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Death Stranding 2: on the beach: Guida completa a potenziamenti e veicoli

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A quasi cinque anni di distanza dal primo capitolo, Death Stranding 2: On the Beach riporta in scena Sam Porter Bridges con una nuova avventura densa di simbologie, incontri surreali e, naturalmente, consegne da effettuare. Il gameplay riprende l’approccio profondo e riflessivo del predecessore, arricchendolo con nuovi strumenti, veicoli, nemici e sistemi di progressione. Che siate alla prima partita o veterani della UCA, questa guida è pensata per accompagnarvi passo dopo passo nella nuova traversata tra Messico e Stati Uniti, aiutandovi a gestire al meglio ogni elemento di gioco. Per un’analisi più approfondita, potete consultare anche la nostra recensione completa di Death Stranding 2.

Prima di partire: rinfrescate la memoria

La storia di Death Stranding 2: On the Beach si riallaccia in modo profondo e diretto agli eventi del primo capitolo, non soltanto sul piano narrativo, ma anche attraverso richiami simbolici, relazioni interpersonali e scelte di design. Hideo Kojima ha costruito una trama che si regge su un equilibrio delicato di significati e connessioni, per cui l’introduzione al nuovo viaggio non può prescindere da una conoscenza — anche basilare — di ciò che è accaduto prima. E per fortuna, questo non significa dover necessariamente recuperare tutte le ore del gioco originale.

All’interno del menu principale, Death Stranding 2 include infatti un prezioso video-riassunto ufficiale, realizzato dallo stesso Kojima, che ricapitola gli eventi salienti del primo capitolo in maniera chiara ed efficace. Non si tratta di un semplice riassunto testuale, ma di un’opera audiovisiva pensata con attenzione, che ripercorre la storia di Sam Porter Bridges, la nascita delle UCA, l’ascesa e il crollo di personaggi chiave, e i misteri legati al mondo dei morti. È un momento fondamentale non solo per orientarsi nella narrazione, ma anche per rientrare nel mood emotivo e filosofico che contraddistingue la saga.

Guardare questo video prima di iniziare la nuova avventura non è soltanto utile, è quasi necessario. Che siate tra coloro che hanno completato ogni consegna in Death Stranding o tra chi l’ha solo sfiorato, questo riassunto vi permetterà di cogliere sfumature, riferimenti e parallelismi che arricchiranno la vostra esperienza. Il mondo di On the Beach non è fatto per chi cerca un’avventura da vivere a compartimenti stagni: è un racconto continuo, profondo, stratificato. E affrontarlo senza avere almeno una bussola narrativa rischia di rendere più confusa e dispersiva l’intera esperienza.

Una lattina può fare la differenza

Come in passato, anche in On the Beach Sam può ristorarsi nella sua stanza privata. Tra le possibilità offerte da questo spazio c’è anche il consumo delle bevande energetiche chirali, che garantiscono un temporaneo potenziamento della stamina. Non è una meccanica da sottovalutare: in alcune consegne particolarmente dure o durante scontri intensi, quei punti in più di resistenza possono fare la differenza tra successo e fallimento. Se siete di fretta, potete anche saltare l’animazione per ottimizzare i tempi.

La bevanda non solo offre un boost immediato alle capacità fisiche di Sam, ma diventa fondamentale nelle sezioni in cui il peso del carico è al limite o si affrontano lunghi tratti in territori ostili. Una stamina più alta significa meno rischi di inciampare, cadere o perdere l’equilibrio in situazioni critiche. È anche un modo pratico per affrontare al meglio le missioni successive senza dover necessariamente cambiare equipaggiamento o alleggerire il carico. Una pausa, una bevuta, e si riparte più forti di prima. Un piccolo gesto, certo, ma capace di influenzare concretamente le vostre performance sul campo.

La mappa: molto più che un riferimento

In un mondo come quello di Death Stranding, la mappa non è solo un’indicazione, ma uno strumento strategico di sopravvivenza. Pianificare un percorso, evitare accampamenti nemici o zone impervie e studiare il territorio diventa essenziale per non incappare in incidenti o perdite di tempo prezioso. Grazie al nuovo sistema di filtraggio delle icone, la lettura è molto più immediata rispetto al primo capitolo, con la possibilità di personalizzare ogni dettaglio e ottenere dati approfonditi su strutture, ostacoli e risorse.

Ma non è tutto: varcosismi, piogge temporali e fenomeni atmosferici improvvisi sono sempre dietro l’angolo, e la mappa consente ora una prevenzione più accurata, evitando così di affrontare condizioni proibitive senza essere adeguatamente equipaggiati. Anche solo uno sguardo veloce può salvare una spedizione da un fallimento totale. Inoltre, la possibilità di piazzare waypoint personalizzati e salvare rotte ottimali consente di trasformare ogni tragitto in un percorso efficiente e sicuro. La mappa, in definitiva, non è solo un aiuto: è la vostra alleata invisibile in un mondo che vuole vedervi crollare sotto il peso del carico.

Il Messico è solo l’inizio

Il viaggio di Death Stranding 2: On the Beach si apre in Messico, ma come ogni buon prologo che si rispetti, questa prima regione serve soprattutto a farci prendere confidenza con le meccaniche di base, l’atmosfera e le nuove dinamiche di gameplay. Anche se l’istinto può spingerci a completare ogni incarico disponibile fin da subito, è consigliabile non fossilizzarsi troppo sulle consegne secondarie. L’obiettivo iniziale, infatti, è raggiungere rapidamente la seconda mappa, vero cuore pulsante dell’esperienza.

Proseguendo nella storia principale, si sbloccheranno nuove funzionalità cruciali come il viaggio rapido, nuove opzioni di costruzione e strumenti che cambiano radicalmente il modo in cui affrontiamo il terreno e la logistica. Anticipare questa progressione permette anche di rendere più significative le attività in Messico, che potranno essere riprese in un secondo momento con un approccio più consapevole ed efficiente.

Non è una fuga, ma una strategia di crescita. Perdersi troppo presto nei dettagli rischia solo di rallentare il ritmo e far perdere di vista ciò che Death Stranding 2 ha da offrire nella sua interezza. E fidatevi: una volta esplorata la nuova regione, tornare in Messico non sarà più lo stesso.

Ricompense

Uno degli elementi più significativi introdotti in Death Stranding 2: On the Beach rispetto al capitolo precedente è la trasparenza nella gestione delle ricompense. Nel primo gioco, infatti, il sistema di progressione e ricompensa risultava piuttosto opaco: completavi consegne, miglioravi il legame con prepper o strutture, ma era difficile sapere in anticipo cosa ne avresti ottenuto. In questo sequel, invece, tutto è più chiaro, immediato e funzionale.

Già dal menu delle missioni si può vedere con precisione quali oggetti o potenziamenti verranno sbloccati portando avanti determinate consegne o rafforzando il legame con specifici nodi del Chiral Network. Questo dettaglio, apparentemente secondario, ha un impatto enorme sul ritmo del gioco e sull’efficienza del giocatore: permette infatti di scegliere con consapevolezza su quali incarichi investire tempo ed energie, ottimizzando le rotte e pianificando strategie su misura per il proprio stile di gioco.

Se ad esempio puntate a migliorare l’equipaggiamento da combattimento, saprete esattamente quali prepper o centri di distribuzione privilegiare. E lo stesso vale se preferite concentrarvi sulla costruzione, sui veicoli o sullo stealth. Il risultato è un’esperienza molto più personalizzabile, nella quale ogni decisione ha un ritorno tangibile, misurabile, motivante.
Una dinamica che valorizza ogni sforzo e trasforma la consegna più banale in un investimento intelligente sul lungo termine.

Veicoli: tanti, ma attenzione alla batteria

La varietà di veicoli è cresciuta notevolmente rispetto al primo Death Stranding, ma resta invariato il principio base: scegliete il mezzo in base al terreno e pianificate sempre tenendo conto della batteria. Un veicolo scarico nel bel mezzo di una zona CA può trasformare una consegna tranquilla in un incubo. Il consiglio è di non abusare del turbo e di portare con sé il materiale per costruire stazioni di ricarica nei punti più critici. Non trascurate neppure i veicoli lasciati da altri giocatori: anche se non personalizzabili, possono rivelarsi utilissimi in situazioni di emergenza.

