Con le cuffie Airlite Fit, il produttore americano Turtle Beach ha dimostrato di avere idee ben chiare in mente. Puntando con decisione al segmento di mercato di primissima fascia, il nuovo headset nato dalla collaborazione ufficiale con Nintendo vuole rappresentare una valida alternativa per tutti coloro che desiderano prendere confidenza con il mondo delle esperienze sonore.
Un prodotto dunque dedicato a quanti muovono i primi passi nel campo delle cuffie da gaming, con una sintesi ideale tra semplicità di utilizzo, buone performance tecniche e prezzo altamente competitivo. Ma anche con un’attenzione speciale al design, perché si sa: anche l’occhio vuole la sua parte.
Il packaging delle Airlite Fit conferma ancora una volta l’estrema attenzione di Turtle Beach nel realizzare confezioni resistenti e compatte.
Al netto di dimensioni particolarmente generose (228mm x 228mm x 98mm), la confezione offre una grande sicurezza all’headset pur tuttavia presentando una quantità di plastica superiore rispetto alla concorrenza per prodotti rivolti alla stessa fascia di utenza. Ci riferiamo espressamente al sacchetto di plastica (tecnicamente LDPE4) che custodisce le Airlite Fit. Pur trattandosi di polietilene a bassa densità (riciclabile), in un panorama che tenta di ridurne il più possibile l’utilizzo in nome delle ecosostenibilità, ci auspichiamo che Turtle Beach possa trovare una soluzione alternativa in futuro.
Al di là di questo aspetto, la confezione rivela al suo interno un contenuto prettamente essenziale. Oltre ad un conciso manuale di istruzioni (una quick start guide), le cuffie sono l’unico elemento presente all’interno del robusto vassoio di cartone (PAP22). Non vi sono infatti ulteriori elementi, visto che si tratta di cuffie wired (non rimovibile) con microfono Flip-to-Mute.
Un’offerta decisamente minimalista che sposa l’idea concettuale del prodotto e non rinuncia alla protezione dell’headset.
Pungi come un’ape, vola come una farfalla
Ciò che colpisce da subito delle Airlite Fit è il design studiato dagli ingegneri di Turtle Beach, unito ai rigidi controlli di qualità e sicurezza Nintendo.
Questo headset punta anzitutto ad offrire una struttura ergonimica con una vestibilità sicura, adattabile con la pratica fascia regolabile. Il comfort offerto è massimo, grazie anche ai soffici cuscinetti in maglia Jersey sopra l’orecchio che riescono a filtrare il rumore (pur non essendoci una espressa tecnologia correttiva al riguardo) e fanno risaltare alti nitidi e bassi potenti.
Il merito di un’esperienza sonora è da attribure agli altoparlanti over-ear da 40 mm (con magneti al neodimio). Pur essendo meno potenti di altri prodotti della stessa fascia, l’audio proposto raggiunge un buon compromesso con sia nei bassi che negli alti, assicurando una esperienza di gioco di qualità.
La caratteristica tuttavia più sorprendente delle Airlite Fit è la loro incredibile leggerezza. Parliamo infatti di soli 228 grammi. Una vera e propria piuma, adatta non solo per affrontare lunghe sessioni di gaming ma anche per tutti coloro che non soffrono pesi superiori sulla testa e sul collo per troppo tempo.
Ogni lungo viaggio inizia con il primo passo
L’altra feature che contraddistingue il prodotto Turtle Beach è la presenza di un microfono bidirezionale a cancellazione di rumore con funzione Flip-to-Mute.
Laddove altri headset propongono soluzioni rimuovibili, l’azienda californiana ha optato per una soluzione fissa in grado di fornire una comunicazione vocale di ottima qualità capace di ridurre al minimo i rumori di fondo e ambientali con la cancellazione del rumore. Quando non lo si utilizza, è sufficiente girare il microfono verso l’alto per disattivarlo e far calare il silenzio radio nelle vostre sessioni di gioco online. Un meccanismo pratico e facile da utilizzare, con un’asticella altresì molto regolabile in base alle esigenze. Forse addirittura fin troppo morbida, soprattutto in caso di approcci bruschi.
Una particolare nota di merito va poi alle varianti cromatiche delle Airlite Fit. Dalla elegante colorazione Bianco & Nero passando per la stravagante Viola Fantasma, la corona spetta tuttavia alla stupenda Blu & Rosso Neon. Il rimando ad uno dei layout più famosi di Nintendo Switch la renderà verosimilmente la scelta preferita dal pubblico ed anche dai collezionisti.
La nostra esperienza con le Airlite Fit si è rivelata molto gradevole, una volta accolta pienamente la filosofia alla base del prodotto Turtle Beach. Si tratta infatti di una primissima proposta per tutti coloro che vogliono entrare nel mondo degli headset da gaming, con una particolare attenzione al prezzo ma senza rinunciare ad una buona qualità e soprattutto una comodità significativa. Indubbiamente, il pubblico più smaliziato non sarà granché affascinato da questo articolo, essendo orientato maggiormente verso prodotti più completi ad un budget più corposo. Per tutti coloro che invece desiderano muovere i primi passi nell’universo delle esperienze sonore, la proposta Turtle Beach rientra sicuramente tra le opzioni migliori sul mercato.
Commento finale
Con le Airlite Fit, l’azienda californiana Turtle Beach decide di realizzare un prodotto in grado di rispondere alle esigenze di chi muove i primi passi nel mondo delle cuffie da gaming. Puntando ad un segmento di mercato prettamente entry level, il nuovo headset nato dalla collaborazione con Nintendo (con il pieno supporto alla famiglia Switch) rappresenta un prodotto sincero in cui le caratteristiche accessorie vengono messe in secondo piano per favorire la leggerezza, un suono di buona qualità ed un prezzo concorrenziale. Il microfono direzionale con funzione Flip-to-Mute convince, anche al netto di una delicatezza che richiede un minimo di attenzione nell’uso quotidiano. Ottime le varianti di colorazioni, sulle quali spicca la Blu & Rosso Neon che rievoca uno dei layout più celebri della console ibrida di Kyoto.
Mythicals pone una domanda molto semplice al pubblico dei giochi da tavolo competitivi: quanto siete disposti a rischiare? Un quesito che spesso è minimo comun denominatore di tanti prodotti, ma che nella nuova proposta di Repos Production si colora di strategia, mitologia e tantissima personalità.
Ideato da Alexis Allard (Welcome to the Moon) e Joan Dufour (Dream Runners) con la preziosa collaborazione artistica di Marina Coudray (già autrice di alcune espansioni di Dixit), Mythicals è un titolo tattico 1 contro 1 basato su meccaniche set collecting e risk-taking. Riuscirete a dominare gli elementi e sfruttare decisioni ardite a vostro vantaggio per ottenere la vittoria?
Mythicals è disponibile al prezzo di € 16,99 dal 28 Marzo nei negozi fisici e presso i rivenditori online (come Amazon), distribuito nel nostro Paese da Asmodee Italia.
Confezione di vendita
Non è mistero il nostro amore per i packaging compatti e Mythicals riesce ad entrare a pieno titoli in questa categoria.
Abbracciando uno dei formati più diffusi (17 cm di lunghezza per 12,1 cm di altezza, oltre a 3,8 cm di profondità), il competitivo di Asmodee si contraddistingue meritatamente come un titolo perfettamente tascabile. Se le dimensioni sono un ottimo biglietto da visita per i giocatori che amano portarsi dietro i propri titoli preferiti, anche dal punto di vista artistico la confezione lascia il segno.
La copertina stessa anticipa infatti una delle migliori caratteristiche di Mythicals: la sua straordinaria direzione artistica. Abbiamo così un assaggio del tema mitologico del prodotto, con alcune delle creature reinterpretate da Marina Coudray in convergenza verso il logo del titolo, che anticipa altresì il tema dell’alternanza tra giorno e notte.
All’interno della confezione troviamo poi un insieme ordinato di elementi: il manuale di istruzioni, la plancia di gioco (tripartita in tre sezioni), le immancabili fustelle da cui ricavare alcune meeple (20 tessere Maestria), 16 segnalini Bonus, 48 carte Creatura ed una carta Giorno. Tutto di ottima qualità e perfettamente organizzato, con degli spazi idonei per riporre i componenti anche dopo l’utilizzo iniziale. Peccato che lo spazio sia verosimilmente un po’ ridotto per poter ospitare facilmente le bustine protettive per le carte, che meritano davvero di essere preservate nel tempo.
Regole della partita
Ambientato in un mondo di creature che si manifestano attraverso la magia degli elementi naturali, Mythicals persegue una filosofia ben precisa che mette l’accessibilità e la facilità di assimilazione al primo posto.
Esperite le rapide formalità legate alla predisposizione dell’area di gioco secondo le istruzioni del succinto ma esplicativo manuale, i giocatori prenderanno confidenza con le regole del gioco. L’obiettivo è raccogliere carte dello stesso colore, creare set di carte per ottenere tessere Maestria e accumulare punti vittoria. Il tutto sotto l’alea della comparsa della carta Giorno, che segnerà l’imprevedibile fine della partita.
Dal mazzo della carte Creatura, si rimuove la carta Giorno e se distribuiscono due a ciascun giocatore, che le dispongono le scoperte sul tavolo. Ogni giocatore deve avere due carte di diverso colore: se ce ne sono di uguali, una va rimescolata al mazzo. Ottenuto il setup iniziale, si pescano ulteriori otto carte Creatura, si aggiunge la carta Giorno e si mescolano. Queste carte vengono poi collocate al di sotto delle carte rimanenti per formare il mazzo di gioco.
In ciascun turno ogni giocatore, nel suo turno, deve raccogliere delle carte a scelta tra il mazzo o dalla riserva. Nel primo caso, si scoprono tre carte e si prendono quelle dello stesso colore scartando la residua nella riserva. Nel secondo caso, si prendono tutte le carte dello stesso colore dalla stessa riserva. Laddove la mano del giocatore presentasse due carte identiche per colore e valore, deve cederla all’avversario.
Come azione facoltativa, il giocatore può poi scambiare le carte raccolte con le tessere Maestria disposte sul tabellone, suddivise per colore e “costo”. Collezionare tali tessere è un elemento fondamentale verso la vittoria visto che attribuiscono i punti necessari a prevalere sull’avversario. Dopo aver preso una tessera, è possibile rafforzare un’altra tessera Maestria elevandone il punteggio col piazzamento dei segnalini Bonus oppure bloccare una tessera Maestria per impedirne il futuro rafforzamento.
Il gioco prosegue finché non viene pescata dal mazzo la carta Giorno. A quel punto la partita si conclude, si seguono le indicazioni per il calcolo del punteggio e si determina il vincitore della sfida.
L’esperienza di gioco
Mythicals riesce a proporre un’esperienza competitiva avvincente mescolando diverse meccaniche, dal più classico dei push your luck al set collection passando per la gestione della propria mano e la pianificazione strategica.
Nel corso della nostra prova, abbiamo apprezzato sensibilmente il ritmo di gioco e la durata molto contenuta delle partite. Parliamo di un minutaggio che oscilla tra i dieci ed i quindici minuti, che incoraggia la rigiocabilità ed esalta l’anima filler di Mythicals. Allo stesso tempo, la rapidità del gioco permette anche di soprassedere sugli aspetti più casuali del regolamento. Se la componente legata alla fortuna inequivocabilmente c’è, è altrettanto vero che la durata contenuta e le sfumature tattiche dell’esperienza agiscono come un’efficace livella che permette di vivere un’esperienza tendenzialmente più equa. Certamente i colpi di coda possono sempre avvenire, ma nulla che non possa essere lavato via nel giro di una mezz’ora con una sequenza di nuove partite.
Pur non rivoluzionando praticamente nulla nel panorama dei competitivi, Mythicals riesce tuttavia ad essere un’esperienza divertente in grado di inserirsi con gusto nelle serate noiose. La facilità del regolamento permette a chiunque di approcciarsi in pochi minuti e di apprezzarne tutte le accessibili qualità. Se proprio dobbiamo contestare qualcosa, il tabellone non ci ha convinto granché. Non tanto per struttura e design, quanto piuttosto per la sua natura tripartita. Esso va infatti composto mettendo tre segmenti l’uno accanto all’altro: non proprio una scelta comodissima, visto che espone il tabellone ad urti e disallineamento.
Ma l’aspetto sul quale non possiamo assolutamente sorvolare è la direzione artistica delle carte. L’estro di Marina Coudray ci ha regalato degli autentici capolavori, in un tripudio di forme e colori che lasciano ammaliati per dinamicità e composizione. Il formato che rimanda ai tarocchi è un ulteriore tocco di classe che rende Mythicals quasi obbligatorio da possedere in collezione anche solo per godersi la bellezza delle mitologiche bestie rappresentate. A tal riguardo, vi consigliamo caldamente di proteggere con un metodo adeguato l’integrità delle carte. Sebbene non siano granché sollecitate nel corso delle partite, sarebbe davvero un peccato se si deteriorassero.
Commento finale
Proposto da Repos Production ed Asmodee Italia, Mythicals è un avvincente competivivo per due giocatori basato sullo scontro strategico tra creature leggendarie. La fusione tra dinamiche push your luck e set collection, unita alla rapida durata delle partite, rendono l’esperienza divertente e rinfrescante anche al netto di una originalità non così marcata. Le caratteristiche del titolo permettono alla tenacia ed al rischio di danzare anche e soprattutto nei piccoli ritagli di tempo, per vivacizzarli con una sfida sempre fresca ed intrigante. A conquistare senza mezzi termini è poi la straordinaria direzione artistica di Marina Coudray, capace di realizzare delle carte semplicemente meravigliose che valgono da sole il prezzo del biglietto.
Il gaming mobile è diventato più di una semplice distrazione occasionale: è ora un’esperienza completamente immersiva che rivaleggia con i tradizionali giochi per console e PC. Con i progressi nella grafica, nel gameplay e nella compatibilità multipiattaforma, i gamer mobile richiedono sempre di più dai loro dispositivi. Per soddisfare queste esigenze, il mercato degli accessori per il gaming mobile è esploso, offrendo strumenti che trasformano smartphone e tablet in macchine da gioco ad alte prestazioni. Che tu sia un giocatore occasionale o un giocatore competitivo, l’attrezzatura giusta può migliorare le tue sessioni di gioco mobile da semplici a eccezionali.
Perché gli accessori per cellulari sono importanti
I touchscreen da soli non sono sempre l’ideale per un controllo preciso, soprattutto in giochi frenetici come Call of Duty: Mobile o PUBG Mobile. Se a questo si aggiungono il disagio di lunghe sessioni di gioco su uno schermo piccolo e il continuo consumo di batteria, è chiaro che gli accessori non sono solo un lusso, ma stanno diventando necessari.
Controller, ventole di raffreddamento, power bank e cuffie di alta qualità possono cambiare radicalmente l’esperienza di gioco. Non solo offrono maggiore comfort e controllo, ma consentono anche di giocare più a lungo senza compromettere le prestazioni o il divertimento.
Questo vale non solo per i titoli d’azione più frenetici, ma anche per le piattaforme di casinò online, dove lunghe sessioni ai tavoli virtuali o alle slot machine beneficiano dello stesso comfort, del supporto della batteria e dell’audio immersivo. Molti dei miglior i nuovi casino siti offrono esperienze mobili fluide su migliaia di giochi in cui i giocatori possono usufruire di pagamenti rapidi tramite metodi di transazione flessibili e ricevere bonus generosi come premi di benvenuto, offerte di cashback e giri gratuiti, quindi migliorare la tua esperienza con gli accessori per il gioco mobile porterà un’esperienza già entusiasmante a nuovi livelli, sia che tu sia in movimento o a casa.
Con gli accessori giusti, il gaming su dispositivi mobili diventa meno una questione di limitazioni e più una questione di sprigionare tutto il potenziale del tuo dispositivo: comfort, prestazioni e immersione, tutto in uno, ovunque tu giochi.
Controller: la precisione nelle tue mani
Uno degli accessori per il gaming mobile fondamentali è sicuramente il controller. Questi dispositivi si collegano direttamente allo smartphone tramite USB-C o tramite Bluetooth, offrendo un controllo simile a quello di una console handheld come Steam Deck o Ally X che i pulsanti touchscreen semplicemente non possono eguagliare. Per titoli che richiedono riflessi rapidi e precisione, come Fortnite o Asphalt 9, ma anche per giocare con i titoli xCloud su Game Pass (qui trovi una guida per risparmiare tantissimo) un controller fisico rende i movimenti e il combattimento più fluidi.
Marchi come Razer (Kishi), Backbone e GameSir offrono accessori per il gaming mobile di alta qualità compatibili con dispositivi Android e iOS. Questi controller sono spesso dotati di pulsanti aggiuntivi, impugnature ergonomiche e connettività a bassa latenza, offrendo ai giocatori un vantaggio competitivo. Il nostro preferito è il Gamesir G8 Galileo (la recensione qui) che porta su smartphone tutte i vantaggi di un vero e proprio controller console, tra cui analogici Hall Effect per combattere il drifting, stick sostituibili per regolarne l’altezza, impugnatura ergonomica. Un altro controller che abbiamo molto apprezzato è il PowerA Moga XP7-X plus, di cui trovate una breve review video qui sotto, che integra una powerbank per non rimanere mai a secco dopo intense sessioni di gaming: del resto lo smartphone serve “anche” per telefonare…
Ventole di raffreddamento: mantenere elevate le prestazioni
Sessioni di gioco prolungate possono surriscaldare il telefono, riducendo le prestazioni e riducendo la durata del dispositivo. Le ventole di raffreddamento a clip e i case con raffreddamento termico sono progettati per dissipare il calore in modo efficiente, aiutando il telefono a mantenere prestazioni ottimali anche durante sessioni di gioco graficamente intense.
Alcuni modelli avanzati, come il Black Shark FunCooler o il dissipatore ASUS ROG AeroActive, sono dotati di illuminazione RGB, velocità delle ventole personalizzabili e persino monitoraggio della temperatura tramite app complementari.
Power Bank: gioca più a lungo, ovunque
Non c’è niente di peggio che la batteria che si scarica a metà partita. I power bank sono un must have per i gamer in movimento. Cercate modelli con funzionalità di ricarica rapida e alta capacità (10.000 mAh o più) per assicurarvi di poter ricaricare più volte. Alcuni power bank sono persino progettati specificamente per il gaming, con funzionalità di ricarica passthrough che consentono di ricaricare il dispositivo mentre si gioca senza surriscaldarlo.
Anche i power bank wireless o batterie magnetiche per dispositivi compatibili con MagSafe stanno diventando sempre più popolari, grazie alla loro praticità e al loro elegante fattore di forma. Questo di Varta per esempio, è perfetto anche per il gaming in movimento.
Marchi come SteelSeries, Turtle Beach e Razer offrono cuffie da gioco specifiche per dispositivi mobili, che includono funzionalità come isolamento acustico, microfoni integrati e design confortevoli, pensati per un uso prolungato. I giocatori che preferiscono le opzioni wireless possono optare per auricolari con modalità gaming per ridurre la latenza.
Stand: Il comfort prima di tutto
Se giochi a un tavolo o a una scrivania, supporti e supporti regolabili possono ridurre l’affaticamento delle mani e aiutarti a mantenere una postura migliore. Questi accessori mantengono il telefono stabile con la giusta angolazione di visione, il che è utile per i giochi che non richiedono un input costante, come i giochi di strategia o i simulatori.
Alcuni accessori per controller sono dotati anche di supporti regolabili per il telefono, creando una configurazione all-in-one perfetta per sessioni più lunghe o servizi di cloud gaming come Xbox Cloud Gaming e NVIDIA GeForce NOW.
Espansione di archiviazione: conserva tutti i tuoi giochi
I giochi moderni sono di grandi dimensioni e i dispositivi mobili si riempiono rapidamente di download. I dispositivi di archiviazione esterni o le schede microSD (per gli utenti Android) consentono di espandere lo spazio e archiviare più titoli, aggiornamenti e filmati di gioco. Alcuni giocatori utilizzano persino unità flash USB-C per un accesso rapido e per i backup.
Considerazioni finali
Gli accessori per il gaming mobile non servono solo ad aggiungere un tocco di stile: sono strumenti pratici che migliorano prestazioni, comfort e praticità. Con la giusta combinazione di controller, cuffie, power bank e sistema di raffreddamento, il tuo smartphone si trasforma in un vero e proprio concentrato di potenza per il gaming.
Con la continua evoluzione dei giochi per dispositivi mobili in termini di complessità e dimensioni, aspettatevi che questi accessori diventino essenziali per chiunque voglia seriamente giocare in mobilità. Che si tratti di competere in partite classificate o semplicemente di immergersi nel vostro gioco di ruolo preferito sull’autobus, l’equipaggiamento giusto fa la differenza.
C’è sempre qualcosa di emozionante nel provare per la prima volta la principale esclusiva di lancio di una nuova console Nintendo e Mario Kart World non fa eccezione. Sarà perché il gigante di Kyoto è cuore ed anima del nostro passatempo preferito. Sarà perché solo la grande N è in grado di far tornare bambini anche i più grandicelli, facendo appello a quel senso di meraviglia e stupore che gli anni a volte rischiano di adombrare nella sensibilità degli adulti. Sarà perché Mario Kart è una saga leggendaria nel mondo del gaming, capace di inventare un genere ed alimentarlo incessantemente nel corso degli ultimi trent’anni.
Inaugurare Nintendo Switch 2 diventa dunque uno spartiacque storico per il gaming, che assiste all’avvento della nuova generazione dell’azienda giapponese ed anche al ritorno di un brand assente dalle scene da oltre dieci anni. Perché effettivamente quel Mario Kart 8 tanto glorificato e supportato nel corso degli anni, esordiva a ben vedere nel lontanissimo Maggio del 2014 sulla sfortunata WiiU. Rinato in versione Deluxe sulla prima Nintendo Switch circa tre anni dopo ed al netto di un rigoglioso fiorire di DLC, l’ironia della sorte ha visto proprio una delle saghe più fortunate della grande N priva di un nuovo capitolo per oltre una decade.
Consci di questo lungo hiatus, Mario Kart World si presenta ai nastri di partenza con un carico esponenziale di novità che segnano al contempo un punto di rottura e di svolta nella serie. Tuttavia si sa: quando si cambia molto, si rischia sempre di scontentare qualcuno. Scopriamo insieme perché Mario Kart World è probabilmente il capitolo più rivoluzionario del franchise Nintendo.
