un passo alla volta
Death Stranding 2 non ti chiederà mai fretta. Ma per ottenere il Platino, ti chiederà metodo, curiosità e resistenza. Con il giusto ritmo, un pizzico di dedizione e questa guida accanto, potrete arrivare al Platino senza dover rifare nulla e godendovi ogni frammento della nuova storia di Sam.
Una volta completato il viaggio e unito ogni struttura, vi resterà solo una cosa da fare: guardare indietro e sorridere. Perché anche in Death Stranding 2, ogni consegna è una connessione.
Il franchise di lunga data Mafia è una delle serie videoludiche più influenti e riconoscibili di Hangar 13 e 2K Games, con la proprietà intellettuale che ha conquistato i fan con tre uscite principali (e l’aggiunta di un remake) nel corso di oltre 20 anni. Come suggerisce il nome, il franchise è incentrato principalmente su rappresentazioni crude e realistiche dell’ascesa delle famiglie della criminalità organizzata a partire dagli anni ’30, con immensa ispirazione dalla mafia siciliana del mondo reale, o “Cosa Nostra”.
Mafia ha gettato le sue basi narrative in un’ambientazione anni ’30, con ogni gioco principale successivo che ha messo in mostra le epoche successive, uniche e profondamente diverse, di questa forma di criminalità, fino alla fine degli anni ’60. Sebbene gli ambienti di gioco aperti e immersivi di Mafia abbiano un enorme valore di per sé, è la narrazione dettagliata e accattivante che si intreccia (seppur non in maniera evidentissima come altre serie) tra le sue uscite ad aver contribuito in modo determinante al successo del franchise nel corso degli anni. Con l’imminente Mafia: Terra Madre (in uscita da l’8 Agosto 2025 su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC tramite Steam) che porta la cronologia della serie ancora più indietro nel tempo, i potenziali giocatori potrebbero voler conoscere la storia di Mafia fino ad ora.
Prima di proseguire, vi anticipiamo che il seguente articolo contiene spoiler sulle trame di gioco
La storia completa di Mafia… dove tutto ha avuto inizio!
La storia di Mafia (The City of Lost Heaven) – il titolo di debutto del franchise nel 2002 sviluppato da Illusion Softworks e distribuito da Gathering of Developers per Microsoft Windows e per PlayStation 2 e Xboxnel 2004 – inizia negli anni ’30 nella città immaginaria di Lost Haven, che trae grande ispirazione da città reali della costa orientale come Chicago e New York. Ambientata durante il proibizionismo, la storia di Mafia è incentrata principalmente sul boom della criminalità organizzata (in una sorta di sentito omaggio ai classici film di gangster come Il Padrino), attingendo ampiamente a trame familiari in questo periodo della storia americana, con il protagonista del gioco, il siculo-americano Tommy Angelo, che abbandona il suo lavoro di tassista per lavorare per la famiglia criminale Salieri.
chi vuole troppo rischia di perdere assolutamente tutto. Certo, chi vuole troppo poco dalla vita, rischia di non ottenere assolutamente nulla!
Questo primo titolo esplora i concetti di moralità e potere mentre Tommy tenta di scalare i ranghi della famiglia insieme ai suoi nuovi amici e soci, Paulie e Sam. Il lavoro di Tommy per la famiglia si trasforma rapidamente in atti di estrema violenza, arrivando persino ad assassinii politici, con la famiglia Salieri che arriva a controllare completamente il racket a Lost Heaven ed elimina senza pietà chiunque si opponga. Dopo continui inganni da parte dei “piani alti” della famiglia, Tommy e Paulie rapinano una banca senza l’autorizzazione del Don, causando successivamente la morte “misteriosa” di Paulie. Ed è qui che nella testa del giocatore iniziano ad insinuarsi le paranoie di non riuscire a sopravvivere: Sam ha ucciso Paulie, e (inevitabilmente) tradirà Tommy, costringendo il protagonista di Mafia 1 a una vita paranoica (dopo aver spifferato tutto al detective Norman, un investigatore che da anni indaga sulla famiglia Salieri) sotto protezione testimoni dopo aver testimoniato contro la famiglia Salieri.
Mafia: Definitive Edition il modo migliore per godersi The City of Lost Heaven
Tuttavia, per gli standard moderni, la trama e l’interpretazione di The City of Lost Heaven risultano meno incisive, rendendo la moderna rivisitazione del 2020, Mafia: Definitive Edition, un modo decisamente più accessibile e coinvolgente – grazie a diverse migliorie sia lato storia e sia di gameplay – per vivere questa storia classica. Il titolo originale soffre di un cast di personaggi secondari poco sviluppati, come il meccanico Ralph e la moglie di Tommy, Sarah, che ricevono poco spazio sullo schermo e poca attenzione narrativa. Inoltre, i limiti tecnologici dei primi anni 2000 impedirono al gioco di trasmettere appieno la profondità emotiva e le sfumature degli archi narrativi dei personaggi che la storia aspirava a raggiungere. La struttura basata sulle missioni frammenta inoltre la narrazione, impedendole di raggiungere il suo pieno potenziale. Oggi, Mafia: The City of Lost Heaven è più un manufatto nostalgico, apprezzato per il suo significato storico, ma difficile da consigliare per la sua narrazione o il suo gameplay rispetto agli standard contemporanei.
Proprio per questo, pur rimanendo fedele alla struttura e ai principali snodi narrativi dell’originale, Mafia: Definitive Edition ne esalta i momenti chiave, dando loro più respiro. Quasi ogni scena è arricchita da interazioni e dialoghi aggiuntivi, rendendo la storia più ricca e immersiva. Personaggi come Paulie, Ralph e Sarah ricevono maggiore attenzione, evidenziandone le difficoltà e le motivazioni personali, il che aggiunge profondità e complessità ai loro ruoli. Questo sviluppo rende la narrazione più completa ed emotivamente coinvolgente.
Il remake beneficia anche di una grafica mozzafiato e di tecniche avanzate di motion capture, dando nuova vita a personaggi familiari. Valerio Amoruso (che doppia Andrew Bongiorno) offre un’interpretazione eccezionale nei panni di Tommy Angelo, mentre l’interpretazione di Dario Oppido (che doppia Glenn Taranto) di Don Ennio Salieri è altrettanto avvincente. Queste interpretazioni, unite all’attenzione ai dettagli e al rispetto per le radici del gioco, fanno sì che Mafia: Definitive Edition non sia solo un remake fedele all’originale, ma il modo migliore per vivere oggi questa storia classica.
Mafia 2 continua la storia del franchise con un colpo di scena straziante
Mafia 2 – pubblicato per per PlayStation 3, Xbox 360 e Microsoft Windows nel 2010 – prosegue la storia ambientata tra il 1945 e il 1951 nella vicina città di Empire Bay (con ambienti ispirati a Los Angeles e New York), con l’introduzione nella serie dell’iconico protagonista della serie, Vito Scaletta. Immigrato italiano che ha prestato servizio nella Seconda Guerra Mondiale, Vito, al ritorno dal conflitto, si ritrova rapidamente coinvolto nel mondo della criminalità organizzata, grazie al suo migliore amico Joe Barbaro, che si era già infiltrato nei ranghi delle principali famiglie mafiose della città.
Vito viene arrestato dopo una serie di crimini per saldare il debito del padre defunto con uno strozzino, viene rilasciato dal carcere nel 1951 e diventa un uomo d’onore per la famiglia Falcone insieme a Joe. Un breve periodo di questo nuovo stile di vita lussuoso viene interrotto quando il peso della vita violenta di Vito si abbatte su di lui e la sua famiglia, con Joe e Vito che entrano nel traffico di stupefacenti e scatenano una sanguinosa guerra tra le principali famiglie mafiose e le Triadi cinesi.
Ora gravati da un nuovo debito con uno strozzino per uno spaccio di droga da capogiro finito male, Vito e Joe si dedicano ancora una volta all’omicidio su commissione, con la coppia che ha notoriamente rintracciato e assassinato Tommy Angelo di Mafia 1 in età avanzata a causa delle sue azioni come informatore del governo. Circondato da nemici e con il suo status da uomo tutto d’un pezzo in bilico, Vito si trova di fronte a un ultimatum per eseguire un ultimo omicidio per salvarsi dalla morte, affrontando Don Carlo Falcone in una sparatoria esplosiva. Con Falcone morto, Vito viene risparmiato a malincuore dal nuovo volto della malavita mafiosa, Leo Galante, sebbene questa stessa cortesia non venga estesa a Joe, con il finale di Mafia 2 che rappresenta un enorme cliffhanger sul potenziale destino di Joe.
A volte, per sopravvivere, devi fare cose che non vorresti mai fare
Uno dei maggiori punti di forza di Mafia 2 è il suo arco temporale esteso, che abbraccia il periodo dal 1943 al 1951 (ben otto anni). Questa linea temporale permette al gioco di esplorare diverse fasi delle vite dei personaggi e offre un senso di progressione dinamico, con un evidente cambiamento di atmosfera con il passaggio delle stagioni dall’inverno all’estate. La carismatica coppia formata da Lorenzo Scattorin (che doppia Rick Pasqualone) nei panni di Vito Scaletta e Alessandro Messina (che doppia Robert Costanzo) in quelli di Joe Barbaro è un duo videoludico di grande impatto, grazie alle loro personalità distinte e alle dinamiche relazionali avvincenti. Anche il finale post-credit è degno di nota, collegando elegantemente il sequel al gioco originale in modo appagante. Tuttavia, la trama di Mafia 2 non raggiunge il suo massimo splendore a causa della mancanza di profondità e dell’incapacità di introdurre temi inesplorati o nuove prospettive all’interno del genere. Sebbene la trama sia ben costruita, raramente si avventura in territori emotivamente toccanti o davvero innovativi, impedendogli di diventare memorabile o d’impatto come avrebbe potuto essere.
Mafia 3 offre una nuova prospettiva sul crimine organizzato
Mafia 3 – pubblicato per per PlayStation 4, Xbox One e Microsoft Windows nel 2016 – ha intrapreso una nuova, audace direzione per la serie, ambientata alla fine degli anni ’60 a New Bordeaux, una città modellata su New Orleans. Il titolo (fra i più controversi della serie) ha introdotto un nuovo protagonista, Lincoln Clay, un veterano del Vietnam il cui percorso nella criminalità organizzata è molto simile a quello di Vito vent’anni prima. Il padre adottivo di Lincoln è il leader della “Mafia Nera”, coinvolta in un conflitto con la mafia haitiana, che costringe Lincoln a intervenire e uccidere il leader haitiano.
Questo attira l’attenzione di Sal Marcano, capo della mafia italiana, che assolda Lincoln per una rapina altamente complessa volta a rubare oro dalla Federal Reserve. Subito dopo il successo dell’operazione, la famiglia Marcano si rivolta contro Lincoln e la sua famiglia, uccidendoli tutti e lasciando Lincoln apparentemente morto. Miracolosamente sopravvissuto e ora con un’infinita sete di vendetta, Lincoln opera a stretto contatto con il responsabile della CIA John Donovan per collaborare direttamente con altre organizzazioni criminali che hanno Sal Marcano come nemico comune.
“Se aveste saputo cos’è la famiglia, non avreste rotto il c***o alla mia”
Queste tre fazioni/figure includono la nuova mafia haitiana, la mafia irlandese e Vito Scaletta di Mafia 2, che è stato trasferito alla famiglia Marcano come parte dell’accordo sopra menzionato nel finale di Mafia 2, ma viene anche tradito da Marcano. Lincoln dedica quindi la sua vita a smantellare la famiglia Marcano usando queste nuove risorse, uccidendo infine Sal e dovendo scegliere quale dei suoi alleati provvisori insediare nel vuoto di potere che questo crea. Mentre Mafia 3 possiede finali multipli, quello in cui Lincoln si schiera con Vito, mostra che Joe è sopravvissuto agli eventi di Mafia 2, e svolte l’attività di autista per Leo Galante.
La forza narrativa del gioco risiede nei suoi personaggi riccamente delineati, nell’autentica atmosfera di fine anni ’60, nella regia incisiva e in una serie di momenti davvero drammatici e strazianti. Fin dall’inizio, Mafia 3 sfoggia una narrazione magistrale, con scelte stilistiche uniche, filmati di alta qualità e colpi di scena che, sebbene a volte prevedibili, hanno un impatto profondo nel rimodellare le vite dei personaggi. Andrea Bolognini (che doppia Alex Hernandez) offre un’interpretazione stellare nei panni di Lincoln Clay, un protagonista complesso e tragico costretto a vivere in circostanze terribili. Il cast di supporto, che include l’agente della CIA John Donovan (Andrea Oldani che doppia Lane Compton) e Padre James Ballard (Matteo Zanotti che doppia Gordon Greene), arricchisce la narrazione con le sue prospettive uniche, aggiungendo profondità al conflitto centrale. Anche volti noti come Vito Scaletta, collegano la storia ai capitoli precedenti e garantiscono continuità ai fan di lunga data. Mafia 3 si distingue anche per aver affrontato temi seri e socialmente rilevanti. L’ambientazione del 1968 gli permette di affrontare temi come le lotte postbelliche di un veterano, il razzismo sistemico, l’ingiustizia sociale e i sconvolgimenti culturali dell’epoca. Mentre il nucleo della storia ruota attorno a un tradizionale piano di vendetta, la narrazione sfumata e intelligente, presentata quasi come un documentario attraverso molteplici prospettive, eleva la narrazione e, nonostante i suoi difetti di gameplay, Mafia 3 lascia un ricordo indelebile. Il successo di Mafia: Definitive Edition lo ha ulteriormente confermato, e ora tutti gli occhi sono puntati su Mafia: Terra Madre per dare seguito a questa eredità e realizzare appieno il ricco potenziale della serie.