Nel dettaglio, ogni veicolo presenta caratteristiche uniche che lo rendono più o meno adatto a determinati tipi di missioni. Le moto, ad esempio, offrono grande agilità e velocità, ma sono più fragili e meno capienti rispetto ai pick-up o ai mezzi più pesanti. I veicoli più grandi, come gli off‑roader, permettono di trasportare grandi quantità di carico, ma sono meno manovrabili e più esposti ai danni in caso di percorsi accidentati o ambienti ostili. Per questo, è sempre consigliabile pianificare il percorso su mappa con attenzione, tenendo conto dei tratti più difficili e della presenza di infrastrutture di supporto.

Va ricordato inoltre che l’autonomia dei veicoli è limitata: le batterie si esauriscono con il tempo, soprattutto se si usa spesso la funzione di turbo o si attraversano zone ad alta resistenza, come aree fangose o con salite ripide. Una buona abitudine è quella di costruire generatori nelle zone chiave del percorso, specie prima di attraversare territori non connessi alla rete. Se si prevede un viaggio lungo, è fondamentale portare con sé PCC per piazzare stazioni di ricarica mobili, oppure sfruttare le infrastrutture degli altri utenti tramite la rete online.

Infine, la batteria dei veicoli si ricarica anche nelle zone protette da rifugi o città principali, ma attenzione: in caso di maltempo, tempeste chirali o attacchi da parte delle CA, il tempo per ricaricare potrebbe non bastare. Imparare a gestire al meglio le risorse energetiche diventa quindi una delle chiavi per sopravvivere, consegnare in tempo e non perdere tutto per un imprevisto evitabile.

Infiltrazioni notturne e mimetizzazione

Affrontare gli accampamenti nemici frontalmente non è sempre la scelta più saggia. Grazie a un rinnovato sistema di armi e gadget, Death Stranding 2 permette approcci stealth più efficaci. L’ideale è agire di notte, equipaggiando tute scure per migliorare la mimetizzazione. Così facendo si aumentano le chance di sorprendere i nemici e si riduce al minimo il rischio di essere scoperti durante le fasi di esplorazione o di raccolta.

La nuova IA dei nemici rende però tutto più stimolante: i nemici reagiscono a rumori, movimenti improvvisi e variazioni di luce, obbligando il giocatore a studiare con attenzione ogni manovra. Nascondersi nell’erba alta non basta più: serve osservare i percorsi delle guardie, sfruttare distrazioni sonore e approfittare delle zone d’ombra per avvicinarsi silenziosamente. Alcuni gadget, come le granate accecanti o le trappole, possono aprire una breccia nelle difese nemiche senza far scattare un allarme. Agire con intelligenza e pazienza è la chiave per ripulire un’area in silenzio, evitando scontri inutili e conservando risorse preziose per le fasi successive.

Allenamento virtuale per il mondo reale

Per migliorare le proprie capacità in combattimento, è consigliabile frequentare le missioni VR accessibili dalla stanza privata. Oltre a offrire scenari di addestramento per affinare la mira o il corpo a corpo, queste attività aiutano a padroneggiare meccaniche specifiche prima di affrontare sfide reali, che si tratti di creature arenate o bande di terroristi.

Le simulazioni sono molto più che semplici tutorial: rappresentano vere e proprie prove a difficoltà crescente, con ambienti diversi e nemici sempre più aggressivi. Allenarsi regolarmente nelle missioni VR consente anche di ottenere valutazioni e ricompense, che possono poi essere riscattate nel gioco principale sotto forma di materiali, oggetti o punti esperienza. È anche un ottimo modo per testare nuove armi senza il rischio di consumarle o perderle sul campo. In un contesto dove la sopravvivenza dipende dalla preparazione, queste missioni si rivelano un’opportunità da non sottovalutare per affinare lo stile di gioco e affrontare ogni incarico con maggiore consapevolezza.

Il Magellan: base mobile e deposito strategico

Il Magellan non è solo un mezzo di trasporto, ma anche una vera e propria base operativa. Rispetto agli armadietti privati sparsi nella mappa, qui potrete depositare risorse, armi e consumabili in eccesso e accedervi ovunque la nave atterri. Un vantaggio tattico da non sottovalutare, soprattutto nelle missioni più lunghe e complesse.

Questa mobilità si traduce in un’autonomia strategica senza precedenti: potrete affrontare spedizioni in zone lontane senza preoccuparvi di tornare indietro per recuperare scorte. Inoltre, sfruttando il Magellan come punto di rifornimento, è possibile alleggerire Sam tra un’incarico e l’altro, ottimizzando la gestione del carico. La nave è dotata anche di strutture per il riposo e il recupero, rendendola una sorta di rifugio avanzato che vi accompagna nel cuore delle aree più pericolose. Non dimenticate, infine, che il Magellan è fondamentale anche per sbloccare nuove sezioni della mappa e attivare funzionalità avanzate, come la condivisione delle risorse in rete con altri giocatori. Un compagno silenzioso, ma essenziale per progredire senza intoppi.

Sistema di progressione e potenziamenti

Death Stranding 2: On the Beach introduce un sistema di progressione profondamente rinnovato, pensato per premiare la costanza e l’adattamento. Da una parte, ogni azione compiuta nel mondo di gioco — come la corsa, l’arrampicata, l’uso delle armi o la consegna dei carichi — contribuisce a migliorare le abilità relative, permettendo a Sam di diventare più efficiente e reattivo nel tempo. Questo sistema premia l’esperienza diretta e l’abitudine all’ambiente, spingendo il giocatore a consolidare il proprio stile.

Dall’altra parte, l’APAS (Advanced Progression Assignment System) consente di spendere punti abilità guadagnati per sbloccare potenziamenti specifici. Parliamo di abilità passive che vanno dalla maggiore resistenza, a un miglioramento nella gestione del peso, fino all’incremento della durata delle batterie o all’efficacia delle armi. La cosa più interessante è che questi punti possono essere riassegnati liberamente, rendendo possibile modificare la build in funzione della missione da affrontare. Che si tratti di un incarico stealth o di una consegna su lunga distanza, il sistema permette una libertà strategica inedita, rendendo ogni scelta rilevante e ogni potenziamento realmente utile.

Distribuzione del carico: equilibrio e visibilità

La corretta gestione del carico è uno degli elementi chiave per sopravvivere ed essere efficienti in Death Stranding 2. Molti giocatori, presi dalla fretta, tendono a impilare tutto sulla schiena, finendo per sbilanciare Sam e rendere il suo movimento più lento, goffo e visibile. Il rischio di cadute aumenta, così come quello di essere individuati durante le fasi di infiltrazione. Il gioco stesso ci insegna che l’equilibrio è tutto.

Attivando l’opzione di posizionamento automatico — disponibile sia nelle strutture che in qualunque momento durante l’esplorazione — si può distribuire in modo intelligente ogni oggetto sul corpo di Sam, sfruttando braccia, gambe e zaino per bilanciare il carico. Questo permette non solo di mantenere una postura corretta, ma anche di risparmiare energia e di ridurre al minimo le interferenze con la telecamera e i movimenti. Inoltre, una disposizione ordinata e razionale del carico permette anche di liberare spazio per raccogliere materiali lungo la strada, senza dover rinunciare ad attrezzature essenziali.

Rifornimenti: dormire è il miglior reset

In un mondo ostile e imprevedibile come quello di On the Beach, la gestione delle risorse è fondamentale. Batterie scariche, esoscheletri fuori uso, armi senza munizioni: ogni viaggio può trasformarsi in un incubo se si parte senza aver pianificato bene il proprio rifornimento. Eppure, la soluzione a molti di questi problemi è sorprendentemente semplice: una dormita nella stanza privata.

Riposare nella stanza non è solo un gesto simbolico o narrativo. Si tratta di una vera e propria azione strategica che permette di resettare la propria condizione: le munizioni vengono ripristinate, le batterie si ricaricano, la stamina torna al massimo. Anche l’equipaggiamento che si trova nel Magellan o nell’inventario viene ricalibrato, pronto per affrontare un nuovo incarico. Questo rende la stanza privata non solo un rifugio sicuro, ma anche un punto nevralgico per la gestione delle missioni. Farne un uso regolare significa partire sempre al massimo delle proprie capacità, evitando imprevisti e garantendosi una marcia in più anche nelle fasi più avanzate del gioco.