Il titolo è disponibile dal 5 Giugno in esclusiva per Nintendo Switch 2 in edizione digitale e fisica.
Versione testata: Nintendo Switch 2
Un mondo di possibilità
La principale caratteristica presentata fin dall’annuncio del titolo è la nuova dimensione fortemente inseguita e voluta da Mario Kart World.
Proprio il “mondo” che da il nome al nuovo capitolo del franchise è la lente attraverso cui guardare tutte le scelte poste in essere dal team di sviluppo. Per la prima volta, Mario Kart viene ambientato in una vasta area esplorabile all’interno della quale si trovano la bellezza di trentadue piste e ben centodiciassette (!) strade di congiunzione. Una mappa aperta che non vuole tuttavia essere solo una gimmick tecnica, bensì una consapevole decisione di game design con reali e concrete ripercussioni.
Il maggior numero di corridori in pista è stato reso possibile proprio dalla diversa prospettiva di World.
Aumentando a dismisura le dimensioni del mondo di gioco, Mario Kart World ricontestualizza il proprio gameplay espandendo non solo il numero di corridori (ventiquattro) ma ripensando a dovere il track design. Da questo punto di vista, le piste del titolo sono con molta probabilità tra le migliori dell’intera serie. Ispirate, ricche di dettagli ed immensamente stratificate (ci torneremo…), si tratta di un vero e proprio picco raggiunto da Nintendo sia nella rielaborazione di vecchie glorie sia nella creazione di brillanti novità. Tutto è stato pensato e plasmato per trovare un senso ed uno scopo all’interno di un disegno più grande, con evidenti risultati che non possono che entusiasmare i fan della serie.
Vogliamo tuttavia affrontare subito un tasto dolente. La modalità Corsa Libera (la possibilità di girare liberamente in questo vasto mondo) si è rivelata molto meno curata di quanto avremo sperato. Se l’assenza di una coesa modalità Storia continua ad essere un peccato ricorrente nella saga, alcune scelte legate all’esplorazione ci hanno lasciati interdetti. Ci riferiamo espressamente all’inspiegabile mancanza di un elenco delle missioni presenti (le famigerate trial con i pulsantoni P) e dei collezionabili da scovare, che rendono l’approccio alla Corsa Libera confusionario e dispersivo. Perché chiariamoci: la mappa in realtà è ben lungi dall’essere vuota, i contenuti sono parecchi (tra costumi, sticker e kart da sbloccare) e di ottima qualità. Abbiamo ad esempio complessivamente 394 (!) missioni di difficoltà variabile (alcune davvero infami e che spingono al limite le abilità individuali). Peccato che non ci sia attualmente nessun modo di sapere quali abbiamo fatto e quante ne mancano. Capirete bene che non si tratta di un semplice capriccio da completisti, bensì una palpabile mancanza che rischia di far venire meno l’engagement e persino la voglia di dedicarsi alle attività extra. In quanti si attrezzeranno di carta e penna per annotarsi quasi quattrocento missioni?
Esteticamente, Mario Kart non è mai stato così bello.
C’è del Tony Hawk nel mio Mario Kart!
Se molto di quello che vi abbiamo raccontato sulla nuova prospettiva di Mario Kart World emergeva già piuttosto chiaramente al momento dell’annuncio, non altrettanto evidente è stato l’enorme cambiamento posto in essere da alcune delle introduzioni di gameplay.
Ci riferiamo alle nuove abilità legate al grinding ed al wall running (con annesso bouncing sugli ostacoli). Quelle che sembravano simpatiche feature nel primo trailer di aprile si sono rivelate, all’atto pratico, una rivoluzione copernicana sull’esperienza ludica. I giocatori possono infatti adesso saltare e sfruttare ringhiere e muri per scovare nuove ed imprevedibili scorciatoie, ancor più deliranti rispetto al passato. Mario Kart non è stato mai avaro di chicche dal punto di vista delle tecniche di guida, ma con World la sensazione è che anche i giocatori più abili saranno portati ad imparare da zero nuovi trucchi e segreti. Le piste, già eccelse a prima vista, diventano così degli autentici tesori da scoprire gara dopo gara mettendo a frutto le possibilità offerte dal nuovo gameplay di World, con una ancora maggiore importanza riservata alle acrobazie. Il risultato è un modello di guida mai così ricco, stratificato e profondo. Se pensavate che bastasse saper derapare per vincere, beh vi sbagliate di grosso.
Anche i tracciati della tradizione adesso sono molto diversi anche all’atto pratico.
Archiviate poi le sezioni antigravità del precedente capitolo, World propone un focus sulle planate aeree nonché sulle sessioni in acqua. Queste ultime permettono al titolo di mostrare in maniera particolare i muscoli di Nintendo Switch 2 con una gestione dell’acqua dinamica e che risponde attivamente alle sollecitazioni dei giocatori. Quando farete deflagrare qualche colpo creando increspature nelle onde, capirete di cosa stiamo parlando. Si tratta di uno dei frangenti in cui Mario Kart World mostra maggiormente i benefici dall’upgrade tecnico della nuova console, con 60 fps solidi tanto in modalità portatile (1080p) quanto docked (1440p) al netto di qualche piccolo compromesso col multiplayer locale.
Visivamente, World è splendido grazie ad una direzione artistica colorata e sgargiante, che omaggia in qualche modo l’estetica delle strade più famose del mondo (come la Route 66). Tutto è semplicemente perfetto nel contesto della tradizione più squisitamente mariesca grazie anche ad animazioni fatte da zero e che mostrano evidenti miglioramenti rispetto al passato. E se parliamo di arte, sappiate che dal punto di vista della colonna sonora ci troviamo di fronte ad uno sforzo letteralmente monumentale. La quantità di musiche è talmente alto da essere imbarazzante e si spazia da remix di brani celebri a nuove memorabili sinfonie. Se ne potrebbe parlare davvero per ore.
Le sessioni in acqua sono tra i momenti più gustosi di Mario Kart World.
Mucchio selvaggio!
Anche le modalità mostrano tutti i segni della differente prospettiva abbracciata in Mario Kart World.
La novità principale è rappresentata da Sopravvivenza. Si tratta di una sorta di battle royale, in cui occorre affrontare un percorso tra piste differenti con l’obbligo di classificarsi in posizioni specifiche per poter proseguire senza essere eliminati. Semplice ma galvanizzante, una modalità in cui si apprezza particolarmente la scelta di aumentare il numero di corridori su pista. Le Sfide a Tempo sono addirittura deliziose. Non tanto perché offrono una reale novità in sé e per sé (è un classicone al pari delle Battaglie), bensì perché è il vero banco di prova per comprendere quanto le nuove skill cambiano la lettura del profondissimo level design delle gare.
Tornano i Gran Premi, la cui struttura tradizionale viene tuttavia modificata. Infatti, solo la gara iniziale e quella finale propongono il formato a “giri”, mentre le gare centrali sono dei percorsi lineari (in stile rally) in cui guidare da punto A a punto B. Forse non una scelta felicissima per i puristi, soprattutto perché ci è sembrata una forzatura per “giustificare” forzosamente l’obbligo dei ventiquattro corridori (sinceramente troppi per i Gran Premi).
Il maggior numero di corridori è apprezzabile in alcune modalità, mentre in altre può causare dei paradossi.
Proprio l’eccesso di corridori si è rivelata un’arma a doppio taglio. Non solo nell’ottica dei Gran Premi, ma anche e soprattutto per l’online. Mario Kart non è mai stato estraneo a caos e delirio nelle modalità multigiocatore, ma l’impressione è che l’innalzamento del numero dei giocatori punti in direzione di un’esperienza generale ancor più caciarona. I puristi della guida “pulita” o strategica potrebbero così storcere il naso di fronte al bilanciamento di World. Non aiuta inoltre che la modalità online non offra sostanzialmente nessuna novità sul fronte della progressione, replicando in buona sostanza l’essenzialità di Mario Kart 8. Fa sicuramente piacere sfruttare la GameChat di Switch 2 e il supporto alla telecamera, soprattutto con un bel gruppetto di amici a spasso nel mondo di gioco. Ma dal lato della profondità dell’esperienza online è un po’ pochino nel panorama del 2025, a nostro avviso.
Da ultimo parliamo del cast di Mario Kart World. Salutati (almeno per il momento) le guest star di altri franchise, troviamo la bellezza di cinquanta personaggi utilizzabili tra eroi e cattivi, che diventano oltre centocinquanta contando le varianti legate ai costumi da sbloccare nel mondo di gioco. Un numero imponente nonché una vera celebrazione dell’universo di Mario. Un peccato che la selezione dei personaggi passi attraverso schermate poco intuitive che trattano anche le varianti come personaggi a sé (anziché come alternative da poter selezionare a parte). Anche le statistiche sono state semplificate e ridotte, sebbene continuino ad esistere parametri occulti come da tradizione. Idem per i kart, presenti in un vasto numero ma la cui personalizzazione è un po’ diminuita rispetto al passato. Non avrete molto tempo per farci caso, ad ogni modo, viste le considerevoli quantità di cui stiamo parlando.
Wario è Wario.
Commento finale
Mario Kart World è destinato ad essere un titolo storico. Non solo ha l’onore di accompagnare il lancio della nuova generazione Nintendo, ma ha altresì l’onere di evolvere la solida formula di Mario Kart 8 Deluxe. Il risultato finale riesce tuttavia ad andare oltre il semplice miglioramento, finendo con il rappresentare un vera rivoluzione per lo storico franchise. Le nuove introduzioni di gameplay (il grinding ed il wall running) sono talmente impattanti sul modo di leggere ed approcciare le gare che rendono World un’autentica novità anche per i giocatori più esperti. In quest’ottica, a non convincere pienamente è tuttavia la struttura open world (che poteva e probabilmente doveva essere migliore) così come una componente multigiocatore che, quantomeno in questo momento, fatica a trovare un equilibrio tra il numero incrementato di giocatori ed il marasma caotico di armi. Ancora più profondo rispetto al passato e con una quantità enciclopedica di contenuti, il ritorno di Mario sulle piste è l’archetipo del perfetto titolo di lancio.
Dopo anni di silenzio, mezze conferme e rumor avvolti nella nebbia, Konami ha finalmente dato forma all’annuncio che milioni di fan aspettavano da tempo: il remake del primo Silent Hill è ufficialmente in sviluppo. A confermarlo è stato l’evento speciale Konami Press Start, interamente dedicato al futuro dei franchise storici della casa giapponese.
Il primo capitolo della saga, originariamente pubblicato su PlayStation nel 1999, tornerà dunque in una nuova veste tecnica e artistica, mantenendo però intatto il cuore dell’esperienza originale. Bloober Team, già al lavoro sul rifacimento di Silent Hill 2 e autore di giochi come The Medium e Layers of Fear, è stato incaricato di ricostruire da zero un’opera che ha definito un genere.
Harry Mason, la nebbia e un incubo che non è mai passato
A tornare sarà la storia di Harry Mason, un padre alla disperata ricerca della figlia scomparsa nella cittadina avvolta da una coltre di nebbia inquietante. Un luogo che, come gli appassionati ben ricordano, si trasforma presto in un incubo fatto di mostri, colpa, dolore e simbolismi religiosi disturbanti.
Ma Silent Hill non è solo mostri e nebbia. È una discesa nell’inconscio, nella parte più fragile e corrotta dell’essere umano. Un viaggio psicologico in cui il male prende forma tangibile, contaminando strade, ospedali, scuole, e persino la musica. Ed è proprio quella miscela tra orrore viscerale e inquietudine mentale a rendere questo remake tanto delicato quanto atteso.
I fan più affezionati potranno ritrovare creature iconiche come i Groaner e le infermiere deformi, ripensate con tecnologie moderne ma, si spera, con lo stesso impatto disturbante dell’originale. L’obiettivo dichiarato è rispettare lo spirito del gioco del ’99, ma renderlo fruibile per un pubblico contemporaneo.
Non solo nostalgia: un nuovo inizio per la saga
Konami non ha voluto limitarsi a un’operazione nostalgia. Al contrario, il remake è il punto di partenza per un rilancio più ampio della saga. L’evento Press Start ha infatti messo in evidenza la volontà dell’azienda di restituire dignità a uno dei suoi marchi più riconoscibili, attraverso una serie di progetti ambiziosi.
Accanto al remake del primo capitolo, segue di pari passo l’interesse per il misterioso Silent Hill f, un nuovo progetto narrativo ambientato in Giappone e con un’estetica completamente diversa. Insomma, Silent Hill sta per tornare, in più forme e direzioni.
Ma proprio per questo, il remake del capostipite assume un valore simbolico enorme: è un ritorno alle origini, un gesto che richiama non solo i fan di lunga data, ma anche chi non ha mai messo piede nella cittadina maledetta. E quale modo migliore per scoprire Silent Hill, se non dal suo inizio?
Uscita ancora lontana, ma la strada è tracciata
Per il momento, non è stata fornita una data di uscita, né dettagli precisi su piattaforme, gameplay o modifiche rispetto all’originale. Tuttavia, l’annuncio stesso rappresenta una svolta storica: è la prima volta in oltre vent’anni che Konami torna ufficialmente sul luogo dell’incubo con la promessa di ricostruirlo da cima a fondo.
Il lavoro di Bloober Team sarà messo sotto la lente da tutti: dai puristi che vogliono una trasposizione fedele, a chi si aspetta una reinterpretazione più moderna e cinematografica. L’equilibrio sarà difficile, ma la possibilità di rivivere (o vivere per la prima volta) il terrore di Silent Hill in chiave attuale è un’occasione unica.
Konami lo sa. E lo sa anche il pubblico.
Un battito di nostalgia in mezzo alla nebbia
L’annuncio del remake di Silent Hill è un colpo al cuore per chi conosce ogni scricchiolio di quella cittadina deserta. Ma è anche un’apertura verso il futuro, un modo per ricominciare proprio da dove tutto era iniziato: una scuola abbandonata, una torcia fioca, e una sirena che squarcia il silenzio.
Ora che la nebbia si sta diradando, la paura vera può tornare. Più viva che mai.
Nel mondo soffocante e brutale di Warhammer 40.000, dove ogni respiro è una lotta per la sopravvivenza, l’entrata in scena degli Arbites non è solo una novità meccanica: è un colpo di martello sulla narrazione stessa. Fatshark porta nella mischia una figura che è insieme giudice, giuria ed esecutore. Chi ha giocato a Darktide sa bene quanto l’universo di Tertium sia spietato, ma incarnare un Arbites significa assorbirne tutta la dottrina: nessuna pietà, nessuna ambiguità morale, solo il codice Imperiale applicato con violenza metodica.
Rispetto alle precedenti classi, l’Arbites è meno fluido e più strutturato, e richiede una gestione oculata delle risorse e delle situazioni. Il giocatore viene incoraggiato a dominare l’arena, non a sopravvivere. La forza della classe sta nel controllo: sia del nemico, che del proprio ruolo nel team. E la cosa sorprendente è che Fatshark ha saputo dare a questo archetipo un’identità fortissima, anche a livello visivo e sonoro. Non si entra semplicemente in battaglia: si emette una sentenza.
Questa scelta narrativa si riflette anche nell’introduzione in gioco, con un intermezzo cinematografico che ci mostra l’Arbites non come un nuovo “eroe”, ma come un’autorità antica, risvegliata per necessità. Una figura cupa, priva di sfumature, che si muove con l’inflessibilità di una legge che non ha bisogno di spiegazioni. E nel caos di Tertium, questo è un messaggio forte.
Versione testata : PC (Steam)
Una classe unica nel panorama Darktide
La nuova classe Arbites Exactor rivoluziona il sistema di gioco con un approccio inedito alla mobilità, alla sopravvivenza e al crowd control. Il suo tratto distintivo è la “Suppression Fire”, una forma di fuoco soppressivo che non punta tanto al danno quanto al controllo: riduce la precisione dei nemici, li costringe a ripiegare, spezza le avanzate e blocca le imboscate. In un gioco dove l’horde management è tutto, avere tra le mani un Exactor ben gestito può fare la differenza tra un wipe e una vittoria.
L’Arbites non si limita a sparare: detta il ritmo. La Combat Shotgun, con proiettili a dispersione e forte impatto, è letale a corto raggio e utilissima contro i bersagli corazzati. L’Assault Shield, invece, permette di resistere agli assalti più pesanti e bloccare corridoi interi, aprendo nuove dinamiche di tanking cooperativo. È la prima volta che un equipaggiamento simile viene integrato in Darktide, e il risultato è un gameplay che assomiglia quasi a una danza tattica, in cui la posizione è tutto.
Va anche detto che la build dell’Arbites si presta a una notevole personalizzazione. Le abilità si intersecano con i perk delle armi in modo naturale, e la nuova Skill Tree dedicata consente sia build difensive che aggressive. Nella nostra prova, una delle combinazioni più efficaci è risultata essere l’uso del Flash Grenade per accecare i nemici prima dell’ingaggio corpo a corpo con scudo attivo: puro controllo dell’arena, con l’estetica imperiale che lo rende ancora più appagante.
Coop e teamplay: l’Arbites come cardine del gruppo
Se Darktide ha sempre messo al centro la collaborazione tra i giocatori, con l’introduzione dell’Arbites il gioco di squadra raggiunge nuove vette strategiche. Questa classe non è pensata per brillare in solitaria, ma per guidare e proteggere il team con disciplina assoluta. Il suo scudo non è solo un’arma difensiva, ma un mezzo per creare corridoi sicuri, bloccare le orde e permettere a Psyker o Sharpshooter di colpire con precisione. Lo stesso vale per il fuoco soppressivo: più che fare danno, serve a ridurre la pressione sui compagni, disorientando gli avversari e rallentando gli assalti.
Durante le nostre partite in cooperativa, la presenza dell’Arbites ha reso alcune situazioni caotiche molto più gestibili. Un esempio concreto? Le sezioni con ondate continue in spazi ristretti, dove uno scudo ben piazzato ha trasformato una potenziale disfatta in una difesa stabile. E proprio questa capacità di “gestione del caos” lo rende un perno fondamentale per le squadre ben coordinate.
Naturalmente, l’efficacia dell’Arbites cresce esponenzialmente quando i compagni comprendono il suo ruolo. In gruppi casuali può essere meno incisivo, ma in team affiatati si trasforma nel punto di equilibrio perfetto tra offensiva e controllo. È un personaggio che premia la comunicazione e la visione tattica, ideale per chi ama dare ordine al disordine.
Una narrativa implicita, ma potentissima
Darktide non ha mai brillato per una narrazione classica: non ci sono missioni secondarie elaborate o plot twist cinematografici. Ma c’è ambient storytelling, e l’introduzione dell’Arbites ne è la massima espressione. La sola presenza di questo personaggio, con le sue frasi lapidarie e i suoi gesti meccanici, comunica qualcosa di profondo sull’Imperium: non si tratta più solo di sopravvivere al caos, ma di ristabilire un ordine perduto.
Anche i dialoghi contestuali sono stati arricchiti. L’Arbites commenta ogni situazione con un tono distaccato e assolutista, offrendo una nuova dimensione al party. Nei nostri test, le interazioni con altri personaggi – soprattutto il Veteran e il Psyker – hanno dato vita a scambi che aggiungono spessore e atmosfera. L’universo di Warhammer è sempre stato violento e cupo, ma raramente così compatto anche nel tono e nel mood.
Un elemento particolarmente apprezzato è come Fatshark abbia voluto rappresentare l’Arbites senza renderlo una caricatura. Non è un fascista in armatura: è il prodotto coerente di un mondo dove la giustizia è cieca, e la punizione è automatica. L’equilibrio tra distopia e realismo funziona. E lo percepisci in ogni dettaglio: dai movimenti animati con rigidità marziale, ai suoni metallici che accompagnano ogni passo, fino alle interfacce HUD aggiornate per integrare il nuovo stile di gioco.
Comparto tecnico e progressione
Dal punto di vista tecnico, questo aggiornamento ha portato anche alcune migliorie generali. Su PC con RTX 4070 abbiamo riscontrato una performance stabile, anche con le opzioni grafiche settate su “High” e il DLSS attivo. L’introduzione della nuova classe è stata ben integrata nel matchmaking e non ha portato bug o crash evidenti. Anzi, pare che il team di sviluppo abbia colto l’occasione per rifinire certi aspetti minori come la hitbox delle armi corpo a corpo o i tempi di risposta dell’IA.
Inoltre, l’Arbites arriva già con un proprio percorso di progressione, missioni uniche e cosmetici sbloccabili. Ciò incentiva a portare avanti questa classe per sbloccare nuove armature, pattern cromatici e perfino voice lines aggiuntive. Alcuni elementi, come il mantello cerimoniale o l’elmo integrale, non sono solo estetici, ma veri e propri simboli di ruolo che rafforzano la fantasia del personaggio. E in un titolo live service come Darktide, questo tipo di cura fa la differenza.
Va anche detto che non tutto è perfetto. Le mappe rimangono sempre le stesse, e benché la nuova classe aggiunga profondità, il rischio di ripetitività inizia a sentirsi. Tuttavia, l’Arbites è un’aggiunta così strutturata da meritare pienamente il proprio spazio. È un contenuto che non solo arricchisce l’endgame, ma spinge anche i veterani a rientrare con un nuovo approccio.
Una risposta strutturata alle esigenze della community
L’introduzione dell’Arbites in Darktide non è solo un’aggiunta stilistica o un nuovo personaggio da provare: è una risposta chiara alle richieste di una community che, nel tempo, ha spinto per una maggiore varietà nei ruoli di squadra e una più forte componente tattica. Fin dai primi aggiornamenti del 2024, Fatshark ha intrapreso un percorso di recupero del rapporto con i giocatori, promettendo contenuti più strutturati e pensati per arricchire l’endgame con esperienze che premiassero il gioco di squadra.
L’Arbites incarna esattamente questa visione: è una classe pensata per colmare un vuoto strategico, offrendo controllo sull’arena, solidità difensiva e un’identità netta, senza compromessi. In un gioco dove la sinergia tra i ruoli fa la differenza, il suo arrivo rappresenta un cambio di passo significativo nella gestione delle classi. Non si tratta di una mossa estemporanea, ma di un tassello coerente con la direzione intrapresa da tempo dallo studio svedese.
