Uno dei mesi videoludicamente più sereni dell’anno riserverà non poche sorprese nel 2025: Luglio segnerà infatti il sensazionale ritorno del gorilla più famoso del gaming… e non solo!
Dopo un Giugno 2025 particolarmente ricco tra molti titoli interessanti (tra cui Death Stranding 2: On The Beach, RAIDOU Remastered: The Mystery of the Soulless Army e The Alters) e l’esordio di Nintendo Switch 2 (con la sua vasta lineup di lancio), Luglio si appresta a consolidare un anno di grandi appuntamenti. Il posto al sole se lo aggiudica Donkey Kong Bananza, che si appresta a rimpolpare da subito le esclusive di peso della nuova console Nintendo. Ma il mese vedrà tuttavia tanti altri titoli interessanti: dai ritorni di Patapon e Tony Hawk Pro Skater, passando per i metroidvania Shadow Labyrinth e Ninja Gaiden: Ragebound, senza scordare Wuchang: Fallen Feathers e l’early access di Grounded 2.
Ecco di seguito una lista (con i trailer completi) dei titoli di Luglio 2025: troverete anche un comodo link per Amazon, per assicurarvi il prezzo più basso disponibile!
Hangar 13 ha condiviso un nuovo video tratto dal ciclo di diari di sviluppo “Breaking Omertà”, stavolta dedicato ai suoni della Sicilia che trasmetteranno l’atmosfera di Mafia: Terra Madre.
Scoprite come gli sviluppatori hanno saputo intrecciare con maestria la tradizione siciliana per creare un’esperienza audio indimenticabile assieme ai suoni inconfondibili della mafia, dal secco colpo di una lupara, ed alle toccanti note degli archi della colonna sonora.
Vi ricordiamo che Mafia: Terra Madre uscirà l’8 Agosto 2025 su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC tramite Steam.
Scopri le origini della criminalità organizzata in Mafia: Terra Madre, una storia della malavita ambientata nelle terre malfamate della Sicilia agli inizi del Novecento. Enzo è disposto a tutto per vivere una vita migliore. Dopo aver vissuto un’infanzia da incubo fatta di lavori forzati, è pronto a rischiare tutto per diventare un uomo d’onore nel clan criminale dei Torrisi.
Terra Madre è un’avvincente storia di crimine resa ancora più straordinaria dallo stile cinematografico e dal realismo che da sempre contraddistingue la serie Mafia. La storia di Enzo ha luogo in un tempo in cui il talento con il coltello era da vendere, la lupara era comune, faide e vendette andavano avanti per decenni e i mafiosi si aggiravano per le campagne a cavallo, a piedi o alla guida di automobili con motore a scoppio.
La meravigghia della campagna siciliana si scontra con il plumbeo dei vicoli urbani, cornici involontarie dell’amaro calice della malavita. Le famiglie rivali e i loro spietati boss si affrontano nell’oscurità e al riparo da occhi indiscreti, scatenando sanguinose guerre per il controllo del territorio. La fiducia è tanto rara quanto effimera, mentre un’alleanza val bene un omicidio.
Scopri il mondo criminale di inizio ‘900 nei panni di Enzo e discendi nel mondo della criminalità organizzata nella Sicilia di un tempo. Vivi l’esperienza di un incontro ravvicinato con un cast di alleati inaspettati e nemici implacabili in questa storia drammatica, che si dipana in un’accurata rivisitazione storica pronta a immergerti nelle insidiose atmosfere mediterranee.
Armato di coltello o fucile, muoviti in un mondo spietato dove ogni scontro potrebbe essere l’ultimo. Tendi imboscate ai tuoi nemici per eliminarli senza pietà e senza testimoni o accoltellali in un duello ravvicinato all’arma bianca. Se preferisci le armi da fuoco, impugna pistole, fucili e lupare autentiche del periodo per superare ogni ostacolo ed eliminare con le maniere forti tutti i nemici che insidiano il Don.
Attraversa in lungo e in largo gli spettacolari scenari siculi, dalle cripte sotterranee alle rovine fatiscenti, passando per rigogliosi vigneti e maestosi teatri dell’opera. Nella Sicilia di inizio ‘900, raggiungere il tuo prossimo bersaglio o sopravvivere a una fuga rocambolesca significa sapersi spostare al galoppo tra i campi arati e il lastricato del paese, oppure saper tenere saldo il volante durante un inseguimento sulle strade di campagna.
Nightdive Studios, rinomato sviluppatore di remaster di videogiochi e sussidiario di Atari, invita i giocatori di tutto il mondo a provare uno dei titoli più acclamati e influenti dell’industria videoludica, ricostruito per le piattaforme moderne. System Shock 2: 25th Anniversary Remaster, una modernizzazione del classico gioco di ruolo d’azione horror fantascientifico del 1999, è ora disponibile su PC Windows e presto per la prima volta su console.
L’originale System Shock 2 ha rivoluzionato la narrazione, l’atmosfera e il gameplay del medium, ispirando una generazione di titoli a seguire. Ha completamente rimodellato il modo in cui il pubblico dei videogiochi vedeva il potenziale della narrazione nei giochi in prima persona e ha vinto oltre una dozzina di premi e riconoscimenti come “Gioco dell’anno”. Nightdive Studios ha ricostruito il gioco nel suo KEX Engine proprietario, offrendo ai giocatori l’esperienza definitiva di System Shock 2 con grafica e prestazioni migliorate, gameplay migliorato, multiplayer cooperativo cross-play, supporto mod e altro ancora. Ogni aspetto del gioco è stato perfezionato per offrire la migliore esperienza possibile sia ai nuovi fan che ai veterani.
“System Shock 2 è il gioco che ha dato il via a tutto per Nightdive Studios, è stato il catalizzatore di tutto ciò che abbiamo costruito da allora”, ha dichiarato il capo di Nightdive Studios, Stephen Kick. “Dopo anni di sviluppo, finalmente il lancio di System Shock 2: 25th Anniversary Remaster è un sogno realizzato. Questo non è solo un remaster; è una lettera d’amore a uno dei più importanti simulatori immersivi mai realizzati, e non potrei essere più entusiasta di condividerlo con una nuova generazione di giocatori, non solo su PC ma anche su console”.
Ambientato 42 anni dopo gli eventi del primo System Shock, l’antagonista SHODAN e il suo esercito di spietati mutanti tornano a infestare l’astronave Von Braun. I giocatori incarnano un soldato che si risveglia dal crio-sonno con impianti cibernetici innestati nella sua carne. Mentre si propone di svelare l’orribile mistero dell’astronave abbandonata, dovrà affinare le sue abilità potenziabili e utilizzare potenti armi e abilità psioniche paranormali per sopravvivere alle mostruose creazioni di SHODAN e sopportare il suo complesso di dio narcisistico.
System Shock 2: 25th Anniversary Remaster Caratteristiche principali:
Orrori ad alta definizione: Grafica completamente rimasterizzata, inclusi filmati, personaggi e modelli di armi, con risoluzione fino a 4K a 144 FPS su PC e fino a 120 FPS su PlayStation 5 e Xbox Series X|S
Rendete la vostra morte confortevole: Include impostazioni per un FOV regolabile, effetti di post-elaborazione e supporto ultra-widescreen
Forze armate: Scegliete tra uno sfondo O.S.A., Marine o Navy per sperimentare diversi stili di gioco
La miseria ama la compagnia: Trascinate i vostri amici nell’inferno dell’astronave Von Braun in multiplayer cooperativo cross-play con supporto per un massimo di 4 giocatori
Interfaccia This: Giocate comodamente dal vostro divano con il supporto del gamepad, quindi festeggiate con uno stimolo medico ghiacciato quando avrete sbloccato 50 nuovi trofei/obiettivi
Se volete che qualcosa sia fatto bene: Supporto completo per le mod su PC e la possibilità di implementare missioni create dalla community al momento del lancio
System Shock 2: 25th Anniversary Remaster è ora disponibile in digitale per $ 29,99 su PC Windows tramite Steam (ed è Steam Deck Verified), GOG, Humble Bundle Store ed Epic Games Store. Uscirà per PlayStation 4|5, Xbox One e Series X|S e Nintendo Switch entro le prossime due settimane, con una data precisa che verrà annunciata nei prossimi giorni.
System Shock 2: 25th Anniversary Remaster è giocabile anche su NVIDIA GeForce NOW, che offre ai giocatori l’accesso istantaneo alle prestazioni di GeForce PC su quasi tutti i PC, Mac, SHIELD TV, Android, dispositivi iOS o Chromebook senza download.
Togliendo la remastered di NINJA GAIDEN 2 Black, rilasciata a sorpresa nel febbraio di quest’anno, nel panorama videoludico il nome Ninja Gaiden è dal 2014 che non ha visto l’arrivo di un nuovo capito, dopo il controverso spin-off Yaiba: Ninja Gaiden Z.
Gli spagnoli The Game Kitchen – già autori della fortunata serie di metroid-souls Blasphemous – con il supporto di Dotemu, ci hanno lasciato prendere il controllo del letale Kenji Mozu, e la sua riluttante alleata Kumori, nel nuovo ed esplosivo Ninja Gaiden: Ragebound, per provarne una porzione di sfide specificatamente scelte per farci comprendere la potenza che si cela dietro questi due eroi, e le demoniache avversità che li attendono!
Un Vincolo di Rabbia
Ninja Gaiden: Ragebound è un action platformer 2D in pixel art che ci chiederà grandissima prontezza di riflessi, precisione, velocità, e moltissimo sangue freddo.
La narrativa di Ninja Gaiden: Ragebound apre nel dojo di Ryu Hayabusa durante l’addestramento dell’aspirante ninja Kenji Mozu, il nostro eroe delle vicende. L’invasione di un gruppo di demoni – e l’assenza di Ryu – ci porta a combattere per salvare il nostro villaggio, e imbastire una singolare alleanza spirituale con Kumori, una kunoichi del Clan del Ragno Nero, da sempre gruppo rivale delle precedenti avventure nel mondo di Ninja Gaiden.
Con l’aiuto della nostra fida katana, dovremo affrontare diverse orde di nemici mentre completiamo bellissimi livelli ambientati in diversi settings che passano da villaggi in fiamme, Oshiro – castelli tradizionali giapponesi – nel centro di mega metropoli, o caverne che pullulano di macabri abomini.
Ninja Gaiden: Ragebound abbandona tediosi sistemi RPG e presenta un’esperienza completamente arcade, dove con un singolo colpo della nostra lama potremo eliminare diversi tipi di nemici. Ma quando la necessità lo richiederà, potremo anche utilizzare un vasto numero di manovre evasive per riposizionarci e avere la meglio contro gli avversari.
Kenji è capace di schivare, deviare attacchi a distanza, arrampicarsi sui soffitti, scattare in aria, aggrapparsi, scalare le pareti, e persino saltare sulla testa di nemici e oggetti da lancio per guadagnare maggiore elevazione o distanza in volteggio. Al completamente di ogni livello riceveremo una valutazione che ci aiuterà a sbloccare nuovi oggetti da comprare presso il negozio di Muramasa, spendendo alcuni dei collezionabili sparsi per i livelli che abbiamo raccolto durante le nostre battaglie.
I tipici classicismi del genere non vengono però solo mantenuti e rispettati, ma sono solo alcune delle fondamenta per sostenere delle nuove meccaniche di gioco tanto innovative, quanto elettrizzanti. Tecniche tanto letali per i nostri nemici quanto che per noi, dove ogni abuso o errore di calcolo potrebbe costarci non solo una decurtazione della classificazione a fine livello, ma anche una precoce dipartita nella modalità di sfida più ardua.
Come il passato, ma meglio
Nell’intricato, e apparentemente caotico, loop di gioco di Ninja Gaiden: Ragebound, non tutti i nemici cadranno con un fendente. Per avere la meglio sui nemici più ostici e corazzati avremo bisogno di sfruttare l’Ipercarica, un colpo potenziato che viene acquisito eliminando i nemici con un aura colorata, oppure attingendo direttamente a una parte della nostra vita per richiamare l’attacco.
Diviene così necessario valutare con attenzione le minacce presenti nell’area e quelle in arrivo, decidendo con intelligenza quale nemico abbattere per primo così da mantenere attiva una combo di colpi in ipercarica, e di conseguenza del contatore combo delle uccisioni.
Le cose però si complicano ulteriormente con la presenza di due diversi tipi di nemici con aura. Se Kenji può affettare quelli attorniati da un bagliore azzurro, toccherà a Kumori far fuori i nemici con un aura viola.
Grazie – o per sfortuna – della Fusione Ninja, l’anima dei due giovani guerrieri è stata fusa in un solo corpo. Possiamo richiamare gli attacchi a distanza di Kumori con un semplice tasto, ma consumando parte della sua energia kunoichi, che potrà essere ripristinata solo trovando le corrette sfere sparse per i livelli.
La guerriera del Clan del Ragno Nero può anche muoversi tra il regno dei vivi e quello dei demoni, aiutandoci a sbloccare porte e scoprire segreti, e consentendoci di controllare Kumori in maniera diretta. In più, una volta ottenute abbastanza eliminazioni del colore corrispondente, potremo usare i suoi devastanti attacchi magici, capaci anche di liberarci di tutti i demoni presenti a schermo con un colpo solo.
Ed è così che Ninja Gaiden: Ragebound si trasforma, ibridando ed elevando vecchi e nuovi sistemi, costruendo un titolo che potrebbe essere capace d’accontentare tanto i fanatici del perfezionismo, quanto gli amanti degli action platformers. Ma tra quintali d’effetti visivi, musiche coinvolgenti, e tonnellate di sangue demoniaco, i veri giocatori che non rimarranno delusi saranno certamente gli amanti della serie di Ninja Gaiden.
Commento finale
Ninja Gaiden: Ragebound sembra essere il connubio perfetto tra i classici Ninja Gaiden approdati su NES, lo stile e la brutalità dell’azione introdotta con la visione 3D del suo universo, e la ricerca di un esperienza pick and play che possa avvicinare quanti più nuovi giocatori possibili. Con anche il supporto dei Team NINJA, l’eccellente feeling di gioco ottenuto dai The Game Kitchen trasuda in ogni sezione di platforming e di combattimento che s’incontra, e l’assuefacente struttura – che a tratti sembra più ricordare un action puzzle game – riesce a essere tanto frustante quando si fallisce nel tentativo di una run perfetta, quanto galvanizzante nel suo conseguimento. Con una data d’uscita prevista per il 31 luglio di quest’anno su PC (tramite Steam), Nintendo Switch, Playstation 5, Xbox Series S|X, e persino Playstation 4 e Xbox One, non dovremo attendere troppo prima di scoprire l’intera sfida proposta da Ninja Gaiden: Ragebound. Ma avremo ciò che serve per completarla?
Xbox Game Studios e Ninja Theory hanno annunciato che Senua’s Saga: Hellblade II Enhanced farà il suo debutto su PlayStation 5 il prossimo 12 Agosto.
Contestualmente, sono stati aperti i preordini digital che prevedono da un lato una Standard Edition al prezzo di € 49,99 e dall’altro lato una Deluxe Edition che conterrà anche la versione aggiornata del primo capitolo oltre alla sua colonna sonora al costo di € 69,99.
Tutti i dettagli, comprese le nuove funzionalità della Enchanced nel comunicato stampa che segue.
Il gioco sarà proposto in due edizioni distinte:
• Standard Edition – Disponibile al prezzo di €49,99, la Standard Edition include il pluripremiato Senua’s Saga: Hellblade II, arricchito da tutti gli aggiornamenti e le nuove funzionalità introdotte con l’aggiornamento Enhanced.
