Home Blog Pagina 252

Recensione in pillole Deadlink

0
Deadlink

In questi ultimi anni il genere Cyberpunk sta vivendo una rinnovata vita, complici anche e soprattutto produzioni videoludiche che ne hanno utilizzato il contesto. Basti pensare a Cyberpunk 2077 la discussa tripla A di CD Projekt Red, alla “relativa” serie TV Netflix Edgerunners o alla piacevole sorpresa The Ascent. Questa volta è il turno di Deadlink, sviluppato da Gruby Entertainment e distribuito da SuperGG.com.

Rispetto ai giochi sopra citati Deadlink si discosta nettamente come genere, mantenendo però tutti quelli che sono i canoni di questo tipo di ambientazione, offrendo un prodotto decisamente intrigante.

Disponibile esclusivamente su PC Windows, questi i requisiti per giocarlo al meglio:

MINIMI

  • Sistema operativo: Windows 10 64-bit
  • Processore: AMD FX-8350 or Intel i5-3570
  • Memoria: 6 GB di RAM
  • Scheda video: AMD Radeon™ HD 7970 or NVIDIA GeForce GTX 680 2 GB
  • DirectX: Versione 11
  • Memoria: 15 GB di spazio disponibile

CONSIGLIATI

  • Sistema operativo: Windows 10 64-bit
  • Processore: AMD Ryzen™ 5 2600 (Intel i7-4770)
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Scheda video: AMD Radeon™ RX 590 or NVIDIA GeForce GTX 1060 6GB
  • DirectX: Versione 12
  • Memoria: 15 GB di spazio disponibile
Deadlink

Che gioco è?

Deadlink è un prodotto ibrido, shooter FPS in stile cyberpunk con elementi roguelite. Il gioco è localizzato unicamente in inglese, questione tutto sommato di poco conto per chi mastica poco la lingua, considerando che l’aspetto narrativo ricopre un ruolo marginale e che gli elementi dell’hub di gioco si metabolizzeranno facilmente.

Per dare comunque un’idea di incipit, il titolo di Gruby Entertainment ricalca senza particolari apprensioni il classico plot-cyberpunk ribelli vs corporazioni. Vestiremo i panni di un agente scelto per partecipare ad un protocollo sperimentale denominato appunto Deadlink. In sostanza saremo al comando di un esoscheletro autonomo, dotato di arsenale di armi ed equipaggiamento, con il quale calarci in un mondo distopico ed in rovina, composto da una società mista tra umani e robot, con l’obiettivo di annientare le corporazioni che lo governano.

Al nostro fianco, nell’hub di gioco, avremo una squadra che ci fornirà di volta in volta informazioni e strumenti utili al fine di proseguire verso la nostra missione.

Ovviamente trattandosi di un titolo con struttura roguelite, va specificato che ci troviamo in presenza di permadeath per cui una volta che saremo sconfitti, torneremo all’inizio della partita. Andando avanti in ogni run però, saremo in grado di accumulare crediti da poter spendere per potenziare le stat/skill di partenza del nostro esoscheletro.

Saremo dunque in grado di potenziare gli HP, la % di danno inflitto e altri fattori determinanti. Portando a termine dei progressi durante le run, avremo a disposizione esoscheletri molto diversi come arsenale e skill, così da poter scegliere quello più adatto al proprio stile di gioco preferito.

Nei vari livelli generati proceduralmente, potremo visitare le sedi centrali di quattro mega corporazioni. Tra uno stage e l’altro il gioco ci permetterà di scegliere se potenziare il nostro equip, se comprare token da utilizzare nell’hub di gioco, oppure se affrontare sfide particolarmente temibili ma dalla ricompensa decisamente appetibile.

Scelte in un roguelite sempre difficili da fare, e che in un modo o nell’altro risulteranno decisive per l’esito finale della run, decretandone un grande successo o una sonora disfatta.

Deadlink

Perché giocarlo?

Appena avviato il gioco per la prima volta la soundtrack partita in sottofondo ci ha causato un flashback potentissimo: Cyberpunk 2077.

Sul serio, se non fossi stato io al PC e qualcuno avesse avviato il gioco, avrei scommesso qualsiasi cifra sull’IP di CD Projekt RED!

Aspetto a nostro avviso ottimo, considerando che abbiamo amato alla follia le musiche dei vari artisti che hanno partecipato e contribuito alla colonna sonora di Cyberpunk 2077. Anche sotto l’aspetto grafico Deadlink ci ha quasi pienamente soddisfatti: colori iper saturi, con uno stile che strizza l’occhio al cel shading, ambientazioni ricche di neon ed elementi a video fluo.

Comparti grafici e sonori di questo tipo, uniti ad una meccanica di gameplay estremamente veloce, adrenalinica e dinamica conferiscono al gioco un aura molto appariscente ed affascinante. Ogni run ci ha risucchiati in un vortice inarrestabile di salti, scatti, proiettili volanti e nemici in ogni angolo dello stage.

Ambienti sempre piuttosto piccoli ma con un level design abbastanza curato, progettati di volta in volta per poter mettere in atto attraverso l’esoscheletro, combo acrobatiche per sfuggire ai nemici o per sorprenderli e condurli ad un’eliminazione veloce.

Al completamento di ogni stage potremo potenziare il nostro esoscheletro con degli innesti, fino ad un massimo di 4. Ognuno di questi consumerà una quantità di energia e si attiverà in base all’azione a cui lo abbiamo collegato.

Nonostante gli elementi a disposizione per customizzare l’esoscheletro siano pochi, e che arsenale ed equipaggiamento siano fissi, ci siamo sempre divertiti ad innestare il nostro personaggio, complice quella persistente componente ansiogena riguardo allo scegliere bene o scegliere male.

Alla fine di ogni run verrà mostrato un riepilogo di quanto si è riusciti ad andare avanti, e di tutti i dettagli relativi, schermata fondamentale a saziare la nostra infinita fame di avanzamento.

Deadlink

Perché no?

Approcciare a Deadlink potrebbe causare sin da subito reazioni diverse (ed in alcuni casi avverse), in base al background del giocatore. Se rientrate nell’elitaria categoria degli hardcore gamer, particolarmente esperta e specializzata nei roguelike, il titolo di Gruby Entertainment non vi torcerà nemmeno un capello.

Avrete già assimilate nel vostro bagaglio culturale dinamiche di gioco, permissività disponibili, curva di difficoltà e quanto altro tipico del genere. Un approccio del genere renderà la quality of life decisamente migliore, potendo iniziare a godere delle qualità del gioco senza farsi prendere dallo sconforto e dalla frustrazione.

Se così non fosse, la faccenda si potrebbe fare un po’ più dura, niente però che allenamento, perseveranza, pazienza, ed ovviamente miglioramento delle skill personali non possano mitigare.

Oltre alla questione roguelite, il gioco è veramente molto veloce e dinamico, per cui l’atteggiamento del giocatore dovrà necessariamente essere molto concentrato e dai buoni riflessi. Gli stage in Deadlink sono delle frenetiche danze, tra salti e proiettili, nelle quali fermarsi equivale necessariamente a morire. Dovrete essere giocatori d’attacco, e questo atteggiamento sul lungo periodo chiaramente stanca.

Ma ehi, siamo videogamer o pappamolla? Sostanzialmente le motivazioni per cui potremmo consigliare di non giocarlo, sono di natura tecnica. Deadlink non è un titolo adatto a tutti. Gameplay e struttura richiamano piuttosto un’utenza di un certo tipo, adatta ad una determinata esperienza videoludica. D’altra parte però va aggiunto che chiunque iniziasse a prendere confidenza con le run, con i nemici e le varie dinamiche di gioco, ne ricaverebbe sempre maggior soddisfazione.

Deadlink

Commento finale

Deadlink non è un titolo adatto a tutti. FPS iper dinamico e veloce, basato su una struttura roguelite con permadeath e tutto l’armamentario del genere. Bello da vedere, coloratissimo ed ispirato artisticamente, dalla colonna sonora piena e calzante per un’ambientazione cyberpunk che si rispetti. Limitato per quelle che sono le dinamiche del genere, offre comunque una grande varietà di run strutturate diversamente. Non particolarmente curato sotto l’aspetto narrativo, riversa nel gameplay tutte le sue doti migliori. Se interessati consigliamo di acquistarlo subito, in quanto lanciato con un prezzo ribassato, che salirà con l’inserimento di nuovi contenuti.

Guida: come riprodurre i giochi PS4 e PS5 in Remote Play su Steam Deck grazie a Chiaki

0

Steam Deck ha dimostrato di essere una macchina dalle potenzialità incredibili. Come vi abbiamo mostrato nelle guide che trovate qui sotto, è possibile emulare su Steam Deck praticamente tutte le vecchie console e anche console che tanto vecchie non sono come Nintendo Switch.

In questa guida vedremo quindi come attivare il remote play di PS4 e PS5 su Steam Deck senza necessità di attivare un costoso abbonamento PlayStation Plus.

Requisiti

  • Rete lan

Sebbene il Remote Play funzioni anche via Wi-Fi, è indubbio che le prestazioni risulteranno decisamente migliori se la vostra PS4 o PS5 è collegata via cavo alla vostra rete domestica. Perciò procuratevi un cavo LAN e collegate la vostra PlayStation via cavo, poi andate in impostazioni/rete e selezionate la connessione via cavo. Tutti gli altri parametri possono rimanere su Automatico.  

  • PlayStation ID

Prima di procedere è necessario che vi rechiate a questo indirizzo PSN.Flipscreen.games, inserite il vostro Username PlayStation e ne ricaverete il vostro PlayStation ID. In Particolare quello che ci serve è l’Encoded ID. Appuntatelo da qualche parte, ci servirà più tardi.  

Ora che avete completato questi passaggi possiamo passare alla guida vera e propria.

Installazione di Chiaki

Tenendo premuto il tasto di accensione della vostra Steam Deck, selezionate Passa al Desktop. Una volta avviata questa modalità, recatevi su “Discover” (la terza icona partendo da sinistra sulla barra inferiore) e cercate il software Chiaki e installatelo. N.B. Esiste anche un’altra versione chiamata Chiaki4Deck, si tratta di un fork del programma originale specificamente pensato per Deck e supportato dalla community. Potete installare indifferentemente l’uno o l’altro, seguendo questa guida, le funzionalità sono praticamente le stesse.

Registrate la vostra PlayStation su Chiaki

Accendete la vostra console PlayStation e poi lanciate Chiaki. Il software dovrebbe aver individuato automaticamente la vostra console ma per registrarla occorre inserire il vostro Encoded ID nel campo “PSN ACCOUNT ID (BASE64)” e il vostro PIN. Per recuperare il PIN, se avete una PS4 o una PS4 PRO recatevi in Impostazioni, scorrete fino alla voce Impostazioni della connessione di Riproduzione Remota. Abilitate Riproduzione remota, flaggando l’apposito campo, poi cliccate su Aggiungi dispositivo. Il sistema visualizzerà un PIN temporaneo che dovete inserire in Chiaki. Se siete su PlayStation 5, andate in Impostazioni, Sistema e abilitate Remote Play. A questo punto cliccate su Collega un dispositivo e otterrete anche qui un PIN temporaneo. Tornate Su Chiaki e inserite il vostro PIN. Se tutto è andato correttamente ora la vostra console è registrata su Chiaki.