Commento finale
Warhammer 40.000: Darktide – Arbites è molto più di un aggiornamento di classe. È una dichiarazione d’intenti. Fatshark ha dimostrato di saper evolvere il proprio gioco non solo aggiungendo contenuti, ma dando loro un peso tematico e ludico. L’Arbites è un esempio perfetto di sinergia tra lore, gameplay e atmosfera. Non è per tutti: richiede controllo, pianificazione, e un certo gusto per il dominio strategico. Ma chi saprà padroneggiarlo, scoprirà una nuova dimensione di Darktide. Il gioco, già solido nella sua struttura cooperativa, guadagna in personalità e varietà. E sebbene restino alcune zone d’ombra nella varietà delle missioni, l’integrazione dell’Arbites rappresenta un passo avanti deciso. È ora di tornare a Tertium, stavolta non per salvarlo. Ma per giudicarlo.
Si è concluso poco fa il KONAMI PRESS START, evento streaming nel corso del quale l’azienda giapponese ha condiviso nuove interessanti informazioni sui propri titoli in uscita.
Tra i principali highlight del broadcast troviamo Metal Gear Solid Delta: Snake Eater, con un approfondimento dedicato alla modalità multiplayer online FOX HUNT, Silent Hill f nonché la presentazione del remake del primo Silent Hill, affidato a Bloober Studio.
Durante lo showcase completo, che vi proponiamo di seguito, c’è stato altresì spazio anche per altri titoli come eFootball, MLB PRO SPIRIT, Yu-Gi-Oh! GCC, Deliver At All Costs, GRADIUS ORIGINS, Suikoden Star Leap, EDENS ZERO, Darwin’s Paradox! e Survival Kids.
METAL GEAR SOLID Δ: SNAKE EATER – I producer Noriaki Okamura e Yuji Korekado hanno svelato nuove informazioni legate a Snake Vs. Monkey e Snake Vs. Bomberman, entrambe in arrivo in METAL GEAR SOLID Δ: SNAKE EATER. Quest’ultima, esclusivo delle versione Xbox Series X|S, porta con sé una nuova collaborazione interna con il franchise KONAMI, offrendo un’esperienza ancora più esplosiva grazie alle meccaniche della serie Bomberman. Il direttore di FOX HUNT, Yu Sahara, ha presentato agli spettatori il concept della nuovissima modalità multiplayer online, rendering dei personaggi e primi filmati in-game. FOX HUNT, modalità completamente originale, amplia l’elemento stealth del franchise, i giocatori dovranno sfruttare l’ambiente circostante per mimetizzarsi ed eludere gli avversari. Ulteriori dettagli saranno annunciati in seguito.
SILENT HILL – Un diario degli sviluppatori con il producer di SILENT HILL Motoi Okamoto, lo sceneggiatore Ryukishi07 e i membri di NeoBards Entertainment, ha offerto ai giocatori uno sguardo approfondito sulla produzione di SILENT HILL f, nuovo agghiacciante capitolo del franchise horror psicologico. SILENT HILL f avvicina la serie a uno dei suoi pilastri fondamentali, concentrandosi su elementi horror giapponesi. Inoltre, durante lo showcase KONAMI PRESS START, è stata mostrata un’anticipazione del progetto remake di SILENT HILL, attualmente in fase di sviluppo.
SUIKODEN STAR LEAP – STAR LEAP sarà disponibile in tutto il mondo per PC via Steam e per dispositivi mobile iOS e Android. Nuova role-playing adventure ambientata nel mondo di Suikoden, STAR LEAP si svolge alcuni anni prima degli eventi narrati in Suikoden I, e un paio di anni dopo Suikoden V. Lo stile artistico del gioco si ispira alle opere caratterizzate da personaggi in pixel 2D e ambienti 3D. Aggiungete ora STAR LEAP alla vostra wishlist su Steam.
EDENS ZERO – Pubblicata al termine del broadcast KONAMI PRESS START, la demo di EDENS ZERO è disponibile ora per PlayStation 5, Xbox Series X|S, Windows PC e Steam. Scatenate tutta la potenza dell’Ether Gear prima dell’uscita completa del gioco il 15 luglio. I dati salvati dalla demo saranno trasferiti al gioco completo.
DARWIN’S PARADOX! – Darwin’s Paradox!, nuovo platform action-adventure, è in lavorazione presso lo studio parigino ZDT. Gli sviluppatori Mikael Tanguy, Gilles Aujard e Romuald Capron hanno presentata trama e meccaniche principali del gioco. I giocatori assumeranno il ruolo di un astuto polpo di nome Darwin, strappato dalla sua casa oceanica e scaraventato in un minaccioso mondo alieno. Tutti i poteri sovrannaturali posseduti dal polpo sono al centro di Darwin’s Paradox! – dalle ventose all’inchiostro.
Aggiornamenti Nintendo Switch 2 (Survival Kids & Suikoden I&II HD Remaster) – Survival Kids, nuova multiplayer co-op survival adventure, ha accompagnato il lancio della console Nintendo Switch 2. Il titolo sfrutta appieno le funzioni GameShare e GameChat della piattaforma. Inoltre, anche Suikoden I&II HD Remasters arriva su Nintendo Switch 2, con migliorie grafiche che ne impreziosiscono l’esperienza di gioco.
Per i poco attenti, e con buona pace dei fanatici delle console, negli ultimi anni il mondo videoludico sta passando per una delle più importanti rivisitazioni del suo mercato, sia in termini di fruizione dell’utente finale, che dello sviluppo delle sue opere. Se questa non è la sede per disquisire su come la vita delle home consoles, le esclusive, e i supporti fisici, vedranno molto presto una rivalutazione del loro essere nelle vite di chi ha il medium videoludico nel cuore – vi rimandiamo alla recente presentazione della collaborazione tra Xbox e ROG Ally – uno degli aspetti più positivi che sta comportando la lenta ma costante detronizzazione del giogo fatto di brand e “macchine generazionali” sono i prodotti così chiamati multipiattaforme.
Il punto d’approdo sempre più atteso per la conversione dei giochi, furbescamente dichiarati come “esclusive temporanee” durante il loro periodo di degenza sulle rispettive console, resta sempre e soltanto il PC. L’universo del mercato PC, seppur ancora indietro una magnitudine considerevole di volte a paragone con quello mobile, da quasi 5 anni supera per profitto i guadagni di tutte le console presenti sul mercato.
Tra i variThe Last of Us, Horizon, eGod of War Ragnarok, arrivati su PC grazie allo sforzo congiunto dei corrispettivi teams originali e teams esterni per le conversioni, ora tocca ai sud coreani Shift Up – sempre sotto l’occhio vigile del brand Playstation– far vedere al mondo la bellezza del suo esplosivo Stellar Blade. Ora senza limiti, e senza filtri!
Stellar Blade è un perfetto mix tra hack&slash e souls like – e fan service – approdato su PS5 nell’aprile del 2024. Nelle succinte vesti di una macchina da guerra chiamata EVE, spetterà a noi aiutarla a scoprire i segreti del collasso dell’umanità, del suo pianeta, e guidarla nel suo percorso per eradicare una volta per tutte la razza dei malefici Naytiba, che sono stati capaci di cacciare i suoi abitanti dalla Terra costringendoli a vivere in una colonia orbitante nello spazio.
Per qualità 1080p, preset “Basso” con target 60FPS. SSD raccomandato.
Per qualità 1440p, preset “Medio” con target 60FPS. SSD necessario.
Guardando i requisiti del gioco è ben chiaro fin da subito che la scelta del team coreano di utilizzare l’Unreal Engine 4, invece che la sua quinta edizione, ha ben ripagato. Sfruttare un engine considerato “datato” è stata un decisione tecnica per sfruttare al meglio le conoscenze acquisite nel corso degli anni sul motore, potendone così adoperare tutte le sue caratteristiche, esaltandone i suoi punti di forza lato rendering, e le implementazioni d’ottimizzazione lungo una vasta gamma di hardware, arrivando a toccare persino schede video di quasi 10 anni fa.
Per i nostri test abbiamo potuto usare diverse macchine, ma principalmente la maggior parte delle ore di giocato sulle quali ci siamo divertiti a modificare le diverse impostazioni grafiche sono avvenute su un PC così composto.
Componente
Modello
Processore
AMD Ryzen 7 5700X
Scheda Madre
GIGABYTE AB350N
RAM
32GB DDR4 3200 MHz
SSD
WD BLACK SN770 2TB
GPU
NVIDIA GeForce RTX 4060 MSI Ventus
Risoluzione
1080p
Impostazioni
Elevato/Molto Elevato (DLSS 4, senza Generazione dei Frames)
Performance
90FPS medi
Stellar Blade al primo avvio si presenta come una gioco dall’alto livello di qualità e polishing. Fin dai menu iniziali si riesce a cogliere l’attenzione al dettaglio che Shift Up è riuscita a dare alla sua opera. Il porting PC non si è fatto mancare di nulla lato configurazione, non solo visiva, ma anche d’opzioni per il giocato e l’esperienza complessiva. Siano queste per l’accessibilità o per le periferiche che decideremo di utilizzare per comandare la leggiadra e letale EVE, trovare i settaggi migliori per immergerci in questo mondo non sarà un problema.
All’approdo su PC il gioco è stato lanciato con un gran numero di contenuti aggiuntivi, che sono disponibili acquistando la Complete Edition. Oltre a nuovi costumi per la nostra protagonista, qualche bonus per agevolare la progressione del giocato, troveremo incluso in questa versione anche la collaborazione NieR: Automata, e a gran sorpresa anche il DLC che ci vedrà mettere piede nell’universo di Goddess of Victory: Nikke; fenomeno del mondo mobile, e opera anch’essa dello studio Shift Up.
In quest’ultimo Dlc l’intero comparto di gioco vede nuove sezioni, con un gameplay ripreso di forza dal gioco mobile, e integrato in maniera convincente con nuove arene di combattimento, incontri con figure iconiche dell’universo di Goddess of Victory: Nikke, e tanto fan service. I giocatori PS5 possono ugualmente recuperare questa nuova espansione, oltre che godere delle tante piccole migliorie e aggiunte che la rivisitazione PC porta con se – tranne l’infinita possibilità di fruizione del titolo -.
Libertà di fruizione è il mantra di questo porting. Grazie alle basse richieste in termini hardware giocare a Stellar Blade non è mai stato più semplice e personalizzabile. Come accennato in precedenza, il gioco supporta un vasto numero di risoluzioni e rapporti d’aspetto per i nostri monitor, oltre che un framerate completamente sbloccabile.
Con una configurazione che vede un Core i7-12700K, 32GB di RAM DDR4, e una MSI GeForce RTX 2060 GAMING Z 6G, siamo riusciti a giocare in maniera quasi granitica a 60FPS in rapporto 21:9 a 2560×1080 pixels con preset medio e textures di ambienti e personaggi a setting elevato.
Mentre su una configurazione piú performante composta da una CPU 9900K overclockata a 5GHz, 32 GB di RAM DDR4 con una 5070da 12GB di VRAM, con tutti i settaggi grafici impostati al massimo, abbiamo giocato senza troppi problemi a risoluzione 4K; aiutandoci con il DLSS a raggiungere una media di 90FPS, ma ottenendo anche una rispettabilissima media intorno ai 70FPS senza il supporto di ricostruttori/generatori d’immagini.
Come il buon vino
Chiaramente il maggior vantaggio nell’utilizzare l’Unreal Engine 4 – engine per la creazione di videogiochi che ha visto la sua prima edizione nel marzo del 2014 – oltre all’apparente leggerezza del software nelle configurazioni PC più o meno recenti, risiede nel vastissimo know-how che i professionisti del settore hanno potuto sviluppare nel corso degli anni. Se da una parte gli automatismi e semplificazioni del più recente Unreal Engine 5, unite alla sua impressionante resa visiva, possono fare gola anche agli studios indipendenti, la scelta di Shift Up dimostra come il processo d’ottimizzazione di un gioco parte dalla profonda conoscenza del suo motore e i suoi sistemi.
Il bilanciamento ottenuto in termini di prestazioni e resa visiva è, non solamente eccellente, ma con realmente poche sbavature se paragonati anche a titoli più recenti, che sfoggiano gli ultimi ritrovati nella simulazioni delle luci in Path Tracing. Stellar Blade non si fa sfuggire un sistema di HDR, la già citata possibilità di selezionare tra un vasto numero di aspect-ratio, e persino le ultime soluzioni in termini di ricostruzione dell’immagine.
Il DLSS4 mostra tutta la sua potenza in congiunzione con gli spettacolari combattimenti di EVE, dove il tipico effetto morbido delle mesh enfatizza la vasta chioma della protagonista, e lima le scalettature dovute dall’attivazione del ricostruttore. Il ghosting, seppur presente, risulta poco aggressivo, e termina per rendere più credibili anche gli effetti particellari. Se non possediamo una scheda Nvidia, nessuna paura, perché il gioco offre anche gli ultimi ritrovati di upscaling di AMD con il suo FSR, e il XeSS di Intel.
Nel corso delle nostre prove, anche con una rispettabile RTX4060 da 8GB di VRAM siamo riusciti a ottenere sempre un framerate stabile con impostazioni al massimo a una risoluzione di 1080p. Il fenomeno di microstutter, seepur presente in special modo durante il passaggio da un area a un altra, non ha mai colpito sensibilmente il giocato, facendo risultare l’intera esperienza di gioco incredibilmente fluida. Lockare il framerate a 60fps ha generato un timing grafico di tutto rispetto per la nomia dei giochi costruiti in ambiente Unreal Engine.
Grazie ai già citati sistemi di ricostruzione e interpolazione dei frames, il gioco riesce a raggiungere comodamente valori sopra i 150FPS, più che sufficienti per accontentare anche i più fanatici della reattività. Per ovvi motivi di saturazione della VRAM non abbiamo però avuto fortuna usando le texture 4K, risultando in sezioni di giocato troppe ballerine, con anche presenza di qualche crash di troppo; per usare questa impostazione è consigliato una GPU con almeno16GB di VRAM.
Giocando con il topo
La conversione di Stellar Blade ha visto un passaggio a dir poco naturale dall’utilizzo di un controller, alla possibilità di fruire di tutta l’esperienza usando solo la nostra fidata combo fatta di mouse e tastiera. L’intera produzione presenta un ottima struttura di navigazione dell’UI tramite il puntatore, o lo scorrere delle frecce sulla tastiera, fatta di eleganti cursori contestuali, completamente integrati nel mondo di gioco.
Non scontata è la completa implementazione dei tasti a schermo per indicare ogni singola azione attivabile in ogni momento dell’avventura, non lasciando mai al caso la pressione da parte del giocatore anche nei momenti più concitati e pericolosi, vista anche l’apparizione di qualche sporadico quick-time event.
Le impostazioni di default dei tasti è molto intuitiva, e forse canonica se avrete giocato altri giochi in terza persona su PC negli ultimi anni. Ciò che colpisce è la reattività con la quale gli input da noi inseriti si trasformano in precisi movimenti anche se in mancanza di una levetta analogica per muovere EVE contro i vari avversari. L’ottimo sistema di hitbox di Stellar Blade viene così ulteriormente esaltato, risultando tanto naturale quanto intuitivo.
Ancora una volta è presente l’associazione con un profilo Playstation Network – seppur non mandatorio – e alla sua esecuzione riceveremo un vestito da poter usare durante la campagna. Ed è proprio il vestiario di EVE, e le sue forme, che fin dalla release della Demo, hanno soggiogato le menti dei più maliziosi. Siamo certi che nei prossimi giorni vedremo un quantitativo di mod molto spinte, che grazie alla completa modalità fotografica offerta dal gioco, non faranno altro che far battere i cuori di moltissimi giocatori.
Se anche voi volete un assaggio di Stellar Blade – e delle movenze di EVE e il suo cast – il nostro consiglio è quello di provare la Demo, che rappresenta non solo l’introduzione alle vicende, ma illustra in maniera abbastanza chiara la struttura tecnica del gioco e funge da Benchmark per saggiare la bontà di questo porting.
Commento finale
I ragazzi di Shift Up non sono certo di primo pelo. Stellar Blade è il loro primo tentativo – centrato in pieno – di portare le ammiccanti guerriere soldato di Goddess of Victory: Nikke in un contesto ludico più complesso, nel tentativo d’offrire qualcosa di fresco seppur familiare e originale. Il lavoro fatto con questo porting è risultato ottimo, e difficilmente criticabile, sia in termini contenutistici che di qualità e stabilità tecnica. Merito di una produzione fatta in maniera intelligente, che ha saputo sfruttare al meglio i limiti di un engine erroneamente pensato vetusto e antiquato. Stellar Blade presenta l’ennesimo passo verso una nuova generazione per la fruizione del mondo videoludico, fatto solamente di offerte concrete, e possibilità di plasmare il gioco alle nostre necessità e voglie, siano esse d’immagine o di fluidità. Detrattori del mondo console, ora non avete più scuse; si va a caccia del Naytiba Alpha!
Dopo oltre dieci anni di avventure a Tamriel, The Elder Scrolls Online entra in una nuova era. Non si parla più di capitoli annuali, ma di stagioni, aggiornamenti distribuiti nel tempo e contenuti live service più agili. Seasons of the Worm Cult – Part 1 è la prima grande prova di questo nuovo corso, un’espansione che si presenta come seguito diretto della trama del gioco base e che rilancia il Culto del Verme in una forma tanto familiare quanto più minacciosa.
L’isola di Solstice, nuova ambientazione esotica della stagione, ospita una storia densa di misteri, ambientazioni suggestive e scelte di design pensate per arricchire tanto l’esperienza narrativa quanto quella ludica. E se l’abbandono della classica formula dei “capitoli” poteva generare dubbi, questa prima parte li dissolve con decisione.
Versione testata : PC
Gameplay: tra continuità e trasformazione
Il gameplay di Seasons of the Worm Cult – Part 1 si inserisce perfettamente nel solco tracciato da oltre dieci anni di avventure a Tamriel, ma lo fa con una leggerezza inedita per un contenuto così denso. L’esplorazione di Western Solstice alterna fasi contemplative a combattimenti sempre ben ritmati, in cui la nuova meccanica delle sottoclassi si rivela una vera rivoluzione per il meta di gioco. I nemici del Culto del Verme non sono semplici bersagli da abbattere, ma puzzle da risolvere con build sempre più ibride, mentre le nuove World Boss e Delve costringono a ripensare tattiche e ruoli anche per i giocatori veterani. Il Trial “Ossein Cage” infine si conferma il cuore PvE dell’espansione, sia per la qualità della sfida che per il design ispiratissimo, un misto tra horror corporeo e misticismo da culto antico.
Solstice, il ritorno del culto e la Writhing Wall
Il cuore dell’espansione è la parte occidentale di Solstice, un’isola tropicale dove i membri del Culto del Verme hanno eretto la Writhing Wall: una barriera magica alimentata da anime imprigionate che divide la zona e, per ora, impedisce l’accesso a Est. Un muro letterale e simbolico che pone un chiaro spartiacque tra ciò che è già disponibile e ciò che verrà nella seconda parte della stagione, prevista per fine anno.
Il racconto è ben scritto, oscuro al punto giusto e ricco di riferimenti al passato, ma anche accessibile per chi decide di approcciare ESO da qui, grazie a una gestione intelligente delle missioni principali. Le novità non si fermano però al lato narrativo: Part 1 introduce anche una nuova trial da 12 giocatori (Ossein Cage), boss mondiali, una public dungeon, delves e una quantità imponente di collezionabili, tra antiquities, pet, mount, stili di crafting e set armatura esclusivi.
Longevità e contenuti endgame
Una delle sorprese più piacevoli di Seasons of the Worm Cult – Part 1 è l’equilibrio tra accessibilità iniziale e profondità endgame. Western Solstice offre decine di ore di contenuti anche per i giocatori più avanzati, grazie a sfide ad alto tasso tecnico come l’Ossein Cage, ai nuovi set perfetti per ottimizzare le build e alla qualità dei boss del mondo, che mettono alla prova anche i gruppi più organizzati. La curva di difficoltà è ben calibrata e premia l’approccio tattico, spingendo i giocatori a esplorare le nuove sinergie introdotte con le sottoclassi.
Sottoclassi e Hero’s Return: due novità che fanno la differenza
Il cambiamento più significativo dal punto di vista del gameplay arriva con l’Update 46, incluso per tutti i giocatori e rilasciato in parallelo alla nuova stagione. Questo aggiornamento introduce il sistema delle sottoclassi, che consente di sostituire fino a due delle tre linee di abilità del proprio personaggio con quelle di altre classi. Un’aggiunta rivoluzionaria per chi cerca build originali, ibridazioni mai viste prima e un grado di personalizzazione che avvicina ESO a giochi come Destiny 2.
Ogni build può ora essere progettata con una libertà senza precedenti, e la comunità ha già cominciato a sperimentare combinazioni che sembravano impensabili solo pochi mesi fa. La possibilità di fondere abilità di classi diverse genera una profondità strategica degna dei migliori RPG occidentali, dando nuova linfa anche ai contenuti legacy come i dungeon storici e le arene.
Il secondo elemento chiave è il sistema Hero’s Return, pensato per riportare in gioco gli utenti assenti da tempo. Funziona con una missione di reintroduzione, premi giornalieri e tutorial rinnovati, ed è sorprendentemente efficace nel ricollegare i fili dell’esperienza anche dopo anni di pausa.
Esperienza utente e ritorno dei veterani
Una delle mosse più intelligenti di questa prima parte della stagione è l’aver pensato anche a chi non accede a Tamriel da tempo. Il sistema Hero’s Return, infatti, accompagna i veterani in un percorso di reintroduzione soft, privo di frustrazione, con ricompense concrete fin dai primi login. L’aggiornamento ha migliorato in modo netto la qualità dell’interfaccia e della mappa, rendendo più facile anche per un neofita comprendere dove andare, cosa fare e come personalizzare la propria avventura. Il supporto agli add-on su console (in arrivo a fine giugno) è la ciliegina su una torta pensata davvero per tutti.
Ricompense, oggetti e nuove armature
A livello contenutistico, Part 1 è una miniera d’oro. Oltre alle 213 nuove decorazioni per la casa, i giocatori troveranno tre nuovi oggetti mitici, una lunga lista di set trial, set overland e set craftabili, tutti pensati per stimolare build creative e strategie inedite. Spiccano i set Kazpian’s Cruel Signet e Harmony in Chaos, ideali per i danni ad area e il gioco di squadra, o ancora Recovery Convergence, pensato per chi gioca da healer e cerca nuove sinergie nei dungeon.
