David Leitch torna alla regia con Bullet Train, un thriller d’azione dai ritmi folli con Brad Pitt nel ruolo del protagonista. Il film, tratto dal romanzo best seller di Kōtarō Isaka “I sette killer dello Shinkansen”, è prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.
Brad Pitt è il protagonista di un film corale con un gruppo di assassini diversi tra loro, tutti con obiettivi collegati ma contrastanti, sullo sfondo di una corsa senza sosta attraverso il Giappone moderno. I killer si trovano sullo stesso treno e ci vorrà poco per far scattare una guerra tra loro. Stando alle immagini, sembra che il protagonista sia reduce da una conversione che, almeno in parte, gli ha fatto ripudiare il suo lavoro. Si dice non più disposto ad uccidere e tenta di risolvere gli assalti nemici con metodi alternativi. Tuttavia, sembra che i suoi colleghi non siano dello stesso parere e siano pronti ad ucciderlo senza pietà.
Tutto il trailer di Bullet Train è distinto da una scia di umorismo tipica del cinema di Leitch. Il regista americano, infatti, torna dietro la macchina da presa dopo le esperienze più che positive con Deadpool 2 e Atomica Bionda. Nella sua carriera c’è anche un ruolo da regista non accreditato nel primo John Wick (di cui è anche uno dei produttori) e la regia di Fast & Furious – Hobbs & Shaw. Insomma, se c’è qualcosa che possiamo aspettarci da questo film è sicuramente una buona dose di azione adrenalinica a suon di battute sopra le righe.
Oltre al trailer è stato diffuso anche un poster promozionale che raffigura una delle hostess del treno, presente anche alla fine del trailer. In entrambi i materiali promozionali, non si fa cenno alla data d’uscita ufficiale del film. Tuttavia, sappiamo che la pellicola sarà distribuita nei cinema a luglio del 2022.
L’uscita di WWE 2K22 è sempre più vicina e 2K ha rilasciato oggi un nuovo trailer per presentare due delle modalità più attese di questo nuovo titolo: MyRise e Showcase.
Come abbiamo già avuto modo di constatare, l’atleta di copertina di questa edizione sarà Rey Mysterio, uno dei lottatori più amati nella storia di questo sport. Proprio alla sua carriera è dedicato il focus su Showcase del nuovo trailer. La modalità permetterà infatti di ripercorrere la ventennale esperienza del luchador in WWE. I giocatori potranno dunque giocare nei panni di Rey e rivivere i suoi scontri più iconici.
In MyRise, invece, potremo creare la nostra star del wrestling e portare avanti una carriera da lottatori professionisti. Divisa in due diverse storie, la modalità ci permette di scegliere tra la lega maschile e quella femminile. Entrambe avranno una storia diversa e saranno caratterizzate da scelte differenti. In entrambi i casi, tuttavia, i giocatori partiranno dalle leghe più basse per poi raggiungere la WWE ed eventi come il Money in the Bank.
Solo pochi giorni fa, inoltre, 2K ha diffuso il roster completo (consultabile a questo link) di WWE 2K22 con tanto di valutazione generale dei lottatori. Dall’elenco, notiamo che il wrestler più forte è Undertaker nella versione Ministry of Darkness (con un overall di 93), contenuta nei pacchetti del bonus preordine.
Il titolo avrà, infatti, due edizioni, una standard e una deluxe nella quale saranno inclusi il pacchetto Undertaker Immortal, un Season Pass per tutti i cinque contenuti DLC che saranno successivamente rilasciati; il MyRISE Mega-Boost e pacchetti SuperCharger con edizioni limitate di WWE SuperCard. Per i giocatori che prenoteranno prima dell’8 marzo 2022, il gioco sarà disponibile tre giorni prima del lancio. Chi prenoterà la versione PlayStation 5 o Xbox Series X|S riceverà inoltre il pacchetto Starrcade ’96 Rey Mysterio.
WWE 2K22 uscirà l’11 marzo 2022 su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S e PC.
Fare meglio dopo “Il cavaliere oscuro” con un protagonista come Batman probabilmente è un’impresa quasi al limite dell’impossibile. Successivamente è arrivato Ben Affleck che ha parzialmente rovinato la figura dell’uomo pipistrello e forse un po’, sentite cose arriviamo a dirvi, anche lo stesso Christopher Nolan che dopo aver portato a livelli senza precedenti di realismo la saga di Batman con uno dei film migliori del franchise, non ha saputo incrementare ciò che ha creato nel suo sequel del 2012.
Quindi quale potrebbe essere la strategia del regista di “Cloverfield” Matt Reeves per migliorare qualcosa che già di per sé è difficile replicare? La Risposta è facile: fare un film più oscuro e dalle atmosfere più noir del “Cavaliere Oscuro” e più lungo di “Dune” con un Batman stand-alone dalla mentalità ancora più seria. Appoggiarsi a questi elementi non significa automaticamente che il pubblico potrebbe gradire e/o comprendere pienamente la visione di Reeves. Ma questo “film noir” di quasi tre ore è, molto probabilmente, tra i migliori del suo bistratto genere, anche se – o più giustamente, perché – ciò che rende il film così grande è la sua volontà di smantellare e interrogare il concetto stesso di supereroi.
Trama
I due anni trascorsi a pattugliare le strade nei panni di Batman (Robert Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali, hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth (Andy Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini.
Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoë Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino (Colin Farrell), Carmine Falcone (John Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista (Paul Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione che da tempo affliggono Gotham City.
La svolta che prende questo film è unica nel suo genere: Reeves fa qualcosa che modifica la percezione di quelli che, per anni, sono stati gli standard delle produzioni o delle serie televisive ispirate dai fumetti. Infatti, tenta di spogliare il genere dalla maggior parte dei suoi più noti elementi di natura soprannaturale (anche più di quanto abbia già fatto la trilogia di Christopher Nolan) e introduce una versione del supereroe dai lineamenti ideologici più complessi, un classico eroe pulp che sembra, moralmente parlando, quasi un antieroe.
Mentre in questo genere di film i supereroi vengono identificati come figure negative solo dai cattivi e quindi dal rivale del protagonista, in “The Batman” la percezione sembra essere diversa e lo spettatore, preso alla sprovvista, si potrebbe fare la seguente domanda: E se i buoni in realtà non fossero davvero così buoni? E se la persona su cui contavamo per proteggerci potesse in realtà peggiorare la situazione? Sono tutte domande lecite che però, man mano che si avanza nel film, troveranno risposte più che adeguate. Anche se, inizialmente, il rischio è quello di sconfortare/confondere lo spettatore. Ma è un rischio, come precedentemente accennato, preventivato e ottimamente realizzato a livello di spiegazioni con l’intreccio di trama.
Un nuovo protagonista
Parliamo di attori. Nel corso del tempo, un po’ come è accaduto con le innumerevoli pellicole di 007, nell’interpretare Batman ci sono stati diversi caratteri cinematografici: Da Michael Keaton (diretto da un magistrale e quasi debuttante Tim Burton) a Val Kilmer e George Clooney (entrambi diretti dal compianto Joel Schumacher) fino ad arrivare ad un’epoca più recente in cui Christian Bale si è reso protagonista della leggendaria trilogia targata Nolan di cui, successivamente, a raccogliere il testimone è stato Ben Affleck che però, vuoi per la qualità scadente dei film targati nel suo periodo in cui Batman non era neanche il protagonista assoluto, non è mai stato pienamente apprezzato da critica e pubblico. Questa volta tocca a Robert Pattinson ereditare un ruolo non semplice da gestire vista l’enorme mole di interpreti avuti in passato.
L’ex cupa star di “Twilight” in questa pellicola, oltre ad esserne il protagonista, rappresenta la psicologia torturata del personaggio orfano che si ritrova ad affrontare i misteri e le angosce che rappresentano il suo passato in un mondo moderno divenuto ormai decisamente più pericoloso. Gotham è alla costante ricerca di una figura chiave politica che possa far cambiare pagina e reputazione alla città divenuta con il tempo un posto in cui regna principalmente solo l’anarchia la corruzione e delinquenza che però non riguarderà solo ai meri atti malavitosi ma svierà anche sullo spaccio di sostanze illecite. I vigilantes mascherati, nonostante per anni si siano messi a disposizione delle forze dell’ordine, non sono visti come affidabili e infatti l’uomo pipistrello, se non fosse per l’ispettore Gordon, non è percepito bene da gran parte del corpo armato. Questo è sicuramente uno dei punti cruciali del nuovo film targato Revees ed è un aspetto interessante che renderà la trama molto fitta e intensa poiché, questi fattori, non si annideranno solo alla malavita locale ma toccheranno anche altri settori.
Un nemico colto e temibile
Ed è qui che entra in gioco uno dei nemici più carismatici e temibili di Batman: L’Enigmista (interpretato da un Paul Dano magnifico e genuinamente inquietante) che vuole emergere ed ergersi come figura trascinante del popolo per smascherare, tramite dei giochi mentali sadici e letali, quei farabutti dei colletti bianchi incorporati e corrotti ai più alti livelli di potere.
Uno dei motti ricorrenti è il “Basta bugie”, che è uno degli atti d’accusa (scritto in rosso sangue) scarabocchiato sul volto della prima vittima dell’assassino, nientemeno che l’ignobile sindaco di Gotham (Rupert Penry-Jones). Questo è solo uno dei numerosi omicidi macabri perpetrati da questo vendicatore maniacale, che è contorto e moralista come quel folle che possiamo riscontrare nei film di “Saw”.
C’è però una riflessione che vorremmo fare: entrambi gli uomini (Batman e l’Enigmista) sembrano essere dei vigilanti, anche se uno si preoccupa di aiutare la polizia, mentre l’altro tende a prendere di mira le istituzioni e la corruzione sistemica per minare la nostra fede in tali istituzioni. Per farlo utilizza dei mezzi livestream. In realtà, per quanto geniale sia stata la scelta del regista di implementare tale caratteristica al popolare cattivo di Batman, a lungo andare l’impressione che abbiamo avuto è che il messaggio che voleva recapitarci Revees fosse che anche la tecnologia può nascondere delle insidie pericolose.
Un po’ come, recentemente, si possono trovare nei gruppi segreti presenti in alcune piattaforme social piene di disinformazione e odio che possono essere a loro volta sfruttati per fini non benevoli propagandistici. L’enigmista, senza troppi giri di parole, potrebbe avere qualcosa in comune con questo pensiero ed è solo Batman l’eroe in grado di disintegrare queste problematiche, infatti solo lui sembra comprendere i difficili enigmi rilasciati dal villain della DC.
In modi molto più inquietanti di quanto la maggior parte del pubblico potrebbe aspettarsi, “The Batman” incanala (senza estremizzare eccessivamente) le paure e le frustrazioni del nostro attuale clima politico, presentando una saga criminale corposa e completa che mescola elementi del classico film di gangster con commenti all’avanguardia sulle sfide che il mondo moderno deve affrontare. È un’impresa enormemente ambiziosa e abbastanza forte da funzionare. Ovviamente il film comprende anche altri elementi già noti per chi conosce il franchise: Catwoman (interpretata da un’elegante Zoë Kravitz), il Pinguino (Colin Farrell, che sfido chiunque a capire che fosse effettivamente lui!), senza dimenticarci il fedele maggiordomo Alfred (Andy Serkis, convincente e perfettamente a suo agio con questo personaggio). Ovviamente non poteva mancare anche lei, una delle star più indiscusse: la Batmobile protagonista di un epico inseguimento in auto.
Tuttavia ciò che rendere interessante questo film è che per renderlo realistico in più possibile il regista Revees abbia deciso di concentrarsi principalmente sulla psicologia dei personaggi evitando il più possibile di chiamare i personaggi dei fumetti con i loro nomi tradizionali. Senza dubbio avrete notato il “the” nel titolo di “The Batman” e vi sarete chiesti cosa voglia significare. Ciò che ipotizziamo è che Reeves non stia necessariamente cercando di dire che ha creato “l’incarnazione” definitiva del personaggio sullo schermo. Semmai, quella piccola parola “the” getta ancora di più un’aria di mistero sul vigilantes notturno intorno al suo essere eroe mascherato e anonimo, che, spoiler (ma neanche tanto) non sa nemmeno come chiamarsi/identificarsi all’inizio della pellicola. Quando l’imponente leader di una violenta banda di strada lo schernisce dicendogli: “E tu chi diavolo dovresti essere?”, il nostro eroe vestito da pipistrello risponde: “Sono Vendetta”. Il che è tutto dire.