La calma prima del viaggio

Affrontare Death Stranding 2 significa immergersi in un’esperienza unica, in cui ogni passo, ogni carico, ogni scelta pesa davvero. I consigli raccolti in questa guida sono solo l’inizio: il mondo creato da Hideo Kojima vive di ritmi propri, di equilibri delicati tra fatica e gratificazione. Imparare a conoscere i propri limiti, ottimizzare le risorse e usare con intelligenza le meccaniche offerte è essenziale per godere appieno dell’esperienza. Ma ricordate: anche nella frenesia delle consegne, prendersi un attimo per guardare l’orizzonte, sorseggiare una Chirale o riposare in cabina può fare la differenza. Perché in Death Stranding, come nella vita, non sempre è importante correre. A volte, basta sapere dove si sta andando.

Kiwi Ears Ardor, le impressionanti cuffie over ear dello specialista IEM

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Nel panorama sempre più affollato delle cuffie wireless con cancellazione attiva del rumore, l’emergere di brand cinesi come Kiwi Ears rappresenta una ventata di aria fresca che sta ridefinendo il rapporto qualità-prezzo nel settore audio. Le Kiwi Ears Ardor, proposte a circa 120€ su Amazon, ma disponibili addirittura a 70 euro sul sito del produttore Linsoul, si presentano come una sfida diretta ai colossi Sony, Audio-Technica e JBL, promettendo prestazioni audiofile in un pacchetto tecnologicamente avanzato ma economicamente accessibile.

Kiwi Ears, brand del gruppo Linsoul specializzato in monitor in-ear professionali per musicisti ed audiofili, ha recentemente diversificato la propria offerta entrando nel mercato delle cuffie over-ear. Questa transizione non è casuale: l’azienda ha applicato la propria esperienza nella progettazione di trasduttori multipli e nel tuning audiofilo per creare un prodotto che punta a ridefinire le aspettative nella fascia budget.

Unboxing e design

La confezione di vendita è decisamente curata, con il box a cassetto che si apre a svelare un bel case per il trasporto in tessuto di colore grigio brandizzato, al cui interno sono custodite le cuffie, un cavo USB-C per la ricarica ma che come vedremo serve anche a collegare le cuffie al PC, il cavo Jack da 3,5mm e un piccolo manuale di istruzioni.



Le cuffie sono costruite in una plastica di ottima fattura in colorazione canna di fucile, mentre l’anima dell’archetto è in metallo. I padiglioni sono caratterizzati da inserti in pelle sintetica di colore grigio sui quali è impresso il logo della compagnia. L’imbottitura in memory foam nella parte superiore dell’archetto così come sui padiglioni è anch’essa rivestita in pelle sintetica di colore nero, ma l’imbottitura è un po’ scarna sui padiglioni.

I padiglioni sono forse un po’ piccoli per le orecchie più grandi ma la vestibilità è in generale buona.

Il padiglioni possono essere piegati verso l’interno dell’archetto per il trasporto (e questo le spegne) o ruotati per poggiarli sulle spalle quando non in uso. Considerando la possibilità di ripiegare i padiglioni forse la custodia avrebbe potuto essere un po’ più compatta.

In generale l’impressione è quella di cuffie ben costruite e anche se leggerine dall’impressione un po’ fragili per via dell’utilizzo della plastica, la costruzione è solida e senza scricchiolii strani neanche se maltrattate.

I pulsanti sono ben distribuiti: sul padiglione destro sono presenti il bilanciere del volume e il tasto accensione, una spia led di stato oltre all’ingresso jack da 3,5mm. Sul padiglione sinistro il pulsante ANC e la connessione USBC. Tutto è facilmente accessibile e bastano pochi minuti per acquisire la memoria della loro posizione.

Connessioni in quantità

Dal punto di vista delle connessioni, queste Kiwi Ears Ardor sono estremamente versatili. Oltre alla connessione in BT 5.4, le cuffie possono essere connesse con il cavo USB-C (quello in dotazione è un po’ corto per questo uso a dir la verità) e con il cavo Jack 3,5mm.

Specifiche Tecniche: Innovazione Sotto la Scocca

ParametroValoreNote Tecniche
Driver Configuration40mm + 10mm CoassialeConfigurazione dual-driver dinamica
Risposta in Frequenza10Hz – 40kHzEstensione superiore alle specifiche audio CD
Impedenza32Ω ± 10%Ottimizzata per dispositivi mobili
Sensibilità100dB ± 3dB @1kHz 1mWEfficienza elevata
Bluetooth5.4 (Bluetrum)Codec SBC, AAC
ANCIbrido, -32dB ± 3dBArray di 5 microfoni
Batteria1100mAh Li-Po140h (ANC off), 72h (ANC on)
Peso286gCategoria lightweight
Ricarica Rapida10min = 8h playbackTecnologia fast-charge

Suono Coassiale

Il cuore pulsante delle Ardor risiede nella loro configurazione dual-driver dinamica coassiale mutuata direttamente dalle migliori IEM del produttore. Questa configurazione prevede un driver principale da 40mm affiancato da un’unità da 10mm posizionata coassialmente. Questa soluzione ingegneristica, comune nel mondo degli IEM ma inusuale nelle cuffie over-ear economiche, mira a ottimizzare la risposta in frequenza e ridurre la distorsione armonica.

Analisi Sonora: signature quasi perfetta.

Le Kiwi Ears Ardor adottano un tuning ispirato alla Harman Curve, il riferimento scientifico sviluppato da Harman International attraverso studi psicoacustici su migliaia di ascoltatori. Questa curva di riferimento simula la risposta naturale dell’orecchio umano quando ascolta altoparlanti di alta qualità in un ambiente acusticamente trattato. Il riferimento alla curva è d’obbligo poichè, come vedremo, non essendo dotate di app proprietaria, non è possibile effettuare una equalizzaizone ad hoc o cambiarne il sound secondo le proprie preferenze. Ciò nonostante la signature di queste cuffie ci è decisamente molto molto piaciuta.

A sorprendere sono i bassi (20Hz-250Hz)che presentano una estensione Estensione profonda e controllata, con enfasi sulla regione 30-60Hz, una presenza misurata che evita la coloration tipica delle cuffie consumer nei mid bass e un ottimo controllo grazie ad un decadimento rapido che preserva la definiione nelle basse frequenze.

Nei medi (250hz – 4khz) le cuffie presentano un bilanciamento naturale che preserva il calore vocale delle voci maschili, con una leggera enfasi nella regione 2-4khz che si traduce in una eccellente chiarezza. La risposta è neutrale come si addice a delle cuffie monitor o IEM.

Gli alti (4kHz – 20khz) sono ariosi fino a 40khz, mai sibilanti con una presenza controllata nella regione 10-15kHz il che le rende particolarmente brillanti.

Tutto questo si traduce in una resa eccezionale sia con le voci calde maschili che con quelle femminili. “Hotel California” degli Eagles nella versione rimasterizzata del 2013, acquista nuova vita offrendo una timbrica e dettagli che abbiamo ascoltato solo con cuffie dal prezzo quasi triplicato. In “Walk on the wild Side” di Lou Reed, vi sembrerà di avere il contrabbasso di Herbie Flowers direttamente di fianco a voi.

Soundstage e Imaging

A sorprendere di queste cuffie “economiche” è la spazialità. Le cuffie offrono un soundstage incredibilmente ampio, che supera qualsiasi altra cosa nella stessa fascia di prezzo e forse tanti prodotti high-end solo nel prezzo. Il senso di profondità e di immersione tridimensionale è forse paragonabile a sistemi open-back magnetoplanari, come le Hifiman He400se. Ottima anche la definizione degli strumenti nello spazio e l’imaging, ovvero la precisione nella localizzazione delle sorgenti sonore. Questo le rende cuffie molto competenti anche in ambito gaming, sebbene la latenza in BT non sia paragonabile ad altre soluzioni gaming wireless.