Interessante anche l’introduzione del Furnishing Vault per gli abbonati ESO Plus, che permette di immagazzinare fino a 500 pezzi di arredamento unici, riducendo lo stress da inventario e aumentando la personalizzazione degli spazi abitativi.
Un’espansione solida, con lo sguardo rivolto al futuro
Più che una semplice nuova zona, Seasons of the Worm Cult – Part 1 è una dichiarazione d’intenti. Segna l’inizio di una nuova era per The Elder Scrolls Online, con un approccio stagionale che – se proseguirà con questa qualità – potrebbe garantire nuova linfa vitale all’MMO di ZeniMax. La suddivisione in due parti non limita l’esperienza: la porzione già disponibile è ampia, ben costruita e densa di contenuti, con la promessa di ulteriori evoluzioni nei prossimi mesi.
A rendere tutto più fluido ci sono anche le migliorie generali all’esperienza utente, dai tutorial dei Wayshrine rinnovati alla mappa più leggibile, passando per una gestione più pratica delle Master Writs.
Un’economia del gioco finalmente più leggibile
Con l’introduzione del Furnishing Vault per gli utenti ESO Plus e la nuova gestione delle Master Writs, Seasons of the Worm Cult migliora sensibilmente anche uno degli aspetti più tecnici e spesso criticati del gioco: la gestione delle risorse e dell’inventario. Finalmente non è più necessario passare ore a liberare spazio o a fare micromanagement di oggetti ripetitivi: tutto è stato razionalizzato. Il gioco restituisce tempo prezioso al giocatore, che può tornare a concentrarsi sull’avventura invece che sullo zaino.
Commento finale
The Elder Scrolls Online: Seasons of the Worm Cult – Part 1 è un’espansione che riesce a essere accessibile, profonda e appagante. Più che una semplice aggiunta, rappresenta un punto di svolta. E se il futuro di ESO seguirà questa direzione, c’è davvero motivo di essere ottimisti. Questa è la prima volta che ZeniMax rompe con il modello “capitolo annuale” e abbraccia una vera serialità episodica. Il risultato è una narrazione più snella, ma anche più incisiva, che può permettersi colpi di scena e approfondimenti senza doverli concentrare tutti in un solo pacchetto narrativo.
Dopo l’inatteso successo raccolto con critica e pubblico PC circa un anno fa, The Operator si espande verso una platea ancor più numerosa con l’approdo su Nintendo Switch. Una produzione, quella del singolo sviluppatore Bureau81 di Le Havre, capace di raccogliere altresì riconoscimenti importanti, culminati con il premio al miglior design in campo narrativo assegnato ai Pégases 2025 (l’equivalente francese degli Italian Video Game Awards).
Se non conoscete il ricco sottobosco del panorama indie e magari siete rimasti incuriositi dal titolo di questa recensione (non c’è un errore, è davvero FDI e non FBI), vi starete domandando cos’è The Operator e cosa lo rende speciale. Presto detto: nei panni di un operatore di un’agenzia investigativa di polizia federale, dovrete assistere gli agenti sul campo dal vostro terminale utilizzando ogni strumento tecnologico a vostra disposizione. Un concept fresco ed intrigante, ma al tempo stesso ci domandiamo: è un titolo adatto a tutti?
The Operator è disponibile dal 22 Maggio su Nintendo Switch (via eShop), nonché già dallo scorso 22 Luglio 2024 per PC (via Steam).
Versione testata: Nintendo Switch
Lo senti quello, signor Tanner?
Siamo nel 1992. Nella sede centrale di Washington D.C. del Federal Department of Intelligence, i giocatori interpretano i panni di Evan Tanner al suo primo giorno da operatore. Incoraggiato dal direttore Trench e già preso di mira dal severo supervisore Skinner, il protagonista si trova da subito a dover fornire assistenza informatica ed analitica agli agenti sul campo alle prese con omicidi e scomparse. Tuttavia, molto presto accade qualcosa di imprevedibile. Un hacker di nome HAL riesce a penetrare nella rete dell’FDI direttamente nel computer di Tanner. Poco prima di segnalare la breccia nella sicurezza, HAL fornisce tuttavia degli indizi inequivocabili per la risoluzione di un caso impossibile ma al contempo mette in guarda l’operatore nei confronti del resto dell’FDI. Inizierà una complessa partita a scacchi per svelare una cospirazione segreta.
Accedete al vostro terminale ed iniziate l’avventura.
The Operator legittima pienamente i riconoscimenti ricevuti in patria dallo sviluppatore francese Bureau81. L’impianto narrativo si rivela da subito avvincente ed intrigante, trascinando il giocatore in una vicenda imprevedibile ricca di pathos e colpi di scena. Il merito è di un incedere saggiamente ponderato, di personaggi ottimamente caratterizzati (soprattutto HAL) e di una sceneggiatura che sa rivelarsi a tratti davvero sorprendente. Soprattutto nel finale. Ma su questo punto, ci torneremo più avanti…
Al contempo, lo stile grafico sposato da Bureau81 è altrettanto originale ed ispirato. L’intera avventura viene infatti vissuta attraverso lo schermo di un terminale, tra strumenti informatici da destreggiare su un affollato desktop, telefonate di zelanti agenti e clandestine chat con un hacker misterioso. Anche se alcune soluzioni grafiche stridono con l’ambientazione di inizio anno ’90 (talune tecnologie non erano nella realtà dipinte come in The Operator), il risultato finale è assolutamente affascinante nella sua semplicità.
Le schermate di The Operator fanno tanto mix tra MS-DOS e Windows 3.1.
Ho sempre sognato farlo
La suggestione principale attorno alla quale ruota l’intera esperienza ludica di The Operator è quella di potersi calare nei panni di un operatore di un’agenzia investigativa governativa.
Evan Tanner può così ricorrere a tutti gli strumenti visti in centinaia di thriller e serie TV crime, dal sofisticato riconoscimento facciale all’analisi dei video di sorveglianza, passando per il recupero di documentazioni ed indizi. All’atto pratico, The Operator interseca così un flow narrativo costante con una serie di casi da risolvere attraverso l’ingegno e l’intuito.
La traduzione in italiano è di ottima qualità.
Al netto di un’esperienza molto contenuta sul versante della longevità (circa tre ore per raggiungere i titoli di coda), The Operator può tuttavia vantare una invidiabile varietà di situazioni. Se all’inizio ci si limiterà ad identificare i sospetti di casi di omicidio, proseguendo nell’avventura vi troverete ad indagare su un misterioso caso di sparizione nel deserto, su un cold case e addirittura gestire situazioni di elevato pericolo con i minuti contati (non vogliamo spoilerare, ma si tratta della sequenza migliore di tutto il titolo).
Dovendolo descrivere accostandolo a qualcosa, possiamo affermare che il titolo sfrutta una propria interpretazione delle avventure grafiche ad enigmi per veicolare un omogeneo mix tra gameplay e storia. In questo senso, chi cerca un prodotto con una preponderante attenzione ai grattacapi potrebbe restare deluso: il focus di The Operator è su un’amalgama vincente in cui la difficoltà non è mai eccessiva e l’infrastruttura ludica è al servizio dell’immersività.
Risolvere i casi dopo un attento ragionamento da una grande soddisfazione.
Quale è la verità?
The Operator ci è piaciuto davvero tanto, anche se non possiamo sorvolare su alcuni punti. Iniziamo direttamente da qualcosa che vi abbiamo già anticipato, ovvero il finale di The Operator.
No, non siamo impazziti. Non abbiamo alcuna intenzione di rivelarvelo. Nè tantomeno farvi intuire quali rivelazioni conducono ai titoli di coda. Quello che viceversa possiamo dire è che si tratta di una conclusione al contempo coraggiosa ed avventata. Se da un lato, guardando alla chiave di lettura complessiva dell’opera, ne comprendiamo coerenza ed ambizione, dall’altro lato non nascondiamo di essere rimasti comunque interdetti dalla scelta di Bureau81. Il finale lascia il segno, in un modo o nell’altro… ma è più probabile restarne sconcertati.
A volte userete anche terminali diversi dal vostro.
Non aiuta ad indorare l’amara pillola del finale la longevità del titolo. Anche questo si tratta di un aspetto che vi abbiamo anticipato e, sebbene in sé e per sé non gli abbiamo attribuito un gran peso, va anche detto che The Operator sceglie di ingannare un pochino il proprio pubblico. Il motivo è presto detto. Sebbene il titolo lasci immaginare che possano esserci rilevanti biforcazioni negli eventi a seconda delle scelte effettuate (e quindi una potenziale corposa rigiocabilità), la verità è che la vicenda ha un solo ed unico punto di arrivo. Ci possono magari essere dialoghi diversi e qualche missione da poter fallire con le scelte sbagliate, ma questo è tutto.
Si tratta di sbavature che non pregiudicano tutte le qualità di The Operator, ma che al contempo ci hanno lasciato un po’ delusi visto il grande potenziale del concept. Chissà se Bureau81 vorrà deliziarci in futuro con una nuova avventura nei panni di un operatore. C’è margine per qualcosa di davvero unico.
Ci sono casi gestiti in maniera insolita dall’FDI… ma perché?
Commento finale
The Operator è un piccolo indie davvero gustoso, in grado di sfruttare un concept intrigante in maniera brillante. Calarsi nei panni di un operatore di un’agenzia investigativa governativa è un’esperienza divertente e molto soddisfacente, resa ancor più magnetica da una invidiabile padronanza della narrativa da parte di Bureau81. Tutti gli amanti delle avventure grafiche lo ameranno, anche se la scarsa longevità ed un finale sconfortante potrebbero lasciare un po’ di amaro in bocca.
Dopo Sonic the Hedgehog, Tomb Raider e It Takes Two, Story Kitchen ha scelto un nuovo progetto da portare sullo schermo: si tratta di The Midnight Walk, l’indie dark fantasy firmato MoonHood Studios, che sarà adattato in formato cinematografico e televisivo.
L’annuncio è arrivato oggi, 11 giugno 2025, e segna l’inizio di una collaborazione ancora in fase embrionale, ma già carica di entusiasmo.
Un mondo fatto a mano, tra ombre e dolore
Uscito lo scorso mese su PlayStation 5, PS VR2 e PC via Steam, The Midnight Walk ha rapidamente conquistato la critica con una media voto altissima: 9.5 su DualShockers, 9 su IGN, 4/5 su The Gamer e ComicBook.com.
Ambientato in un universo gotico interamente realizzato in claymation artigianale, il gioco racconta la storia di The Burnt One, un’entità misteriosa che attraversa cinque racconti oscuri legati al fuoco e alla perdita, guidato dalla tenue luce di una lanterna vivente chiamata Potboy.
Un’avventura cupa, toccante e visivamente inconfondibile, che ha attirato l’attenzione di Dmitri M. Johnson e Mike Goldberg, co-fondatori di Story Kitchen:
“Dal primo momento in cui abbiamo visto The Midnight Walk, abbiamo capito che era qualcosa di speciale. Il suo mondo è meravigliosamente inquietante, la storia cruda ed emotiva, e il livello di cura nella realizzazione è fuori scala. Siamo entusiasti di aiutare MoonHood a portare questa visione a un pubblico ancora più vasto.”
Un sogno che diventa realtà per MoonHood
MoonHood Studios, fondata a Göteborg da Klaus Lyngeled e Olov Redmalm, ha costruito la propria identità combinando design narrativo profondo con una straordinaria lavorazione visiva artigianale.
“Abbiamo messo anima e cuore in The Midnight Walk,” hanno dichiarato Lyngeled e Redmalm. “Vedere quella storia varcare i confini del videogioco per arrivare su grande e piccolo schermo, e farlo con un partner come Story Kitchen, è un sogno che si realizza.”
Al momento sono in corso incontri con diversi sceneggiatori e il progetto è ancora nelle fasi iniziali di sviluppo.
L’estetica di Nightmare Before Christmas, la tecnica dell’Unreal Engine
Interpellati sul perché abbiano scelto di puntare su un gioco relativamente di nicchia, Goldberg e Johnson non hanno avuto dubbi. Goldberg ha sottolineato:
“Ha un’estetica gotica e incredibilmente affascinante che non vedevamo dai tempi di Nightmare Before Christmas, e il gioco stesso prevede un’espansione narrativa continua. Vogliamo portarlo su schermo con un approccio alla Tim Burton o Guillermo del Toro.”
Johnson, invece, ha evidenziato anche il lato produttivo del progetto:
“È affascinante anche dal punto di vista tecnico: il team ha realizzato a mano oltre 700 modelli fisici, poi scansionati in Unreal Engine, dando già un vantaggio enorme al processo produttivo.”
Non è da trascurare neanche il contesto industriale: Story Kitchen ha un accordo first-look per le serie TV con Amazon MGM Studios, e uno analogo per i film d’animazione con DreamWorks Animation. Le possibilità per The Midnight Walk di evolversi in un prodotto di fascia alta sono dunque concrete.
Un nuovo esempio di narrazione che attraversa i media
Il caso The Midnight Walk è un esempio perfetto di come l’interazione tra videogiochi e cinema/TV stia cambiando volto. Non si tratta solo di adattare brand noti, ma di portare in nuovi formati esperienze artistiche e narrative intense, anche quando nascono da studi indipendenti.
In questo senso, l’opera di MoonHood e Story Kitchen potrebbe diventare una pietra miliare nell’evoluzione transmediale dei videogiochi indie, aprendo la strada a nuovi modi di raccontare storie fatte di sogni, incubi, creta e luce tremolante.
Lanciata ufficialmente il 5 giugno 2025, Nintendo Switch 2 ha già conquistato un primato storico per la casa di Kyoto: oltre 3,5 milioni di console vendute in tutto il mondo nei primi quattro giorni, segnando così il miglior debutto hardware mai registrato da Nintendo.
A confermarlo è la stessa azienda, che sottolinea come Switch 2 abbia superato ogni aspettativa grazie a un mix di innovazioni tecniche, funzioni sociali evolute e una line-up di lancio pensata per massimizzare l’esperienza fin dal primo giorno.
Evoluzione naturale della console ibrida
Nintendo Switch 2 si presenta come un’evoluzione completa del modello originale, mantenendone la filosofia ibrida ma potenziandola sotto ogni aspetto. Lo schermo è più grande e più luminoso, con una risoluzione Full HD 1080p in modalità portatile e 4K in modalità dock, supportata da un nuovo processore ad alte prestazioni che garantisce un miglioramento evidente della grafica e della fluidità generale.
I nuovi Joy-Con 2 magnetici, riprogettati per offrire maggiore precisione e una nuova modalità d’uso in stile mouse, aggiungono versatilità e comfort al sistema.
GameChat e connessioni più vicine
Tra le funzioni inedite più apprezzate c’è GameChat, il sistema di comunicazione integrato che consente chat vocali, videochiamate e condivisione di schermate in tempo reale con i propri amici online. Pensata per dare l’illusione di giocare “nella stessa stanza” anche a distanza, questa funzione segna un cambio di passo nella socialità secondo Nintendo.
Per i primi mesi, GameChat sarà utilizzabile gratuitamente, ma dal 31 marzo 2026 sarà necessario un abbonamento Nintendo Switch Online. È inoltre richiesta una videocamera USB-C compatibile (venduta separatamente), come la nuova Nintendo Camera.
Il debutto di Mario Kart World
A spingere le vendite della console ci ha pensato anche Mario Kart World, nuovo capitolo della storica serie di corse arcade, che debutta proprio con Switch 2. Per la prima volta, l’universo di Mario Kart diventa un mondo interconnessoda esplorare liberamente, con 24 piloti in gara, condizioni meteo dinamiche e tracciati che attraversano città, deserti, oceani e pianure.
Una rivoluzione per la saga, che secondo Nintendo rappresenta il miglior esempio di ciò che la nuova console è in grado di offrire.
Donkey Kong pronto a tornare
E non è finita qui: il 17 luglio arriverà in esclusiva su Nintendo Switch 2 anche Donkey Kong Bananza, un platform 3D ad alta energia che riporta in scena l’iconico Kong in una nuova avventura piena di azione, ambienti distruttibili e caos giocoso. Un altro pezzo da novanta per una line-up che non vuole perdere tempo.
Il futuro è già adesso
Luciano Pereña, CEO e Presidente di Nintendo of Europe, ha commentato così l’accoglienza straordinaria riservata alla console:
“Nintendo Switch 2 rappresenta la prossima evoluzione di Nintendo Switch, e siamo molto felici e grati di vederla già accolta da così tanti giocatori in tutta Europa. Non vediamo l’ora che le persone possano connettersi tra loro attraverso giochi come Mario Kart World, condividendo l’esperienza con amici e familiari, vicini o lontani.”
Con numeri da record e una base installata che promette di crescere ancora rapidamente nei prossimi mesi, Nintendo Switch 2 sembra destinata a segnare una nuova era per la grande N, fra tecnologia accessibile, esperienze condivise e l’immancabile tocco di magia che da sempre accompagna ogni generazione della casa di Kyoto.
La MSI MAG Z890 TOMAHAWK WIFI rappresenta una eccellente porta di ingresso nella nuova generazione di motherboard Intel con socket LGA 1851. Abbinata al processore Core Ultra 9 285K e componenti di fascia alta, offre prestazioni eccellenti ma con alcuni compromessi, dovuti più alla piattaforma che non al prodotto MSI in sé. L’articolo analizza in dettaglio qualità costruttiva, potenziale di overclock, temperature, rumorosità e il rapporto qualità-prezzo di questa configurazione, valutando anche la longevità del socket in un mercato in rapida evoluzione.
Un Nuovo Capitolo per Intel
Il panorama hardware del 2025 ha visto Intel impegnata in una transizione significativa. Con l’introduzione della serie Core Ultra (Arrow Lake) e del nuovo socket LGA 1851, l’azienda di Santa Clara cerca di recuperare terreno rispetto ad AMD, che negli ultimi anni ha guadagnato quote di mercato significative grazie allo straordinario successo dei suoi processori Ryzen e soprattutto della versione X3D degli stessi, pensata per i gamers.
A nostro avviso tuttavia, il grande vantaggio accumulato da AMD in questi ultimi mesi è dovuto anche ad alcune scelte commerciali che hanno premiato la compagnia agli occhi degli utenti: in primis l’ampio supporto alla piattaforma/socket AM4 prima e AM5 poi, che consente agli utenti di aggiornare il proprio processore anche a distanza di diversi anni.
La politica di Intel è sempre stata diametralmente opposta: aggiornamenti del socket ogni 2 generazioni in genere (con poche eccezioni) e almeno negli ultimi anni, pochi, pochissimi incrementi prestazionali tra una generazione e l’altra.
La MSI MAG Z890 TOMAHAWK WIFI si posiziona come una motherboard di fascia medio alta in questo nuovo ecosistema, promettendo il giusto equilibrio tra prestazioni, funzionalità e prezzo.
In questo contesto, abbiamo analizzato una configurazione completa basata su questa motherboard, abbinata al processore flagship Intel Core Ultra 9 285K, raffreddamento a liquido Arctic Liquid Freezer III 360mm RGB, memoria DDR5 PowerX 6000 CL30, scheda grafica RTX 5090 e storage Samsung 990 Pro. Una build che rappresenta l’apice delle possibilità attuali per un sistema Intel, ma che solleva interrogativi sulla direzione futura della piattaforma.
Novità del chipset Z890 e del socket LGA 1851
Il chipset Intel Z890 rappresenta un’evoluzione significativa rispetto alla precedente generazione Z790, introducendo diverse innovazioni architetturali e funzionali. Tra le principali novità troviamo:
Supporto nativo per PCIe 5.0: Il chipset Z890 offre un totale di 20 linee PCIe 5.0 direttamente dalla CPU, di cui 16 dedicate alla scheda grafica principale e 4 per storage NVMe ad altissima velocità. Questo rappresenta un miglioramento rispetto al Z790 che limitava il PCIe 5.0 principalmente alla GPU.
Architettura di connessione migliorata: La connessione tra CPU e chipset avviene tramite un’interfaccia DMI 4.0 x8, che offre una larghezza di banda fino a 64 GB/s, doppia rispetto alla generazione precedente.
Supporto esclusivo per DDR5: A differenza del Z790 che supportava sia DDR4 che DDR5, il Z890 abbraccia completamente lo standard DDR5, eliminando la retrocompatibilità ma ottimizzando le prestazioni per le memorie di nuova generazione.
Supporto per CUDIMM: Una delle innovazioni più significative è il supporto per i moduli di memoria CUDIMM (Clocked Unbuffered DIMM), che integrano un Client Clock Driver (CKD) direttamente sul modulo per migliorare l’integrità del segnale e consentire frequenze operative più elevate, fino a 8000+ MT/s.
Controller USB4/Thunderbolt 4 integrato: Il chipset integra nativamente il supporto per USB4 e Thunderbolt 4, eliminando la necessità di controller esterni.
Quanto al socket LGA 1851, si tratta di una rottura netta con il passato innanzitutto per il nuovo design fisico: Con 1851 pin (rispetto ai 1700 del socket precedente), è incompatibile con qualsiasi CPU delle generazioni precedenti. Possiede inoltre alcune ottimizzazione per i nuovi Core UltraArrow Lake, con un layout ripensato per supportare la nuova architettura ibrida e migliorare la distribuzione dell’alimentazione e anche un Miglioramento della gestione termica integrando un IHS (Integrated Heat Spreader) riprogettato e una distribuzione più efficiente dei pin di alimentazione.
Prospettive di longevità
Storicamente, Intel tende a cambiare socket ogni due max tre generazioni di processori (come accaduto per il socket 1700). Questa mossa ufficialmente serve a garantire un costante utilizzo delle ultime innovazioni senza essere limitati dal design del socket. Tuttavia, negli anni in cui Intel dominava incontrastata questa “tradizione” è stata spesso utilizzata per costringere gli utenti all’upgrade senza innovazioni significative.
LGA 1851 che è stato introdotto a fine 2024 con i processori Arrow Lake-S della gamma Core Ultra 200S, potrebbe supportare solo un “upgrade minore”, con il refresh di Arrow Lake, in arrivo quest’anno, e che punterà essenzialmente solo ad un aggiornamento della NPU, ovvero i neural processing unit utilizzati per le funzionalità IA.
Il socket quindi verrà abbandonato nel 2026, con l’arrivo dei processori Nova Lake che introdurranno i nuovi processori a marchio Core Ultra Series 4, o Core Ultra 400S con fino a 16 P-core “Coyote Cove”, 32 E-core “Arctic Wolf” e 4 LP E-core “Arctic Wolf”, con altre configurazioni a 28 core (8P + 16E + 4LPE) a 16 core (4P + 8E + 4LPE), che dovrebbero costituire la base delle proposte HX e H per il settore mobile. Questi nuovi processori con tutta probabilità passeranno al nuovo socket LGA 1954.