Al cinema la visione che abbiamo avuto modo di commentare in anteprima era l’edizione integrale in lingua originale con i sottotitoli, dunque non abbiamo avuto modo di vedere la versione doppiata italiana e quindi non ci possiamo esprimere sul doppiaggio. La durata del film è di circa tre ore. Se vi fermate fino alla fine dei titoli di coda, è presente un simpatico easter egg ma onestamente ci sentiamo di sconsigliarvi l’attesa perchè non sarà nulla di fondamentale.
Vi ricordiamo che The Batman è in arrivo in sala a partire dal 3 marzo.
Commento finale:
Tra ottime atmosfere dai contorni noir, la colonna sonora che richiama gli anni 90′ con i Nirvana in sottofondo ed un Pattinson in ottima forma abbiamo un ritratto carismatico di Batman che sarà pronto a deliziare i palati dei cinefili sia neofiti che maturi cresciuti con i fumetti di casa DC, da cui prende ispirazione ma che, contemporanamente, il tocco di Revees sembra anche distaccarsene per creare un genere a sè non per forza unto dal filone dei cinecomics.
Negli ultimi giorni si è a lungo parlato delle licenze di FIFA 23, tanto da sostenere che la licenza della FIFA sarebbe passata dalle mani di EA a quella di 2K. Allo stato attuale, tale eventualità non è confermata. Nel frattempo, il buon Tom Henderson (noto insider videoludico) ha rilasciato alcune indiscrezioni riguardanti il nuovo capitolo calcistico di EA Sports.
In base alle dichiarazioni dell’insider, FIFA 23 includerebbe finalmente il cross-play, offrendo la possibilità ai giocatori di sfidarsi in multiplayer nonostante le differenti piattaforme di provenienza. Questa novità è tutt’altro che impossibile, visto che ad ora non pochi titoli permettono ai loro utenti di ricorrere a questa richiestissima feature.
Un altro importante passo avanti per la serie riguarderebbe la presenza dei Mondiali sia maschili che femminili, dando una dimensione aggiuntiva al calcio femminile, che sta guadagnando sempre più il posto che gli spetta anche in termini di notorietà. Tale aggiunta, offrirà ai giocatori la possibilità di vivere ben due competizioni internazionali.
Infine, tra le dichiarazioni rilasciate da Tom Henderson, spicca il potenziamento della recente tecnologia Hypermotion. Infatti, sembra che riceverà un upgrade decisamente importante, tanto da aumentare la potenza di calcolo di ben 10 volte rispetto alle prestazioni attuali. Grazie a questo aumento in termini di potenza bruta, permetterà agli sviluppatori di catturare le animazioni ed i comportamenti dei giocatori direttamente dalle telecamere presenti sullo stadio.
Bisogna ammettere che tra le indiscrezioni rivelate non sembra esserci nulla di così stupefacente, tranne il fatto che lo stesso Tom Henderson avrebbe affermato che FIFA 23 dovrebbe essere free-to-play. Quest’ultimo aspetto, se dovesse verificarsi veritiero, potrebbe essere veramente il punto di svolta per la serie.
Ovviamente, come sempre in casi come questi, vi consigliamo di prendere queste notizie con le dovute precauzioni, anche se l’insider in questione è uno dei più accreditati nell’industry. Fateci sapere cosa vorreste vedere in FIFA 23 e quali delle novità annunciate vi interessano maggiormente.
Nelle ultime settimane, le notizie su Morbius si sono fatte sempre più frequenti. Il film, che vede Jared Leto nel ruolo del protagonista, è ormai pronto all’uscita. Oggi, Sony Pictures e Warner Bros. hanno distribuito un nuovo trailer che dovrebbe anche essere l’ultimo prima dell’uscita ufficiale della pellicola.
Uno dei personaggi più enigmatici e tormentati della Marvel, l’antieroe Michael Morbius, arriva sul grande schermo interpretato dall’attore Premio Oscar Jared Leto. Infetto da una rara e pericolosa malattia del sangue, determinato a salvare chiunque sia destinato a subire la sua stessa sorte, il Dr. Morbius tenta una scommessa disperata. Quello che inizialmente sembra essere un successo si rivela presto un rimedio potenzialmente più pericoloso della malattia stessa.
Il filmato è molto breve, dura meno di un minuto, e mostra il personaggio di Michael Morbius in azione. Se volete vedere un trailer esteso, lo trovate a questo link. Sono descritti gli effetti della sua malattia e le cause scatenanti, oltre ai propositi dello scienziato di contenere la sua irrefrenabile sete di sangue. Inoltre, si fa cenno a quello che sarà uno dei temi centrali del film: il bene o il male. Il personaggio di Leto, infatti, si troverà davanti ad un bivio che sembra condurlo verso il male, anche se la sua indole potrebbe portarlo a rimanere uno dei buoni.
Morbius esplora il sottile equilibrio tra villain e supereroe. Il personaggio di Jared Leto, Michael Morbius, è un brillante scienziato affetto da leucemia. In seguito ad un esperimento, Morbius diventa immortale ma mosso da una irrefrenabile sete di sangue. Lo scienziato, d’ora in poi, dovrà lottare per controllare il vampirismo da cui è afflitto. Il tutto avviene nell’universo di Spider-Man al quale il personaggio sarà collegato.
Morbius sarà disponibile nei cinema italiani a partire dal 31 marzo 2022.
Sviluppati utilizzando il RE Engine proprietario di Capcom, tutti e tre i titoli presenteranno funzionalità all’avanguardia tra cui ray tracing, frame rate elevato eaudio 3D per migliorare l’immersione delle pluripremiate esperienze. Per i giocatori PlayStation 5, tutti e tre i titoli dispongono anche del supporto DualSense per feedback aptico e grilletti adattivi.
I giocatori che hanno precedentemente acquistato Resident Evil, 3 o 7 biohazard per PlayStation 4 o Xbox One possono ricevere un aggiornamento senza costi aggiuntivi tramite l’opzione di aggiornamento da PS4 alla versione digitale PS5 o tramite il sistema di Smart Delivery di Xbox. I fan potranno rivivere gli orrori e gli incredibili effetti visivi di questi titoli sull’ultima generazione di console. Una patch di aggiornamento sarà disponibile anche per gli utenti di PC senza costi aggiuntivi.
A proposito di Resident Evil 2
Basato sul capolavoro originale che ha definito il genere, Resident Evil 2 è stato completamente ricostruito da zero per un’esperienza narrativa più profonda. Utilizzando il RE Engine di Capcom, questa rivisitazione del gioco offre una nuova versione della classica saga survival horror con una grafica incredibilmente realistica, un audio coinvolgente da mozzare il fiato, una nuova visuale sopra la spalla e controlli modernizzati oltre alle modalità di gameplay del gioco originale
A proposito di Resident Evil 3
Resident Evil 3 racconta la storia di Jill Valentine, membro S.T.A.R.S., mentre fugge da una fatiscente Raccoon City e dall’implacabile Nemesis. Il RE Engine di Capcom combina immagini fotorealistiche e uno schema di controllo modernizzato con l’intenso combattimento della serie e con la risoluzione di enigmi, per offrire agli appassionati il capitolo finale, ricco di azione, del crollo di Raccoon City.
A proposito di Resident Evil 7 biohazard
Resident Evil 7 biohazard ha stabilito un nuovo corso per la serie di Resident Evil quando è stato pubblicato, sfruttando le sue radici e aprendo le porte a un’esperienza horror davvero terrificante. Tramite il nuovo passaggio alla visuale in prima persona e a uno stile fotorealistico basato sul RE Engine di Capcom, il titolo offre un livello di immersione senza precedenti per il genere horror.
Dynasty Warriors 9 Empires ci porta nuovamente ad affrontare le mille battaglie della Cina Imperiale. tra leggendari eroi e combattimenti surreali mille contro uno. Koei Tecmo, dopo aver tentato la fortuna con le dinamiche open-world, torna a parlarci dei Tre Regni attraverso la tradizionale versione strategica dell’iconico brand musou attraverso questo spin-off.
Versione testata: PS5
Infatti, il titolo cerca di equilibrare (ad oggi con poco successo) elementi strategici e di combattimento, realizzando un prodotto che ha potenziale da vendere, ma purtroppo solo sulla carta.
La storia dei Tre Regni (di nuovo…)
Se siete fan della serie, saprete sicuramente a quale storia facciamo riferimento. Dynasty Warriors 9 Empires è collocato in Cina tra l’anno 184 e 280 dopo Cristo, e narra il periodo che intercorre tra le vicende finali della dinastia Han e l’istituzione dei Tre Regni di Wu, Wei e Shu. Fortunatamente, a partire da Dynasty Warriors 7, Koei Tecmo ha pensato di introdurre la fazione dei Jin e raccontare la caduta di questi grandi entità.
Contrariamente al capitolo precedente, i fatti narrati in Empires partono dalle vicende reali (la Battaglia delle Scogliere Rosse, la Rivolta dei Turbanti Gialli, ecc.), ma lasciano plasmare il futuro alla volontà del giocatore. Infatti, questa volta, lo scopo del giocatore non sarà quello di rimettere in opera le imprese storiche degli iconici volti che da sempre caratterizzano il brand. Starà quindi al giocatore decidere cosa fare e come plasmare il mondo.
Le armi sono un fattore importante, sono le persone ad essere decisive
Parafrasando questa frase di Mao Tse Tung vogliamo ricordarvi che il nuovo titolo della saga di Koei vi porterà ad affrontare il conflitto dedicando una particolare attenzione all’aspetto strategico. Infatti, scegliendo la modalità Conquista dal menu principale, vi troverete a gestire, da tutti i punti di vista, la lunga ed intensa missione di unire sotto un unico vessillo l’intera Cina.
Durante questo lungo periodo (scandito dal gioco con il susseguirsi dei mesi), passerete una buona parte del vostro tempo con il Consiglio di Guerra dietro una scrivania, scegliendo quali azioni intraprendere tra alleanze, approvvigionamenti (alimentari e aurei), reclutamento, ecc.
Le possibilità offerte dal ricco menu della politica, vi permetterà di gestire tutti gli aspetti del vostro regno al fine di completare gli obiettivi che il Consiglio si è posto ciascun semestre. Ovviamente, se vi occuperete esclusivamente di arricchire economicamente il vostro Regno sarete facili bersagli dei Regni a voi confinanti, quindi, dopo aver stabilito le giuste alleanza (sia come cane sciolto che come suddito di un potente Re) dovrete scendere sul campo di battaglia e portare a casa la vittoria.
Ricordatevi infatti, che l’intero Regno non è più rappresentato come una sola e granitica realtà, anzi, il loro potere varia in base al valore degli eserciti delle singole province. Pertanto, una strategia bellica sbagliata potrebbe farvi perdere terreno, anche se la difenderete ad ogni costo andando personalmente contro il nemico.
Camminare fa bene alla salute e crea alleanze
Una delle più importanti attività politiche che svolgerete giocando a Dynasty Warriors 9 Empires riguarda la passeggiate. No, non siamo impazziti, il titolo, al fine di coordinare il sistema delle alleanze e del reclutamento vi porterà ad affrontare una serie di incontri utili a stringere le migliori alleanze.
Per completare questi accordi, dovrete interagire sia passeggiando fisicamente (all’interno di un mondo scarno e non così appagante da vedere) sia attraverso una serie di “incontri testuali”. Aumentando la fiducia nei loro confronti (ognuno dei personaggi reagirà in maniera diversa alle vostre avances, quindi dovrete pazientare un po’ per acquisire le forze utili e creare un forte esercito) accetteranno di accompagnarvi in questa avventura.
Ciascun mese, potrete provare a convincere un determinato numero di Generali ad entrare a far parte del vostro Consiglio di Guerra portando in dote i loro soldati e le rispettive caratteristiche uniche. Ogni sei mesi, dovrete decidere sia la gestione delle attività in ambito bellico e interno, scegliendo una serie di obbiettivi da portare a termine entro il semestre successivo.
Il Reclutamento avviene anche al termine delle battaglie. Infatti, dopo ciascuna vittoria potrete decidere cosa fare dei vostri avversari, avrete la possibilità di liberarli, reclutarli o giustiziarli.
Durante la guerra, il vostro eroe troverà il tempo anche per sposarsi nel caso i rapporti con alcuni dei vostri Generali si faccia più intimo.
Infine, oltre alle minacce nemiche, dovrete prestare attenzione alla coalizioni che si creeranno attorno al vostro Consiglio di Guerra, se non soffocherete in tempo queste problematiche, il vostro regno potrebbe finire anzitempo e trasformarvi in soldati di ventura.
Sul campo di battaglia
Dopo avervi illustrato le possibilità offerte dal comparto strategico del gioco, è arrivato il momento di affrontare a “musou duro” tutti i vostri nemici, che si tratti di un esercito invasore o dei sovrani di una regione che desiderate conquistare. In questo specifico ambito, è impossibile non riconoscere il gameplay tipico della serie accompagnato dalle epiche battaglie “uno contro tutti”.