E per quanto riguarda Mafia: Terra Madre?
Il prossimo importante aggiornamento alla storia di Mafia arriverà con Terra Madre che sarà ambientato nei primi anni del 1900 in Sicilia, mostrando le prime radici delle organizzazioni mafiose del franchise e offrendo un’altra affascinante immersione nel mondo della criminalità organizzata. Mafia: Terra Madre sarà caratterizzato da una varietà di paesaggi siciliani, che spaziano da cripte sotterranee e rovine fatiscenti a rigogliosi vigneti e opulenti teatri dell’opera. Il viaggio tra il punto A e il punto B potrà avvenire a cavallo o a bordo di autentiche auto d’epoca, e i trailer hanno già mostrato che questi segmenti includeranno un bel quantitativo di azione.
Tuttavia, il protagonista non sarà un giovane Don Salieri. I giocatori vestiranno i panni di Enzo Favara, un giovane che ha trascorso l’adolescenza costretto a lavorare nelle miniere di zolfo dell’isola. Ora che ha la possibilità di dimostrare il suo valore alla famiglia criminale emergente dei Torrisi, farà tutto il possibile per non perdere l’occasione e difendere l’onore (e la vita) dei Torrisi dalle famiglie rivali che vorrebbero vederli cadere. Il team di sviluppo ha sottolineato l’importanza di garantire autenticità nella ricostruzione della Sicilia di inizio Novecento, e non si tratta solo di chiacchiere. Per garantire questo risultato, hanno collaborato con Stormind (Remothered: Tormented Fathers, Remothered: Broken Porcelain, Batora: Lost Haven e A Quiet Place: The Road Ahead), con sede a Catania, in Sicilia.
Mafia: Terra Madre rappresenta sia un ritorno alle fondamenta del franchise che un passo avanti. Il gioco non presenterà una pletora di contenuti secondari come Mafia III. Mentre anche l’originale Mafia permetteva l’esplorazione della città di Lost Heaven, nonostante l’assenza di attività realmente significative, Terra Madre sarà completamente lineare. Quindi, non aspettatevi di poter esplorare quanto nei giochi precedenti. Questa volta, Hangar 13 punta tutto sulla creazione di una narrazione cinematografica potente e impattante.
Naturalmente ci sarà molta azione tra una battuta e l’altra della storia, con i giocatori che saranno impegnati in intensi combattimenti all’ultimo sangue, ravvicinati con una lama o dalla distanza con diverse armi da fuoco, tra cui pistole, fucili e fucili a pompa autentici dell’epoca. Anche la furtività sarà uno strumento fondamentale a patto che riusciate ad avvicinarvi abbastanza da eseguire una mossa di atterramento. Infatti, Hangar 13 ha affermato di aver progettato il gioco tenendo conto di una certa scarsità di risorse, quindi è altamente raccomandato un approccio tattico ai combattimenti (quando possibile).
Dopo la collaborazione con NieR:Automata e il lancio recente su PC, SHIFT UP, ha deciso di continuare ad espandere l’universo di Stellar Blade. La nuova collaborazione è con un altro titolo dello sviluppatore sudcoreano, Goddess of Victory: Nikke, uno uno sparatutto in terza persona action RPG pubblicato da Level Infinite nel 2022 per Android e iOS e successivamente anche per PC nel 2023. Mentre Stellar Blade è noto per il suo sistema di combattimento dinamico e la narrazione ricca, Goddess of Victory: Nikke si distingue per il suo gameplay basato sullo shooting e le sue meccaniche da RPG gacha. Il DLC “X Goddess of Victory: Nikke” è un tentativo audace di unire questi due mondi, offrendo una nuova esperienza ai giocatori con una combinazione di elementi tipici di entrambi i titoli. Ma sarà riuscito nel suo intento?
Versione testata: PlayStation 5
Quanto costa il nuovo DLC di Stellar Blade?
Il DLC Nikke è disponibile dal 12 giugno 2025 per PlayStation 5 e PC (tramite Steam) al prezzo di 9.99 €.
Storia
La trama del DLC si intreccia abilmente con l’universo di Stellar Blade, introducendo personaggi e situazioni provenienti da Goddess of Victory: Nikke, anche se, per chi non ha familiarità con Nikke, la comprensione della storia potrebbe risultare un pochino più articolata.
Similmente al DLC Stellar Blade x NieR:Automata, non è così chiaro su come accedere ai nuovi contenuti DLC, soprattutto se si dispone di un salvataggio avanzato nel gioco. Non ci sono notifiche o obiettivi aggiuntivi che indichino dove andare. Ma se state iniziando l’avventura da zero, dovreste agevolmente imbattervi in Volt, il cane robot che si trova all’inizio della mappa di Wasteland, se vi accedete da Xion. Una volta salutato il cane, apparirà la guerriera Scarlet che spiegherà la difficile situazione in cui lei e il suo cane sono finiti in qualche modo in questo mondo. Eve, proprio come nel precedente DLC, è diventata una protagonista decisamente più silenziosa, il che potrebbe essere interpretato come un omaggio ai dialoghi unilaterali di Nikke, o come il fatto che non abbiano permesso alla doppiatrice di Eve, in diverse lingue, di essere presente in cabina per registrare qualche battuta in più. O entrambe le cose. Scarlet funge quindi da fornitore di missioni, mentre Volt funge da mercante che vende il nuovo equipaggiamento dei Nikke.
Ci sono cinque nuove missioni da affrontare, distribuite tra le mappe Landa Desolata e Vasto Deserto, e si ottengono ricompense sufficienti per sbloccare un set che permette a Eve di utilizzare l’abbigliamento di uno dei cinque Nikke: Dorothy, Rapi, Anis, Alice e Modernia. Sbloccherete anche un nuovo scontro con un boss (il boss Scarlet) che – se i boss di Stellar Blade non sono stati abbastanza impegnativi – vi metterà davvero a dura prova. Dopo aver completato ogni minigioco e aver dato a Scarlet ciò che ha perso, andrà via e – al contempo – aprirà una nuova opzione nel menù delle boss fight della schermata del titolo. Solo sconfiggendo questo nuovo boss potrete ottenere in premio un nuovo costume, un’acconciatura e una canzone per EVE.
Gameplay
Dal punto di vista del gameplay, il DLC offre una combinazione interessante di meccaniche. Da un lato, si mantiene l’approccio action-RPG di Stellar Blade, con combattimenti fluidi e spettacolari che sfruttano le abilità uniche dei personaggi. Dall’altro, si integra con il sistema di combattimento a distanza di Nikke. I giocatori possono alternare tra combattimenti ravvicinati e a lungo raggio, il che aggiunge un bel tocco di varietà. La difficoltà del DLC è calibrata in modo tale che si possano apprezzare entrambe le IP senza troppi problemi, sebbene alcuni scontri presentino un livello di sfida piuttosto elevato, che potrebbe scoraggiare i neofiti. Le missioni nello specifico le possiamo considerare come dei veri e propri minigiochi (una serie di sfide sparatutto in stile arcade) in cui ci si ritrova ad avere a che fare con gli elementi principali di Nikke. Eve può impugnare una vera e propria pistola solo in questa modalità. Se avete giocato a Nikke, sapete cosa aspettarvi: è una fedele riproduzione di quel gioco, inclusi il cambio di copertura, il reticolo di mira che si muove come un cursore e la ricarica automatica. Spesso, Eve deve sparare a ondate di nemici schivando i colpi dietro un riparo, con l’obiettivo di sconfiggere un boss naytiba, o proteggere Lily da orde di naytiba mentre armeggia con un dispositivo. Sebbene non sempre la sinergia tra i personaggi sia stata perfetta, la varietà di mosse e di abilità, consente di sperimentare nuove strategie durante i combattimenti, il che porta a nuove e interessanti sfide nel corso delle battaglie. Tra uno scontro e un altro, potete anche godervi una battuta di pesca per provare a recuperare sei oggetti collezionabili di Goddess of Victory: Nikke.
Grafica e design
La grafica di Stellar Blade è sempre stata una delle sue caratteristiche distintive, e il DLC non fa eccezione. Gli ambienti sono magnificamente dettagliati, con una qualità visiva che rende ogni zona esplorabile estremamente immersiva. Le animazioni durante i combattimenti sono fluide e spettacolari, con un uso efficace di effetti speciali che esaltano le azioni più intense. I modelli dei personaggi, sia di Stellar Blade che di Nikke, sono ben realizzati e riescono a mantenere la loro identità visiva anche all’interno di un contesto ibrido. Insomma. la fusione dei due stili visivi è riuscita e contribuisce a un’esperienza visivamente coinvolgente. E la colonna sonora è a dir poco impeccabile. Certo, Stellar Blade si affida maggiormente alle atmosfere malinconiche, ma le composizioni più allegre e ritmate di Nikke, che si possono trovare come oggetti collezionabili nascosti, si sposano perfettamente con il contesto. Se non altro, Stellar Blade X Goddess Of Victory: Nikke incarna perfettamente il concetto di “salto di qualità”. Gli sviluppatori sudcoreani hanno consolidato il loro brand, il loro senso dello stile e cosa dovremmo aspettarci in futuro dal team.
Longevità e contenuti
Il DLC X Goddess of Victory: Nikke offre una discreta quantità di contenuti per giustificare l’acquisto, con nuove missioni, boss da affrontare e sfide da superare. Tuttavia, alcuni giocatori potrebbero trovare che la durata complessiva del DLC un pochino risicata. Detto questo, la possibilità di esplorare nuove dinamiche di gameplay e di sbloccare oggetti speciali potrebbe invogliare molti a proseguire con il contenuto anche dopo aver completato la trama principale.
Commento finale
Il DLC Stellar Blade X Goddess of Victory: Nikke è un crossover intrigante – seppur piuttosto breve – che unisce due diversi universi in un’esperienza che sa come soddisfare i fan di entrambi i titoli. Sebbene non riesca a raggiungere la stessa profondità e varietà della precedente espansione, offre comunque una buona dose di intrattenimento e novità. I fan di Stellar Blade apprezzeranno l’aggiunta delle meccaniche di Nikke (e i diversi oggetti collezionabili), mentre chi ha amato il gioco mobile potrà godere di un’esperienza diversa e maggiormente orientata all’azione. In generale, si tratta di un DLC che riesce a divertire senza reinventare nulla e che vale assolutamente il prezzo irrisorio richiesto per l’acquisto.
Il publisher 2K ed il team di sviluppo Visual Concepts hanno confermato che WWE 2K25 arriverà il 23 Luglio su Nintendo Switch 2.
Il titolo è già disponibile dallo scorso 14 Marzo per PlayStation 5, Xbox Series, PlayStation 4, Xbox One e PC via Steam, come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione.
Di seguito vi proponiamo il trailer ufficiale, seguito dal dettagliato comunicato stampa.
La versione Switch 2 supporterà l’intera gamma di modalità di gioco e tipi di match presenti in WWE 2K25, offrendo la possibilità di giocare offline in mobilità e online con connessione a internet. La Bloodline Edition presenta Roman Reigns e i membri della fazione dominante dei Bloodline sulla copertina, la Deadman Edition è dedicata all’iconico Undertaker, mentre la Standard Edition vede in copertina Roman Reigns insieme al suo ex “Wise Man”, Paul Heyman. WWE 2K25 include una vasta gamma di nuove funzionalità e miglioramenti alle modalità amate dai fan, tra cui:
● 2K Showcase: La Dinastia Bloodline – Il nuovissimo 2K Showcase, presentato dal “Wise Man” Paul Heyman, celebra una delle dinastie familiari più iconiche nella storia del wrestling: The Bloodline, e le famiglie Anoa’i, Fatu e Maivia. I giocatori sono invitati a rivivere, cambiare e creare la storia della Bloodline attraverso momenti storici leggendari. Rivivi vittorie memorabili come Yokozuna vs. Hulk Hogan a King of the Ring ‘93 e Rocky Maivia vs. Hunter Hearst Helmsley a RAW nel ‘97. Cambia la storia portando ulteriore gloria alla Bloodline vendicando sconfitte chiave come Rikishi vs. “Stone Cold” Steve Austin a No Mercy 2000 e il fatidico match per il titolo Roman Reigns vs. Seth Rollins alla Royal Rumble 2022. Crea la storia con abbinamenti fantasiosi, come Wild Samoans contro i Dudley Boyz. Wrestling Junkie, di USA TODAY Sports, ha definito 2K Showcase: La Dinastia Bloodline “un fantastico viaggio nella memoria.”
● The Island: Un mondo interattivo composto da quattro distretti, ciascuno costruito attorno a differenti temi legati alla WWE. Come ha sottolineato Screen Rant, “The Island sembra un’idea fresca e originale.” Disponibile solo su Nintendo Switch 2, PS5 e Xbox Series X|S, The Island offre ai giocatori la possibilità di esplorare, sfidare altri giocatori e lottare per guadagnarsi un contratto WWE impressionando “The Original Tribal Chief” Roman Reigns. Completando missioni, affrontando sfide, partecipando a eventi live, sbloccando ricompense e potenziando e personalizzando La mia SUPERSTAR attraverso diversi capitoli narrativi, The Island permette ai giocatori di andare oltre il ring e “Dominare al di là del ring”.
● Un Roster Leggendario: WWE 2K25 presenta una lineup senza precedenti di Superstar attuali da RAW, SmackDown e NXT, oltre a Leggende e WWE Hall of Famers. Il roster, definito da IGN come “assolutamente incredibile”, include oltre 300 personaggi giocabili, tra cui: Cody Rhodes, Liv Morgan, Rey Mysterio, Bret “Hit Man” Hart, Jacob Fatu, Rob Van Dam, Naomi, Ethan Page, Lita, LA Knight, Chyna, Batista, Tiffany Stratton, Becky Lynch e molti altri.