• Deluxe Edition – Al costo di €69,99, la Deluxe Edition offre un pacchetto completo che include non solo Senua’s Saga: Hellblade II Enhanced, ma anche Hellblade: Senua’s Sacrifice, aggiornato per PlayStation 5, e la colonna sonora originale di Hellblade: Senua’s Sacrifice. Questa edizione rappresenta il punto di partenza ideale per chi desidera immergersi completamente nel viaggio di Senua. Per i possessori della versione PlayStation 4 di Hellblade: Senua’s Sacrifice, l’aggiornamento alla versione PlayStation 5 sarà completamente gratuito.
In occasione del debutto su PlayStation 5, Senua’s Saga: Hellblade II Enhanced verrà reso disponibile come aggiornamento gratuito per tutti i possessori del gioco su Xbox Series X|S, Xbox PC e Steam.
Le nuove funzionalità e gli aggiornamenti inclusi in questa versione Enhanced sono:
• Modalità Performance – Mentre l’edizione originale era ottimizzata per i 30fps per garantire un’esperienza cinematografica immersiva, l’aggiornamento Enhanced introdurrà una “Performance Mode” che ottimizzerà il gioco per i 60fps. Su PC, sarà inoltre disponibile un preset “Very High” per spingere ulteriormente la fedeltà grafica in base all’hardware disponibile.
• Dark Rot Mode – La temibile Dark Rot di Hellblade: Senua’s Sacrifice fa il suo ritorno, offrendo una sfida aggiuntiva per Senua in questa modalità di gioco opzionale. La Dark Rot crescerà ad ogni fallimento e, se dovesse raggiungere la testa di Senua, la sua missione sarà compromessa e tutti i progressi andranno perduti.
• Modalità Foto Migliorata –l’aggiornamento Enhanced includerà un set di strumenti ampliato e migliorato, comprensivo di una nuova scheda ‘Motion’ per la cattura video cinematografica personalizzata.
• Commento degli Sviluppatori – Per gli appassionati interessati al processo creativo e alle decisioni dietro Senua’s Saga: Hellblade II, l’aggiornamento Enhanced offrirà oltre quattro ore di commento degli sviluppatori, con interventi da diverse figure coinvolte nella realizzazione del gioco.
Per maggiori informazioni su Senua’s Saga: Hellblade II, visitare i canali social di Ninja Theory o consultare Xbox Wire.
La startup pugliese Servati che produce Sneakers stampate in 3D è stata selezionata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per rappresentare l’Italia all’Expo Universale di Osaka 2025. Un riconoscimento significativo che pone questa giovane realtà al fianco di colossi dell’industria italiana come Ferrari e Brembo nella mostra “L’Italia dei Brevetti. Invenzioni e Innovazioni di Successo”.
Innovazione sostenibile dal cuore della Puglia
Nata nel distretto industriale di Casarano, Servati è il frutto dell’ingegno di due giovani imprenditori pugliesi: Matteo Di Paola, economista classe 1997 che gestisce l’amministrazione, e Marco Primiceri, designer del 1998 responsabile dello stile e dello sviluppo prodotti.
Ciò che distingue Servati è il suo approccio rivoluzionario alla produzione di calzature: sneakers modulari, interamente stampate in 3D e completamente disassemblabili a fine vita. Il cuore dell’innovazione è un brevetto depositato nel 2022 che permette l’incastro tra suola e tomaia senza l’utilizzo di colle, solventi chimici o termoadesivi.
“Essere stati scelti dal Ministero per rappresentare l’Italia a Osaka è per noi un motivo di grande orgoglio,” dichiara Matteo Di Paola. “È la conferma che l’impegno e la visione che abbiamo investito in questo progetto stanno tracciando una direzione giusta e concreta.”
Un modello di economia circolare
La filosofia di Servati incarna perfettamente i principi dell’economia circolare. Le sneakers utilizzano solo due materiali – gomma e poliestere – entrambi completamente riciclabili. I clienti possono restituire le calzature usate all’azienda, che le disassembla e reimmette i materiali nel ciclo produttivo, ricevendo in cambio un coupon per futuri acquisti.
La “fabbrica” Servati conta attualmente 30 stampanti 3D e sette giovani collaboratori che affiancano i fondatori. Nonostante la forte componente tecnologica, il design rimane distintivo e all’avanguardia, posizionando il brand nel segmento delle sneakers di lusso.
Dal sold-out all’espansione internazionale
Dopo il successo della collezione “SERVATI SUPERLOW”, andata sold-out, l’azienda ha annunciato un nuovo restock e piani di espansione che includono l’apertura a negozi fisici. Un passo ambizioso per un progetto nato dal basso e cresciuto rapidamente grazie alla sua visione innovativa.
“È un risultato incredibile, esporre a Osaka e rappresentare l’Italia dell’innovazione in Giappone va oltre anche ai nostri sogni,” afferma Marco Primiceri. “Dream Big or Don’t.”
La partecipazione all’Expo di Osaka, che si terrà fino al 13 ottobre 2025, rappresenta un’importante vetrina internazionale per questa startup che sta ridefinendo gli standard del settore calzaturiero, unendo tecnologia avanzata, sostenibilità e il valore del Made in Italy in chiave 4.0.
In un’industria tradizionalmente ad alto impatto ambientale come quella della moda, le sneaker stampate in 3D di Servati dimostrano che è possibile coniugare innovazione, design e responsabilità ecologica, rappresentando un modello di business orientato al futuro che l’Italia può orgogliosamente mostrare al mondo.
Per ulteriori dettagli sulle Sneakers Servati stampate in 3D vi invitiamo a leggere il comunicato qui sotto
LA STARTUP DELLE SNEAKERS STAMPATE IN 3D RAPPRESENTA L’ITALIA ALL’EXPO DI OSAKA 2025Scelta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la giovane realtà pugliese Servati vola in Giappone per raccontare al mondo, accanto a colossi come Ferrari e Brembo, una nuova visione del Made in Italy: calzature modulari stampate in 3D, riciclabili e sostenibili, simbolo di un futuro industriale più circolare e consapevole. «Essere stati scelti per rappresentare l’Italia è per noi un motivo di grande orgoglio», dichiara Matteo Di Paola, fondatore della startup
La giovane startup italiana Servati, specializzata in calzature stampate in 3D completamente riciclabili, è stata selezionata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) per partecipare all’Expo Universale di Osaka 2025, che si terrà in Giappone fino al 13 ottobre 2025. Servati prenderà parte alla mostra “L’Italia dei Brevetti. Invenzioni e Innovazioni di Successo”, all’interno del Padiglione Italia, accanto a nomi simbolo dell’eccellenza industriale nazionale come Ferrari e Brembo.
L’azienda è stata selezionata grazie al suo innovativo brevetto: una sneaker modulare, interamente stampata in 3D e progettata per essere completamente disassemblabile a fine vita, in modo da facilitare il riciclo e il riutilizzo dei materiali in nuovi cicli produttivi. Un progetto che unisce design, tecnologia e sostenibilità ambientale, puntando a rivoluzionare il settore della calzatura e a contribuire a un’economia più circolare.
La partecipazione a Expo 2025 rappresenta un ulteriore riconoscimento per Servati, che era già stata selezionata lo scorso anno dal Ministero per l’esposizione temporanea “L’Italia dei Brevetti” a Roma, grazie alla qualità del progetto e al suo impatto nel panorama dell’innovazione italiana. “Essere stati scelti dal Ministero per rappresentare l’Italia a Osaka, fianco a fianco con realtà industriali di altissimo livello, è per noi un motivo di grande orgoglio. È la conferma che l’impegno e la visione che abbiamo investito in questo progetto stanno tracciando una direzione giusta e concreta”, dichiara Matteo Di Paola, amministratore e fondatore di Servati.
“Questo è un risultato incredibile, esporre a Osaka e rappresentare l’Italia dell’innovazione in Giappone. E’ qualcosa che va oltre anche ai nostri sogni. Da parte di tutto il team Servati, un grazie speciale al Ministero per la sua visione, per noi è un traguardo importantissimo che dimostra ancora una volta la forza e il potere delle idee rivoluzionarie. Dream Big or Don’t”, afferma Marco Primiceri designer e co-founder di Servati.
Un successo importante dunque per la giovane start-up nata in provincia di Lecce, che continua la sua scalata nel mondo della moda sostenibile. Dopo il sold out dell’ultima collezione “SERVATI SUPERLOW”, il brand ha da poco annunciato un nuovo restock e un’espansione che passa per l’apertura ai negozi fisici. Un passo ambizioso per un progetto nato dal basso, fondato da due ragazzi pugliesi, Matteo Di Paola e Marco Primiceri, e cresciuto nel cuore del distretto industriale di Casarano. Oggi la loro “fabbrica” conta 30 stampanti 3D e sette giovani collaboratori al fianco dei due fondatori.
L’idea che ha dato vita a Servati è tanto semplice quanto rivoluzionaria: produrre scarpe con stampanti 3D utilizzando soltanto due materiali, gomma e poliestere, completamente riciclabili. Il tutto senza colle, senza solventi chimici e senza termoadesivi, grazie a un brevetto depositato nel 2022 che permette un incastro tra suola e tomaia capace di tenere la scarpa assemblata senza interventi irreversibili. Un prodotto modulare, disassemblabile, pensato per essere restituito e riciclato a fine vita. In altre parole, un esempio concreto di economia circolare applicata al mondo del footwear.
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO
LA STORIA DI SERVATI “Servati” nasce in provincia di Lecce, precisamente nell’ecosistema del distretto industriale di Casarano. I founder sono due giovani pugliesi, Matteo Di Paola, classe 1997 laureato in economia, che si occupa di amministrazione e gestione, e Marco Primiceri, classe 1998, laureato in design e comunicazione visiva, che segue il reparto stile e lo sviluppo dei prodotti. La start up Servati è ospitata in questa prima fase presso un incubatore per start-up, finanziato e gestito dalla regione Puglia. Qui ci sono le stampanti 3D che sono utilizzate in questa fase di prototipazione del prodotto, da qui sono uscite le prime 100 paia. La tomaia si scompone con un metodo brevettato: sono già state realizzate delle scarpe nuove riciclando altri campioni di scarpe a fine vita, i materiali potranno anche diventare nella loro seconda vita borse, cinturini per gli orologi e altri accessori. Servati si pone dunque come un player emergente e visionario, pronto a ridefinire gli standard del design calzaturiero, abbracciando la sfida della sostenibilità ambientale e delle nuove tecnologie. Nonostante queste migliorie tecnologiche, Servati rimane fedele alla propria identità, mantenendo un design hyper-avanguardistico che è diventato il segno distintivo di tutti i suoi modelli. Questi nuovi prodotti incarnano perfettamente la filosofia del brand, che unisce estetica futuristica e innovazione sostenibile, creando calzature destinate a ridefinire il concetto di sneakers di lusso. In questo contesto, Servati punta a rilanciare il Made in Italy in chiave 4.0, con un focus su innovazione e tradizione. Importante anche l’ottica green nella quale si muove l’azienda: i clienti possono restituire le scarpe usate per essere disassemblate. I materiali recuperati verranno reimmessi nei nuovi cicli produttivi, riducendo così l’impatto ambientale. In cambio, Servati offre un coupon (codice sconto) per futuri acquisti, incentivando la partecipazione attiva al nostro modello di economia circolare. Per i clienti che desiderano estendere la vita delle loro scarpe, è offerto un servizio di riparazione e personalizzazione. L’azienda organizza tour in collaborazione con rivenditori fidati, durante i quali il nostro team di esperti disassembla le scarpe, sostituendo i moduli danneggiati o logorati e aggiungendo dettagli unici come incisioni, lacci personalizzati, accessori, o una nuova tomaia a scelta del cliente. Informazioni e linee su www.servati.it.
“L’Italia dei Brevetti” in mostra all’Expo 2025 di Osaka All’interno del Padiglione Italia a Expo 2025 di Osaka è stata inaugurata il 24 aprile scorso la mostra “L’Italia dei Brevetti. Invenzioni e Innovazioni di Successo”, promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy in collaborazione con Unioncamere. L’esposizione, che rimarrà aperta al pubblico fino al 13 ottobre 2025, propone una selezione di oltre cento brevetti rappresentativi dell’eccellenza inventiva italiana, già presentati a Roma presso Palazzo Piacentini tra novembre 2024 e aprile 2025. La mostra si presenta come un viaggio nell’ingegno nazionale attraverso sette ambiti chiave: mobilità sostenibile, smart city e ambienti intelligenti, salute e benessere, energia e clima, tecnologie per l’agricoltura e il mare, aerospazio e fabbrica intelligente. A raccontare la ricchezza del patrimonio brevettuale italiano contribuiscono anche materiali originali provenienti dagli archivi dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, documenti multimediali, fotografie, prototipi e prodotti, che permettono di esplorare la complessità dei processi innovativi sviluppati da aziende, startup, università e centri di ricerca del nostro Paese. Curata da un comitato scientifico guidato da Loredana Guglielmetti, dirigente della Divisione Brevetti del MIMIT, con la partecipazione di esperti come Alessandra Maria Sette, Maria Chiara Di Guardo dell’Università di Cagliari, Carlo Martino della Sapienza e Francesco Zurlo del Politecnico di Milano, la mostra ha riscosso un grande successo. Expo 2025 di Osaka, il cui tema è “Designing Future Society for Our Lives”, rappresenta per l’Italia un’importante vetrina internazionale per mostrare il proprio potenziale tecnologico e creativo e rafforzare il dialogo con partner globali e potenziali investitori, all’interno di un contesto dedicato a progettare soluzioni per il futuro.
Negli ultimi 20 anni il genere roguelite ha conosciuto una crescita esponenziale, arrivando a influenzare profondamente quasi ogni tipo di videogioco grazie alla diffusione trasversale delle sue meccaniche principali, e se recentemente abbiamo assistito a un’invasione di giochi di carte intrecciati con i dogmi dei dungeon crawler in ogni variante possibile, restava ancora un genere che non era stato toccato da questa ondata di contaminazione.
I Dotemu, forti di una collaborazione quasi stellare con i team francesi di sviluppatori Guard Crush – già autori di Street of Rage 4 e il folle Streets of Fury EX – e il team d’animazione Supamonks, ci hanno scaraventato a suon di pugni e colpi magici in Absolum, un incredibile picchiaduro a scorrimento ambientato nelle lande di Talamh, e che sembra esserecapace di fondere roguelite e botte da urlo!
La magia immortale
La prima cosa che colpisce di Absolum è la sua presentazione. Forse scontato vedere un livello di qualità simile nelle produzioni marchiate Dotemu, è innegabile che l’art direction scelta per questo gioco è qualcosa di veramente incredibile, riuscendo a traslare – come pochi altri giochi nel suo genere – tavole di fumetti e tratti di penna dei cartoni animati degli anni novanta, ricchi di grandi contrasti tra luci, ombre, e i suoi colori, esaltandone lo stile.
Ed è proprio grazie alla sua direzione artistica curata dai Supamonksche ci riesce a immergere nel mondo dei suoi eroi ribelli – in questa prima prova, lo gnomo Karl, la spadaccina tenebrosa Galandra, e il guerriero senza memoria Cynder – con un intro narrativa degna dei migliori cortometraggi animati.
Il mondo di Talamh è stato sconvolto da un cataclisma causato da maghi folli, e la magia è ora temuta dalla gente comune. Il Re Sole Azra ha costretto i maghi ancora in vita ad arruolarsi nell’Ordine Cremisi e ha spartito i regni tra i suoi adepti più fedeli e potenti. Spetta a noi aiutare la maga Uchawi, e un gruppo di ribelli, e opporci alla tirannia di Azra.