Il sistema di gioco è lo stesso che dal 2018 accompagna i giocatori tra croci e delizie, unendo combattimento melee a mosse speciali di ogni tipo. L’aspetto più interessante di tutto questo riguarda però la ricalibratura della forza del personaggio. Infatti, nonostante il nostro protagonista riesca a spazzare via nemici su nemici con un singolo colpo delle sue potenti armi, gli sarà impossibile vincere la battaglia da solo.
Questa scelta di gameplay vi porterà a cooperare con i vostri alleati e ad attivare stratagemmi e piani segreti, il tutto per vincere le sanguinose battaglie che vi aspettano in Dynasty Warrior 9 Empires.
Comparto tecnico
Il titolo non brilla nemmeno in ambito tecnico. Infatti, nonostante il vantaggio delle due modalità grafiche su PS5 (che vi permetteranno di attivare i 60 frame per secondo), il titolo soffre di cali vistosi di frame ed in alcune sezioni di vistosi fenomeni di tearing. Vista la potenza della nuova console Sony ci aspettavamo di vedere qualcosa di più.
Anche le scene di intermezzo mancano di qualità, tra effetti di poca qualità e modelli poligonali della scorsa generazione. Il tutto accompagnato da animazioni legnose e decisamente limitate.
Una volta in-game la cosa non migliora. Infatti, appena entrerete in azione vi troverete a vivere sempre i medesimi scenari, vuoti e privi della possibilità di interagire. Esplorando la vuota mappa di gioco vedrete ricomparire il problema dei pop-up dei nemici (che nei precedenti capitoli sembrava risolto), presente al punto di trarvi occasionalmente in inganno.
Commento Finale
Lo spin-off Dynasty Warriors 9 Empires si presenta ai giocatori con lo scopo di eliminare lo scarso successo del capitolo principale, ma sembra non riuscire nel compito. Infatti, tra poche novità ed un gameplay troppo ripetitivo e limitato, pensiamo che anche i fan del genere avranno difficoltà ad appassionarsi al gioco. Visto il grande lavoro che Koei Tecmo ha fatto con altri titoli (specialmente Hyrule Warriors) speriamo vivamente che i prossimi episodi della serie riportino questo storico brand al suo giusto posto.
Tango Gameworks e Bethesda hanno annunciato il lancio odierno della visual novel Ghostwire: Tokyo – Preludio, gratis per tutti i possessori di PlayStation 5 e PlayStation 4. I giocatori di Steam ed Epic Games Store potranno giocare gratuitamente al preludio a partire dall’8 marzo 2022. In questa avvincente visual novel, i giocatori si uniranno all’imperscrutabile KK e alla sua squadra di detective del soprannaturale, mentre sono alle prese con un’insolita sparizione. Tuttavia, nel corso delle indagini, il mistero assumerà tinte sempre più sinistre. I giocatori potranno scegliere come interagire con i colleghi di KK, per ricostruire le loro storie, in questo speciale prequel.
Ghostwire: Tokyo è un’avventura dinamica che mette alla prova i giocatori sfidandoli a padroneggiare le potenti arti della Tessitura eterea e a sconfiggere il pericoloso Hannya e i suoi seguaci che hanno invaso Tokyo, i Visitatori. Queste entità soprannaturali popolano l’incredibile mondo di Ghostwire, creando un’atmosfera mozzafiato che è una dichiarazione d’amore a Tokyo, alle sue curiosità e ai suoi segreti.
I giocatori che prenoteranno l’Edizione Deluxe digitale di Ghostwire: Tokyo dal PlayStation Store otterranno l’accesso anticipato al gioco il 22 marzo 2022. Otterranno anche l’accesso al pacchetto stile streetwear, al completo shinobi e alle armi kunai.
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Anche se è evidente lo sforzo di Microsoft per offrire ai suoi giocatori la possibilità di giocare da qualunque piattaforma, l’App Xbox per sistemi Windows ha sempre lamentato la mancanza di alcune caratteristiche richieste a gran voce dalla comunità dei videogiocatori. L’azienda, comunque, si è dimostrata ricettiva a tali richieste. E così adesso Xbox ha aggiunto alla sua App PC nuove funzionalità, volte a migliorare la qualità dell’esperienza utente.
A partire da oggi, gli utenti dell’App Xbox per PC potranno scegliere in quale cartella installare i giochi. Originariamente, infatti, l’App creava in automatico una cartella, situata nel root dell’archivio, che per lo più era inaccessibile all’utente. Questi non aveva la possibilità di spostare i file.
Inoltre, adesso l’utente può accedere direttamente ai file di alcuni giochi, spostarli, ripararli e fare molte altre cose, tra cui applicare le mod ai giochi. Oltre ad introdurre queste nuove funzionalità sull’App Xbox per PC, Microsoft ha annunciato i giochi che si aggiungeranno al catalogo Game Pass per il mese di Marzo.
Microsoft annuncia nuovi giochi Xbox Game Pass per il mese di marzo
In primis, Marvel’s Guardians of the Galaxy, che entrerà a far parte del catalogo Game Pass per console, cloud e PC a partire dal 10 marzo2022. Nello stesso giorno verranno aggiunti, su tutte e tre le piattaforme, anche Kentucky Zero Route e Young Souls. Nel frattempo Lawn Mowing Simulator, che è già disponibile per PC e Xbox Series X/S, arriverà anche per Xbox One.
A partire da oggi, 2 marzo 2022, invece, si rendono disponibili FAR: Changing Tides per console, PC e cloud. Microsoft Flight Simulator è disponibile tramite Xbox Cloud Gaming. Mentre da domani, 3 marzo 2022, sarà disponibile Lightning Returns: Final Fantasy 13 per PC e console.
Un leak trapelato prima di questi annunci avrebbe visto anche l’aggiunta di Century: Age of Ashes al catalogo Game Pass, ma questo non è stato confermato, anche se gli abbonati con Xbox Game Pass Ultimate avranno accesso a dei talenti esclusivi all’interno del gioco.
Che le cuffie Jabra siano un po’ tutte nella nostra short list di prodotti da consigliare, lo si era capito da un po’. La compagnia danese, infatti, dispone di una delle migliori “line up” di cuffie consumer al momento sul mercato, probabilmente nel rapporto qualità prezzo anche superiore a quella di Sony.
Basti pensare alle top di gamma Jabra Elite 85h, di cui ci aspettiamo un refresh a breve, che hanno dato del filo da torcere alle rivali Sony WH1000XM3 e Bose QuietComfort 35 dal prezzo decisamente più elevato, o alle Elite Active 75t che hanno dimostrato la grande attenzione della compagnia verso il cliente, grazie al rilascio, dopo diverso tempo dall’uscita sul mercato, di un nuovo firmware in grado di aggiungere le funzionalità ANC (Active Noise Cancelation) non precedentemente previste per questo modello.
Naturale quindi che la nuova gamma, semplificata anche nella nomenclatura, ci interessasse particolarmente per verificare se la tendenza ad offrire prodotti di altissima qualità ad un prezzo molto interessante, fosse confermata.
Il nuovo medio gamma
Jabra Elite 4 Active è il modello intermedio della nuova line up e si rivolge alla fascia media del mercato, quella cioè composta da utenti che ricercano auricolari di buona qualità, sia costruttiva che sonora, ma che non necessitano di funzionalità avanzate e non vogliono spendere un occhio della fronte.
Anche dal punto di vista del prezzo le Jabra Elite 4 Active costituiscono il tassello centrale dell’offerta Jabra. Si collocano infatti con un prezzo di 119 euro, tra le Elite 3, (79 euro) e le top di gamma Elite 7 ed Elite 8 pro (rispettivamente 179 e 199 euro) che, oltre ad una qualità audio di altissimo livello, introducono l’impermeabilità totale, l’ANC regolabile e nel caso della Elite 8 pro, l’innovativa tecnologiaJabra MultiSensor Voice che consente di utilizzare la tecnologia di conduzione ossea per trasmettere la voce tramite le vibrazioni della mandibola, quando ad esempio il rumore del vento renderebbe impossibile ai microfoni integrati trasmettere un audio pulito.
Unboxing e design
Jabra ci ha sempre abituato ad un packaging di altissimo livello e queste Jabra Elite 4 Active non fanno eccezione. Può sembrare una banalità, ma vi assicuriamo che un packaging di livello come questo contribuisce in maniera decisiva ad aumentare la qualità percepita sin dal primo contatto.
Nella confezione trovano spazio le cuffie nel classico astuccio arrotondato, un cavetto USB Type C per la ricarica e i gommini auricolari per adattarsi meglio al canale uditivo, oltre naturalmente alla manualistica d’ordinanza.
Dal punto di vista del design, rispetto alle Elite Active 75t che abbiamo recensito qui, le differenze sono minime. Le dimensioni dell’astuccio esteriore innanzitutto sono leggermente più grandi, tuttavia la finitura esteriore gommata ora è limitata alle sole cuffie e questo ci dispiace un po’ perché era stato uno degli elementi di design che avevamo apprezzato di più nella nostra recensione.
Gli auricolari veri e proprio invece, diventano più piccoli, più leggeri e con una forma meno tozza. Questo contribuisce a renderli più saldi all’orecchio anche per chi come me ha un canale uditivo particolarmente stretto e quindi tende a perderli con una certa velocità. Il peso minore però li rende soprattutto più comodi quando li si indossa per lunghe ore.
Rispetto agli Elite 75t, inoltre, il grande pulsante centrale che serve a rispondere ad una chiamata, ad avviare o mettere in pausa la riproduzione, ad effettuare il pairing o ad attivare e disattivare l’ANC, è nascosto alla vista. E’ stato infatti posizionato sotto la finitura in gomma al fine di consentire agli auricolari una maggiore impermeabilità ed ottenere così la certificazione IP57, ovvero la resistenza ad acqua e sudore. Se però amavate il vecchio pulsante come chi vi scrive, state tranquilli, basta davvero poco per riabituarsi alla sua nuova posizione.
Anche i microfoni sono stati spostati ai due lati dell’auricolare, migliorando leggermente la loro capacità di “ascolto”.
Le Jabra Elite 4 Active sono disponibili in quattro colori: Blu, Mint e Nero, ma è probabile che così come accaduto per i modelli precedenti, arrivino in futuro altre colorazioni (come quella sabbia che avevamo recensito per le Elite 75t Active e che crediamo sia ancora tra le più belle colorazioni disponibili per un prodotto di questo tipo).
Pairing e primo avvio
Su iOS il pairing è immediato e, una volta tirate fuori dall’astuccio, le cuffie sono già pronte per l’accoppiamento al vostro dispositivo. Vi consigliamo pero’ di non procedere in questo modo, ma di scaricare preventivamente l’app Sound+ e di seguire le istruzioni visualizzate sullo schermo del vostro smartphone.
Abbinare le cuffie direttamente dalle impostazioni BT di iOS senza passare per l’app, potrebbe creare qualche conflitto (verranno registrati due auricolari identici).
Una volta accoppiate, le cuffie ricorderanno il vostro dispositivo e al prossimo avvio saranno pronte letteralmente in una frazione di secondo.
Funzionalità
Le Jabra Elite 4 Active per la fascia di prezzo cui appartengono offrono funzionalità superiori rispetto alla concorrenza. C’è innanzitutto un sistema di cancellazione attiva del rumore che funziona egregiamente e che fa rimpiangere davvero poco le funzionalità avanzate di regolazione presenti sulla sorella maggiore Elite 7. C’è inoltre un sistema heartrough (modalità trasparenza ai rumori esterni), attivabile premendo una sola volta sul pulsante dell’auricolare sinistro o tramite l’app Sound+, che cattura l’audio esterno attraverso i microfoni dell’auricolare e lo ritrasmette all’auricolare.
L’audio riprodotto in questo modo, solitamente è decisamente alterato, ma non in questo caso, grazie all’ottima qualità dei microfoni incorporati.
Le Jabra Elite 4 Active consentono inoltre di utilizzare la funzionalità heartrough in abbinamento ad ANC, per percepire le voci e i rumori essenziali dell’ambiente che ci circonda ma senza il fastidio dei rumori di fondo.
Grazie all’App Sound+ è possibile attivare Sidetone,una funzionalità essenziale nel mondo post pandemia, perché ci consente di sentire la nostra voce quando parliamo a telefono o siamo impegnati in una call, senza il rischio di alzare troppo la voce.
Molto utile anche la funzionalità Find My che fa emettere un suono agli altoparlanti e vi consente di rintracciarli se accidentalmente sono finiti in un luogo non visibile oppure avete dimenticato dove li avete tolti.