● Nuovi Tipi di Match e Miglioramenti al Gameplay: Il wrestling intergender arriva in WWE 2K25 Le Superstar WWE delle divisioni maschile e femminile possono ora competere l’una contro l’altra, aprendo la strada a innumerevoli nuove combinazioni di match in quasi tutte le modalità di gioco. Tra le altre novità: Il ritorno del Chain Wrestling, Il nuovo Bloodline Rules Match, Il nuovo Underground Match, nuove mosse spettacolari come i salti dalle barricate!
● Il mio GM con Multiplayer Online: In un’esperienza che Game Rant ha descritto come “più divertente che mai”, gli aspiranti General Manager possono ora portare il proprio show in giro per il mondo e sfidare GM grazie alla nuova modalità Il mio GM potenziata, ora con multiplayer online fino a quattro giocatori. I giocatori potranno: selezionare Superstar e Leggende WWE per il proprio roster settimanale, guidare il proprio brand attraverso stagioni multi-settimana, scegliere tra un numero maggiore di General Manager, partecipare a Premium Live Events inter-brand, e molto altro.
● La mia FAZIONE: La modalità di battaglia a carte collezionabili torna in WWE 2K25 con funzionalità aggiornate, nuovi contenuti e più modi per giocare. Faction Wars si arricchisce con nuovi tipi di nodi e ben 50 nuovi livelli; World Tour sostituisce Proving Grounds, permettendo ai giocatori di viaggiare tra varie location e giocare nell’ordine che preferiscono, mentre si aggiunge il supporto per nuovi tipi di match negli eventi live e nelle partite online, e nuovi eventi della community aumentano ulteriormente la rigiocabilità. In arrivo anche i Pacchetti di carte a tema, Le Carte Persona, che sbloccano versioni uniche delle Superstar utilizzabili in tutte le modalità di gioco, nuove sfide e aggiornamenti stagionali con contenuti rinnovati durante tutto l’anno.
● La mia ASCESA: I giocatori guideranno la propria Superstar personalizzata, maschile o femminile, attraverso una trama unica e multigenere in cui Bayley, Kevin Owens e altre Superstar infiltrano NXT nel tentativo di prendere il controllo dell’intera WWE. Caratteristiche principali: nuove scelte di personalità che determinano l’andamento della storia, nuovi ambienti per risse, arene sbloccabili, personaggi, oggetti utilizzabili e molto altro, nuove storyline di alleanze con Jey Uso, Bianca Belair, Seth Rollins e altre Superstar WWE.
● Universe: La modalità sandbox di WWE 2K riceve nuovi aggiornamenti per offrire ai giocatori un maggiore controllo sulla loro esperienza Universe, incluso il tanto atteso ritorno delle Promozioni! Il nuovo sistema comprende molteplici tipi di promo, risultati differenti e nuove scene tagliate e scelte ramificate.
● Menu Creazioni: Il fiore all’occhiello del franchise WWE 2K, la suite di creazione più dettagliata e completa della categoria, rimane una delle principali forze che permettono ai giocatori di esprimersi liberamente, progettando le proprie Superstar personalizzate, GM, arbitri, arene, entrate, mosse, titoli, cartelli del pubblico e molto altro ancora.
● DLC Season Pass: Disponibili sia singolarmente che tramite il Season Pass, il Ringside Pass, e inclusi nelle edizioni The Bloodline e Deadman, sono in programma cinque pacchetti DLC ricchi di stelle, di cui due già disponibili e altri tre in arrivo nei prossimi mesi. I DLC includono una serie di ospiti celebri a sorpresa, tra cui l’icona del basket Shaquille O’Neal, amate Superstar WWE come Penta, The Motor City Machine Guns, Giulia, Stephanie Vaquer, e Jordynne Grace, oltre a Leggende WWE come Mark Henry, i New Age Outlaws, Jesse Ventura, New Jack, Junkyard Dog e Tito Santana. La roadmap dei DLC di WWE 2K25 offre contenuti per tutti i gusti.
Edizioni di WWE 2K25
● WWE 2K25 Standard Edition
○ Bonus Pre-Order: I giocatori che preordinano la Standard Edition riceveranno il Wyatt Sicks Pack, un pacchetto bonus che include cinque Superstar giocabili – Uncle Howdy, Dexter Lumis, Nikki Cross, Joe Gacy ed Erick Rowan – più oggetti cosmetici per The Island (la maschera di Uncle Howdy e quella di Nikki Cross).
● WWE 2K25 Deadman Edition
○ Include: La Standard Edition e il Wyatt Sicks Pack, Il Deadman Edition Bonus Pack, che contiene: Le Carte Persona e Superstar giocabili di Mattel Elite “Greatest Hits” Undertaker e Undertaker Originale (‘90), Un oggetto utilizzabile (Urna), Oggetto cosmetico maschera Undertaker ‘95 per The Island, Il Manager Brother Love, Il Season Pass con accesso a tutti e cinque i pacchetti di personaggi DLC post-lancio, 15.000 VC.
● WWE 2K25 The Bloodline Edition
○ Include tutto il contenuto della Standard Edition e della Deadman Edition, più: il Ringside Pass (Season Pass + Mega-Boost per le Superstar), il The Rock Nation of Domination Pack, che contiene una Carta Persona e Superstar giocabile di The Rock Nation of Domination, disponibile solo nella Bloodline Edition.
○ Il Bloodline Edition Bonus Pack, che include: Le Carte Persona e Superstar giocabili di Mattel Elite Series 114 Jey Uso e Mattel Elite “Greatest Hits” Roman Reigns, gli oggetti cosmetici per The Island: Family Above All Hoodie, OTC Shirt, Yeet Tank Top, Yeet Sunglasses, e per la sola versione Steam: 32.500 VC aggiuntivi.
○ Il WrestleMania 41 Pack, che include: L’arena WrestleMania 41 (già disponibile), due Carte Persona e Superstar giocabili a tema WrestleMania 41, una nuova Superstar giocabile, che sarà resa disponibile in futuro.
La mareggiata di indizi che puntano a un remake di Assassin’s Creed IV: Black Flag sta diventando difficile da ignorare. Prima le parole sibilline di Matt Ryan, lo storico doppiatore di Edward Kenway, ora anche Ubisoft Francia entra in gioco con un post che ha tutta l’aria di un teaser mascherato da nostalgia.
Nel tweet pubblicato dall’account ufficiale del franchise, si vede una clip del gioco originale del 2013 accompagnata dalla frase «mentalement je suis ici» — “mentalmente sono qui”. Un richiamo forte, evocativo, che suona come un tuffo nel passato… ma forse anche come un segnale verso il futuro.
Un tempismo che fa rumore
L’intervento social di Ubisoft arriva con una sincronia quasi perfetta rispetto al video che da giorni circola online, in cui Matt Ryan suggerisce ai fan di dover “rigiocare” Black Flag. La frase, pronunciata durante un incontro pubblico, è sembrata a molti ben più di una battuta casuale: con tono ammiccante, Ryan ha lasciato intendere che qualcosa stia bollendo in pentola.
Non si tratta della prima volta che il nome Black Flag Remake torna a navigare nel mare dei rumor. Già nel 2023 Kotakuaveva riportato l’esistenza del progetto, indicando Ubisoft Singapore come lo studio al lavoro sul ritorno della storica avventura piratesca. Parliamo dello stesso team dietro Skull and Bones, titolo che condivide con Black Flag più di un’affinità estetica e concettuale.
Un ritorno atteso e strategico
A rendere tutto ancora più credibile c’è anche il comportamento recente di Pure Arts, compagnia specializzata in merchandise e collezionabili ufficiali di Ubisoft. La loro decisione di non includere Edward Kenway nella linea di statue celebrative ha lasciato perplessi i fan, ma col senno di poi potrebbe avere una spiegazione ben precisa: attendere l’annuncio del remake prima di svelare nuovi prodotti a tema.
Il post di Ubisoft Francia, da solo, non costituisce una conferma ufficiale. Ma in un’industria dove nulla viene lasciato al caso, la scelta di evocare proprio ora uno dei capitoli più amati dell’intera saga sa molto di strategia di hype.
Un remake pronto a salpare?
Per ora non ci sono né trailer né comunicati ufficiali. Ma il clima intorno a Black Flag è sempre più elettrico. Tra tweet criptici, sorrisi d’intesa e coincidenze fin troppo perfette, l’impressione è che qualcosa stia davvero per accadere.
Il ritorno di Edward Kenway, con grafica aggiornata e magari qualche novità nel gameplay, potrebbe rivelarsi una delle mosse più azzeccate da parte di Ubisoft per risollevare l’entusiasmo intorno al brand Assassin’s Creed. E stavolta, le vele potrebbero essere più gonfie che mai.
A quasi cinque anni di distanza dal primo capitolo, Death Stranding 2: On the Beach riporta in scena Sam Porter Bridges con una nuova avventura densa di simbologie, incontri surreali e, naturalmente, consegne da effettuare. Il gameplay riprende l’approccio profondo e riflessivo del predecessore, arricchendolo con nuovi strumenti, veicoli, nemici e sistemi di progressione. Che siate alla prima partita o veterani della UCA, questa guida è pensata per accompagnarvi passo dopo passo nella nuova traversata tra Messico e Stati Uniti, aiutandovi a gestire al meglio ogni elemento di gioco. Per un’analisi più approfondita, potete consultare anche la nostra recensione completa di Death Stranding 2.
Prima di partire: rinfrescate la memoria
La storia di Death Stranding 2: On the Beach si riallaccia in modo profondo e diretto agli eventi del primo capitolo, non soltanto sul piano narrativo, ma anche attraverso richiami simbolici, relazioni interpersonali e scelte di design. Hideo Kojima ha costruito una trama che si regge su un equilibrio delicato di significati e connessioni, per cui l’introduzione al nuovo viaggio non può prescindere da una conoscenza — anche basilare — di ciò che è accaduto prima. E per fortuna, questo non significa dover necessariamente recuperare tutte le ore del gioco originale.
All’interno del menu principale, Death Stranding 2 include infatti un prezioso video-riassunto ufficiale, realizzato dallo stesso Kojima, che ricapitola gli eventi salienti del primo capitolo in maniera chiara ed efficace. Non si tratta di un semplice riassunto testuale, ma di un’opera audiovisiva pensata con attenzione, che ripercorre la storia di Sam Porter Bridges, la nascita delle UCA, l’ascesa e il crollo di personaggi chiave, e i misteri legati al mondo dei morti. È un momento fondamentale non solo per orientarsi nella narrazione, ma anche per rientrare nel mood emotivo e filosofico che contraddistingue la saga.
Guardare questo video prima di iniziare la nuova avventura non è soltanto utile, è quasi necessario. Che siate tra coloro che hanno completato ogni consegna in Death Stranding o tra chi l’ha solo sfiorato, questo riassunto vi permetterà di cogliere sfumature, riferimenti e parallelismi che arricchiranno la vostra esperienza. Il mondo di On the Beach non è fatto per chi cerca un’avventura da vivere a compartimenti stagni: è un racconto continuo, profondo, stratificato. E affrontarlo senza avere almeno una bussola narrativa rischia di rendere più confusa e dispersiva l’intera esperienza.
Una lattina può fare la differenza
Come in passato, anche in On the Beach Sam può ristorarsi nella sua stanza privata. Tra le possibilità offerte da questo spazio c’è anche il consumo delle bevande energetiche chirali, che garantiscono un temporaneo potenziamento della stamina. Non è una meccanica da sottovalutare: in alcune consegne particolarmente dure o durante scontri intensi, quei punti in più di resistenza possono fare la differenza tra successo e fallimento. Se siete di fretta, potete anche saltare l’animazione per ottimizzare i tempi.
La bevanda non solo offre un boost immediato alle capacità fisiche di Sam, ma diventa fondamentale nelle sezioni in cui il peso del carico è al limite o si affrontano lunghi tratti in territori ostili. Una stamina più alta significa meno rischi di inciampare, cadere o perdere l’equilibrio in situazioni critiche. È anche un modo pratico per affrontare al meglio le missioni successive senza dover necessariamente cambiare equipaggiamento o alleggerire il carico. Una pausa, una bevuta, e si riparte più forti di prima. Un piccolo gesto, certo, ma capace di influenzare concretamente le vostre performance sul campo.
La mappa: molto più che un riferimento
In un mondo come quello di Death Stranding, la mappa non è solo un’indicazione, ma uno strumento strategico di sopravvivenza. Pianificare un percorso, evitare accampamenti nemici o zone impervie e studiare il territorio diventa essenziale per non incappare in incidenti o perdite di tempo prezioso. Grazie al nuovo sistema di filtraggio delle icone, la lettura è molto più immediata rispetto al primo capitolo, con la possibilità di personalizzare ogni dettaglio e ottenere dati approfonditi su strutture, ostacoli e risorse.
Ma non è tutto: varcosismi, piogge temporali e fenomeni atmosferici improvvisi sono sempre dietro l’angolo, e la mappa consente ora una prevenzione più accurata, evitando così di affrontare condizioni proibitive senza essere adeguatamente equipaggiati. Anche solo uno sguardo veloce può salvare una spedizione da un fallimento totale. Inoltre, la possibilità di piazzare waypoint personalizzati e salvare rotte ottimali consente di trasformare ogni tragitto in un percorso efficiente e sicuro. La mappa, in definitiva, non è solo un aiuto: è la vostra alleata invisibile in un mondo che vuole vedervi crollare sotto il peso del carico.