Una volta scelto il nostro personaggio, verremo subito gettati nelle terre soggiogate dell’Isola Grandery nella regione del Calamh, dove avremo il nostro primo assaggio di classicismi e modernità offerti dal gameplay di Absolum.
Rogue ‘Em Up
Se avete giocato a titoli come i due Dungeons & Dragons di Capcom, il celebre Guardian Heroes, e il più recente Dragon’s Crown, Absolum vi potrà sembrare un ulteriore, e fantastica, aggiunta al genere quasi secolare dei picchiaduro 2D a scorrimento. Durante il giocato avremo a disposizione i tipici sistemi che hanno reso così divertente l’intera categoria. Oltre ai consueti attacchi primari e secondari, il salto e la corsa – che all’occasione diventa una pratica schivata -, troviamo anche un attacco legato a un abilità magica speciale.
Non ci abbiamo messo molto a comprendere come Absolum differisce e amplia quello che gli altri beat em up hanno sempre presentato. Laddove la concorrenza ha cercato d’ibridare nei suoi meccanismi il genere RPG, l’ultima fatica Dotemu ha completamente abbracciato la morte infinita offerta dalla struttura dei roguelite, persino offrendo un sistema impeccabile per consentire la progressione delle vicende senza rottura di continuità nella modalità co-op.
Ogni run non sarà mai uguale alla prima. Potremo scegliere percorsi differenti, ogni volta con nemici e segreti impostati in maniera procedurale. A volte anche dei boss potrebbero essere sostituiti con altri, aprendo strade completamente differenti. Raggiungere dei luoghi con determinati personaggi, o il giusto numero di oggetti richiesti, può aprire le porte per intere sotto trame e sfide di cui prima non avremmo mai conosciuto l’esistenza.
L’esplorazione del mondo di Absolum diventa quindi il cuore pulsante dell’avventura, dove l’azione fatta di cazzotti, crescita costante del nostro personaggio preferito, e abbattimento di qualsiasi nemico ci si pari davanti, è quasi il contorno perfetto che ci spinge ogni volta a fare sempre meglio. Si crea così un esperienza virtualmente infinita in cui lo sblocco costante di nuove abilità, il ritrovamento di oggetti, o il semplice incontro coi tantissimi personaggi che popolano le aree di gioco, spingono in maniera organica verso una conclusione dettata solamente dalla nostra curiosità e desiderio di sfida.
Commento finale
Absolum è un gioco degno di attenzione, intrigante tanto nella sua presentazione quanto nella sua struttura, che potrebbe elevare il genere dei picchiaduro a scorrimento vecchia scuola con un iniezione, non solo di novità, ma di libertà di fruizione, sfruttando i valori intrinseci nei roguelite in modo da creare un loop assuefacente fatto di gloriose vittorie o di colossali sconfitte. La nuova fatica guidata dai Dotemu sarà disponibile su Steam, Nintendo Switch, PlayStation 4 e Playstation 5 nel corso di questo 2025, quindi per ora non ci resta che rilassarci di fronte al fuoco, affilando le nostre lame e nocche in metallo.
Il Little Nightmares Showcase ha offerto molte notizie sul franchise, oltre a un’analisi approfondita del capitolo Carnevale, celebrando le 20 milioni di unità vendute dal franchise
• Little Nightmares III sarà disponibile dal 10 ottobre 2025 ed è ora pre-ordinabile
• Anche Little Nightmares Enhanced Edition arriverà il 10 ottobre 2025, con l’accesso anticipato già disponibile su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC per chiunque prenoti una copia digitale di Little Nightmares III
• Tra gli altri progetti transmediali presentati, è stata confermata una nuova stagione del podcast The Sounds of Nightmares, il fumetto Little Nightmares: Descent to Nowhere, disponibile da ottobre 2025, e il romanzo per giovani adulti Little Nightmares: The Lonely Ones, che sarà pubblicato a settembre 2025.
Tutti i dettagli nel comunicato stampa qui di seguito:
Bandai Namco Entertainment Europe ha annunciato che Little Nightmares III, sviluppato da Supermassive Games, sarà disponibile dal 10 ottobre 2025 per PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC, Nintendo Switch 2, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch. Da oggi è possibile prenotarlo su tutte le piattaforme tranne Nintendo Switch e Nintendo Switch 2, su cui i pre-ordini inizieranno più avanti. Sin dal lancio di Little Nightmares nel 2017, il franchise ha venduto 20 milioni di unità.
Intrappolati nella Spirale, un mondo pieno di delusioni, Low e Alone stanno cercando un modo per uscirne. Attraverso il loro viaggio, accedono al Carnevale, un parco divertimenti decrepito che è il protagonista del nuovo trailer e dell’approfondimento del gameplay.
È ora possibile pre-ordinare le seguenti edizioni di Little Nightmares III:
– Standard Edition.
– Digital Deluxe Edition, che include l’Expansion Pass – Secrets of The Spiral e il Residents Costumes Pack.
– Collector “Mirror Edition”, che oltre ai contenuti della Deluxe Edition, aggiunge una statuina, una confezione in metallo, un artbook stampato, la colonna sonora originale in formato fisico e digitale, oltre ad alcuni adesivi.
– Premium Collector “Spiral Edition”, esclusiva del Bandai Namco Store, che contiene la statuina della Collector “Mirror Edition”, migliorata con una base a carillon, un supporto dei nomini per controller o telefono e una moneta a due facce con Low e Alone.
I pre-ordini daranno accesso al Dark Six Costumes Set su tutte le piattaforme. Prenotando una copia digitale si otterrà anche l’accesso anticipato a Little Nightmares Enhanced Edition su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC. L’Expansion Pass – The Secrets of The Spiral include due ulteriori capitoli da esplorare, i cui dettagli saranno illustrati più avanti, nonché un esclusivo Costume Set, che include un personaggio che i fan potrebbero riconoscere.
Inoltre, è stato annunciato Little Nightmares Enhanced Edition, che sarà disponibile dal 10 ottobre 2025 per PlayStation 5, Xbox Series X|S, Nintendo Switch 2 e PC. Little Nightmares Enhanced Edition porta la storia di Six a nuovi standard grazie a una serie di miglioramenti tecnici, come luci volumetriche e ray tracing, nonché alcune modifiche al gameplay, come checkpoint posizionati in maniera più strategica e aiuti di gioco, che consentiranno ad ancora più giocatori di scoprire il viaggio di Six attraverso le Fauci. Little Nightmares Enhanced Edition sarà disponibile subito per chi preordina una copia digitale di Little Nightmares III per PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC.
L’ultima novità del Little Nightmares Showcase è l’annuncio di Little Nightmares VR: Altered Echoes, sviluppato da parte di Iconick Studio.
Little Nightmares continua a espandersi oltre i videogiochi con molti altri progetti, che spaziano tra vari media, come fumetti, podcast e altro ancora.
– The Sounds of Nightmares, la serie di podcast che ha superato i 2 milioni di ascolti, riceverà una seconda stagione attualmente in fase di stesura.
– Little Nightmares: Descent to Nowhere, la serie a fumetti pubblicata da Titan Comics vedrà il lancio del primo numero a ottobre 2025. Il fumetto segue due storie parallele. Hush, una timida ragazza muta si risveglia nella cella di una prigione. Intenzionata a fuggire, fa amicizia con un altro prigioniero, Mono, che comprende questo mondo molto più di lei. Insieme dovranno trovare un modo per andarsene da una segreta davvero oscura. In un altro luogo, Myra è una detective stanca della vita che incontra qualcuno che però riesce a riaccendere la sua voglia di fare la differenza. Riprende dunque a indagare su alcuni casi irrisolti di bambini scomparsi senza lasciare tracce.La serie a fumetti sarà pubblicata in inglese e sarà possibile pre-acquistarla da luglio presso la propria fumetteria locale o in tutto il mondo sul sito web della Titan.
– Little Nightmares: The Lonely Ones, il romanzo horror per giovani adulti scritto da E.C. Myers e pubblicato da Scholastic, sarà disponibile da settembre 2025. Segue le vicende di Ruse, una bambina che si risveglia in una stanza sconosciuta che trema, insieme a altri due bambini che non conosce: una bambina minuta con una corda sfilacciata che le pende dal collo e un ragazzo dall’aspetto denutrito che indossa una maschera logora su bocca e naso. Si trova in un carnevale da incubo e ha un’unica certezza: non è un posto sicuro e deve fuggire. Riuscirà a farcela? I suoi compagni d’avventura si riveleranno essere amici o nemici?
– Come sorpresa finale, è stato mostrato un teaser per un progetto in stop motion sviluppato in collaborazione con studio Taller del Chucho. Ulteriori dettagli saranno comunicate più avanti.
Per maggiori informazioni su Little Nightmares III e gli altri prodotti di Bandai Namco Entertainment Europe, visitate https://www.bandainamcoent.eu
Saber Interactive ed Anshar Studios hanno rivelato che Painkiller, la rivisitazione in chiave moderna del classico franchise d’azione con gameplay cooperativo, sarà lanciato il prossimo 9 Ottobre per PlayStation 5, Xbox Series e PC via Steam.
La Standard Edition di Painkiller è già disponibile per il pre-ordine digitale da oggi al prezzo di €39,99 e include il pacchetto di skin “Iron Crusade” come bonus pre-ordine, con skin per tutti e quattro i personaggi – Ink, Void, Sol e Roch – insieme alle skin per sei armi: Electrodriver, Stakegun, Shotgun, SMG, Hand Cannon e Rocket Launcher. I pre-ordini fisici dell’edizione standard su console saranno accompagnati dal pacchetto armi “Burnished Pride”, esclusivo per la vendita al dettaglio, che include skin dorate aggiuntive per le sei armi. Anche la Deluxe Edition di Painkiller è disponibile da oggi per il pre-ordine digitale al prezzo di 49,99 euro e comprende il pacchetto di skin bonus pre-ordine “Iron Crusade”, oltre a tre contenuti scaricabili aggiuntivi post-lancio, ognuno dei quali include sei skin per armi e quattro skin per personaggi
Benvenuti nel Purgatorio! Siete stati condannati per le vostre trasgressioni contro il Paradiso, ma la Voce del Creatore vi sta dando una possibilità di redimervi. Sfrutta orde di demoni in combattimenti brutali e frenetici con una serie di armi infernali. Combattete attraverso macabre ambientazioni gotiche per fermare l’invasione della Terra da parte dell’angelo caduto Azazel e guadagnarvi la salvezza, da soli o in cooperativa online fino a tre giocatori.
Caratteristiche principali
Il Purgatorio è il tuo campo da gioco: Saltate, agganciate e sfrecciate attraverso vasti biomi da brivido mentre combattete nemici da incubo in combattimenti sanguinosi e veloci con una serie di armi nuove e classiche di Painkiller.
Co-op online a tre giocatori: Giocate online con un massimo di due amici, esplorando luoghi diversi, scoprendo segreti e affrontando nemici terrificanti.
Terrori grotteschi vi attendono: Sfida una varietà di nemici terrificanti, da orde di demoni a terrori titanici come i mostruosi figli di Azazel – i Nephilim.
Scatenate il dolore: usate le carte dei tarocchi per potenziare le vostre abilità, salite di grado per espandere il vostro arsenale e fate squadra con altri giocatori per annientare tutti i nemici.
Scegli il tuo personaggio con saggezza: Gioca nei panni di quattro personaggi distintivi – Ink, Void, Sol e Roch – con vantaggi unici per aumentare l’energia, la salute, la potenza e i danni.
Amazfit, marchio globale nel mercato degli indossabili per lo sport, continua ad espandere il ventaglio delle proprie proposte con lo smartwatch multisport Amazfit Balance 2 ed il cinturino smart fitness Amazfit Helio Strap.
Finalmente disponibili anche per l’Italia, si tratta di dispositivi pensati per il monitoraggio della condizione fisica, del recupero e del sonno. Possono essere indossati indipendentemente, ma sono progettati per funzionare in coppia, offrendo agli utenti un supporto simultaneo e complementare grazie al dialogo con l’app Zepp. “Attraverso un’unica app, questi due dispositivi lavorano insieme senza interruzioni, sia durante l’allenamento che nel monitoraggio del recupero. Ognuno di essi integra e completa le conoscenze dell’altro, consentendo di ottenere dati più precisi e incrociati. Questo si traduce in informazioni più precise per l’utente, il tutto in un sistema semplice e integrato”, ha dichiarato Wayne Huang, CEO di Zepp Health. “Con l’assenza di abbonamenti, il tracciamento avanzato e la sincronizzazione senza sforzo, questo duo ridefinisce ciò che gli indossabili possono fare, sia che siate atleti competitivi o semplicemente impegnati a dare il meglio di voi stessi”.
Amazfit Balance 2 è disponibile al prezzo consigliato di €299, con due cinturini sportivi (nero e rosso) inclusi, mentre Amazfit Helio Strap è disponibile al prezzo di €99, inizialmente in colore nero e con altre colorazioni in arrivo nelle prossime settimane.
Di seguito vi proponiamo il comunicato ufficiale dell’azienda.
Amazfit Balance 2: lo smartwatch che segue ogni tua performance
Balance 2 è pensato per chi vive lo sport a 360 gradi. Con ben 170 modalità sportive, supporta le discipline più popolari e quelle più emergenti, come HYROX, golf e sport acquatici, incluse modalità specifiche per il freediving e immersioni fino a 45 metri.
Il display AMOLED super luminoso (fino a 2000 nits) garantisce visibilità anche alla luce diretta del sole, mentre il vetro zaffiro resiste ai graffi, rendendo lo smartwatch perfetto per le sessioni intense in palestra. Grazie alla batteria di lunga durata, che offre fino a 21 giorni di autonomia, è quindi ideale per allenamenti prolungati e per monitorare il recupero durante le giornate più impegnative.
Con il nuovo sistema operativo Zepp OS5, Balance 2 è lo smartwatch più user-friendly di Amazfit, progettato seguendo i feedback di chi si allena regolarmente. Un sensore BioTracker 6.0 PPG avanzato monitora la frequenza cardiaca e il recupero, mentre altri sensori, tra cui accelerometro, giroscopio e barometro, offrono un monitoraggio preciso anche in ambienti estremi, come le immersioni subacquee fino a 45 metri.
Funzioni principali di Balance 2:
Design resistente: Display AMOLED protetto da vetro zaffiro (fino a 2000 nits), racchiuso in una cornice in lega di alluminio.
170 modalità sportive: Tra cui HYROX, golf, e 16 modalità di sport acquatici, con statistiche dettagliate.
Mappe gratuite: Accesso a mappe cittadine, topografiche, piste da sci e campi da golf.
Tracciamento preciso dei passi e della velocità grazie al posizionamento satellitare a doppia banda che supporta sei sistemiGNSS, tra cui GPS e Galileo.
Monitoraggio completo del recupero: Analisi del battito cardiaco, HRV, VO₂ max, stress, fatica, e molto altro.
Estensione dei dati tramite l’app Zepp: Aggiunta di mini-app per ulteriori metriche, sincronizzazione con dispositivi e condivisione dei dati con piattaforme di terze parti (Strava, komoot, Apple Health, Health Connect, TrainingPeaks, Relive, Google Fit, adidas Running).
Zepp OS 5: Sistema operativo intuitivo, con notifiche migliorate, controllo vocale e alert durante gli allenamenti.
Zepp Pay: Pagamenti contactless compatibili con Curve e alcune banche che supportano MasterCard.