Gestione RAM su Intel: i vantaggi rispetto ad AMD
Stando così le cose in termini di longevità, la domanda legittima che vi starete ponendo è: ma chi me lo fare di pensare a Intel piuttosto che AMD?
La risposta è in alcune specificità di questa piattaforma molto adatte soprattutto in tema di produttività. La piattaforma Intel Z890 con socket LGA 1851, infatti, introduce significativi miglioramenti nella gestione della memoria rispetto alle generazioni precedenti e offre alcuni vantaggi distintivi rispetto alle soluzioni AMD. La più importante di queste è il supportare i moduli CUDIMM.
Supporto CUDIMM: l’innovazione chiave
La piattaforma Intel Core Ultra è la prima a supportare nativamente i moduli CUDIMM, che integrano un driver di clock dedicato direttamente sul modulo di memoria, il cosiddetto Client Clock Driver (CKD). Questa tecnologia migliora significativamente l’integrità del segnale, permettendo di raggiungere frequenze operative fino a 8000+ MT/s con stabilità superiore rispetto a quanto visto fino ad ora. Un vantaggio enorme se si pensa che proprio la gestione della memoria su AMD è particolarmente deficitaria, in primis nelle configurazioni a quattro DIMM popolati ed in secondo luogo quando si prova ad utilizzare memorie con frequenze superiori ai 6000mhz.
A differenza di soluzioni software, il CKD interviene direttamente sul segnale elettrico, riducendo jitter e rumore, problemi che tipicamente limitano le frequenze massime raggiungibili, inoltre, i moduli CUDIMM funzionano anche su piattaforme che non supportano il CKD, ma in modalità bypass, limitando le frequenze massime raggiungibili.
Il memory controller dei processori Intel Core Ultra inoltre è stato completamente riprogettato, con miglioramenti significativi nella gestione dei timing e nella stabilità ad alte frequenze. Questo significa che anche non volendo arrivare a frequenze limite come 8000mhz, a parità di frequenza, i processori Intel tendono a offrire latenze di memoria leggermente inferiori rispetto alle controparti AMD, un vantaggio particolarmente rilevante in applicazioni sensibili alla latenza come il gaming. Senza considerare una maggiora compatibilità con i profili XMP e un controllo migliore dei subtimings garantito da questi profili rispetto a quelli EXPO di AMD.
Cosa significa tutto questo?
La piattaforma Intel Z890 dimostra una stabilità superiore con memorie ad alte frequenze (7000+ MT/s) rispetto alle piattaforme AMD X870, che tendono a mostrare instabilità oltre i 6400 MT/s e uno sweetspot intorno ai 6000mhz. Questo significa che è possibile che a seconda dell’applicazione è possibile ottenere prestazioni generalmente migliori con applicazioni sensibili alle velocità della ram. Se in gaming, ad esempio, la differenza è spesso contenuta entro il 3-5%, in applicazioni come il graphic design, o il video editing, le differenze possono arrivare a sfiorare anche il 10-15% a parita di componenti.
MSI MAG Z890 TOMAHAWK WIFI: Tecnologie all’avanguardia per connettività e networking
La Tomahawk di MSI è una serie di Motherboard che appartiene alla fascia medio alta del produttore. Oltre all’implementazione di tutte le caratteristiche che abbiamo visto del chipset Intel, la serie integra robuste soluzioni termiche ed elettriche.
La MSI MAG Z890 TOMAHAWK WIFI mantiene l’estetica militare caratteristica della serie TOMAHAWK, con un PCB nero e dissipatori in metallo scuro con accenti rossi. La scheda presenta un robusto sistema di alimentazione Duet Rail con fasi di potenza da 16+1+1, ciascuna capace di gestire fino a 80A, garantendo stabilità anche con processori esigenti come il Core Ultra 9 285K.
Il layout è ben studiato, con quattro slot DIMM per DDR5 che supportano fino a 256GB di RAM con frequenze che possono superare i 9200 MT/s in overclock. La dotazione di slot di espansione include un PCIe 5.0 x16 (dalla CPU), un PCIe 4.0 x4 e un PCIe 4.0 x1 (dal chipset), mentre lo storage è servito da quattro connettori M.2, di cui due PCIe 5.0 x4 (dalla CPU) e due PCIe 4.0 x4 (dal chipset), oltre a quattro porte SATA 6Gbps.
La connettività è un punto di forza, con Wi-Fi 7, Bluetooth 5.4, LAN Intel 5Gbps, due porte Thunderbolt 4 (USB4) e una generosa dotazione di USB, incluse porte USB 20Gbps Type-C con supporto per ricarica rapida.
Networking
La MSI MAG Z890 TOMAHAWK WIFI come dicevamo, eccelle nelle capacità di networking, offrendo soluzioni all’avanguardia per connettività cablata e wireless. La scheda integra il controller Intel Killer E5000, che supporta velocità fino a 5 Gbps, un significativo miglioramento rispetto ai tradizionali controller 2.5G o 1G. Il controller integra un sistema che analizza automaticamente il traffico di rete, assegnando priorità alle applicazioni che richiedono bassa latenza (come gaming online e streaming).
Rispetto ai controller 2.5G, la soluzione 5G offre non solo maggiore larghezza di banda ma anche latenze inferiori, con tempi di risposta ridotti fino al 30%. Nonostante supporti velocità fino a 5 Gbps, inoltre il controller mantiene piena compatibilità con le reti 2.5G/1G/100Mbps esistenti.
Thunderbolt 4
Porte dedicate: La motherboard è dotata di 2 porte Thunderbolt 4 sul pannello posteriore, ciascuna capace di:
Trasferimento dati fino a 40 Gbps
Supporto per daisy-chaining fino a 6 dispositivi (3 Thunderbolt 4 o 5 Thunderbolt 3)
Alimentazione fino a 15W (5V/3A) per ricarica dispositivi
Supporto per display 8K o doppi display 4K@60Hz
Versatilità di connessione: Le porte Thunderbolt 4 supportano anche USB4, USB 3.2 e DisplayPort 1.4, offrendo massima compatibilità con dispositivi di diverse generazioni.
Implementazione nativa: A differenza delle generazioni precedenti che richiedevano controller aggiuntivi, il supporto Thunderbolt 4 è integrato direttamente nel chipset Z890, garantendo migliori prestazioni e minore latenza.
Wi-Fi 7
Standard di ultima generazione: La scheda integra il modulo Intel Killer BE Wi-Fi 7, che supporta lo standard IEEE 802.11be.
Prestazioni superiori: Offre velocità teoriche fino a 5.8 Gbps, latenza ultra-bassa (2ms) e supporto per la banda 320MHz.
Multi-Link Operation (MLO): Questa tecnologia permette di utilizzare simultaneamente più bande di frequenza (2.4GHz, 5GHz e 6GHz), ottimizzando automaticamente il traffico.
Riduzione delle interferenze: Grazie all’implementazione avanzata di tecnologie MIMO e beamforming, il modulo Wi-Fi 7 offre prestazioni superiori anche in ambienti con elevate interferenze.
L’integrazione di queste tecnologie di networking avanzate rende la MSI MAG Z890 TOMAHAWK WIFI particolarmente adatta per applicazioni che richiedono elevata larghezza di banda e bassa latenza, come gaming competitivo, streaming 4K/8K, editing video collaborativo e trasferimento di file di grandi dimensioni.
Qualità dei dissipatori MOSFET e NVMe
La MSI MAG Z890 TOMAHAWK WIFI implementa soluzioni di raffreddamento avanzate sia per i MOSFET del VRM che per gli SSD NVMe, elementi cruciali per garantire stabilità e prestazioni durature.
Dissipatori MOSFET
La motherboard utilizza un sistema di dissipazione denominato “FROZR Design” con heatsink estesi che aumentano significativamente la superficie di dissipazione. I dissipatori sono realizzati in lega di alluminio ad alta densità con finitura anodizzata nera, che garantisce eccellente conduttività termica e resistenza all’ossidazione. Una heat-pipe in rame da 8mm attraversa i dissipatori VRM, distribuendo efficacemente il calore su tutta la superficie e migliorando la dissipazione passiva.
L’interfaccia tra MOSFET e dissipatori utilizza thermal pad da 7W/mK, significativamente migliori rispetto ai 3-5W/mK delle soluzioni entry-level. Le alette dei dissipatori sono progettate per massimizzare il flusso d’aria, con un pattern che riduce la resistenza e migliora la convezione naturale.
Questa soluzione di raffreddamento permette di mantenere temperature operative ottimali anche con processori ad alto TDP come il Core Ultra 9 285K, garantendo stabilità anche in condizioni di overclock spinto.
Dissipatori M.2 Shield Frozr
Particolarmente apprezzabile l’attenzione rivolta al raffreddamento delle unità NVME. Tutti e quattro gli slot M.2 sono dotati di dissipatori dedicati “M.2 Shield Frozr”, che coprono sia il lato superiore che quello inferiore degli SSD NVMe.
Il sistema utilizza un dissipatore principale in alluminio e una backplate in acciaio, creando un “sandwich termico” che dissipa il calore da entrambi i lati dell’SSD.MSI utilizza thermal pad con diverse conducibilità termiche per controller (7W/mK) e NAND (5W/mK), ottimizzando il trasferimento di calore in base alle esigenze specifiche dei componenti.
Integrazione con il flusso d’aria del sistema: I dissipatori M.2 sono posizionati strategicamente per beneficiare del flusso d’aria generato dalle ventole della CPU e della GPU, massimizzando l’efficienza di raffreddamento, questo unito alle loro dimensioni, consentono di gestire efficacemente anche gli nvme PCIe 5.0 di ultima generazione, che possono raggiungere temperature operative significativamente più elevate rispetto ai modelli PCIe 4.0.
Nei test pratici, questa soluzione permette di ridurre le temperature degli SSD NVMe fino a 20°C sotto carico intenso, prevenendo il thermal throttling e mantenendo prestazioni costanti anche durante operazioni prolungate di lettura/scrittura ad alta intensità.
Rispetto alla concorrenza, i dissipatori della MSI MAG Z890 TOMAHAWK WIFI si posizionano nella fascia alta del mercato, con prestazioni termiche paragonabili a quelle offerte da motherboard di categoria superiore come la MEG Z890 GODLIKE o la ASUS ROG MAXIMUS Z890 HERO.
I dissipatori per NVME M.2 Shield Frozr hanno un sistema di sgancio rapido dabbero molto funzionale: un pulsantino metallico che facilita la rimozione dei dissipatori. Molto utile anche il pulsante di sgancio rapido per la GPU posizionato in maniera accessibile sotto gli slot ram e quindi non coperto dalle GPU più voluminose
Presenza del display di errore
Il sistema di diagnostica della MSI MAG Z890 TOMAHAWK WIFI rappresenta un punto di forza notevole, combinando LED EZ Debug con un display esadecimale a due cifre. Un dettaglio che ci piacerebber vedere in tutte le motherboard, a partire da quelle di fascia media. Mentre i quattro LED colorati offrono un’immediata identificazione del componente problematico (CPU, RAM, scheda video o boot), il display numerico fornisce una diagnostica più dettagliata con oltre 100 codici di errore e, in condizioni normali, mostra la temperatura della CPU. Questa soluzione dual-layer mantiene l’ultimo codice anche dopo lo spegnimento, facilitando l’analisi di crash improvvisi. Una caratteristica solitamente riservata a schede madri premium, particolarmente apprezzabile per overclocking, aggiornamenti hardware e configurazioni sperimentali, che dimostra l’attenzione di MSI verso gli utenti enthusiast anche in questa fascia di prezzo.
Numero e tipologia di connettori per ventole
La MSI MAG Z890 TOMAHAWK WIFI offre un’ampia dotazione di connettori per ventole e sistemi di raffreddamento, pensata per soddisfare anche le configurazioni più esigenti in termini di gestione termica.
Connettori ventole standard
1x CPU_FAN: Connettore a 4 pin dedicato alla ventola principale della CPU, con supporto PWM e monitoraggio RPM.
1x PUMP_FAN: Connettore a 4 pin ad alta potenza (3A) dedicato alle pompe dei sistemi di raffreddamento a liquido AIO o custom loop.
6x SYS_FAN: Sei connettori a 4 pin per ventole di sistema, distribuiti strategicamente sulla scheda per facilitare il cable management.
Tutti i connettori supportano la tecnologia MSI Smart Fan, che permette di creare curve di velocità personalizzate basate su diverse sorgenti di temperatura (CPU, GPU, scheda madre, sensori esterni).
La Possibilità di raggruppare più ventole sotto un unico controllo o di gestirle individualmente e la modalità semi-passive per l’arresto completo delle ventole sotto una certa soglia di temperatura, Ogni header è protetto da sovracorrente, prevenendo danni in caso di cortocircuiti o ventole difettose. La scheda include sensori di temperatura multipli che possono essere utilizzati come riferimento per il controllo delle ventole.
Connettori RGB/ARGB
2x JRGB: Connettori a 4 pin per strisce LED RGB tradizionali (12V).
3x JRAINBOW: Connettori a 3 pin per strisce LED ARGB (5V), compatibili con il nuovo standard ARGB 2.0 che supporta fino a 1000 LED per canale.
Questa dotazione di connettori per ventole posiziona la MSI MAG Z890 TOMAHAWK WIFI nella fascia alta del mercato, offrendo possibilità di configurazione paragonabili a quelle di motherboard più costose. La presenza di sei connettori SYS_FAN, in particolare, è un valore aggiunto significativo rispetto alla media di 3-4 connettori tipicamente presenti su motherboard di fascia media.
Analisi Tecnica: La MSI MAG Z890 TOMAHAWK WIFI sotto la lente
La configurazione testata mostra un’ottima sinergia tra i componenti. Il dissipatore Arctic Liquid Freezer III 360mm RGB si dimostra più che adeguato per gestire il TDP di 250W del Core Ultra 9 285K, mantenendo temperature operative accettabili anche sotto carico intenso. Le memorie DDR5 6000MHz CL30 rappresentano un buon compromesso tra prestazioni e stabilità, sebbene il controller di memoria del processore supporti frequenze ben superiori.
La RTX 5090 trova nella Z890 TOMAHAWK un partner all’altezza, con lo slot PCIe 5.0 x16 che fornisce tutta la banda necessaria, mentre i due SSD Samsung 990 Pro da 2TB possono sfruttare appieno le linee PCIe 5.0 dirette dalla CPU, garantendo prestazioni di storage ai vertici della categoria.
Potenziale di overclock
Il BIOS della Z890 TOMAHAWK WIFI offre un’interfaccia completa per l’overclocking, con controlli granulari su tensioni, frequenze e timing. Il processore Core Ultra 9 285K mostra un discreto margine di overclock, raggiungendo stabilmente i 5.8-5.9 GHz sui P-core e 4.7-4.8 GHz sugli E-core con un adeguato sistema di raffreddamento.
Le memorie DDR5 PowerX 6000 CL30 possono essere spinte fino a 7200-7400 MT/s mantenendo latenze ragionevoli, grazie anche al supporto della motherboard per il profilo Intel XMP 3.0 e alla qualità del PCB a 8 strati che garantisce integrità del segnale anche ad alte frequenze.
Va notato che l’overclock del Core Ultra 9 285K comporta un aumento significativo del consumo energetico, superando facilmente i 300W sotto carico, con conseguente aumento delle temperature. Il sistema di alimentazione della motherboard gestisce bene questi carichi, ma è fondamentale un raffreddamento adeguato.
Temperature e Rumorosità: Dati Oggettivi
I test condotti sulla configurazione completa hanno evidenziato un comportamento termico e acustico generalmente buono, con alcune considerazioni importanti:
CPU Intel Core Ultra 9 285K
Temperatura idle: 35-40°C
Temperatura gaming: 65-70°C
Temperatura full load (stress test): 75-80°C
Consumo energetico: 125W base, fino a 250W sotto carico massimo
Rispetto alla generazione precedente (14900K), si nota un miglioramento significativo nell’efficienza energetica, con temperature inferiori a parità di prestazioni. Questo è dovuto principalmente alla nuova architettura e al passaggio al nodo produttivo TSMC N3B.
Dissipatore Arctic Liquid Freezer III 360mm RGB
Rumorosità a 600 RPM: <30.2 dBA (quasi impercettibile)
Rumorosità a 1200 RPM: 31.0 dBA (appena udibile)
Rumorosità a pieno regime (3000 RPM): 58.6 dBA (decisamente rumoroso)
Il dissipatore si dimostra eccellente nel bilanciare prestazioni e rumorosità, mantenendo la CPU a temperature ottimali anche con ventole a regime ridotto. Solo in condizioni di stress test prolungato è necessario aumentare la velocità delle ventole oltre i 1500 RPM, con conseguente aumento della rumorosità.
GPU RTX 5090
Temperatura idle: 50°C (fan stop attivo)
Temperatura gaming: 77°C
Temperatura memoria: 94°C
Rumorosità sotto carico: 40.1 dBA
Velocità ventole: 1673 RPM
La scheda grafica rappresenta il componente più caldo e rumoroso del sistema, ma i valori rientrano nella norma per una GPU di questa potenza. Il design della Z890 TOMAHAWK, con ampio spazio tra lo slot PCIe primario e gli slot M.2, favorisce un buon flusso d’aria attorno alla scheda video.
Sistema complessivo
Rumorosità idle: 30-32 dBA (con ventole chassis a bassa velocità)
Rumorosità gaming: 38-42 dBA
Rumorosità full load: 45-50 dBA
L’utilizzo di ventole Phanteks D30 140mm e Arctic P140 contribuisce a mantenere un profilo acustico contenuto anche sotto carico, con un flusso d’aria ottimizzato che previene hotspot all’interno del case.
Il senso di una configurazione Intel nel 2025
La scelta di una piattaforma Intel con socket LGA 1851 nel 2025 presenta vantaggi e svantaggi significativi. Da un lato, offre accesso alle più recenti tecnologie di connettività e storage, con un’architettura CPU rinnovata che migliora l’efficienza energetica. Dall’altro, rappresenta un investimento in una piattaforma potenzialmente a fine vita, considerando la tendenza di Intel a cambiare socket frequentemente come abbiamo visto poco più sopra.
La strategia di Intel di abbandonare l’Hyper-Threading nei P-core a favore di un maggior numero di E-core rappresenta una scommessa interessante, che mostra risultati contrastanti: migliore efficienza energetica ma prestazioni gaming non sempre all’altezza delle aspettative per un processore flagship.
La scelta di assemblare una macchina Intel oggi con questo tipo di motherboard deve quindi partire da una domanda chiave: quanto tempo ho intenzione di mantenere la mia macchina? Sono interessato ad effettuare aggiornamenti nei prossimi anni? Che utilizzo farò di questa macchina?
Se il computer che state assemblando oggi è destinato ad applicazioni che traggono vantaggio da un alto quantitativo di ram ad alta velocità, e se questo pc è destinato a rimanere con voi a lungo, magari aggiornando esclusivamente tra qualche anno, la GPU, allora la scelta di Intel ha i suoi vantaggi: memorie veloci e generalmente meglio sfruttate rispetto ad AMD, ottima efficienza energetica. La scelta di una motherboard come questa allora rappresenta una scelta ideale perchè dotata di tecnologie che vi accompagneranno a lungo come appunto Thunderbolt 4, WiFi 7 e PCIE 5.0.
Commento finale
La MSI MAG Z890 TOMAHAWK WIFI è una motherboard eccellente sia per l’alta qualità dei componenti che dei dissipatori utilizzati e per la fascia di prezzo in cui si colloca, circa 290 euro su Amazon, una delle migliori proposte con chipset Intel Z890. Purtroppo la scheda subisce suo malgrado “l’influenza negativa” delle politiche di Intel che, se fino a qualche anno fa – quando dominava incontrastata il mercato delle CPU – dovevano essere subite passivamente, oggi con AMD che propone una politica diametralmente opposta di supporto plurigenerazionale ai suoi socket e chipset, è diventata francamente insopportabile.
Certo, queste negatività vanno calate nella realtà personale dell’utente: se la macchina che intendete assemblare è destinata a durare a lungo sulla vostra scrivania e il prossimo aggiornamento arriverà soltanto tra diversi anni, allora scegliere Intel ha senso e scegliere questa MSI MAG Z890 TOMAHAWK WIFI ne ha ancora di più, grazie alla presenza delle ultime tecnologie in fatto di networking e connettività, l’ampia disponibilità di porte e l’ottimo design termico ed elettrico, che la rendono una scelta eccellente per build di alto livello.
In definitiva, la MSI MAG Z890 TOMAHAWK WIFI è una motherboard ben progettata che offre tutto ciò che ci si aspetta da una scheda di fascia medio alta, ma la decisione di investire nell’ecosistema LGA 1851 dovrebbe essere ponderata attentamente, considerando le alternative disponibili e le proprie esigenze specifiche a lungo termine.
Questo DLC è un prequel del gioco base che racconta una storia autonoma e risponde ad alcune domande rimaste irrisolte. A differenza del gioco base, Overture ha un solo finale, quindi vi basterà completarlo una sola volta per vivere tutta la storia. Tuttavia, ci sono alcuni oggetti e missioni che potreste perdere, quindi dovrete rimanere attenti durante la vostra partita. Fortunatamente, il gioco vi avvisa prima della sezione finale, permettendovi di completare eventuali missioni rimaste aperte prima di concludere il DLC e “perdere” tutti gli NPC.
C’è però una cosa importante di cui tener conto. Se non siete nel New Game+ nel gioco base potreste dover giocare due volte il DLC. O comunque giocarlo una volta ma in New Game+ perché si può completare al 100% solo così poiché alcuni dischi d’oro sono esclusivi e non compaiono nella prima partita. Per iniziare il DLC dovrete aver sconfitto il boss Maestro della sfilata corrotto nel Capitolo 9 del gioco base.
Tenete presente che, se sconfiggete il boss finale nel gioco base e iniziate una nuova partita, dovrete rifare tutto fino al Capitolo 9 per poter accedere (o ri-accedere) al DLC.
