Firaxis Games ha finalmente confermato che Civilization 7 è entrato in fase Gold. Dopo mesi di attesa, il nuovo capitolo della celebre serie di strategia arriverà dunque puntualmente nei negozi fisici e negli store digitali il prossimo 11 Febbraio.
La conferma ufficiale può dunque essere festeggiata dai fan, che attendono questo capitolo che promette di ridefinire il genere grazie ad innovazioni che mescolano tradizione e modernità.
Strategia reinventata: tutte le novità
Firaxis ha dichiarato che Civilization 7 presenterà un sistema di epoche storiche completamente rinnovato, dando ai giocatori una maggiore flessibilità nel plasmare il destino delle loro civiltà. Tra le novità più attese ci sono anche un’intelligenza artificiale avanzata, capace di rendere gli avversari più realistici e dinamici, ed eventi imprevedibili che influenzeranno le scelte strategiche.
Il gameplay promette di combinare il meglio dei capitoli precedenti con nuove meccaniche, come una gestione avanzata delle risorse e delle alleanze. Firaxis ha inoltre lavorato per rendere l’esperienza ancora più immersiva, introducendo un motore grafico migliorato, pensato per sfruttare al massimo le capacità delle piattaforme di nuova generazione.
Tradizione e innovazione: cosa dobbiamo aspettarci
Bilanciamento e aggiornamenti continui
Firaxis punta a migliorare il bilanciamento del gameplay, garantendo un’esperienza avvincente sia per i veterani che per i nuovi giocatori. L’intelligenza artificiale sarà più adattiva, rendendo ogni partita unica e imprevedibile. Inoltre, il supporto post-lancio sarà essenziale: i capitoli precedenti hanno introdotto contenuti scaricabili e aggiornamenti che hanno ampliato significativamente l’esperienza di gioco, e Civilization 7 sembra destinato a seguire la stessa strada.
Un confronto con i capitoli precedenti
Guardando alla storia della serie, Civilization 7 promette di essere un’evoluzione significativa rispetto ai suoi predecessori. Se Civilization VI ha introdotto le meraviglie visibili sulla mappa e la suddivisione delle città in distretti, Civilization V ha rivoluzionato il gameplay con l’eliminazione delle unità impilate e la griglia esagonale.
Con Civilization 7, Firaxis sembra voler integrare queste innovazioni con una maggiore enfasi sulla narrativa e sull’intelligenza artificiale. Questo approccio potrebbe rappresentare un ritorno alle origini della strategia, ma con un’attenzione particolare all’evoluzione tecnologica ed alla user experience. I fan possono aspettarsi un titolo che onora il passato della serie, pur spingendosi verso nuove frontiere.
Una data di uscita da segnare sul calendario: Civilization 7 è pronto a fare storia
Il debutto di Civilization 7 è fissato tra pochi giorni per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series, Nintendo Switch e PC (via Steam), e i fan possono aspettarsi un gioco curato nei minimi dettagli. Con l’annuncio ufficiale che lo sviluppo è concluso, l’attesa si concentra ora sulle nuove funzionalità che promettono di ridefinire il genere della strategia a turni.
Il titolo si preannuncia come uno dei titoli più attesi dell’anno, pronto a offrire un mix perfetto di tradizione e innovazione. Firaxis sembra determinata a consolidare la sua posizione di riferimento nel mondo della strategia a turni, puntando su un capitolo che possa soddisfare le aspettative di veterani e nuovi giocatori.
L’attesa è quasi finita: l’ 11 Febbraio 2025 sarà una data da ricordare per gli appassionati del genere.
KOEI TECMO e Gust hanno condiviso un nuovo trailer di gameplay per Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land, che offre uno sguardo più approfondito alle sorprese del continente Aladiss.
Nell’ultimo capitolo del franchise Atelier, i giocatori possono infatti esplorare liberamente le sue terre, scoprendo rovine, tesori nascosti e incontrando nuovi personaggi. Vi proponiamo di seguito il trailer, seguito dal comunicato stampa ufficiale.
Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land sarà disponibile dal 21 Marzo 2025 su Nintendo Switch, PlayStation 5, PlayStation 4, PC via Steam e, per la prima volta nella storia del franchise, Xbox Series X|S e Xbox One.
Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land segue le avventure di Yumia Liessfeldt e dei suoi compagni di viaggio per svelare i misteri che si celano dietro il cataclisma che ha distrutto l’ex grande continente di Aladiss, rendendo l’alchimia un tabù. Nella sua ricerca, Yumia sarà assistita da Flammi, un compagno di viaggio volante e sicuro di sé che un tempo apparteneva a sua madre. Nel corso del suo viaggio incontrerà anche molti personaggi di vario tipo, tra cui Licht, un informatore altamente qualificato, Wilma, un’antropologa appassionata della cultura di Aladiss, ed Erhard, il capo della squadra di ricerca. Yumia incontrerà anche gli Alber, una piccola e amichevole tribù che vive in varie parti del mondo.
Insieme a Yumia, i giocatori esploreranno dungeon e rovine alla ricerca di tesori nascosti, tra cui le “memory vials”, resti del passato che permetteranno di consultare alcune informazioni sul campo, come la posizione dei tesori reliquia intorno a loro. Le “memory vials” possono anche essere scomposte per ottenere materiali rari utili per la sintesi.
Utilizzando le chiavi del tesoro trovate durante il viaggio, i giocatori potranno accedere a preziosi tesori. Potranno trovare i “trait crystal”, che possono essere utilizzati sugli oggetti o sull’equipaggiamento per migliorare le prestazioni dei forzieri. Avventurandosi in Aladiss, i fan troveranno anche dei “mana geyser” che rilasceranno “particelle”, necessarie per sbloccare nuove ricette di sintesi.
In Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land, l’esplorazione non sarà priva di pericoli, dal momento che i giocatori dovranno talvolta avventurarsi nelle “manabound area”, dove ristagna un’elevata densità di mana. L’ingresso in queste aree esaurirà gradualmente l’energia dei giocatori, rendendo impossibile la corsa e riducendo le abilità in battaglia. I giocatori possono ripristinare la loro salute trovando i fiori di Alstahlia, mentre la scoperta e il ripristino dei punti di recupero liberano l’area e rendono più facile l’esplorazione.
Durante l’avanzamento della storia, i giocatori riceveranno missioni esclusive dai loro compagni di viaggio, ma potranno anche ottenere ricompense completando le missioni normali. Scoprendo e sbloccando i punti di recupero e gli “Shrine of Prayers” durante l’esplorazione, si otterranno missioni di localizzazione.
Oltre all’edizione standard, i giocatori possono preordinare due edizioni fisiche speciali: la PREMIUM BOX che include il gioco base, un artbook, un poster in stoffa di formato B3 con un’illustrazione originale, un CD con tracce extra e un costume esclusivo di accesso anticipato per Yumia, “Alchemist of her day off”. La SPECIAL COLLECTION BOX include tutti i contenuti della PREMIUM BOX, oltre a un fazzoletto nello stile della bandana dell’Aladiss Research Team, un arazzo in formato A1 con un’illustrazione originale, un set di sei portachiavi decorativi, un set di sei cartelle trasparenti speciali, uno speciale foglio di adesivi, il prezioso peluche di Yumia, una storia breve ufficiale e il libretto di traduzione di accompagnamento.
Tutti coloro che acquisteranno un’edizione fisica o digitale fino a due settimane dopo l’uscita riceveranno il costume “Athlete of Memories” per Yumia, il costume “Floating Object of Memories” per Flammi e l’esclusivo equipaggiamento “Training Wrist Weight”.
Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land sarà disponibile il 21 marzo 2025 su Nintendo Switch, PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One e Window PC via Steam. Il gioco includerà voci giapponesi con testi in inglese, francese, tedesco e spagnolo.
S-GAME ha condiviso un nuovo trailer di gameplay per l’action RPG Phantom Blade Zero in occasione delle celebrazioni per l’anno del Serpente del Capodanno Lunare.
Il filmato mostra un primo sguardo alle armi a tema serpente con “combattimenti fulminei e colpi precisi che catturano la presenza dei classici film di arti marziali”.
Annunciato nel corso del PlayStation Showcase dello scorso maggio, Phantom Blade Zero arriverà per PlayStation 5 e PC. Una data di uscita ufficiale non è stata ancora condivisa per gli interessati possono stare sereni: gli sviluppatori hanno infatti confermato che la release window verrà condivisa nel corso del 2025.
Restiamo in attesa di sviluppi su questo intrigante progetto.
La casa editrice italiana Cranio Creations ha confermato la data di uscita del 31 Gennaio per Black Forest, lo strategico gioco da tavolo ideato da Tido Lorenz ed Uwe Rosenberg.
Illustrato da Lukas Siegmon, Black Forest chiede di proseguire la tradizione di Glass Road e della Ruota delle Risorse, con l’obiettivo di espandere il proprio dominio attraverso la realizzazione di edifici, il contributo del bestiame e molto altro.
Adatto dai 14 anni in su da uno a quattro giocatori per partite da circa 90 minuti, il titolo è attualmente prenotabile sul sito di Cranio Creations e sarà altresì disponibile online e nei negozi fisici.
Le leggendarie Ruote delle Risorse di Uwe Rosenberg fanno il loro ritorno a 11 anni dal loro debutto in Glass Road (2013). Black Forest è la continuazione di questa storia, come suggerisce il titolo, nella Foresta Nera.
In questo gioco, iniziate da un piccolo dominio che necessita di nuovi edifici e bestiame.