Il Messico è solo l’inizio
Il viaggio di Death Stranding 2: On the Beach si apre in Messico, ma come ogni buon prologo che si rispetti, questa prima regione serve soprattutto a farci prendere confidenza con le meccaniche di base, l’atmosfera e le nuove dinamiche di gameplay. Anche se l’istinto può spingerci a completare ogni incarico disponibile fin da subito, è consigliabile non fossilizzarsi troppo sulle consegne secondarie. L’obiettivo iniziale, infatti, è raggiungere rapidamente la seconda mappa, vero cuore pulsante dell’esperienza.
Proseguendo nella storia principale, si sbloccheranno nuove funzionalità cruciali come il viaggio rapido, nuove opzioni di costruzione e strumenti che cambiano radicalmente il modo in cui affrontiamo il terreno e la logistica. Anticipare questa progressione permette anche di rendere più significative le attività in Messico, che potranno essere riprese in un secondo momento con un approccio più consapevole ed efficiente.
Non è una fuga, ma una strategia di crescita. Perdersi troppo presto nei dettagli rischia solo di rallentare il ritmo e far perdere di vista ciò che Death Stranding 2 ha da offrire nella sua interezza. E fidatevi: una volta esplorata la nuova regione, tornare in Messico non sarà più lo stesso.
Ricompense
Uno degli elementi più significativi introdotti in Death Stranding 2: On the Beach rispetto al capitolo precedente è la trasparenza nella gestione delle ricompense. Nel primo gioco, infatti, il sistema di progressione e ricompensa risultava piuttosto opaco: completavi consegne, miglioravi il legame con prepper o strutture, ma era difficile sapere in anticipo cosa ne avresti ottenuto. In questo sequel, invece, tutto è più chiaro, immediato e funzionale.
Già dal menu delle missioni si può vedere con precisione quali oggetti o potenziamenti verranno sbloccati portando avanti determinate consegne o rafforzando il legame con specifici nodi del Chiral Network. Questo dettaglio, apparentemente secondario, ha un impatto enorme sul ritmo del gioco e sull’efficienza del giocatore: permette infatti di scegliere con consapevolezza su quali incarichi investire tempo ed energie, ottimizzando le rotte e pianificando strategie su misura per il proprio stile di gioco.
Se ad esempio puntate a migliorare l’equipaggiamento da combattimento, saprete esattamente quali prepper o centri di distribuzione privilegiare. E lo stesso vale se preferite concentrarvi sulla costruzione, sui veicoli o sullo stealth. Il risultato è un’esperienza molto più personalizzabile, nella quale ogni decisione ha un ritorno tangibile, misurabile, motivante. Una dinamica che valorizza ogni sforzo e trasforma la consegna più banale in un investimento intelligente sul lungo termine.
Veicoli: tanti, ma attenzione alla batteria
La varietà di veicoli è cresciuta notevolmente rispetto al primo Death Stranding, ma resta invariato il principio base: scegliete il mezzo in base al terreno e pianificate sempre tenendo conto della batteria. Un veicolo scarico nel bel mezzo di una zona CA può trasformare una consegna tranquilla in un incubo. Il consiglio è di non abusare del turbo e di portare con sé il materiale per costruire stazioni di ricarica nei punti più critici. Non trascurate neppure i veicoli lasciati da altri giocatori: anche se non personalizzabili, possono rivelarsi utilissimi in situazioni di emergenza.
Nel dettaglio, ogni veicolo presenta caratteristiche uniche che lo rendono più o meno adatto a determinati tipi di missioni. Le moto, ad esempio, offrono grande agilità e velocità, ma sono più fragili e meno capienti rispetto ai pick-up o ai mezzi più pesanti. I veicoli più grandi, come gli off‑roader, permettono di trasportare grandi quantità di carico, ma sono meno manovrabili e più esposti ai danni in caso di percorsi accidentati o ambienti ostili. Per questo, è sempre consigliabile pianificare il percorso su mappa con attenzione, tenendo conto dei tratti più difficili e della presenza di infrastrutture di supporto.
Va ricordato inoltre che l’autonomia dei veicoli è limitata: le batterie si esauriscono con il tempo, soprattutto se si usa spesso la funzione di turbo o si attraversano zone ad alta resistenza, come aree fangose o con salite ripide. Una buona abitudine è quella di costruire generatori nelle zone chiave del percorso, specie prima di attraversare territori non connessi alla rete. Se si prevede un viaggio lungo, è fondamentale portare con sé PCC per piazzare stazioni di ricarica mobili, oppure sfruttare le infrastrutture degli altri utenti tramite la rete online.
Infine, la batteria dei veicoli si ricarica anche nelle zone protette da rifugi o città principali, ma attenzione: in caso di maltempo, tempeste chirali o attacchi da parte delle CA, il tempo per ricaricare potrebbe non bastare. Imparare a gestire al meglio le risorse energetiche diventa quindi una delle chiavi per sopravvivere, consegnare in tempo e non perdere tutto per un imprevisto evitabile.
Infiltrazioni notturne e mimetizzazione
Affrontare gli accampamenti nemici frontalmente non è sempre la scelta più saggia. Grazie a un rinnovato sistema di armi e gadget, Death Stranding 2 permette approcci stealth più efficaci. L’ideale è agire di notte, equipaggiando tute scure per migliorare la mimetizzazione. Così facendo si aumentano le chance di sorprendere i nemici e si riduce al minimo il rischio di essere scoperti durante le fasi di esplorazione o di raccolta.
La nuova IA dei nemici rende però tutto più stimolante: i nemici reagiscono a rumori, movimenti improvvisi e variazioni di luce, obbligando il giocatore a studiare con attenzione ogni manovra. Nascondersi nell’erba alta non basta più: serve osservare i percorsi delle guardie, sfruttare distrazioni sonore e approfittare delle zone d’ombra per avvicinarsi silenziosamente. Alcuni gadget, come le granate accecanti o le trappole, possono aprire una breccia nelle difese nemiche senza far scattare un allarme. Agire con intelligenza e pazienza è la chiave per ripulire un’area in silenzio, evitando scontri inutili e conservando risorse preziose per le fasi successive.
Allenamento virtuale per il mondo reale
Per migliorare le proprie capacità in combattimento, è consigliabile frequentare le missioni VR accessibili dalla stanza privata. Oltre a offrire scenari di addestramento per affinare la mira o il corpo a corpo, queste attività aiutano a padroneggiare meccaniche specifiche prima di affrontare sfide reali, che si tratti di creature arenate o bande di terroristi.
Le simulazioni sono molto più che semplici tutorial: rappresentano vere e proprie prove a difficoltà crescente, con ambienti diversi e nemici sempre più aggressivi. Allenarsi regolarmente nelle missioni VR consente anche di ottenere valutazioni e ricompense, che possono poi essere riscattate nel gioco principale sotto forma di materiali, oggetti o punti esperienza. È anche un ottimo modo per testare nuove armi senza il rischio di consumarle o perderle sul campo. In un contesto dove la sopravvivenza dipende dalla preparazione, queste missioni si rivelano un’opportunità da non sottovalutare per affinare lo stile di gioco e affrontare ogni incarico con maggiore consapevolezza.
Il Magellan: base mobile e deposito strategico
Il Magellan non è solo un mezzo di trasporto, ma anche una vera e propria base operativa. Rispetto agli armadietti privati sparsi nella mappa, qui potrete depositare risorse, armi e consumabili in eccesso e accedervi ovunque la nave atterri. Un vantaggio tattico da non sottovalutare, soprattutto nelle missioni più lunghe e complesse.
Questa mobilità si traduce in un’autonomia strategica senza precedenti: potrete affrontare spedizioni in zone lontane senza preoccuparvi di tornare indietro per recuperare scorte. Inoltre, sfruttando il Magellan come punto di rifornimento, è possibile alleggerire Sam tra un’incarico e l’altro, ottimizzando la gestione del carico. La nave è dotata anche di strutture per il riposo e il recupero, rendendola una sorta di rifugio avanzato che vi accompagna nel cuore delle aree più pericolose. Non dimenticate, infine, che il Magellan è fondamentale anche per sbloccare nuove sezioni della mappa e attivare funzionalità avanzate, come la condivisione delle risorse in rete con altri giocatori. Un compagno silenzioso, ma essenziale per progredire senza intoppi.
Sistema di progressione e potenziamenti
Death Stranding 2: On the Beach introduce un sistema di progressione profondamente rinnovato, pensato per premiare la costanza e l’adattamento. Da una parte, ogni azione compiuta nel mondo di gioco — come la corsa, l’arrampicata, l’uso delle armi o la consegna dei carichi — contribuisce a migliorare le abilità relative, permettendo a Sam di diventare più efficiente e reattivo nel tempo. Questo sistema premia l’esperienza diretta e l’abitudine all’ambiente, spingendo il giocatore a consolidare il proprio stile.
Dall’altra parte, l’APAS (Advanced Progression Assignment System) consente di spendere punti abilità guadagnati per sbloccare potenziamenti specifici. Parliamo di abilità passive che vanno dalla maggiore resistenza, a un miglioramento nella gestione del peso, fino all’incremento della durata delle batterie o all’efficacia delle armi. La cosa più interessante è che questi punti possono essere riassegnati liberamente, rendendo possibile modificare la build in funzione della missione da affrontare. Che si tratti di un incarico stealth o di una consegna su lunga distanza, il sistema permette una libertà strategica inedita, rendendo ogni scelta rilevante e ogni potenziamento realmente utile.
Distribuzione del carico: equilibrio e visibilità
La corretta gestione del carico è uno degli elementi chiave per sopravvivere ed essere efficienti in Death Stranding 2. Molti giocatori, presi dalla fretta, tendono a impilare tutto sulla schiena, finendo per sbilanciare Sam e rendere il suo movimento più lento, goffo e visibile. Il rischio di cadute aumenta, così come quello di essere individuati durante le fasi di infiltrazione. Il gioco stesso ci insegna che l’equilibrio è tutto.
Attivando l’opzione di posizionamento automatico — disponibile sia nelle strutture che in qualunque momento durante l’esplorazione — si può distribuire in modo intelligente ogni oggetto sul corpo di Sam, sfruttando braccia, gambe e zaino per bilanciare il carico. Questo permette non solo di mantenere una postura corretta, ma anche di risparmiare energia e di ridurre al minimo le interferenze con la telecamera e i movimenti. Inoltre, una disposizione ordinata e razionale del carico permette anche di liberare spazio per raccogliere materiali lungo la strada, senza dover rinunciare ad attrezzature essenziali.
Rifornimenti: dormire è il miglior reset
In un mondo ostile e imprevedibile come quello di On the Beach, la gestione delle risorse è fondamentale. Batterie scariche, esoscheletri fuori uso, armi senza munizioni: ogni viaggio può trasformarsi in un incubo se si parte senza aver pianificato bene il proprio rifornimento. Eppure, la soluzione a molti di questi problemi è sorprendentemente semplice: una dormita nella stanza privata.
Riposare nella stanza non è solo un gesto simbolico o narrativo. Si tratta di una vera e propria azione strategica che permette di resettare la propria condizione: le munizioni vengono ripristinate, le batterie si ricaricano, la stamina torna al massimo. Anche l’equipaggiamento che si trova nel Magellan o nell’inventario viene ricalibrato, pronto per affrontare un nuovo incarico. Questo rende la stanza privata non solo un rifugio sicuro, ma anche un punto nevralgico per la gestione delle missioni. Farne un uso regolare significa partire sempre al massimo delle proprie capacità, evitando imprevisti e garantendosi una marcia in più anche nelle fasi più avanzate del gioco.
La calma prima del viaggio
Affrontare Death Stranding 2 significa immergersi in un’esperienza unica, in cui ogni passo, ogni carico, ogni scelta pesa davvero. I consigli raccolti in questa guida sono solo l’inizio: il mondo creato da Hideo Kojima vive di ritmi propri, di equilibri delicati tra fatica e gratificazione. Imparare a conoscere i propri limiti, ottimizzare le risorse e usare con intelligenza le meccaniche offerte è essenziale per godere appieno dell’esperienza. Ma ricordate: anche nella frenesia delle consegne, prendersi un attimo per guardare l’orizzonte, sorseggiare una Chirale o riposare in cabina può fare la differenza. Perché in Death Stranding, come nella vita, non sempre è importante correre. A volte, basta sapere dove si sta andando.
Nel panorama sempre più affollato delle cuffie wireless con cancellazione attiva del rumore, l’emergere di brand cinesi come Kiwi Ears rappresenta una ventata di aria fresca che sta ridefinendo il rapporto qualità-prezzo nel settore audio. Le Kiwi Ears Ardor, proposte a circa 120€ su Amazon, ma disponibili addirittura a 70 euro sul sito del produttore Linsoul, si presentano come una sfida diretta ai colossi Sony, Audio-Technica e JBL, promettendo prestazioni audiofile in un pacchetto tecnologicamente avanzato ma economicamente accessibile.
Kiwi Ears, brand del gruppo Linsoul specializzato in monitor in-ear professionali per musicisti ed audiofili, ha recentemente diversificato la propria offerta entrando nel mercato delle cuffie over-ear. Questa transizione non è casuale: l’azienda ha applicato la propria esperienza nella progettazione di trasduttori multipli e nel tuning audiofilo per creare un prodotto che punta a ridefinire le aspettative nella fascia budget.
Unboxing e design
La confezione di vendita è decisamente curata, con il box a cassetto che si apre a svelare un bel case per il trasporto in tessuto di colore grigio brandizzato, al cui interno sono custodite le cuffie, un cavo USB-C per la ricarica ma che come vedremo serve anche a collegare le cuffie al PC, il cavo Jack da 3,5mm e un piccolo manuale di istruzioni.