Prima di passare oltre però accertatevi che la vostra console PS4 (PS5 lo è in automatico) sia abilitata per il wake on LAN: Andate in Impostazioni/Impostazioni di Risparmio energetico e selezionate Impostazione Modalità di Riposo. Selezionate la voce che vi permette di avere sempre attiva la connessione Internet e poi attivate il Wake on LAN.

Chiaki Steam Deck

Configurazione di Chiaki

Per migliorare la vostra riproduzione in streaming, prima di procedere cliccate sulla rotella in alto a destra del software Chiaki e settate le impostazioni come nell’immagine qui sotto. Se avete una PS4, invece, settate la riproduzione su 720p. Se incontrate problemi di lag o scattosità dell’immagine, modificate le impostazioni del codec da H265 a H264. E’ importante che il codec utilizzato sia VAAPI.

Chiaki Steam Deck

Collegare Chiaki a Steam

Prima di procedere, occorre completare ancora qualche passaggio. Sempre in modalità Desktop, aprite Steam e cliccate in basso a sinistra su Aggiungi un gioco e Poi su Aggiungi un gioco non di Steam. Dalla finestra che comparirà selezionate l’applicazione Chiaki e cliccate su OK. Ora potete tornare a Game Mode.

Configurate il controller

Questo è l’ultimo passaggio, siete quasi pronti. Da Game Mode su Steam Deck, selezionate Chiaki e poi invece di avviare il gioco selezionate l’icona del controller sulla sinistra. Selezionate quale layout “Controller con telecamer/Mirino ad alta precisione”. Se volete potete abilitare il giroscopio selezionando dal menù “come joystick”.

A questo punto cliccate su Modifica Stile e spostatevi dal menu di sinistra sulla voce Trackpad. Ora dobbiamo fare in modo che il click del trackpad destro corrisponda al click del sinistro del mouse, quindi impostate come nell’immagine qui sotto.

Chiaki Steam Deck Controller settings

Sempre nello stesso menù spostatevi su Comportamento del Trackpad Sinistro, e selezionate Pulsante Singolo e fate in modo che il click corrisponda al tasto ESC. In questo modo quando cliccherete sul trackpad sinistro sarà come premetere il tasto PlayStation sul controller DS4 mentre quando premeterete il trackpad destro sarà come premere il tasto sinistro del mouse: ci tornerà utile per avviare Chiaki.  

Chiaki Steam Deck Controller settings

Avviare il Remote Play dalla Game mode di Steam Deck

Ora che avete configurato tutto siete pronti ad avviare la riproduzione di giochi da PlayStation a Steam Deck. Se la vostra console è in Sleep Mode e avete configurato le impostazioni del software come indicato, cliccando sull’App Chiaki da Steam Deck la console verrà avviata automaticamente.

Chiaki Steam Deck

Bene ora che avete la possibilità di giocare i vostri giochi PlayStation su Steam Deck quale giocherete per primo? Fatecelo sapere iscrivendovi ai nostri social

God of War Ragnarok, nuovo video di approfondimento dedicato alla narrativa del gioco

0
God of War Ragnarok

Il canale YouTube di PlayStation ha pubblicato un video di approfondimento di God of War Ragnarok.

Il video è solo il primo di quella che sarà una serie che racconterà aneddoti legati allo sviluppo della nuova attesissima avventura di Kratos e Atreus. Questo primo episodio in particolare è dedicato alla narrativa del gioco.

God of War Ragnarok sarà disponibile a partire dal prossimo 9 novembre 2022 su PlayStation 4 e PlayStation 5.

Netflix, stop alla condivisione gratuita dell’abbonamento: come funzionerà e quanto si dovrà pagare dal 2023

0
Netflix, Inc. is an American provider of on-demand Internet streaming media available founded in 1997 by Marc Randolph and Reed Hastings

Netflix ha ufficializzato in nottata quanto già era nell’aria da diverso tempo: la piattaforma streaming applicherà nuove regole per contrastare la condivisione delle password a partire da inizio 2023.

La conferma è arrivata in occasione della pubblicazione dei dati finanziari del terzo trimestre 2021, che ha visto un incremento degli abbonati.

Abbiamo adottato un approccio ponderato per monetizzare la condivisione degli account e inizieremo ad implementarlo in modo più diffuso a partire da inizio 2023. Dopo aver ascoltato il feedback dei consumatori, offriremo a coloro che accedono a Netflix senza essere proprietari dell’account la possibilità di trasferire il proprio profilo Netflix nel loro account personale, e a coloro che condividono il loro account di gestire i loro dispositivi in modo più semplice e di creare sub-account (extra membro) se desiderano pagare per familiari o amici.

Saranno dunque tre le linee strategiche aziendale seguite da Netflix per contrastare il fenomeno della condivisione degli account tra persone non appartenenti allo stesso nucleo familiare.

L’obiettivo primario è quello di monetizzare, in maniera ponderata, la condivisione degli account e contestualmente reprimere la condivisione delle password.

Per farlo, Netflix introduce tre differenti opzioni.

La prima, “Trasferisci Profilo“, sarà una funzione dedicata prevalentemente a coloro che accedono alla piattaforma sfruttando l’account di un’altra persona. Gli utenti avranno dunque la possibilità di trasferire il profilo personale verso un nuovo account senza perdere nulla (cronologia, preferiti, impostazioni, giochi). Si verrà avvisati via mail non appena la funzione sarà resa disponibile. Per procedere al trasferimento, sarà sufficiente selezionare l’opzione “Trasferisci Profilo” dall’icona del profilo nel menù a tendina sulla pagina home.

La seconda prevede invece la creazione di sub-account. In questo modo, il proprietario dell’account preesistente può attivare uno o più account secondari per un amico o familiare gestendo direttamente il pagamento. Tutte le altre funzioni saranno invece sotto il controllo del sub-account secondario. Non è ancora stato annunciato quanto costerà attivare account secondari ma ipotizziamo una somma che possa essere competitiva e che debba tener conto del costo previsto dalla terza opzione.

La terza, infine, è il già annunciato piano con pubblicità. Un abbonamento con un costo mensile ridotto, che prevede un massimo di 5 minuti di pubblicità per ogni ora di trasmissione. Il piano Base costerà in Italia 5,49 euro al mese e sarà disponibile a partire dal prossimo 3 novembre. Con questo piano, la qualità video sarà limitata all’HD 720p. Non sarà possibile scaricare alcun contenuto per la visualizzazione offline. Inoltre, un numero ristretto di contenuti potrebbe non essere disponibile, inizialmente, a causa di problematiche con licenze.

Nel frattempo, vi consigliamo cosa vedere ad Ottobre 2022 sulla piattaforma: Netflix, cosa vedere ad Ottobre 2022 – 4News

Bayonetta 3, Platinum Games offrì ad Hellena Taylor 3-4000$ per sessione

0
Bayonetta 3

Stando alle parole del Signorini videoludico Jason Schreier, Platinum Games voleva nuovamente Hellena Taylor in Bayonetta 3 e non le offrì 4000$ per tutto il lavoro, ma 3-4000$ per sessione di registrazione, per un totale di 5 sessioni da massimo 4 ore al giorno.

Parliamo quindi di una remunerazione che oscilla tra i 15000 e i 20000$, più o meno quattro volte superiore a quanto aveva dichiarato la doppiatrice nei giorni scorsi.

Stando alla versione delle fonti anonime ma verificate del giornalista, la Taylor chiese un somma a sei cifre per il lavoro. A quel punto fu Platinum Games a rifiutare e, dopo aver provato in tutti i modi a convincere la storica doppiatrice della strega ad abbassare le pretese, decise di optare per il cambio in favore di Jennifer Hale.

Nonostante ciò, Platinum Games offrì alla Taylor un cameo nel gioco per 4000$, per una sola sessione di registrazione, ma l’attrice rifiutò. Probabilmente la sua narrazione ha preso piede proprio da questo aneddoto finale.

Bayonetta 3 sarà disponibile in esclusiva su Nintendo Switch a partire dal prossimo 28 ottobre 2022.

Wanderer VR, il titolo si aggiorna introducendo la lingua italiana e un DLC

0
Wanderer

Wanderer uno dei giochi in VR più apprezzati dalla critica, nominato ai VR Awards per il Game of The Year, arriva finalmente in una nuova versione aggiornata che introduce una delle feature più richieste dal pubblico non anglofono, i sottotitoli multilingua.

Cinque sono le nuove lingue supportate, tra cui anche l’italiano, inserito proprio grazie all’aiuto fornito dalla redazione di 4News.it e di AlternativeReality.it, che ha lavorato a stretto contatto con il team di sviluppo.

Con l’aggiornamento è stata introdotta inoltre anche una versione Deluxe del gioco che include la colonna sonora originale, tra cui “Hand of Fate” di Toads to Nowhere, 2 skin esclusive per l’orologio ed un Artbook digitale.

Il titolo che è disponibile sia per PlayStation VR che in versione SteamVR, è quindi pronto per il grande pubblico e ci auguriamo davvero che tutti voi possiate apprezzarlo.

Di seguito vogliamo condividere con voi un comunicato stampa con tutte le novità e un messaggio della fondatrice e produttrice esecutiva Sam Ramlu.

Wanderer arriva in una nuova lussuosa Deluxe Edition digitale

Ciao a tutti,

spero che tutto vada bene nel vostro paese. Grazie ancora per tutto il vostro sostegno a Wanderer quest’anno. Siamo stati travolti dal feedback positivo e abbiamo lavorato duramente per garantire che il gioco sia aggiornato, il più possibile privo di bug e per lavorare alla prossima fase del gioco e dello studio. Ulteriori notizie in merito arriveranno all’inizio del prossimo anno.

Nel frattempo, abbiamo un paio di annunci recenti che abbiamo pensato di condividere con voi.

Aggiornamento sul viaggio culturale

Il tanto atteso aggiornamento linguistico di Wanderer è arrivato! Wanderer è ora tradotto in 5 nuove lingue, con l’aggiunta di sottotitoli e localizzazione per cinese (semplificato), francese, tedesco, italiano e spagnolo. Per noi era importante assicurarci di essere il più inclusivi e accessibili possibile. Ci piacerebbe includere altre lingue in futuro e stiamo valutando in base alla domanda. (Un ringraziamento a https://4news.it/ per l’aiuto nella traduzione italiana e a Desconsolados per la revisione dello spagnolo).

Edizione Deluxe

Abbiamo lanciato il DLC Wanderer Deluxe Edition. Ci abbiamo lavorato per un po’ di tempo ed è bello vederla finalmente disponibile. Il contenuto scaricabile include:

  • il bellissimo Artbook digitale che mostra concetti originali e approfondimenti unici sui mondi di Wanderer
  • la colonna sonora originale (27 tracce, tra cui l’intera “Hand of Fate” di Toads to Nowhere)
  • 2 skin esclusive per l’orologio: “Violet Lady” e “Bloody Mary”.

E’ disponibile come collezione “completa” o come download completo su PS VR e Steam.