Un partner per il recupero: il cinturino smart Helio Strap
Amazfit Helio Strap, indossato da migliaia di atleti ai recenti Campionati del Mondo HYROX di Chicago, è fatto su misura per tracciare allenamenti specifici, gare e recupero. Molti atleti preferiscono non essere distratti da uno schermo a metà sessione. In alcuni sport, come il tennis, è addirittura vietato indossare uno smartwatch, altri invece, si tolgono l’orologio subito dopo l’allenamento. Tuttavia, il processo di recupero inizia subito dopo l’allenamento e la pianificazione della sessione successiva deve tenere conto dei livelli di affaticamento attuali.
Helio Strap è il primo cinturino smart senza schermo di Amazfit progettato per soddisfare queste esigenze. Con un peso di soli 20 g, offre un rilevamento preciso dei dati relativi all’allenamento, al post-allenamento e al recupero, proprio come il Balance 2 che utilizza la tecnologia BioTracker.
Inoltre, riceve una nuova funzione chiamata BioCharger Energy Score. A differenza del Readiness Score, che mostra la stanchezza fisica e mentale del giorno precedente, il BioCharge fornisce informazioni in tempo reale sul livello di energia (stanchezza) attuale. Grazie a questo, l’Helio Strap può essere un ottimo complemento ai dati forniti dal Balance 2.
Funzioni principali di Amazfit Helio Strap:
Lunga durata della batteria: Fino a 10 giorni di utilizzo e 25 giorni in modalità di risparmio energetico.
Monitoraggio continuo e accurato: Traccia FC, FC a riposo, HRV, qualità del sonno, stress e saturazione dell’ossigeno nel sangue.
Punteggio energetico BioCharge: Monitora il livello di affaticamento attuale in base all’esercizio fisico, allo stress, al riposo, ai pisolini diurni e all’attività in generale.
27 modalità di allenamento, tra cui corsa, camminata, ciclismo, allenamento della forza, HIIT, yoga e HYROX.
Amazfit sta rivoluzionando il modo in cui gli atleti e gli appassionati monitorano le proprie performance. Grazie alla sinergia tra Balance 2 e Helio Strap, ogni allenamento e fase di recupero sono sotto controllo, permettendo di raggiungere risultati più precisi e ottimizzati per offrire una vera esperienza multisport.
Quando nel 2021 Logitech ha annunciato l’abbandono della linea Harmony, culminata con la chiusura definitiva dei server di configurazione nel 2024 e, poche settimane fa, l’abbandono totale del supporto per la prima generazione di Harmony, migliaia di appassionati di home theater si sono trovati improvvisamente orfani del loro telecomando universale di riferimento. L’Harmony Elite, in particolare, ha rappresentato a lungo il gold standard per il controllo centralizzato di sistemi AV complessi e, sebbene il supporto a questo telecomando di seconda generazione sia ancora attivo, non è da escludere che a breve possa cessare. Dopo anni di attesa e tentativi poco convincenti da parte di altri produttori, abbiamo finalmente un degno erede: SofaBaton l’X1S, un dispositivo che potrebbe finalmente colmare il vuoto lasciato da Logitech.
Design e costruzione: ergonomia Ripensata
L’X1S adotta un approccio estetico diverso rispetto all’Harmony Elite. Mentre quest’ultimo privilegiava un design curvo e lucido, SofaBaton ha optato per una forma allungata “a barretta”, più moderna e con dimensioni più compatte: 190 x 46 x 15 mm e un peso di soli 125 grammi. La finitura opaca del telecomando risulta più pratica rispetto alla superficie lucida dell’Elite (vedi foto di confronto più in basso), riducendo significativamente impronte e riflessi. Tuttavia, l’hub resta lucido come nella controparte Harmony Elite, una scelta a nostro parere non particolarmente felice visto che questo lo trasforma praticamente in una calamita per la polvere e rimuoverla con un panno non adeguato può creare dei micrograffi sulla superficie.
La finitura lucida sebbene esteticamente accattivante è una calamita per la polvere. Come potete vedere dalla foto, appena scartato ha già cominciato ad attirare polvere
Il display OLED da 2 pollici del telecomando rappresenta un upgrade sostanziale rispetto al modello X1 precedente, offrendo una migliore leggibilità anche in condizioni di scarsa illuminazione, sebbene lo stesso non raggiunga la stessa qualità e luminosità della controparte Harmony. La funzione “raise-to-wake” è una aggiunta significativa e permette di risparmiare batteria quando non in uso. Il telecomando presenta 13 pulsanti, di cui due in forma di bilanciere per volume e combio canali, più la rotellina per il controllo delle attività e dei devices e l’anello centrale per i movimenti nei menù: tutti i pulsanti hanno un bel feeling Clicky che non fa rimpiangere troppo l’ottima fattura dell’Elite.
A differenza di Harmony Elite, il display del Sofabaton non è touch e per selezionare le diverse opzioni dovrete usare l’apposita rotellina. A nostro giudizio si tratta di una scelta intelligente, perchè rende molto più difficile la pressione accidentale quando si maneggia il telecomando e il conseguente avvio di una attività o di un device.
L’hub separato da 100 x 100 x 21 mm, come abbiamo detto, ha forma squadrata e finitura lucida ma mentre l’Harmony Elite duplicava le sue funzionalità integrandole nel telecomando stesso e nell’hub, SofaBaton ha preferito tenerle separate: il telecomando gestisce solo l’interfaccia utente, mentre l’hub si occupa delle comunicazioni con i dispositivi.
Unboxing e specifiche tecniche
Nella scatola sono presenti oltre al telecomando e all’hub, la manualistica, due cavi USB-C, uno destinato all’alimentazione dell’hub, l’altro alla ricarica del telecomando, un piccolo caricatore USB per il dock, e due cavi ricevitori IR. Assente il dock per la ricarica, un accessorio che ci avrebbe fatto sicuramente molto piacere vedere incluso nella confezione (siamo comunque riusciti a stamparne uno in 3D in pochi minuti) o un piccolo trasformatore USB per tenere tutto vicino alla TV.
Dal punto di vista delle comunicazioni, l’X1S supera nettamente le capacità dell’Harmony Elite:
Caratteristica
SofaBaton X1S
Logitech Harmony Elite
Controllo IR
Fino a 40 piedi (12m)
Fino a 50 piedi (15m)
Bluetooth
BT Classic + BLE
Solo BT Classic
Wi-Fi
Supportato nativamente
Non supportato
Dispositivi supportati
Fino a 60
Fino a 15
Batteria
1050mAh, 45 giorni
Non ricaricabile
Aggiornamenti database
Automatici via internet
Server dismessi
Sebbene non sia incluso nella confezione è possibile stamparsi con pochi euro un dock perfetto per il Sofabaton X1S
La vera rivoluzione dell’X1S dal punto di vista dei codec di comunicazione, risiede nelle sue capacità Wi-Fi e nel supporto per API HTTP locali. Questa caratteristica, assente nell’Harmony Elite, permette il controllo di dispositivi smart moderni senza dipendere da server esterni – un problema che ha afflitto molti utenti Harmony dopo la chiusura dei servizi Logitech. Per quanto riguarda il WiFi tuttavia il supporto è ancora limitato a pochi devices, Roku Wi-Fi version (dispositivi assenti sul mercato italiano), Sonos e Philips HUE, ma anche per questi device i controlli sono veramente basici.
Controllo Locale: la differenza fondamentale
Una delle critiche più feroci mosse dagli utenti Harmony riguardava la dipendenza dai server Logitech per la configurazione e gli aggiornamenti. Come documentato dalla comunità Reddit, l’X1S introduce una funzionalità rivoluzionaria: la possibilità di creare “dispositivi virtuali per controllo IP” che comunicano tramite richieste HTTP GET/POST completamente locali.
Questo significa che l’X1S può interfacciarsi direttamente con Home Assistant, Node-RED, o qualsiasi altro sistema di domotica senza richiedere connessioni esterne. Un utente esperto può configurare endpoint HTTP personalizzati per controllare illuminazione Philips Hue, sistemi Sonos, o persino server multimediali Plex – tutto rimanendo all’interno della rete locale.
La configurazione di questi dispositivi virtuali avviene attraverso l’app mobile, dove è possibile definire comandi personalizzati con:
URL endpoint specifici
Metodi HTTP (GET/POST)
Header di autenticazione
Parametri URL personalizzabili
Prestazioni sul campo: test di affidabilità
Rispetto a modelli precedenti della compagnia e anche rispetto al nostro Harmonty Elite, il telecomando è decisamente più reattivo, con l’esecuzione dei comandi e delle attività che avviene in maniera decisamete veloce ed immediata. Anche il passare da una attività all’altra è un’operazione decisamente veloce, molto più veloce ad esempio che con il nostro Elite.
Mentre SofaBaton dichiara circa 15 metri di portata, abbiamo tuttavia rilevato che la portata effettiva può essere inferiore, specialmente in configurazioni complesse con armadi chiusi, rendendo praticamente essenziale il corretto posizionamento dell’hub e dei ricevitori IR. Nelle istruzioni è infatti consigliato di posizionare l’HUB in modo che “veda” i dispositivi IR da controllare, e questo nonostante il segnale sia in grado di rimbalzare sulle pareti, non richiedendo un posizionamento frontale.
Per quanto riguarda la connettività Bluetooth, abbiamo potuto verificare che il supporto per dispositivi Apple TV presenta qualche piccolo problema che può costringere al re-pairing dopo ogni riavvio del dispositivo Apple, una problematica che l’Harmony Elite gestiva più stabilmente attraverso il proprio protocollo proprietario.
Configurazione: semplificazione del processo
Una delle funzionalità più significative dell’X1S riguarda la semplificazione del processo di configurazione. L’app SofaBaton, disponibile per iOS e Android, guida l’utente attraverso un processo logico che parte dalla ricerca dispositivi nel suo database con oltre 900.000 codici, prosegue con l’invito a verificare i comandi, a gestire i ritardi di attivazione tra un dispositivo e infine a settare la sequenza di attivazione, una funzionalità particolarmente utile quando si deve configurare l’attivazione di una catena AVR. In pochi minuti è possibile aggiungere tutti i device della propria catena AV e creare “Attività” che verranno poi sincronizzate con il telecomando. L’App gestisce inoltre in maniera eccellente anche l’aggiornamento del telecomando e rende superfluo il controllo tramite Desktop, che invece era necessario per Harmony Elite.
Il database di dispositivi supportati viene aggiornato automaticamente via internet, eliminando la dipendenza da server proprietari che ha condannato l’ecosistema Harmony, tuttavia nel nostro caso specifico abbiamo incontrato qualche difficoltà ad individuare le macchine più vecchie, ed in particolare uno dei due AVR che abbiamo utilizzato per questa prova, un vecchio ONKYO 665 (l’altro era un Denon AVR-X3500H individuato immediatamente). In questi casi è comunque possibile effettuare “l’addestramento” partendo dal telecomando originale, oppure utilizzare i comandi standard di altri ricevitori dello stesso brand.
Come tutti i device di questo tipo, il telecomando non è in grado di capire se il device è acceso o spento, quindi nel passaggio da una attività all’altra che prevede l’utilizzo dello stesso device – ad esempio la tv – è possibile che inviando due volte il comando di accensione, il tv venga spento. L’app tuttavia consente in maniera intelligente, di impostare lo spegnimento di ogni device o in automatico quando non utilizzato oppure solo alla pressione del tasto off.
L’App è inoltre compatibile sia con Google Home che con Alexa grazie all’apposita skill. Per noi italiani poter controllare finalmente le attività con l’assistente Amazon è una novità visto che Logitech non ha mai reso disponibile l’apposita skill Alexa sullo store italiano e installare quella USA o Uk non è possibile se si possiede un account ITA.
Eccezionale autonomia
Uno degli aspetti che ci ha convinto di più di Sofabaton X1S è la sua straordinaria autonomia. Come abbiamo detto, l’assenza di un dock di ricarica del telecomando o anche solo di un charger USB-C ci aveva lasciato un po’ perplessi. Il dover trasportare di continuo il dispositivo dal salotto alla nostra postazione PC per la ricarica, e ricordarci poi di doverlo riportare in salotto una volta completata, ci aveva fatto già immaginare le imprecazioni tipiche di quando sei lì pronto per rilassarti sul divano e ti accorgi di non trovare il telecomando.
La realtà è stata del tutto diversa, in queste 3 settimane di prova non abbiamo mai dovuto ricaricare il telecomando, nonostante al primo avvio la sua batteria non fosse nemmeno al 100%: tenuto conto che ci abbiamo giocato parecchio proprio per scoprirne le funzionalità, si tratta di un risultato eccezionale.
Confronto prestazionale: X1S vs Harmony Elite
Nel giudicare questo Sofabaton X1S non si può non fare un confronto immediato con l’Harmony Elite, che per tanto tempo ha rappresentato il non plus ultra dei telecomandi universali. Nonostante su alcuni aspetti il Logitech conservi ancora il primato, questo X1S ci ha soddisfatto a pieni voti soprattutto per quanto riguarda Autonomia, Facilità di configurazione e ovviamente supporto futuro. In questa tabella qui sotto vi riassumiamo l’esito del nostro confronto diretto.
Aspetto
SofaBaton X1S
Harmony Elite
Vincitore
Facilità configurazione
⭐⭐⭐
⭐⭐⭐
Pareggio
Affidabilità IR
⭐⭐⭐
⭐⭐⭐⭐⭐
Elite
Supporto dispositivi moderni
⭐⭐⭐⭐⭐
⭐⭐
X1S
Controllo smart home
⭐⭐⭐⭐
⭐⭐⭐⭐⭐
Elite
Autonomia
⭐⭐⭐⭐⭐
⭐⭐
X1S
Supporto futuro
⭐⭐⭐⭐⭐
⭐
X1S
Analisi del rapporto qualità-prezzo
Con un prezzo di listino di 249 euro su Amazon, inoltre, l’X1S si posiziona competitivamente rispetto ai 350 e più che l’Harmony Elite raggiungeva prima del suo abbandono da parete di Logitech. Considerando che sul mercato dell’usato un Elite in buone condizioni costa ancora intorno ai 200 euro, l’X1S rappresenta un’alternativa perfetta, non solo economicamente ma anche e soprattutto dal punto di vista tecnologico.
Commento finale
Il SofaBaton X1S rappresenta una soluzione pragmatica al problema del post-Harmony. Non è perfetto, ma è il primo dispositivo che affronta seriamente le limitazioni dell’ecosistema Harmony (dipendenza da server, supporto limitato per dispositivi moderni, mancanza di connettività Wi-Fi) offrendo un’alternativa concretamente utilizzabile.
La vera forza dell’X1S risiede nella sua architettura aperta e nell’approccio locale-first che lo rende “future-proof” in un modo che l’Harmony Elite, dipendente da server ormai dismessi, non può più essere.
Per chi cerca un successore diretto all’Harmony Elite, l’X1S offre l’85% delle funzionalità con il 100% della tranquillità di supporto futuro. In un mercato dove le alternative sono limitate e spesso insoddisfacenti, rappresenta attualmente la scelta più razionale per il controllo centralizzato di sistemi home theater moderni.
Un successore competente che, pur con alcuni compromessi, rappresenta la migliore opzione attualmente disponibile per sostituire l’ecosistema Harmony.
L’estate è ormai arrivata, esami e lavoro permettendo, e assieme alla bella stagione Nintendo ha lanciato la sua Switch 2, nuova versione della apprezzatissima console ibrida del colosso nipponico. Tra divertenti novità e versioni rivedute e corrette, la console Nintendo può essere la perfetta compagna delle vostre giornate in spiaggia. Scopriamo quali titoli portare sotto l’ombrellone per scacciare la noia.