Assenti i codec hi-def, gli assistenti vocali e qualche problema di compatibilità

Il vero limite nell’ascolto musicale di queste cuffie è l’assenza in BT del supporto ai codec ad alta definizione come LDAC o aptX HD, e in un DAC limitato a 24 bit/ 96kHz contro quello a 32 bit/96 kHz di soluzioni concorrenti. Quanto questi codec siano importanti, dipende fondamentalmente dall’utilizzo che farete di queste cuffie. LDAC è infatti disponibile nativamente solo su Android, mentre non è disponibile nè su MacOS nè su iOS, ed è attivabile (a pagamento) su Windows tramite software come Alternative A2DP Driver (di cui vi abbiamo già mostrato il funzionamento qui).

Abbiamo inoltre riscontrato un problema di compatibilità con alcuni PC. Attivando la connessione BT il suono era impastato, confuso. Su questi stessi PC in cui il BT sembrava funzionare così male inoltre, collegando le cuffie via USB o Jack, avvertivamo un rumore di fondo abbastanza fastidioso. Nessuno di questi problemi si è verificato con altri due PC utilizzati, nè con un Macbook Air M4 che pure abbiamo utilizzato per la prova, il che ci ha fatto concludere che deve trattarsi di una qualche forma strana di incompatibilità con alcune schede audio.

E in Gaming?

Le Kiwi Ears Ardor non sono sicuramente cuffie pensate per il gaming, ma come abbiamo visto le ottime capacità di Imaging e l’ampio soundstage le rendono perfette per questo compito a patto di scegliere come modaltià di connessione USB o Jack. In giochi in cui l’input lag è tutto, infatti, il ritardo introdotto dalla connessione BT potrebbe essere irritante per alcuni giocatori. Il problema scompare se collegate via Jack ma se si sceglie la connessione USB, la posizione della porta sul padiglione sinistro potrebbe esservi di intralcio soprattutto utilizzando il cavo in dotazione. Meglio dotarsi di un cavo USB C- USB C più lungo.

Su smartphone il ritardo BT è presente ma del tutto accettabile: in iOS < 40ms e tra i 60-80ms su Android.

Cancellazione attiva del rumore ibrida

Se a quanto detto in termini di qualità sonora e prezzo, aggiungete che queste cuffie dispongono anche di un sistema di cancellazione attiva del rumore capirete il perchè abbiamo definito queste cuffie impressionanti.

Le Ardor implementano un sistema di cancellazione attiva ibrida che combina una serie di microfoni esterni che captano il rumore ambientale prima che raggiunga l’orecchio più una serie di microfoni interni che monitorano il rumore residuo all’interno della coppa. Successivamente un algoritmo di fusione basato su un processore DSP combina i segnali per una cancellazione ottimale

Questo approccio, supportato da un array di 5 microfoni, promette una riduzione del rumore fino a 35dB, valore competitivo anche confrontato ad esempio con le Sony WH-CH720N, cuffie nella stessa fascia di prezzo, ma di un brand che ha fatto scuola in fatto di cancellazione attiva del rumore.

  • Basse frequenze (100-500Hz): -25dB (rumori di trasporto, ventilatori)
  • Medie frequenze (500Hz-2kHz): -30dB (conversazioni, traffico urbano)
  • Isolamento passivo: -15dB aggiuntivi nella regione media e alta

Autonomia: Stress Test Reali

I test di durata effettuati confermano le dichiarazioni del produttore, con circa 140 ore di autonomia senza ANC attivo che si riducono alle metà attivando l’ANC. Le cuffie dispongono anche di un sistema di carica rapida che permette di aumentare l’autonomia di 8 ore con appena 10 minuti di ricarica.

Qualità dei microfoni

Purtroppo la qualità dei driver non è pareggiata dalla qualità dei microfoni, e conseguentemente nella qualità delle registrazioni microfoniche. L’audio in studio pur se molto chiaro, appare un po’ spento, privo delle tonalità medie mentre l’audio registrato con il sottofondo della stazione di Milano, appare un po’ troppo compresso, e i rumori di fondo comunque restano presenti. Potete farvi un’idea come sempre, nel nostro classico test dei microfoni con il monologo di Andrew Ryan che trovate qui sotto e su Soundcloud (come reference per la mia voce potete utilizzare come sempre la registrazione con Rode Procast)

Commento finale

Le Kiwi Ears Ardor ci hanno letteralmente entusiasmato. Bassi presenti e secchi, alti cristallini, medi corposi e piacioni, il tutto offerto in un pacchetto piacevole dal punto di vista estetico che non fa piangere il portafoglio. Un vero cambio di paradigma che aspettavamo dai tempi dell’arrivo dei primi amplificatori in classe T di Tripath, che al loro arrivo sul mercato avevano dimostrato come l’innovazione tecnologica possa democratizzare esperienze audio precedentemente riservate a fasce di prezzo superiori. Con una signature sonora maturaANC competitivo e autonomia record, le Ardor ridefiniscono cosa sia ragionevole aspettarsi da cuffie sotto i 100 euro. Non sono perfette – l’assenza di codec avanzati e di personalizzazione software, l’uso di sole plastiche, i padiglioni non molto grandi e soprattutto la parte microfonica non all’altezza, rappresentano compromessi tangibili che potrebbero essere determinanti se questi elementi sono essenziali per voi, ma il pacchetto complessivo possiamo garantirvi che supera significativamente la somma delle sue parti.

Per gli appassionati di audio che cercano il massimo valore senza compromettere la qualità sonora, per chi viaggia spesso e ha bisogno di una ottima cancellazione del rumore e di una autonomia prolungata, le Kiwi Ears Ardor non sono solo una scelta consigliabile: potrebbero essere il nuovo standard di riferimento per l’intera categoria soprattutto se si riesce a portarle a casa al prezzo di 75 euro in offerta sul loro sito.

Recensione The Alters, il fu Jan Dolski

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The Alters è un ulteriore vigoroso esponente di un interessante trend del 2025. Mentre l’industria videoludica sta entrando sempre più in un pericoloso vortice di rincari e spese (tanto proibitive per le software house, quanto impegnative per i consumatori), c’è chi riesce ad andare in una direzione diversa. Produzioni graziate da budget ponderati e idee brillanti, in grado di arrivare sul mercato con la prelibeta congiunzione di elevatissima qualità e prezzo contenuto. Split Fiction e Clair Obscur: Expedition 33 sono solo un paio degli esempi illustri degli ultimi mesi. Arrivati sugli scaffali a poco meno di 50 euro ma capaci di segnare il panorama del nostro media (con il secondo soprattutto principale frontrunner al GOTY 2025).

A questa schiera di titoli sviluppati con cuore, testa e cognizione di causa si aggiunge proprio il nuovo titolo degli istrionici 11 bit studios. Tanto in veste di sviluppatori (This War of Mine, Frostpunk) quando in chiave di publisher (Indika, The Thaumaturge), il team polacco con sede a Varsavia è riuscito negli anni a ritargliarsi uno spazio grazie al connubio tra valore e cifra stilistica. The Alters propone una miscela sci-fi unica di elementi di sopravvivenza, avventura e base-building nel tentativo di aiutare l’unico sopravvissuto di una spedizione spaziale di sfuggire da un pianeta ostile. Come? Creando cloni di sé stesso. Intrigante? Diamine, si.

The Alters è disponibile dal 13 Giugno per PC (via Steam), Xbox Series e PlayStation 5. Inoltre è presente tra i titoli dell’Xbox Game Pass Premium.


Versione testata: PlayStation 5


Così è (se vi pare)

In un futuro in cui l’esplorazione spaziale punta alla ricerca di risorse e possibilità, Jan Dolski non rappresenta l’emblema di un uomo molto fortunato. Una vita di (pochi) alti e (tanti) bassi, che lo costringono stancamente ad accettare il ruolo di minatore nell’ambito di una missione spaziale organizzata dalla AllyCorp. L’ambizioso obiettivo della compagine è raggiungere un sistema remoto con tre stelle per recuperare una risorsa estremamente rata, il Rapidium. Un materiale in grado di poter riscrivere le leggi fisiche arrivando al punto da permettere di plasmare addirittura lo scorrere del tempo. Un lavoro già di per sé umile e pericoloso, che si mette ancora peggio.