Prova d’ascolto
Le cuffie sono state testate con l’ultimo firmware disponibile alla data di pubblicazione di questa review; l’aggiornamento ha richiesto circa 8 minuti ed è stato gestito in modalità completamente wireless tramite l’app Sound+.
Le Jabra Elite 4 Active offrono una buona qualità sonora, ma non aspettatevi miracoli. In particolare, gli alti appaiono estremamente chiari e cristallini, senza risultare mai fastidiosi, la gamma bassa è discreta, sebbene non particolarmente corposa. Ciò che manca davvero è una gamma media più presente e questo risulta evidente se si confrontano con le Elite Active 75t che dovrebbero corrispondere alle attuali Elite 7. Tuttavia stiamo parlando di auricolari che costano quasi 100 euro in più e quindi il confronto è assolutametne impari.
Con l’ultimo firmware, attraverso l’app Sound+ è possibile equalizzare manualmente le cuffie, mentre con il vecchio firmware era possibile soltanto utilizzare i preset classici. Ne è venuto fuori un suono decisamente più caldo che abbiamo preferito all’impostazione classica.
Eccellente invece la qualità in modalità chiamata. Sia l’audio dell’interlocutore che il vostro parlato risulterà sempre chiaro e pulito, e soprattutto fedele alla vostra voce.
Autonomia
L’Autonomia è un altro cavallo di battaglia di queste Elite 4 Active; il produttore dichiara fino a 7 ore di autonomia ed un totale di 28, se si unisce anche la carica fornita dall’astuccio. In effetti a volumi d’ascolto normali, il valore dichiarato è addirittura sottostimato essendo riusciti a portare a casa circa 9-10 ore con una carica completa e senza utilizzare l’astuccio.
All’ampia autonomia si aggiunge anche la ricarica rapida che consente di ottenere un’ora di riproduzione con appena 10 minuti di carica. Considerando quanto avevamo apprezzato le Jabra Elite 75t sotto questo punto di vista, le Elite 4 Active sono una piacevole conferma.
Commento finale
Le Jabra Elite 4 Active sono auricolari dall’eccellente rapporto qualità prezzo: grazie ad una incredibile autonomia, una buona resa sonora e a caratteristiche presenti solo su auricolari appartenenti alla fascia di prezzo superiori, come l’ANC e la certificazione IP57, hanno davvero pochi concorrenti e ci sentiamo di consigliarle a cuor leggero davvero a tutti. Non saranno gli auricolare che suonano meglio in assoluto, ma a 120 euro è davvero difficile chiedere di più.
La stampa 3D in resina è diventata sempre più accessibile con la diminuzione dei prezzi delle stampanti e con l’arrivo di nuove tecnologie che hanno reso questa forma di stampa (SLA) una alternativa di migliore qualità (soprattutto nella realizzazione di miniatura ed oggetti ad alto dettaglio) rispetto alla stampa FDM che resta comunque la più utilizzata per la semplicità di utilizzo
Ma se si vogliono raccogliere i benefici della stampa in resina, è necessario conoscere le giuste impostazioni dello slicer per ottenere le migliori stampe possibili.
In questo articolo ci concentremo principalmente sulle impostazioni di cui tenere conto nella stampa in resina con stampanti LCD.
Tempo di esposizione
Le stampanti 3D a resina per dirla in due parole polimerizzano (solidificano) la resina esponendola ad una fonte di luce UV. Solidificando diversi strati di resina uno sopra l’altro è possibile creare le forme del nostro modello. Il “tempo di esposizione” è la durata per la quale la resina non polimerizzata sul fondo del serbatoio è esposta alla luce UV.
Ciascuna resina ha tempi di esposizione diversi, che dipendono in larga parte dalle proprietà chimiche della resina utilizzata, dal tipo di LCD della stampante (schermi monocromatici richiedono tempi di esposizione meno lunghi per polimerizzare la resina, rispetto a quelli richiesti da schermi RGB) e dalla qualità ed uniformità delle lampade UV della vostra stampante.
È essenziale che questa impostazione sia perfettamente calibrata poiché influisce direttamente sulla qualità delle stampe 3D e sul tempo di stampa complessivo.
Se si mantiene un tempo di esposizione basso, la resina potrebbe non curarsi (è definito così il processo di polimerizzazione) correttamente, e gli strati successivi potrebbero non avere una base solida a cui aderire.
Al contrario, un tempo di esposizione troppo elevato aumenta i tempi di stampa 3D, portando a fragilità e crepe nelle stampe a resina. Il trucco è quello di minimizzare i tempi di esposizione per ridurre il tempo di stampa ma ottenere comunque un risultato di alta qualità.
Di solito, i produttori di resina etichettano il tempo di esposizione sulle loro boccette di resina. Ogni resina è formulata in modo diverso, quindi non è facile generalizzare l’impostazione del tempo di esposizione. Tuttavia, un tempo di esposizione di 2-4 secondi è una buona gamma per le stampanti 3D a resina con schermi LCD monocromatici.
Conteggio degli strati inferiori
Gli strati inferiori sono probabilmente quelli più importanti. Non bisogna mai dimenticare infatti che la stampa del nostro modello avverrà sottosopra: il piatto di stampa, sollevandosi progressivamente, permetterà il solidificarsi dei diversi strati di resina, da quello più in basso fino a quello più in alto. E’ quindi necessario che la base sia saldamente ancorata al piatto se si vuole evitare che la gravità e l’effetto ventosa (di cui diremo più avanti) faccia fallire miseramente la nostra stampa o facendola staccare dal piatto, o facendola attaccare al FEP (il materiale plastico trasparente sul fondo della vaschetta della resina).
Un numero maggiore di strati inferiori si traduce in una base migliore e migliora le possibilità del modello di aderire bene alla piatto di costruzione.
Si dovrebbe anche aumentare il tempo di esposizione per curare correttamente gli strati inferiori. L’impostazione predefinita in ChiTuBox dipende da quale profilo di stampante 3D si seleziona. Si dovrebbe mantenere questa impostazione ad un valore di 6-8 layer per bilanciare tempi di stampa più rapidi con una buona adesione.
In Lychee grazie ai profili differenziati per tipo di resina è possibile partire già da una buona base, ma il consiglio è di cercare tramite gruppi e siti specializzati le impostazioni migliori (per ogni recensione che pubblichiamo, nei nostri box viola troverete le impostazioni per le singole resine utilizzate) e partire da quelle per ottenere tramite il file esempio per l’esposizione (che potete trovare qui e qui) quella perfetta per la vostra stampante e resina.
La chiave qui è ottenere una corretta adesione del piatto di costruzione e una base solida per i modelli stampati in 3D. Si può iniziare con un numero più alto e diminuirlo lentamente uno strato alla volta. Tuttavia, non è consigliabile andare al di sotto di un numero di strato inferiore di 4, in quanto si tradurrà in una base troppo sottile. Per andare sul sicuro puntate ai 6-10 layer per la base. Tenete però a mente che una volta che il pezzo sarà completato, dovrete staccarlo dal piatto di costruzione e questo potrebbe rendere le cose più complicate.
Pro Tip: Per semplificare il distacco del modello dal piatto di costruzione potete ricorrere ad una piastra flessibile da applicare sul piatto di stampa con un magnete, come questo di BigTreetrech. Una volta completata la stampa, rimuovete il piatto magnetico e piegatelo leggermente. Il modello verrà via in un colpo solo.
Pro Tip 2: Un altro metodo per rimuovere facilmente i modelli attaccati al piatto, consiste nell’inserire l’intero piatto in un sacchetto alimentare da freezer e lasciarlo in frigo o in freezer per 4-5 minuti per sfruttare la dilatazione termica determinata dal cambio di temperatura. All’uscita il vostro modello verrà via in un colpo solo.
Tempo di esposizione dello strato inferiore
Se lo strato inferiore non è polimerizzato correttamente, potrebbe staccarsi dalla piastra di costruzione. Il tempo di esposizione dello strato inferiore detta l’adesione complessiva della stampa 3D al piatto di costruzione. Se lo strato inferiore è polimerizzato correttamente, si attaccherà meglio al piatto di costruzione e diminuirà le possibilità di errori di stampa. Lo strato inferiore ha quindi bisogno di un tempo di esposizione più lungo rispetto al resto del modello.
Sarebbe meglio avere un tempo di esposizione dello strato inferiore che sia dalle 8 alle 12 volte il tempo di esposizione regolare. Quindi, se avete un tempo di esposizione di 2-4 secondi per il singolo layer normale, il tempo di esposizione dello strato inferiore dovrebbe essere tra i 32 e i 50 secondi. Potete aumentare questo tempo per ottenere una migliore adesione. Anche i tempi di stampa, tuttavia, aumenteranno. Ovviamente anche qui, è importante verificare con il produttore eventuali diverse indicazioni (solitamente indicate sulla bottiglia di resina) o attraverso i forum.
Lychee consente di accedere ad un importante archivio di diverse resine, con i tempi consigliati dagli utenti e le percentuali di successo.
Velocità di sollevamento
La velocità di sollevamento è il fattore principale che determina i tempi di stampa. Un singolo strato di resina viene polimerizzato vicino al film (FEP) sul fondo della vasca di resina. Per curare gli strati successivi, c’è bisogno di un afflusso di resina fresca sul fondo. Per ottenere questo, la piastra di costruzione deve essere sollevata in modo che lo strato di resina polimerizzato si allontani dal film FEP, e ci sia resina fresca disponibile per lo strato successivo.
La velocità alla quale il piatto di costruzione si solleva dalla pellicola FEP è la velocità di sollevamento. Mentre il modello viene staccato dalla pellicola FEP, il sollevamento della piastra di costruzione crea un effetto ventosa nell’intera area che tenta di trattenere il piatto e quello che vi è costruito, attaccato al fep. Se la velocità è troppo alta, le caratteristiche più delicate e le aree più deboli del modello potrebbero essere danneggiate o rimanere attaccate al fep.
È necessario avere una velocità di sollevamento che non sia così lenta da aumentare i tempi di stampa in maniera eccessiva e che non sia troppo veloce da danneggiare la stampa. Una buona velocità di sollevamento oscilla tra i 60-150 mm/min.
Un’ altra impostazione importante è la velocità di sollevamento per il numero di strati iniziali. L’impostazione predefinita è 65 mm/min. Anche se aumentandola si diminuisce il tempo di stampa, si rischia di avere pochi strati inferiori instabili, il che potrebbe portare a problemi con la stampa.
Distanza di sollevamento
Il piatto di costruzione è l’unica parte mobile nell’intero processo di stampa 3D in resina. Come spiegato in precedenza, dopo ogni strato, la piattaforma di costruzione si solleva dalla pellicola FEP per permettere alla resina fresca di fluire e a sua volta di essere polimerizzato per il successivo layer del modello. La distanza di sollevamento è l’altezza a cui la piastra di costruzione si solleva dopo ogni strato. Va di pari passo con la velocità di sollevamento ed è altrettanto importante per minimizzare i danni alle aree più deboli del modello durante il sollevamento.
La distanza di sollevamento dovrebbe essere abbastanza alta da permettere allo strato di staccarsi ordinatamente, ma non così alta da aumentare inutilmente i tempi di stampa. In ChiTuBox, la distanza di sollevamento è impostata su un valore di 5 mm mentre in Lychee dovrebbe essere di 6mm.
Tuttavia, è il valore iniziale e potrebbe non essere perfetto per tutti i tipi di stampante, tant’è che Lychee ne ha incorporato uno diverso a seconda del tipo di stampante che si è impostato e del tipo di resina che si intende utilizzare dal catalogo di quelle disponibili. Nell’esempio qui sotto, l’Anycubic Basic Grey, una delle più economiche e diffuse resine disponibili su Amazon.
Una distanza di sollevamento ideale sarebbe tra 5-10 mm, anche se questo varia a seconda delle dimensioni della stampante, dato che le stampanti a resina molto grandi superano questi valori.
Hollowing
L’hollowing è un ottimo modo per ridurre il peso del modello e diminuire i tempi di stampa. La resina è un materiale costoso e pesante, e grazie all’hollowing è possibile creare dei modelli cavi risparmiando la resina usata e diminuendo il tempo di stampa richiesto. Inoltre, utilizzando un modello cavo, anche il peso dell’intero modello si abbasserà, riducendo le sollecitazioni sul piatto di stampa e consentendo
In ChiTuBox, è possibile trovare l’opzione Hollow nella barra dei menu in alto. mentre in Lychee l’opzione è posizionata in maniera molto visibile nella barra laterale. In entrambi i software è possibile scegliere lo spessore della parete e il riempimento (infill). Sarebbe meglio scegliere lo spessore della parete in modo che non sia troppo sottile, altrimenti si potrebbe finire per danneggiare il modello. Il riempimento dovrebbe essere scelto solo se è un componente funzionale. Per i modelli e le miniature, non è necessario di solito alcun riempimento.