Notizie sui premi

È stato un grande anno di premi per il nostro team:

  • Nomination per il VR Awards Game of the Year (!!!) – annunciato a dicembre – questo in particolare è un onore per il nostro piccolo studio. Alcuni membri del nostro team saranno ad Amsterdam e speriamo in una bella serata (con o senza risultato!).
  • Raindance Immersive Festival – Miglior gioco immersivo – annunciato a dicembre
  • Oro ai premi New Zealand Best Game;
  • New Zealand Game Awards – The Pavs – Vincitore per la migliore arte, finalista per la scrittura e finalista per il Gran Premio.

È bello ottenere un riconoscimento locale con questi due ultimi premi. L’industria videoludica della Nuova Zelanda (Aotearoa) è uno spazio così solidale e inclusivo, che ci piace far parte della comunità e dare un piccolo contributo per aiutare i giochi neozelandesi ad essere riconosciuti in tutto il mondo.

Notizie sul rebrand

M Theory e Oddboy si sono ufficialmente fusi per diventare Mighty Eyes. Siamo qui per creare uno studio all’avanguardia nella VR, che accompagni le persone nelle loro più grandi e coinvolgenti avventure. Maggiori informazioni sul nostro sito nuovo di zecca: https://mightyeyes.games/

Sam Ramlu | she/her

CO-FOUNDER/EXECUTIVE PRODUCER


Netflix, cosa vedere ad Ottobre 2022

0

Ci avviciniamo a grandi passi verso le fine di Ottobre, che significa una sola cosa: cosa vedere su Netflix in attesa di “dolcetto o scherzetto”?

Il palinsesto Netflix si è infatti arricchito, nelle scorse settimane e prossimamente fino a fine mese, di titoli a tema Halloween. Abbiamo quindi assistito ad una vera invasione di titoli da brivido, tra tesissime serie tv ed agghiaccianti pellicole.

Tuttavia, non si vive solo di emozioni forti. Con la nostra guida di Ottobre 2022, vi consigliamo 6 serie TV e 6 film. Terremo conto non solo di quello che è già uscito nel corso del mese, ma anche del mese precedente… in quest’ultimo caso si tratterà di produzioni ignorate o passate in sordina, oppure usciti semplicemente negli ultimi giorni di settembre. Ovviamente tenteremo di consigliare un po’ di tutto e per tutti i gusti, in modo da poter aiutarvi il più possibile su cosa vedere!

Se poi la nostra guida su cosa vedere su Netflix non fosse sufficiente a saziare la vostra fame, vi consigliamo di buttare un occhio sulla lista completa presente qui: Netflix, Ottobre 2022: il catalogo con tutte le nuove uscite di film e serie TV – 4News

DAHMER – Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer

Iniziamo la nostra carrellata di suggerimenti con una delle serie rivelazione del 2022 per Netflix. Arrivata in sordina, la serie ha registrato ascolti record raccontando l’atroce storia vera di Jeffrey Dahmer, noto serial killer statunitense che ha ucciso 17 giovani tra il 1978 e il 1991. Un ritratto straziante, brutale e molto più inquietante di qualsiasi film horror di fantasia.

DAHMER – Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer è già disponibile su Netflix. Assolutamente consigliata alla domanda “cosa vedere”, ma assicuratevi di non avere bambini in giro. A tal proposito, vi consigliamo di leggere la nostra recensione: Recensione Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer – 4News

Avvocata Woo

Passiamo ora ad un recupero dei mesi scorsi, una serie sudcoreana che ha rilasciato gradualmente i propri episodi e che è adesso finalmente completa per il binge watching. Un piccolo grande fenomeno mediatico per Netflix, che ha conquistato le classifiche globali. Woo Young-woo è una giovane avvocatessa assunta dal più prestigioso studio legale di Seoul: un talento innegabile che deve fare tuttavia i conti con una particolarità. Woo è nello spettro autistico.

Una serie irresistibile e brillante, che condivide qualche punto di contatto con The Good Doctor (che a sua volta è basata su una serie sudcoreana), graziata da una sceneggiatura attenta ed un cast di attori molto bravi.

Avvocata Woo è già disponibile su Netflix.

The Midnight Club

In una struttura per giovani malati terminali, otto pazienti che si riuniscono ogni notte a mezzanotte per raccontarsi storie stringono un patto: il prossimo di loro a morire darà al gruppo un segno dall’aldilà. La serie è tratta dall’omonimo romanzo del 1994 e da altre opere di Christopher Pike.

Si tratta del terzo progetto di Mike Flanagan in collaborazione con Netflix, dopo le acclamate serie di The Haunting e Midnight Mass. Una serie forse meno brillante dei precedenti lavori del regista statunitense, ma non per questo meno adatta agli amanti del brivido.

The Midnight Club è già disponibile su Netflix.

The Watcher

Quando la famiglia Brannock si trasferisce in quella che doveva essere la casa dei sogni in una zona residenziale, la loro vita si trasforma rapidamente in un inferno. Le lettere minacciose di qualcuno che si fa chiamare “L’Osservatore” sono solo l’inizio, mentre i sinistri segreti del quartiere vengono a galla. Dalla storia vera della famigerata casa dell'”Osservatore” nel New Jersey.

Una serie sinistra ed ansiogena, basata su un reale fatto di cronaca, con Naomi Watts e Bobby Cannavale.

The Watcher è già disponibile su Netflix.

L’alluvione

Luglio 1997. L’idrologa Jasmina Tremer viene chiamata urgentemente a Breslavia da Jakub Marczak. I livelli del fiume Oder si stanno alzando in maniera preoccupante a seguito di ingenti piogge e Breslavia, così come i territori circostanti, rischia di essere allagata. Tremer si rende immediatamente conto della gravità della situazione, mentre gli esponenti politici locali tendono a minimizzare, pensando più ai propri interessi che a quelli della comunità

Una serie ispirata alla catastrofica alluvione che nel luglio del 1997 ha colpito la Polonia, ma anche la Repubblica Ceca e la Germania. Un capitolo di storia recente, che racconta gli sforzi di una comunità in una lotta contro il tempo.

L’alluvione è già disponibile su Netflix.

Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities

Il maestro dell’horror Guillermo del Toro presenta una collezione antologiche di storie senza precedenti che definiscono un intero genere e sfidano l’idea tradizionale di terrore.

La serie è un’antologia di otto racconti inquietanti raccontati da alcuni dei più celebri ideatori di storie horror, tra cui i registi di Babadook, Splice, Mandy e tanti altri. Una scelta semplicemente perfetta per cosa vedere ad Halloween, se si è in cerca di paura d’autore.

Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities arriverà con i primi due racconti il 25 Ottobre su Netflix. I successivi sei arriveranno, a gruppi di due, i successivi 26, 27 e 28 Ottobre.

La maledizione di Bridge Hollow

Un padre (Marlon Wayans) e la figlia adolescente (Priah Ferguson, già vista in Stranger Things) devono salvare insieme la loro città quando un antico spirito dispettoso crea scompiglio portando in vita le decorazioni di Halloween. Tra gli altri interpreti: Kelly Rowland, Rob Riggle, John Michael Higgins e Lauren Lapkus.

Un film horror leggero per tutta la famiglia, che mescola commedia e piccoli brividi. Una visione ideale che risponde alla domanda “cosa vedere la notte di Halloween con i giovanissimi?”.

La maledizione di Bridge Hollow è già disponibile su Netflix.

Godzilla vs. Kong

Il titolo parla da solo! In questa spettacolare pellicola di Warner Bros, le due creature leggendarie del mondo del cinema si affrontano in una lotta senza esclusione di colpi. Nel frattempo, l’agenzia Monarch analizza un territorio sconosciuto alla ricerca dell’origine dei Titani, ma una cospirazione minaccia le vite sulla Terra.

Un film di puro intrattenimento e spettacolarità, che vede nel cast anche Millie Bobby Brown ed Alexander Skarsgård, e che rientra nella nostra lista su cosa vedere ad Ottobre su Netflix.

Godzilla vs. Kong è già disponibile su Netflix.

Rapiniamo il Duce

Milano, aprile 1945. Siamo agli sgoccioli della Seconda Guerra Mondiale. La città è in macerie. Nel caos della guerra Isola è diventato il re del mercato nero, guidato da un’unica legge morale: la sopravvivenza. Yvonne è la sua fidanzata clandestina, cantante del Cabiria, l’unico locale notturno rimasto aperto in città. Ma anche Borsalino, gerarca fascista, torturatore spietato, è innamorato perdutamente di Yvonne e disposto a tutto pur di averla. Isola e i suoi intercettano una comunicazione cifrata e scoprono che Mussolini ha nascosto il suo immenso tesoro proprio a Milano – nella “Zona Nera” – in attesa di fuggire per la Svizzera, scampando alla cattura e alla forca. Isola non può lasciarsi sfuggire l’occasione della vita – il colpo più ambizioso della Storia – e decide perciò di mettere in atto un’impresa folle: rapinare il Duce.

Il film, diretto da Renato De Maria, vede nel cast Pietro Castellitto, Matilda De Angelis, Tommaso Ragno, Isabella Ferrari, Alberto Astorri, Maccio Capatonda, Luigi Fedele, Coco Rebecca Edogamhe, Maurizio Lombardi, Lorenzo De Moor, Luca Lo Destro e Filippo Timi.

Rapiniamo il Duce arriverà in esclusiva su Netflix il prossimo 26 Ottobre.

Wendell & Wild

Il regista Henry Selick (Nightmare Before Christmas, Coraline e la porta magica) ed il produttore Jordan Peele (Nope, Noi, Scappa – Get Out) danno vita a un’emozionante avventura spettrale in questo nuovo film in stop motion.

I personaggi principali sono una coppia di fratelli demoni interpretati nella versione originale dalle leggende della comicità Key & Peele. I due protagonisti spingono con l’inganno la problematica adolescente Kat Elliott (Lyric Ross) a riportarli nel mondo dei vivi dall’aldilà, scatenando il caos.

Wendell & Wild arriverà il prossimo 28 ottobre, solo su Netflix.

La ragazza più fortunata del mondo

In questa storia tratta da un bestseller, Ani FaNelli (Mila Kunis) è una newyorchese dalla lingua tagliente che sembra avere tutto: un ambito posto di lavoro in una rivista patinata, un guardaroba all’ultima moda e nozze da sogno all’orizzonte. Ma quando il regista di un documentario crime la invita a raccontare la sua versione dello scioccante episodio vissuto da adolescente presso la prestigiosa Bradley School, Ani è costretta a rivivere una cupa verità che minaccia di distruggere la vita che si è meticolosamente costruita.

Sceneggiatura di Jessica Knoll e regia di Mike Barker, la pellicola è un dramma psicologico tra le migliori produzioni Netflix dell’ultimo periodo.

La ragazza più fortunata del mondo è già disponibile su Netflix ed occupa il penultimo posto della nostra lista sul “cosa vedere” ad Ottobre 2022.

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Chiudiamo la nostra carrellata di suggerimenti con questo film che racconta l’avvincente storia di un giovane soldato tedesco in prima linea a ovest durante la Grande guerra. Paul e i suoi commilitoni vivono sulla propria pelle come l’euforia iniziale per il conflitto si trasforma in disperazione e paura mentre in trincea combattono per la propria vita e tra di loro.

Diretta da Edward Berger, la pellicola è tratta dal celebre bestseller omonimo di Erich Maria Remarque.

Niente di nuovo sul fronte occidentale arriverà il 28 Ottobre su Netflix e nei cinema selezionati.