Viaggerete di villaggio in villaggio per assicurarvi l’aiuto dei migliori artigiani. Scegliete gli edifici giusti, posizionate terreni, avviate la vostra produzione di vetro ed espandete i vostri domini.
Due Ruote delle Risorse vi aiuteranno a tenere traccia delle vostre risorse e produzioni, mentre un’ampia selezione di edifici e i loro diversi effetti vi offriranno varie strade verso la vittoria.
L’universo di DOOM – come sappiamo – si espanderà attraverso un nuovo atteso capitolo della serie creata da id Software. Il nuovo capitolo, chiamato DOOM: The Dark Ages, sembra voler portare i giocatori in un’ambientazione medievale, un netto cambio di scenario rispetto ai titoli precedenti della saga. Anche se Bethesda e id Software non hanno ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali, le voci stanno già alimentando l’hype dei fan.
Cosa sappiamo su DOOM: The Dark Ages?
Le informazioni attualmente disponibili su DOOM: The Dark Ages provengono da fonti anonime vicine allo sviluppo. Secondo queste indiscrezioni, il gioco potrebbe essere ambientato in un’epoca medievale oscura, con elementi di fantasy e horror. Questo cambio di ambientazione rappresenterebbe un passo audace per la serie, da sempre caratterizzata da ambienti futuristici o infernali.
Tra le caratteristiche ipotizzate emergono dettagli interessanti: i giocatori potrebbero impugnare nuove armi medievali come spade e balestre, accanto alle classiche armi da fuoco iconiche del franchise. Inoltre, il gameplay potrebbe includere combattimenti corpo a corpo più elaborati, aggiungendo un livello di strategia inedito ai frenetici scontri tipici di DOOM.
Cosa ci aspettiamo da DOOM: The Dark Ages?
L’idea di mescolare le classiche armi da fuoco con strumenti medievali, come spade e balestre, apre a dinamiche di combattimento mai viste prima nella serie. L’approccio strategico, se realizzato, potrebbe rivoluzionare il franchise. Per comprendere meglio le sfide che un gioco di questo tipo potrebbe proporre, si può guardare alle intense battaglie di DOOM Eternal, descritte nella guida ai boss del gioco. Questo confronto potrebbe offrire un’idea di come l’azione frenetica possa essere adattata a un’ambientazione più cupa e medievale.
L’esperienza visiva, da sempre un punto di forza di id Software, potrebbe raggiungere nuove vette grazie alla combinazione di elementi medievali e tecnologie moderne, regalando ai giocatori un viaggio indimenticabile.
Quando arriverà il nuovo DOOM?
Secondo un articolo pubblicato da Gamekult (articolo poi rimosso), che apparentemente ha diffuso informazioni sotto embargo prima dell’Xbox Developer Direct (evento che si terrà il i terrà il 23 gennaio e che dovrebbe mostrare anche qualcosa di approfondito su altri due titoli attesissimi: South of Midnight ed Expedition 33), il gioco potrebbe arrivare il 15 maggio 2025, una data che ha già iniziato a suscitare entusiasmo tra i fan. Questo potenziale lancio, unito all’ambientazione medievale e alle meccaniche ipotizzate, potrebbe rappresentare uno dei capitoli più innovativi della serie. Mentre aspettiamo conferme ufficiali da Bethesda e id Software, l’idea di un DOOM: The Dark Ages è senza dubbio intrigante.
Non ci resta che attendere domani per saperne maggiormente!
Ad oltre quindici anni dalla originaria release per Nintendo Wii, Bandai Namco ripropone agli appassionati dei JRPG un nuovo viaggio nel mondo di Tales of Graces f. Si, perché il titolo ha tecnicamente già avuto un porting esteso in alta definizione nel 2013, anno dell’adattamento del titolo Bandai Namco per PlayStation 3. A suo tempo, l’arrivo di Graces venne salutato con ottimismo al pensiero della prospettiva di vedere in futuro altri capitoli della storica serie nel panorama occidentale delle home console. C’è una distensiva soddisfazione nel pensare che, qualche volta, gli auspici si sanno avverare. Negli anni abbiamo infatti assistito ad una fiorente diffusione dei successivi episodi di Tales of, da Xillia a Berseria, giungendo ad Arise.
Piuttosto ironico pensare che parte del merito dei traguardi odierni si devono ad un Tales of tendenzialmente sottovalutato e sottostimato. Fin dalla sua release, Graces è stato infatti considerato tra i capitoli più controversi della serie, tuttavia frequentemente rivalutato dai fan negli anni successivi. Perché si sa, lo scorrere del tempo è un alleato prezioso per i JRPG nonché il vero banco di prova per comprenderne il concreto lascito. La rimasterizzazione diventa così un’opportunità per riflettere sul titolo e capire quanto sia invecchiato con… grazia.
Tales of Graces f Remastered è disponibile dal 17 Gennaio per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series, Nintendo Switch e PC (via Steam).
Versione testata: PlayStation 5
Il potere dell’amicizia
La domanda tuttavia sorge spontanea: perché Tales of Graces venne accolto con tiepidezza a suo tempo? La risposta sintetica è legata alla sceneggiatura del titolo, accusata di essere fin troppo shonen (con tutti i relativi cliché) anche per gli standard della serie. Ma è una contestazione fondata? E soprattutto, vale ancora oggi a distanza di anni?
Ephinea. Tra le verdi e rigogliose terre di un pianeta lontano, due bambini incontrano per caso una strana ragazza. Così Asbel, erede di un lord locale, e Richard, principe del Regno di Windor, fanno la conoscenza di Sophie, giovane dal passato misterioso. L’iniziale decisione di aiutare quest’ultima si trasforma presto in un imprevedibile e rocambolesco attentanto alla vita di Richard. Fortunatamente sventato proprio grazie al legame instauratosi, i tre si promettono amicizia eterna e supporto reciproco nel futuro. Anni dopo, il mondo è drammaticamente cambiato. Quando le terre di Lhant diventano il teatro di una lotta per il potere tra le grandi nazioni mondiali, il rapporto tra i giovani verrà messo alla prova dal sorgere di una minaccia ancora più grande all’orizzonte.
Forse Tales of Graces è stato giudicato troppo duramente anni fa.
Sebbene la sceneggiatura non possa ritenersi allo stesso livello di alcuni dei capitoli più apprezzati della saga, la possibilità di rivivere oggi la storia di Tales of Graces f ci ha permesso di rivalutarla sotto una luce diversa. A pesare enormemente, nell’apprezzamento generale, pesano tuttora le prime ore dell’avventura, decisamente troppo stucchevoli e melasse nel loro tratteggiare i giovani protagonisti, le loro relazioni ed il rapporto con il mondo. Tuttavia, l’evolversi della trama non si discosta poi così tanto dal canovaccio tipico della serie, senza grosse colpe se non quelle di una non eccelsa memorabilità. Siamo altresì riusciti ad apprezzare la prospettiva quadrimensionale dell’opera. I personaggi vengono presentati nel corso della loro crescita e maturazione, quasi come un romanzo di formazione, un esperimento tentato da poche produzioni.
Insomma: la storia ed i personaggi, oggi come allora, potrebbero non fare breccia nel cuore di tutti. Tuttavia non è una così grande colpa, soprattutto alla luce di quanto di buono proposto dallo sceneggiatore Daisuke Kiga (come alcuni colpi di scena legati ai villain). Aspetti positivi che coinvolgono anche la direzione artistica del titolo, il cui stile delicato contraddistinto da una palette cromatica brillante ma non granché satura, ha permesso a Tales of Graces f di resistere con orgoglio al progresso tecnologico.
La direzione artistica può non piacere, ma ha contribuito a rendere ancor oggi esteticamente piacevole la produzione.
Invecchiato si, ma con grazia
La forza più prorompente di Tales of Graces f Remastered è rappresentata, ad ogni buon conto, dal sistema di combattimento. Come un buon vino d’annata, quest’ultimo non solo ha resistito alla prova del tempo ma si contraddistingue ancora oggi.
Anzitutto, è una delle migliori declinazioni proposte dalla serie. Di base, il funzionamento è sempre lo stesso. Il giocatore può controllare in tempo reale un membro del party per volta, al fine di ingaggiare combattimenti in salsa action RPG. Lo Style Shift Linear Motion Battle System presuppone che ogni personaggio disponga di una data quantità di punti, necessari tanto per il posizionamento quanto per le soluzioni offensive e difensive. La scelta strategica di come muoversi ed attaccare si accompagna all’abilità nel concatenare azioni stilose come schivate e contrattacchi, che permettono la ricarica dei punti. Quello che può sembrare un concept limitato ha viceversa il merito di essere rimasto puro, vantando ancora oggi uno dei migliori equilibri complessivi della saga. Proprio grazie alla validità di talune intuizioni, il sistema di combattimento di Graces f è divenuto pietra angolare dello sviluppo della serie negli anni a venire, soprattutto per Arise.
Il combat può sembrare complesso all’inizio, ma in realtà è un perfetto bilanciamento tra strategia e frenesia.
Anche l’esplorazione esplorativa è rimasta la stessa del titolo originario, deliziosamente vecchio stile e ricca di spunti e contenuti. Per onor di cronaca, sono rimante alcune caratteristiche invecchiate meno bene di altre. Si tratta ad esempio della impossibilità diruotare liberamente la telecamera, qualcosa che soprattutto il pubblico contemporaneo potrebbe guardare con sospetto ma che risulta un male necessario per non dover ripensare ampie aree di level design. D’altro canto, tra gli accorgimenti introdotti nella rimasterizzazione figurano l’introduzione di indicatori di direzione (per segnalare senza equivoci la prossima tappa del viaggio) e la possibilità di disattivare gli incontri con i nemici nelle ambientazioni e nei dungeon.