Uno spessore di 1,2-2,00 mm per le pareti esterne dovrebbe fornire un buon equilibrio tra la resistenza e la quantità di resina utilizzata, soprattutto per le piccole stampe. I modelli in resina più grandi potrebbero essere troppo fragili per pareti così sottili. Praticare alcuni fori nel modello è necessario per drenare la resina ed evitare l’effetto risucchio. Darà lo spazio alla resina non polimerizzata di lasciare la stampa, e si eviterà che l’aria rimanga intrappolata nel modello, evitando così la possibilità di fallimento della stampa.
Anti-Aliasing
L’anti-aliasing, una funzionalità molto più nota nel settore della grafica dei giochi che in uqello della stampa, è invece un elemento importante di perfeziomento della vostra stampa. Sebbene non possa in alcun modo migliorare un modello con un basso numero di poligoni, aiuta a smussare i bordi ruvidi riducendo l’effetto scaletta intorno agli angoli e ai bordi rotondi.
In ChituBox ci sono tre livelli di impostazioni di anti-aliasing: 2, 4, e 8. Noi siamo soliti utilizzare un valore intermedio, di 4.
Orientamento della stampa
Come abbiamo detto, nella stampa in resina entrano in gioco diversi fattori esterni, come l’effetto ventosa o risucchio, e la gravità. Per ottimizzare questi elementi o tenerli sotto controllo può essere necessario modificare l’orientamento del modello.
Nella maggior parte dei casi, un angolo tra i 30 e i 45° funziona benissimo per quasi tutti i modelli, ma possono esserci delle eccezioni, come mostrato in questo video con splendide animazioni che vi consigliamo di guardare anche se non conoscete l’inglese.
In generale tenete sempre a mente che il vostro oggetto dovrebbe essere orientato in modo da a) richiedere meno supporti possibile: più supporti = più materiale sprecato; b) non avere grandi sezioni trasversali piatte: le sezioni trasversali aumentano l’aderenza al fep e quindi le forze in gioco quando il piatto di costruzione si solleva; c) richiedere il minor tempo possibile: più il modello è alto verticalmente più richiederà tempo mentre le dimensioni orizzontali non influiscono sui tempi di stampa.
Supporti
I supporti sono obbligatori in quasi tutti i modelli stampati in resina 3D. I supporti nella stampa 3D in resina sono molto diversi dalla stampa 3D FDM. Mentre la funzione è identica, il modo in cui funzionano è leggermente diverso. I supporti in resina sono cilindrici con un’estremità angolata e una punta appuntita. In questo modo, si risparmia un po’ di resina, e lo slicer genera solo nelle aree cruciali delle sporgenze e non per tutta la sporgenza. Inoltre mentre generalmente i supporti nella stampa FDM servono semplicemente a sorreggere le parti del modello che non hanno un sostegno, nella stampa in resina contribuiscono anche a tenere ancorato il modello al piatto di stampa.
Sia ChiTuBox che Lychee consentono di personalizzare i supporti, ma è indubbio che il grado di personalizzazione possibile in Lychee è davvero fuori scala.
Questo è tutto per la nostra guida, vi ricordiamo che per qualsiasi problema o chiarimento potete scriverci sui nostri social che trovate qui sotto, o unirvi al nostro gruppo Telegram dove siamo pronti a fornirvi ogni consiglio o aiuto che possa esservi utile per il vostro viaggio nel mondo della stampa in 3D.
Dopo i trailer di annuncio, 2K Games ha oggi presentato anche il roster ufficiale di WWE 2K22. L’amatissimo titolo di wrestling, dopo aver saltato un anno per rivoluzionarne il gameplay e l’esperienza, è dunque pronto a fare il suo ritorno sugli scaffali.
Come abbiamo già avuto modo di constatare, l’atleta di copertina di questa edizione sarà Rey Mysterio, uno dei lottatori più amati nella storia di questo sport. Il luchadores è, inoltre, il protagonista di uno dei primi trailer del gioco. Nel video sono mostrate le nuove animazioni su cui 2K ha lavorato per questo nuovo WWE. Il titolo introdurrà inoltre due nuove modalità: MyGM e MyFaction.
Nel post diffuso oggi da 2K sul suo sito ufficiale, invece, possiamo vedere tutti i personaggi che comporranno il roster finale di WWE 2K22. I lottatori sono accompagnati dal valore del loro overall e possiamo già vedere chi saranno i più forti. Oltre ai nomi come Undertaker, The Rock, Stone Cold Steve Austin e Brock Lesnar, già annunciati nei trailer, troviamo moltissimi lottatori del passato che accompagnano quelli attuali. Tra questi, troviamo gli immancabili Eddie Guerrero, Hulk Hogan, Jerry Lawler e Rick Flair.
Dall’elenco, notiamo che il lottatore più forte è Undertaker nella versione Ministry of Darkness (con un overall di 93), contenuta nei pacchetti del bonus preordine. Il titolo avrà, infatti, due edizioni, una standard e una deluxe nella quale saranno inclusi il pacchetto Undertaker Immortal, un Season Pass per tutti i cinque contenuti DLC che saranno successivamente rilasciati; il MyRISE Mega-Boost e pacchetti SuperCharger con edizioni limitate di WWE SuperCard. Per i giocatori che prenoteranno prima dell’8 marzo 2022, il gioco sarà disponibile tre giorni prima del lancio. Chi prenoterà la versione PlayStation 5 o Xbox Series X|S riceverà inoltre il pacchetto Starrcade ’96 Rey Mysterio.
WWE 2K22 uscirà l’11 marzo 2022 su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S e PC.
Logitech G, la società madre che possiede il gruppo ASTRO, ha presentato oggi un nuovo headset entry level dedicato a PlayStation e Xbox, le ASTRO A10. Si tratta della seconda generazione del modello entry level della compagnia, e come queste hanno un prezzo estramemente interessante considerate le caratteristiche, appena 59 euro.
Le ASTRO A10 Wired sono un headset leggero, grazie ad un peso di soli 246 grammi e pertanto estremamente comode e flessibili, adatte quindi a sessioni di lunga durata, e sono compatibili sia con PlayStation che con Xbox.
Verranno offerte inoltre cinque varianti di colore: nero, bianco, menta, grigio e lilla, così da adattarsi perfettamente al vostro setup.
Per maggiori informazioni, vi rinviamo al comunicato e alle immagini di seguito.
LOGITECH G PRESENTA LE NUOVE CUFFIE DA GAMING ASTRO A10 WIRED PER PLAYSTATION E XBOX
Vivi un’esperienza unica con i tuoi giochi preferiti grazie a delle cuffie leggere, sostenibili, comode e resistenti.
LOSANNA, Svizzera e Newark, California, 1 marzo 2022 – Logitech G, un marchio del Gruppo Logitech, (SIX: LOGN) (NASDAQ: LOGI) e uno dei principali innovatori di tecnologie e accessori per il videogioco, ha presentato oggi le nuove cuffie gaming ASTRO Gaming A10 Gen 2. Create sulla base delle originali cuffie A10, le nuove ASTRO A10 Gen 2 offrono comfort e qualità audio senza rivali, insieme a un design versatile e studiato per il giocatore moderno. Costruite per migliorare l’esperienza di gioco, le nuove cuffie sono disponibili in cinque esclusive opzioni di colore, al prezzo straordinario di €59.99.
“Con le nuove cuffie A10 ci siamo concentrati sull’idea di costruire in base alle esigenze e ai desideri dei clienti di nuova generazione, e non solo sul fatto di essere un prodotto di nuova generazione. Abbiamo apportato numerosi miglioramenti alle prestazioni e al set di funzionalità, creando allo stesso tempo un prodotto leggero, comodo e flessibile per le molteplici modalità di gioco disponibili oggi. Sono disponibili in una serie di colorazioni audaci per riflettere la personalità e lo stile individuali e, soprattutto, siamo in grado di farlo in un modo sostenibile per il pianeta e la nostra società,” dichiara Peter Kingsley, CMO di Logitech G.
Le cuffie A10 Gen 2 offrono un audio ad alta fedeltà, accuratamente bilanciato con driver dinamici ASTRO Audio da 32 mm personalizzati per un’esperienza coinvolgente. L’avanzato microfono integrato ad asta può essere alzato per disattivare l’audio per la privacy, e portato verso il basso per comunicazioni cristalline tramite un microfono unidirezionale da 6,0 mm.
Grazie al peso di soli 246 grammi, le cuffie A10 Gen 2 sono leggere e confortevoli da indossare per tutto il giorno. Le cuffie A10 Gen 2 si adattano a un’ampia gamma di persone, ma sono state progettate e ottimizzate per il comfort delle teste di dimensioni più piccole. L’archetto imbottito e i cuscinetti auricolari in memory foam, associati a una struttura leggera, offrono un comfort mai provato prima.
Le A10 Gen 2 sono una delle cuffie da gioco più sostenibili di ASTRO e sono certificate CarbonNeutral®, il che significa che finanziamo compensazioni di carbonio certificate di alta qualità per ridurre a zero l’impatto del carbonio del prodotto. Le parti in plastica includono un minimo del 35% di contenuto riciclato post-consumo, e l’imballaggio in carta proviene da foreste certificate FSCTM. Scegliendo queste cuffie da gioco, gli utenti partecipano al supporto della gestione responsabile delle foreste del mondo. Per ulteriori informazioni sui nostri sforzi per la sostenibilità, visitate il nostro sito Web.
Le nuove cuffie A10 Gen 2 sono disponibili in cinque varianti di colore: nero, bianco, menta, grigio e lilla, così da permettere ai giocatori di mostrare il proprio stile e personalità individuali. Le cuffie A10 Gen 2 includono anche gli indicatori braille sinistro e destro per chi ha problemi di vista, una fascia ultra resistente per prestazioni affidabili e robuste ed una struttura ergonomica sopra l’orecchio per giocare per tutta la notte senza dolori.
Prezzo e disponibilità
Disponibili a partire dal 1 Marzo 2022, le cuffie ASTRO A10 Gen 2 Wired Gaming avranno un prezzo suggerito alla vendita di €59.99. Per maggiori informazioni visitate il nostro sito, il nostro blog o contattateci tramite i canali ufficiali Twitter e Instagram.
Tanti dettagli sul nuovo titolo Gearbox grazie all’emozionante gameplay walkthrough, con dettagli sugli alberi delle abilità per tutte e sei le classi.
Oggi, 2K e Gearbox Software rilasciano nuove informazioni riguardo Tiny Tina’s Wonderlands.
Il nuovo video presenta due Tessifato, che si uniscono per qualche eroica azione in co-op, sotto le vette infide di Mount Craw, un’area opzionale all’interno del gioco che rende l’idea della dimensione delle zone che puoi trovare fuori dal sentiero battuto. Pieno d’azione dall’inizio alla fine, ecco di seguito il video dell’anteprima del prossimo sparatutto fantasy.
Inoltre, la Guida di Tiny Tina’s Wonderlands è stata aggiornata con un elenco completo dei talenti di classe sempre attivi, delle abilità di azione iconiche e delle abilità passive dell’albero di ognuna delle sei classi. Inizierai la tua avventura scegliendo una classe primaria, ma non passerà molto tempo prima che guadagnerai uno slot di classe secondaria con il sistema Multiclass.
Tiny Tina’s Wonderlands sarà disponibile a partire dal 25 Marzo 2022 per: Xbox Series X|S, Xbox One, PlayStation 5, PlayStation 4 e PC.
Se c’è un settore che nonostante eventi avversi, calamità naturali e biologiche non conosce crisi, nel nostro paese e non solo, quello è il settore dei videogiochi. I numeri rivelano una crescita esponenziale dei fatturati, e un crescente numero di persone che ritengono il settore una opportunità non soltanto di svago ma anche professionale. Quello che prima poteva essere solo un hobby, ad oggi potrebbe rivelarsi un vero e proprio mestiere, beta testers, sviluppatori, pro players, grafici e designers, sono solo alcune delle professionalità che il mondo del gaming richiede.
Questo, per molti, significherebbe conciliare la passione con il lavoro. Lo sviluppo del mondo del gaming è stato favorito certamente anche dall’aumento di videogiocatori, che è stato registrato soprattutto nell’ultimo biennio.
Secondo il Digital Consumers, ad esempio, nel 2020 il mercato globale del gaming ha raggiunto cifre che toccano i 135,8 miliardi di euro circa di introiti. La previsione è ancora più scioccante, perché entro il 2025 il settore dei videogiochi dovrebbe essere caratterizzato da unacrescita annuale che supererà il 10% a livello mondiale, molto più di qualsiasi altro settore dell’intrattenimento.