Recensione Uncharted: Raccolta L’eredità dei ladri – (PC)

0
uncharted raccolta

Versione Testata PC – Steam Deck


Chi vi scrive si è sempre mostrato molto critico nei confronti di remaster e riedizioni di giochi così recenti, soprattutto perché il pubblico a cui questi prodotti sono destinati coincide quasi perfettamente con quello del prodotto originale: parlando della versione per console current gen di Sony, infatti, è indubbio che la gran parte degli utenti PS5, se non la quasi totalità, sia praticamente costituita da utenti PS4 che hanno sicuramente giocato ai due capitoli di Uncharted oggetto di questa remaster. 

In questo specifico caso però, il valore di Uncharted: Raccolta L’eredità dei ladri va al di là della riedizione in sé perché, proseguendo una tendenza ormai iniziata qualche anno fa con Horizon Zero Dawn, ha sancito la definitiva fine dell’esclusività assoluta dei giochi PlayStation. Anzi, stando alle parole di Herman Hulst, CEO dei PlayStation Studios, gran parte dei titoli first party arriverà su PC sebbene a distanza di almeno un anno dall’uscita su console.

La saga di Uncharted e Nathan Drake è a tutti gli effetti un simbolo del mondo PlayStation e vederlo girare così bene su un PC ci ha fatto davvero molta molta impressione.  

In questo articolo, anziché dedicarci ad una analisi di Uncharted 4: fine di un ladro e Uncharted: l’eredità perduta, di cui abbiamo già detto nei nostri articoli dedicati alle versioni originali, nonché in quello dedicato alla raccolta delle versioni rimasterizzate per PS5 (che trovate qui), ci concentreremo sugli aspetti tecnici ed in particolare su come gira il gioco su tre diverse configurazioni, una high budget, una low budget e infine su Steam Deck, la nuova console portatile di Valve di cui nei prossimi mesi siamo sicuri sentiremo sempre più spesso parlare. 

Prodigio della tecnica 

La saga di Uncharted ha sempre rappresentato per PlayStation un po’ il banco di prova delle sue capacità tecniche. Prima con PS3, con i primi tre capitoli, e poi su PS4/PRO, con Uncharted Fine di un Ladro e L’eredità Perduta, i Naughty Dog hanno mostrato al mondo come è possibile tirar fuori prestazioni straordinarie anche da un hardware con evidenti limitazioni, grazie alla capacità tecnica dei suoi programmatori e all’ottimizzazione.  

L’arrivo su PS5 prima e su PC poi, quindi, era indubbiamente attesa da tanti per capire fin dove lo sviluppatore fosse in grado di spingersi con hardware decisamente più performanti.  

Con la versione PC di Uncharted: Raccolta L’eredità dei ladri, tuttavia, l’operazione di Sony è stata ben più intelligente che sparare ray tracing qua e là o aumentare a dismisura dettagli impercettibili all’interno di una run normale. L’obiettivo era rendere godibile l’esperienza del titolo sul maggior numero di configurazioni possibile: un obiettivo che possiamo anticiparvelo, è stato centrato in pieno.  

Entrambi i titoli che compongono questa raccolta, infatti, come vedrete nelle slide più sotto, gira perfettamente sia sulla nostra configurazioni di test high end, dove mostra decisamente i muscoli, sia sulla nostra configurazione low budget, dove seppur con le dovute limitazioni del caso, il colpo d’occhio resta comunque meraviglioso. 

Uncharted: Raccolta L’eredità dei ladri, supporta perfettamente infatti sia DLSS 2, che AMD Fidelity FX Super Resolution 2 (o FSR 2) ovvero il temporal upscaling di AMD. Quest’ultimo essendo indipendente dalla piattaforma utilizzata, può essere utilizzato per migliorare le prestazioni del gioco sia da coloro che dispongono di una GPU AMD, sia da chi dispone di una GPU Nvidia serie 1000, che non disponendo dei tensor core come le serie successive (RTX 2000, 3000 e 4000) non supportano il Deep Learning Super Sampling.

FSR 2 inoltre è supportato nativamente anche su Steam Deck dove riesce a garantire prestazioni francamente sorprendenti.  

Altre novità introdotte in questa versione, sono il pieno supporto al feedback aptico del Dual Sense (sono naturalmente supportati anche tutti i pad Xinput, e gli altri Xbox Compatibili, sia il “vecchio” DS4), il supporto agli schermi ultra wide 32:9 e il supporto ai sistemi di illuminazione RGB come Razer Chroma, Corsair e Logitech.  

E’ pienamente supportato inoltre il VRR dei moderni display e tv e sono state introdotte migliorie all’interfaccia utente, con la presenza anche di un cursore per il ridimensionamento di alcuni menu e di un sistema automatico per l’individuazione e la gestione della GPU e della vram.

Il gioco, infine, è pienamente verificato per Steam Deck, il che significa che non incontrerete alcun problema con menù e scritte troppo piccole per essere viste sulla console portatile di Valve.  

Requisiti di Sistema MinimiConsigliati
Sistema operativo:Windows 10 64-bit Windows 10 64-bit 
ProcessoreIntel i5-4330, AMD Ryzen 3 1200  Intel i7-4770, AMD Ryzen 5 1500X 
Memoria8 GB di RAM 16 GB di RAM 
Scheda videoNVIDIA GTX 960 (4 GB), AMD R9 290X (4 GB)NVIDIA GTX 1060 (6 GB), AMD RX 570 (4 GB) 
DirectXVersione 12 Versione 12 
Memoria126 GB di spazio disponibile 126 GB di spazio disponibile 

Parola d’ordine ottimizzazione  

Come abbiamo accennato nel precedente paragrafo, il lavoro di Naughty Dog, affiancati nell’impresa dagli Iron Galaxy Studios, già coautori di Crash Bandicoot 4: It’s About Time, si è concentrato principalmente sull’ottimizzazione. Il gioco dispone di quattro livelli di dettaglio (Basso, Medio, Alto e Ultra) e una discreta possibilità di personalizzazione delle impostazioni (Texture, Modelli, Filtro Anisotropico, Ombre, riflessi e occlusione ambientale). E’ possibile inoltre selezionare la scala di renderizzazione, bloccare il framerate a 30fps e selezionare l’intensità della sfocatura oltre a regolare il livello del supersampling (DLSS o FSR 2).

Per i nostri test come dicevamo abbiamo utilizzato tre piattaforme molto diverse tra loro le cui configurazioni sono riportate nel box qui sotto. 

Configurazione High End

CPU: Ryzen 7 5800X
MB: X570 Aorus Elite
RAM: 32 GB Crucial Ballistix Max DDR4 4000mhz
GPU: ZOTAC GAMING GeForce RTX 3080 Ti AMP Holo
HDD: NVME 1TB 4.0Gen Viper Patriot

Configurazione Low Budget

CPU: Ryzen 5 1500X
MB: B550 Gaming K6
RAM: 32 GB Crucial Ballistix Tactical Tracer 3200mhz
GPU: Inno3D iChill GeForce GTX 1070 X4 8GB
HDD: HDD 1TB WD Blue

Valve Steam Deck 64GB

Storage: MicroSD 1TB Lexar Play

L’obiettivo era non soltanto verificare su una piattaforma di ultima generazione (o penultima considerando l’arrivo della recente serie 4000) quanto il gioco fosse in grado di spingere dal punto di vista del dettaglio grafico, ma anche verificare come una piattaforma low budget come quella utilizzata, fosse in grado di reggere un titolo come Uncharted: Raccolta L’eredità dei ladri.  

Shader Cache

Prima di procedere con l’analisi dei dati è necessaria una piccola premessa.

Uncharted: Raccolta l’eredità dei ladri supporta in questa versione PC il precaricamento degli shader nella cache. Durante il primo avvio in basso a destra nella schermata di selezione, troverete una percentuale di caricamento degli shader.

Gli shader sono porzioni di codice elaborate dalle GPU e riguardanti ad esempio l’illuminazione, l’ombreggiatura ecc. in grado di migliorare sensibilmente la resa grafica degli elementi visualizzati. Queste piccole porzioni di codice vengono precompilate dalla vostra GPU e salvate in una cache in modo da poter essere utilizzate quando necessario durante il gioco, senza doverle caricare ogni volta in tempo reale. Questo migliora sensibilimente la reattività del gioco e in ultima analisi contribuisce a migliorare e rendere constante il frame rate.

Il termine shader è praticamente sconosciuto agli utenti console. Nel mondo console infatti, ogni console PlayStation 4 o PlayStation 5 possiede esattamente le stesse caratteristiche tecniche e per questo gli shader già precompilati vengono scaricati direttamente durante il download del gioco senza che l’utente si accorga di nulla.

Su PC invece, ogni GPU compila in maniera differente i propri shaders ed una volta completati li salva nella memoria di sistema richiamandoli alla bisogna. E’ per questo che Sony consiglia di attendere il totale precaricamento della shader cache per ottenere prestazioni migliori. Ed in effetti sulla configurazione low budget, attendere il precaricamento ha migliorato sensibilmente le prestazioni.

Su Steam Deck, che condivide con il mondo console l’omogeneità delle specifiche tecniche (tutte le Steam Deck hanno la stessa GPU RDNA2 “VanGogh” di AMD) proprio in queste ultime ore pre-lancio Valve ha reso disponibile un aggiornamento per il caricamento degli shader che, in maniera simile a quanto accade con le console, vi permette di scaricare direttamente gli shader per la GPU di Steam Deck.

Va fatta inoltre un’altra precisazione: poichè la cache degli shader viene immagazzinata sulla memoria interna di Steam Deck (più veloce e affidabile rispetto alla MicroSD), gli utenti della versione 64 GB potrebbero ben presto incorrere in un esaurimento dello spazio libero a disposizione (questa cache puo’ arrivare ad occupare anche decine di GB per gioco) incorrendo in un errore all’avvio che segnala di controllare lo spazio libero a disposizione o i permessi della cartella di installazione. Non sappiamo se questo problema (c’è da dire indipendente da Naughty Dog) verrà risolto prima del lancio, ma in ogni caso lo stesso non influisce sulla possibilità di giocare ma solo sulle prestazioni.

Analisi delle prestazioni

Sulla configurazione high end il gioco può essere praticamente maxato sia in termini di risoluzione che in termini di dettaglio grafico, riuscendo a girare ad oltre 100fps anche in 4K senza ausilio di DLSS. In 2K le prestazioni superano abbondantemente i 120 fps medi, e sfiorano i 140 con DLSS su qualità attivato, mentre in 1080p si può giocare tranquillamente a 144fps senza utilizzo di DLSS e a 160fps con DLSS attivato su qualità.

Sulla configurazione low budget è ovviamente necessario scendere a qualche piccolo compromesso. Abbiamo pensato di escludere completamente dalla nostra prova con questa configurazione la risoluzione 4K che non avrebbe alcun senso, per concentrarci su quella 2k e 1080p ma mantenendo i dettagli su Ultra e modificando soltanto le impostazioni di FSR 2. I risultati ci hanno stupito favorevolmente. Sia in 2k che in 1080p dovete aspettarvi sporadicamente qualche improvviso calo del framerate (come mostrato nei grafici ai valori 0.1%low e 1%low) ma in generale l’esperienza resta sempre godibile al 100% e se proprio non riuscite a tollerarli in zone particolarmente concitate, come durante la fuga dalla prigione di Sam, si possono abbassare i dettagli a Medio o ad Alto ottenendo prestazioni rock solid.