Informazioni preliminari
Difficoltà stimata per il platino: 5/10 se giocate alla nuova difficoltà facile, altrimenti 7/10
Tempo stimato per il platino: 5-15 ore a seconda della difficoltà a cui giocate
Trofei offline: 11
Trofei online: 0
Trofei missabili: 4 (Collezionista di vere armi da combattimento, Melodia della memoria, Essere umano, Segugio di segreti oscuri)
Trofei glitchati: 0
La difficoltà influisce sui trofei? No, potete giocare all’ultima difficoltà. Per ottenere i dischi d’oro per Melodia della memoria dovete essere nel New Game+ del gioco base.
Run minime: 1 se la fate direttamente in New Game+, altrimenti 2
Free-roam/selezione livelli dopo aver finito il gioco: Potete ancora visitare tutte le location del DLC dopo aver completato la storia, ma tutti gli NPC spariranno non appena avrete finito la trama dello stesso.
Road-map
Step 1: In New Game+ giocate fino al punto di non ritorno del DLC (Rose Garden Entrance nel Capitolo 5). Collezionate tutte la armi, le braccia, i gesti, i dischi e gli oggetti legati a missioni. I dischi d’oro appaiono solo in New Game+, il che significa che non potete completare al 100% il DLC se siete alla prima partita. Alcune scelte devono essere prese rapidamente, ed è facile scegliere l’opzione sbagliata se non seguite la guida. Inoltre, NON consumate né scambiate gli Ergos dei Boss per amuleti! Il DLC introduce due nuovi Ergos dei Boss e, se volete ottenere il trofeo legato alle armi, dovrete scambiarli con le loro armi uniche, non gli amuleti. Se perdete qualcosa, dovrete rifare il gioco principale fino al capitolo 9 in un’altra partita New Game+ per poter riavviare il DLC, e poi completare di nuovo tutto il DLC! Non potete rigiocare il DLC da solo senza rifare prima il gioco principale. Come precauzione, fate un backup della vostra partita prima di iniziare il DLC (cloud PS+ per PS5 o USB per PS4). Se qualcosa va storto, potrete ripristinare il salvataggio e rigiocare il DLC senza dover rifare il gioco principale.
Step 2: Non sconfiggete il boss del punto di non ritorno di cui sopra! Dedichiamoci al clean-up. A questo punto, se avete fatto tutto, dovreste avere attiva solo la sidequest The Tracker’s Quest. Per prima cosa, andate da Klaus e acquistate le due armi che richiedono i due nuovi Ergos dei Boss introdotti dal DLC. Poi, completate la sidequest. Dovrete risolvere tre piccoli indovinelli. Alla fine della missione, assicuratevi di scegliere questo dialogo per ottenere un collezionabile che si può perdere: “Lo saranno, e Krat sarà salvata”. Prima di passare allo step 3, assicuratevi di aver completato quanto segue: trovate 9 armi su 10 (l’ultima si ottiene durante il finale), ottenuti tutte 8 gli gesti d ottenute 7 dischi su 8 (l’ultimo si ottiene durante il finale). Potete sempre controllare i vostri dischi dal registratore dell’Hotel Krat per verificare di aver solo l’ultimo mancante. Se tutto il resto è completo, siete pronti per il punto successivo.
Step 3: Non vi resta che sconfiggere l’ultimo boss. Se avete raccolto tutto fino a questo punto, vincere l’ultimo scontro sbloccherà i trofei rimanenti. Una volta battuto il boss, e con l’ultimo disco e l’ultima arma in vostro possesso, avrete completato al 100% i trofei del DLC!
Guida ai trofei
The Rose’s Memory Raggiungi il finale [The Rose’s Memory]
Legato alla storia, impossibile da mancare. Lo otterrete dopo aver sconfitto il boss finale del DLC.
Risolutezza costante Senti l’ultima registrazione della Leggenda
Sbloccherete questo trofeo dopo aver sconfitto il boss finale. Riceverete la Chiave della Stanza Segreta. Tuttavia, una volta terminato il DLC, tornerete al vostro mondo normale. Per tornare indietro, seguite le farfalle fino allo Stargazer e usate il teletrasporto per tornare all’Hotel Krat del DLC. Poi continuate a seguire le farfalle, che vi condurranno al giardino. Qui potrete usare la chiave dietro l’albero. Dopo aver raccolto la registrazione vocale all’interno, ascoltatela nel menu dei collezionabili sotto la voce Lettere e sbloccherete il trofeo.
Collezionista di vere armi da combattimento Raccogli tutte le armi e le braccia a Legione nel Tempo dimenticato
MISSABILE
Per sbloccare il trofeo legato alle armi e a Legione, dovete collezionare tutte e 10 le armi e creare i due nuovi Bracci presenti nel DLC.
Oltre le potenzialità illimitate Potenzia ulteriormente le abilità dell’Organo-P
Per prima cosa dovete raggiungere l’Eventide Hotel Krat nel DLC. Poi andate al tavolo degli Strumenti di Manutenzione, dove troverete una sedia per potenziare il vostro Organo-P. Ma prima di poterlo potenziare, dovete prendere il Nucleo di Potenziamento dalla scatola sulla destra. Questo nucleo vi permetterà di migliorare le vostre abilità. Aprite l’albero dei potenziamenti e premete R1 per passare alla nuova scheda Potenziamento Organo-P. Qui potrete usare il Quarzo per rafforzarvi. Assicuratevi di avere almeno 1 Quarzo, altrimenti non potrete effettuare il potenziamento. Potete usare qualsiasi potenziamento e il trofeo si sbloccherà appena lo applicherete.
Melodia della memoria Raccogli e ascolta tutti i dischi del Tempo dimenticato
MISSABILE E LEGATO AL NEW GAME+
Per sbloccare il trofeo legato ai dischi dovrete ottenere ed ascoltare tutte e 8 i dischi, appunto, del DLC.
Segugio di segreti oscuri Decifra tutti gli indizi nascosti nelle macchine cifranti e reclama i premi
MISSABILE
Per sbloccare il trofeo dovrete decifrare tutti gli indizi. Fate però attenzione: se sconfiggete l’ultimo boss nel Giardino delle Rose prima di completare la missione e ottenere il trofeo, questo diventerà missabile. Inoltre, alla fine della missione, assicuratevi di scegliere l’opzione di dialogo: “Lo saranno, e Krat sarà salvata“. Questa scelta è fondamentale per ottenere la registrazione molto facile da perdere chiamata “Sopravvissuto”, necessaria per il trofeo Melodia della memoria.
Burattinaia della morte Uccidi Markiona, la Burattinaia della morte
Legato alla storia, impossibile da mancare. Lo otterrete dopo aver sconfitto Markiona.
Guardiano angustiato Uccidi il Guardiano delle rovine angustiato
Legato alla storia, impossibile da mancare. Lo otterrete dopo aver sconfitto il guardiano.
Nintendo ha annunciato oggi Splatoon Raiders, il primissimo spin-off della serie in arrivo in esclusiva su Switch 2, oltre ad un nuovo aggiornamento per il terzo capitolo.
Nel ruolo di un personaggio chiamato Macchinista, i giocatori partiranno per un’avventura attraverso le misteriose Isole Spirhalite insieme allo splattacolare Trio Triglio. Il titolo sembrerebbe essere orientato maggiormente verso un’esperienza single player, a differenza della serie regolare che ha raccolto un grande successo nel multiplayer.
Di seguito trovate il trailer ufficiale di Splatoon Raiders che anticipa inoltre un nuovo aggiornamento in arrivo per Splatoon 3, di cui trovate i dettagli del relativo comunicato stampa.
In arrivo gratuitamente il 12 Giugno per Nintendo Switch e Nintendo Switch 2, l’aggiornamento include la collezione di Splattonia, formata da nuove armi dei marchi BaraS e Car-bon. Ispirate ad armi già presenti nel gioco, queste nuove aggiunte hanno un look tutto nuovo con armi secondarie e speciali differenti. In totale, la collezione include 30 nuovi set di armi. Inoltre, uno degli scenari dello Splatoon originale per Wii U, Periferia urbana, verrà aggiunto alla selezione dei livelli.
E non è tutto, perché verranno anche alzati i limiti di competenza delle armi e i giocatori potranno ottenere nuove spille. Verrà aggiunta l’Energia arma (Serie), una nuova statistica, in Partita anarchica (Serie). Questa statistica terrà traccia dell’efficacia dei giocatori con le varie armi in base al loro rapporto vittorie/sconfitte in battaglia, abbinandoli poi a giocatori con un’energia simile. Questo rende possibile provare nuove armi senza essere svantaggiati, nonché spingersi al limite con le proprie armi preferite.
Inoltre, con questo nuovo aggiornamento chi gioca a Splatoon 3 su Nintendo Switch 2 potrà godersi una grafica più dettagliata e una maggiore fluidità in luoghi come Splatville e la sede del Grand Festival. Il trailer di oggi ha anche confermato che i giocatori di Splatoon 3 potranno divertirsi insieme, sia che utilizzino Nintendo Switch o Nintendo Switch 2.
Lost in Random: The Eternal Die – sviluppato da Stormteller Games e pubblicato da Thunderful Publishing – è un’avventura action roguelite isometrica che affonda le radici in un mondo gotico e surreale, dove il destino è deciso dal lancio di un dado eterno. Il gioco, sequel del titolo originale Lost in Random, espande l’universo con nuove meccaniche di combattimento, una narrazione più profonda e un design artistico ancora più affascinante.
Il gioco sarà disponibile dal 17 giugno per PlayStation 5, Xbox Series X|S, Nintendo Switch, PC e tramite il servizio in abbonamento Xbox Game Pass.
Versione testata: PlayStation 5
Una storia fantasy dark
Indosserete i panni di quella che un tempo fu la grande regina di Alea, Aleksandra, partita per una missione di vendetta e redenzione; insieme al suo compagno Fortuna, è rimasta intrappolata in un dungeon generato casualmente chiamato Dado Nero. Lì incontrerà una serie di nuovi personaggi, rivedrà alcuni volti del primo capitolo e cercherà di sconfiggere il Cavalier Tormento, che gestisce questa prigione infernale. Come anticipato, mentre Lost in Random del 2021 era un platform d’azione in terza persona, The Eternal Die si sposta su un’ambientazione rogue-lite vicina all’Ade, con una visuale isometrica. La trama è ben scritta, con colpi di scena e momenti emotivi che tengono alta l’attenzione. I personaggi sono caratterizzati con cura e i dialoghi aggiungono profondità all’universo narrativo di gioco che si dipana in un mondo in continua evoluzione attraverso quattro mondi generati in maniera casuale, ciascuno con segreti e sfide uniche, e affrontando oltre 30 tipi diversi di nemici e boss.
Lancia il dado!
Lo diciamo subito: Lost in Random: The Eternal è strutturato esattamente come Hades di Supergiant Games e Private Division. Considerando l’impatto che questo capolavoro ha avuto sul genere, non sorprende che Stormteller Games ne abbia preso ampia ispirazione. Prima e dopo ogni run, Aleksandra si ritroverà in un mondo hub chiamato casa da un numero crescente di mercanti (incontrerete un sacco di personalità bizzarre che sembrano uscite da un film di Tim Burton) e alleati utili, che spesso hanno nuovi dialoghi e informazioni da offrire. Detto questo, la novità di The Eternal Die sta nel sistema di combattimento che combina strategia e azione in tempo reale, integrando l’elemento del dado per aggiungere casualità e variabilità agli scontri. Ogni lancio può cambiare il corso della battaglia, portando a un’esperienza sempre fresca e coinvolgente. Affronterete creature simili a rane che sputano veleno emergono dalle paludi e cavalieri zoppicanti ce vi pungolano con lance infuocate, i boss alternano gli attacchi con varietà e ritmo, ma offrono comunque una sfida solida.
Il gioco offre altresì una buona varietà di armi (quattro in totale), abilità e potenziamenti, permettendo al giocatore di personalizzare il proprio stile di gioco. C’è inoltre un certo incentivo sia narrativo che meccanico al fallimento (considerando anche che morire non è disastroso come in altri titoli similari e avrete la possibilità di riportare indietro ogni sorta di valuta utile nel mondo dell’hub), che si tratti di strappare qualche parola in più ai propri personaggi preferiti o di potenziare una spada con nuovi potenziamenti. Ma è considerevolmente più semplificato, e anche dopo poche ore, avrete la possibilità di carpire e fare vostri i dettagli e la maggior parte delle meccaniche di combattimento.
Nonostante la sua evidente semplicità, il combattimento ci è sembrato comunque divertente. Aleksandra può scegliere – come detto poc’anzi – tra quattro armi uniche – spada (super veloce), arco (l’unica arma a distanza), lancia (la cui portata è la migliore) e martello (lento ma piuttosto potente) – tutte valide in combattimento e con portata, abilità e modalità di potenziamento diverse tra una partita e l’altra. Ci siamo ritrovati a usare (almeno inizialmente) sempre la spada e a potenziarla fino alla massima potenza prima di passare alla successiva, una strategia che prediligiamo in giochi simili finché non abbiamo raggiunto la giusta padronanza con quella singola arma. È possibile eseguire attacchi pesanti e caricati tenendo premuto lo stesso pulsante, mentre schivare è molto importante per evitare i nemici che avanzano (con un’abilità di schivata che vi rende invulnerabili per un breve periodo di tempo). Il combattimento è si frenetico, ma richiede ragionamento. Ogni partita è a sé e quando morirete (succederà spesso come vuole il genere), ripartirete dall’inizio, ma con nuovi potenziamenti e build (sebbene distanti in termini di profondità rispetto ad altri esponenti) da sperimentare.
All’inizio e durante la maggior parte delle partite, otterrete anche un’abilità di una carta, che sarà del tutto casuale. Potrebbe fermare brevemente il tempo, lanciare ampolle di veleno, scatenare fulmini, teste di fuoco a ricerca o qualcosa di completamente diverso. Proprio come con le armi, sarete incoraggiati a sperimentare e provare combinazioni differenti e provare a spammare gli attacchi non appena li si hanno a disposizione. Il vostro attacco finale è il costituito dal compagno di dadi, Fortuna, che può essere lanciato contro i nemici per infliggere danni pari al numero che otterrete. Se otterrete uno, non succederà pressoché nulla, ma se otterrete sei, la storia sarà ben diversa. Una volta lanciato il dado, dovrete buttarvi nella mischia per recuperarlo, il che aggiunge una certa tensione – fatta di rischio e ricompensa – alla maggior parte degli incontri.
Ispirati dai doni divini di Ade, dopo la maggior parte degli scontri è possibile raccogliere delle reliquie (in totale circa un centinaio e che rappresentano anche il modo principale per diventare più forti), che corrispondono a un determinato colore e possono essere posizionate in una griglia. Allineando tre reliquie dello stesso colore sarà possibile aumentare una caratteristica, come il danno dell’arma, il danno dei dadi o la fortuna, che con le potenti abilità basate sulle carte consente di scatenare devastanti sinergie. Tralasciando tutti i dettagli relativi al gameplay (comunque di buon livello considerando che non si tratta di un AAA), Aleksandra ci è rimasta davvero impressa. Da cattiva (che abbiamo affrontato nel gioco precedente) a eroina, ci è piaciuta molto questa transizione; vederla lottare contro la mancanza di potere che un tempo le consentiva di governare a proprio piacimento e di come la sua nuova forma la costringa a fare i conti con le persone che ha ferito e con gli errori che ha commesso in passato. Durante le sessioni, vi imbatterete spesso in frammenti di memoria contenenti brevi pezzi di dialogo che inducono la nostra eroina a rimuginare su come fosse la sua vita. Vi viene fornito un contesto sufficiente sia per interessarvi che per continuare ad approfondirlo.
Grafica e tecnica
The Eternal Die è un vero gioiello sia dal punto di vista grafico che sonoro. Sprite e ambientazioni sono disegnati magnificamente (anche se alcune di queste potevano essere curate meglio), il doppiaggio originale (peccato manchi quello italiano) e il sound design sono altrettanto di qualità eccelsa. Detto questo, vogliamo segnalare che le partite non sembrano poi così casuali o diverse, soprattutto dopo aver giocato per un bel po’ di ore. Vedrete reliquie che si ripetono di continuo, non ci sono molti attacchi con le carte e i boss di ogni piano sono sempre identici. Per un gioco incentrato sulla rigiocabilità, è un bel passo falso.
Commento finale
Lost in Random: The Eternal Die è un meraviglioso roguelite caratterizzato da un combat system tanto semplice quanto divertente, un sistema di potenziamenti ispirato e funzionale e un plot tutto sommato godibile. È un peccato che non ci sia più casualità ad ogni partita, ma nonostante ciò, vale assolutamente la pena (considerando anche il prezzo budget) passare un po’ di ore a tirare i dadi con Aleksandra.
Dopo una lunga e sofferta attesa da parte dei numerosi fan della serie, Netflix ha finalmente annunciato la data di uscita della quinta ed ultima stagione di Stranger Things. O meglio, le date di uscita.
È ufficiale, infatti, che l’ultima stagione della serie cult sarà divisa in tre parti, che verranno rilasciate in tre differenti date.
Durante l’evento Netflix TUDUM, svoltosi nella notte tra il 31 maggio e il primo giugno, infatti, è stato proiettato il primo trailer della nuova stagione. In quest’ultimo è presente un recap degli eventi principali delle quattro stagioni passate seguito da alcuni brevi fotogrammi della quinta. Quest’ultima sarà composta da otto episodi e, dalle poche immagini disponibili, sembra essere caratterizzata da terrore, panico e dramma. Il video si conclude con un primo piano di uno dei protagonisti, Will, che urla un disperato “Run“, ultimo brevissimo fotogramma prima della fine del trailer.
I tre volumi della serie cult usciranno rispettivamente il 26 Novembre 2025 (Volume 1, episodi 1-4), il 26 Dicembre 2025 (Volume 2, episodi 5-7) e il primo Gennaio 2026 (Volume 3, episodio 8). In quest’ultima data uscirà, dunque, l’ultimo episodio della serie diretta dai fratelli Duffer, che parrebbero non voler proprio dire addio alla loro storia più famosa, andando a prolungarla addirittura sino all’anno prossimo. Sensazione confermata anche dalla lunghezza degli otto episodi che, secondo quanto ha dichiarato l’attrice Maya Hawke (Robin nella serie), possono essere considerati, per la loro durata, otto film.
Per quanto riguarda la trama della quinta stagione, è stata pubblicata una breve sinossi, riportata di seguito:
“Fine 1987. Hawkins è in pericolo a causa dell’apertura di numerose Fratture, e i nostri eroi sono uniti da un solo obbiettivo: trovare e uccidere Vecna. E’ scomparso – nessuno sa dove sia e quali siano i suoi piani. A complicare la loro missione, il governo ha posto la città sotto quarantena militare e sta dando la caccia a Undici, costringendola a nascondersi. Con l’avvicinarsi dell’anniversario della scomparsa di Will, si avvicina anche una familiare sensazione di terrore. La battaglia finale è alle porte – e con essa, l’oscurità più potente e mortifera che i protagonisti abbiano mai conosciuto. Per mettere fine a questo incubo dovranno rimanere uniti – ognuno di loro – per un’ultima volta“.
Stranger Things fece il suo approdo su Netflix nel 2016 e, nel giro di poco tempo, è diventata un fenomeno cult decennale il cui finale è atteso a livello mondiale da decine di milioni di telespettatori.
In una recente intervista, Finn Wolfhard (Mike nella serie) ha dichiarato di essere molto soddisfatto del finale della serie che ha avuto il monopolio sulla sua intera adolescenza. “Sono molto confuso e triste, ma anche molto felice” ha dichiarato l’attore. Ma Wolfhard non è stato l’unico a pronunciarsi in merito. Jamie Campbell-Bower (Vecna nella serie) ha confermato che tornerà a vestire i panni della tremenda creatura del Sottosopra, mentre Joseph Quinn ha dichiarato in un intervista che, nonostante gli farebbe molto piacere poter tornare ad interpretare l’amatissimo Eddie, crede che la sua storia sia ormai stata raccontata nella sua interezza, spezzando le speranze di chi desiderava ardentemente un suo ritorno ad Hawkins.
Al momento non abbiamo ulteriori informazioni sugli eventi che ci condurranno al gran finale, sappiamo però che ritroveremo i ragazzi di Hawkins esattamente dove li avevamo lasciati alla fine della quarta stagione, uscita ormai più di due anni fa. Oltre a loro, ci sarà anche un nuovo volto che prenderà parte alla battaglia contro il Sottosopra, Linda Hamilton (The Terminator).
Dunque, i fratelli Duffer stanno chiedendo ai loro fan un ultimo atto di pazienza. Nel frattempo, sarà il caso di lanciarsi in un rewatch della serie per essere sicuri di ricordare tutti i dettagli necessari a seguire con attenzione l’ultimo attesissimo capitolo che porrà fine alle vicende.
S.T.A.L.K.E.R. è unaserie di FPS survival. Il primo capitolo – S.T.A.L.K.E.R.: Shadow of Chernobyl – è stato pubblicato nel 2007 seguito da S.T.A.L.K.E.R.: Clear Sky nel 2008 e S.T.A.L.K.E.R.: Call of Pripyat nel 2009. L’ultima iterazione della serie – S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl – risale allo scorso anno. Unendo fantascienza e horror, il franchise di S.T.A.L.K.E.R. è ambientato in una realtà alternativa di esclusione post-nucleare, ispirata al disastro reale di Černobyl, che dopo l’esplosione di una centrale nucleare in Ucraina, ha trasformato un’intera area in un incubo apocalittico pieno di mutanti e strane anomalie paranormali capaci di ucciderci con una semplice onda d’urto.
Inizialmente, l’unico modo per godersi appieno questi sparatutto in prima persona era attraverso un PC ad alte prestazioni, le console dell’epoca ovvero PS2 (commercializzata fino al 2013) e PS3 non erano all’altezza del compito di far girare quello che allora era uno dei titoli per PC più ambiziosi dell’epoca. Soltanto successivamente i tre titoli (considerando anche il buon successo ottenuto con un Metacritic fra il 75 e l’82) sono stati pubblicati insieme nel 2024 come un’unica trilogia (chiamata S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy) e portati con una grafica migliorata, controlli più moderni e un’interfaccia utente rielaborata su console PlayStation, Xbox e Nintendo Switch.
Ora, nonostante l’uscita dello scorso anno – gli sviluppatori di GSC Game World – oltre a dimostrare il loro amore per questo franchise diventato leggenda e i suoi fan, hanno deciso di pubblicare il nuovissimo S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy – Enhanced Editionche ripropone, portando con sé ulteriori miglioramenti rispetto all’edizione dello scorso anno, l’esperienza completa della saga originale rappresentando l’ennesimo tuffo profondo in un mondo desolato, ostile, ma incredibilmente affascinante.