Pensate che, secondo uno studio portato avanti dal SAE Institute, nel 2023 il globo potrebbe contare ben 3 miliardi di gamer, poco meno della metà dell’intera popolazione mondiale. Un boom che si spiega anche grazie all’evoluzione di Internet, che ha messo in comunicazione persone distanti centinaia di km, consentendo loro di sfidarsi a uno sparatutto o a una simulazione calcistica come se fossero sedute una accanto all’altra.
Sono infatti proprio i giochi multigiocatore ad aver conosciuto un vero e proprio boom, grazie all’esplodere di fenomeni come i battle royal, ed in generale dei giochi free to play online.
Il PC più potente del mondo
I videogame e i giochi virtuali sono diventati molto più elaborati e quindi “pesanti” in termini di dat scambati online per giocare a distanza. Per questo motivo chi vuole evitare latenze e rallentamenti necessita ormai di una connessione super-veloce, evidentemente in fibra ottica.
Questo, in concomitanza con l’esplosione dei servizi di streaming, ha messo in seria difficoltà le infrastrutture internet nazionali, e sta spingendo gli operatori, finalmente, ad espandere la propria rete sfruttando nuove soluzioni tecnologiche, come reti in fibra FTTH (con arrivo fino all’utente finale e non ferme al cabinet), reti 5G e persino internet satellitare come StarLink, il servizio offerto dall’eccentrico multimiliardario Elon Musk.
Il supercomputer Fugaku realizzato con processori ARM.
Internet come motore del cambiamento
Internet del resto è la base principale intorno alla quale ruotano questi numeri di cui abbiamo parlato e senza di esso difficilmente il settore avrebbe potuto registrare questi numeri. Se si sta disputando un torneo online, non si può certo rischiare di perdere per un’interruzione della connessione; se si lavora da casa ad un modello 3D, ad esempio, è fondamentale avere connessioni stabili e veloci per condividere progetti e così via. Per ottenere il massimo a livello tecnologico, però, non basta un collegamento stabile. Per reggere tutte le operazioni legate al gaming e alle connessioni, servono hardware e software adatti.
Più i numeri del settore del gaming sono alti, maggiore sarà la possibilità di continuare ad investire sulla suddetta industria e sull’infrastruttura. Come dimostra la continua espansione della Open Fiber realizzata da Enel, e quella di FiberCop di Tim e Fastweb, entrate più volte in competizione per un mercato, quello della rete in fibra, che si preannuncia multimiliardario.
Le grandi compagnie, non investono tuttavia solo in fibra. Secondo quanto riportato dal ministero dello sviluppo economico e del commercio del Giappone, il Paese asiatico ha speso una somma di denaro pari a miliardi e miliardi di Yen, che corrispondono a centinaia di milioni di dollari, per la realizzazione del computer più potente del mondo, che avrà il compito di analizzare i cosiddetti BigData, ovvero i milioni e milioni di dati che ogni giorno produciamo utilizzando internet per lavoro, gioco o anche solo per navigare sui social.
Fugaku, quiesto il nome del supercomputer giapponese, secondo i dati che sono stati riportati, avrebbe una potenza di calcolo pari a 442 petaflop. Il suddetto sistema è composto da un totale di 432 armadi rack, i quali sono dotati di diversi server con i processori A64fx di Fujitsu.
Il cloud gaming nel futuro del gaming.
Se computer come quello giapponese ora hanno utilizzi per lo più professionali, non sono da meno i grandi server che compagnie come Microsoft, con la sua rete Azure, Amazon con AWS, e Google stanno potenziando per offrire quello che è stato già definito il gaming del futuro, ovvero il gaming in cloud.
Grazie ad Xcloud di Microsoft, Stadia di Google e Luna di Amazon, in futuro non avremo più bisogno di avere un costoso hardware dedicato al gaming, ma solo uno schermo (magari un headset per realtà virtuale) e il grosso del lavoro verrà effettuato dai supercomputer di queste grandi compagnie, a cui avremo accesso tramite un servizio in abbonamento come Game Pass di Microsoft.
I nuovi metodi di pagamento nel mondo del gaming
Senza Internet non si sarebbe mai arrivati a proporre i videogiochi nel programma delle Olimpiadi, tanto per rendere l’idea di quanto sia cambiata l’industria del gioco nel terzo millennio. Tra i primi settori a fiutare l’importanza della rete, tuttavia, c’è stato il settore del gioco d’azzardo.
Con l’avvento dell’online, infatti, i casinò hanno curato al dettaglio i propri siti web, fornendo agli utenti novità, contenutistiche e metodi di pagamento più sicuri, i quali sfruttano l’alta velocità di navigazione per effettuare transazioni immediate (o quasi) e senza dispersione di dati personali.
Si parte dall’Online Banking che permette al giocatore di depositare in pochi minuti il proprio denaro, ma occorre sottolineare che non si tratta di un procedimento anonimo. Il più classico dei metodi di pagamento è sicuramente il bonifico bancario, che, non essendo istantaneo, porta il giocatore ad attendere due giorni lavorativi prima di vedere il proprio denaro depositato sul conto.
Tra i metodi velocissimi rientrano sicuramente le carte di credito, le quali risultano più lente solo durante la fase di prelievo. MasterCard e Visa sono le carte di credito maggiormente utilizzate dagli utenti.
Lo stesso discorso vale per le carte prepagate, tra le quali, ad esempio, rientra la PostePay. Semplicissime da utilizzare, le carte prepagate non hanno alcun bisogno di un conto corrente di appoggio. PayPal, invece, è certamente l’e-wallet più sicuro. Si tratta di un pagamento elettronico, il primo dei due che vi citeremo.
La sicurezza, sia in fase di pagamento sia in fase di prelievo, è assicurata, inoltre le commissioni da pagare sono minime. Il secondo pagamento elettronico di cui vi parleremo è quello che abbiamo menzionato precedentemente: Paysafecard.
La privacy è garantita, tanto che i dati personali degli utenti restano assolutamente protetti. Il metodo, come già detto, è semplice, sicuro ed efficace, ma non concede il prelievo. Clicca qui se vuoi avere qualche informazione in più su questa carta prepagata, utile per effettuare diversi tipi di pagamenti online.
Anche i classici videogiochi prevedono degli shop interni nei quali è possibile utilizzare più metodi di pagamento per scaricare DLC e contenuti aggiuntivi.
Elden Ring, come gli altri titoli FromSoftware, vi offre la possibilità di giocare in compagnia di altri giocatori del mondo reale. Se però vi siete avvicinati per la prima volta a questo genere, il sistema utilizzato dallo sviluppatore nipponico potrebbe essere confusionario. Infatti, non troverete sezioni dedicate al matchmaking. Sarà vostro compito evocare altri giocatori o invadere i loro mondi attraverso specifici oggetti.
Iniziamo presentando il Menù Multigiocatore, premendo il tasto (Options/Start) vi apparirà il menù di gioco. Quest’ultimo vi permetterà di accedere all’Equipaggiamento, al vostro Status e alla sezione Multigiocatore. Vi ricordiamo che come d’abitudine nei soulslike il gioco non andrà in pausa, pertanto fate questa operazione solamente in un luogo sicuro.
Ovviamente, prima di poter evocare giocatori o invadere i loro mondi dovrete avanzare un po’ nel gioco, finché non vi verranno consegnati gli oggetti adatti (sarà necessario superare il prologo). Una volta in vostro possesso, il menù vi mostrerà cosa potete fare e cosa ancora non vi è possibile compiere.
L’Evocazione è una delle cose più semplici da fare, specialmente quando vi troverete di fronte ad una Effige del Martire. Sono delle piccole statue piazzate in terra simili ad un uomo crocifisso. Potrete trovarle nelle aree vicine ai boss. D’altronde, sono quelli i momenti in cui avrete bisogno di aiuto.
Come evocare un giocatore all’interno del vostro mondo
Per richiedere l’aiuto di un altro giocatore affinché vi permetta di avanzare nella vostra avventura, assicuratevi di essere vicino ad una delle sopracitate effigi “a forma di crocefisso”. Questo vi permetterà di aumentare le possibilità di trovare un altro giocatore da Evocare. Interagite con l’oggetto ed aprite il menù Multigiocatore. Una volta fatto, al suo interno troverete il Rimedio del Dito torto invocatore.
Utilizzando questo oggetto, il gioco vi mostrerà, attraverso dei segnali dorati in terra, quali giocatori potrete evocare.
Come farsi evocare dagli altri giocatori
Se siete dei veri esperti di Elden Ring e volete aiutare il prossimo, potrete fare in modo che altri giocatori vi evochino. Iniziare questa pratica richiede che interagiate sempre con le amichevoli Effigi del Martire presenti nel gioco. Questa volta però dovrete lasciare voi il segnale d’oro sul terreno. Per farlo, vi basterà utilizzare il Dito Torto di Senzaluce.
Una volta che l’Evocazione sarà completata, verrete trasportati nel mondo di gioco di un altro utente. Al fine di livellare l’esperienza, potrete evocare o essere evocati esclusivamente da giocatori di un livello simile.
Come invadere il mondo di un giocatore
Nel caso in cui preferiate sfidare altri giocatori e sottometterli al vostro volere, ecco come fare. Avvicinatevi alla consueta effige a forma di crocefisso, utilizzate il Dito Torto di Duellante. Se verrete evocati, il vostro solo ed unico scopo sarà rendere difficile la vita all’host, privandolo della propria vita.
Come giocare con gli amici
Per essere sicuri di giocare in compagnia dei vostri amici, sarebbe opportuno utilizzare il sistema delle Password. Anche quest’ultimo è accessibile dal menù Multigiocatore. Una volta inserita la Password del gruppo, in-game appariranno solo i segni di evocazione appartenenti al gruppo in questione.
Ovviamente, nel caso in cui si giochi in compagnia di amici, non è necessario che i giocatori abbiano tutti un livello similare. Detto questo, nel caso in cui l’host del gruppo abbia un livello più basso del vostro, tutte le vostre statistiche verranno ridotte.
Speriamo che questa breve guida vi torni utile nella vostra avventura alla scoperta dell’Interregno. Continuate a seguirci su Facebook e Telegram per altre guide dedicate ad Elden Ring.
Game Freak ha annunciato la prossima generazione di giochi Pokémon: Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto, che arriveranno entrambi su Nintendo Switch nella seconda parte di quest’anno. Questa sarà la nona generazione della serie (in breve “Gen 9”).
I giochi sono stati svelati attraverso un teaser trailer alla fine dell’evento live “Pokémon Presents“, dando ai giocatori un primo sguardo al mondo in cui si troveranno ad andare a caccia di Pokémon, oltre ad una sbirciata ai tre probabili nuovi starter di questa regione ancora senza nome: Sprigatito (gatto/erba), Fuecoco (coccodrillo/fuoco), and Quaxly (anatra/acqua)
Il trailer comincia con un segmento live-action, mostrando una guardia della sicurezza che viene spaventata da una strana ed intensa luce. Poi si passa alla grafica del gioco, in una schermata che ritrae la nuova regione, con molte inquadrature aeree del mondo e dei Pokémon selvatici che vi abitano. La regione sembra presentare una gran varietà di ambienti, da pianure erbose a villaggi con palme. Il comunicato ufficiale riporta che questa nuova regione avrà varie città prive di confini. Queste si mescoleranno con le terre selvagge senza soluzione di continuità: quindi non ci saranno brusche transizioni tra l’interno e l’esterno. Il comunicato precisa inoltre che sarà possibile vedere Pokémon che scorrazzano dappertutto, anche all’interno delle città. I fan hanno ipotizzato che questa regione potrebbe ispirarsi alla Spagna.
Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto: la nuova generazione della serie
Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto seguiranno Pokémon Spada e PokémonScudo nella line-up principale della serie Pokémon. Il gioco più recente uscito finora, Pokémon Legends: Arceus, uscito il 28 gennaio, ha riportato la serie al passato dei Pokémon nella regione di Sinnoh.
L’evento ha mostrato anche nuovi aggiornamenti per Pokémon Go, Pokémon Legends: Arceus, Pokémon Diamante Lucente e Pokémon Perla Splendente.
ROCCAT, brand di periferiche PC di Turtle Beach, svela il nuovo mouse da gaming Kone XP. Primo prodotto mai realizzato da ROCCAT, il Kone originale è stato lanciato nel 2007 ed è subito diventato un best-seller grazie soprattutto alla sua ergonomia superiore. Il nuovo Kone XP rappresenta il culmine di 15 anni di ricerca e sviluppo per arrivare a creare un mouse da gaming multi-funzione che possa stabilire nuovi standard nel mercato.