Si tratta, in questo come in altri casi, di introduzioni che migliorano anche l’accessibilità della produzione. Ad onor del vero non ci troviamo di fronte ad un titolo noto per la sua complessità, ma finché si tratta di opzioni aggiuntive che non alterano l’esperienza originaria ma, al contrario, la rendono maggiormente appetibile ad una più vasta platea, nulla quaestio.
Le mosse speciali sono stilose e tendenzialmente molto utili.
Riscrivere in bella copia
Proprio il tema dei miglioramenti introdotti in Tales of Graces f Remastered ci permette di analizzare specificamente la bontà dell’operazione di adattamento del titolo.
Da un punto di vista prettamente grafico e tecnico, ci troviamo di fronte ad un lavoro senza troppi guizzi né meriti. Se la direzione artistica generale ha permesso al titolo di invecchiare con dolcezza senza mostrare le proprie primavere, la rimasterizzazione non fa granché per ravvivare la presentazione generale. Al di là di una risoluzione maggiore, una leggera rivistazione dei modelli poligonali ed una ricalibratura dell’equilibrio cromatico, il titolo non mostra grandissime differenze rispetto alla rerelease del 2013. Era necessario fare di più? Non così imprescindibilmente. Si poteva tuttavia fare di più? Sicuramente.
Visivamente il titolo si difende bene ma il merito è più del lavoro originario che della rimasterizzazione.
Fortunatamente, quello che è mancato sul versante tecnico è stato adeguatamente compensato sul versante della quality of life e dei contenuti.
Si tratta delle già citate aggiunte in fase di esplorazione, che si sommano ad altre introduzioni. Ad esempio il salvataggio automatico, che permette di evitare di dover ripartire dopo un game over da checkpoint troppo distanti. Segnaliamo altresì la possibilità di saltare talune cutscene e dialoghi (o di accellerarli), utili opzioni per chi volesse fare delle walkthrough veloci. Molto gratificante è poi la disponibilità fin dall’inizio del Negozio gradi, che permette di esplorare da subito talune possibilità di sviluppo per i personaggi. Graditissima è poi l’inclusione di tutti i DLC, tra cui “Lignaggio e retaggio” (un vero e proprio episodio post credit). Mancano all’appello solo alcuni contenuti prettamente estetici legati ad accordi di licenza oramai scaduti… nulla che possa sottrarre al titolo il suo intento enciclopedico su Tales of Graces. Il tutto, ovviamente, con sottotitoli in italiano per la prima volta. Un selling point non da poco, a ben vedere.
Tales of Graces f Remastered merita una chance da parte di ogni amante dei JRPG.
Commento finale
Tales of Graces f Remastered rappresenta l’occasione migliore per riscoprire uno dei capitoli più sottovalutati della storica serie Bandai Namco. Al di là di un comparto tecnico solo marginalmente tirato a lucido, la completezza dei contenuti ed un ricco insieme di migliorie quality of life esaltano un sistema di combattimento invecchiato con eleganza ed armonia. Storia e personaggi continuano ad essere elementi controversi dell’opera oggi come quindici anni fa, evidenziando tuttavia come all’epoca forse il giudizio sia stato fin troppo austero al riguardo. Se volete recuperare un piccola perla del genere (e se volete apprezzarne soprattutto l’induscitibile importanza storica), questo è il momento giusto.
2K ha condiviso il trailer ufficiale dedicato al gameplay di PGA TOUR 2K25, che porta i giocatori su alcuni dei campi e dei tornei più iconici del mondo del green.
Oltre a scendere in campo al fianco di atleti come Tiger Woods, Max Homa, Matt Fitzpatrick e Rose Zhang, il trailer mostra una grafica migliorata e nuove caratteristiche di gioco, tra cui il sistema EvoSwing e lo Swing Perfetto.
PGA TOUR 2K25 sarà disponibile dal 28 Febbraio su PC (via Steam), PlayStation 5 ed Xbox Series.
SENSAZIONI AUTENTICHE Sfodera il tuo swing e migliora il tuo stile di gioco grazie alle nuove meccaniche EvoSwing: scopri le nuove tipologie di tiro oltre ai miglioramenti nelle traiettorie delle palline, nella fisica del rotolamento e nelle grafiche.
SONO ARRIVATI I TORNEI MAJOR Gli U.S. Open Championship, l’Open Championship e il PGA Championship fanno il loro debutto nelle serie di 2K.
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Il tanto discusso MMO ambientato nell’universo di Horizonpotrebbe non vedere mai la luce. Secondo le ultime indiscrezioni riportate da fonti vicine allo sviluppo, il progetto sembra essere stato cancellato. Questa notizia ha suscitato grande sorpresa tra i fan della serie e nell’industria del gaming, soprattutto considerando il potenziale di espansione di un universo tanto amato quanto quello creato da Guerrilla Games. Date uno sguardo alla nostra recensione di Horizon Forbidden West– ultima voce della serie – per saperne di più.
Cosa sappiamo sulla cancellazione?
L’MMO di Horizon, in sviluppo presso NCSoft, era stato annunciato come un ambizioso progetto multiplayer che avrebbe permesso ai giocatori di esplorare il mondo post-apocalittico popolato da macchine giganti insieme ad altri utenti. Tuttavia, secondo quanto emerso nelle ultime settimane, sembra che il progetto sia stato sospeso a causa di divergenze creative tra lo studio sviluppatore e il publisher.
Il team di Guerrilla Games, pur non direttamente coinvolto nello sviluppo dell’MMO, aveva mostrato interesse per l’espansione dell’universo di Horizon. Tuttavia, l’ambiziosa visione di NCSoft sembra non aver trovato un terreno comune con le aspettative dei partner.
Il potenziale inespresso di Horizon nel mondo MMO
L’idea di un MMO basato sull’universo di Horizon aveva acceso l’immaginazione dei fan. Un’esperienza multiplayer avrebbe potuto portare i giocatori a vivere avventure in un mondo aperto ricco di creature meccaniche, tribù diverse e una trama che si evolve con la collaborazione della community.
Immaginare battaglie epiche contro Thunderjaw o Stormbird con l’aiuto di altri giocatori era una prospettiva entusiasmante. Inoltre, la possibilità di personalizzare il proprio personaggio e scegliere una fazione avrebbe potuto aggiungere un livello di profondità senza precedenti. Purtroppo, sembra che queste possibilità rimarranno solo un sogno per ora.
Le reazioni dei fan e dell’industria
La cancellazione del progetto ha scatenato reazioni contrastanti. Molti fan si sono detti delusi, vedendo l’MMO come un’opportunità unica per espandere l’universo di Horizon in una direzione completamente nuova. Altri, invece, ritengono che l’assenza di un progetto MMO possa permettere a Guerrilla Games di concentrarsi su nuovi capitoli della serie principale o su esperienze single-player di alta qualità. L’espansione Burning Shores, ad esempio, ha dimostrato come contenuti aggiuntivi possano arricchire il franchise senza compromettere la sua identità narrativa. Se non l’hai ancora fatto, scoprite cosa rende unico questo DLC.
All’interno dell’industria, la notizia è stata vista come un segnale delle difficoltà crescenti nello sviluppo di giochi multiplayer su larga scala. La cancellazione del progetto di NCSoft potrebbe rappresentare un monito per gli altri publisher e sviluppatori che intendono avventurarsi in questo genere competitivo.
Cosa ci aspetta nel futuro dell’universo di Horizon?
Nonostante questa battuta d’arresto, l’universo di Horizon rimane una delle IP più importanti per PlayStation. Con il successo di Horizon Forbidden West e l’espansione Burning Shores, Guerrilla Games ha dimostrato di saper mantenere alta la qualità della serie. Inoltre, ci sono voci su nuovi progetti legati a Horizon, inclusa un possibile film in lavorazione da parte di Sony.
I fan possono dunque aspettarsi ulteriori annunci da parte di Guerrilla Games, anche se, per ora, l’idea di un MMO sembra essere stata definitivamente accantonata.
Una occasione mancata o una scelta strategica?
La cancellazione dell’MMO di Horizon lascia un vuoto tra i fan che speravano di vedere l’universo espandersi in nuove direzioni. Tuttavia, potrebbe rappresentare un’opportunità per concentrarsi su ciò che la serie fa meglio: offrire esperienze narrative coinvolgenti e mondi straordinari da esplorare.
Come immaginate il futuro del franchise? Vi sarebbe piaciuto vedere un’avventura online, o pensate che Guerrilla Games debba concentrarsi sulle esperienze single-player? Fateci sapere la vostra opinione!