Naturalmente qui FSR2 svolge un ruolo fondamentale per garantire la stabilità del frame rate, quindi è lecito aspettarsi con le modalità Prestazioni (le opzioni disponibili sono quattro Qualità, Bilanciato, Prestazioni e Ultra prestazioni) un po’ di ghosting. Tuttavia anche in questo caso, nulla che infici l’esperienza generale. Dove gli artefatti grafici diventano un po’ più fastidiosi è in modalità Ultra prestazioni: ma è un piccolo prezzo da pagare per avere prestazioni in 2K/Ultra vicine ai 60fps con una scheda grafica di più di 6 anni fa.

La sorpresa Steam Deck  

E’ su Steam Deck però che il titolo ci ha letteralmente deliziato. Poter giocare ad un titolo come Uncharted Raccoltà: L’eredità dei ladri in mobilità e con un tale livello di dettaglio grafico e risoluzione è davvero una esperienza unica. Il gioco gira perfettamente con impostazioni Alte raggiungendo i 50 fps medi e ci si può spingere anche oltre customizzando i settings. Ovviamente bisogna impostare FSR2 su attivo, ma come dicevamo utilizzando le modalità bilanciato e prestazioni gli artefatti grafici generati non sono in grado di inficiare in alcun modo l’esperienza.

Sul fronte dell’autonomia, con Steam Deck è possibile raggiungere in modalità FSR Bilanciato e lasciando attivo solo FSR 2 (disattivando cioè l’FSR forzato di sistema dalle impostazioni generali di Steam Deck) circa 1.45h gioco, non tantissime in generale, ma comunque un buon risultato per la console di Valve.

Commento finale 

Nathan Drake è invecchiato, ma così non è per la saga di Uncharted che con questa raccolta dei due ultimi capitoli, Uncharted 4: La fine di un ladro e Uncharted: L’eredità perduta, esalta il valore di una produzione che oramai vive da quindici anni appassionando giocatori di ogni età e ogni “credo” videoludico. Se siete giocatori PC o possedete una Steam Deck, Uncharted Raccolta: L’eredità perduta è un titolo imprescindibile, non soltanto perché ancora incredibilmente divertente qualsiasi sia la vostra configurazione, ma anche per il suo valore simbolico: la fine dell’esclusività assoluta dei titoli PlayStation e con essa, ci auguriamo, della “gaming war” tra PC e Console Gamers; in questi tempi bui dove la guerra è reale, troppo reale, un traguardo quanto mai importante.

Uncharted Raccolta: L’eredità dei ladri è disponibile dal 19 ottobre su Steam ed Epic Games a 49,99 euro ed è pienamente verificato su Steam Deck.

Rivoluzione DC: Man of Steel 2 con Henry Cavill, spin-off del Batman di Matt Reese, nuovi progetti di James Gunn e molto altro?

0

Secondo The Hollywood Reporter, il panorama in casa DC starebbe cambiando e molti progetti sembrano in rampa di lancio come Man of Steel 2 o diversi spin-off di The Batman.

Come vi abbiamo riportato tempo fa, il nuovo CEO David Zaslav aveva fatto importanti dichiarazioni sul futuro dei film DC annunciando un piano decennale organizzato secondo il modello del Marvel Cinematic Universe.

La prospettiva di un reset produttivo con un nuovo corso per i film DC faceva eco alle notizie della cancellazione a sorpresa di Batgirl che ancora oggi rievoca un triste ricordo nei lavoratori coinvolti nonché nei fan.

Apprendiamo dalle fonti di THR che attualmente la DC cinematografica sta attraversando un periodo di grandi cambiamenti, paragonabile ad un selvaggio west in cui si sta cercando di trovare il bandolo della matassa grazie alle personalità più grandi dello show business.

Facendo il punto sulla situazione, la notizia più clamorosa sembra riguardare il ritorno di Herny Cavill in un probabile Man of Steel 2. Sembra infatti che la Warner Bros Discovery abbia il forte desiderio di coinvolgere nuovamente la star britannica, grazie anche alle pressioni esercitate da Dwayne Johnson per un potenziale futuro scontro tra Black Adam e Superman.

Proprio The Rock ha rivelato negli scorsi giorni di aver proposto per anni al precedente CEO Walter Hamada di coinvolgere Cavill trovando una ferma opposizione. Nonostante la bocciatura del progetto, l’attore non avrebbe rinunciato all’idea e si è rivolto direttamente a Michael De Luca e Pam Abdy. Grazie al cambio al vertice di Warner, le negoziazioni sembrano aver avuto esito positivo anche nella prospettiva futura.

Warner non ha tuttavia abbandonato lo sviluppo del film dedicato a Superman ideato da Ta-Nehisi Coates e prodotto da J.J. Abrams. In questo senso, si parla tuttora di una pellicola dal carattere indipendente, similmente al premiatissimo Joker.

Restando in tema Batman, Matt Reeves pare sia particolarmente impegnato. Oltre allo sviluppo del sequel di The Batman e della serie spinoff sul Pinguino, sembra voler creare progetti dedicati ai villain dell’uomo pipistrello, tra cui lo Spaventapasseri, Clayface e Professor Pyg.

James Gunn potrebbe inoltre tornare, dopo la seconda stagione di Peacemaker, per uno o più progetti. Sembra dunque prospettarsi per lui un ruolo centrale all’interno dell’universo cinematografico DC nei prossimi anni.

The Hollywood Reporter conclude facendo il punto anche sul futuro degli altri eroi della Justice League. David Leslie Johnson-McGoldrick avrebbe già preparato la sceneggiatura del possibile The Flash 2, mentre Patty Jenkins dovrebbe proporre prossimamente le sue idee per Wonder Woman 3.

Una fotografia abbastanza rivoluzionaria rispetto a qualche mese fa, anche se a giudizio di alcuni insider sembra non esserci ancora una direzione unitaria verso la quale convogliare in modo coeso tutti gli sforzi produttivi.

Restiamo dunque in attesa di nuovi aggiornamenti.

Ufficiale: Harrison Ford sarà il Generale Ross in Captain America 4 e Thunderbolts

0

Dopo i rumors rinnovati nelle scorse settimane, la notizia è stata ufficializzata: Harrison Ford sta per esordire nel Marvel Cinematic Universe.

A riportare la notizia è The Hollywood Reporter che conferma la prima apparizione di Ford nel prossimo Captain America: New World Order.

Il leggendario attore interpreterà il Generale Ross, un ruolo ricoperto dal compianto William Hurt nel corso di cinque pellicole dell’MCU.

Non è chiaro se Harrison Ford sia destinato a diventare anche l’Hulk rosso (alter ego di Ross), ma sembrano esserci tutte le premesse visti gli eventi di She-Hulk ed il ritorno de Il Capo in New World Order.

A tal proposito, vi ricordiamo che New World Order vedrà come protagonista Anthony Mackie, nel ruolo di Sam Wilson. Il registra di The Cloverfield Paradox, Julius Onah, dirigerà la pellicola.

Dopo Captain America 4, Ford tornerà a vestire i panni di Ross anche nell’atteso Thunderbolts. Che sia la “forza bruta” di cui avrà bisogno il team nella sua missione? Lo scopriremo presto.

Recensione Asterigos: Curse of the Stars

0
Asterigos: Curse of the Stars

Negli ultimi anni, come avevamo anche accennato nell’introduzione della recensione di Soulstice, ibridare quelli che una volta erano “semplici” action o action-adventure con elementi tipici del genere dei giochi di ruolo, e più nello specifico del sottogenere dei soulslike, sta diventando uno dei leitmotiv dell’industria.

Anche lo studio taiwanese autore di Asterigos: Curse of the Stars ha sposato questa filosofia. I talentuosi ragazzi di Acme Gamestudio però hanno rinunciato alla ormai tipica difficoltà medio-alta di questo sottogenere regalando al mercato un prodotto più accessibile, ma non per questo meno profondo o interessante.

Asterigos: Curse of the Stars è disponibile dallo scorso 11 ottobre su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S e PC.


Versione testata: PS5


I want you break free

La protagonista Hilda è un soldato della Legione del Vento del Nord. La sua storia comincia quando viene inviata alla ricerca di una squadra di suoi commilitoni dispersa da mesi, con suo padre al comando. L’obiettivo della squadra dispersa era importantissimo: cercare un soluzione alla maledizione che ha colpito il Re di Anabri.

Arrivata ad Aphes scopre che sia la città che la maledizione, l’Asterigos che da il titolo al gioco, sono molto più antiche del previsto.

La maledizione ha cristallizzato ogni cosa nei meandri del tempo, compresi gli abitanti della città. Ad Hilda non resta che collaborare con questi per spezzare Asterigos e liberare così Aphes, suo padre e tutto il regno di Anbari.

Asterigos: Curse of the Stars, ha una storia raccontata in maniera “tradizionale, che però si limita a fare il compitino e nulla più. Anche la scrittura dei personaggi non ci è piaciuta molto, a causa di qualche eccesso di troppo. Hilda è addirittura petulante e spesso fuori luogo. Sicuramente più interessante la narrativa ambientale, grazie ai tantissimi documenti che aiutano a dare credibilità al world building, tutto sommato riuscito.

Relax, take it easy

In base a quanto detto nell’introduzione, ci viene quasi automatico etichettare Asterigos: Curse of the Stars come un soulslite. Ma in cosa è più “light”?

Sicuramente alla base dell’affermazione troviamo il binomio formato da un’IA nemica molto più prevedibile, meno assetata del nostro sangue e la gestione molto più permissiva della stamina. Senza ignorare il fatto che è uno dei pochi esponenti di questo genere a presentare dei livelli di difficoltà.

I nemici sono veramente molto lenti ad attaccare, hanno pattern totalmente leggibili e sono limitati da una scarsissima reattività. Fortunatamente la situazione cambia nelle boss fight, seppure la sfida resti sempre tarata verso il basso.

Asterigos: Curse of the Stars
I combattimenti con i boss sono la parte più stimolante dell’offerta ludica

Per quanto riguarda la gestione della stamina, questa si consuma solo con le manovre speciali, le mosse evasive e difensive e la corsa.

La scarsa reattività e la possibilità di continuare l’offensiva in maniera continua fanno sì che molto spesso i nemici non avranno nemmeno il tempo di capire da cosa sono stati colpiti, con la conseguenza che i combattimenti, soprattutto nella seconda parte di gioco, diventeranno una pura formalità.

Nonostante questo però, le sei armi disponibili differenziate in maniera certosina, la possibilità di mixare le combo tra due armi scelte a piacere, i tanti oggetti equipaggiabili, i potenziamenti, le abilità attive e passive e la possibilità di buildare il proprio personaggio in maniera abbastanza mirata rendono i combattimenti sempre piacevoli. Alla difficoltà Difficile, perfino un minimo profondi e strategici visto che i nemici riescono a reagire alla nostra offensiva.

Insomma, il sistema di Asterigos: Curse of the Stars, senza rivoluzionare nulla, anzi presentando una rigidità intrinseca e hitbox non sempre precise, riesce comunque a divertire senza mai stancare, grazie alla enorme varietà di possibilità offerte. E dopo tutto questa è la cosa più importante in un videogioco, no?