Il Kone XP migliora ogni aspetto del suo predecessore, grazie ad un’ergonomia meticolosamente perfezionata, all’incredibile illuminazione 3D RGB, al sensore ottico Owl-Eye da 19K DPI di ROCCAT, e agli incredibilmente veloci Switch Titan Optical. Con 15 tasti e 29 funzioni assegnabili, il Kone XP di ROCCAT è uno dei mouse maggiormente personalizzabili di sempre, e i fan possono pre-ordinarlo a partire da oggi al prezzo consigliato di 89,99 € su www.roccat.com e presso i rivenditori autorizzati. Il Kone XP sarà poi disponibile a partire dal 29 marzo 2022.
“Abbiamo progettato il Kone XP per renderlo il mouse dalle dimensioni perfette, dotato di una splendida illuminazione 3D RGB, una moltitudine di pulsanti personalizzabili e la nostra tecnologia più recente, in modo che i giocatori PC possano competere al meglio su qualsiasi gioco per PC “, ha dichiarato René Korte, fondatore di ROCCAT e General Manager per le periferiche PC di Turtle Beach. “Il Kone XP è il successore spirituale del Kone AIMO Remastered che è stato uno dei mouse più venduti in Germania nel 2021. La sua ergonomia e il layout multi-pulsante lo rendono una grande scelta per qualsiasi gioco, ma il comfort del Kone XP e le opzioni di personalizzazione lo rendono un grande mouse ibrido perfetto anche per il lavoro, per fare i compiti, per la creazione di contenuti e tanto altro ancora”.
I fan del Kone AIMO Remastered, insieme ai giocatori PC che giocano una varietà di giochi attraverso generi diversi, ameranno il design multi-pulsante del Kone XP combinato con l’ergonomia raffinata, il peso ridotto e il comfort generale dell’iconica forma del classico Kone. ROCCAT sta anche ridefinendo ancora una volta l’illuminazione RGB con le 22 impressionanti luci LED e il guscio trasparente del Kone XP, e attraverso la rivoluzionaria 4D Krystal Wheel che diffonde l’illuminazione RGB attraverso il suo design trasparente opaco per creare un effetto di illuminazione 3D. La 4D Krystal Wheel aggiunge anche input laterali a sinistra e a destra al click verticale e alle funzionalità di scorrimento standard, il tutto contrassegnato dall’inconfondibile sensazione tattile di ROCCAT.
Il Kone XP ha più pulsanti di qualsiasi altro mouse in questa fascia di prezzo. Dispone di 15 pulsanti, e grazie alla tecnologia Easy-Shift[+] di ROCCAT ci sono 29 possibili funzioni assegnabili – ideale per i giochi di strategia e MMO come Lost Ark e l’imminente Elden Ring. I pulsanti sinistro e destro attivano gli Switch Ottici Titan di Kone XP fornendo un clic reattivo, con una velocità di attuazione incredibilmente veloce, per una velocità e una precisione senza precedenti. gli Switch Ottici Titan di ROCCAT sono più veloci di qualsiasi switch meccanico e hanno il doppio della durata fino a 70 milioni di clic. Con il Kone XP i giocatori PC non possono che aspettarsi un’esecuzione nitida e reattiva al massimo della precisione.
Nel cuore del Kone XP i giocatori PC troveranno il sensore ottico Owl-Eye 19K DPI di ROCCAT (basato su PAW3370 di PixArt). Il sensore Owl-Eye traccia qualsiasi movimento del mouse con alta precisione per un’accuratezza estrema ed è personalizzabile tramite la suite Swarm di ROCCAT.
Il guscio traslucido del Kone XP è l’ideale per mostrare l’illuminazione AIMO di ROCCAT, perfetta per sincronizzarsi al meglio con altri dispositivi dotati di AIMO come la tastiera a membrana Magma o la pluri-premiata serie di tastiere Vulcan. AIMO è in grado di garantire un’illuminazione vibrante in 16,8 milioni di colori, senza la necessità di complicate configurazioni.
Il Kone XP dispone inoltre del cavo PhantomFlex di ROCCAT e dei pattini PTFE trattati termicamente per una libertà senza eguali. Flessibile, malleabile e leggero, il cavo non si aggroviglia e permette al mouse di scivolare dolcemente sulla scrivania.
Nonostante Elden Ring sia uscito da pochissimo, una nutrita ed appassionata community si sta formando al suo seguito, composta da inossidabili fan di vecchia data uniti a nuovi giocatori attratti dall’ultima attesa IP di From Software.
Quello di Elden Ring è un mondo di gioco quanto mai vasto, criptico e intriso di elementi indispensabili al buon esito dell’avventura dei giocatori che stanno solcando le pericolose terre dell’interregno.
In questa guida vi sveleremo dove trovare tutte le Pietre da Fabbro in Elden Ring, il materiale probabilmente più importante all’interno del mondo di gioco. Ne avrete bisogno per potenziare le armi fino al loro livello massimo (sbloccando inoltre un ambito trofeo).
Andando avanti, per portare le armi ai livelli più alti avrete bisogno di Pietre da Fabbro superiori, che potrete trovare nelle aree visitabili durante le fasi finali di Elden Ring.
Per compiere questi upgrade praticamente, dovrete recarvi dal fabbro a Roundtable Hold: dovrete improntare una sempre crescente quantità di rune e Pietre da Fabbro, ottenendo così delle armi di volta in volta più potenti.
1# Pietra da Fabbro
Può essere farmata dai Gargoyle a Limgrave: Murkwater Catacombs, ma è un drop raro.
Limgrave: Chiesa di Elleh – Si trova sulla tavolo da fabbro nelle rovine della Chiesa di Elleh Lost Grace.
Limgrave: Gatefront – Potrete trovarla nell’angolo in alto a destra di Limgrave su un corpo appeso alla scogliera accanto ad alcune rovine dove apparirà un orco gigante se vi avvicinerete troppo.
Limgrave: Rovine del Gatefront – Risalite il sentiero attraverso il cancello fino ad arrivare dove non ci sono scogliere su entrambi i lati. Andate a destra e guardate a sinistra dove vedrete un cerchio di nemici morti ed uno seduto su una sedia. La troverete su uno dei corpi.
Castello di Stormveil: Camera dell’ascensore – Uscite dalla stanza della grazia verso il cortile e andate a destra per vedere un corpo appeso al ponte del castello. La pietra è su questo corpo.
Castello di Stormveil: Liftside Chamber – Uscite dalla stanza di grazia verso il cortile ma invece di entrare nel cortile prendete le scale verso gli Stormhawks. Attraversate il vicolo e troverete un’apertura lungo la parete destra con una donna nella stanza, questa pietra la troverete nell’angolo.
Castello di Stormveil: Camera degli Ascensori – Uscite verso il cortile, ma seguite il sentiero su per le scale. Continuate oltre le barricate e attirate il Gigante davanti a voi. Dovete poi ricondurlo nel cortile e fargli rompere la statua, che contiene alcune pietre.
Castello di Stormveil: Camera di Gatteside – Uscite dalla camera verso il castello e prendete la prima serie di scale a sinistra. Questa pietra sarà su quel pianerottolo in fondo.
Limgrave: Baracca dell’artista – Su un corpo appena fuori dalla baracca.
Limgrave: Tunnel di Limgrave – Si trova dappertutto in questa serie di tunnel. Ogni deposito di minerale sulle pareti di color giallo vi darà una pietra. Un’altra è nel tunnel con i ratti, per un totale 7 in quest’area.
2# Pietra da Fabbro
Limgrave: Rovine di Mistwood – Sulla superficie delle rovine troverete un forziere in una delle “stanze” delle rovine. Questo scrigno contiene una pietra.
Castello di Stormveil: Porta principale di Stormveil – Entrate in una piccola stanza e procedete seguendo il percorso principale. Quando arrivate nella parte dove normalmente vi dovrete abbassare per continuare guardate a destra e saltate sul muro distrutto che porta ad un pianerottolo dove troverete la pietra.
Castello di Stormveil: Torre di Rampart – Andate fuori e scendete lungo il sentiero oltre i primi tre Stormhawks e continuate lungo il sentiero ma non scendete. Dirigetevi invece verso la fine dell’area superiore fino ad arrivare ad un mucchio di barili, ma fate attenzione perché c’è uno Stormhawk che vi attende per un imboscata. Questa pietra è dietro le polveriere.
Castello di Stormveil: Camera dell’ascensore – Lasciate la stanza con la Grazia verso il cortile. Invece di andare verso il cortile dirigetevi verso lo Stormhawk su per le scale. Sconfiggete il primo e andate a sinistra per trovare un’altra scala che va verso l’alto. Alla fine di questo percorso c’è un corpo con una pietra sopra.
Castello di Stormveil: Camera degli Ascensori – Uscite dalla camera e dirigetevi verso il cortile, ma non entrare dentro, andate verso gli Stormhawks. Superateli e nel cortile aperto vedrete un piccolo vicolo prima di raggiungere le scale con l’orco sulla destra. Questo si trova la pietra, alla fine del vicolo su un corpo morto.
Castello di Stormveil: Gateside Chamber – Uscite dalla camera verso il castello e prendete la prima serie di scale a sinistra. Salite la prossima serie di scale oltre quella e troverete la pietra su quella piattaforma.
Liurnia dei Laghi: Grotta dei Cristalli dei Laghi – In fondo alla stanza dei cristalli viola, su un corpo.
Limgrave: Terza Chiesa di Marika – Dirigetevi a nord-ovest verso una piccola sorgente con un orso gigante che combatte contro un gruppo di lupi. Questa pietra è su un corpo sulla pietra nel laghetto.
Limgrave: Siofra River Well Depths – Verso l’edificio più avanti, salite l’ingresso principale che ha alcuni nemici con le lance, la pietra è su un cadavere piegato sul muro accanto a delle scale sulla sinistra.
3# Pietra da Fabbro
Castello di Stormveil: Stormveil Cliffside – Dal Site of Grace fai un backtrack fino a una scogliera dove potete cadere e trovarvi vicino ad uno Stormhawk mentre un altro vi terrà un’imboscata da un palo vicino, sconfitti entrambi seguite il sentiero a destra rispetto a dove siete caduti. Nell’area aperta più grande sopra vedrete uno Stormhawk che becca per terra vicino ad un oggetto. Fate attenzione perché altri 2 Stormhawk vi tenderanno un’imboscata dall’albero giallo dietro di esso. Sconfiggete gli uccelli e raccogliete da terra la pietra.
Liurnia dei Laghi: Ravine-Veiled Village – Salite le scale lungo il muro fino ad entrare in una grotta. Continuate fino a raggiungere il pilastro di pietra, dove potrete raccoglierne una da un corpo.
Liurnia dei Laghi: South Raya Lucaria Gate – Tornate a sud lungo la strada per il cancello, troverete la pietra poco distante.
4# Pietra da Fabbro
Caelid: Rear Gael Tunnel Entrance – Dal Sito della Grazia dirigetevi nella prossima piccola area e potrete ottenere questa pietra da un deposito di minerale sul muro.
Caelid: Tunnel di Gael – Altre 7 Pietre da Fabbro si trovano in tutto il Tunnel di Gael, dalle pietre gialle incandescenti.
Liurnia dei Laghi: Ravine-Veiled Village – Arrampicatevi sulle scale lungo il muro fino ad entrare in una caverna, qui potrete saccheggiare la pietra da dove il nemico sta picconando il muro.
Limgrave: Siofra River Well Depths – Verso l’edificio più avanti, salite l’ingresso principale che ha alcuni nemici con le lance, salite la breve rampa di scale a destra.
Limgrave: Siofra River Well Depths – Vicino alle scale accanto alla cascata su un cadavere con diversi nemici nelle vicinanze.
Liurnia dei Laghi: Grotta dei Cristalli dei Laghi – In fondo alla stanza dei cristalli viola, su un cadavere.
Leyndell, Capitale Reale: Rampa della Capitale Est – Continuate sul bastione dove ci sono tutti i nemici, poi saltate giù al livello inferiore sulla destra vicino al grande nemico sputafuoco. Giratevi e troverete la pietra in una stanza su un corpo.
5# Pietra da Fabbro
Liurnia dei Laghi: Il burrone – Andate fino in fondo al burrone rimanendo in acqua, la pietra è su un corpo nella capanna.
Caelid: Sellia Crystal Tunnel – Troverete diverse pietre nella prima stanza principale.
Lirunia dei Laghi: Porta principale dell’Accademia – Andate sul ponte a nord-est e troverete un segno di convocazione rosso prima della prima spaccatura del ponte. Sconfiggite l’invasore nel mondo evocato, poi tornate nel vostro mondo ed andate vicino allo stesso punto del ponte per parlare con l’uomo che avete aiutato per ricevere una pietra come ricompensa.