A distanza di quasi quindici anni, Nintendo ha riproposto (in versione HD) Donkey Kong Country Returns, titolo platform del 2010 sviluppato da Retro Studios e pubblicato da Nintendo per Wii. Donkey Kong Country Returns è stato il primo capitolo della serie Donkey Kong Country a non coinvolgere lo sviluppatore della serie originale Rare e il primo a essere stato pubblicato dopo l’acquisto di Rare da parte di Microsoft. Il gioco è stato acclamato sia dalla critica specializzata e sia dal grande pubblico (il metascore su Metacritic è di ben 87) soprattutto per la grafica, il level design e il gameplay, sebbene i controlli di movimento e l’elevata difficoltà abbiano ricevuto opinioni contrastanti; ha venduto oltre 6,53 milioni di copie in tutto il mondo, diventando uno dei titoli più venduti su Wii. Un porting per Nintendo 3DS sviluppato da Monster Games, intitolato Donkey Kong Country Returns 3D, è stato commercializzato nel mese di maggio 2013. Un sequel, Donkey Kong Country: Tropical Freeze, è stato lanciato su Wii U nel febbraio 2014 e per Nintendo Switch nel maggio 2018. Il grande successo, come da tradizione negli ultimi anni, ha spinto la casa di Kyoto a lanciare una versione in alta definizione di Donkey Kong Country Returns sviluppata da Forever Entertainment e intitolata Donkey Kong Country Returns HD. Il gioco è disponibile in esclusiva per Switch dal 16 gennaio 2025. Donkey Kong Country Returns HD è un notevole quanto ammirevole aggiornamento rispetto all’originale e pensiamo che possa rappresentare il punto di partenza migliore per chi si avvicina per la prima volta alla serie.
Versione testata: Nintendo Switch
Storia
La storia del gioco si concentra su un gruppo di delinquenti appartenenti allaTribù Tiki Tak, che si sono scatenati sull’isola di Donkey Kong ipnotizzando gli animali per rubare la preziosa riserva di banane di Donkey Kong e Diddy Kong, spingendo i due ad unire le forze per recuperarla e salvare l’isola.
Fra classico e moderno
Le basi rimangono pressoché invariate rispetto al titolo originale per Nintendo Wii, anche se sono stati introdotti alcuni miglioramenti alla qualità della vita estremamente ponderati (e graditi) che aiutano a superare la difficoltà (spesso sopra la media) che ha da sempre caratterizzato i vari platform della serie. All’inizio, i giocatori possono scegliere tra la modalità originale (per una sfida più impegnativa) e la modalità moderna, quest’ultima, decisamente più indulgente, fornisce un indispensabile incremento delle vite a disposizione del giocatore (un cuore extra, aumentando la salute di Donkey Kong e Diddy Kong da due a tre cuori ciascuno) e introduce un negozio in-game (il Bazar di Cranky Kong spendendo le monete banana che trovate in giro), dove è possibile acquistare potenziamenti e aiuti, come palloncini e pozioni per l’invincibilità, per agevolare il superamento delle sezioni successive. Questo non rende Donkey Kong Country Returns HD una passeggiata, ma sicuramente un po’ più accessibile a coloro che potrebbero avere qualche grattacapo con le varie sfide platform proposte nel corso dell’avventura. Fortunatamente, a parte questa aggiunta, Donkey Kong Country Returns HD rimane un esempio stellare di level design – a dir poco brillante – che richiede di correre, saltare, colpire, rotolare, arrampicarsi sulle viti, cavalcare il rinoceronte Rambi, i barili razzo e altro ancora, attraverso livelli meticolosamente progettati che sono in egual misura tanto gratificanti quanto punitivi. Il gioco è altresì pieno di pericoli ambientali saggiamente collocati, livelli dinamici (come rovine che crollano o la lava che sale), il tutto al ritmo contraddistintivo della serie. I controlli aggiornati sono un bel passo in avanti. Su Wii, azioni come rotolare o colpire il terreno richiedevano l’utilizzo dei controlli di movimento caratteristici del telecomando Wii (meccanica piuttosto fastidiosa), che a volte erano un tantino imprecisi. La versione Switch consente di usare i tradizionali input dei pulsanti, rendendo il gameplay più fluido e reattivo. Tuttavia, se voleste sperimentare i controlli originari, potete farlo attivando la feature direttamente nelle opzioni.
Il gioco è pieno zeppo di segreti, oggetti da collezionare e nuove meccaniche da imparare, tutte propinate organicamente attraverso il gameplay. Ogni livello nasconde pezzi di puzzle, lettere KONG e stanze bonus, il che farà felici i completisti. Questi, possono essere scovati, soffiando sulle piante, colpendo ripetutamente il suolo o lanciando barili contro aree “sospette”. L’avventura in sé è divisa in ben 80 livelli di gioco (fra cui gli otto livelli extra della versione per Nintendo 3DS), che abbracciano nove mondi, ognuno dei quali offre una sfida anche al giocatore più incallito e avvezzo al genere. All’uscita, l’originale Donkey Kong Country Returns fu criticato per la sua difficoltà decisamente opprimente e, nonostante l’impostazione “difficoltà moderna” più accessibile, il gioco in sé rimane una vera e propria sfida con una curva di difficoltà piuttosto ripida. Ma non è mai così complesso da portare ad un senso di frustrazione, ma – talvolta – vi garantiamo, soprattutto quando abbiamo affrontato “i famosi carrelli della miniera”, ci siamo andati piuttosto vicino. I platform sono un genere difficile da realizzare bene e, sebbene Donkey Kong Country Returns HD sia uno dei migliori, fatica in alcune occasioni a trovare il giusto equilibrio in termini di difficoltà. In caso di necessità, Il Professor Chops vi indicherà la strada. Per chi volesse, c’è anche la possibilità di giocare in cooperativa locale. Nello specifico, ogni giocatore controlla un Kong (nello specifico un Diddy Kong che può usare il suo jet pack per fare salti mirabolanti, e la sua fidata nocciol-pistola per sbaragliare i nemici). Una caratteristica che torna particolarmente utile per superare le sezioni più complesse ma che altresì aiuta l’avvicinamento al titolo dei giocatori più piccoli e di quelli più casuali.
Coloratissimo
Dal punto di vista visivo, il gioco si presenta in grande spolvero su Nintendo Switch. L’aggiornamento HD infonde nuova vita agli ambienti già sbalorditivi dell’originale del 2010, facendo risaltare ancora di più i colori vivaci e gli sfondi dettagliati (sebbene non privi di qualche sbavatura). Dalle giungle lussureggianti alle grotte sottomarine, passando per le spiagge dorate, il mondo di gioco sembra vivo e pieno di personalità. Anche i personaggi beneficiano della revisione grafica, con animazioni fluide e nuovi design espressivi. La colonna sonora è un altro punto forte della produzione; originariamente composta da David Wise, fonde versioni remixate di classici brani di Donkey Kong Country con composizioni originali. Dall’iconico tema della giungla alle frenetiche melodie dei carrelli da miniera, la musica aggiunge ancora più grinta al gioco.
Commento finale
Donkey Kong Country Returns HD, è una solida rimasterizzazione di un gioco già di per sé fantastico. La grafica solida (sebbene non priva di qualche sbavatura) e il gameplay fluido e reattivo (complice l’input affidato ai classici pulsanti), offrono davvero la sensazione di avere fra le mani un gioco moderno e non pubblicato quasi quindici anni fa. Abbiamo giocato alla versione Wii quando è stata lanciata e a quella per 3DS; tuttavia abbiamo comunque amato ogni secondo trascorso in compagnia di questa versione Switch e siamo sicuri che – al netto di un prezzo un po’ troppo elevato (parliamo di €59,99) – sarà apprezzato sia da chi ha già affrontato l’originale (soprattutto se è passato un po’ di tempo) e sia dai nuovi giocatori. Speriamo che questo stia a significare anche che in un futuro – non troppo distante – avremo altri giochi di Donkey Kong Country sull’attesa Nintendo Switch 2.
L’horror psicologico torna protagonista con Dollhouse: Behind the Broken Mirror. Sviluppato da Indigo Studios e Grindstone, e pubblicato da SOEDESCO, il gioco promette un’esperienza inquietante e coinvolgente per gli appassionati del genere. Il lancio è previsto per il 28 marzo 2025 su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC tramite Steam. Per maggiori dettagli, visita il sito ufficiale di SOEDESCO.
La trama: un viaggio nella mente frammentata di Eliza
In Dollhouse: Behind the Broken Mirror, i giocatori si calano nei panni di Eliza de Moor, una cantante un tempo celebre, ora intrappolata in un labirinto oscuro creato dai suoi ricordi frammentati. Dopo un collasso improvviso sul palco, Eliza soffre di amnesia e si affida al Dottor Stern, che le propone una terapia sperimentale per recuperare la memoria.
Il gioco esplora il dualismo tra realtà e incubo, portando i giocatori in un mondo distorto oltre uno specchio rotto. Qui, bambole sinistre rappresentano ricordi nascosti, e ogni passo richiede la soluzione di enigmi per svelare i segreti più oscuri del passato di Eliza.
Caratteristiche principali del gioco
Dollhouse: Behind the Broken Mirror offre un’esperienza unica grazie a meccaniche di gioco immersive e una narrazione coinvolgente. I giocatori esploreranno due realtà parallele: il mondo reale, ricco di dettagli inquietanti, e una dimensione distorta che amplifica il senso di terrore.
Le bambole sinistre, simbolo dei ricordi frammentati di Eliza, possono essere affrontate o evitate, offrendo una libertà decisionale che aumenta la tensione. Gli enigmi sono profondamente integrati nella narrativa e spingono i giocatori a riflettere, mentre le decisioni prese lungo il percorso influenzeranno il finale, garantendo un’esperienza personalizzata.
L’atmosfera noir e la colonna sonora suggestiva arricchiscono ulteriormente il gioco, offrendo un tributo all’horror cinematografico che catturerà i fan del genere.
Un titolo che ridefinisce l’horror psicologico
Con una trama intricata e meccaniche di gioco che enfatizzano scelte morali ed esplorazione, Dollhouse: Behind the Broken Mirror punta a conquistare gli appassionati di horror psicologico. L’attenzione ai dettagli e l’immersione narrativa promettono un’esperienza che lascerà il segno.