S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy – Enhanced Edition è disponibile per PC, PlayStation 5 e Xbox Series X/S dal 20 maggio.
Versione testata: PlayStation 5
Atmosfera sopra ogni cosa
Il punto di forza della trilogia è sempre stato l’atmosfera: opprimente, realistica e immersiva. Il mondo della Zona vive di vita propria: mutanti inquietanti, anomalie letali, e fazioni umane in guerra creano una tensione costante. Non è il classico shooter: è un’esperienza dove l’esplorazione e la sopravvivenza contano più dei proiettili sparati. Ogni gioco ha un’identità distinta, ma tutti condividono un design emergente, missioni non lineari e un’IA imprevedibile. Shadow of Chernobyl è il più grezzo ma carismatico, il prequel Clear Sky è narrativamente ambizioso ma più instabile, mentre Call of Pripyat rappresenta la maturazione del gameplay con un mondo più coeso e bilanciato e che va a concludere i primi due capitoli in un terzo atto a dir poco avvincente. In poche parole, il vero incidente di Chernobyl si è dimostrato un terreno fertile per la creatività degli sviluppatori fin da quando è avvenuto.
Nei panni dello Stalker i giocatori hanno il compito di svelare il mistero che si cela dietro la propria identità, sopravvivere e saccheggiare tutto ciò che La Zona ha da offrire. Fedeli ai principi tradizionali del design open world, ognuno dei giochi di questa collection vi porta ad attraversare un mondo di gioco di notevoli dimensioni, a parlare con i PNG, a svolgere missioni principali e secondarie e a scoprire tesori segreti. Dal momento in cui si esce, si è liberi di andare dove si vuole, ma per sopravvivere servono armi, armature, oggetti e denaro. È qui che entra in gioco la collaborazione con le fazioni. Sparsi per la zona, troverete vari clan e organizzazioni disposti a offrire missioni e oggetti importanti da scambiare, ma fate attenzione a come vi approcciate a ciascuna fazione. A prima vista, si tratta di elementi piuttosto basilari (a parte i personaggi chiave della storia, le interazioni con gli altri PNG tendono a essere solo variazioni di “cosa c’è di nuovo?” e ”quali missioni hai per me”), ma gli elementi survival aggiunti contribuiscono a mantenere alto l’interesse.
Un restauro tecnico discreto
Sfruttando l’hardware decisamente più performante rispetto alle console in commercio quando i tre S.T.A.L.K.E.R. furono pubblicati ogni titolo di S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy – Enhanced Edition vanta una grafica sostanzialmente aggiornata con illuminazione migliorata e raffinata, texture revisionate e filmati pre-renderizzati in risoluzione 4K. A proposito di risoluzione 4K, tutti i titoli dispongono di diverse impostazioni in termini grafici/prestazioni: Qualità (4K/30 FPS nativi), bilanciato (4K/40 FPS upscalato), prestazioni (4K/60 FPS upscalato), con una modalità “Ultra Performance” (2K/120 FPS upscalato) disponibile che consente agli utenti che possiedono TV compatibili con HDMI 2.0 di attivare una modalità a 120 fotogrammi al secondo. Oltre al supporto di Mod.io, che permette ai giocatori di personalizzare la propria esperienza con un’ampia selezione di mod scaricabili gratuitamente, S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy – Enhanced Edition offre anche il supporto per tastiera e mouse. Dal punto di vista tecnico, questo è probabilmente il modo migliore per giocare agli S.T.A.L.K.E.R. originali su console. Per quanto riguarda i giochi in sé, tuttavia, il risultato e la godibilità dipende dalla propria tolleranza ad un design di gioco che ormai si avvicina ai vent’anni e che potremmo definire “congelato nel tempo”.
Dal punto di vista visivo, nonostante la trilogia presenti miglioramenti incrementali e considerando anche che non si tratta di un remake ma bensì di un’esperienza pensata per preservare non modernizzare si percepisce chiaramente che si ha a che fare con videogiochi di svariate generazioni fa. Man mano che si procede da Shadow of Chornobyl, passando per Clear Sky e fino ad arrivare a Call of Pripyat, trattandosi comunque di prodotti del loro tempo, le ambientazioni risultano essere datate, le animazioni dei personaggi goffe, gli effetti speciali rudimentali e alcuni bug storici (come alcuni freeze durante i caricamenti e durante l’esplorazione) non sono del tutto scomparsi, tutti elementi che vi riporteranno indietro nell’era videoludica del periodo 2007-2009. Allo stesso modo, nonostante i miglioramenti apportati ai controlli e all’interfaccia utente per renderli più intuitivi per chi usa il controller su console, il tutto non è ancora così elegante e raffinato come dovrebbe essere. Da segnalare un buon utilizzo delle funzioni del DualSense con la possibilità di percepire una certa resistenza durante l’uso delle armi o la pioggia battente. I puristi apprezzeranno la fedeltà, ma chi si avvicina per la prima volta potrebbe trovare l’interfaccia e la curva di apprendimento ostili. La mancanza di tutorial chiari e l’hardcore survival potrebbero scoraggiare, ma è proprio questo che rende S.T.A.L.K.E.R. così unico e questa Legends of the Zone Trilogy (Enhanced Edition) offre comunque un trio di titoli di grande interesse per gli appassionati di survival open world e di avventure action.
Detto questo l’audio merita sicuramente un elogio, in quanto rappresenta un elemento imprescindibile in termini di coinvolgimento e ancora oggi è – seppur anch’esso invecchiato – di alto livello, soprattutto quando si vaga da soli per la landa desolata. Si possono sentire spari in lontananza, o mutanti che si aggirano furtivamente e ruggiscono da qualche parte nelle vicinanze, con ogni traccia audio si integra con l’ambiente, contribuendo all’atmosfera inquietante. Meno bene – invece – per quanto riguarda il doppiaggio, decisamente sottotono se paragonato alle produzioni odierne.
Longevità e valore
Ogni titolo offre almeno 20–30 ore di gioco, con rigiocabilità elevata grazie alle fazioni, alle quest dinamiche e ai finali multipli. La trilogia è un affare imperdibile (considerando il prezzo richiesto: 39,99€) per chi cerca un’esperienza narrativa e survival non convenzionale, specialmente in un panorama videoludico moderno ormai dominato da titoli più guidati.
Commento finale
S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy – Enhanced Edition non è una raccolta perfetta, ma è una testimonianza storica fondamentale del game design del periodo 2007-2009. Imperfetta, brutale, ma incredibilmente coinvolgente, che si snoda magistralmente attraverso tre giochi, un must per gli appassionati del genere e una sfida ardua e affascinante (considerando anche che non si tratta di un remake ma bensì di un’esperienza pensata per preservare non modernizzare) per i nuovi arrivati.
Il PC Gaming Show 2025 si è concluso lasciando il segno con un’ondata di novità: più di 70 giochi presentati, 15 anteprime mondiali, interviste esclusive e momenti spettacolari. Un appuntamento che ha saputo mescolare passione per il videogioco e attenzione all’hardware, grazie anche alla presentazione di The Rig, un PC da sogno realizzato da PC Gamer in collaborazione con AMD, GIGABYTE e HAVN. Ma al centro della scena ci sono stati i giochi. Ecco i principali titoli annunciati o mostrati in anteprima.
Ambrosia Sky
Il debutto dello show è stato affidato a Ambrosia Sky, una malinconica avventura sci-fi che mescola narrativa e gameplay esplorativo in un mondo decadente. Descritto come un “clean-’em-up”, mette il giocatore nei panni di un’umanità allo stremo, alle prese con misteri ambientali e relitti tecnologici. Atmosfera densa, ritmo contemplativo e un’estetica sospesa tra il sogno e la rovina lo rendono uno dei titoli più intriganti dello show.
Far Far West
Un selvaggio West popolato da banditi fantasma e incantesimi elementali: Far Far West è un co-op FPS per quattro giocatori che punta tutto sull’azione sfrenata. Le combinazioni tra fucilate e magie, l’ambientazione soprannaturale e il gameplay frenetico fanno di questo titolo una delle novità più originali del PC Gaming Show 2025.
Neverwinter Nights 2: Enhanced Edition
Il ritorno di un grande classico: Neverwinter Nights 2 torna in versione Enhanced Edition, con regole D&D 3.5e e ambientazione nei Forgotten Realms. Il gioco, previsto per luglio 2025, promette di mantenere lo spirito dell’originale migliorando la resa grafica e l’interfaccia. Una chicca imperdibile per i fan dei GDR vecchia scuola.
Fresh Tracks
Un hack’n’slash musicale dove si abbattono nemici a ritmo di heavy metal, in un mix surreale tra azione e musica. In Fresh Tracks, ogni colpo è una nota, ogni combo è una scarica sonora. E sì, quello nel trailer è davvero Peter Stormare, pronto a portare un po’ di follia scandinava in questo delirio ritmico.
Terminull Brigade
Uno dei trailer visivamente più folli dello show: Terminull Brigade è un roguelike che gioca con i contrasti. Da un lato cyber-ninja in ambienti al neon, dall’altro guerrieri post-apocalittici da fumetto pulp. Due estetiche agli antipodi che si alternano a ritmo serrato, creando un’identità visiva unica e memorabile.
Ratatan
Dagli autori di Patapon, Ratatan è un roguelike musicale con estetica cartoon e gameplay a scorrimento laterale. La novità? Supporto co-op fino a quattro giocatori online, varietà di creature da evocare e uno stile visivo che esalta colori, ritmo e dinamica. Il mix di generi potrebbe farne un piccolo cult.
Moomintroll: Winter’s Warmth
Chiude questo primo blocco l’annuncio di Moomintroll: Winter’s Warmth, nuova avventura cozy sviluppata da Hyper Games, con protagonista l’iconico personaggio nordico. Dopo il successo dei giochi precedenti della serie, il nuovo capitolo porterà i giocatori in un viaggio intimo tra paesaggi innevati e relazioni familiari, con uscita prevista per il 2026.
Necesse
Un titolo sandbox dal sapore artigianale, Necesse punta tutto sulla libertà totale. Che si giochi in solitaria o in compagnia di decine – se non centinaia – di altri utenti, il suo mondo procedurale infinito è pensato per essere esplorato, conquistato e plasmato a propria immagine. Costruzioni, missioni, battaglie e alleanze emergono da un ecosistema dinamico, dove ogni server può trasformarsi in un regno caotico e imprevedibile. Una formula che richiama Terraria e Valheim, ma con una scala ancor più ambiziosa.
Den of Wolves
Tra i momenti più attesi dello show, il nuovo trailer di Den of Wolves ha riacceso i riflettori sul prossimo titolo di 10 Chambers, lo studio guidato dal creatore di Payday e GTFO. Si tratta di un FPS cooperativo per quattro giocatoriambientato in un futuro techno-thriller: colpi ad alta tensione, cyber-sabotaggi e un’estetica tra Deus Ex e Syndicate. Il gameplay promette pianificazione, azione coordinata e un mondo narrativo profondo, con un sistema economico malato da sovvertire dall’interno. Sicurezza compromessa.
All Systems Dance
Un gioco che non ti aspetti. All Systems Dance è un titolo che trasforma la ribellione politica in una danza scatenata. Il protagonista? Un gruppo di hacker-ballerini determinati a rovesciare un magnate della tecnologia a suon di beat. Lo stile è scanzonato, colorato, quasi da cartoon cyberpunk, e il gameplay – in arrivo in accesso anticipato ad agosto – mescola ritmo e strategia. Una premessa così assurda che potrebbe davvero diventare un cult tra gli indie.
Spooky Express
Dagli autori di A Monster’s Expedition, A Good Snowman Is Hard to Build e altri puzzle d’autore, arriva Spooky Express, ambientato in un parco a tema Halloween. Ogni livello è una corsa logica su rotaie stregate, dove enigmi ambientali e meccaniche originali si fondono in un’atmosfera tanto adorabile quanto inquietante. Lo stile visivo è semplice ma curatissimo, e l’umorismo macabro è dosato con intelligenza. Perfetto per chi ama spremersi le meningi tra zucche e fantasmi.
The Rogue Prince of Persia
Torna sul palco con un trailer nuovo di zecca The Rogue Prince of Persia, action roguelike sviluppato da Evil Empire (già noti per Dead Cells). Dopo il lancio in accesso anticipato dello scorso anno, il gioco si rilancia con boss fight migliorate, fluidità da vendere e uno stile artistico che richiama i fumetti franco-belgi. La mobilità del personaggio è fulminea, il combat system preciso e reattivo. Una reinterpretazione moderna, brutale e riuscita di una saga immortale.
Enginefall
L’umanità sopravvive su treni post-apocalittici in un mondo distrutto: questo è lo scenario di Enginefall, nuovo titolo PvP survival presentato da Red Rover Interactive. La novità sta nel design ambientale: ogni battaglia si svolge a bordo di convogli in movimento, dove bisogna combattere, raccogliere risorse e costruire in tempo reale. Il tutto mentre ci si difende da altri giocatori e dalle insidie ambientali. Un’idea originale che fonde tensione, velocità e creatività.
EVE Frontier
La galassia di EVE Online si espande con EVE Frontier, MMO survival hardcore presentato in dettaglio al PC Gaming Show 2025. Il trailer ha mostrato esplorazioni planetarie, crafting avanzato e sopravvivenza estrema nello spazio profondo. Con il Founders Access già disponibile, il titolo si rivolge a un pubblico esigente, abituato a gestire intere economie galattiche. Frontier però punta anche a una narrazione più personale, dove ogni base e missione possono raccontare storie uniche.
SkyRig
World Premiere di grande impatto quella di SkyRig, gestionale ambientato tra le nuvole di un gigante gassoso. Creato da Rocket Flair Studios, già al lavoro su Dynasty of the Sands, il gioco fonde costruzione, logistica e strategia con una direzione artistica eterea e affascinante. Gli appassionati di Factorio e Satisfactory troveranno pane per i loro denti, tra catene produttive sospese nel cielo e decisioni a lungo termine da pianificare con cura. Una vera perla per i fan del genere gestionale.
Kaizen: A Factory Story
Dopo il successo di Zachtronics, Kaizen: A Factory Story segna l’inizio di una nuova era per lo studio Coincidence. Il gioco, in arrivo con una demo a fine mese, propone ancora una volta rompicapi logici legati alla programmazione e all’ottimizzazione, questa volta all’interno di una fabbrica narrativa. I fan di Opus Magnum e TIS-100 ritroveranno tutta la complessità e il fascino delle produzioni precedenti, con in più un contesto più immersivo e un racconto da scoprire.
Dawn Apart
Chiudiamo questa parte con Dawn Apart, titolo che mescola le meccaniche di Satisfactory con quelle distruttive di Red Faction. Simulazione, colonizzazione spaziale, costruzione di fabbriche e ambienti totalmente distruttibili: questo è il mix di Dawn Apart, in arrivo su Steam entro fine anno con una demo già disponibile. L’estetica aliena, la verticalità dei livelli e la possibilità di creare (e distruggere) ogni cosa rendono l’esperienza aperta a infinite soluzioni creative.
Modulus
Modulus è il paradiso dei perfezionisti dell’automazione. Se ami osservare centinaia di ingranaggi e nastri trasportatori che si muovono in sincronia assoluta, questo gioco ti conquisterà in pochi secondi—letteralmente, secondo PC Gamer. L’ossessione nasce subito: ogni dettaglio è pensato per incastrarsi nel flusso produttivo, in una danza meccanica ipnotica. Un gestionale tecnico e visivamente magnetico, per menti che trovano bellezza nella logica industriale.
Generation Exile
Un’astronave generazionale, l’ultima speranza dell’umanità. Ma in Generation Exile, tutto è andato storto e tocca a te rimettere insieme i cocci della civiltà. Questo strategico a turni si distingue per ambientazione claustrofobica e dilemmi morali: ricostruire non è solo una questione di risorse, ma di scelte etiche, leadership e sopravvivenza a lungo termine. Disponibile anche nel prossimo Steam Next Fest.
The Alters
Dagli autori di Frostpunk arriva The Alters, uno dei titoli più attesi dello show. Bloccato su un pianeta alieno, il protagonista non è solo… perché ha creato dozzine di versioni alternative di sé stesso. Ogni clone ha caratteristiche, fragilità e desideri propri, creando una dinamica di gestione narrativa complessa e toccante. Una riflessione sul sé, la solitudine e l’adattamento, vestita da survival sci-fi.
Pathfinder: Abomination Vaults
Pathfinder: Abomination Vaults è tutto quello che un appassionato ARPG potrebbe desiderare: ragni giganti, incantesimi spettacolari, dungeon infidi e gruppi di avventurieri dalle abilità complementari. Basato sull’universo di Pathfinder, il gioco si ispira ai classici del genere ma ne rinfresca la formula con ambientazioni ricche di dettagli e un sistema di combattimento profondo. Da aggiungere subito alla wishlist su Steam.
Moonlighter 2: The Endless Vault
La doppia vita del protagonista di Moonlighter 2 è al centro del nuovo trailer: di giorno gestisce un negozio, di notte affronta dungeon pieni di trappole e mostri. Questo secondo capitolo promette un equilibrio ancora più raffinato tra le fasi gestionali e quelle action in stile Soulslike, senza perdere il tono leggero e affascinante che aveva conquistato nel primo episodio.
Barotrauma: Home and Harbor
World Premiere per Home and Harbor, espansione del simulatore cooperativo subacqueo Barotrauma. Il fulcro? La possibilità di costruire la propria base sottomarina, un po’ come in BioShock—sperando con esiti meno tragici. L’atmosfera è sempre inquietante, le dinamiche gestionali si fanno più complesse e la profondità degli abissi promette nuove, terrificanti sorprese.
No, I’m Not a Human
Tra i trailer più strani e disturbanti dell’intero PC Gaming Show, No, I’m Not a Human ha lasciato tutti perplessi. E affascinati. Il messaggio è chiaro: “Lasciate entrare solo gli umani. Eliminate tutti i Visitatori.” Un horror concettuale che gioca sull’ambiguità e la paranoia, con un’estetica aliena e inquietante. Difficile da inquadrare, impossibile da ignorare.
Botsu
Fisica impazzita, robot ragdoll e sport improbabili: Botsu è un party game che fa della follia la sua arma vincente. Presentato con una demo già disponibile su Steam, il gioco punta tutto su competizioni assurde, animazioni esilaranti e caos controllato. Una risposta alternativa e scanzonata ai soliti giochi multiplayer, perfetta per serate tra amici e risate fuori controllo.
No More Room in Hell 2
Torn Banner Studios, gli autori di Chivalry, tornano con No More Room in Hell 2, sparatutto cooperativo con zombie in accesso anticipato. Il nuovo trailer mostra orde di non-morti, ambientazioni opprimenti e meccaniche survival dure e pure. In arrivo aggiornamenti estivi, tra cui una mappa omaggio alla preferita dei fan. Horror e cooperazione vanno ancora d’accordo.
Farever
World Premiere per Farever, action adventure cooperativo firmato Shiro Games, che abbandona la strategia di Northgard e Wartales per riabbracciare lo spirito della serie Evoland. Il gioco miscela combattimenti in tempo reale, puzzle e narrativa condivisa in un mondo fantastico ricco di misteri. Una dichiarazione d’amore alle avventure old-school, da vivere in compagnia.
Mandrake
Il nuovo progetto di Failbetter Games si chiama Mandrake ed è la loro prima uscita fuori dall’universo di Fallen London. Un debutto narrativo nel mondo dei giochi agricoli e survival, con una direzione artistica inedita e un tono più accessibile. Farming, crafting e scelte morali si intrecciano in un’esperienza più luminosa, ma non priva di profondità.
Pizza Bandit
Se Overcooked e Killing Floor avessero un figlio, si chiamerebbe Pizza Bandit. Quattro giocatori devono affrontare orde di alieni… e contemporaneamente cucinare pizze e tenere in piedi il ristorante. Un terzo-persona ironico, caotico e originale, dove precisione e creatività culinaria si fondono con azione frenetica. Ordinare non è mai stato così pericoloso.
Demonschool
Demonschool è un RPG tattico che vive tra generi e atmosfere: karaoke, appuntamenti romantici, adozione di cani, e nel mezzo… battaglie contro demoni e bambole maledette. La narrazione è surreale, lo stile visivo unico e l’umorismo noir lo rende già una gemma dell’indie. Presentato in world premiere, è uno di quei giochi da tenere d’occhio, anche solo per capire cosa diavolo sta succedendo.
The Last Caretaker
Un survival shooter in salsa retrò, The Last Caretaker rievoca le atmosfere della fantascienza britannica vintage. Un Fallout filtrato attraverso il tubo catodico, con colori sbiaditi da VHS e un sound design che sembra uscito dal laboratorio della BBC negli anni ’70. Un’esperienza d’autore, aliena e nostalgica allo stesso tempo.
Railborn
World Premiere anche per Railborn, il nuovo progetto di Washbear Studio, già noti per Parkasaurus. Il concetto è tanto semplice quanto intrigante: sopravvivere e costruire a bordo di un treno su un pianeta alieno a 350 anni luce dalla Terra. Base mobile, cooperativa e potenziabile, in un mondo pericoloso da esplorare rotaia dopo rotaia.
Voyagers of Nera
Chiudiamo con Voyagers of Nera, avventura marittima che va oltre la navigazione: si può surfare, planare sulle onde e immergersi in rovine sommerse infestate da creature marine mostruose. Il trailer ha mostrato ambientazioni evocative, creature bizzarre e un mondo acquatico vivo e ricco di segreti. Un viaggio tra le acque che promette meraviglia e pericolo in egual misura.
ICARUS: Great Hunts
ICARUS: Great Hunts è il nuovo DLC del survival PvE creato da Dean Hall (già autore di DayZ e Stationeers) e pensato per un massimo di otto giocatori. Durante lo show, un trailer inedito ha svelato che l’espansione è “in arrivo presto”. Anche se non c’è ancora una data, il video ha mostrato ambientazioni selvagge, creature colossali e un sistema di caccia che promette sessioni intense, perfette da affrontare in compagnia.
Garbage Country
A prima vista Garbage Country potrebbe sembrare solo un viaggio lo-fi tra sentieri fangosi e beat rilassanti. Ma dietro a quel look indie accattivante si nasconde un tower defense ambientato in un mondo post-apocalittico invaso da robot spazzatura. Le meccaniche strategiche emergono piano piano, mentre lo stile visivo ipnotico e la colonna sonora d’atmosfera lo rendono un’esperienza tanto rilassante quanto stimolante.