What a wonderful world

L’aspetto più riuscito e che più ci ha sorpreso di Asterigos: Curse of the Stars è da ricercarsi nell’ottimo lavoro di level design.

Le aree di gioco sono tutte veramente molto ampie e dense di sezioni secondarie e scorciatoie da sbloccare. Non parliamo di un’intera mappa interconnessa come nei migliori soulslike, ma il lavoro realizzato dagli sviluppatori è sicuramente encomiabile.

La natura “light” fuoriesce anche sotto questo aspetto, dato che il mondo si sblocca “a scaglioni” e guida un minimo il videogiocatore, che non si sentirà mai spaesato.

Purtroppo il rewarding system legato all’esplorazione presta il fianco a qualche critica perché la maggior parte delle deviazioni non ci porterà a sbloccare nuove armi o pezzi di equipaggiamento ma a semplici documenti di lore e materiali. Certo, quest’ultimi poi servono a potenziare le armi, il personaggio e tutto il resto, quindi la sostanza non cambia, ma in quanto a forma avremmo sinceramente preferito un sistema più premiante.

Per finire, il mondo di gioco, oltre che ad essere strutturato in maniera intelligente, è graziato da una direzione artistica pastello molto delicata che ricorda in un certo qual senso quella di Immortals Fenyx Rising di Ubisoft. Sicuramente è molto derivativa, senza nessun guizzo di originalità, ma riesce a regalare ad Asterigos: Curse of the Stars un aspetto indubbiamente piacevole.

Asterigos: Curse of the Stars
Derivativa ma comunque piacevole: la direzione artistica di Asterigos: Curse of the Stars può essere descritta con questi due aggettivi

Commento finale

Nelle nostre quasi 30 ore impiegate per completare la storia di Asterigos: Curse of the Stars siamo rimasti veramente soddisfatti e sorpresi dalle qualità della produzione di Acme Gamestudio.

E non abbiamo potuto approfondire più di tanto i contenuti end-game, tra cui una decina di nuove boss fight e il New Game +. Questo, alla luce delle sei armi disponibili, che cambiano l’approccio ai combattimenti grazie alle proprie peculiarità, ed alle possibilità di scelta legate ad alcuni snodi narrativi, potrebbe rappresentare un giusto completamento dell’esperienza di gioco e non un mero pretesto per innalzare il counter delle ore.

Amouranth: dopo la rivelazione shock, è libera e sta bene

0

La popolare streamer Amouranth, nota al pubblico di Twitch, ha condiviso un aggiornamento sulla propria situazione personale, dopo le sconcertanti rivelazioni degli scorsi giorni.

Come vi abbiamo riportato, Amouranth ha rivelato di vivere una difficilissima situazione familiare. Ha infatti affermato, producendo prove nel corso di uno streaming, di essere in balia di un marito geloso, manipolatore e violento. Inquietanti comportamenti, che l’avrebbero costretta a perseverare nel produrre contenuti per le proprie live su Twitch dietro minacce fisiche ed economiche.

La ragazza ha dichiarato di essere felice e libera.

Nel ringraziare i fan per il sostegno degli scorsi giorni, Amouranth ha dichiarato di essere in cerca di aiuto legale ed emotivo. Nel frattempo, pare che suo marito si trovi lontano e stia a sua volta chiedendo un supporto per la propria situazione.

Amouranth è inoltre tornata sulla relazione, descrivendola come complicata da diversi anni. Ha inoltre confessato di essersi già rivolta in passato alla polizia, ottenendo purtroppo ben poco in quanto le avrebbero detto che non era possibile fare nulla se non in caso di episodi di aggressione fisica.

Nonostante la triste vicenda e i nuovi dettagli emersi, siamo contenti di apprendere che la ragazza sta meglio. La stessa Amouranth si è lasciata andare ad uno sfogo, sentendosi adesso libera di “avere nuovamente amici”, riposare, guardare la Tv ed indossare altre tipologie di abiti. Lo streaming termina con la ragazza affermare che inizia un “nuovo capitolo” della sua carriera, dopo un po’ di tempo per riprendersi e sentirsi nuovamente un essere umano con una propria dignità.

Un periodo complesso per le streamer più famose di Twitch. Anche Adriana Chechik, dopo il grave infortunio, ha aggiornato sulle proprie condizioni, fortunatamente in miglioramento: Adriana Chechik: dopo il grave infortunio e l’intervento, le sue condizioni stanno migliorando – 4News

Stranger of Paradise, trailer di lancio per il DLC “Wanderer of the Rift”

0

Square Enix e Team NINJA hanno condiviso il trailer di lancio, nonché nuove informazioni e screenshots, per il nuovo DLC di Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, “Wanderer of the Rift”.

Vi mostriamo il filmato di seguito, grazie all’account ufficiale YouTube del franchise di Final Fantasy.

Come vi abbiamo già anticipato, si tratta del secondo DLC per l’action RPG, dopo il precedente Trials of the Dragon King.

In Wanderer of the Rift, la trama ruoterà intorno al ritorno di Gilgamesh, un essere la cui sola esistenza può mettere a rischio la stabilità del mondo.

I giocatori dovranno affrontare il Labirinto delle Dimensioni, un dungeon che genera casualmente il percorso per sbloccare frammenti di storia. Il DLC introduce un nuovo job, il Mago Blu, e mostri speciali che potrete combattere ed evocare in battaglia. Inoltre, saranno presenti nuovi equipaggiamenti ed una nuova classe di nemici, i Mostri Caotici.

Gli utenti che hanno acquistato il season pass di Stranger of Paradise riceveranno il DLC senza costi aggiuntivi, così come il già disponibile Trials of the Dragon King ed il prossimo Different Future.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin è disponibile per PlayStation 5, Xbox Series, PlayStation 4, Xbox One e PC via Epic Games Store.

Elden Ring: A Night in the Lands Between, il concerto Jazz che non ti aspetti

0

Se avete mai ascoltato la strepitosa colonna sonora di Elden Ring e pensato che che con qualche sassofono in più sarebbe stata epica, beh, sta per succedere.

Il 3 Dicembre andrà in scena la performance Elden Ring: A Night in the Lands Between, ideata dalla band formata dal sassofonista Kenny Garrett (vincitore di un Grammy Award) e dal trombettista giapponese Takuya Kuroda, che trasformeranno le musiche del capolavoro From Software in una live jazz performance.

“Vogliamo celebrare l’incredibile successo di Elden Ring presentanto un concerto jazz senza precedenti, dando ai fan un nuovo modo per immergersi nel titolo che li ha tenuti così tanto impegnati nelle loro giornate (e nottate) nell’ultimo anno,” dice Wataru Nakasuji, senior director della divisione esport di Bandai Namco.

“Spesso le soundtracks dei videogame vengono riproposte in chiave sinfonica, o rock and roll pergiunta, ma con A Night in the Lands Between volevamo esplorare il mondo del jazz intrecciandolo con le musiche di Elden Ring. Il maestro jazz Kenny Garrett e la nuova generazione di jazzisti come quella di Takuya Kuroda daranno vita, con il loro talento, ad un nuovo modo di fondere musica e videogame.”

Molto probabilmente nessuno di noi sarà alla Bourbon Room ad Hollywood il 3 Dicembre (dalle 18 alle 22), ma la buona notizia è che sarà possibile vederlo in livestreaming, pagando il biglietto di 25$ (50$ per ricevere anche la soundtrack in formato digitale), attraverso il sito eldenringlive.com.

Sì, è un prezzo elevato, ma per gli appassionati del Jazz e dei videogame (come il sottoscritto) è un show che desterà una certa quantità di interesse. Siamo sicuri, comunque, che come per i concerti sinfonici organizzati da Square Enix per Final Fantasy, sarà possibile vederlo, seppur in ritardo, su Youtube.

Recensione in pillole Moonscars

0

Moonscars, in un certo senso, ci ricorda quanto ci manca Yharnam. Come abbiam avuto occasione di ricordare nostalgicamente in occasione di un altro titolo che ci ha suscitato sensazioni simili (ovvero Thymesia), Bloodborne è stato una pietra miliare di cui abbiam preso una sempre maggiore consapevolezza negli anni. Non solo per il suo gameplay, visceralmente più orientato all’offensività rispetto ad altri soulslike, ma anche per un setting allo stato dell’arte. Yharnam, un’ambientazione decadente e gotica, a metà strada tra l’architettura vittoriana e l’incubo lovecraftiano. Simbolo fulgente di quanto la direzione artistica contribuisca all’immortalità di un titolo. E giocando a Moonscars, si hanno echi di sensazioni molto simili: ludicamente ed artisticamente.

Pubblicato da Humble Games, Moonscars è il progetto di esordio del team moldavo Black Mermaid. Un gruppo che decide di esordire con un titolo dalla forte personalità e con una ben precisa idea di game design. Scopriamo insieme perché è un titolo da tenere in considerazione per gli amanti degli action adventure e dei soulslike.

Moonscars è disponibile in digitale dal 28 Settembre 2022 su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series S/X, Nintendo Switch e PC (via Steam).

Sarà una notte lunga e sanguinosa.

Versione testata: PlayStation 5


Che gioco é?

Moonscars è un metroidvania soulslike con struttura bidimensionale che strizza l’occhio al celebre ed apprezzato Blasphemous con un setting estremamente dark e sanguinoso.

Le vicende che fanno da sfondo alla trama del titolo sono volutamente criptiche. Vestiremo i panni di Grey Irma, una cavaliere di un misterioso ordine al servizio di un’entità divina nota come Scultore. Un essere dalla volontà ignota, che concede ai propri servitori la possibilità di ricorrere a parte del proprio potere combattendo attraverso veri e propri avatar di creta. Risvegliatasi dopo una morte apparente, la ragazza dovrà attraversare una lugubre landa popolata da creature d’argilla con intenti maligni. Tuttavia, Irma non ricorda nulla del proprio recente passato e non comprende il comportamento dei propri commilitoni, che sembrano aver ceduto alla corruzione di un male ignoto. Sarà compito di Irma trovare lo Scultore, sospettato di essere la mano dietro alle creature d’argilla, ed ottenere da lui le risposte.

Le animazioni sono sontuose.

Grey Irma esplorerà dunque un affascinante quanto tetro mondo decadente, popolato da orrori indicibili. Una direzione artistica che richiama un gusto barocco tipico della pittura olandese (Rembrandt su tutti), dominato tuttavia da colori in costante tensione tra luce ed ombra. Solo il rosso del sangue e della cappa di Irma balenano sulla scena, creando affascinanti contrasti ed elevando lo cifra stilistica di una produzione in cui la pixel art palesa ancora una volta le proprie enormi potenzialità.

Nel corso di un’avventura che vi terrà impegnati per una decina di ore, dovrete falciare ogni oscenità sul vostro cammino in pieno stile soulslike. L’esplorazione dunque sarà parte integrante della formula ludica, sebbene dichiaratamente meno incisiva rispetto al sistema di combattimento. Proprio ques’ultimo infatti rappresenta il vero cuore pulsante della produzione.

Alcuni ostacoli potranno essere abbattuti con le abilità.

Perché giocarlo?