Un viaggio nell’oscurità da non perdere
L’arrivo di Dollhouse: Behind the Broken Mirror il 28 marzo 2025 promette di arricchire il panorama dei giochi horror con una narrazione intensa e un gameplay coinvolgente. Se amate le trame profonde e gli enigmi che sfidano la mente, questo titolo è quello che fa per voi.
Siete pronti a entrare nella mente frammentata di Eliza? Preparatevi a un’esperienza unica che vi terrà incollati allo schermo.
Resident Evil 6, uno dei capitoli più divisivi della celebre saga horror di Capcom, potrebbe presto tornare su Xbox Series X|S. Secondo le ultime indiscrezioni, il titolo potrebbe ricevere una nuova versione ottimizzata, suscitando curiosità tra i fan di lunga data e i nuovi giocatori alla ricerca di un’esperienza diversa.
Un passato controverso
Quando uscì nel 2012, Resident Evil 6 segnò un netto cambio di direzione per il franchise, adottando un approccio più action rispetto alle radici survival horror che avevano reso celebre la serie. Questo cambio di stile generò opinioni contrastanti: alcuni apprezzarono la varietà di gameplay e le storie intrecciate, mentre i fan più puristi criticarono la perdita della tensione e dell’atmosfera iconiche dei primi capitoli.
Nonostante le critiche, Resident Evil 6 fu un successo commerciale, vendendo oltre 10 milioni di copie. Questo lo colloca tra i capitoli più venduti della serie, anche se resta indietro rispetto a Resident Evil 5 (oltre 13 milioni di copie) e al recente Resident Evil 4 Remake, che ha registrato vendite impressionanti nel suo primo anno. La classificazione per Xbox Series potrebbe essere l’occasione per rivalutare il gioco su hardware moderno e coinvolgere una nuova generazione di giocatori.
Cosa possiamo aspettarci da questa versione?
La classificazione su Xbox Series suggerisce che Capcom potrebbe essere al lavoro su una versione ottimizzata di Resident Evil 6. Tra le migliorie attese potrebbero esserci il supporto al 4K, texture migliorate e un frame rate più stabile. Questi miglioramenti potrebbero rivoluzionare l’esperienza, rendendo le caotiche sequenze d’azione e le ambientazioni apocalittiche ancora più coinvolgenti.
Tuttavia, resta da vedere se si tratterà di un semplice porting o di una vera e propria versione rimasterizzata. Capcom ha dimostrato con altri capitoli della saga di saper dare nuova vita ai suoi titoli, arricchendoli con contenuti inediti e aggiornamenti significativi. Questa potrebbe essere l’occasione per correggere alcuni difetti evidenziati al momento del lancio originale.
Un possibile ponte verso il futuro del franchise
Il ritorno di Resident Evil 6 potrebbe essere parte di una strategia più ampia di Capcom per mantenere alta l’attenzione sul franchise. Dopo il successo del Resident Evil 4 Remake, la saga vive un periodo di rinnovata popolarità. Riproporre un capitolo controverso come il sesto episodio potrebbe rappresentare un test per valutare l’interesse del pubblico verso i capitoli meno acclamati.
Inoltre, questa mossa potrebbe aprire la strada a nuovi progetti, come il ritorno di altri capitoli meno esplorati o l’annuncio di remake e giochi inediti.
Nostalgia o nuovo inizio per Resident Evil 6?
Mentre aspettiamo conferme ufficiali da parte di Capcom, il possibile ritorno di Resident Evil 6 su Xbox Series X|S è una notizia intrigante. Che siate fan storici pronti a dare una seconda possibilità al titolo o nuovi giocatori curiosi di scoprire uno dei capitoli più controversi della saga, questo annuncio promette di riaccendere il dibattito tra gli appassionati.
E voi, cosa ne pensate? Il ritorno di Resident Evil 6 vi entusiasma o preferite che Capcom si concentri su nuovi progetti? Condividete la vostra opinione nei commenti!
Dopo una lunga attesa, i fan di HEAT possono gioire: Asmodee Italia ha infatti confermato l’arrivo della seconda espansione del gioco da tavolo, Visione a Tunnel, per il prossimo 21 Febbraio.
Dopo il successo del capostipite nel 2022 (premiato da un lodevole 8.0 su Board Game Geek) e l’espansione Pioggia Battente dello scorso anno, HEAT torna con nuove accattivanti meccaniche, circuiti inediti e molto altro. Il gioco di corse di Asger Harding Granerud e Daniel Skjold Pedersen permetterà inoltre di incrementare di una unità i giocatori che potranno darsi battaglia sulle piste di tutto il mondo.
Una corsa nell’oscurità! Cosa c’è di nuovo? Fan di HEAT, preparatevi!
HEAT: Visione a Tunnel è in arrivo, e finalmente possiamo confermarlo! Questa seconda espansione porta con sé nuove accattivanti meccaniche: Chicane e tunnel per gare più tecniche e ad alta intensità, le carte Miglioria Alettone Frontale, nuove carte Evento e un giocatore aggiuntivo. Con due circuiti nuovi di zecca, nuove regole e spazio per un giocatore aggiuntivo, il celebre gioco di corse di Asger Harding Granerud e Daniel Skjold Pedersen si prepara a gare ancora più competitive e memorabili.
Il Gran Premio di Spagna presenta degli insidiosi tunnel da affrontare, obbligando a fidarsi dell’istinto nella semi oscurità. Il circuito dell’Olanda permette di sfruttare il motore a pieni giri prima di lanciarsi in una serie di curve pericolose. Prendete parte alla stagione di Campionato del 1965 e scoprite le nuove carte Miglioria Alettone Frontale che aiuteranno a sorpassare tutti gli altri piloti verso la vittoria.
HEAT: Visione a Tunnel sarà dunque disponibile dal 21 Febbraio 2025 nei negozi fisici ed online.
Uno dei film più attesi dagli appassionati di cinema e fumetti, Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, è al centro dell’attenzione non per le sue spettacolari animazioni o la sua narrativa, ma per i ritardi che continuano a colpirne la produzione. Karan Soni, voce di Spider-Man India, ha rivelato di non aver ancora registrato le sue battute, un dettaglio che lascia intuire quanto la strada per il completamento del film sia ancora lunga.
Ritardi produttivi e una data d’uscita incerta
Il film, inizialmente previsto per il 29 marzo 2024, è stato rimosso dal calendario delle uscite di Sony Pictures, lasciando i fan senza una data di riferimento. I ritardi sono in parte legati allo sciopero della SAG-AFTRA del 2023, che ha bloccato numerose produzioni hollywoodiane, tra cui il doppiaggio di Beyond the Spider-Verse. La pausa forzata ha rallentato i lavori su uno dei progetti più ambiziosi dell’animazione contemporanea.
Con il precedente capitolo, Across the Spider-Verse, Sony aveva già dimostrato di saper innovare il genere animato con un mix esplosivo di stili visivi e narrazione multiversale. Tuttavia, l’assenza di una nuova data d’uscita per il terzo capitolo suggerisce che il team stia affrontando sfide significative per mantenere quel livello qualitativo, se non superarlo.
Il cast è ancora lontano dalla sala di doppiaggio
Una delle dichiarazioni più sorprendenti è arrivata da Karan Soni, che aveva entusiasmato il pubblico con la sua interpretazione di Pavitr Prabhakar alias Spider-Man India. L’attore ha confermato di non essere stato ancora contattato per registrare le sue linee di dialogo. Questo dettaglio sottolinea che la produzione è ancora in una fase preliminare, lasciando presupporre che il lavoro di post-produzione richiederà molto più tempo del previsto.
Il doppiaggio è uno dei pilastri di un film d’animazione, e la mancanza di progressi in questa fase potrebbe indicare ritardi che vanno ben oltre quelli annunciati. Per un progetto come Beyond the Spider-Verse, che fa del multiverso e delle interazioni tra personaggi il suo punto di forza, ogni voce contribuisce a costruire l’esperienza complessiva.
Il valore del tempo per un prodotto di qualità
La delusione dei fan è comprensibile, ma ritardi come questi spesso portano a un prodotto finale più curato. Sony ha dimostrato di voler puntare sulla qualità piuttosto che sulla velocità, e questa scelta potrebbe rivelarsi vincente. L’universo animato di Spider-Man ha già stabilito nuovi standard per il genere, e un capitolo conclusivo affrettato rischierebbe di non essere all’altezza delle aspettative.
I fan, nel frattempo, continuano a speculare sulle possibili direzioni narrative e sulle sorprese che Beyond the Spider-Verse potrebbe riservare. Riuscirà Sony a superare l’altissima asticella posta dai precedenti film? Solo il tempo potrà dircelo.
Un’attesa che accresce l’hype
Spider-Man: Beyond the Spider-Verse ha tutte le carte in regola per essere una chiusura epica di questa trilogia rivoluzionaria. Anche se l’attesa si prospetta più lunga del previsto, c’è la consapevolezza che ogni minuto in più dedicato al progetto sarà un passo verso un’esperienza cinematografica straordinaria.
E voi, quanto siete disposti ad aspettare per vedere Miles Morales e gli altri Spider-People tornare in azione? L’attesa potrebbe essere lunga per molti, ma l’hype non fa che crescere.
La casa editrice indipendente italiana Little Rocket Games ha confermato che a Febbraio gli amanti dei giochi da tavolo potranno mettere le mani su TREETOPIA.