La nave infatti precipita, lasciando Dolski come solo superstite in un territorio ostile ed inesplorato ed una base malridotta come unico riparo. Se già la sopravvivenza appare molto complessa, figuriamoci con il rischio imminente di una tempesta solare destinata ad ardere il corpo celeste. Una piccola possibilità di salvezza tuttavia si manifesta proprio grazie allo sfruttamento del Rapidium. Combinando le capacità uniche di questo materiale ad un avveniristico computer quantistico, Jan riesce a dar vita a nuove versioni di sé stesso: gli Alters. Non semplici cloni, bensì individui forgiati da differenti scelte di vita che li ha indirizzati verso professionalità e caratteri diametrali al protagonista. Proprio quello che occorre per avere una possibilità di salvezza.

Sopravvivere è l’unica cosa che conta.

I crediti verso alcune grandi tematiche della fantascienza sono evidenti (Il problema dei tre corpi di Liu Cixin), così come le fonti di ispirazioni in pellicole di culto (su tutte, Moon e Sopravvissuto – The Martian). Ma questo non deve distogliere. La scrittura di The Alters è di altissimo livello e riesce a coinvolgere magneticamente dall’inizio alla fine, addirittura ben oltre i titoli di coda.

Al di là dei macroeventi e dell’obiettivo di fondo (scappare verso la salvezza), quello che conquista è il modo in cui sono stati caratterizzati proprio gli Alters. Personaggi stratificati a tutto tondo, ricchi di sfumature e fascino, che veicolano molto più di quanto appare. Il viaggio di Jan alla scoperta delle proprie versioni alternative diventa infatti anche una metafora di un’odissea introspettiva, sui “se” della vita e sulle sue mille idionsincrasie. Qualcosa che è in grado di andare al di là di The Alters e portare i giocatori stessi a riflettere sul passato e, chissà, anche sul futuro.

Una profondità che emerge anche e soprattutto nel corso di run multiple. The Alters infatti non vi permetterà di conoscere nell’ambito di un’unica partita tutte le varianti di Jan, ma solo un numero limite. Pertanto, rigiocare l’avventura non solo vi permetterà di conoscere nuovi Alters, ma anche di assistere alla mirabile gestione dei rapporti imbastita da 11 bit studios. L’unico peccato? Attualmente non è presente una traduzione italiana ufficiale, pertanto parte del pubblico nostrano potrebbe non godersi al meglio la produzione. Per la cronaca, i giocatori PC potrebbero risolvere la questione con alcune mod amatoriali, disponibili da qualche giorno.

Quali scelte avranno portato un Alter a diventare medico?

Uno, nessuno e centomila

Se già l’eccellente scrittura di The Alters varrebbe da solo il costo del biglietto, anche il peculiare amalgama ludico impreziosisce la produzione.

Come accennato in premessa, The Alters si basa su un mix di sopravvivenza, avventura e strategia la cui base parte proprio dai replicanti di Jan Dolski. Posto infatti che le sue conoscenze da minatore non sono assolutamente sufficienti, dovrà ricorrere agli Alters per creare varianti con competenze adeguate. Al di là delle skill, tuttavia ognuno di essi dovrà essere gestito esattamente come un individuo con un proprio carattere, bisogni, paure ed aspirazioni. Equilibrare i turni lavorativi e curare le dinamiche di gruppo sarà una chiave fondamentale per il vostro successo. In un contesto non così pervasivo (ed estenuante) come The Sims, bensì molto più focalizzato e pragmatico.

Scegliere alcune biforcazioni nella vita di Jan apre le porte ad alcuni Alter incredibili.

Gran parte delle frizioni e delle necessità emergono poi dalla circostanza obbligata di dover condividere limitati spazi vitali al fine di orientarsi con coesione verso un obiettivo comune. In questo senso, The Alters prende spunto da Fallout Shelter nella sua componente strettamente base building. La peculiare base circolare che offre rifugio ai Dolski permtterà infatti di costruire nuove stanze, adatte tanto allo svago quanto al lavoro. La microgestione richiesta spazia dal posizionamento certosino alla gestione modulare della base, nella continua ricerca di una scelta tra efficienza produttiva e benessere degli abitanti.

L’ottimizzazione nell’uso delle risorse assurge ad un ruolo fondamentale. Si tratta forse dell’aspetto forse migliore dell’impianto ludico di The Alters, che mostra tutto il talento degli sviluppatori nel campo della strategia (come se non fosse già evidente dalla serie Frostpunk). Meglio puntare tutto sull’avanzamento tecnologico a scapito dell’umore generale o magari migliorare un’area relax per incrementare la salute psicologica del gruppo? La risposta non è mai banale, soprattutto se vorrete rincorrere gli interessanti incarichi secondari… a vostro rischio e pericolo. Perché l’orologio corre e non aspetterà nessuno.

Una schermata che ricorda tanto Fallout Shelter.

Ciascuno a suo modo

Il guaio dei sistemi con tre stelle (e gli spettatori abituali Netflix potrebbero saperne qualcosa) è che sono per loro stessa natura tremendamente imprevedibili. La danza degli astri influisce in modo inaspettato sulla gravità e sulle orbite planetarie, portando a situazioni di pericolo estremo nel giro di pochi istanti. La solita fortuna del nostro Jan, insomma.

L’avvicinamento progressivo di una stella in grado di incenerire la superficie del pianeta spinge dunque il giocatore ad una corsa contro il tempo in cui ogni scelta conta, soprattutto nelle fasi esplorative. Mentre infatti gli Alters svolgono le proprie funzioni alla base (ma anche al di fuori in certe occasioni e per determinate mansioni), starà a Jan il doversi avventurare sulla superficie del pianeta morto per recuperare le indispensabili risorse per il piano di fuga. In queste sezioni, l’inquadratura passa alla classica terza persona e si viene lanciati in mappe di dimensioni modeste con una spruzzata da metroidvania alla ricerca di Rapidium e non solo.

Esplorare è uno dei grandi temi del titolo.

Le fasi esplorative (soprattutto alle difficoltà più alte, che rendono più severa l’economia generale) rappresentano forse l’elemento più debole del gioco ma non tanto per la loro struttura, quando piuttosto per una sostanziale ripetitività. L’assenza di reali minacce (al di là delle anomalie) tende ad appiattire le sessioni di ricerca in un ciclico recupero di risorse. Persino l’urgenza del tempo che scorre tenderà da un lato a porre un limite al piacere della scoperta, dall’altro a venir meno man mano che vi dirigerete verso le fasi avanzate dell’avventura (dove i giocatori più abili riusciranno ad ottimizzare molto bene gli elementi gestionali, con i classici effetti a cascata tipici degli strategici).

The Alters risulta essere, inevitabilmente, un prodotto con qualche difetto ma graziato da quell’aura di imperfezione propria dei titoli destinare a diventare oggetto di culto. Picchi di grande lucidità si alternano ad alcuni compromessi (legati comunque alla natura economicamente contenuta della produzione), senza tuttavia mai perdere di vista una solida coerenza concettuale e narrativa. Se siete amanti della fantascienza e dei titoli fuori dagli schemi, 11 bit studios è ancora una volta un cavallo vincente sul quale puntare.

Al di là delle anomalie, non ci sono reali minacce là fuori.

Commento finale

The Alters si candida a pieno titolo tra le sorprese più piacevoli del 2025. 11 bit studios porta in scena un’odissea di sopravvivenza spaziale, mescolando generi e prendendo ispirazioni tra alcune delle migliori pellicole sci-fi degli ultimi anni. Una sceneggiatura d’autore ed una formula ludica che mescola sapientamente sopravvivenza, avventura e strategia da vita ad un titolo in grado di restare impresso nella memoria per tanto tempo. Sia chiaro: qualche piccola sbavatura c’è. Tuttavia l’avventura di Jan Dolski resta un titolo imperdibile non solo per gli amanti della fantascienza ma anche per tutti coloro che apprezzano produzioni all’insegna dell’originalità e del coraggio.