Lyndell, Capitale Reale: West Capital Rampart – Scendete al livello inferiore, ed entrate nella grande stanza a sud-ovest, poi nella porta a destra e nel retro dietro le rastrelliere delle armi sulla destra.
6# Pietra da Fabbro
Leyndell, Capitale Reale: East Capital Rampart – Continuate giù per il sentiero dopo l’ascensore, poi giù nel prossimo edificio dove ci sono tre sentieri. Prendete il sentiero che porta all’indietro verso un cortile con un nemico e uno delle pietre sarà su un corpo. Lyndell, Capitale Reale: Lower Capital Church – Fuori dalla chiesa a destra, dove l’Omenkiller starà facendo una ronda.
L’Interregno di Elden Ring è un mondo vastissimo, dagli scenari meravigliosi ma ricchi di insidie, molti saranno gli oggetti da scovare, molto spesso protetti da temibili nemici. Sperando che questa guida possa esservi di aiuti, vi auguriamo una buona continuazione del vostro viaggio!
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Lo Steam Deck, il nuovo rivoluzionario Handheld computer di Valve dovrebbe cominciare ad arrivare nelle mani dei fortunati acquirenti inseriti nella prima ondata di consegne a partire dal 28 febbraio, e sono in molti a chiedersi quale sia lo strumento migliore per ampliare la capacità di storage del proprio device.
Soprattutto gli acquirenti della versione di Steam Deck con 64GB di spazio di archiviazione, una parte del quale è ovviamente occupato dal sistema operativo SteamOS, avranno per forza di cose bisogno di una espansione di memoria.
Steam Deck come confermato da Valve, potrà essere aggiornato sostituendo il disco NVME 2230 integrato, con uno più capiente. L’operazione, sebbene non invalidi la garanzia, richiede tuttavia una certa manualità e una buona competenza (oltre agli attrezzi giusti) in termini di assemblaggio e smontaggio di materiale elettronico.
L’opzione sicuramente più pratica, veloce e funzionale per ampliare lo storage di Steam Deck, consiste quindi nell’utilizzare lo slot di espansione MicroSD.
Chi si preoccupava della scarsa velocità del lettore SD card utilizzato da Valve, fermo allo standard UHS-1 con 104Mb/s di velocità di lettura, ha dovuto ricredersi. Dai primi test effettuati da Gamer Nexus, Linus Sebastian di LTT e altri YouTuber, solo in rari casi – per lo più dovuti ad una scarsa ottimizzazione del gioco – la scheda microSD ha evidenziato limiti evidenti di velocità. Nella maggior parte dei casi, anzi, la differenza nell’avvio e nel caricamento dei giochi è limitato a 2-3 secondi in meno della versione su NVME.
L’opzione MicroSD è quindi quella che ci sentiamo di consigliare a tutti: è più economica, è più semplice e non vi sono differenze tali da spingere verso la soluzione NVME.
Ma quale microSD scegliere?
Le sigle che accompagnano le MicroSD sono forse tra le più confusionarie in assoluto. Questo è dovuto al sovrapporsi di sigle incomprensibili che a volte indicano, in maniera diversa, la stessa cosa.
UHS, SDXC, V30, A1 sono solo alcuni dei geroglifici che accompagnano il packaging della MicroSD, la cui codificazione è spesso complicata anche per gli addetti ai lavori. Vediamo di seguito, prima di passare ai nostri consigli per gli acquisti, cosa significano le diverse sigle.
Le microSD più moderne utilizzano questo schema di classificazione
Nella legenda qui sotto trovate il significato delle diverse classificazioni indicate nella foto della MicroSD.
Al punto 1 ovviamente è indicato il taglio di memoria espresso in GB. Ovviamente più è grande questo numero, maggiore è la dimensione di storage disponibile sulla MicroSD. Attenzione: spesso su internet, in particolare sui più noti store cinesi, ma sempre più spesso anche su Amazon, vengono offerte MicroSD dalle dimensioni generosissime a prezzi stracciati. Si tratta ovviamente di fake. Le MicroSD vengono contraffatte in modo tale che collegate al PC indichino una dimensione più grande di quella effettiva. Al momento però di caricare dati di dimensioni corrispondenti riceverete l’amaro avviso che lo spazio disponibile è insufficiente. Meglio perciò affidarsi a marchi conosciuti e a venditori affidabili.
Il punto due indica il tipo di scheda. Esistono quattro tipi di SD card, compresa MicroSD classica, oramai in disuso in quanto avente capacità massima di 2GB: MicroSDHC (conosciuta anche come SDHC), MicroSDXC (SDXC) e MicroSDUC (SDUC). MicroSDHC ha capacità che arrivano fino a 32GB, MicroSDXC ha capacità che possono arrivare a 2TB e MicroSDUC addirittura a 128TB.
Ora le cose cominciano a farsi un po’ più complicate. La SD Association ha infatti elaborato tre tipi diversi di nomenclature che dovrebbero misurare la velocità di scrittura: Speed Class, UHS Speed Class e Video Speed Class. La prima di queste, è indicata attraverso il numero nel cerchio (nella foto della SanDisk Ultra che trovate sotto) che indica la velocità di scrittura minima certificata dal produttore.
Class 2 (C2): 2 MB/s
Class 4 (C4): 4 MB/s
Class 6 (C6): 6 MB/s
Class 10 (C10): 10 MB/s
Su questa scheda è presente il vecchio schema di classificazione numerica con C10 nel cerchio.
Raggiunta la classe 10, la nomenclatura è stata superata in favore di quella indicata al punto 3, ovvero la UHS Speed Class, per questo motivo alcune schede più recenti potrebbero non presentare più questo tipo di classificazione. Nel caso di specie la SD card in questione è classificata U1. Come dicevamo con l’arrivo del 4K e delle moderne fotocamere e smartphone, capaci di registrare a tali risoluzioni, è stato creato un nuovo standard, UHS. UHS-I (in sigla U1) indica una velocità di scrittura minima di 10MB/S, mentre UHS-II (in sigla U3) indica una velocità di scrittura minima a 30MB/S. UHS però indica anche un altro valore, quello della velocità di bus massima teorica, che per UHS-I è pari a 104 MB/S, mentre per UHS-II è pari a 312MB/S.
4. Al punto 4 la dicitura “A1” rappresenta un diverso schema di classificazione. Mentre le altre nomenclature fanno riferimento alla velocità di lettura/scrittura, questa dovrebbe “semplificare” le cose, indicando il tipo di applicazioni a cui la MicroSD può essere destinata. Utilizzando uno schema comune agli smartphone Android, la classificazione varia in base al numero di IOPS in lettura e scrittura, ossia operazioni effettuate al secondo. Con le memorie di prima generazione appartenenti allo schema A1, è possibile arrivare a 1500 IOPS in lettura random,e 500 in scrittura random, con quelle di ultima generazione, invece si parla di 4000 IOPSin lettura random, e 2.000 IOPSin scrittura random.
5. L’ultima classificazione, indicata al punto 5, nasce anche qui per semplificare la riconducibilità della SD card ad un particolare scopo (con scarsi risultati per la verità). La sigla V infatti, indica le velocità di scrittura ma con un focus preciso sulla velocità di scrittura sostenuta per lunghi periodi di tempo. V10, ovvero 10MB/s (sovrapponibile a Class 10 e U1) è indicata per applicazioni FHD (1920×1080 a 30/60fps) V30 e V60(30MB/s e 60MB/s) per applicazioni 4k a 60 e 120Fps, mentre V60 e V90 per applicazioni 8k a 60 e 120 fps rispettivamente.
Confusi? In effetti il sistema di classificazione con le continue sovrapposizioni di valori genera più incertezza che altro, ma mettiamola cosi’: se siete un videomaker, il valore a cui dovreste guardare è quello indicato con la V, preferendo V30 o V60 per la registrazione di filmati 4K in 30 o 60 fps.
Se utilizzerete la vostra card in uno smartphone, la dicitura a cui dovreste guardare è quella che inizia con la A, preferendo la A2 per gli smartphone più recenti.
Infine per tutti gli altri utilizzi, il valore di riferimento è UHS. Ad oggi la gran parte dei device, compreso Steam Deck, supporta solo velocità UHS – I, quindi con bus massimo di 104 MB/s in lettura (è questo il valore che ci interessa in quanto l’importanza della velocità di scrittura su una scheda destinata al gaming è assolutamente marginale). Utilizzare una scheda con velocità superiorebnon porterebbe ad alcun vantaggio. Questo in linea teorica.
Le velocità massime della SD card infatti, non sono tutto, e generalmente una scheda con velocità certificata più elevata, manterrà una maggiore stabilità di trasferimento durante l’intera operazione e l’intero ciclo di vita della SDcard, che come sapete subisce una progressiva degradazione delle performance nell’arco della sua vita.
Infine un’ultima considerazione. Più la scheda di memoria è grande, minori saranno le sue performance, pertanto se intendete acquistare una scheda di memoria particolarmente grande (da 256GB in su) acquistarne una con una velocità superiore a quella massima supportata dal vostro device, potrebbe non essere un inutile spreco di denaro (senza contare il fattore “riutilizzabilità” in device futuri).
MicroSD Classification SD Association
Le migliori schede sul mercato
Abbiamo diviso questo paragrafo in tre parti, selezionando la migliore MicroSD in base al rapporto qualità prezzo, la scelta migliore in base alla quantità di storage disponibile in rapporto al prezzo e infine la migliore MicroSD in termini assoluti, ovvero senza guardare al fattore prezzo.
La migliore per il rapporto qualità prezzo
Lexar Play 512GB MicroSDXC
Questa scheda, pensata appositamente per i device da gioco, è probabilmente la migliore combinazione tra spazio disponibile, velocità di lettura e prezzo. La Lexar Play è classificata V30, ha cioè velocità di scrittura sostenute di circa 30MB/s, ma come abbiamo detto non è questo il valore di cui tener conto, in quanto la scrittura su una scheda destinata al gaming è limitata al download e alla scrittura dei savegame.
Più importante, invece, le velocità di lettura. La scheda è di tipo UHS-I e classificata U3, con velocità di lettura fino a 150MB/s. E’ disponibile in diversi formati, ma ci sentiamo di consigliarvi quello da 512GB, più che sufficienti ad accogliere almeno 6 giochi tripla A e qualche indie. Il prezzo su Amazon italia è di 99 euro, ma è possibile risparmiare qualcosa sullo store Amazon spagnolo, dove attualmente il prezzo è di 80 euro ma noi siamo riusciti a prenderla anche a 60 euro, quindi tornate spesso su questo link per sperare di beccarla anche voi.
PRO
Ottimo rapporto qualità prezzo;
Velocità di lettura di 150 mb/s;
Affidabile;
Destinata al gioco;
CONTRO
Nei formati più grandi da 1TB il prezzo si avvicina troppo a quello delle schede più performanti.
La più grande (e lenta)
La più grande ed economica
Samsung Evo Plus 512GB
Pur essendo la più lenta del lotto di schede che vi proponiamo, la Samsung Evo Plus, disponibile nel formato più grande da 512GB è sicuramente la più economica. Si tratta di una scheda UHS-I e classe 10, quindi pienamente compatibile con Steam Deck, che offre una velocità di lettura fino a 100 MB/s in lettura o 60 MB/s in scrittura. Il prezzo è la sua arma vincente. E’ disponibile infatti di base ad un prezzo di 69 euro su Amazon.it ma non è raro trovarla in sconto anche sotto i 60. In alternativa potete puntare su questa Samsung Evo Select da 512GB ORA IN SCONTO PER GLI AMAZON PRIME DAY A SOLO 49 euro
PRO
Quando in sconto, il prezzo è irresistibile
Prestazioni adeguate allo scopo;
Affidabilità Samsung;
CONTRO
E’ la più lenta del lotto di schede analizzate, ed il formato massimo disponibile è 512GB.
La più veloce
SanDisk Extreme Pro da 1TB
La scheda più veloce e costosa che vi raccomandiamo se il prezzo non è un problema è la SanDisk Extreme Pro da 1TB. Si tratta di una scheda UHS 2 (U3) e classe di velocità video V30, con una velocità di lettura fino a 170MB/s e scrittura fino a 90MB/s. Si tratta di velocità di punta che non sono raggiungibili su Steam Deck che supporta memorie fino a UHS-I (il formato UHS II comunque è retrocompatibile), ma la velocità media sarà sicuramente più alta di una scheda con velocità di punta più bassa.
Affidabilità di lungo termine e testata in condizioni estreme; impermeabile, resistente alle temperature, agli urti e ai raggi X
CONTRO
Il prezzo è decisamente elevato nella versione da 1TB.
Questo è tutto per la nostra guida, vi ricordiamo che per qualsiasi problema o chiarimento potete scriverci sui nostri social che trovate qui sotto, o unirvi al nostro gruppo Telegram.