Il nuovo lavoro di Florian Sirieix, designer francese a cui si devono titoli come Imaginarium, After Us, The A.R.T. Project e l’intrigante Mystria, arriverà in Italia grazie all’adattamento dell’azienda di Bracciano. Rivolto ad un pubblico dagli 8 anni in su, per partite da circa 20/30 minuti da due a quattro giocatori, TREETOPIA richiederà di salvare alberi dall’estinzione per creare un santuario nella natura.
Salva gli alberi dall’estinzione e riporta la speranza per un futuro migliore! Gli alberi sono in pericolo! La tua missione? Ripiantali in un Santuario per salvarli.
Per farlo, devi estrarre gli alberi dai loro ambienti ostili e ripiantarli in un santuario, soddisfacendo le loro esigenze uniche. Cerca di raggruppare insieme alberi dello stesso tipo o quelli con una relazione simbiotica per ottenere più punti speranza. Il gioco termina immediatamente quando un giocatore pianta l’ultimo albero, completando il santuario. Il giocatore che ha ispirato più speranza è il vincitore!
Un messaggio potente: Salva gli alberi dall’estinzione e costruisci un santuario della natura! Treetopia combina strategia e sensibilizzazione ambientale in un’esperienza di gioco unica.
Facile da imparare, profondo da padroneggiare: Con regole intuitive e obiettivi sfidanti, Treetopia è perfetto per giocatori di tutte le età, dai principianti agli esperti.
Arte mozzafiato: Le illustrazioni di Laura Bevon danno vita agli alberi, trasformando ogni partita in un’opera d’arte.
Strategia e simbiosi: Trova la giusta combinazione di alberi e ambienti per accumulare più punti speranza e superare i tuoi avversari!
Un’esperienza unica ogni volta: Grazie alle carte Simbiosi e ai segnalini Incantesimo, ogni partita è diversa e ricca di sorprese.
Il titolo sarà dunque disponibile tra poche settimane nei negozi fisici, online e sul sito dell’editore.
I giocatori di Pokémon Scarlatto e Violetto possono prepararsi per un nuovo evento Raid Teracristal che vedrà il ritorno di due Pokémon Paradosso molto particolari: Codaurlante (Scream Tail) e Saccoferreo (Iron Bundle). Dal 24 al 26 gennaio 2025, questi Raid offriranno un’occasione imperdibile per affrontare e catturare queste creature rare, aggiungendo nuove sfide e ricompense alla vostra avventura. Se volete esplorare meglio la regione e ottimizzare il vostro viaggio, consultate la guida al percorso ideale in Pokémon Scarlatto e Violetto
Due Pokémon Paradosso, due sfide uniche
Codaurlante e Saccoferreo rappresentano due interpretazioni opposte del mondo Pokémon. Codaurlante, disponibile per i giocatori di Pokémon Scarlatto, è una forma Paradosso antica di Jigglypuff, caratterizzata dal doppio tipo Folletto/Psico. Con il suo aspetto primitivo e le sue capacità offensive, è un avversario capace di mettere in difficoltà anche le squadre meglio preparate.
Dall’altro lato, Saccoferreo, esclusivo per Pokémon Violetto, è una versione futuristica di Delibird, con una combinazione di tipo Ghiaccio/Acqua. Questo Pokémon, già noto per la sua velocità e le sue mosse versatili, si dimostra una sfida unica per i giocatori che cercano un’esperienza diversa nei Raid Teracristal. Se hai bisogno di Pokémon esclusivi per completare il tuo Pokédex, dai un’occhiata alla lista completa dei Pokémon esclusivi in Pokémon Scarlatto e Violetto.
Come partecipare ai Raid Teracristal di gennaio
Accedere ai Raid è semplice: basta collegare la tua console a Internet e scaricare le ultime notizie dal Poképortale. Una volta fatto, i Raid appariranno direttamente sulla mappa del gioco.
Potrete scegliere di affrontarli da soli, sfruttando il supporto dell’intelligenza artificiale, o in modalità cooperativa con altri giocatori. La modalità multiplayer offre un livello di interazione maggiore e rende l’esperienza più dinamica, soprattutto quando si devono affrontare Pokémon così particolari.
Prepararsi al meglio per la sfida
Per avere successo in questi Raid, è fondamentale pianificare una strategia efficace basata sulle debolezze dei due Pokémon Paradosso. Contro Codaurlante, il suo tipo Folletto/Psico lo rende vulnerabile alle mosse di tipo Acciaio, Veleno e Spettro. Pokémon come Gengar o Tinkaton possono rivelarsi particolarmente utili grazie alla loro velocità e alla capacità di sfruttare queste debolezze.
Saccoferreo, invece, essendo di tipo Ghiaccio/Acqua, è più esposto a Pokémon con mosse di tipo Roccia, Elettro, Lotta o Erba. Un’opzione valida potrebbe essere utilizzare Pokémon come Kilowattrel o Breloom, che combinano resistenza e mosse super efficaci per abbattere rapidamente il nemico.
Assicuratevi inoltre che i vostri Pokémon siano al livello adeguato e che abbiano mosse con un alto rapporto danno-precisione. Gli strumenti tenuti, come una Bacca utile contro le mosse del raid o un oggetto che aumenta le statistiche di attacco, possono fare la differenza in battaglia.
Per gli Allenatori che vogliono arricchire la propria squadra con Pokémon rari durante le esplorazioni, esiste anche la possibilità di trovare creature cromatiche: scopri come individuare e catturare facilmente Pokémon Shiny.
Un evento imperdibile per gli Allenatori
Codaurlante e Saccoferreo non sono semplicemente Pokémon rari: rappresentano l’opportunità di vivere un’esperienza unica nel mondo di Pokémon Scarlatto e Violetto. Questo evento è pensato per offrire sfide avvincenti e ricompense significative, rendendolo un appuntamento da non perdere per tutti gli Allenatori, dai collezionisti ai giocatori più competitivi.
Connettetevi, organizzate la vostra squadra e preparatevi a catturare due tra i Pokémon Paradosso più interessanti di questa generazione. Dal 24 al 26 gennaio, l’universo Pokémon vi aspetta con nuove emozioni e opportunità da cogliere.
Negli ultimi mesi, le speculazioni su Grand Theft Auto VI hanno catturato l’attenzione dei gamer di tutto il mondo. Tuttavia, non si parla solo di ciò che il gioco offrirà in termini di gameplay e innovazioni, ma anche di un possibile cambiamento epocale: il prezzo di lancio. Secondo voci sempre più insistenti, GTA VI potrebbe essere venduto a € 100, una cifra che rappresenterebbe un nuovo standard per i titoli AAA. Questa scelta, se confermata, potrebbe ridefinire il rapporto tra qualità del prodotto e accessibilità economica, spingendo i confini di ciò che significa essere un giocatore appassionato.
Un progetto ambizioso che punta all’eccellenza
Rockstar Games non è nuova a progetti ambiziosi e rivoluzionari.GTA V, lanciato nel 2013, è ancora oggi uno dei giochi più venduti e giocati al mondo, a dimostrazione di come la qualità possa garantire longevità e successo commerciale. Con GTA VI, le aspettative sono ancora più alte. Si parla di un mondo di gioco vasto e dettagliato, di una narrativa profonda e di tecnologie innovative che promettono di alzare ulteriormente l’asticella qualitativa.
Questa ambizione, però, ha un costo. I budget per sviluppare titoli AAA stanno crescendo a dismisura, con team di sviluppo sempre più grandi e tecnologie sempre più costose. In questo contesto, un prezzo di vendita di € 100 potrebbe essere visto non solo come un riflesso dei costi di produzione, ma anche come una dichiarazione: GTA VI non è solo un videogioco, è un’esperienza premium.
Nonostante la reputazione di Rockstar, una scelta così audace comporta inevitabilmente dei rischi. Un prezzo di € 100 potrebbe scoraggiare una parte significativa del pubblico, soprattutto quei giocatori che già si affidano a servizi di abbonamento come Xbox Game Pass o PlayStation Plus per risparmiare sui costi. Inoltre, il rischio di creare un mercato sempre più elitario, in cui solo pochi possono permettersi i titoli di punta, è un tema che non può essere ignorato.
C’è anche da considerare il fatto che, negli ultimi anni, molti giocatori hanno mostrato un crescente interesse per i titoli indipendenti, spesso caratterizzati da un prezzo più accessibile e da idee innovative. Se il divario tra giochi AAA e produzioni più piccole dovesse ulteriormente aumentare, potremmo assistere a un cambiamento nelle abitudini di consumo del pubblico.
Una possibile rivoluzione nel mercato dei videogiochi
Se GTA VI riuscirà a ottenere successo con un prezzo di € 100, è probabile che altri publisher AAA seguano l’esempio, stabilendo una nuova fascia di prezzo per i titoli di alta qualità. Questo potrebbe portare a un’evoluzione del mercato, con una maggiore separazione tra i giochi premium e le produzioni più economiche o free-to-play. Tuttavia, il successo di questa strategia dipenderà dalla percezione che i giocatori avranno del valore offerto da GTA VI.
Un prodotto che promette di ridefinire gli standard del settore deve essere in grado di mantenere le promesse. Rockstar è consapevole di questo, e tutto ciò che sappiamo sul progetto suggerisce che il team stia lavorando per creare qualcosa di realmente unico e rivoluzionario.
Un passo avanti o un rischio per l’industria?