1. Mario Kart World
Non potevamo non menzionare il titolo di lancio di Nintendo Switch 2 e unica esclusiva della nuova generazione by Nintendo. Mario Kart World è il videogioco perfetto per la spiaggia, divertente, impegnativo al punto giusto e perfetto per chi vuole divertirsi in compagnia. Scegliete il vostro personaggio preferito e saltate, grindate e sfrecciate per gli imprevedibili tracciati di questa nuova iterazione di uno dei brand storici di Nintendo.
2. Sonic X Shadow Generations
Oltre il baffuto idraulico ideato da Miyamoto, vi consigliamo di portare il nuovo titolo dedicato al riccio blu e compagnia cantante di SEGA. Questo nuovo capitolo vi accompagnerà alla riscoperta del passato di Shadow, il riccio nero nato dalla malvagia mente di Gerald Robotnik (il nonno di Eggman per intenderci). La cartuccia di gioco però include una serie di contenuti divertentissimi, da una versione rimasterizzata di Sonic Generations e di alcuni dei livelli più amati degli ultimi 20 anni, da affrontare con il riccio blu degli anni ’90 e quello moderno. Perfetto per le pause tra un tuffo e l’altro.
3. Puyo Puyo Tetris 2S
Se invece siete tipi che amano solleticare le vostre sinapsi, accantonate per un attimo la Settimana Enigmistica e tuffatevi nel coloratissimo mondo di Puyo Puyo e Tetris. Questa versione, uscita ad inizio giugno, vede unirsi i rompicapi più famosi del mondo, il russo Tetris ed il giapponese Puyo Puyo, due stili di gioco che si fondono per il vostro divertimento. Divertitevi con la ricchissima modalità Avventura oppure sfidatevi con gli amici. Perfetto per sessioni mordi e fuggi.
4. Street Fighter 6
Se anche in spiaggia amate menar le mani (e non volete prendere una denuncia), la versione Switch 2 dell’ultimo gioco della leggendaria serie di titoli picchiaduro è la scelta perfetta. Scegliete tra più di 18 lottatori, tra lottatori vecchi e nuovi, e sfoggiate le vostre abilità a suon di pugni, calci e colpi speciali. Oppure, cominciate il vostro viaggio con il World Tour, la ricca modalità storia per giocatore singolo che ha conquistato i giocatori.
5. Fast Fusion
La nuova versione di Fast Fusion, realizzata appositamente per Switch 2, potrebbe essere il vostro titolo dell’estate, infatti, vi catapulterà in un mondo di velocità supersonica e antigravità. Il tutto accompagnato dalla ricchissima possibilità di personalizzazione del proprio veicolo. Insomma, se avete amato alla follia F-Zero, questo titolo vi farà divertire sotto l’ombrellone, e non solo.
6. Mario Party Summer Jamboree
Beh, se parliamo di estate e giochi Nintendo Switch da portare in spiaggia, non può mancare la nuova iterazione della storica serie di party game dell’idraulico baffuto. La versione Switch 2 arriverà il 24 luglio, ma i minigiochi che arricchiscono questo titolo sono la soluzione perfetta per chi, prima di tornare in acqua, desidera divertirsi con gli amici affrontando più di 110 diversi minigiochi, il numero più alto della serie.
7. Kirby e la Terra Perduta
Kirby ed il suo coloratissimo mondo possono essere degli ottimi compagni di avventura in spiaggia con la vostra Nintendo Switch 2. È vero, la versione aggiornata con DLC “Il Mondo Astrale” arriverà solo il prossimo 28 agosto, ma se volete approfittare della retrocompatibilità Nintendo potrete accompagnare il simpaticissimo eroe rosa in questo nuovo viaggio. Perfetto anche per intrattenere i più piccoli, prima di riportarli a giocare tra le onde.
8. Survival Kids
L’ultimo titolo che potrebbe essere perfetto per un’estate da videogiocatori è proprio Survival Kids. Il viaggio che noi “Figli dei Goonies” avremmo sempre voluto vivere. Parte tutto da una mappa all’interno di una cantina polverosa, un viaggio indimenticabile per i 4 protagonisti. Si tratta di un survival co-op, che vi permetterà di giocare in locale con un altro amico e scoprire quali sorprese vi offrirà il meraviglioso angolo di paradiso che vi ospiterà.
Ma The Legend of Zelda, Mario Odyssey e altre grandi esclusive della Grande N? La risposta è semplice, abbiamo scelto i titoli per Nintendo Switch 2 perfetti per la spiaggia, quindi abbastanza veloci da giocare e non molto complessi nella trama e nei comandi. E voi, quale gioco per Nintendo Switch 2 porterete sotto l’ombrellone?
I giocatori PC di tutto il mondo sono in fremente attesa dell’arrivo dei Saldi Estivi Steam 2025, e finalmente possiamo fissare la data sul calendario (con buona pace dei nostri portafogli). I saldi estivi di Steam infatti offriranno dal 26 giugno al 10 luglio 2025 due settimane di sconti imperdibili sui migliori titoli disponibili sulla piattaforma di Valve.
Quando iniziano i Saldi Estivi Steam 2025?
I Saldi Estivi Steam 2025 prenderanno il via giovedì 26 giugno alle ore 19:00 (ora italiana) e si concluderanno mercoledì 10 luglio alle 19:00. Come da tradizione, gli sconti saranno disponibili per l’intera durata dell’evento, senza rotazioni giornaliere.
Cosa aspettarsi dai Saldi Estivi Steam 2025
Quest’anno, Valve promette una delle edizioni più ricche di sempre con:
Sconti fino al 90% su migliaia di titoli
Offerte speciali sui giochi AAA più recenti
Promozioni esclusive per i giochi indie
Minieventi e badge da collezionare
Possibili sorprese e regali per la community
Prepararsi ai saldi: consigli utili
Per sfruttare al meglio i saldi ecco alcuni consigli per non farsi sfuggire nessuno sconto.
Aggiungete i giochi desiderati alla lista dei desideri per ricevere notifiche sugli sconti;
Impostate un budget prima dell’inizio dei saldi;
Controllate i bundle, che spesso offrono risparmi maggiori;
Non dimenticate di esplorare le gemme nascoste nelle categorie meno popolari
I Saldi Estivi rappresentano il momento perfetto per ampliare la propria libreria con titoli che aspettavate da tempo o scoprire nuovi giochi a prezzi vantaggiosi.
Restate sintonizzati sul nostro sito per aggiornamenti, le migliori offerte e consigli sui giochi da acquistare durantei Saldi e non dimenticate di sintonizzarvi ogni settimana sul nostro canale Twitch dove il mitico Edbecks il giovedì ci consiglia i migliori giochi da riscattare gratis dai vari store nella sua rubrica “Giochixpovery” e TheBach il lunedì ci fa scoprire i titoli migliori che è possibile riscattare sulla piattaforma Humble Choice (e non solo).
Il team svedese dei DoubleMoose– già conosciuti per i loro sgangherati Animal Super Squade Just Die Already – sotto l’ala dell’editore di indie games The Arcade Crew, con il suo ultimo shooter Abyssus vuole far emergere dalle profondità dei mari un esperienza ricca di horror lovecraftiano, stile brinepunk, e il più frenetico degli FPS roguelite.
Fondiamo l’arcana energia della salamoia marina con le attrezzature per l’esplorazione dei fondali degli oceani, e prepariamoci a dare vita a un palombaro tanto letale quanto fragile all’interno della sua tuta. E se proprio non ce la sentiamo d’affrontare gli orrori che ci aspettano centinaia di chilometri sotto la superfice del mare in solitaria, assoldiamo altri tre amici e incrociamo le dita che la prossima spedizione non finisca in maniera violenta, o per lo meno, senza il becco di un quattrino.
Le acque dell’orrore
Scesi nei fondali marini, verremo guidati attraverso le oltre 60 stanze interamente costruite a mano, ma posizionate in maniera randomica – con altrettanti modificatori e set di nemici -, che dovremo superare fino a giungere a uno dei boss presenti nel gioco. E purtroppo il compito non sarà per niente semplice.
Abyssus non tiene per mano il giocatore, e dimostra rapidamente quanto la morte, o il fallimento di una spedizione, sia un qualcosa tanto inevitabile quanto necessario per poterci fare un passo in più verso nuove scoperte marittime. Trovarci sopraffatti da un gran numero di nemici, siano essi macchine mortali provenienti dal mondo Inca, o ranocchie magiche troppo cresciute nelle foreste antiche, non sarà una situazione rara.
Per avere la meglio in ogni evenienza dovremo considerare il nostro stile di combattimento, sia esso basato sulla grande mobilità, piuttosto che sull’arresto dei nemici, o il controllo dell’area d’azione. Diverse bocche di fuoco – con due modalità di sparo – ci daranno diverse possibilità d’ingaggio, e assieme ad alcune abilità richiamabili con un tasto, ci aiuteranno a costruire il miglior set per adeguarci alle nuove run.
In Abyssus, come in ogni roguelite che si rispetti, nel corso delle nostre giocate avremo modo di sbloccare anche dei perks che ci forniranno ulteriori vantaggi situazionali e sulla base delle nostre necessità. Potremo richiamare scudi, orde di fantasmi, o anche lampi e fiamme, ma nulla di tutto ciò servirà se non avremo piena padronanza dei patterns dei nemici che affronteremo, e conoscenza delle mappe in cui combatteremo.
Pressione schiacciante
Le mappe rivestono un ruolo molto importante, e a volte una combo non proprio eccellente di gadgets e arma scelta può essere compensata con un ottima capacità di movimento; qua ancora più incentivata grazie alla presenza di un doppio salto e di un tasto adibito allo scatto e richiamabile in qualsiasi momento previa il termine del suo periodo di cooldown.
Abyssus non concede la possibilità di ricaricare la nostra vita, costringendoci ad avere nervi d’acciaio anche in situazioni apparentemente disperate. Raggiungere la prossima stanza con qualche manciata di punti vita sarà all’ordine del giorno, e investire i punti che avremo ottenuto a ogni run per fornirci nuovi potenziamenti – o agevolazioni -, nelle nostre discese diventerà presto una routine della quale non potremo più fare a meno.
Se non ci aggrada molto vivere la morte in solitaria, Abyssus ci permette di chiedere aiuto fino ad altri 3 palombari. Potremo persino modificare il nostro aspetto per non confonderci con gli altri. Affrontare le sfide delle stanze in compagnia, i suoi obbiettivi che occasionalmente modificano le dinamiche di gioco, possono risultare in momenti di pura ironia, dove la frustrazione del fallimento passa rapidamente in secondo piano.
E anche se dovessimo essere richiamati al campo base, ci basterà pianificare meglio come spendere le nostre abilità, rivedere come equipaggiare le nostre armi, e magari scegliere amici più competenti, prima di gettarci a capofitto contro creature di ogni genere.
Commento finale
Abyssus emerge come un’esperienza dove l’ambientazione brinepunk dona al titolo una personalità vista in pochi altri lavori, e con scenari che trasmettono un costante senso di mistero e inesplorato. Il combattimento presenta un giusto equilibrio tra mobilità e utilizzo ponderato del nostro arsenale, spingendoci a muoverci con precisione chirurgica ed estrema velocità. La componente cooperativa si mostra già come un cardine dell’intera fruizione della produzione, e non manca molto per testare con i nostri fidati amici – o persone completamente estranee – questa mortale passeggiata nei fondali marini. Abyssus approderà su PC via Steam il 12 agosto 2025, e se riuscirà a mantenere l’atmosfera e l’identità mostrate finora, potrebbe essere un interessante alternativa nell’universo degli indie shooters. Carichiamoci le bombole d’ossigeno, e i fucili di munizioni, perché la pesca sarà grossa!
Dopo mesi di accesso anticipato, Midnight Murder Club arriverà in release completa il prossimo 14 Agosto su PlayStation 5 e PC.
Con l’occasione, il titolo riceverà al lancio un aggiornamento che aggiunge un nuovo livello di caos mentre già da oggi gli host di Midnight Murder Club potranno attivare un nuovo set nella modalità “Wildcards”, che aggiunge nuovi e diabolici modi per bloccare gli amici. Il nuovo aggiornamento (già disponibile su Steam) introduce le seguenti carte:
Flameskull: Fai volare questo teschio infuocato nel maniero finché non esplode in una palla di fuoco.
Falling Chandelier: Prepara una trappola con un lampadario che cade sulla testa dei malcapitati membri del club.
All in the Chamber: Spara tutti i proiettili in un colpo solo, trasformando il tuo revolver in un fucile
Shrink Shot: Se vieni colpito, il tuo personaggio si rimpicciolisce!
Gift from the Grave: Dopo la morte, ritorni in gioco con un dono che ti dà un vantaggio.
Knives Only: La tua pistola spara solo a salve. Giocattoli e coltelli sono l’unico modo per eliminare gli altri.
Growing Glow Trails: Ogni uccisione allunga la tua scia luminosa, rendendoti un bersaglio più facile.
Pinged to Death: Ogni uccisione genera dei ping nel maniero, rivelando le posizioni dei giocatori.
Party Room: Una stanza casuale del maniero si trasforma, arricchendosi di una palla da discoteca e musica. Il luogo perfetto per uno scontro a fuoco!
Sound Blast Jazz Club: Dai un tocco jazz ai tuoi spari sostituendoli con strumenti musicali.
Midnight Murder Club è un party game horror caotico e divertente, in cui ogni partita racchiude urla, sorprese e corse nel buio. Insieme ai tuoi facinorosi preferiti e armato solo di torcia e revolver, dovrai procedere in punta di piedi e facendo battute per superare trappole, strumenti e il caos totale in un luogo in cui la chat di prossimità trasforma ogni sussurro in uno spavento e il caos in divertimento.
Ti diamo il benvenuto nel Midnight Murder Club
Hai ricevuto un invito a unirti al Midnight Murder Club, un gruppo esclusivo che fornisce ai suoi iniziati solo una pistola e una torcia, per poi spedirli nelle buie sale di una villa. Indossa una maschera per nascondere la tua identità e unisciti ai tuoi amici in un gioco di inganni, percezione e mira. Nell’oscurità, ogni scelta può fare la differenza.
Acquista Midnight Murder Club e invita fino a cinque amici a unirsi a te con l’Edizione pass ospite senza costi aggiuntivi. Un acquisto copre il gruppo intero (proprio come quando compri un gioco da tavolo per la serata giochi!). Ogni modalità di gioco, ogni sorpresa, senza scuse. Dopotutto, cosa sarebbe una villa piena di omicidi e caos senza un po’ di compagnia?
Bisbigli nel buio
La chat di prossimità crea momenti tesi ed esilaranti mentre ti muovi a tentoni tra gli oscuri corridoi della villa. Ascolta i passi ovattati di qualcuno che corre lungo il corridoio al piano di sopra, poi avvicinati di soppiatto verso gli spari che provengono dalla stanza vicina. Ascolta la risata del tuo avversario echeggiare tra gli alti soffitti della villa mentre emergi vittorioso da una sparatoria.
Modalità carte jolly
Sopravvivere non è solo una questione di abilità, ma anche di saper piegare le regole a proprio vantaggio. Gira le chance in tuo favore grazie alle carte jolly, potenti strumenti in grado di sconvolgere ogni partita. Personalizza gli strumenti, spara attraverso i muri o muori in un’esplosione di gloria, letteralmente. Le carte jolly possono sconvolgere ogni partita, aggiungendo svolte imprevedibili alle modalità di gioco esistenti con colpi di scena dirompenti che terranno tutti sulle spine. In questa modalità, il caos la fa da padrone.
Sei ospiti. Un gioco mortale.