Le cuffie sono costruite in una plastica di ottima fattura in colorazione canna di fucile, mentre l’anima dell’archetto è in metallo. I padiglioni sono caratterizzati da inserti in pelle sintetica di colore grigio sui quali è impresso il logo della compagnia. L’imbottitura in memory foam nella parte superiore dell’archetto così come sui padiglioni è anch’essa rivestita in pelle sintetica di colore nero, ma l’imbottitura è un po’ scarna sui padiglioni.
I padiglioni sono forse un po’ piccoli per le orecchie più grandi ma la vestibilità è in generale buona.
Il padiglioni possono essere piegati verso l’interno dell’archetto per il trasporto (e questo le spegne) o ruotati per poggiarli sulle spalle quando non in uso. Considerando la possibilità di ripiegare i padiglioni forse la custodia avrebbe potuto essere un po’ più compatta.
In generale l’impressione è quella di cuffie ben costruite e anche se leggerine dall’impressione un po’ fragili per via dell’utilizzo della plastica, la costruzione è solida e senza scricchiolii strani neanche se maltrattate.
I pulsanti sono ben distribuiti: sul padiglione destro sono presenti il bilanciere del volume e il tasto accensione, una spia led di stato oltre all’ingresso jack da 3,5mm. Sul padiglione sinistro il pulsante ANC e la connessione USBC. Tutto è facilmente accessibile e bastano pochi minuti per acquisire la memoria della loro posizione.
Connessioni in quantità
Dal punto di vista delle connessioni, queste Kiwi Ears Ardor sono estremamente versatili. Oltre alla connessione in BT 5.4, le cuffie possono essere connesse con il cavo USB-C (quello in dotazione è un po’ corto per questo uso a dir la verità) e con il cavo Jack 3,5mm.
Specifiche Tecniche: Innovazione Sotto la Scocca
Parametro
Valore
Note Tecniche
Driver Configuration
40mm + 10mm Coassiale
Configurazione dual-driver dinamica
Risposta in Frequenza
10Hz – 40kHz
Estensione superiore alle specifiche audio CD
Impedenza
32Ω ± 10%
Ottimizzata per dispositivi mobili
Sensibilità
100dB ± 3dB @1kHz 1mW
Efficienza elevata
Bluetooth
5.4 (Bluetrum)
Codec SBC, AAC
ANC
Ibrido, -32dB ± 3dB
Array di 5 microfoni
Batteria
1100mAh Li-Po
140h (ANC off), 72h (ANC on)
Peso
286g
Categoria lightweight
Ricarica Rapida
10min = 8h playback
Tecnologia fast-charge
Suono Coassiale
Il cuore pulsante delle Ardor risiede nella loro configurazione dual-driver dinamica coassiale mutuata direttamente dalle migliori IEM del produttore. Questa configurazione prevede un driver principale da 40mm affiancato da un’unità da 10mm posizionata coassialmente. Questa soluzione ingegneristica, comune nel mondo degli IEM ma inusuale nelle cuffie over-ear economiche, mira a ottimizzare la risposta in frequenza e ridurre la distorsione armonica.
Analisi Sonora: signature quasi perfetta.
Le Kiwi Ears Ardor adottano un tuning ispirato alla Harman Curve, il riferimento scientifico sviluppato da Harman International attraverso studi psicoacustici su migliaia di ascoltatori. Questa curva di riferimento simula la risposta naturale dell’orecchio umano quando ascolta altoparlanti di alta qualità in un ambiente acusticamente trattato. Il riferimento alla curva è d’obbligo poichè, come vedremo, non essendo dotate di app proprietaria, non è possibile effettuare una equalizzaizone ad hoc o cambiarne il sound secondo le proprie preferenze. Ciò nonostante la signature di queste cuffie ci è decisamente molto molto piaciuta.
A sorprendere sono i bassi (20Hz-250Hz)che presentano una estensione Estensione profonda e controllata, con enfasi sulla regione 30-60Hz, una presenza misurata che evita la coloration tipica delle cuffie consumer nei mid bass e un ottimo controllo grazie ad un decadimento rapido che preserva la definiione nelle basse frequenze.
Nei medi (250hz – 4khz) le cuffie presentano un bilanciamento naturale che preserva il calore vocale delle voci maschili, con una leggera enfasi nella regione 2-4khz che si traduce in una eccellente chiarezza. La risposta è neutrale come si addice a delle cuffie monitor o IEM.
Gli alti (4kHz – 20khz) sono ariosi fino a 40khz, mai sibilanti con una presenza controllata nella regione 10-15kHz il che le rende particolarmente brillanti.
Tutto questo si traduce in una resa eccezionale sia con le voci calde maschili che con quelle femminili. “Hotel California” degli Eagles nella versione rimasterizzata del 2013, acquista nuova vita offrendo una timbrica e dettagli che abbiamo ascoltato solo con cuffie dal prezzo quasi triplicato. In “Walk on the wild Side” di Lou Reed, vi sembrerà di avere il contrabbasso di Herbie Flowers direttamente di fianco a voi.
Soundstage e Imaging
A sorprendere di queste cuffie “economiche” è la spazialità. Le cuffie offrono un soundstage incredibilmente ampio, che supera qualsiasi altra cosa nella stessa fascia di prezzo e forse tanti prodotti high-end solo nel prezzo. Il senso di profondità e di immersione tridimensionale è forse paragonabile a sistemi open-back magnetoplanari, come le Hifiman He400se. Ottima anche la definizione degli strumenti nello spazio e l’imaging, ovvero la precisione nella localizzazione delle sorgenti sonore. Questo le rende cuffie molto competenti anche in ambito gaming, sebbene la latenza in BT non sia paragonabile ad altre soluzioni gaming wireless.
Assenti i codec hi-def, gli assistenti vocali e qualche problema di compatibilità
Il vero limite nell’ascolto musicale di queste cuffie è l’assenza in BT del supporto ai codec ad alta definizione come LDAC o aptX HD, e in un DAC limitato a 24 bit/ 96kHz contro quello a 32 bit/96 kHz di soluzioni concorrenti. Quanto questi codec siano importanti, dipende fondamentalmente dall’utilizzo che farete di queste cuffie. LDAC è infatti disponibile nativamente solo su Android, mentre non è disponibile nè su MacOS nè su iOS, ed è attivabile (a pagamento) su Windows tramite software come Alternative A2DP Driver (di cui vi abbiamo già mostrato il funzionamento qui).
Abbiamo inoltre riscontrato un problema di compatibilità con alcuni PC. Attivando la connessione BT il suono era impastato, confuso. Su questi stessi PC in cui il BT sembrava funzionare così male inoltre, collegando le cuffie via USB o Jack, avvertivamo un rumore di fondo abbastanza fastidioso. Nessuno di questi problemi si è verificato con altri due PC utilizzati, nè con un Macbook Air M4 che pure abbiamo utilizzato per la prova, il che ci ha fatto concludere che deve trattarsi di una qualche forma strana di incompatibilità con alcune schede audio.
E in Gaming?
Le Kiwi Ears Ardor non sono sicuramente cuffie pensate per il gaming, ma come abbiamo visto le ottime capacità di Imaging e l’ampio soundstage le rendono perfette per questo compito a patto di scegliere come modaltià di connessione USB o Jack. In giochi in cui l’input lag è tutto, infatti, il ritardo introdotto dalla connessione BT potrebbe essere irritante per alcuni giocatori. Il problema scompare se collegate via Jack ma se si sceglie la connessione USB, la posizione della porta sul padiglione sinistro potrebbe esservi di intralcio soprattutto utilizzando il cavo in dotazione. Meglio dotarsi di un cavo USB C- USB C più lungo.
Su smartphone il ritardo BT è presente ma del tutto accettabile: in iOS < 40ms e tra i 60-80ms su Android.
Cancellazione attiva del rumore ibrida
Se a quanto detto in termini di qualità sonora e prezzo, aggiungete che queste cuffie dispongono anche di un sistema di cancellazione attiva del rumore capirete il perchè abbiamo definito queste cuffie impressionanti.
Le Ardor implementano un sistema di cancellazione attiva ibrida che combina una serie di microfoni esterni che captano il rumore ambientale prima che raggiunga l’orecchio più una serie di microfoni interni che monitorano il rumore residuo all’interno della coppa. Successivamente un algoritmo di fusione basato su un processore DSP combina i segnali per una cancellazione ottimale
Questo approccio, supportato da un array di 5 microfoni, promette una riduzione del rumore fino a 35dB, valore competitivo anche confrontato ad esempio con le Sony WH-CH720N, cuffie nella stessa fascia di prezzo, ma di un brand che ha fatto scuola in fatto di cancellazione attiva del rumore.
Basse frequenze (100-500Hz): -25dB (rumori di trasporto, ventilatori)
Medie frequenze (500Hz-2kHz): -30dB (conversazioni, traffico urbano)
Isolamento passivo: -15dB aggiuntivi nella regione media e alta
Autonomia: Stress Test Reali
I test di durata effettuati confermano le dichiarazioni del produttore, con circa 140 ore di autonomia senza ANC attivo che si riducono alle metà attivando l’ANC. Le cuffie dispongono anche di un sistema di carica rapida che permette di aumentare l’autonomia di 8 ore con appena 10 minuti di ricarica.
Qualità dei microfoni
Purtroppo la qualità dei driver non è pareggiata dalla qualità dei microfoni, e conseguentemente nella qualità delle registrazioni microfoniche. L’audio in studio pur se molto chiaro, appare un po’ spento, privo delle tonalità medie mentre l’audio registrato con il sottofondo della stazione di Milano, appare un po’ troppo compresso, e i rumori di fondo comunque restano presenti. Potete farvi un’idea come sempre, nel nostro classico test dei microfoni con il monologo di Andrew Ryan che trovate qui sotto e su Soundcloud (come reference per la mia voce potete utilizzare come sempre la registrazione con Rode Procast)
Commento finale
Le Kiwi Ears Ardor ci hanno letteralmente entusiasmato. Bassi presenti e secchi, alti cristallini, medi corposi e piacioni, il tutto offerto in un pacchetto piacevole dal punto di vista estetico che non fa piangere il portafoglio. Un vero cambio di paradigma che aspettavamo dai tempi dell’arrivo dei primi amplificatori in classe T di Tripath, che al loro arrivo sul mercato avevano dimostrato come l’innovazione tecnologica possa democratizzare esperienze audio precedentemente riservate a fasce di prezzo superiori. Con una signature sonora matura, ANC competitivo e autonomia record, le Ardor ridefiniscono cosa sia ragionevole aspettarsi da cuffie sotto i 100 euro. Non sono perfette – l’assenza di codec avanzati e di personalizzazione software, l’uso di sole plastiche, i padiglioni non molto grandi e soprattutto la parte microfonica non all’altezza, rappresentano compromessi tangibili che potrebbero essere determinanti se questi elementi sono essenziali per voi, ma il pacchetto complessivo possiamo garantirvi che supera significativamente la somma delle sue parti.
Per gli appassionati di audio che cercano il massimo valore senza compromettere la qualità sonora, per chi viaggia spesso e ha bisogno di una ottima cancellazione del rumore e di una autonomia prolungata, le Kiwi Ears Ardor non sono solo una scelta consigliabile: potrebbero essere il nuovo standard di riferimento per l’intera categoria soprattutto se si riesce a portarle a casa al prezzo di 75 euro in offerta sul loro sito.
The Alters è un ulteriore vigoroso esponente di un interessante trend del 2025. Mentre l’industria videoludica sta entrando sempre più in un pericoloso vortice di rincari e spese (tanto proibitive per le software house, quanto impegnative per i consumatori), c’è chi riesce ad andare in una direzione diversa. Produzioni graziate da budget ponderati e idee brillanti, in grado di arrivare sul mercato con la prelibeta congiunzione di elevatissima qualità e prezzo contenuto. Split Fiction e Clair Obscur: Expedition 33 sono solo un paio degli esempi illustri degli ultimi mesi. Arrivati sugli scaffali a poco meno di 50 euro ma capaci di segnare il panorama del nostro media (con il secondo soprattutto principale frontrunner al GOTY 2025).
A questa schiera di titoli sviluppati con cuore, testa e cognizione di causa si aggiunge proprio il nuovo titolo degli istrionici 11 bit studios. Tanto in veste di sviluppatori (This War of Mine, Frostpunk) quando in chiave di publisher (Indika, The Thaumaturge), il team polacco con sede a Varsavia è riuscito negli anni a ritargliarsi uno spazio grazie al connubio tra valore e cifra stilistica. The Alters propone una miscela sci-fi unica di elementi di sopravvivenza, avventura e base-building nel tentativo di aiutare l’unico sopravvissuto di una spedizione spaziale di sfuggire da un pianeta ostile. Come? Creando cloni di sé stesso. Intrigante? Diamine, si.
The Alters è disponibile dal 13 Giugno per PC (via Steam), Xbox Series e PlayStation 5. Inoltre è presente tra i titoli dell’Xbox Game Pass Premium.
Versione testata: PlayStation 5
Così è (se vi pare)
In un futuro in cui l’esplorazione spaziale punta alla ricerca di risorse e possibilità, Jan Dolski non rappresenta l’emblema di un uomo molto fortunato. Una vita di (pochi) alti e (tanti) bassi, che lo costringono stancamente ad accettare il ruolo di minatore nell’ambito di una missione spaziale organizzata dalla AllyCorp. L’ambizioso obiettivo della compagine è raggiungere un sistema remoto con tre stelle per recuperare una risorsa estremamente rata, il Rapidium. Un materiale in grado di poter riscrivere le leggi fisiche arrivando al punto da permettere di plasmare addirittura lo scorrere del tempo. Un lavoro già di per sé umile e pericoloso, che si mette ancora peggio.