GTA VI non sarà solo un gioco, ma un banco di prova per l’intero settore videoludico. Se un prezzo di € 100 verrà accettato dal pubblico, potremmo assistere a un cambiamento significativo nelle dinamiche del mercato, con nuove opportunità ma anche nuove sfide per publisher e giocatori.
Rimane da vedere se il pubblico sarà disposto ad abbracciare questa trasformazione o se il modello attuale, basato su prezzi più accessibili e su servizi di abbonamento, continuerà a dominare. Qualunque sia il risultato, una cosa è certa: GTA VI non sarà solo un evento mediatico, ma un momento di svolta per il futuro del gaming.
Il 24 aprile 2025 arriverà sugli schermi di tutti gli utenti Netflixla quinta ed ultima stagione di You. La serie statunitense ha fatto il suo esordio nel 2018 con una prima acclamatissima stagione. Lo show è basato sull’omonimo romanzo di Caroline Kepnes e sul suo seguito, Hidden Bodies. Col succedersi delle stagioni, You è rimasta una delle punte di diamante del palinsesto Netflix ed ha continuato a tenere incollati allo schermo migliaia di appassionati spettatori.
Al centro della trama ci sono le vicende di Joe Goldberg, interpretato da un Penn Badgley che, lungo il corso delle varie stagioni, si è distaccato per buona misura dallo stile recitativo di Gossip Girl e si è rivelato essere la scelta perfetta per portare avanti questo ruolo. Il suo, inoltre, non è l’unico nome degno di nota all’interno del cast della serie. Ci sono, infatti, anche Victoria Pedretti (che veniva, al tempo, da una magistrale interpretazione in The Hounting Of Hill House) e Jenna Ortega, che al tempo non aveva ancora incontrato l’enorme successo che, dopo qualche anno, le varrà l’interpretazione di Mercoledì Adam nella serie Mercoledì.
Ma quali sono, nello specifico, le vicende raccontate in You? La trama è abbastanza lineare ed intuitiva: Joe, il protagonista, si innamora di Guinevere Beck (interpretata da Elizabeth Lail). Quello che inizialmente sembra essere l’incipit di una commedia romantica, però, ben presto si trasforma in un racconto ben più problematico ed oscuro. Joe, infatti, inizia lentamente a sviluppare una vera e propria ossessione nei confronti di Guinevere. Tale ossessione lo porta a manifestare comportamenti sempre più problematici e preoccupanti.
La seconda stagione riprende proprio da questo punto. Troviamo un Joe preoccupato di essere scoperto e denunciato, ma allo stesso tempo completamente preso da una nuova ossessione, quella per Love, una chef di Los Angeles di cui il ragazzo si innamora perdutamente. Ancora una volta, lo vediamo mettere in atto comportamenti estremamente problematici nei confronti della sua nuova vittima. Questa volta, però, Joe sembra aver trovato pane per i suoi denti. Love è a sua volta una ragazza estremamente problematica che nasconde diversi segreti oscuri.
La terza stagione, infatti, li vede ancora uniti, sposati e con un figlio. Si dipinge dunque una situazione altamente disfunzionale e si seguono le vicende della piccola famigliola che questi due criminali hanno deciso di creare assieme.
Nella quarta stagione, invece, c’è un completo cambio di ambientazione. Joe si trova ora sotto mentite spoglie a Londra ed inizia ad avere a che fare con un serial killer misterioso che, a mano a mano, sta uccidendo tutta la cerchia di amici aristocratici che il ragazzo era riuscito a costruirsi.
Ma quali sono gli elementi che hanno assicurato un così grande successo a You? Certamente non una trama intrisa di profondità o una regia avanguardistica. Attraverso le stagioni, le vicende si fanno sempre più arbitrarie, e la narrazione delle stesse si basa più su di un’acritica necessità di presentare allo spettatore il “colpo di scena”, che sulla volontà di proporre una storia coesa e coerente. È un fenomeno tristemente diffuso nella serialità contemporanea: la continua ricerca di un motivo per estendere le stagioni ed aumentare gli abbonati anche quando di motivi veri e propri non ce ne sono.
La chiave del successo di You risiede altrove. La troviamo proprio nel suo protagonista. Joe è divenuto, negli anni, una sorta di macabro antieroe, che ha affascinato gli spettatori attraverso la criminale romanticizzazione di comportamenti estremamente scorretti. La popolarità della serie, dunque, fa leva sulle più becere normalizzazioni di comportamenti altamente disfunzionali. Normalizzazioni di cui sicuramente non c’è bisogno, ma che garantiscono l’attenzione di una buona fetta di pubblico.
L’equazione tra amore e possesso è stantia e deleteria, si, ma è anche tristemente sedimentata nelle menti di molte e molti. Interiorizzazione che negli anni è stata veicolata anche da film e serie tv, dei quali You non è che la progenie. La glorificazione dell’uomo che è disposto a fare qualsiasi cosa per amore è un fenomeno ancora vivo e che ha la sua presa sugli spettatori.
È un gran peccato che si sia deciso di presentare le vicende di Joe in questa maniera, perché la trama madre della serie dava spazio, in realtà, a varie impostazioni. Ad esempio, si sarebbe potuta utilizzare per sortire l’effetto opposto. Un totale ripudio delle azioni di Joe, una condanna ferma delle stesse, sono tutti approcci che avrebbero aiutato a sottolineare quanto quella narrata non sia una storia d’amore. Quanto, in effetti, di amore non ce ne sia neanche un briciolo nei comportamenti di Joe.
Purtroppo, l’occasione sembra essere andata sprecata, ma rimane la speranza che questa quinta stagione, andando a mettere un punto a tutta la serie, lasci gli spettatori con delle riflessioni di chiusura che suscitino più indignazione che ammirazione.
KOEI TECMO Europe ed Omega Force festeggiano con un epico trailer di lancio la release odierna di Dynasty Warriors: Origins per PlayStation 5, Xbox Series X|S e Windows PC.
Con i combattimenti più intensi e gli eserciti più numerosi nella storia del franchise, il musou 1 contro 1.000 trasporta i giocatori in un’epoca dei Tre Regni tumultuosa e devastata dalla guerra.
Di seguito vi proponiamo il trailer di lancio, seguito dal comunicato stampa ufficiale.
DYNASTY WARRIORS: ORIGINS introduce una nuova e più profonda interpretazione della tradizionale storia dei Tre Regni. Dalla “Rivolta dei Turbanti Gialli” al culmine della “Battaglia di Chibi”, la storia trasporterà i giocatori nel cuore di un’antica Cina in fermento. Attraverso gli occhi di un eroe senza nome, i giocatori dovranno combattere ferocemente e compiere scelte per ristabilire la pace, plasmare la storia in base alla propria esperienza, combattere enormi eserciti nemici, navigando nel caos dell’epoca dei Tre Regni.
DYNASTY WARRIORS: ORIGINS offre un senso di realismo travolgente su ogni campo di battaglia, con il maggior numero di soldati nella storia della serie fino ad oggi. I soldati nemici che attaccano in modo cooperativo sono una minaccia formidabile e i giocatori non solo combatteranno con le proprie abilità, ma caricheranno anche i loro alleati contro massicci eserciti nemici, consentendo un senso di realismo sul campo di battaglia di dimensioni senza precedenti, dove migliaia di soldati si scontreranno.
Il protagonista di questo titolo scende sul campo di battaglia al fianco degli eroi dei Tre Regni, spazzando via gruppi di nemici con spade, pugni e tante altre armi. Viaggiando attraverso la mappa del mondo mentre intraprendono il loro epico viaggio, i giocatori possono reprimere ribellioni o scegliere di salvare le forze governative durante le “Missioni”, superare le “Schermaglie” e visitare varie località dove potranno acquistare armi. Nel corso della loro missione, i giocatori incontreranno anche una serie di personaggi familiari al franchise di DYNASTY WARRIORS, come Cao Cao e Liu Bei. A seconda del legame creato, questi personaggi possono diventare compagni di viaggio o nemici.
Nel combattimento 1 contro 1.000, i giocatori dovranno padroneggiare e alternare attacchi rapidi e potenti in grado di rompere la guardia dell’avversario. Gli attacchi ripetuti aumenteranno il “Coraggio” del protagonista, consentendogli di utilizzare attacchi potenti e unici chiamati “Tecniche”. Queste “Tecniche” saranno uniche per ogni arma, quindi sarà fondamentale per i giocatori padroneggiare i vari arsenali a loro disposizione, permettendo al protagonista di guadagnare “Rango” e quindi di migliorare le proprie abilità.
I giocatori non solo dovranno padroneggiare i vari attacchi del protagonista se vogliono uscire vittoriosi dal campo di battaglia, ma dovranno anche rafforzare la propria difesa. Bloccando gli attacchi nemici al momento giusto, potranno sferrare una potente risposta, la “Difesa”, che crea una breccia nella difesa del nemico. Alcuni attacchi non possono essere bloccati, quindi i giocatori dovranno schivarli prima di contrattaccare.
Tomohiko Sho, producer di DYNASTY WARRIORS: ORIGINS e capo di Omega Force, KOEI TECMO Games, ha dichiarato: “Questo è il gameplay più intenso ed esaltante nella storia del franchise di DYNASTY WARRIORS. Il senso di realismo sul campo di battaglia non è mai stato così grande”.