La produzione di Black Mermaid cela proprio nel suo intrigante, rapido e spietato combat system uno dei suoi aspetti più appaganti.

Grey Irma è una protagonista veloce e scattante, ma anche estremamente capace ed abile. Ma rimane pur sempre sola contro intere armate di creta, legioni aggressive e spietate. E’ qui che emerge il vero protagonista del combat system: lo studio dell’ambientazione circostante. All’interno delle decadenti ambientazioni che visiterete, non mancheranno baratri senza fondo, trappole mortali ed aculei sporgenti. Sarà vostro compito sfruttarle a vostro vantaggio, grazie alle vostre abilità. Con uno spirito sadico che ricorda vagamente la saga di Deception, Moonscars ci suggerisce e ci invita ad usare l’ambiente a nostro vantaggio. Dimenticate dunque di potervela cavare esclusivamente con le vostre abilità base. Dovrete invece far tesoro di ogni abilità magica appresa, di un prezioso dash e soprattutto della fondamentale parry.

Il gioco infatti vi esorta ad apprendere meticolosamente la dinamica di parata presente, che non si limita ad evitare danni spiacevoli. Infatti, permette di infliggerne altrettanti in contrattacco, contestualmente respingendo all’indietro gli avversari. Capirete dunque bene che un parry fatto al momento giusto potrebbe decimare un intero gruppo di nemici, se avrete l’intelligenza tattica di farli cadere in una trappola mortale.

A volte basta un singolo parry perfettamente eseguito per avere la meglio contro un avversario… o più di uno.

Si tratta di un combat system che richiede attenzione, ma che risponde con una precisione estremamente soddisfacente agli input del player. Un feeling gratificante, incrementato su PlayStation 5 da un piacevolissimo utilizzo delle vibrazioni del DualSense. Tutto questo ha un costo: la vostra dedizione verso un sistema con le proprie regole.

Attraverso un curioso mix tra soulslike e roguelite, ciascun avatar di creta utilizzato da Irma potrà accumulare esperienza e sbloccare abilità ed attacchi secondari temporanei per renderlo maggiormente forte. Tuttavia, ogni qualvolta attiverete un punto di riposo, il vostro avatar cadrà vittima della corruzione e dovrete fabbricarne un altro, destinato a prenderne il posto. Non perderete le magie apprese o gli incrementi delle statistiche, ma dovrete iniziare di nuovo ad accumulare abilità ed attacchi secondari temporanei. Meglio dunque continuare a preservare un avatar potenziato, sfruttando la possibilità di accumulare in combattimento l’ichor (l’equivalente del mana) convertendolo in salute, oppure creare punti di respawn più ravvicinati? Una decisione da non prendere alla leggera.

Inoltre, a seconda del sangue versato, anche la minacciosa luna si tingerà di rosso. Come fosse un presagio di vermiglie maree, l’astro potenzierà i vostri avversari rendendoli ancora più spietati. Potrete placare la sete della luna offrendole in dono dei particolari oggetti… ma attenzione, sono presenti in numero limitato ed hanno una pluralità di usi, come la possibilità di essere scambiati per ottenere potenti medaglioni. Rendere il gioco più semplice precludendosi potenziamenti oppure confidare nel miglioramento delle proprie abilità equipaggiandosi tatticamente? Anche in questo caso, la scelta sarà unicamente vostra.

I boss, come da tradizione per il genere, vi daranno filo da torcere.

Perché no?

Moonscars ha in sé tutti i pro ma anche i contro di un soulslike, esacerbati da una curva di difficoltà se non ripida, quantomeno giustamente impegnativa.

La particolare mescolanza tra soulslike e roguelite apre le porte a molte disamine strategiche, tuttavia si rivela presto meno impattante di quanto possa sembrare. I potenziamenti temporanei si possono riacquisire molto velocemente e con l’esperienza capirete bene che alcuni sono decisamente più utili di altri. Una caratteristica dunque buona sulla carta, ma che in pratica si rivela non così determinante.

Capirete presto che alcuni potenziamenti hanno l’assoluta precedenza.

Non abbiamo trovato Moonscars un’esperienza eccessivamente difficile o punitiva, ma non possiamo nascondere che si tratta di un titolo impegnativo che richiede una certa dedizione. Viene richiesto un ottimo coordinamento, nonché la voglia di apprendere le meccaniche fondamentali dell’infrastruttura ludica. Quello che invece ci è parso fin troppo arduo è seguire lo sviluppo della trama. Si tratta di una storia affascinante che attinge dal mito greco di Pigmalione, ma che purtroppo presta il fianco ad un ermetismo eccessivo sia nello storytelling sia nei dialoghi tra i personaggi. Una scelta deliberata da parte degli autori, ma forse un po’ troppo ortodossa.

Anche dal punto di vista del level design, Moonscars non va fino in fondo con le aspirazioni degli sviluppatori. Sebbene esteticamente ricercato e funzionale a riflessioni strategiche, il mondo di gioco non regala soluzioni particolarmente originali. Si tratta di un level design dunque piuttosto scolastico che non viene altresì valorizzato dalla presenza di una mappa dalla consultazione piuttosto incomprensibile.

Il parry è fondamentale e se non imparerete a servirvene, sarà tutto MOLTO più difficile.

Commento finale

Black Mermaid si presenta nel mondo videoludico con un prodotto nero come l’ossidiana e rosso come il sangue che pulsa nelle vene. Moonscars è un soulslike in cui la direzione artistica ed il gameplay si fondono in una danza tetra ed affascinante, al tempo stesso spietata ed entusiasmante. Sulla produzione grava qualche peccato tipico degli esordi, ma qualsiasi fan del genere stia in guardia: si tratta di un appuntamento al chiaro di luna che non vorrete mancare.

Resident Evil Showcase, le novità sulla serie saranno annunciate il 20 Ottobre

0

Capcom ha confermato che trasmetterà il Resident Evil Showcase, un evento in streaming nel quale verranno condivise le ultime novità sulla storica serie horror.

La notizia arriva direttamente dall’account ufficiale Twitter del franchise, che vi proponiamo di seguito.

L’evento, visibile su YouTube e Twitch, si terrà il 20 Ottobre alle 3:00 p.m. PT / 6:00 p.m. ET. In Italia, l’appuntamento sarà per le ore 12:00 del mattino.

Tra i titoli che verranno mostrati nello Showcase, spazio alla Resident Evil Village Gold Edition (di prossima uscita) ed all’attesissimo Resident Evil 4. E chissà se non sia l’occasione per rivelare qualche ulteriore sorpresa.

Si tratta di giorni eccitanti per gli amanti del brivido. Solo pochi giorni fa si è mostrato il remake di Dead Space e per il 19 Ottobre si attende un importante evento streaming sul futuro della saga di Silent Hill.

Recensione Mario + Rabbids Sparks of Hope

1
Mario + Rabbids Sparks of Hope

Mario + Rabbids Sparks of Hope arriva finalmente su Nintendo Switch a distanza di cinque anni dal predecessore. Un titolo, quest’ultimo, che arrivò a tutti gli effetti completamente a sorpresa nell’agosto del 2017.

Kingdom Battle era un progetto di cui non si sapeva sostanzialmente nulla fino a pochi mesi prima della release. Sulla carta, il titolo si presentava come un crossover a dir poco folle. Mario e compagni incrociavano infatti il proprio cammino con gli scatenati Rabbids di Ubisoft in un’avventura strategica con un impianto ludico che richiamava capolavori come XCOM. Nel più piacevole stupore generale, il titolo ha rappresentato una delle più grandi sorprese videoludiche della storia recente. Kingdom Battle riusciva infatti a proporre un’esperienza fresca e genuinamente divertente, trovando un improbabile punto di incontro tra franchise lontani in un genere altrettanto distante da entrambi.

Un successo di critica e pubblico che ha portato Ubisoft e Nintendo a rinnovare la collaborazione con un nuovo capitolo. Mario + Rabbids Sparks of Hope non è tuttavia un semplice more of the same che sfrutta le solide basi esistenti, bensì un progetto molto, molto più ambizioso.

Sviluppato da una compartecipazione tra Ubisoft Paris e l’italianissima Ubisoft Milan del creative director Davide Soliani, con l’ulteriore ausilio degli studi Chengdu, Montpellier e Pune, Sparks of Hope arriverà su Nintendo Switch il prossimo 20 Ottobre in edizione fisica ed in digitale su eShop.

I Rabbids e i personaggi dell’universo Nintendo continuano a funzionare straordinariamente bene insieme.

Take me down to Rabbids city

Dopo gli eventi di Kingdom Battle, la vita scorre serena e felice nel Regno dei Funghi. Mario, Luigi e la principessa Peach, assieme a Beep-O e ai Rabbids, si godono la pace ed un meritato riposo. Purtroppo, un giorno la quiete viene rovinata dalla comparsa di una essenza maligna che tenta di corrompere il Regno: l’Oscutiferio. Sventata la minaccia, i nostri eroi apprenderanno che una misteriosa entità di nome Cursa ha intenzione di gettare l’universo nel caos. Per farlo, ha intenzione di attingere al potere di piccole creature, in parte Sfavillotti ed in parte Rabbids: gli Spark. Mario ed i suoi amici dovranno dunque partire alla volta di un’avventura galattica per risolvere la situazione.

Il primo pianeta si ispira abbastanza evidentemente alla Grecia e Santorini.

L’incipit narrativo fornisce la premessa per una della maggiori rivoluzioni rispetto a Kingdom Battle. Nel corso del viaggio intrapreso dai nostri eroi, sarà infatti possibile esplorare liberamente cinque pianeti diversi. Differentemente dal predecessore, Sparks of Hope si apre ad una struttura più simile ad un action adventure in cui poter esplorare ambientazioni ricche di missioni secondarie, collezionabili e potenziamenti da sbloccare. Quella che potrebbe sembrare una scelta in linea con il gusto Ubisoft per gli open world, evidenzia invece un cambio di ritmo provvidenziale.

Mario & company potranno dunque esplorare pianeti estremamente diversi l’uno dall’altro. Pur strizzando visivamente l’occhio ai macro livelli dei Mario 3D, la loro formula ludica è maggiormente legata all’esplorazione con elementi metroidvania. Alcune aree infatti potranno essere inizialmente inaccessibili fino a che completerete determinati requisiti oppure avrete l’abilità giusta. Esplorando potrete imbattervi in attività secondarie, sfide rompicapo, battaglie nascoste, scorciatoie e molto altro. Si tratta a nostro avviso di una scelta vincente che da respiro all’intera produzione. Il player riprende fiato tra un combattimento e l’altro: al contempo, può godere di una varietà maggiore, costantemente premiata dallo sblocco di oggetti, potenziamenti, Echo memorie (documenti di lore) ed altro.

Potrete evitare alcuni scontri grazie allo stealth, se è quello che preferite.

And I saw Sparks

Se la struttura ludica ha visto l’introduzione di mondi liberamente esplorabili ricchi di attività, Sparks of Hope non dimentica il suo core gameplay tattico. Anzi, lo arricchisce ulteriormente con nuove rilevanti idee.

Per coloro che si avvicinano per la prima volta al brand, Mario + Rabbids presenta un gameplay da RPG tattico che rievoca la tradizione di XCOM (su Switch è presente la collection del secondo capitolo). All’interno di arene progressivamente più complesse, il compito del player sarà soddisfare determinati requisiti per ottenere la vittoria. Ad esempio, si dovrà raggiungere incolumi un’area specifica, sopravvivere un numero prefissato di turni oppure annientare gli avversari.