Videogiochi e Cucina, 6 ricette da provare assolutamente

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Videogiochi e Cucina

Videogiochi e Cucina, nonostante all’apparenza siano mondi diametralmente opposti, invece sono più vicini di quanto si possa pensare. Quante volte guardando un personaggio assaporare del ramen vi è venuta voglia di provarlo oppure quali delle discutibili creazioni di Link nelle sue recenti avventure videoludiche vorreste provare per scoprire l’effetto che fa.

Proprio per questo motivo, abbiamo deciso di indossare il cappello da Chef e selezionare alcune delle più interessanti ricette tratte dal mondo videoludico.

1. Minecraft – Lava Chicken

Il Lava Chicken di Minecraft non arriva direttamente dal gioco, ma dalla recentissima pellicola che ha visto il mitico Jack Black nei panni di Steve. Questo pollo “infuocato”, pensato solo per gli avventurieri più forti del Nether, può essere realizzato abbastanza facilmente (anche senza lava).

Ingredienti (per 4 persone):

  • 8 cosce di pollo
  • 2 cucchiai di paprika affumicata
  • 1 cucchiaino di peperoncino in polvere
  • 2 cucchiai di salsa BBQ piccante
  • 2 cucchiai di olio EVO
  • Sale q.b.

Preparazione:

Prendete una ciotola e mescolate paprika, peperoncino, salsa BBQ, olio e sale. Massaggiate le cosce di pollo con la marinatura ottenuta e lasciar riposare il tutto per almeno 30 minuti. Disporre poi le cosce marinate su una taglia rivestita di carta forno e cuocete a 200 °C per 40 minuti circa, facendo attenzione a girarle a metà cottura. Portatele in tavola ancora calde ed accompagnatele con patate al forno o verdure grigliate. Steve sarebbe fiero di voi.

2. Yakuza – Ramen stile Kamurocho

Per chi come noi è cresciuto tra Anime, Manga e Videogames è impossibile non conoscere il ramen, un piatto nipponico che unisce noodles di grano (ideati in Cina e che suggerirono a Marco Polo l’idea degli spaghetti) e un ricco brodo a base di carne o pesce. Questo piatto si può trovare su Yakuza 0, prequel dell’intera saga che narra le vicende dei giovanissimi Kazuma Kiryu e Goro Majima. Il primo vive proprio a Kamurocho, un distretto fittizio ispirato alla zona di Kabukicho di Tokyo, e il ramen che vi proponiamo è più o meno lo stesso che potete provare nel gioco (siate clementi, non siamo espertissimi in ramen).

Ingredienti (per 4 persone):

  • 360 g di noodles
  • 250 g di lonza di maiale
  • 4 uova
  • 4 cipollotti
  • 800 ml di brodo di pollo
  • 2 cucchiai di miso
  • 2 cucchiai di salsa di soia
  • 1 spicchio d’aglio
  • Zenzero q.b

Preparazione:

Cuocere la lonza di maiale in forno per 40 minuti a 170 °C, poi affettarla sottilmente. Preparare il brodo scaldando nel brodo di pollo il miso, la salsa di soia, l’aglio schiacciato e lo zenzero grattugiato. Nel frattempo cuocere le uova per 7 minuti, raffreddarle e infine sbucciarle. Ultimi, ma non per importanza, far cuocere i noodles in acqua bollente, poi assemblare il tutto all’interno di una ciotola, con: brodo caldo, noodles, carne, uova tagliate a metà e cipollotto affettato fresco.

3. Final Fantasy XV – Triple Truffle Risotto di Ignis

Quando si parla di Cucina e Videogiochi non possiamo non menzionare Ignis, consigliere della Famiglia Reale del Regno di Lucis, amico di Noctis e cuoco provetto. Si tratta forse di uno dei personaggi secondari più apprezzati dai fan, probabilmente anche per la sua incredibile capacità di creare deliziosi piatti virtuali in grado di far venire l’acquolina in bocca a tutti noi. Visto che Ignis in questo viaggio è anche “Cuoco di Corte”, abbiamo scelto un piatto quasi regale, con un po’ di tartufo nero.

Ingredienti (per 4 persone):

  • 300 g di Riso Carnaroli
  • 2 cucchiai di olio EVO
  • 1 cipolla piccola tritata
  • 2 spicchi d’aglio tritati
  • 250 g di funghi champignon
  • 50 g di funghi misti
  • 50 g di funghi pleurotos (noti anche come orecchioni)
  • 175 ml di vino bianco secco
  • 1 l di brodo vegetale
  • 2 cucchiaini di burro
  • 50 g di parmigiano
  • Prezzemolo, sale e pepe q.b.
  • 20-30 g di Tartufo Nero estivo

Preparazione:

Soffriggere cipolla e aglio con olio EVO finché non si ammorbidiscono, aggiungere poi tutti i funghi tritati e cuocere finché l’acqua si ritira. Tostare il riso, sfumare con vino e aggiungere gradualmente il brodo vegetale caldo, mescolando spesso. A cottura ultimata, mantecare con burro, parmigiano e prezzemolo. Lasciar riposare un paio di minuti e servire su un piatto piano, lamellando sopra del tartufo nero e aggiungendo una macinata di pepe.

Videogiochi e Cucina FFXVI Risotto

4. Monster Hunter: Rise – Sanshoku Dango

Meno eleganti dei piatti di Ignis, ma decisamente ricchi di gusto. I banchetti pre-caccia di Monster Hunter farebbero venire l’acquolina in bocca a chiunque. Infatti, tutti coloro che hanno giocato alla famosa serie targata Capcom, oltre alle epiche battaglie con gli enormi mostri che popolano il mondo di gioco, ricordano i succulenti di carne dei banchetti, perfetti per le grigliate tra amici in vista del Ferragosto. Noi però abbiamo deciso di proporvi gli sanshoku dango, dei gustosi spiedini dolci nippnici, direttamente da Monster Hunter: Rise.

Ingredienti (per 4 persone):

  • 125 g di shiratamako (farina di riso glutinoso giapponese)
  • 50 g di zucchero semolato
  • 1 cucchiaino di tè matcha in polvere
  • 1 cucchiaino di colorante alimentare rosso

Preparazione:

All’interno di una ciotola, unite lo shiratamako e lo zucchero. Versate dell’acqua tiepida un poco alla volta e mescolate il tutto fino ad ottenere un impasto liscio e compatto. In caso sia troppo secco aggiungete un po’ d’acqua, se invece l’impasto resta troppo morbido, mettete un pizzico di farina in più. Successivamente, dividete in tre parti uguali l’impasto ottenuto, una parte lasciatela bianca, mescolate una parte con colorante rosso per ottenere una sfera rosa e aggiungete del tè matcha alla terza per ottenere un impasto di colore verde. Formate delle palline di almeno 20 g l’una (4 per ciascun colore). Portate a ebollizione l’acqua e cuocete le palline per 10 minuti circa. Una volta a galla, mettetele subito in acqua fredda (per fermare la cottura) e poi scolare bene. Prendete degli stecchini per spiedini e infilate su ogni stecco (in questo ordine) una pallina rosa, una bianca e una verde. La merenda perfetta per cacciatori di mostri.

Cucina e Videogiochi Monster Hunter Sanshoku Dango

5. Portal – Foresta Nera (The Cake is a Lie)

Portal è un titolo davvero geniale ideato da Valve Corporation e arrivato ai giocatori all’interno della raccolta di giochi The Orange Box (conteneva Half-Life 2, Half-Life 2: Episode One, Half-Life 2: Episode Two, Team Fortress 2 e Portal). L’iconica frase, ormai meme, è riferita direttamente ad un graffito presente nel gioco, il quale ci avvisa che qualcuno ci sta ingannando. Qui invece, non c’è trucco e non c’è inganno, abbiamo solo pensato ad una buonissima (e verissima) Schwarzwälder Kirschtorte (nota anche come Foresta Nera).