La differenza tra la luce e il buio è fondamentale: i membri del Midnight Murder Club sono costretti a scegliere tra la sicurezza delle tenebre e i rischi di accendere una torcia. Vedere gli altri giocatori può fornire informazioni preziose, ma se tu vedi loro, allora significa che anche loro possono vedere te. Affidati agli altri sensi per orientarti nella villa e trovare i tuoi avversari.
Gli strumenti del demonio
In giro per la villa sono nascoste trappole, armi e altri bei giocattoli che potranno aiutarti a superare la notte. Ingoia delle speciali pillole per vedere nel buio. Indossa un giubbotto antiproiettile per difenderti dai tuoi avversari. Immobilizza i nemici con una trappola per orsi o dagli fuoco con una bomba molotov. La varietà degli oggetti disponibili rende unica ogni partita.
Un gioco di scelte
Che gioco avrà in serbo il Club per te e i tuoi amici stanotte? Ci sono molti modi per giocare a Midnight Murder Club, dalle più classiche alle modalità a obiettivo, che richiedono maggiore riflessione e strategia mentre esplori i segreti nascosti nei meandri di Villa Wormwood.
Mentre tutti staremo ancora guardando le puntate finali di Squid Game, Netflix entra nel vivo dell’estate: ecco il palinsesto di Luglio 2025.
Inutile negarlo: dopo aver lanciato la stagione conclusiva del fenomeno sudcoreano, la piattaforma streaming prosegue il suo percorso nel 2025 regalando le puntate conclusive di un’altra serie cult. The Sandman sarà il principale appuntamento del mese, con una distribuzione frammentata che inizierà il 3 Luglio, proseguirà il 24 e culminerà il 31. Ma non ci sarà solo l’adattamento dell’opera di Neil Gaiman da godersi. Tra i film, segnaliamo The Old Guard 2, Ziam ed 84m² mentre sul versante delle serie TV occhio a TOO MUCH ed UNTAMED. Ma il mese offrirà emozioni anche per gli amanti dell’animazione e dei documentari, con prodotti come L’estate in cui Hikaru è morto e Trainwreck: il bambino del dirigibile.
Netflix sta per condividere il catalogo delle nuove uscite per Luglio 2025sulla propria pagina ufficiale, tuttavia sulla piattaforma arriveranno altri prodotti che troverete nell’elenco sottostante.
Troverete inoltre qualche piccolo consiglio sui titoli da tenere in considerazione in grassetto per il Luglio proposto da Netflix, oppure per le novità del mese di Giugno laddove vogliate più suggerimenti.
1° Luglio
Attack on London: caccia gli attentatori del 7 luglio (Docuserie)
Departure 3 (Serie TV)
2 Luglio
Tour de France: Sulla scia dei campioni 3 (Docuserie)
The Old Guard 2 (Film)
3 Luglio
DanDaDan 3 (Serie di animazione)
The Sandman 2 – Prima parte (Serie TV)
4 Luglio
All the Sharks: in cerca di squali (Docuserie)
5 Luglio
L’estate in cui Hikaru è morto (Serie di animazione)
8 Luglio
Better Late Than Single (Serie TV)
9 Luglio
Los gringo hunters (Serie TV)
Soleil noir (Serie TV)
La città proibita (Film)
Ziam (Film)
10 Luglio
Brick (Film)
7 Orsi (Miniserie di animazione)
Leviathan (Serie di animazione)
TOO MUCH (Serie TV)
11 Luglio
Madea: Matrimonio alle Bahamas di Tyler Perry (Film)
14 Luglio
Pino (Documentario)
Sakamoto Days – Seconda parte (Serie di animazione)
15 Luglio
Vita segreta di Maria Capasso (Film)
Trainwreck: il bambino del dirigibile (Docufilm)
17 Luglio
Amina’s Catalog (Serie TV)
UNTAMED (Miniserie)
18 Luglio
Delirio (Miniserie)
Superestar (Miniserie)
84m² (Film)
21 Luglio
The Hunting Wives (Serie TV)
24 Luglio
The Sandman 2 – Seconda parte (Serie TV)
My Melody & Kuromi (Serie di animazione)
31 Luglio
The Sandman 2 – Terza e conclusiva parte (Serie TV)
Il GAMM Game Museum di Roma, il più importante Museo dedicato all’arte videoludica, si prepara a ospitare una mostra esclusiva dedicata a DOOM: The Dark Ages, l’ultimo capitolo della leggendaria saga videoludica. L’evento, che celebra il lancio del gioco avvenuto il 15 maggio 2025 e soprattutto lo straordinario successo di critica (noi gli abbiamo assegnato un voto STELLARE!), si terrà presso la sede del museo in Via delle Terme di Diocleziano 36, con un weekend di apertura ricco di attività dal 4 al 6 luglio, mentre l’esposizione rimarrà visitabile fino al 18 luglio.
Pezzi unici in esposizione
I visitatori potranno ammirare creazioni straordinarie ispirate al nuovo capitolo della serie, tra cui:
L'”Arazzo dello Slayer“, un’opera unica ispirata al celebre arazzo medievale di Bayeux che raffigura i protagonisti del gioco
Una replica imponente dello scudo dello Slayer realizzata da Artidex Studio, dotata di meccanismo a lame rotanti funzionante, con dimensioni di 1,1 x 2,6 metri e un peso di 300 kg
Una riproduzione perfetta del Flagello utilizzato dal protagonista, creata da Future Works
Durante tutta la durata dell’esposizione di cui trovate il programma qui sotto, i visitatori potranno cimentarsi in un quiz sulla storia del videogioco attraverso i totem presenti all’interno del museo.
Per saperne di più su questa straordinaria ed imperdibile mostra, non possiamo che rimandarvi al comunicato stampa qui sotto.
La mostra DOOM: The Dark Ages sarà ospitata al GAMM Game Museum di Roma
Un weekend epico per celebrare il lancio di DOOM: The Dark Ages, l’ultimo capitolo della famosa saga, pubblicato su PC, Xbox, PlayStation 5 e Game Pass il 15 maggio 2025. Appuntamento al GAMM Game Museum di Roma, Via delle Terme di Diocleziano 36, dal 4 al 6 luglio 2025 , per l’apertura della mostra dedicata a DOOM fino al 18 luglio.
DOOM: The Dark Ages arriva al GAMM Game Museum di Roma e lo fa, come da tradizione, in maniera roboante.
Durante il weekend del 4-6 luglio 2025 tutti i videogiocatori e gli appassionati del DOOM Slayer potranno ammirate una speciale mostra allestita con oggetti unici e iconici dedicati all’ultimo capitolo della saga, partecipare a eventi dedicati, tra cui speciali conferenze, e giocare su console Xbox a DOOM: The Dark Ages.
Il GAMM Game Museum è entusiasta di essere stato scelto come tappa italiana per esporre al pubblico queste incredibili creazioni ispirate a DOOM: The Dark Ages.
Per celebrare una serie che ha fatto la storia dei videogiochi, i visitatori del museo potranno ammirare l'”Arazzo dello Slayer”, un oggetto unico ispirato al celebre arazzo medievale di Bayeux e raffigurante i protagonisti di DOOM: The Dark Ages. Inoltre, sarà esposta una replica dello scudo dello Slayer, realizzata da Artidex Studio, che include un meccanismo a lame rotanti, proprio come si vede nell’arma caratteristica del gioco. Le dimensioni sono notevoli: 1,1 x 2,6 metri e un peso di 300 kg!
Infine, i fan potranno ammirare una replica perfetta del Flagello del gioco, realizzata da Future Works, che lo Slayer usa per abbattere orde di demoni.
Il weekend dal 4 al 6 luglio prevede una serie di attività dedicate pensate appositamente per gli appassionati di DOOM e del gaming in generale, mentre la mostra rimarrà aperta fino al 18 luglio. Sarà inoltre disponibile un quiz sulla storia del videogioco in tutti i totem presenti all’interno del museo per tutta la durata della mostra.
PROGRAMMA
Venerdì 4 luglio
Ore 20:00: Opening serale e inaugurazione della mostra
Ore 21:00 Talk “DOOM: Inferno interattivo”*
Speaker: Marco Accordi Rickards (Direttore GAMM), Carlo Pastore (Docente Centro Sperimentale di Arti Interattive/ FUSP di Storia del videogioco) e Daniele Di Clemente (Review Editor, Vgmag.it)
*Il Talk è una discussione generale sul franchise che esprime il parere dei singoli partecipanti e non è da ritenersi un talk ufficiale di id Software
Sabato 5 luglio
Area gaming libera + demo retro e nuove versioni
10:00 “Short talks: alla scoperta delle professioni del settore videoludico” – a cura del Centro Sperimentale di Arti Interattive
Domenica 6 luglio
Area gaming libera + demo retro e nuove versioni
15:00 Contest cosplay
18:00 Premiazione cosplay e chiusura
DOOM: The Dark Ages è il prequel per giocatore singolo di DOOM (2016) e DOOM Eternal, grandi successi di critica. I giocatori vivranno un nuovo, ma familiare, ciclo di combattimenti che li sfiderà a padroneggiare nuove abilità e armi. Esplora mondi mai visti prima, prendi il volo sul nuovo feroce Mecha Drago, polverizza i Titani su un enorme mecha Atlan, e riduci in poltiglia i demoni in questa storia d’azione degna della leggenda dello Slayer.
DOOM: The Dark Ages è disponibile su Xbox Series X|S, Xbox PC, Steam, Battle.net e PlayStation 5, ed è possibile giocare già da subito con Game Pass Ultimate o PC Game Pass. Provalo sia su Series X|S che su Xbox da PC senza costi aggiuntivi con Xbox Play Anywhere. Per saperne di più, dai un’occhiata al sito ufficiale all’indirizzo https://www.doom.com.
C’è qualcosa di incredibilmente rilassante e magnetico in HUTAN. Sarà per la sua peculiare ambientazione, che richiama la bellezza della natura incontaminata del sud-est asiatico. Sarà per la prospettiva di dedicarsi ad un titolo distenstivo, a metà tra pianificazione strategica e grande accessibilità anche per i giocatori solitari.
Dopo aver firmato un classico moderno come Heat, Asger Harding Granerud e Daniel Skjold Pedersen tornano con un titolo che mescola piazzamento tessere e gestione delle risorse nella prospettiva di una foresta pluviale. Tra fiori da coltivare ed habitat da rendere adatti alla fauna locale, HUTAN ricalca le suggestive orme di Harmonies con una personalità tutta sua… tuttavia basterà per distinguersi?
Il titolo è disponibile al prezzo di € 34,99 dal 28 Marzo nei negozi fisici e presso i rivenditori online, distribuito nel nostro Paese da Asmodee Italia.
Confezione di vendita
Il packaging di HUTAN colpisce da subito per due caratteristiche evidenti.
La prima è legata al design estetico. La confezione (26 cm di lunghezza per 26 cm di altezza oltre a 7,5 cm di profondità) è un trionfo di colori che richiamano la lussureggiante foresta pluviale, mettendo al centro dell’attenzione non solo la rigogliosa flora ma anche l’esotica fauna dell’ecosistema indonesiano. La seconda emerge invece con chiarezza quando si prende in mano la proposta Asmodee: il suo peso. Parliamo di circa due kg, un quantitativo che sorprende (e che può rendere scomodo il trasporto a determinate condizioni) visto che, in teoria, non sono comprese componentistiche di grosso calibro. O quantomeno si tratta del pensiero preliminare, che sparisce al momento dell’unboxing.
Al suo interno, HUTAN rivela infatti una generosa selezioni di elementi. Parliamo di 16 plance Foresta Pluviale, 130 Fiori, 64 Alberi, 15 Animali (in legno), un Segnalino Pangolino, 70 carte Fiore, 24 carte Ecosistema ed un blocchetto segnapunti. Numeri consistenti, resi ancor più elevati se si pensa che praticamente quasi ogni elemento è incastonato in una delle (tante) fustelle presenti nella confezione.
Proprio le operazioni iniziali di “defustellamento” tendono a portar via parecchio tempo. Abbiamo impiegato circa quaranta minuti per sbrigare la predisposizione di elementi e pedine compreso l’assemblaggio degli Alberi, che sono 64 ma costituiti da due pezzi ciascuno… quindi 128 complessivi. Parliamo quindi di oltre 250 elementi, realizzati in un cartoncino robusto e resistente, che inevitabilmente richiede un po’ di pazienza all’inizio.
Con un numero così imponente di pedine, HUTAN fornisce altresì un organizer interno da assemblare. Un extra imprescindibile che semplifica enormemente il trasporto e rende molto più rapide le operazioni di inizio e fine partita.
Regole della partita
Come nella migliore tradizione dei titoli a piazzamento tessere, anche HUTAN riesce a coniugare saggiamente immediatezza e strategia sia nella sua configurazione multigiocatore sia nella modalità in solitario.
Ciascun giocatore dispone di quattro tessere fluviali, rappresentazione dell’habitat naturale in cui far crescere Fiori ed Alberi al fine di ospitare la fauna. Ogni tessera presenta degli spazi liberi ed altri in cui son presenti specchi d’acqua. Mentre i primi permettono lo svolgimento di ogni azione, nei secondi non possono trovare spazio Fiori ed Alberi. Il setup iniziale prevede poi la predisposizione di un mercato comune con cinque carte Fiore.
Durante i propri turni, i giocatori dovranno scegliere una carte Fiore dal mercato incassando i relativi segnalini. A quel punto, dovranno disporli sulla personale plancia foresta rispettando la regola dell’adiacenza ortogonale. Posizionare i Fiori assume una rilevanza strategica, visto che impilando due Fiori si da vita ad un Albero. Quando tutte le caselle di un’area ospitano Alberi, l’ultimo piazzato lascia il posto ad un Animale. A loro volta, gli Animali introducono una nuova dinamica strategica in quanto hanno la capacità di incrementare il tasso di crescita sulle aree adiacenti. Si apre così la possibilità di far crescere nuovi Fiori, a condizioni diverse dall’iter tradizionale.
HUTAN può poi essere ulteriormente stratificato e reso maggiormente impegnativo con l’introduzione di appositi Scenari, Sfide e Modifiche. Si tratta di pattuizioni particolari che rendono ogni partita ancor più strategica e stimolante.
La partita si svolge in nove round complessivi, con ogni giocatore che ha due turni per round. Il giocatore che avrà accumulato il maggior numero di punti (a seconda del numero di alberi, di zone completate, di animali ed obiettivi raggiunti) sarà il vincitore.
L’esperienza di gioco
HUTAN è stato in grado di alimentare la nostra inesauribile passione per i titoli fondati sul piazzamento tessere ed annessa gestione delle risorse.
Grazie ad un regolamento totalmente accessibile nella sua estrema immediatezza ed al suo carattere sempre appassionante, il titolo Asmodee ha confermato l’ottimo intuito dei propri designer. Ovviamente parte del merito è da condividere anche con la splendida direzione artistica del veterano Vincent Dutrait con un tratto che ci ha ricordato uno stile da enciclopedia illustrata anni ’80. Bellissimo.
I profili strategici di HUTAN son assolumente apprezzabili, con una richiesta di attenzione crescente. Ogni decisione è importante e la pianificazione fa la differenza in ogni partita, con una varietà di situazioni davvero buona. Come già citato, il sistema di sfide e missioni garantisce una longevità ancora più alta ad un tipo di gioco già longevo per definizione. Da applausi la modalità in solitario, che guadagna rigiocabilità e mordente grazie a Scenari, Sfide e Modifiche.