Si, annientare. Perché Mario ed i Rabbids imbracceranno varie armi per contrastare le armate dell’Oscutiferio, sfruttando le loro abilità specifiche per avere la meglio. I personaggi si potranno spostare sul campo di battaglia con le abilità di Movimento e le Azioni Libere. Successivamente, si utilizzeranno i Punti Azione per attaccare o ricorrere ad abilità speciali. Al termine del loro turno, sarà la volta della risposta dei nemici, e così via, in una ideale partita a scacchi per decretare il vincitore.

Sfruttare personaggi utili dalla distanza è una buona tattica ma attenzione: alcune coperture possono essere distrutte

A differenza di Kingdom Battle, Sparks of Hope concede al player di muoversi liberamente nell’area di combattimento. Mentre il predecessore ricorreva ad un classico spostamento per caselle, ora il player potrà muoversi secondo la propria discrezionalità all’interno di un raggio massimo. Quella che può sembrare una modifica di poco conto, ha delle evidenti ripercussioni non solo nelle tattiche di approccio, ma anche in quelle difensive. Una libertà di scelta che apre la manovra strategica del player, che potrà muovere sapientemente il proprio team in maniera più corale, dinamica e reattiva.

L’altra grande introduzione di questo capitolo sono proprio gli Spark. Le piccole creature infatti rappresentano una risorsa essenziale in battaglia. Ciascuno di essi vanta un Potere Attivo ed un Bonus Passivo: è possibile attivare fino a due Spark per ciascun eroe, creando combinazioni sempre diverse. Per esempio, potrete attribuire uno Spark velenoso ad un eroe per permettergli di rilasciare un attacco per infiggere lo status alterato. Oppure sfruttare uno Spark che consente di radunare i nemici in un punto specifico, spianandovi la strada per un successivo devastante attacco ad area.

Le combinazioni sono molteplici e possono trovare sinergie con le peculiarità di ciascun eroe. Rabbid Luigi può colpire più nemici in successione col proprio frisbee: perché non attribuirgli lo Spark elementale giusto per sfruttare la debolezza dei vostri avversari e sfoltire più rapidamente le loro fila? Gli esperimenti saranno molteplici, grazie ad un cast di nove eroi e ben 30 Spark da salvare, alcuni opzionali, sapientemente nascosti e difficili da liberare.

Gli Spark aumentano ulteriormente il ventaglio di possibilità strategiche.

I Hope you both feel the Sparks

Sparks of Hope è un titolo generoso, che vi terrà compagnia per un numero di ore soddisfacente. Laddove desideriate portare a termine solo la storia, vi potrebbero bastare una decina di ore. Tuttavia, vi sconsigliamo di correre a perdifiato verso la conclusione delle vicende: prendetevi il giusto tempo ed esplorate quanto il titolo ha da offrire. A seconda dell’abilità individuale, potrebbero servirvi anche oltre il triplo delle ore per vedere tutto quello che il titolo riserva.

I team di sviluppo che hanno lavorato al titolo hanno riversato in esso una quantità evidente di cura ed amore per i personaggi. Tanto i Rabbids quanto gli iconici volti Nintendo si muovono in un universo colorato e divertente, ricco di dettagli e piccoli approfondimenti sui personaggi principali. Il titolo si difende bene anche a livello tecnico, con prestazioni stabili sia in modalità portatile sia docked. Una piacevolezza e stabilità generale che deve pagare un piccolo prezzo, con alcune aree meno ricche di dettagli di altre. Ma si tratta del classico pelo nell’uovo.

In questo senso, non possiamo non fare un plauso all’ottimo lavoro svolto nei testi e nel doppiaggio italiano. Una simbiosi artistica che trova un elemento imprescindibile in una altrettanto meritevole colonna sonora, realizzata da compositori del calibro di Yōko Shimomura (Xenoblade Chronicles, le saghe di Kingdom Hearts e di Mario & Luigi), Grant Kirkhope (Kingdom Battle e la serie di Banjo) e Gareth Cocker (gli Ori di Moon Studios).

La colonna sonora da il meglio di sé durante i combattimenti.

In quest’ottica, stona la scelta di non aver integralmente doppiato i dialoghi presenti nel titolo. Noterete ben presto, infatti, che salvo poche eccezioni, l’estroso cast si esprimerà recitando solo brevi ed importanti battute, lasciando il resto dei dialoghi alle classiche vignette. Una scelta che possiamo comprendere, ma che non condividiamo pienamente. Constatare che alcune divertentissime battute ed interazioni non hanno potuto godere della qualità del lavoro dei doppiatori ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca.

Qualche dubbio ci rimane sulla progressione dei personaggi. Attraverso l’aumento dell’esperienza e dei livelli, sarà possibile sbloccare potenziamenti ed abilità all’interno degli skill tree. Questo, assieme ad un crescente numero di Sparks, permette di creare build interessanti ma con potenziali rischi. Nulla vieta infatti di sviluppare i personaggi permettendo loro di poter contare fin dai primi momenti di una vita maggiorata o di una superiore possibilità di movimento. I giocatori più smaliziati potrebbe trovare il sistema fin troppo permissivo e capace di creare combinazioni fin troppo forti.

Lo skill tree permette di incrementare aspetti legati alla salute, al movimento, alle armi, alle tecniche e…

Commento finale

Mario + Rabbids Sparks of Hope è semplicemente un trionfo. Il titolo non si limita a riprendere e valorizzare ogni elemento che aveva decretato il successo di Kingdom Battle ma si spinge ben al di là. Con audacia e coraggio, la produzione Ubisoft impreziosisce la struttura ludica con scelte ambiziose ed ardite. Sparks of Hope vola dunque verso nuovi traguardi, grazie all’esplorazione dei mondi, alle intriganti aggiunte al sistema tattico ed all’abbondanza di contenuti. L’ennesimo grande titolo della ludoteca di Nintendo Switch.

Splinter Cell Remake, il game director lascia Ubisoft

0
Splinter Cell

David Grivel, game director del remake di Splinter Cell, ha annunciato, tramite il suo profilo Linkedin, di aver lasciato Ubisoft.

I motivi di quest’abbandono non sono stati spiegati dall’interessato, che si è limitato semplicemente a sottolineare come per lui fosse arrivato il momento “di imbarcarsi in una nuova avventura”.

Splinter Cell
Povero Sam Fisher, pare che non abbia proprio fortuna ultimamente…

Già nelle settimane scorse erano trapelate notizie poco piacevoli per i fan storici della saga.

Speriamo che lo sviluppo possa procedere per il meglio, anche per ora, forse, azzardare che abbiano iniziato con il piede sbagliato non è poi tanto lontano dalla realtà dei fatti…

A Plague Tale: Requiem sarà il capitolo finale della serie, ma…

0
A Plague Tale: Requiem

Il game director di A Plague Tale: Requiem, Kevin Choteau, durante un’intervista pubblicata su PlayStation Blog ha dichiarato che l’imminente seconda avventura di Amicia e Hugo sarà anche il capitolo conclusivo della serie.

Tuttavia, non ha del tutto chiuso le porte ad una nuova iterazione del brand in futuro, sottolineando come tutto dipende dal pubblico.

“I think, for now, it’s the end. But the door is never closed, and we’ll see the player reception. We want to see their reaction before deciding anything. They are driving our production, and if they don’t like what we’ve done, we need to do something else.”

A Plague Tale: Requiem

Affermazione più opinabile di quanto possa sembrare, almeno secondo il nostro punto di vista. Voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!

Vi ricordiamo che A Plague Tale: Requiem sarà disponibile da domani 18 ottobre su PlayStation 5, Xbox Series X|S, Nintendo Switch via Cloud e PC.

ROCCAT, La Tastiera ottico-meccanica Vulcan II MAX è ora disponibile

0

ROCCAT, annuncia oggi la disponibilità della Tastiera da gaming ottico-meccanica Vulcan II Max. L’ultima arrivata nella linea di tastiere più vendute di ROCCAT, la Vulcan II Max, combina prestazioni, funzionalità, durata e lo straordinario design RGB del brand puntando ad essere la tastiera più funzionale e più bella sul mercato. La Vulcan II Max viene lanciata sulla scia della sua controparte ridotta, la Vulcan II Mini, disponibile da poche settimane.

Gioiello di ogni PC gamer, la Vulcan II Max cattura l’attenzione con le sue linee eleganti, il plate in alluminio e il poggia-polsi traslucido illuminato. Vulcan II Max è dotata degli esclusivi switch ottico-meccanici TITAN II di ROCCAT, che offrono un feeling meccanico fluido, un’attuazione rapidissima e una durata incredibile con un ciclo di vita di 100 milioni di clic, garantendo un vantaggio competitivo in ogni match. Oltre alla velocità di attuazione e alle prestazioni sopra la media, i nuovi switch TITAN II di ROCCAT sono compatibili con molti keycaps di terze parti con montaggio a croce per personalizzarne ulteriormente il look. Per i PC gamer alla ricerca di performance di livello superiore, la Vulcan II Max è disponibile da oggi su www.roccat.com e presso i rivenditori autorizzati al prezzo di 229,99 €.

I nostri nuovi prodotti Max offrono ai giocatori PC il massimo del design, delle prestazioni e dell’estetica ROCCAT, e la Vulcan II Max è impeccabile su tutti i fronti“, ha dichiarato René Korte, fondatore di ROCCAT e direttore generale delle periferiche per PC di Turtle Beach. “Dai nostri velocissimi switch ottici TITAN II al design elegante, fino al poggiapolsi illuminato RGB, la Vulcan II Max è la tastiera più veloce e più bella che abbiamo mai creato“.

La Vulcan II Max di ROCCAT è anche la seconda tastiera da gaming al mondo a debuttare con gli smart keys Dual-LED, preceduta solo dalla sorella Vulcan II MiniVulcan II Max è dotata di 24 tasti smart multifunzione con un secondo LED dedicato che indica quando le funzioni secondarie sono attive. Inoltre, i giocatori di PC possono utilizzare la tecnologia di duplicazione dei tasti Easy-Shift[+] di ROCCAT per sbloccare una funzione secondaria, offrendo così illimitate personalizzazioni

Con 4 MB di memoria integrata, i PC gamer possono salvare e avere sempre a portata di mano le loro impostazioni di illuminazione RGB personalizzate, potendo salvare fino a quattro profili di illuminazione, riassegnazione dei tasti e altro ancora, direttamente sulla Vulcan II Max. Tornano anche altri elementi molto apprezzati dalla community, come il plate in alluminio anodizzato per migliorare l’integrità strutturale e i controlli multimediali dedicati. Il nuovo poggia-polsi morbido e traslucido fa da sfondo alla tecnologia di illuminazione AIMO di ROCCAT, per un’illuminazione vivida e vibrante. AIMO si sincronizza con altri prodotti compatibili per creare coinvolgenti giochi di luce.

Per la tua pubblicità su questo sito



EADV s.r.l.
Via Luigi Capuana, 11
95030 Tremestieri Etneo (CT) - Italy

www.eadv.itinfo@eadv.it • Linkhouse
Tel: +39 0645920501