Ingredienti (per 4 persone):

  • 2 uova
  • 60 g di zucchero
  • 50 g di farina 00
  • 20 g di cacao amaro
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
  • 200 ml di panna fresca
  • 1 cucchiaio di zucchero a velo
  • 100 g di ciliegie sciroppate (più alcune extra per decorare il tutto)
  • 30 ml di liquore alla ciliegia Kirsch (facoltativo)
  • 50 g di cioccolato fondente in scaglie

Preparazione:

Preparare una base montando le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungere farina, cacao e lievito setacciati, mescolare il tutto e versare delicatamente in uno stampo da 16/18 cm. Cuocere a 180 °C per almeno 25-30 minuti. Una volta fredda, tagliare la torta in due dischi. Nel frattempo, montare la panna (potete usare anche quella spray, ovviamente non è la stessa cosa, ma se volete fare presto può aiutare). Bagnare la base della torta con il liquore Kirsch (oppure con il liquido delle ciliegie sciroppate), farcire il primo disco con panna e ciliegie a pezzetti. Coprire con il secondo disco e spalmare la panna sia sopra che sui lati, poi decorare con scaglie di cioccolato fondente e ciliegie intere. A GLaDOS potrebbe non piacere, per questo motivo non dobbiamo fidarci delle IA.

Videogiochi e Cucina Portal Foresta Nera

6. The Legend of Zelda: BotW / TotK – Salmone alla Mugnaia

Dopo aver ingurgitato pozioni dei più svariati colori, anche il nostro eroe di verde vestito ha dovuto mettersi il grembiule e prepararsi da mangiare, sia per pura recuperare cuori che per sopravvivere all’ostile mondo di Breath of the Wilde e Tears of the Kingdom. E visto che tra le proposte di questo menu tra Videogiochi e Cucina non c’era nulla con il pesce, abbiamo scelto proprio un piatto realizzato proprio dal nostro pescatore/avventuriero/Chef di fiducia.

Ingredienti (per 4 persone):

  • 4 filetti di salmone fresco
  • 60 g di burro
  • 2 cucchiai di farina 00
  • 1 cucchiaio di succo di limone
  • 1 cucchiaio di prezzemolo tritato
  • 2 cucchiai di olio EVO
  • sale e pepe q.b.

Preparazione:

Asciugare i filetti di salmone ed infarinarli leggermente su entrambi i lati. In una padella capiente, scaldate l’olio e metà del burro a disposizione. Cuocere i filetti 3-4 minuti per lato, finché non sono dorati e cotti al centro. Toglieteli dalla padella e teneteli al caldo. nella stessa padella, aggiungere il burro rimanente ed il succo di limone, mescolate per ottenere una leggera salsa. Rimettete i filetti in padella e copriteli con la salsa ottenuta. Servire con insalatina leggera a lato. Semplice e nutriente, perfetta per l’eroe che non deve chiedere mai.

Bonus: Kingdom Hearts III – Ratatouille

Pensavate che ci saremmo fermati a sei ricette? Se avete avuto la pazienza di arrivare fino a qui, meritate un bel regalo, si tratta di un piatto che abbiamo visto sia nell’opera animata Pixar “Ratatouille” che nell’ultimo titolo della saga di Kingdom Hearts. Infatti, nel terzo capitolo della saga, il piccolo Remy e Sora preparano numerosi manicaretti per il bistrot del piccolo topino francese, tra cui la ratatouille piatto tipico della cucina contadina d’oltralpe che ha dato il nome al film e ha stupito il severissimo critico culinario Anton Ego.

Ingredienti (per 4 persone):

  • 1 melanzana
  • 1 zucchina
  • 1 peperone rosso
  • 1 peperone giallo
  • 2 pomodori ramati
  • 1 cipolla rossa
  • 2 spicchi d’aglio
  • 4 cucchiaio di olio EVO
  • 1 cucchiaino di timo secco
  • 1 cucchiaino di origano
  • sale e pepe q.b.
  • foglie fresche di basilico per guarnire q.b.

Preparazione:

Lavate ed affettate a rondelle sottili tutte le verdure, cercando di mantenere la stessa dimensione. In padella, soffriggete l’aglio e la cipolla tritati con 2 cucchiai d’olio. Aggiungere i pomodori tagliati a dadini e cuocere per 10 minuti, fino ad ottenere una salsa rustica. Versate poi la salsa sul fondo di una pirofila. Disponete (alternando) le fette di verdura in cerchi concentrici sopra la salsa, creando un effetto ottico sublime. Condite con olio, timo, origano, sale e pepe. Coprire il tutto con carta forno e cuocere per 40 minuti a 180 °C. Togliete la carta forno e lasciate gratinare il tutto per altri 10 minuti. Servire tiepida con alcune foglie di basilico fresco sopra. Un piatto equilibrato che scalda il cuore, perfetto per una nuova avventura.

Cucina e Videogiochi Kingdom Hearts III Ratatouille

Grazie per averci accompagnato in questo viaggio tra Videogiochi e Cucina. Fateci sapere se avete mai provato a realizzare pietanze tratti dal mondo videoludico.

Bandai Namco Summer Showcase 2025: l’evento è ufficiale

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L’estate videoludica non è ancora finita, e Bandai Namco ha deciso di chiudere il mese di giugno con un annuncio a sorpresa: il Summer Showcase 2025 si terrà mercoledì 2 luglio alle ore 21.00 italiane, e sarà trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube ufficiale del publisher. Si tratterà di una presentazione corposa, con dodici giochi già confermati e almeno un annuncio inedito di grande richiamo, che promette di attirare l’attenzione dei fan degli anime e non solo.

Da My Hero Academia a Tekken 8: i titoli già confermati

Il gioco di apertura sarà un nuovo titolo dedicato a My Hero Academia, ancora senza nome ufficiale. Secondo le speculazioni, potrebbe trattarsi di un terzo capitolo della serie One’s Justice, ma Bandai Namco potrebbe anche puntare su una direzione totalmente nuova per sorprendere i fan dell’opera di Kōhei Horikoshi.

La lineup annunciata include poi Code Vein II, sequel dell’action RPG ispirato ai soulslike che ha saputo conquistare una nicchia appassionata; Death Note: Killer Within, misterioso progetto che riporta in scena uno degli anime più iconici di sempre; e Little Nightmares III, già molto atteso dagli amanti delle atmosfere inquietanti e surreali.

Non mancheranno anche aggiornamenti per Tekken 8, l’ultimo capitolo del celebre picchiaduro uscito a inizio anno, e per titoli completamente nuovi come The Blood of Dawnwalker, un GDR sviluppato dal director di The Witcher 3 che si preannuncia come una delle sorprese più ambiziose dello showcase.

Tra gli altri giochi presenti:

  • Digimon Story: Time Stranger
  • Patapon 1 + 2 Replay
  • Shadow Labyrinth
  • Super Robot Wars Y
  • Everybody’s Golf Hot Shots
  • Towa and the Guardians of the Sacred Tree

Una lista che spazia tra remake, sequel, revival e nuove IP, con titoli pensati per soddisfare gusti molto diversi e che confermano la volontà di Bandai Namco di presidiare tanto il mercato giapponese quanto quello occidentale.

Dove e come seguire il Summer Showcase

L’appuntamento con il Bandai Namco Summer Showcase 2025 è fissato per mercoledì 2 luglio alle ore 21.00 italiane. La diretta sarà trasmessa su YouTube, tramite il canale ufficiale dell’editore, e sarà visibile in tutto il mondo in contemporanea.

Non è ancora chiaro se i dodici giochi già annunciati rappresentino la lista completa dei titoli presenti, né se ci saranno ospiti speciali o reveal finali a sorpresa, ma stando a quanto anticipato, l’evento si preannuncia già come uno dei più ricchi e variegati di questa stagione estiva.

Gli Imperdibili di Luglio 2025 – I migliori film e serie TV in arrivo al cinema ed in TV

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Con l’arrivo di Luglio, anche il 2025 entra nel cuore pulsante dei grandi blockbuster estivi: ecco “Gli Imperdibili”, con i nostri consigli sui migliori film e sulle migliori serie TV!

L’obiettivo della collana “Gli Imperdibili”, si badi bene, non è quello di consigliarvi necessariamente tutto ciò che di meritevole uscirà nel mese (qualcosa ci può sfuggire e possiamo sempre prendere dei piccoli granchi… siamo umani!). Tuttavia, l’obiettivo è indicarvi quelli che potrebbero essere i must watch, le produzioni più attese ed interessanti! Troverete appuntamenti direttamente nelle sale cinematografiche, così come produzioni Netflix, Disney+, Prime Video, Apple TV+, Paramount+ e chi più ne ha più ne metta!