HUTAN tuttavia soffre di qualche piccolo difetto. Anzitutto, la grande quantità di materiali paga un inevitabile dazio dal punto di vista della potenziale confusione visiva delle partite. Da un lato, assistere allo sviluppo verticale di foreste che nascono e si popolano è gratificante. D’altro canto, quando avrete tutte le plancie stracolte di segnalini, il colpo d’occhio potrebbe diventare anche fin troppo caotico e sovrappopolato. Magari una differenziazione dei materiali avrebbe aiutato, anche se è verosimile che questo avrebbe comportato un eccessivo innalzamento del costo del titolo.
Al tempo stesso, HUTAN vive ancora una scomoda concorrenza proprio con quell’Harmonies di cui avevamo parlato in premessa. Condividendone parte del concept di partenza e delle suggestive ambientazioni naturalistiche, l’eleganza del titolo di Johan Benvenuto (dalle meccaniche ai materiali passando per la direzione artistica) rischia di mettere in ombra il seppur ottimo HUTAN. Insomma: un po’ una sfortuna uscire sul mercato a distanza così ravvicinata. Soprattutto viste le innagabili qualità e la grande personalità del prodotto di Granerud e Pedersen.
Commento finale
Dopo aver creato quel classico moderno di nome Heat, Asger Harding Granerud e Daniel Skjold Pedersen tornano con HUTAN. Piazzare tessere e gestire risorse nella foresta pluviale indonesiana si è rivelata un’esperienza tanto distensiva quanto avvincente grazie a regole semplici ed un’ottima profondità strategica anche con la modalità in solitario. Al netto di una componentistica a tratti esuberante nelle quantità e di un concept che rievoca recenti best seller, la nuova proposta di Asmodee Italia vi farà scoprire il piacere di curare un ecosistema tra foreste rigogliose ed animali selvaggi.
Fatshark rompe il silenzio con un aggiornamento doppio per Warhammer 40,000: Darktide. Dal 23 giugno 2025 è disponibile la nuova classe Arbites, primo DLC a pagamento del gioco, affiancata da Battle for Tertium, un update gratuito che reimmagina l’esperienza narrativa del titolo.
Il cuore dell’espansione è l’arrivo degli Arbites, brutali esecutori della Lex Imperialis, ora giocabili in tre edizioni acquistabili su PC, PS5 e Xbox Series X|S:
Standard Edition: 11,99 €
Deluxe Edition: 18,99 €
Cosmetic Upgrade (da Standard a Deluxe): 7,99 €
Arbites: il braccio armato della legge
La nuova classe porta in battaglia abilità uniche e un albero talenti che permette di costruire l’Arbitrator secondo diversi stili: dal combattimento ravvicinato alla gestione del Cyber-Mastiff, dal supporto alla pura potenza offensiva.
Il cane cibernetico è personalizzabile nel nome e nell’aspetto, può agire autonomamente o essere comandato su bersagli specifici e diventa parte integrante della strategia. Le abilità Blitz includono granate a impatto, mine elettriche e detonazioni remote, mentre quelle da combattimento spaziano dalla Castigator’s Stance per potenziamenti temporanei alla Break the Line per stordire i nemici.
Non manca anche la possibilità di scegliere uno stile di gioco senza Cyber-Mastiff, grazie al talento Lone Wolf, che potenzia l’Arbitrator con bonus diretti in assenza del compagno a quattro zampe.
Battle for Tertium: una nuova narrativa per tutti
Accanto alla nuova classe, Fatshark lancia Battle for Tertium, un aggiornamento gratuito che rivede completamente la progressione per i nuovi giocatori, ora inseriti in una campagna lineare con filmati inediti, nuove voci e una maggiore coerenza narrativa.
Le missioni ora seguono un ordine prestabilito, con una maggiore cura nella disposizione dei nemici e nella costruzione del contesto. Anche la mission board è stata rinnovata: ora si può scegliere la difficoltà dopo aver selezionato una missione, sbloccando nuovi livelli attraverso il completamento degli incarichi anziché tramite il semplice livello del personaggio.
Modalità, eventi e miglioramenti: Tertium prende fuoco
L’aggiornamento introduce anche la nuova difficoltà Auric per l’attività Mortis Trials, assieme a nuove “memory echoes”per approfondire il passato della Shipmistress Brahms. Dal 23 giugno al 7 luglio è attivo anche l’evento Inferno, con ricompense esclusive per chi completerà le missioni incendiarie.
Infine, debutta una nuova campagna Havoc, accompagnata da una serie di miglioramenti richiesti dalla community: aumento degli slot per armi e personaggi, e oltre 900 nuove linee di dialogo che coinvolgono anche la nuova classe Arbites.
Un’espansione dal doppio volto
Con questo aggiornamento, Darktide mostra due volti complementari: da una parte, l’evoluzione del gameplay per i veterani grazie alla classe Arbites, dall’altra, una ristrutturazione pensata per rendere il gioco più accessibile ai nuovi arrivati. Fatshark dimostra di voler investire sul lungo termine, curando sia il contenuto sia l’esperienza complessiva.
La legge su Tertium ora ha un volto. E un mastino. E non fa sconti.
C’è qualcosa in Death Stranding che, fin dal primo passo, ti costringe a rallentare. Non solo per il peso che porti sulle spalle, o per le frane improvvise che piegano il terreno. È una lentezza diversa. Una che ha il ritmo del respiro, del silenzio, dell’attesa. On the Beach non fa eccezione. Anzi, ne è la sublimazione.
A cinque anni dal debutto (qui la nostra recensione della Director’s Cut del 2021) della sua opera più divisiva e personale, HideoKojima torna con un sequel che osa essere ancora più radicale, ancora più intimo, ancora più necessario. Perché Death Stranding 2 non è un semplice “numero due”. È una dichiarazione. Un manifesto. Un’esperienza che rifiuta ogni compromesso, che ti guarda dritto negli occhi e ti chiede: “Quanto sei disposto a sentire?”
Questa non è un’avventura nel senso classico. Non ci sono salti nel vuoto o boss fight da esibire in uno speedrun. C’è piuttosto una linea tracciata nella sabbia – a volte rotta, spezzata, lavata via – che chiede di essere seguita con attenzione. Con rispetto. E soprattutto, con umanità. Perché On the Beach è, prima di tutto, una storia di legami. Tra persone, tra mondi, tra vivi e morti.
Questa è la recensione di un’esperienza difficile da incasellare. Un’opera che sfida la definizione stessa di videogioco, ma che proprio per questo riesce a parlare con forza, con verità. Ed è per questo che oggi, controller alla mano, siamo tornati a seguire le orme di Sam. Ancora una volta. Ancora una spiaggia.
Versione testata : PlayStation 5
Trama e atmosfera: un’odissea post-umana tra connessioni e fantasmi del passato
C’è un mondo oltre la spiaggia. Un mondo che ci somiglia, ma è fatto di cicatrici, risonanze e promesse infrante. In Death Stranding 2: On the Beach, Kojima torna a parlarci dal futuro, ma lo fa con lo sguardo di chi ha ancora paura del presente. Dopo il messaggio iniziale del primo capitolo – un viaggio fisico ed emotivo per ricucire l’America frammentata – questa volta l’autore sposta il baricentro del racconto verso un piano ancora più intimo e disilluso, dove l’oceano è metafora del tempo, la spiaggia è luogo di passaggio e il ritorno alla vita è un’impresa da pagare con il sangue e la memoria.
La narrazione si apre in modo criptico, ma fortemente evocativo: Sam Porter Bridges, ormai segnato dal primo viaggio, è un uomo diverso. Non solo nei gesti, più lenti e riflessivi, ma nella direzione che sceglie di seguire. Non è più un semplice corriere, ma un reduce. Uno che porta il peso di ciò che ha unito, ma anche di quello che ha perso. L’incipit, con il nuovo rifugio nel deserto rosso e le apparizioni di Lou – o meglio, della sua nuova identità – getta immediatamente il giocatore in un vortice di mistero e malinconia, dove ogni incontro ha il sapore di un déjà-vu e ogni parola sembra scolpita sulla sabbia, pronta a sparire alla prossima onda.
Il ritmo, come da tradizione, è dilatato e meditativo. La scrittura si prende i suoi tempi, costringendoci a osservare, ascoltare, assorbire. Ma non è mai gratuita: ogni scena, ogni dialogo, ogni sogno che emerge dalla spiaggia ha un peso simbolico preciso. Kojima non dà risposte, ma neppure gioca a confondere: chiede al giocatore di esserci, davvero, dentro questo mondo spettrale in cui i confini tra vita e morte, tra passato e presente, diventano liquidi come le lacrime che i personaggi non riescono più a versare.
Il tono generale è più cupo, più disilluso. Se Death Stranding era una fiaba malinconica che credeva ancora nella speranza, On the Beach è una riflessione adulta e struggente sul senso della connessione quando il legame è stato già spezzato. I personaggi – vecchi e nuovi – sono anime rotte in cerca di una forma, e l’umanità che traspare dai loro sguardi, dai loro errori, è forse il tratto più sincero di questo sequel. Una storia che parla di lutto, di rinascita, di seconde possibilità. Ma che, a ogni passo, ci ricorda quanto sia fragile l’equilibrio tra ciò che scegliamo di tenere e ciò che lasciamo andare.
Gameplay: la fatica del viaggio, la forza della connessione
Death Stranding 2 non abbandona la sua identità. La conserva, la difende e la riscrive, come fa chi è consapevole della propria unicità. Il cuore del gioco resta lo stesso: un viaggio a piedi, lento, ostinato, faticoso. Ma questa volta, l’atto del muoversi ha un peso ancora maggiore, perché non si tratta più solo di consegnare, ma di proteggere, costruire, difendere ciò che è rimasto. La struttura da walking simulator estremo evolve in una vera e propria esperienza strategica cooperativa – pur restando rigorosamente single player – in cui ogni scelta topografica ha conseguenze tangibili e ogni percorso va pianificato con attenzione quasi ossessiva.
L’esplorazione è più varia e imprevedibile, con ambientazioni che spaziano dai deserti marziani del Sudamerica alle coste desolate della nuova frontiera oceanica. Le mappe non sono più ampie soltanto in senso orizzontale, ma si sviluppano in verticale, costringendo il giocatore a sfruttare ogni risorsa disponibile: scale estensibili, rampini motorizzati, funivie, piattaforme mobili. Anche le condizioni atmosferiche giocano un ruolo cruciale, con il timefall che ritorna in forma più aggressiva e imprevedibile, ma con nuove varianti ambientali, tra cui tempeste sabbiose e venti magnetici, che costringono a ridefinire in corsa i piani di movimento.
Il gameplay introduce anche una componente più marcatamente action, ma mai invasiva. Le fasi di combattimento sono ancora rare e significative, mai banali o spettacolari nel senso hollywoodiano: si combatte per necessità, non per spettacolo. Le armi – molte delle quali ora sfruttano proprietà “organicizzate” della materia Chirale – si adattano al nuovo contesto narrativo, e la possibilità di combattere insieme ai Companion in tempo reale, con ruoli attivi nella battaglia, rende ogni scontro più dinamico e drammatico. Si può comandare una piccola unità, posizionare coperture mobili, creare diversivi. Ma la vera forza resta nella fuga, nella scelta di non combattere.
Il sistema asincrono di cooperazione online ritorna, più ambizioso che mai. Ogni costruzione lasciata nel mondo può davvero salvare un altro giocatore, ogni ponte, ogni corda, ogni rifugio è un atto di fiducia nel prossimo. Il modo in cui Death Stranding 2 integra le presenze altrui, senza mai renderle visibili, ma sempre percepibili, è ancora una volta commovente. E il senso di comunità che ne deriva è uno degli aspetti più rivoluzionari dell’intero progetto: non si gioca mai davvero da soli, anche se si è da soli sullo schermo.
Ma la vera svolta di On the Beach arriva con l’introduzione del sistema di Echo Route. Una meccanica che permette di rivivere frammenti di viaggio già compiuti – propri o altrui – come guide o premonizioni, capaci di modificare le scelte successive. Si tratta di una forma di “memoria condivisa” che va oltre il concetto di salvataggio o replay: è un modo per imparare dal passato, dal proprio e da quello collettivo. E se si accetta questa filosofia, il gameplay di Death Stranding 2 si trasforma in qualcosa di unico: un continuo dialogo tra chi siamo e chi siamo stati, tra la fatica del passo e il senso del cammino.
I Companion: volti noti, nuove anime e legami più profondi
Nel primo Death Stranding, Sam era un lupo solitario per scelta e necessità. In On the Beach, invece, la solitudine lascia spazio alla coralità, senza mai rinunciare alla dimensione intima del racconto. La vera rivoluzione narrativa sta proprio qui: nel modo in cui i Companion diventano parte integrante – e viva – del viaggio. Non semplici comprimari o personaggi di supporto, ma esseri umani complessi, fragili, sorprendenti, capaci di cambiare il corso dell’intera esperienza.
Ogni Companion ha una sua traiettoria narrativa autonoma, una motivazione che si intreccia con quella di Sam ma che non ne è subordinata. Fragile, ad esempio, è profondamente cambiata: segnata dagli eventi, più risoluta, ma anche più consapevole dei suoi limiti. La sua presenza non è costante, ma ogni volta che torna, il gioco rallenta, si fa più riflessivo. Le conversazioni sono lunghe, sfumate, dense di silenzi che parlano. Il nuovo personaggio di Drawbridge, invece, porta una visione radicale, quasi messianica, della missione, e la tensione ideologica che si crea tra lui e Sam è uno dei motori più forti della storia.
Tecnicamente, i Companion sono controllati dall’IA, ma le loro azioni sono imprevedibili, quasi umane. Non si limitano a seguire o ad aiutare: prendono iniziative, suggeriscono percorsi, reagiscono alle condizioni ambientali e – soprattutto – sbagliano. Possono cadere, farsi male, rallentare il gruppo, costringere a deviare. E in tutto questo, generano un coinvolgimento emotivo raro, autentico. Prendersi cura di loro diventa parte della narrazione. E quando si fermano a parlare attorno a un fuoco, in una pausa rubata al tempo, sembra quasi di sentire il battito di un’umanità perduta.
La novità più potente è però legata al sistema di Empatia Chirale, un’interazione dinamica tra Sam e i Companion basata su connessioni invisibili che si rafforzano – o si deteriorano – a seconda delle scelte compiute. Non ci sono parametri da ottimizzare, ma vibrazioni, sguardi, gesti. La fiducia si costruisce lentamente, e può svanire in un attimo. Alcuni momenti – senza spoiler – riescono a colpire con una delicatezza devastante, e il legame che si crea con determinati personaggi va oltre la logica del videogioco: sembra qualcosa di profondamente umano.
In questo senso, Death Stranding 2 riesce dove molti open world falliscono: non si limita a inserire NPC funzionali, ma li rende centrali, indispensabili. E lo fa senza forzature, senza schemi da RPG classico, ma attraverso l’arte sottile dell’attenzione: una parola al momento giusto, un silenzio pieno di significato, una scelta che cambia tutto. Perché alla fine, come ci aveva già insegnato il primo capitolo, siamo legati gli uni agli altri da fili invisibili. E questa volta, quei fili si sentono tirare davvero.
Una regia autoriale che osa: la visione di Kojima al suo apice
Quando si parla di Death Stranding, il nome di Hideo Kojima non è mai un dettaglio. È il cuore pulsante dell’intera esperienza, l’occhio registico che decide cosa mostrare, quando farlo e, soprattutto, cosa lasciare in sospeso. On the Beachnon fa eccezione. Anzi, rilancia, sperimenta, spinge ancora più in là i confini tra videogioco e cinema. Ma lo fa con maggiore maturità, come se il tempo intercorso dal primo capitolo avesse permesso a Kojima di limare le sue ossessioni e renderle ancora più potenti.