La nave infatti precipita, lasciando Dolski come solo superstite in un territorio ostile ed inesplorato ed una base malridotta come unico riparo. Se già la sopravvivenza appare molto complessa, figuriamoci con il rischio imminente di una tempesta solare destinata ad ardere il corpo celeste. Una piccola possibilità di salvezza tuttavia si manifesta proprio grazie allo sfruttamento del Rapidium. Combinando le capacità uniche di questo materiale ad un avveniristico computer quantistico, Jan riesce a dar vita a nuove versioni di sé stesso: gli Alters. Non semplici cloni, bensì individui forgiati da differenti scelte di vita che li ha indirizzati verso professionalità e caratteri diametrali al protagonista. Proprio quello che occorre per avere una possibilità di salvezza.
Sopravvivere è l’unica cosa che conta.
I crediti verso alcune grandi tematiche della fantascienza sono evidenti (Il problema dei tre corpi di Liu Cixin), così come le fonti di ispirazioni in pellicole di culto (su tutte, Moon e Sopravvissuto – The Martian). Ma questo non deve distogliere. La scrittura di The Alters è di altissimo livello e riesce a coinvolgere magneticamente dall’inizio alla fine, addirittura ben oltre i titoli di coda.
Al di là dei macroeventi e dell’obiettivo di fondo (scappare verso la salvezza), quello che conquista è il modo in cui sono stati caratterizzati proprio gli Alters. Personaggi stratificati a tutto tondo, ricchi di sfumature e fascino, che veicolano molto più di quanto appare. Il viaggio di Jan alla scoperta delle proprie versioni alternative diventa infatti anche una metafora di un’odissea introspettiva, sui “se” della vita e sulle sue mille idionsincrasie. Qualcosa che è in grado di andare al di là di The Alters e portare i giocatori stessi a riflettere sul passato e, chissà, anche sul futuro.
Una profondità che emerge anche e soprattutto nel corso di run multiple. The Alters infatti non vi permetterà di conoscere nell’ambito di un’unica partita tutte le varianti di Jan, ma solo un numero limite. Pertanto, rigiocare l’avventura non solo vi permetterà di conoscere nuovi Alters, ma anche di assistere alla mirabile gestione dei rapporti imbastita da 11 bit studios. L’unico peccato? Attualmente non è presente una traduzione italiana ufficiale, pertanto parte del pubblico nostrano potrebbe non godersi al meglio la produzione. Per la cronaca, i giocatori PC potrebbero risolvere la questione con alcune mod amatoriali, disponibili da qualche giorno.
Quali scelte avranno portato un Alter a diventare medico?
Uno, nessuno e centomila
Se già l’eccellente scrittura di The Alters varrebbe da solo il costo del biglietto, anche il peculiare amalgama ludico impreziosisce la produzione.
Come accennato in premessa, The Alters si basa su un mix di sopravvivenza, avventura e strategia la cui base parte proprio dai replicanti di Jan Dolski. Posto infatti che le sue conoscenze da minatore non sono assolutamente sufficienti, dovrà ricorrere agli Alters per creare varianti con competenze adeguate. Al di là delle skill, tuttavia ognuno di essi dovrà essere gestito esattamente come un individuo con un proprio carattere, bisogni, paure ed aspirazioni. Equilibrare i turni lavorativi e curare le dinamiche di gruppo sarà una chiave fondamentale per il vostro successo. In un contesto non così pervasivo (ed estenuante) come The Sims, bensì molto più focalizzato e pragmatico.
Scegliere alcune biforcazioni nella vita di Jan apre le porte ad alcuni Alter incredibili.
Gran parte delle frizioni e delle necessità emergono poi dalla circostanza obbligata di dover condividere limitati spazi vitali al fine di orientarsi con coesione verso un obiettivo comune. In questo senso, The Alters prende spunto da Fallout Shelter nella sua componente strettamente base building. La peculiare base circolare che offre rifugio ai Dolski permtterà infatti di costruire nuove stanze, adatte tanto allo svago quanto al lavoro. La microgestione richiesta spazia dal posizionamento certosino alla gestione modulare della base, nella continua ricerca di una scelta tra efficienza produttiva e benessere degli abitanti.
L’ottimizzazione nell’uso delle risorse assurge ad un ruolo fondamentale. Si tratta forse dell’aspetto forse migliore dell’impianto ludico di The Alters, che mostra tutto il talento degli sviluppatori nel campo della strategia (come se non fosse già evidente dalla serie Frostpunk). Meglio puntare tutto sull’avanzamento tecnologico a scapito dell’umore generale o magari migliorare un’area relax per incrementare la salute psicologica del gruppo? La risposta non è mai banale, soprattutto se vorrete rincorrere gli interessanti incarichi secondari… a vostro rischio e pericolo. Perché l’orologio corre e non aspetterà nessuno.
Una schermata che ricorda tanto Fallout Shelter.
Ciascuno a suo modo
Il guaio dei sistemi con tre stelle (e gli spettatori abituali Netflix potrebbero saperne qualcosa) è che sono per loro stessa natura tremendamente imprevedibili. La danza degli astri influisce in modo inaspettato sulla gravità e sulle orbite planetarie, portando a situazioni di pericolo estremo nel giro di pochi istanti. La solita fortuna del nostro Jan, insomma.
L’avvicinamento progressivo di una stella in grado di incenerire la superficie del pianeta spinge dunque il giocatore ad una corsa contro il tempo in cui ogni scelta conta, soprattutto nelle fasi esplorative. Mentre infatti gli Alters svolgono le proprie funzioni alla base (ma anche al di fuori in certe occasioni e per determinate mansioni), starà a Jan il doversi avventurare sulla superficie del pianeta morto per recuperare le indispensabili risorse per il piano di fuga. In queste sezioni, l’inquadratura passa alla classica terza persona e si viene lanciati in mappe di dimensioni modeste con una spruzzata da metroidvania alla ricerca di Rapidium e non solo.
Esplorare è uno dei grandi temi del titolo.
Le fasi esplorative (soprattutto alle difficoltà più alte, che rendono più severa l’economia generale) rappresentano forse l’elemento più debole del gioco ma non tanto per la loro struttura, quando piuttosto per una sostanziale ripetitività. L’assenza di reali minacce (al di là delle anomalie) tende ad appiattire le sessioni di ricerca in un ciclico recupero di risorse. Persino l’urgenza del tempo che scorre tenderà da un lato a porre un limite al piacere della scoperta, dall’altro a venir meno man mano che vi dirigerete verso le fasi avanzate dell’avventura (dove i giocatori più abili riusciranno ad ottimizzare molto bene gli elementi gestionali, con i classici effetti a cascata tipici degli strategici).
The Alters risulta essere, inevitabilmente, un prodotto con qualche difetto ma graziato da quell’aura di imperfezione propria dei titoli destinare a diventare oggetto di culto. Picchi di grande lucidità si alternano ad alcuni compromessi (legati comunque alla natura economicamente contenuta della produzione), senza tuttavia mai perdere di vista una solida coerenza concettuale e narrativa. Se siete amanti della fantascienza e dei titoli fuori dagli schemi, 11 bit studios è ancora una volta un cavallo vincente sul quale puntare.
Al di là delle anomalie, non ci sono reali minacce là fuori.
Commento finale
The Alters si candida a pieno titolo tra le sorprese più piacevoli del 2025. 11 bit studios porta in scena un’odissea di sopravvivenza spaziale, mescolando generi e prendendo ispirazioni tra alcune delle migliori pellicole sci-fi degli ultimi anni. Una sceneggiatura d’autore ed una formula ludica che mescola sapientamente sopravvivenza, avventura e strategia da vita ad un titolo in grado di restare impresso nella memoria per tanto tempo. Sia chiaro: qualche piccola sbavatura c’è. Tuttavia l’avventura di Jan Dolski resta un titolo imperdibile non solo per gli amanti della fantascienza ma anche per tutti coloro che apprezzano produzioni all’insegna dell’originalità e del coraggio.
Videogiochi e Cucina, nonostante all’apparenza siano mondi diametralmente opposti, invece sono più vicini di quanto si possa pensare. Quante volte guardando un personaggio assaporare del ramen vi è venuta voglia di provarlo oppure quali delle discutibili creazioni di Link nelle sue recenti avventure videoludiche vorreste provare per scoprire l’effetto che fa.
Proprio per questo motivo, abbiamo deciso di indossare il cappello da Chef e selezionare alcune delle più interessanti ricette tratte dal mondo videoludico.
1. Minecraft – Lava Chicken
Il Lava Chicken di Minecraft non arriva direttamente dal gioco, ma dalla recentissima pellicola che ha visto il mitico Jack Black nei panni di Steve. Questo pollo “infuocato”, pensato solo per gli avventurieri più forti del Nether, può essere realizzato abbastanza facilmente (anche senza lava).
Ingredienti (per 4 persone):
8 cosce di pollo
2 cucchiai di paprika affumicata
1 cucchiaino di peperoncino in polvere
2 cucchiai di salsa BBQ piccante
2 cucchiai di olio EVO
Sale q.b.
Preparazione:
Prendete una ciotola e mescolate paprika, peperoncino, salsa BBQ, olio e sale. Massaggiate le cosce di pollo con la marinatura ottenuta e lasciar riposare il tutto per almeno 30 minuti. Disporre poi le cosce marinate su una taglia rivestita di carta forno e cuocete a 200 °C per 40 minuti circa, facendo attenzione a girarle a metà cottura. Portatele in tavola ancora calde ed accompagnatele con patate al forno o verdure grigliate. Steve sarebbe fiero di voi.
2. Yakuza – Ramen stile Kamurocho
Per chi come noi è cresciuto tra Anime, Manga e Videogames è impossibile non conoscere il ramen, un piatto nipponico che unisce noodles di grano (ideati in Cina e che suggerirono a Marco Polo l’idea degli spaghetti) e un ricco brodo a base di carne o pesce. Questo piatto si può trovare su Yakuza 0, prequel dell’intera saga che narra le vicende dei giovanissimi Kazuma Kiryu e Goro Majima. Il primo vive proprio a Kamurocho, un distretto fittizio ispirato alla zona di Kabukicho di Tokyo, e il ramen che vi proponiamo è più o meno lo stesso che potete provare nel gioco (siate clementi, non siamo espertissimi in ramen).
Ingredienti (per 4 persone):
360 g di noodles
250 g di lonza di maiale
4 uova
4 cipollotti
800 ml di brodo di pollo
2 cucchiai di miso
2 cucchiai di salsa di soia
1 spicchio d’aglio
Zenzero q.b
Preparazione:
Cuocere la lonza di maiale in forno per 40 minuti a 170 °C, poi affettarla sottilmente. Preparare il brodo scaldando nel brodo di pollo il miso, la salsa di soia, l’aglio schiacciato e lo zenzero grattugiato. Nel frattempo cuocere le uova per 7 minuti, raffreddarle e infine sbucciarle. Ultimi, ma non per importanza, far cuocere i noodles in acqua bollente, poi assemblare il tutto all’interno di una ciotola, con: brodo caldo, noodles, carne, uova tagliate a metà e cipollotto affettato fresco.
3. Final Fantasy XV – Triple Truffle Risotto di Ignis
Quando si parla di Cucina e Videogiochi non possiamo non menzionare Ignis, consigliere della Famiglia Reale del Regno di Lucis, amico di Noctis e cuoco provetto. Si tratta forse di uno dei personaggi secondari più apprezzati dai fan, probabilmente anche per la sua incredibile capacità di creare deliziosi piatti virtuali in grado di far venire l’acquolina in bocca a tutti noi. Visto che Ignis in questo viaggio è anche “Cuoco di Corte”, abbiamo scelto un piatto quasi regale, con un po’ di tartufo nero.
Ingredienti (per 4 persone):
300 g di Riso Carnaroli
2 cucchiai di olio EVO
1 cipolla piccola tritata
2 spicchi d’aglio tritati
250 g di funghi champignon
50 g di funghi misti
50 g di funghi pleurotos (noti anche come orecchioni)
175 ml di vino bianco secco
1 l di brodo vegetale
2 cucchiaini di burro
50 g di parmigiano
Prezzemolo, sale e pepe q.b.
20-30 g di Tartufo Nero estivo
Preparazione:
Soffriggere cipolla e aglio con olio EVO finché non si ammorbidiscono, aggiungere poi tutti i funghi tritati e cuocere finché l’acqua si ritira. Tostare il riso, sfumare con vino e aggiungere gradualmente il brodo vegetale caldo, mescolando spesso. A cottura ultimata, mantecare con burro, parmigiano e prezzemolo. Lasciar riposare un paio di minuti e servire su un piatto piano, lamellando sopra del tartufo nero e aggiungendo una macinata di pepe.
4. Monster Hunter: Rise – Sanshoku Dango
Meno eleganti dei piatti di Ignis, ma decisamente ricchi di gusto. I banchetti pre-caccia di Monster Hunter farebbero venire l’acquolina in bocca a chiunque. Infatti, tutti coloro che hanno giocato alla famosa serie targata Capcom, oltre alle epiche battaglie con gli enormi mostri che popolano il mondo di gioco, ricordano i succulenti di carne dei banchetti, perfetti per le grigliate tra amici in vista del Ferragosto. Noi però abbiamo deciso di proporvi gli sanshoku dango, dei gustosi spiedini dolci nippnici, direttamente da Monster Hunter: Rise.