DYNASTY WARRIORS: ORIGINS è ora disponibile in edizione standard e in Digital Deluxe Edition per PlayStation 5, Xbox Series X|S e Windows PC tramite Steam. I fan possono anche acquistare la “DYNASTY WARRIORS: ORIGINS TREASURE BOX”, che include il gioco base, un poster speciale in stoffa (B3), la colonna sonora originale e un libro originale
Tutti coloro che acquisteranno un’edizione fisica o digitale prima del 30 gennaio 2025 riceveranno l’Early Purchase Bonus “Early Works Soundtrack Collection”, che contiene brani tratti dai precedenti titoli della serie.
Inoltre, è disponibile una demo gratuita su PlayStation 5, Xbox Series X|S e Windows PC tramite Steam. Contenente la “Battaglia della porta di Sishui”, in cui le forze guidate da Dong Zhuo hanno preso il potere e affrontano le forze della coalizione guidata da Yuan Shao, questa demo permette ai giocatori di provare l’emozione di combattere gli enormi eserciti di DYNASTY WARRIORS: ORIGINS prima di acquistare il prodotto finale.
David Lynch, il regista rivoluzionario le cui opere includono Twin Peaks, Mulholland Drive, Eraserhead, Velluto Blu e altro, è morto all’età di 78 anni. La vita di molti è stata cambiata dalla visione di Lynch. Non dimenticheremo mai quando abbiamo guardato per la prima volta Twin Peaks. La sua opera, che sembrava ricordare altri scrittori esistenzialisti come Jean-Paul Sartre o Albert Camus, definisce l’indefinibile, trascinando gli spettatori in dimensioni inesplorate che fanno mettere in discussione l’idea stessa di realtà. Affronta le aree più sconosciute e inspiegabili della mente umana, e le vicissitudini e i vizi raccapriccianti della vita senza filtri, dagli psicopatici sadici-sessuali all’incesto, all’avidità e all’omicidio. L’argomento non è sempre bello, ma la bellezza con cui è filmato, è a dir poco sublime.
Eppure, immancabilmente, alla fine della prima visione della maggior parte dei suoi film vi troverete con un sacco di domande. Fortunatamente, Lynch le ha lasciate senza risposta; era famoso per volere che l’arte parlasse da sola.
“Il film è la cosa“, ha dichiarato a un intervistatore della British Academy of Film and Television Arts. “Lavori così duramente per ottenere, sai, dopo aver avuto l’idea giusta (il cosiddetto mare delle idee), per costruire qualcosa e mettere insieme tutti gli elementi nel modo corretto in questo bellissimo linguaggio chiamato cinema. E nel momento in cui è finito arrivando ai titoli di coda, la gente vuole che tu lo trasformi di nuovo in parole. Ed è molto, molto triste. È una tortura”. Ha poi aggiunto: “Hai tutto nel film. Non importa cosa dico!”.
Nel frattempo, il regista era anche un grande sostenitore della Meditazione Trascendentale e ha fondato la David Lynch Foundation nel 2005 per diffonderne gli insegnamenti. Ha iniziato come uno straordinario pittore e ha praticato questa forma d’arte per tutta la vita oltre ad essersi dedicato alla musica – a partire dal 2011 – pubblicando due album da solista. L’impatto di Lynch sarà duraturo ed eterno e lo dimostra il fatto che nell’Oxford Dictionary esiste un termine a lui dedicato (sotto forma di neologismo e al pari di leggendari registi come Kubrick e Tarantino) “lynchiano”.
Se non avete visto nessuna delle opere di David Lynch, iniziate con le sei qui di seguito:
Eraserhead – La mente che cancella (1977)
Eraserhead è il primo film importante di David Lynch che ha scritto, prodotto, montato e diretto (ha anche vissuto sul set). Sebbene abbia avuto un’accoglienza per lo più negativa da parte della critica, che lo ha etichettato come pretenzioso o di cattivo gusto, dopo la sua uscita nel 1977 è diventato un film “preferito di mezzanotte” nei cinema e ha ricevuto un seguito di culto di fedelissimi di Lynch. Girato in bianco e nero, Eraserhead segna anche l’inizio del lungo rapporto di lavoro di Lynch con Jack Nance, che interpreta il personaggio principale, Henry Spencer. In un mondo distopico, Spencer e la sua ragazza, Mary X (Charlotte Stewart), hanno un bambino, ma non è umano in alcun modo. Quello che segue è un’interpretazione surrealista e body-horror dello spirito umano e della società insulare. Il film è stato selezionato dalla Library of Congress per il National Film Registry nel 2004.
The Elephant Man (1980)
Mel Brooks ha arruolato David Lynch per scrivere e dirigere The Elephant Man, sebbene il film del 1980 sia certamente diverso dalla commedia che Brooks era noto per aver prodotto tramite la Brooksfilms (il suo credito di produttore esecutivo non è elencato nel film per questo motivo). The Elephant Man, che è basato sulla vera storia di John Merrick, è più commerciale rispetto alle altre opere elencate qui, ma è comunque intriso del tocco indelebile di Lynch, carico di emozioni che scavano nel profondo di ciò che significa essere un essere umano. Ha ricevuto otto nomination agli Academy Award e ha vinto i premi BAFTA per il miglior film, il miglior attore e la migliore scenografia.
Velluto Blu (1986)
Con i soliti attori di Lynch, Laura Dern, Kyle MacLachlan, Dennis Hopper e Isabella Rossellini (che all’epoca frequentava Lynch), Velluto Blu è un film neo-noir che si addentra negli orrori psicologici e sessuali di una piccola cittadina di boscaioli della Carolina del Nord. Lynch ha ricevuto la sua seconda nomination all’Oscar come miglior regista dopo questo thriller del 1986, che vede Jeffrey Beaumont (MacLachlan) tornare a casa solo per scoprire un orecchio smembrato. Porta l’orecchio a un detective della polizia, la cui figlia, Sandy (Dern), informa Jeffrey che l’orecchio ha qualcosa a che fare con una cantante da lounge di nome Dorothy (Rossellini). Quello che segue è un racconto horror grafico che vede l’interpretazione più raccapricciante di sempre di Hopper, nei panni del sadico spacciatore Frank Booth.
Twin Peaks (1990-2017)
Twin Peaks ha conquistato l’America quando ha debuttato nel 1990, ed è diventato il programma televisivo più innovativo della storia, affrontando argomenti tabù e inclinandosi verso il surrealismo e il misticismo fortemente influenzati dalle religioni orientali. Scritta da Mark Frost e Lynch, la serie è stata la prima incursione di Lynch nella televisione commerciale, ma si è rifiutato di compromettere i suoi modi surrealisti, a volte con disappunto della ABC. Con otto episodi, la prima stagione imposta uno spettacolo poliziesco intrecciato con paesaggi onirici, con l’agente speciale dell’FBI Dale Cooper (Kyle MacLachlan) in visita alla città di Twin Peaks, al confine tra Washington e Canada, per scoprire l’omicidio della reginetta del ballo di fine anno del liceo Laura Palmer, interpretata da Sheryl Lee di Boulder. Con un finale della prima stagione che ha tenuto tutti con il fiato sospeso, Twin Peaks ha ricevuto una seconda stagione (I segreti di Twin Peaks) meno riuscita, da ben 22 episodi. Anche se la seconda stagione potrebbe essere un po’ noiosa dopo il terzo episodio, vale comunque la pena continuare per scoprire che la serie non riguarda chi ha ucciso Laura Palmer. Riguarda molto di più e il penultimo e l’ultimo episodio sono – probabilmente – fra i migliori della televisione.
Twin Peaks: Fuoco cammina con me è un film prequel della serie, notoriamente criticato dopo la sua proiezione al Festival di Cannes del 1992. Ma come direbbe Marty McFly, “Penso che ancora non siate pronti per questa musica. Ma ai vostri figli piacerà”. Il film è un esempio incontaminato della miscela distintiva di orrore e soprannaturale di Lynch e risponde a diverse domande che Twin Peaks ha lasciato in sospeso agli spettatori.
Poi, 25 anni dopo il debutto di Twin Peaks, Lynch ha resuscitato la serie con Twin Peaks: Il Ritorno, come era implicito nella serie originale quando Laura Palmer sussurra: “Ci rivedremo tra 25 anni“. Lo spettacolo ha anche dimostrato che nessuno dovrebbe avere aspettative da Lynch: rinuncia alla narrazione più strutturata della serie originale a favore di una trama molto più surreale e d’autore. Potrebbe non essere il Twin Peaks che conosciamo, ma Il Ritorno ha tanto in comune con l’originale: il bene, il male, il soprannaturale, il tempo e lo spazio e i doppelgänger.
Mulholland Drive (2001)
Originariamente concepita come una serie TV, Mulholland Drive è un must per chiunque voglia comprendere — o rimanere confuso da — l’etica di Lynch. Il film del 2001, che ha fatto vincere a Lynch i premi per la migliore regia a Cannes e gli Academy Awards, è un capolavoro thriller, con Los Angeles quasi un personaggio a sé stante. Inizia con Laura Harring, che interpreta il personaggio di Rita (o almeno così la conosciamo nelle prime fasi del film), che viene quasi uccisa dal suo autista sulla tortuosa Mulholland Drive; un incidente d’auto ferma il tentativo. Rita barcolla nell’appartamento di un’aspirante attrice di nome Betty Helms (di nuovo, come la conosciamo … per ora), interpretata da Naomi Watts, e dice di avere un’amnesia. I membri del cast — che includono Justin Theroux e, stranamente, Billy Ray Cyrus — fanno tutti un lavoro fenomenale nel ritrarre il tono sinistro ricercato dal regista. Sfortunatamente, non possiamo dire molto di più, ma questo film vi lascerà a dir poco perplessi.
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