La narrazione si sviluppa su più livelli: quello fisico del viaggio, quello emotivo dei personaggi, e quello concettuale delle idee che attraversano tutto il gioco come correnti sotterranee. Il linguaggio è denso, spesso criptico, ma mai fine a sé stesso. Ogni cutscene – e ce ne sono molte, alcune lunghissime – è girata con una cura maniacale per il dettaglio: inquadrature studiate, movimenti di camera lenti ma espressivi, una fotografia che sembra uscita da un film d’autore scandinavo. Ma il punto non è la bellezza. Il punto è il significato che ogni immagine porta con sé.
La spiaggia – the beach – non è più solo un luogo metafisico di passaggio tra vita e morte. È diventata un simbolo complesso, stratificato, che cambia significato in base a chi la attraversa. E la regia lo riflette, con cambi di ritmo improvvisi, salti temporali destabilizzanti, momenti di pura contemplazione che si alternano a scene di violenza brutale o tenerezza disarmante. È un continuo oscillare tra generi e toni, dove nulla è mai completamente chiaro ma tutto sembra profondamente vero.
Kojima non ha paura di osare, di rischiare. Inserisce lunghi dialoghi filosofici, sequenze oniriche che sfidano la logica, spezzoni musicali che sembrano usciti da un videoclip, e persino momenti in cui il giocatore è chiamato a fare… niente. Solo guardare, ascoltare, riflettere. In altri giochi sarebbe un azzardo. Qui è la regola. E funziona, proprio perché si percepisce che dietro ogni scelta c’è una visione. Una voce.
Eppure, Death Stranding 2 non è un film mascherato da gioco. È, al contrario, un videogioco che sfrutta al massimo il suo mezzo per raccontare qualcosa che altrove non sarebbe possibile. La regia non serve solo a mostrare, ma a far vivere. Le scelte estetiche, le ellissi, i silenzi, sono parte integrante del gameplay emotivo che Kojima ha perfezionato. E quando, dopo ore di cammino, una scena ti esplode davanti come un pugno allo stomaco o una carezza all’anima, capisci che sei dentro qualcosa di unico. Di irripetibile. Di profondamente umano.
Il peso delle immagini: un’opera visiva stratificata, disturbante e magnetica
In Death Stranding 2: On the Beach, ogni fotogramma sembra contenere un significato, una suggestione, un richiamo. Non c’è un singolo elemento del comparto artistico che sembri lasciato al caso. L’estetica del gioco non si limita a colpire per la sua bellezza tecnica – che pure è impressionante – ma costruisce un’identità forte, disturbante e affascinante, che accompagna costantemente il giocatore anche nei momenti più silenziosi e riflessivi.
Il contrasto tra l’ultraterreno e il concreto, tra l’organico e l’artificiale, tra la carne e il metallo, è il filo conduttore di una direzione artistica che si fa dichiaratamente inquieta. Le nuove ambientazioni oceaniche e desertiche, dal Messico devastato alla base mobile galleggiante Drawbridge, amplificano l’immaginario già alieno del primo capitolo e lo spingono verso territori ancor più visionari, dove il simbolismo e la metafora sono ovunque. Kojima non cerca realismo, cerca coerenza interna: ogni oggetto, creatura o paesaggio ha un motivo per esistere, e quel motivo spesso ci parla più del mondo reale che del suo stesso universo narrativo.
L’uso dei colori, in particolare, è chirurgico. Le tinte neutre e fredde dominano gran parte dell’esplorazione, lasciando poi spazio a esplosioni improvvise di rossi, verdi acidi o gialli opprimenti nei momenti di maggiore tensione narrativa. Non si tratta mai di una scelta casuale. Il colore, in On the Beach, è comunicazione emotiva: trasmette disagio, speranza, smarrimento. La spiaggia stessa – che torna a essere il cuore tematico e visivo del gioco – è un non-luogo onirico, perennemente sospeso tra la morte e la rinascita, tra il mito e il dolore. E ancora una volta, anche senza dire nulla, dice tutto.
Ma è il design delle creature e degli oggetti a sancire definitivamente il distacco di Kojima da qualsiasi estetica mainstream. Le BT evolute, le nuove entità ibride, gli strumenti portati da Drawbridge e la chitarra-arma di Higgs sono espressioni di un’estetica postumana, in cui il corpo diventa mezzo, simbolo, o addirittura macchina narrativa. L’orrore in Death Stranding 2 è sempre mediato dallo stupore visivo, e viceversa. Non esiste un mostro che non sia anche un’idea, un messaggio, una riflessione sul nostro rapporto con la tecnologia, con l’ambiente, con la solitudine.
Tecnicamente, il Decima Engine lavora con una fluidità e una ricchezza che fa impressione: la resa della pelle, delle superfici bagnate, dei riflessi e degli effetti particellari raggiunge livelli mai toccati nemmeno da Horizon Forbidden West, dimostrando ancora una volta quanto questa tecnologia sappia evolversi sotto mani esperte. Ma non è la definizione dei pixel a stupire: è la densità di senso racchiusa nelle immagini. On the Beach è uno di quei giochi in cui verrebbe voglia di fermarsi ogni due minuti per fare uno screenshot – non tanto per condividerlo, quanto per contemplarlo.
In un’industria che spesso si rifugia in stilemi visivi già visti, Hideo Kojima ci ricorda che l’estetica, nel videogioco, può e deve essere anche provocazione, inquietudine, vertigine.
Il suono del vuoto, della speranza e dell’ignoto
In un’opera come Death Stranding 2: On the Beach, il sonoro non è un semplice accompagnamento: è linguaggio, è atmosfera, è senso puro. Fin dai primi passi, il giocatore è immerso in un ecosistema uditivo che alterna il silenzio più inquietante a esplosioni emotive cariche di pathos, con un’intelligenza musicale che solo pochissimi autori riescono a concepire con tale coerenza.
A guidare la colonna sonora troviamo ancora una volta il tocco inconfondibile di Ludvig Forssell, affiancato da compositori ospiti e band che tornano a prestare la propria voce al mondo di Kojima. La scelta dei brani, come nel primo capitolo, è calibrata con precisione chirurgica: Low Roar, Silent Poets, Woodkid e altri artisti ritornano o debuttano, ma ogni canzone arriva sempre nel momento esatto in cui deve arrivare. Il gioco non usa la musica per decorare: la usa per raccontare, per segnare un passaggio, per incidere un’emozione nella memoria del giocatore. Quando parte un brano vocale, il tempo si ferma. Lo si ascolta, lo si vive, lo si ricorda. E dopo, il gioco non è più lo stesso.
Non è raro trovarsi immersi in chilometri di cammino immersi nel silenzio più assoluto, rotti solo dal suono delle scarpe nella sabbia o dalla pioggia che batte sul parka. È in questi momenti che On the Beach riesce a evocare qualcosa di unico: una solitudine che non è vuoto, ma densità di percezioni. Ogni oggetto posato, ogni veicolo, ogni macchina, ogni entità BT ha un timbro specifico, riconoscibile, costruito con una cura quasi maniacale. Le onde sonore costruiscono paesaggi prima ancora che lo facciano le texture.
Anche il doppiaggio gioca un ruolo fondamentale in questa costruzione acustica. Le performance vocali di Norman Reedus, Léa Seydoux, Troy Baker, Elle Fanning e Shiori Kutsuna – accompagnate da un notevole cast di comprimari – non si limitano alla recitazione, ma diventano parte integrante del soundscape. Le inflessioni, le pause, persino i respiri: tutto è pensato per integrare parola e spazio, voce e vuoto. Il risultato è un impianto sonoro in cui ogni frase pronunciata sembra sospesa nel tempo, come se anche la voce avesse bisogno di attraversare la spiaggia prima di raggiungere l’orecchio del giocatore.
L’integrazione del DualSense su PS5 completa questa sinfonia tattile e auditiva con vibrazioni minuziosamente progettate, feedback adattivi sui grilletti e persino l’uso dinamico dell’altoparlante del controller per restituire comunicazioni radio, suoni di BB, rumori ambientali. È un’immersione sensoriale completa, mai invasiva, sempre espressiva.
In un panorama ludico dove la musica spesso si limita a seguire l’azione, Death Stranding 2 alza l’asticella: qui il suono non segue, ma guida. È il suono a portare avanti la narrazione, a suggerire lo stato d’animo del protagonista, a trasformare ogni singolo passo in qualcosa che ha un peso. E in un gioco dove tutto parla di connessioni, è giusto che sia proprio il suono il primo ponte che si costruisce tra noi e questo mondo tanto rotto quanto indimenticabile.
Comparto tecnico e prestazioni su PS5
Se Death Stranding era già un gioiello tecnico su PlayStation 4, Death Stranding 2: On the Beach rappresenta il pieno compimento della visione di Hideo Kojima, resa possibile solo grazie alla potenza della nuova generazione. Il Decima Engine, motore sviluppato da Guerrilla Games, viene qui portato a un livello mai visto prima, spingendosi ben oltre quanto fatto in Horizon Forbidden West o nel Director’s Cut del primo capitolo. A colpire non è solo la qualità delle texture o la modellazione dei personaggi, quanto la naturalezza con cui ogni elemento si fonde in un mondo vivo, dinamico e a tratti quasi iperrealistico.
Ogni superficie bagnata dalla pioggia temporale riflette il mondo circostante con un realismo che ha dell’incredibile, le variazioni climatiche influenzano fisicamente la resa ambientale e la direzione della luce naturale evolve in tempo reale, generando tramonti mozzafiato e nebbie mattutine che sembrano dipinte a mano. Su PS5, il titolo gira stabilmente a 60 fps nella modalità performance, offrendo un’esperienza fluida anche nelle situazioni più concitate, come le sequenze d’azione con Drawbridge o le nuove boss fight. La modalità grafica, invece, punta ai 4K nativi con ray tracing attivo: i riflessi sulle superfici metalliche e la profondità dell’illuminazione globale sono un vero spettacolo, anche se a scapito della fluidità (limitata a 30 fps stabili).
Non va sottovalutato nemmeno il lavoro sul fronte audio 3D, perfettamente sfruttato dal sistema Tempest Engine della console Sony. Sentire il fruscio della pioggia che ti circonda, il rumore dei BB in lontananza o il respiro del tuo personaggio affaticato mentre arrampica un versante scosceso, crea un senso di immersione che pochi altri titoli sono riusciti a trasmettere con questa intensità. Anche il DualSense fa la sua parte: i grilletti adattivi restituiscono la fatica delle salite o la resistenza di una corda tesa, mentre il feedback aptico distingue con precisione il contatto con superfici diverse, dalla sabbia alla roccia, fino alla sensazione viscerale dell’acqua sulla pelle sintetica delle tute.
Nel complesso, Death Stranding 2 su PS5 è un’esperienza visivamente e sensorialmente superiore, in cui la tecnologia non è solo uno sfoggio estetico ma un’estensione perfetta del gameplay e della narrazione. Una dimostrazione di forza elegante, mai gratuita, che conferma quanto il team di Kojima Productions abbia ormai raggiunto un controllo quasi assoluto sul proprio motore creativo.
Differenze con il primo capitolo e novità principali
Chi si aspettava una semplice espansione o una replica raffinata del primo Death Stranding si troverà di fronte a qualcosa di molto diverso. On the Beach non è solo un sequel, ma una vera e propria reinvenzione del viaggio di Sam Porter Bridges. È un titolo che si riallaccia agli eventi del predecessore con coerenza e rispetto, ma che al tempo stesso ne scardina le fondamenta per raccontare qualcosa di nuovo, più maturo, più rischioso. Dove il primo gioco celebrava la solitudine e la ricostruzione, il secondo riflette su appartenenza, responsabilità e sacrificio collettivo. La narrativa è più sfaccettata, i dialoghi meno criptici e più umani, e il mondo di gioco, pur rimanendo frastagliato e alienante, è ora più ricco di incontri e di possibilità.
La più grande rivoluzione arriva però sul piano strutturale e ludico. Se il primo capitolo si reggeva quasi interamente sul concetto di consegna e connessione, Death Stranding 2 introduce una dimensione più varia e corale. Le missioni di trasporto non spariscono, ma vengono ridimensionate e integrate in una rete di attività molto più ampia, tra cui spiccano le azioni di squadra con Drawbridge, la possibilità di svolgere operazioni sincronizzate con altri corrieri, e le fasi più apertamente stealth e action che arricchiscono il ritmo. A ciò si aggiunge la gestione del Quartier Generale, la costruzione di strutture mobili e un sistema di potenziamento dei veicoli e dell’equipaggiamento che strizza l’occhio ai giochi di ruolo.
Tra le novità più sorprendenti troviamo anche la nave-città, una base mobile su cui si sviluppano sequenze narrative, attività collaterali e missioni da coordinare. In essa convivono NPC con routine dinamiche, spazi da esplorare e terminali da cui è possibile osservare l’evoluzione della rete di Drawbridge. Non mancano poi i momenti più contemplativi, in cui Kojima invita ancora una volta a rallentare: come i nuovi strumenti musicali per comporre melodie durante le pause, o la possibilità di prendersi cura del proprio BB in modo più profondo e interattivo.
Infine, Death Stranding 2 rivede completamente anche il sistema di combattimento, rendendolo più responsivo, modulare e creativo. Le armi ora possono essere personalizzate e modificate sul campo, i nemici presentano pattern più aggressivi e intelligenti, e le boss fight si spingono verso scenari surreali e memorabili, ereditando molto del linguaggio visivo che Kojima ha sperimentato nei suoi corti cinematografici più recenti. Tutto, insomma, converge verso un’esperienza che resta inconfondibile ma che non ha paura di evolversi, spiazzare, persino sbagliare in certi frangenti. Ed è proprio questa ambizione a renderla unica.
Commento finale
Death Stranding 2: On the Beach è un’opera che divide, che sfida, che non cerca mai di piacere a tutti. E proprio per questo riesce a lasciare un segno più profondo. Hideo Kojima torna a parlare di connessioni, ma questa volta lo fa in un mondo che non ha più bisogno di essere unito: lo fa in un mondo che deve imparare a convivere con le proprie fratture, con le sue ombre, con le sue memorie spezzate. È un videogioco che parla di lutto e di speranza, di scelte collettive e sacrifici personali, ma che riesce a restare un gioco nel senso più puro e profondo del termine. Dal punto di vista ludico, il titolo evolve con coerenza la formula originale, integrando nuove meccaniche, ritmi più dinamici e una struttura più stratificata, dove la componente narrativa e quella gestionale si incontrano senza mai scontrarsi. Non tutto è perfetto: alcune sezioni risultano ancora troppo lente, certe scelte di gameplay potrebbero disorientare chi si aspetta un’azione più continua, e qualche passaggio narrativo rischia di risultare eccessivamente criptico. Ma sono piccole crepe in un’opera che riesce, ancora una volta, a essere visionaria, fragile e potentemente umana. Il comparto tecnico su PS5 rasenta l’eccellenza: caricamenti fulminei, pulizia visiva, stabilità granitica, senza rinunciare al dettaglio artistico che rende ogni inquadratura degna di uno scatto fotografico. Il DualSense viene sfruttato in modo eccellente, così come l’audio 3D e il feedback aptico, rendendo ogni passo, ogni goccia di pioggia e ogni battito del cuore del BB parte viva dell’esperienza. In definitiva, Death Stranding 2 è molto più di un sequel. È un’opera seconda che riscrive il senso della prima, un nuovo viaggio che non cancella il precedente ma lo trasforma, lo rielabora, lo sublima. È uno di quei giochi che chiedono fiducia, tempo, e un pizzico di abbandono. Ma se ci si lascia andare, On the Beach riesce a toccare corde che raramente il videogioco moderno osa sfiorare.