Ingredienti (per 4 persone):
125 g di shiratamako (farina di riso glutinoso giapponese)
50 g di zucchero semolato
1 cucchiaino di tè matcha in polvere
1 cucchiaino di colorante alimentare rosso
Preparazione:
All’interno di una ciotola, unite lo shiratamako e lo zucchero. Versate dell’acqua tiepida un poco alla volta e mescolate il tutto fino ad ottenere un impasto liscio e compatto. In caso sia troppo secco aggiungete un po’ d’acqua, se invece l’impasto resta troppo morbido, mettete un pizzico di farina in più. Successivamente, dividete in tre parti uguali l’impasto ottenuto, una parte lasciatela bianca, mescolate una parte con colorante rosso per ottenere una sfera rosa e aggiungete del tè matcha alla terza per ottenere un impasto di colore verde. Formate delle palline di almeno 20 g l’una (4 per ciascun colore). Portate a ebollizione l’acqua e cuocete le palline per 10 minuti circa. Una volta a galla, mettetele subito in acqua fredda (per fermare la cottura) e poi scolare bene. Prendete degli stecchini per spiedini e infilate su ogni stecco (in questo ordine) una pallina rosa, una bianca e una verde. La merenda perfetta per cacciatori di mostri.
5. Portal – Foresta Nera (The Cake is a Lie)
Portal è un titolo davvero geniale ideato da Valve Corporation e arrivato ai giocatori all’interno della raccolta di giochi The Orange Box (conteneva Half-Life 2, Half-Life 2: Episode One, Half-Life 2: Episode Two, Team Fortress 2 e Portal). L’iconica frase, ormai meme, è riferita direttamente ad un graffito presente nel gioco, il quale ci avvisa che qualcuno ci sta ingannando. Qui invece, non c’è trucco e non c’è inganno, abbiamo solo pensato ad una buonissima (e verissima) Schwarzwälder Kirschtorte (nota anche come Foresta Nera).
Ingredienti (per 4 persone):
2 uova
60 g di zucchero
50 g di farina 00
20 g di cacao amaro
1 cucchiaino di lievito per dolci
200 ml di panna fresca
1 cucchiaio di zucchero a velo
100 g di ciliegie sciroppate (più alcune extra per decorare il tutto)
30 ml di liquore alla ciliegia Kirsch (facoltativo)
50 g di cioccolato fondente in scaglie
Preparazione:
Preparare una base montando le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungere farina, cacao e lievito setacciati, mescolare il tutto e versare delicatamente in uno stampo da 16/18 cm. Cuocere a 180 °C per almeno 25-30 minuti. Una volta fredda, tagliare la torta in due dischi. Nel frattempo, montare la panna (potete usare anche quella spray, ovviamente non è la stessa cosa, ma se volete fare presto può aiutare). Bagnare la base della torta con il liquore Kirsch (oppure con il liquido delle ciliegie sciroppate), farcire il primo disco con panna e ciliegie a pezzetti. Coprire con il secondo disco e spalmare la panna sia sopra che sui lati, poi decorare con scaglie di cioccolato fondente e ciliegie intere. A GLaDOS potrebbe non piacere, per questo motivo non dobbiamo fidarci delle IA.
6. The Legend of Zelda: BotW / TotK – Salmone alla Mugnaia
Dopo aver ingurgitato pozioni dei più svariati colori, anche il nostro eroe di verde vestito ha dovuto mettersi il grembiule e prepararsi da mangiare, sia per pura recuperare cuori che per sopravvivere all’ostile mondo di Breath of the Wilde e Tears of the Kingdom. E visto che tra le proposte di questo menu tra Videogiochi e Cucina non c’era nulla con il pesce, abbiamo scelto proprio un piatto realizzato proprio dal nostro pescatore/avventuriero/Chef di fiducia.
Ingredienti (per 4 persone):
4 filetti di salmone fresco
60 g di burro
2 cucchiai di farina 00
1 cucchiaio di succo di limone
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
2 cucchiai di olio EVO
sale e pepe q.b.
Preparazione:
Asciugare i filetti di salmone ed infarinarli leggermente su entrambi i lati. In una padella capiente, scaldate l’olio e metà del burro a disposizione. Cuocere i filetti 3-4 minuti per lato, finché non sono dorati e cotti al centro. Toglieteli dalla padella e teneteli al caldo. nella stessa padella, aggiungere il burro rimanente ed il succo di limone, mescolate per ottenere una leggera salsa. Rimettete i filetti in padella e copriteli con la salsa ottenuta. Servire con insalatina leggera a lato. Semplice e nutriente, perfetta per l’eroe che non deve chiedere mai.
Bonus: Kingdom Hearts III – Ratatouille
Pensavate che ci saremmo fermati a sei ricette? Se avete avuto la pazienza di arrivare fino a qui, meritate un bel regalo, si tratta di un piatto che abbiamo visto sia nell’opera animata Pixar “Ratatouille” che nell’ultimo titolo della saga di Kingdom Hearts. Infatti, nel terzo capitolo della saga, il piccolo Remy e Sora preparano numerosi manicaretti per il bistrot del piccolo topino francese, tra cui la ratatouille piatto tipico della cucina contadina d’oltralpe che ha dato il nome al film e ha stupito il severissimo critico culinario Anton Ego.
Ingredienti (per 4 persone):
1 melanzana
1 zucchina
1 peperone rosso
1 peperone giallo
2 pomodori ramati
1 cipolla rossa
2 spicchi d’aglio
4 cucchiaio di olio EVO
1 cucchiaino di timo secco
1 cucchiaino di origano
sale e pepe q.b.
foglie fresche di basilico per guarnire q.b.
Preparazione:
Lavate ed affettate a rondelle sottili tutte le verdure, cercando di mantenere la stessa dimensione. In padella, soffriggete l’aglio e la cipolla tritati con 2 cucchiai d’olio. Aggiungere i pomodori tagliati a dadini e cuocere per 10 minuti, fino ad ottenere una salsa rustica. Versate poi la salsa sul fondo di una pirofila. Disponete (alternando) le fette di verdura in cerchi concentrici sopra la salsa, creando un effetto ottico sublime. Condite con olio, timo, origano, sale e pepe. Coprire il tutto con carta forno e cuocere per 40 minuti a 180 °C. Togliete la carta forno e lasciate gratinare il tutto per altri 10 minuti. Servire tiepida con alcune foglie di basilico fresco sopra. Un piatto equilibrato che scalda il cuore, perfetto per una nuova avventura.
Grazie per averci accompagnato in questo viaggio tra Videogiochi e Cucina. Fateci sapere se avete mai provato a realizzare pietanze tratti dal mondo videoludico.
L’estate videoludica non è ancora finita, e Bandai Namco ha deciso di chiudere il mese di giugno con un annuncio a sorpresa: il Summer Showcase 2025 si terrà mercoledì 2 luglio alle ore 21.00 italiane, e sarà trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube ufficiale del publisher. Si tratterà di una presentazione corposa, con dodici giochi già confermati e almeno un annuncio inedito di grande richiamo, che promette di attirare l’attenzione dei fan degli anime e non solo.
Da My Hero Academia a Tekken 8: i titoli già confermati
Il gioco di apertura sarà un nuovo titolo dedicato a My Hero Academia, ancora senza nome ufficiale. Secondo le speculazioni, potrebbe trattarsi di un terzo capitolo della serie One’s Justice, ma Bandai Namco potrebbe anche puntare su una direzione totalmente nuova per sorprendere i fan dell’opera di Kōhei Horikoshi.
La lineup annunciata include poi Code Vein II, sequel dell’action RPG ispirato ai soulslike che ha saputo conquistare una nicchia appassionata; Death Note: Killer Within, misterioso progetto che riporta in scena uno degli anime più iconici di sempre; e Little Nightmares III, già molto atteso dagli amanti delle atmosfere inquietanti e surreali.
Non mancheranno anche aggiornamenti per Tekken 8, l’ultimo capitolo del celebre picchiaduro uscito a inizio anno, e per titoli completamente nuovi come The Blood of Dawnwalker, un GDR sviluppato dal director di The Witcher 3 che si preannuncia come una delle sorprese più ambiziose dello showcase.
Tra gli altri giochi presenti:
Digimon Story: Time Stranger
Patapon 1 + 2 Replay
Shadow Labyrinth
Super Robot Wars Y
Everybody’s Golf Hot Shots
Towa and the Guardians of the Sacred Tree
Una lista che spazia tra remake, sequel, revival e nuove IP, con titoli pensati per soddisfare gusti molto diversi e che confermano la volontà di Bandai Namco di presidiare tanto il mercato giapponese quanto quello occidentale.
Dove e come seguire il Summer Showcase
L’appuntamento con il Bandai Namco Summer Showcase 2025 è fissato per mercoledì 2 luglio alle ore 21.00 italiane. La diretta sarà trasmessa su YouTube, tramite il canale ufficiale dell’editore, e sarà visibile in tutto il mondo in contemporanea.
Non è ancora chiaro se i dodici giochi già annunciati rappresentino la lista completa dei titoli presenti, né se ci saranno ospiti speciali o reveal finali a sorpresa, ma stando a quanto anticipato, l’evento si preannuncia già come uno dei più ricchi e variegati di questa stagione estiva.
Con l’arrivo di Luglio, anche il 2025 entra nel cuore pulsante dei grandi blockbuster estivi: ecco “Gli Imperdibili”, con i nostri consigli sui migliori film e sulle migliori serie TV!
L’obiettivo della collana “Gli Imperdibili”, si badi bene, non è quello di consigliarvi necessariamente tutto ciò che di meritevole uscirà nel mese (qualcosa ci può sfuggire e possiamo sempre prendere dei piccoli granchi… siamo umani!). Tuttavia, l’obiettivo è indicarvi quelli che potrebbero essere i must watch, le produzioni più attese ed interessanti! Troverete appuntamenti direttamente nelle sale cinematografiche, così come produzioni Netflix, Disney+, Prime Video, Apple TV+, Paramount+ e chi più ne ha più ne metta!
Dopo un Giugno 2025 davvero ricco di uscite (sulle quali ha primeggiato l’importanza della stagione conclusiva di Squid Game), gli appuntamenti di Luglio graviteranno attorno a tre enormi produzioni destinate a contendersi il box office. Jurassic World – La Rinascita, I Fantastici 4: Gli Inizi e soprattutto Superman saranno i grandi protagonisti nelle sale cinematografiche. Netflix proporrà la stagione finale di The Sandman, Prime Video divertirà con Capi di Stato in fuga, Disney+ penserà ai più giovani con Zombies 4: The Dawn of Vampires, Apple TV+ risponderà con i nuovi episodi di Fondazione mentre Paramount+ ospiterà l’atteso ritorno di Dexter: Resurrection. Ma ci sarà davvero tanto per tutti i gusti, sia al cinema sia presso le piattaforme streaming.
Vi ricordiamo che potete tenere sotto controllo tutte le uscite principali del mese per Netflix dalla nostra rubrica. E adesso, largo ai nostri consigli!
2 Luglio
Capi di Stato in fuga (Film – Prime Video)
The Old Guard 2 (Film – Netflix)
Jurassic World – La Rinascita (Film – Cinema)
3 Luglio
The End (Film – Cinema)
The Sandman 2 – Prima parte (Serie TV)
9 Luglio
BALLARD (Serie TV – Prime Video)
Ziam (Film – Netflix)
Superman (Film – Cinema)
10 Luglio
TOO MUCH (Serie TV – Netflix)
11 Luglio
Fondazione 3 (Serie TV – Apple TV+)
Dexter: Resurrection (Serie TV – Paramount+)
Zombies 4: The Dawn of Vampires (Film – Disney+)
16 Luglio
L’estate nei tuoi occhi 3 (Serie TV – Prime Video)
So Cosa Hai Fatto (Film – Cinema)
17 Luglio
100 Litri di Birra (Film – Cinema)
El Jockey (Film – Cinema)
You’ll Never Find Me – Nessuna via d’uscita (Film – Cinema)
Star Trek: Strange New Worlds 3 (Serie TV – Paramount+)
UNTAMED (Serie TV – Netflix)
18 Luglio
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In Death Stranding 2, il piacere del cammino non è solo un espediente di gameplay, ma il cuore stesso dell’esperienza. Che sia una marcia sotto la pioggia, un momento sospeso tra la musica ambientale e l’orizzonte immobile, ogni tragitto ha un valore. Tuttavia, anche Sam Porter Bridges ha il diritto, ogni tanto, di evitare la fatica. Soprattutto quando dimentica un pacco in un armadietto a chilometri di distanza. Ecco perché il viaggio rapido diventa uno strumento fondamentale – ma come sempre nel mondo creato da Hideo Kojima, nulla viene concesso senza un prezzo.
Quando si sblocca il viaggio rapido in Death Stranding 2
Non aspettatevi di attivare subito il teletrasporto tra un centro logistico e l’altro. Il viaggio rapido si sblocca solo al termine dell’Ordine 12, nell’Episodio 3. È qui che affronterete uno dei primi snodi narrativi cruciali del gioco: un colosso meccanico in forma di BT ti sbarrerà la strada, e solo una volta sconfitto riceverai l’accesso alla funzione di fast travel.
Il gioco vi guiderà naturalmente verso la scoperta: dopo aver concluso l’ordine, farete ritorno nella vostra Stanza Privata. vi sveglierete dopo una breve sequenza di riposo e riceverete un messaggio chiaro. A quel punto, viaggiare rapidamente tra le zone già esplorate diventerà finalmente possibile.
Dove puoi andare (e dove no)
Non aspettatevi però di attraversare tutto il continente d’un tratto. Come da tradizione nella saga, il fast travel è limitato esclusivamente alle zone già visitate e considerate sicure. Nessuna scorciatoia per scoprire nuove strutture o saltare sezioni di gioco. Questo mantiene viva la centralità dell’esplorazione: Death Stranding 2 è, prima di tutto, un viaggio – e tale deve restare.