DarkSwitch
World Premiere – DarkSwitch è un city-builder fantasy che ti chiede di costruire una metropoli elfica attorno al tronco di un albero colossale. Una sorta di Lothlórien simulator, se vogliamo, ma minacciata da una nebbia oscura che porta alla follia. Atmosfera da fiaba, tensione latente e architetture verticali si fondono in un’esperienza affascinante e originale.
Spirit X Strike
Velocità, combo e spettacolo visivo. Spirit X Strike prende le distanze dai combat system lenti e legnosi per proporre scontri mozzafiato dove puoi colpire un nemico centinaia di volte in pochi secondi. Il nuovo trailer ha mostrato un sistema di combattimento fluido, frenetico e ad alto tasso di stile, perfetto per chi cerca adrenalina e controllo totale.
Worship
Worship è un gioco che non ha paura di spingere i limiti morali: sei un leader di culto, e il tuo obiettivo è conquistare il mondo e sacrificarlo al tuo dio oscuro. I tuoi seguaci ti obbediscono ciecamente, pronti a morire per te. Un’oscura fantasia di potere, che approderà in Accesso Anticipato il 16 luglio. Inquietante? Sì. Intrigante? Anche di più.
Stars of Icarus
World Premiere – Dopo oltre dieci anni, Stars of Icarus raccoglie l’eredità spirituale di Guns of Icarus, ma cambia rotta: niente più dirigibili steampunk, stavolta si vola nello spazio. Ispirato agli anime anni ’90, il gioco offre battaglie tra navi spaziali in cui ogni giocatore ha un ruolo—pilotare, riparare, sparare. Una co-op frenetica e coreografata tra le stelle.
007 First Light
Tra i momenti clou dello show, il dietro le quinte di 007 First Light ci ha portato a Copenhagen, negli studi di IO Interactive. Gli autori di Hitman stanno plasmando un James Bond tutto nuovo, che si distanzia dalle uccisioni chirurgiche di Agent 47 per abbracciare un’avventura più narrativa, ma sempre elegante e pericolosa. Il progetto è ancora avvolto nel mistero, ma l’ambizione è palpabile.
Goblin America
Goblin America è uno sparatutto psichedelico, caotico e completamente fuori di testa. Non è solo strano: è Weird, con la “W” maiuscola. Un po’ Cruelty Squad, un po’ visione lisergica, il gioco ti scaraventa in un mondo surreale e disturbante, dove tutto è possibile e niente ha senso. O forse sì. Il trailer ha lasciato il segno.
EverSiege: Untold Ages
World Premiere – EverSiege: Untold Ages mescola co-op, loot e strategia con un ritmo più calmo e ponderato rispetto ai soliti giochi frenetici. Il sistema di combattimento ricorda i MOBA, ma con elementi gestionali e roguelite. Un mix audace che potrebbe diventare una sorpresa del genere cooperativo.
PIGFACE
PIGFACE è un sandbox FPS brutale e violento, ispirato a classici come SWAT, Hotline Miami e persino Manhunt. L’azione è cruda, tattica e sanguinaria. Durante lo show è stato presentato un nuovo trailer che ha annunciato l’arrivo di una demo gratuita, per chi vuole testare subito le sue meccaniche spietate.
TerraTech Legion
World Premiere – TerraTech Legion è una nuova declinazione del sandbox TerraTech, ma con un’anima più arcade: immagina Vampire Survivors, ma con veicoli LEGO armati fino ai denti. Crei il tuo mezzo, lo modifichi al volo e distruggi ondate su ondate di nemici. Semplice, caotico e infinitamente rigiocabile.
Paralives
Nessuna parola, solo emozioni e dettagli. Il nuovo trailer di Paralives ha mostrato feature da sogno per chi ama i life sim: divani allungabili, muri curvi, finestre che si adattano, clutter ovunque e persino pianti in bagno realistici. L’uscita è fissata per l’8 dicembre, e promette di essere la risposta indie ai colossi del genere.
Lost Rift
Lost Rift cerca di fondere sopravvivenza ed estrazione in un mix inedito. Il gioco, che sarà giocabile nel prossimo Steam Next Fest, unisce il brivido degli shooter tattici con le meccaniche di crafting e progressione a lungo termine. Un ibrido ambizioso, da monitorare con attenzione.
Hell Clock
Hell Clock si distingue dai soliti action RPG con una premessa inaspettata: il gioco è ambientato su eventi reali della storia brasiliana, e il suo mondo è permeato da violenza e memoria. Un Diablo-like cupo, narrativo e sanguinoso, in arrivo su Steam il 18 giugno.
Militsioner
In Militsioner non sei solo controllato. Sei osservato da un poliziotto gigante che domina l’intera città. Un immersive sim surreale in cui devi agire con cautela, gestendo anche lo stato d’animo degli NPC attraverso un sistema simile a un Tamagotchi. Grottesco, unico e straniante, ha conquistato l’attenzione con la sua stranezza magnetica.
Arcane Eats
Cosa succede quando unisci un gestionale culinario e un deckbuilder? Nasce Arcane Eats, la novità più gustosa dell’anno videoludico, ambientata in un ristorante incantato nel cuore del regno delle fate. Mostrato per la prima volta durante il PC Gaming Show 2025, il gioco promette un mix creativo tra strategia da cucina e costruzione di mazzi, tra incantesimi speziati e piatti che fanno letteralmente magie. Un’idea brillante, fresca, che sfrutta l’ironia e la meccanica roguelite per proporre un’esperienza fuori dagli schemi.
Guntouchables
Guntouchables è il gioco che prende tutto sul serio… tranne il titolo. Un co-op roguelike irriverente dove l’unica regola è sparare, tantissimo. L’estetica over-the-top e i toni da action comedy fanno da sfondo a una caccia mutante sfrenata, perfetta per sessioni con gli amici. L’uscita è fissata per il 17 giugno su Steam, e il trailer ha già mostrato personaggi sopra le righe, armi assurde e un ritmo che non dà tregua.
Ultrakill
Nel nuovo trailer di Ultrakill, è stato mostrato per la prima volta un livello inedito dal nome simbolico: Fraud, ultimo layer della campagna. L’FPS ad alta velocità di New Blood continua a spingere sull’acceleratore con un design visivo grottesco, fasi platform vertiginose e una direzione artistica tra il retro e l’ultra moderno. Dopo una lunga permanenza in accesso anticipato, l’arrivo del contenuto finale dimostra quanto il progetto sia maturato senza perdere la sua follia esplosiva.
Stario: Haven Tower
Ispirato al mito della Torre di Babele, Stario: Haven Tower è un city-builder verticale ambientato tra le nuvole. Dopo una tempesta di sabbia catastrofica, l’umanità ha deciso di costruire verso l’alto per salvarsi. Il concept è affascinante: costruire, piano dopo piano, una città sospesa nel cielo, gestendo risorse e sopravvivenza. Il gioco avrà una demo durante lo Steam Next Fest dal 9 giugno, mentre l’uscita completa è attesa entro fine anno.
Dispatch
In Dispatch gestisci un team di ex supercriminali pentiti che cercano di diventare eroi… sotto il tuo comando. Strategia, relazioni e gestione emergenze si intrecciano in questa avventura a turni firmata AdHoc Studio. Il concept, originalissimo, combina narrative game, strategia manageriale e uno humour tagliente. La demo è già disponibile su Steam e mostra dialoghi brillanti e situazioni moralmente ambigue da gestire con cura.
Wheel World
Wheel World è un open world a pedali firmato dagli autori di Nidhogg. Ti muovi in sella, esplorando paesaggi surreali e diversissimi: deserti, laghi, metropoli, rovine. Il senso di libertà è totale, e la fisica del movimento regala immersione e sfida. In arrivo a luglio, promette un’esperienza poetica e visivamente stimolante, fatta di chilometri percorsi, salite conquistate e cadute inevitabili.
FBC Firebreak
Nuovo progetto cooperativo di Remedy Entertainment, FBC: Firebreak è uno sparatutto a tre giocatori ambientato nell’iconica Oldest House di Control. Il trailer mostrato al PC Gaming Show è stato accompagnato da un’intervista esclusiva al team, che ha chiarito il legame temporale del gioco con l’universo narrativo di Control. Sarà disponibile dal 17 giugno, e si preannuncia come una fusione tra azione paranormale, atmosfera da thriller e dinamiche di squadra serrate.
Anno 117: Pax Romana
Nuovo capitolo della storica serie gestionale, Anno 117: Pax Romana ci porta nel cuore dell’Impero Romano. Annunciato con trailer ufficiale e data di uscita (17 novembre), il gioco ripropone la classica formula di costruzione città e gestione delle esigenze cittadine, traslandola in un contesto storico affascinante. Aspettatevi logistica, cultura, diplomazia e infrastrutture in stile imperiale, il tutto con l’inconfondibile profondità degli Anno.
Baby Steps
Dall’autore di QWOP e Getting Over It, ecco Baby Steps, il gioco più tragicomico dell’anno. Impersoni Nate, un “fallito disoccupato” trasportato in un mondo alternativo dove scopre il potere… di camminare. Nient’altro. Ogni passo è un’impresa. Ogni equilibrio, un trionfo. La demo è già disponibile su Steam, mentre l’uscita è fissata per l’8 settembre. Uno di quei titoli dove il gameplay è la battuta e il game over fa ridere.
Warhammer 40K: Darktide – Arbites
Tra demoni e mutanti, i poliziotti dell’Imperium arrivano su Darktide: la classe Adeptus Arbites è il nuovo innesto per lo sparatutto cooperativo di Fatshark. Una scelta inaspettata ma affascinante, che punta a diversificare ulteriormente il gameplay e a enfatizzare l’ordine in un mondo dominato dal caos. Il debutto della nuova classe è previsto per il mese prossimo, con un update che porterà nuove armi, abilità e look.
Endless Legend 2
Annunciato ufficialmente l’arrivo in accesso anticipato per Endless Legend 2, previsto per il 7 agosto. Il 4X sci-fi fantasy di Amplitude torna con quattro fazioni (tra nuove e familiari), una nuova ambientazione chiamata Saiadha e il solito equilibrio tra esplorazione, diplomazia e guerra. Il trailer mostrato al PC Gaming Show ha rivelato anche miglioramenti grafici e una direzione artistica ancora più evocativa.
Berserk or Die
Poncle, creatori di Vampire Survivors, diventano publisher e lanciano Berserk or Die: un massacro in pixel art, retrò e totalmente fuori di testa. Il gameplay è ipercinetico, e il tuo unico obiettivo è sopravvivere più a lungo possibile mentre fai a pezzi ondate nemiche. Sangue, combo e caos sono il linguaggio di questo nuovo roguelite d’azione.
Mycopunk
Mycopunk è un FPS cooperativo veloce, assurdo e fungino. Descritto come “non un roguelike”, ma divertente, immediato e un po’ scemo. Il trailer al PC Gaming Show ha confermato il tono leggero e scanzonato, mentre la demo è già giocabile. L’uscita completa è fissata per il 10 luglio, con un gameplay che promette cooperazione spinta e risate garantite.
Blippo+
Tra i giochi più strani mai visti al PC Gaming Show, Blippo+ svetta senza timore. Ispirato allo stile di Hypnospace Outlaw, è un’esperienza surreale in cui si esplora una rete TV aliena piena di star clonate dell’opera e narratori inquietanti. È un viaggio psichedelico e straniante nel nonsense, dove ogni canale sembra uscito da un sogno distorto. Un titolo che sfida le convenzioni, ideale per chi ama perdersi nell’assurdo.
Morbid Metal
Cosa succede se in un roguelike potessi controllare tutti i personaggi contemporaneamente? Morbid Metal prova a rispondere, offrendo un’esperienza di combattimento unica e frenetica. Sviluppato da Screen Juice e pubblicato da Ubisoft, il gioco punta tutto sulla fluidità dell’azione e la possibilità di cambiare personaggio al volo per affrontare orde nemiche. Una demo è già disponibile allo Steam Next Fest, mentre l’early access è fissato per il 21 agosto.
Love Eternal
L’horror in pixel art non è facile da realizzare, ma Love Eternal ci riesce con inquietante efficacia. Il nuovo trailer, mostrato al PC Gaming Show, introduce atmosfere da incubo e immagini disturbanti che rendono l’esperienza decisamente tesa. Il platform psicologico firmato Ysbryd Games sarà disponibile da ottobre 2025 e punta a sconvolgere con una narrazione forte e un’estetica minimalista ma evocativa.
Bus Bound
In un mondo dove i simulatori sembrano esplorare ogni possibile scenario, Bus Bound sceglie quello del trasporto urbano, ma con uno spirito sociale. L’obiettivo è semplice ma ambizioso: gestire un servizio di trasporto pubblico efficiente, ecologico e personalizzabile. Il tono è quasi da manifesto: “salite a bordo, fate sentire la vostra voce”. Un titolo che trasforma la routine in un gesto rivoluzionario.
Atmosfar
Atmosfar è una dichiarazione d’amore per i viaggi tranquilli e le avventure tra le nuvole. Si presenta come una survival cooperativa tra costruzione di basi volanti, raccolta di pezzi di ricambio e scenari solari che ricordano un road trip tra le nuvole. Il tono è rilassato, quasi contemplativo, e punta a conquistare con un’esperienza distesa ma profonda. L’early access è previsto nel corso del 2026.
Void/Breaker
Void/Breaker è uno sparatutto sci-fi dal ritmo incalzante, che colpisce fin dai primi secondi di gameplay. Il trailer mostra movimenti scattanti, un sistema di creazione delle armi profondo e ambienti completamente distruttibili. Tutti elementi che lo rendono perfetto per chi cerca un’esperienza intensa e dinamica. Il lancio è previsto entro la fine dell’anno, ma la demo è già disponibile su Steam.
Grave Seasons
Non lasciatevi ingannare dall’aspetto bucolico: Grave Seasons nasconde molto di più. All’apparenza è un classico farming sim, con pesca, coltivazioni e mercati locali, ma presto emergono misteriosi omicidi su cui indagare. Un’idea affascinante, che unisce la dolcezza della vita rurale alla tensione del giallo. Il risultato è un ibrido affascinante, tanto rilassante quanto sinistro.
Eyes of Hellfire
Eyes of Hellfire segna l’ingresso di Blumhouse nel mondo dei videogiochi con un horror multiplayer dove fidarsi degli altri potrebbe essere un errore fatale. Fino a quattro giocatori devono esplorare una loggia maledetta, risolvere enigmi e… decidere se scappare insieme, tradirsi o morire. Un concept intrigante che promette tensione, scelte morali e partite mai uguali tra loro.
Deadwire
“Pensa veloce, hackera più in fretta”: lo slogan di Deadwire dice tutto. È un top-down action frenetico che unisce lo stile di Hotline Miami e la creatività di Gunpoint, con una spruzzata di old-school GTA. Il gameplay è nervoso, tecnico e immediato, e punta al lancio per settembre 2025. Ideale per chi ama la sfida mentale abbinata all’azione pura.
Dinkum
Un ibrido tra Animal Crossing e Stardew Valley, Dinkum è un life sim ambientato in un’isola australiana dove si coltivano cactus, si allevano wombat e si decorano città accoglienti. Si distingue per il suo ritmo libero, non legato all’orologio reale, e per la libertà concessa nel modellare il proprio villaggio. Un titolo che punta tutto sulla serenità e la personalizzazione.
Abyssus
Abyssus è uno sparatutto cooperativo in prima persona con elementi roguelite e un’ambientazione brinepunk: un mix di crafting, armi divine e combattimenti frenetici contro le creature corrotte di un’antica civiltà sommersa. L’uscita è fissata per il 12 agosto 2025, mentre una demo è già disponibile dal 9 giugno su Steam Next Fest.
Ascendant
Il nuovo trailer di Ascendant è arrivato al PC Gaming Show 2025, mostrando scorci del caotico sparatutto multiplayer targato PlayFusion. Tra carri armati, armi e acconciature fuori di testa, il gioco ha dato un assaggio del suo stile senza però annunciare una data precisa. L’uscita è prevista entro la fine dell’anno.
Mewgenics
“Un RPG infinito di allevamento di gatti dai creatori di The Binding of Isaac e Super Meat Boy”. Così recita la pagina Steam di Mewgenics, il cui ultimo trailer è stato mostrato al PC Gaming Show 2025. L’uscita è prevista per il 10 febbraio 2026.
Dead Reset
Presentato in anteprima mondiale, Dead Reset è un horror sci-fi in FMV sviluppato da Wales Interactive e Dark Rift Horror. In questo titolo narrativo basato sulle scelte, la morte non è la fine ma parte integrante del gameplay grazie a un innovativo sistema a loop. L’uscita è prevista nel corso del 2025.
Bernband
Bernband propone una visione alternativa del genere cyberpunk: al posto di mercati neri e atmosfere oppressive, il gioco del collettivo Sokpop preferisce alieni divertenti, una costruzione del mondo meditata e uno stile lo-fi affascinante che invita all’esplorazione totale. È stato rivelato durante il PC Gaming Show 2025.
Wanderburg
Presentato in anteprima mondiale, Wanderburg è un roguelike in cui si combatte nei panni di un castello su ruote con una bocca gigante che inghiotte tutto ciò che trova. Ispirato ad Agar.io, il gioco premia la voracità con oro da spendere in upgrade sempre più folli: torri, balestre, fiamme, zampe di ragno giganti e altro ancora.
Void Martyrs
“Che il Signore mi protegga dal male che alberga dentro di me”. È questa la voce che apre i venti secondi di gameplay di Void Martyrs, action top-down cupo e brutale in cui si combatte contro nemici infetti da una piaga biomeccanica. Il trailer è andato in onda al PC Gaming Show 2025.
CloverPit
ClovePit è rumoroso, retrò, e descritto come il “figlio demoniaco di Balatro e Buckshot Roulette”. Un’esperienza claustrofobica che ti rinchiude in una cella arrugginita, con una slot machine e un bancomat. Mostrato in venti secondi durante il montaggio del PC Gaming Show 2025, uscirà nell’estate 2025.
Eclipsium
In soli venti secondi, Eclipsium ha mostrato città in fiamme, effigi umane brucianti, mattatoi attivi e cuori palpitanti. Un concentrato di orrore visivo che ha lasciato il segno nel montaggio del PC Gaming Show 2025. Chi è interessato può già aggiungerlo alla wishlist su Steam.
Trash Goblin
Durante il pre-show del PC Gaming Show 2025, Trash Goblin si è mostrato con un nuovo story trailer. Uscito dall’accesso anticipato, il simulatore di pulizia introduce ora una vera campagna narrativa, la possibilità di esplorare diversi distretti cittadini e un sistema “Fetching Fungi” per recuperare oggetti già scoperti in modo alternativo.
Whiskerwood
Whiskerwood è un city builder in cui topi industriosi costruiscono colonie su isole lontane, complete di catene produttive complesse, mentre i gatti guidano un impero coloniale. Il trailer ironizza su tutto questo, ma se fosse basato su fatti reali sui roditori? Perché mai un videogioco dovrebbe mentire?
Outbound
Outbound è un simulatore di camper van mostrato con un nuovo montaggio al PC Gaming Show 2025. Nel video si vedono routine rilassanti come la raccolta di bacche, la costruzione di spazi abitativi portatili e l’esplorazione di un mondo aperto colorato e dettagliato. Il lancio è previsto nella prima metà del 2026.
Capy Castaway
Capy Castaway è un’avventura d’esplorazione ispirata ai ricordi d’infanzia, che segue le vicende di un capibara e un corvo smarriti in cerca di casa. Il gioco, ancora senza una data precisa, punta a uscire nel corso del 2026.
Con oltre 70 giochi presentati, il PC Gaming Show 2025 si è dimostrato ancora una volta una vetrina insostituibile per la creatività indipendente e l’innovazione nel panorama videoludico. Dai survival ambientati tra le nuvole a roguelike dove si combatte con castelli mobili, passando per simulazioni culinarie magiche e horror psichedelici a 8-bit, la varietà è stata semplicemente travolgente. E in mezzo a tutto questo, anche nomi importanti come Remedy, Ubisoft e Fatshark hanno fatto sentire la loro voce. Se c’è una lezione da trarre da quest’edizione, è che il futuro del gaming su PC continua a sorprendere – tra esperimenti folli, grandi ritorni e idee fuori dagli schemi, la scena è più viva che mai.
Blades of Fire non ha un New Game+, il che significa che dovrete affrontare l’ultima difficoltà, “Acciaio”, partendo da “zero”. E credeteci, non è affatto un’impresa facile. Ogni scelta, ogni mossa conta, e il boss finale, Erin, è davvero spietato. Siete arrivati fin qui, state per mollare… ma ehi, niente panico! Ci pensiamo noi a darvi una mano!
In questo video vi presenteremo una strategia collaudata, studiata nei minimi dettagli per guidarvi passo passo verso la vittoria contro Erin. Vi sveleremo i trucchi, i tempi giusti e le tecniche indispensabili per superare questo ostacolo e portare a termine il gioco nella modalità più ardua.
Quindi, siete pronti a trasformare la frustrazione in trionfo? Mettetevi comodi, prendete il controller e… via con la guida definitiva per battere Erin a “Acciaio“!
Utilizzate la lancia con colpo “affondo” (noi abbiamo usato la prima). Ovviamente più la ottimizzerete con i materiali, più saranno i danni inflitti;
Giocate in maniera difensiva, evitando gli attacchi caricati;
Continuate con la strategia “mordi e fuggi” anche quando il boss evocherà le tre ondate di nemici;
Quando Erin diventerà infuocato, evitate il colpo con cui “rotola” verso di voi schivando sul lato;
Portatevi dietro un sacco di armi equipaggiate con le rune ed attivatele non solo per infliggere danni, ma anche per ricaricarvi la vita, così da poter conservare le fiaschette, più veloci, per le fasi finali.
Alla fine il punto di svolta è avere pazienza. Se non sarete precipitosi, riuscirete ad avere la meglio in un paio di tentativi. Noi abbiamo azzardato gli attacchi caricati solo verso la fine… e ce ne stavamo per pentire.
E questo è tutto! Se avete bisogno di consigli specifici, scrivete qui sotto l’articolo oppure nella sezione commenti di YouTube. Vi aiuteremo in men che non si dica!