Inoltre, vale la pena ricordarlo: alcune aree possono risultare temporaneamente inaccessibili via viaggio rapido, a causa degli eventi narrativi o delle condizioni del terreno.
Attenzione alla valutazione “Magellan”
C’è un’altra limitazione da non sottovalutare. Se userete il fast travel mentre trasporti merci collegate a un ordine attivo, anche solo in parte, verrete automaticamente penalizzati. La valutazione finale di quella consegna sarà infatti classificata come Magellan, un’etichetta che indica che hai “barato” sul tragitto, a prescindere dalla qualità o rapidità della consegna stessa.
Chi punta alla perfezione nelle valutazioni, o chi cerca il massimo delle ricompense, dovrà quindi pensarci bene prima di cedere alla tentazione di una scorciatoia.
Come usare il Magellan per viaggiare rapidamente
Una volta sbloccata la funzione, accedere al viaggio rapido è semplice. Aprite la mappa e osservate l’angolo in alto a destra dello schermo. Qui troverete il comando per accedere al sistema Magellan, il tuo alleato nella mobilità rapida.
Tenete premuto il tasto X per aprire il menu e seleziona la tua destinazione. I luoghi compatibili con il fast travel saranno segnalati da una icona blu a forma di nave. Una volta scelto il punto di arrivo, premete “Parti” e accettate il messaggio che vi avvisa della valutazione Magellan nel caso voi stiate trasportando merci.
Il viaggio inizierà immediatamente, e Sam raggiungerà la nuova zona in pochi istanti, lasciandoti pronto per una nuova missione, una nuova esplorazione… o una nuova riflessione.
Per ulteriori approfondimenti sul titolo e per conoscere il nostro giudizio completo, potete leggere anche la nostra recensione di Death Stranding 2.
Epomaker è uno dei marchi leader nella produzione di tastiere pensate per i gamer. In passato abbiamo recensito diversi prodotti dell’azienda, come ad esempio la Epomaker Skyloong GK61, Shadow X, TH40 e TH80. Questa volta, l’azienda ci ha fornito la sua nuova opzione di “medio formato”, laEpomaker TH85, che offre eccellenti opzioni di connettività, un’esperienza di digitazione affidabile e, soprattutto, RGB praticamente ovunque.
Per chi vi scrive, trovare la tastiera giusta è sempre stato un fatto piuttosto serio. Se si scende a compromessi sulle dimensioni, si rischia di perdere tasti tradizionalmente importanti. Tuttavia, anche la scelta di un tipo di switch specifico, o persino di una combinazione di colori, comporta dei compromessi, quindi non esiste una linea di demarcazione netta in questo segmento. Tuttavia, con la TH85 di Epomaker, la sensazione è stata che questa tastiera potesse essere perfetta per qualsivoglia utilizzo, a partire dalle dimensioni, passando per l’aspetto, l’esperienza di digitazione e altro ancora.
Confezione di vendita
Tastiera Epomaker TH85
Cavo di ricarica intrecciato da USB-C a USB-A
2 switch aggiuntivi
Estrattore keycap/switch
Scudo antipolvere in plastica
Manuale di istruzioni
Unboxing
Aprendo la scatola, si è accolti da un packaging piuttosto semplice e decisamente migliorabile. La tastiera è protetta da uno scudo in plastica antipolvere (dust cover) ed è avvolta in una plastica opaca (abbastanza scivolosa, quindi bisogna stare attenti in fase di estrazione in quanto la tastiera potrebbe cadere accidentalmente) e appoggiata sul fondo della scatola (dove troviamo – una volta rimossa la tastiera – il logo TH85 e il manuale utente). In aggiunta, in uno scomparto ben visibile all’interno della confezione di vendita, si distingue chiaramente il cavo USB-C intrecciato di discreta qualità, un estrattore combinato per keycap e switch e degli switch Jade aggiuntivi.
Specifiche tecniche
Specifiche
Dettagli
Nome modello
EPOMAKER TH85
Numero di Tasti
84 tasti
Tipo di Montaggio
Gasket/Guarnizione
Profilo Keycap
PBT Dye-sub Cherry Profile
Materiale Case
Plastica ABS
Materiale Plate
PC
Tipo Stabilizzatori
Montati su piastra
Tipo PCB
Hotswap 3/5-pin
Connettività
Cablata Type-C, Bluetooth 5.0, 2.4G
Anti-Ghosting
NKRO/6KRO
Direzione LED
South-facing
Frequenza di Polling
– 1000 Hz (USB, 2,4 GHz) – 125 Hz (Bluetooth 5.0)
Capacità Batteria
4000 mAh
Compatibilità
Windows/Mac
Dimensioni
35 cm (L) x 14 cm (L) x 4,2 cm (A)
Peso
Circa 1 kg
La tastiera al momento in cui vi scriviamo è disponibile sul sito Epomaker ad un prezzo di 67,99 dollari e su Amazon.it al prezzo di 89,99 €.
Design e costruzione
L’Epomaker TH85 è un’elegante tastiera meccanica all’80%. È disponibile in tre varianti: bianco (con tasti esc e invio neri), nero (con tasti esc e invio bianchi), e bianco, nero e blu (noi abbiamo ricevuto quest’ultima ma – a nostro giudizio – tutte le combinazioni sono a dir poco fantastiche e decisamente azzeccate). Sul retro troviamo la porta USB-C e due switch, il primo che permette il passaggio da Windows a Mac e il secondo che invece consente di passare attraverso le diverse modalità di tri-connessione. La tastiera presenta anche la tradizionale illuminazione RGB rivolta a sud (South-facing), abbastanza delicata da non distrarre, ma sufficientemente luminosa da far risaltare la tastiera il che la rende un’opzione eccellente per gli amanti dell’RGB. Ciò che rende la tastiera differente rispetto ai competitor è la striscia RGB incastonata nella scocca attraverso una trama a rete sul retro e sui lati rialzati. La striscia è personalizzabile e conferisce all’unità un che di futuristico. Naturalmente è sempre possibile disattivare l’illuminazione RGB. Altre tastiere del produttore che abbiamo recensito in precedenza avevano luci RGB a malapena discrete o comunque non particolarmente convincenti mentre con la TH85 è evidente il netto passo in avanti dell’Azienda. Per quanto riguarda la qualità costruttiva, la scelta di utilizzare plastica rende il prodotto tanto solido – con una sensazione di alta qualità – quanto piuttosto leggero, ideale per chi volesse portarla con sé anche a lavoro.
Oltre all’estetica, questa tastiera offre un layout QWERTY all’80%, che sposta verso destra la sezione dedicata al tastierino numerico, come nelle tastiere tradizionali. Questo è un modo ottimale per ridurre le dimensioni della tastiera, dato che non si riscontrano compromessi in altri pulsanti, come i tasti funzione, e il design all’80% si distingue anche per la sua presenza piuttosto audace sulla scrivania. Questo design crea un equilibrio tra tutti gli elementi ed è una caratteristica da considerare se si cerca un’opzione compatta ma senza compromessi particolari. Infine – in termini di comfort – gli switch sono morbidi e l’angolo di digitazione è regolabile. Il mounting gasket conferisce una leggera flessione elastica, apprezzata soprattutto da chi scrive o gioca molto. Ma soprattutto, la TH85 offre alcune specifiche da non trascurare (soprattutto se siete videogiocatori). La tastiera vanta una bassa latenza (che i gamer apprezzeranno) sia con connessioni cablate che wireless. La latenza è di 2 ms con connessione cablata, 5 ms con il dongle a 2,4 GHz (nascosto sotto al piedino di sinistra) e 11 ms con Bluetooth.
Digitazione
Preinstallati su ogni tasto ci sono gli switch Creamy Jade di Epomaker, un tipo di interruttore lineare che permette di percepire il peso durante la pressione del tasto. A differenza degli switch tattili e a scatto, non si percepisce alcun suono aggiuntivo né un urto fisico
L’Epomaker TH85 è dotata di cinque strati di materiale fonoassorbente e tasti in plastica PBT già pre-lubrificati (che offrono un meccanismo lineare a 5 pin con una forza di azionamento di 45±5 gf, una forza di fondocorsa di 50±5 gf e una corsa totale di 3,6±0,04 mm), montati su guarnizioni (che smorza il suono), il che spiega perchè il suo peso sia di circa 1 kg. La combinazione di questi materiali crea un’esperienza – grazie agli switch Creamy Jade di Epomaker, opportunamente preinstallati su ogni tasto – di digitazione fluida con suoni simili a un leggero tamburellare sulla scrivania, una sorta di suono che potremmo definire “cremoso”. I tasti rimangono stabili indipendentemente dalla posizione delle dita, quindi, se si cerca di fare qualcosa velocemente, con la TH85 è fattibilissimo. Basta toccarli leggermente per percepire il peso di ciascuno degli 84 tasti pre-lubrificati, il che vi garantiamo è un’esperienza alquanto appagante. Anche gli stabilizzatori montati su piastra sono un punto forte dell’esperienza, modificando significativamente il suono di alcuni tasti e conferendo loro un suono più profondo. La TH85 è una tastiera solida e morbida, e potete ascoltarla voi stessi grazie al campione audio che abbiamo registrato:
Inoltre, i tasti in plastica PBT non solo garantiscono una certa durevolezza nel tempo, ma danno anche un aspetto più pulito al prodotto, poiché il PBT evita che le impronte delle mani rimangano sui tasti.
Esperienza d’uso
L’esperienza d’uso con la TH85 è stata più che positiva. In particolar modo, il fatto di dover applicare una “certa forza” in termini di pressione, da “quasi” l’assoluta certezza che quando si tocca accidentalmente un tasto che non si voleva pigiare questo non verrà registrato. La pressione dei tasti viene percepita solo quando si preme a fondo. Gli strati aggiuntivi di smorzamento acustico per rendere i clic più morbidi aggiungono un po’ di altezza aggiuntiva ai tasti rispetto alle tipiche tastiere da lavoro. Oltre alla tastiera, abbiamo utilizzato alcuni piccoli supporti che, ormai, sono indispensabili per questa tipologia di tastiere e un poggiapolsi (che consigliamo comunque, anche se le vostre mani riescono a raggiungere i tasti più in alto) come quello di Subsonic che abbiamo recensito insieme alla Sedia da gaming Pro e al tappetino da pavimento a tema Signore degli Anelli. Un altro aspetto che abbiamo apprezzato davvero di questa configurazione è l’eccezionale risposta a bassa latenza con ogni pressione che viene registrata correttamente con un ritardo minimo o nullo sia con connessione cablata che Bluetooth e a 2,4 GHz. Testando le modalità wireless, soprattutto per un uso normale, non abbiamo riscontrato differenze. Non abbiamo badato ai millisecondi di ritardo (anche perché sarebbe stato impossibile) tra le tre modalità, ma possiamo dirvi che per l’utilizzatore medio, dedito alla scrittura o al gaming questa tastiera funziona in modo eccellente. Quindi, cablata o meno, questa TH85 è fra le migliori scelte attualmente in commercio a patto di essere avvezzi al layout ANSI US, quindi privo di tasti accentati che per chi scrive in italiano può essere una limitazione.
Software e personalizzazione
Purtroppo, Epomaker TH85 non dispone di un software proprietario, ma utilizza un programma open source chiamato VIA. Per personalizzare la TH85, è necessario inserire un file .JSON nel programma, che crea un profilo univoco con impostazioni specifiche per quella tastiera. VIA è piuttosto amata nel mondo delle tastiere meccaniche per la sua facilità d’uso e per la possibilità di bypassare i software proprietari, ma presenta anche una buona dose di problemi, come il fatto di funzionare solo su determinati browser. Potrebbe essere un’opinione controversa, ma chi vi scrive non ha particolarmente apprezzato la limitata esperienza avuta finora e che potremmo definire un po’ grezza e non sempre stabile. Non fraintendetemi, VIA è veloce, reattivo e offre agli utenti numerose opzioni di personalizzazione, soprattutto per quanto riguarda macro e rimappatura, ma il suo tentativo di essere un software “onnicomprensivo” lo rende un po’ carente se confrontato con software dedicati ad una determinata tipologia di tastiera.
Come riporta la pagina del prodotto, il software VIA permette agli utenti di personalizzare la propria tastiera con funzioni personalizzate dei tasti, macro di programmazione e la possibilità di regolare l’illuminazione RGB dinamica per giochi specifici o impostazioni di lavoro. Usando il tasto Fn, è possibile modificare facilmente le impostazioni del colore direttamente dalla tastiera, con ogni luce rivolta verso sud e RGB per tasto. abbiamo trovato interessante che i tasti numerici si illuminino di verde a seconda del livello di potenza della tastiera stessa.
Commento finale
Nel complesso, se cercate una tastiera meccanica economica, solida e che sembra di alta qualità e al giusto prezzo che non sacrifichi le prestazioni, la Epomaker TH85 è un’ottima scelta in quanto riesce agevolmente a gestire qualsiasi attività, con qualsiasi tipologia di connessione (il selettore a tre modalità semplifica notevolmente il passaggio da un dispositivo all’altro) e senza alcuna latenza percepibile. Grazie alla sua fluidità e comodità di scrittura, con numerose funzioni accessibili tramite le scorciatoie integrate (accompagnata da un’acustica fantastica che non risulta mai troppo rumorosa) – la tastiera è diventata la nostra partner quotidiana. La mancanza di un software “vero e proprio” è sicuramente un peccato così come la durata della batteria (un po’ deludente) di circa 5 ore. È gestibile e più che sufficiente per la maggior parte degli utenti, ma è inferiore rispetto ad altre tastiere Epomaker. Insomma se vi piace i formato ridotto, la TH85 – ad un prezzo ampiamente inferiore ai 100 € – è senz’altro un ottimo punto di partenza.