Dopo un Giugno 2025 davvero ricco di uscite (sulle quali ha primeggiato l’importanza della stagione conclusiva di Squid Game), gli appuntamenti di Luglio graviteranno attorno a tre enormi produzioni destinate a contendersi il box office. Jurassic World – La Rinascita, I Fantastici 4: Gli Inizi e soprattutto Superman saranno i grandi protagonisti nelle sale cinematografiche. Netflix proporrà la stagione finale di The Sandman, Prime Video divertirà con Capi di Stato in fuga, Disney+ penserà ai più giovani con Zombies 4: The Dawn of Vampires, Apple TV+ risponderà con i nuovi episodi di Fondazione mentre Paramount+ ospiterà l’atteso ritorno di Dexter: Resurrection. Ma ci sarà davvero tanto per tutti i gusti, sia al cinema sia presso le piattaforme streaming.

Vi ricordiamo che potete tenere sotto controllo tutte le uscite principali del mese per Netflix dalla nostra rubrica. E adesso, largo ai nostri consigli!

2 Luglio

  • Capi di Stato in fuga (Film – Prime Video)
  • The Old Guard 2 (Film – Netflix)
  • Jurassic World – La Rinascita (Film – Cinema)

3 Luglio

  • The End (Film – Cinema)
  • The Sandman 2 – Prima parte (Serie TV)

9 Luglio

  • BALLARD (Serie TV – Prime Video)
  • Ziam (Film – Netflix)
  • Superman (Film – Cinema)

10 Luglio

  • TOO MUCH (Serie TV – Netflix)

11 Luglio

  • Fondazione 3 (Serie TV – Apple TV+)
  • Dexter: Resurrection (Serie TV – Paramount+)
  • Zombies 4: The Dawn of Vampires (Film – Disney+)

16 Luglio

  • L’estate nei tuoi occhi 3 (Serie TV – Prime Video)
  • So Cosa Hai Fatto (Film – Cinema)

17 Luglio

  • 100 Litri di Birra (Film – Cinema)
  • El Jockey (Film – Cinema)
  • You’ll Never Find Me – Nessuna via d’uscita (Film – Cinema)
  • Star Trek: Strange New Worlds 3 (Serie TV – Paramount+)
  • UNTAMED (Serie TV – Netflix)

18 Luglio

  • 84m² (Film – Netflix)

23 Luglio

  • I Fantastici 4: Gli Inizi (Film – Cinema)

24 Luglio

  • The Sandman 2 – Seconda parte (Serie TV – Netflix)
  • Presence (Film – Cinema)

30 Luglio

  • Bring Her Back – Torna da Me (Film – Cinema)
  • Una Pallottola Spuntata (Film – Cinema)

31 Luglio

  • The Sandman 2 – Terza e conclusiva parte (Serie TV – Netflix)

Death Stranding 2 : On the beach, Guida: come sbloccare e usare il viaggio rapido

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In Death Stranding 2, il piacere del cammino non è solo un espediente di gameplay, ma il cuore stesso dell’esperienza. Che sia una marcia sotto la pioggia, un momento sospeso tra la musica ambientale e l’orizzonte immobile, ogni tragitto ha un valore. Tuttavia, anche Sam Porter Bridges ha il diritto, ogni tanto, di evitare la fatica. Soprattutto quando dimentica un pacco in un armadietto a chilometri di distanza. Ecco perché il viaggio rapido diventa uno strumento fondamentale – ma come sempre nel mondo creato da Hideo Kojima, nulla viene concesso senza un prezzo.

Quando si sblocca il viaggio rapido in Death Stranding 2

Non aspettatevi di attivare subito il teletrasporto tra un centro logistico e l’altro. Il viaggio rapido si sblocca solo al termine dell’Ordine 12, nell’Episodio 3. È qui che affronterete uno dei primi snodi narrativi cruciali del gioco: un colosso meccanico in forma di BT ti sbarrerà la strada, e solo una volta sconfitto riceverai l’accesso alla funzione di fast travel.

Il gioco vi guiderà naturalmente verso la scoperta: dopo aver concluso l’ordine, farete ritorno nella vostra Stanza Privata. vi sveglierete dopo una breve sequenza di riposo e riceverete un messaggio chiaro. A quel punto, viaggiare rapidamente tra le zone già esplorate diventerà finalmente possibile.

Dove puoi andare (e dove no)

Non aspettatevi però di attraversare tutto il continente d’un tratto. Come da tradizione nella saga, il fast travel è limitato esclusivamente alle zone già visitate e considerate sicure. Nessuna scorciatoia per scoprire nuove strutture o saltare sezioni di gioco. Questo mantiene viva la centralità dell’esplorazione: Death Stranding 2 è, prima di tutto, un viaggio – e tale deve restare.

Inoltre, vale la pena ricordarlo: alcune aree possono risultare temporaneamente inaccessibili via viaggio rapido, a causa degli eventi narrativi o delle condizioni del terreno.

Attenzione alla valutazione “Magellan”

C’è un’altra limitazione da non sottovalutare. Se userete il fast travel mentre trasporti merci collegate a un ordine attivo, anche solo in parte, verrete automaticamente penalizzati. La valutazione finale di quella consegna sarà infatti classificata come Magellan, un’etichetta che indica che hai “barato” sul tragitto, a prescindere dalla qualità o rapidità della consegna stessa.

Chi punta alla perfezione nelle valutazioni, o chi cerca il massimo delle ricompense, dovrà quindi pensarci bene prima di cedere alla tentazione di una scorciatoia.

Come usare il Magellan per viaggiare rapidamente

Una volta sbloccata la funzione, accedere al viaggio rapido è semplice. Aprite la mappa e osservate l’angolo in alto a destra dello schermo. Qui troverete il comando per accedere al sistema Magellan, il tuo alleato nella mobilità rapida.

Tenete premuto il tasto X per aprire il menu e seleziona la tua destinazione. I luoghi compatibili con il fast travel saranno segnalati da una icona blu a forma di nave. Una volta scelto il punto di arrivo, premete “Parti” e accettate il messaggio che vi avvisa della valutazione Magellan nel caso voi stiate trasportando merci.

Il viaggio inizierà immediatamente, e Sam raggiungerà la nuova zona in pochi istanti, lasciandoti pronto per una nuova missione, una nuova esplorazione… o una nuova riflessione.

Per ulteriori approfondimenti sul titolo e per conoscere il nostro giudizio completo, potete leggere anche la nostra recensione di Death Stranding 2.

Recensione Epomaker TH85, la tastiera meccanica all’80% per un’esperienza quasi senza compromessi e al giusto prezzo

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Epomaker è uno dei marchi leader nella produzione di tastiere pensate per i gamer. In passato abbiamo recensito diversi prodotti dell’azienda, come ad esempio la Epomaker Skyloong GK61, Shadow X, TH40 e TH80. Questa volta, l’azienda ci ha fornito la sua nuova opzione di “medio formato”, la Epomaker TH85, che offre eccellenti opzioni di connettività, un’esperienza di digitazione affidabile e, soprattutto, RGB praticamente ovunque.

Per chi vi scrive, trovare la tastiera giusta è sempre stato un fatto piuttosto serio. Se si scende a compromessi sulle dimensioni, si rischia di perdere tasti tradizionalmente importanti. Tuttavia, anche la scelta di un tipo di switch specifico, o persino di una combinazione di colori, comporta dei compromessi, quindi non esiste una linea di demarcazione netta in questo segmento. Tuttavia, con la TH85 di Epomaker, la sensazione è stata che questa tastiera potesse essere perfetta per qualsivoglia utilizzo, a partire dalle dimensioni, passando per l’aspetto, l’esperienza di digitazione e altro ancora.

Confezione di vendita

  • Tastiera Epomaker TH85
  • Cavo di ricarica intrecciato da USB-C a USB-A
  • 2 switch aggiuntivi
  • Estrattore keycap/switch
  • Scudo antipolvere in plastica
  • Manuale di istruzioni

Unboxing

Aprendo la scatola, si è accolti da un packaging piuttosto semplice e decisamente migliorabile. La tastiera è protetta da uno scudo in plastica antipolvere (dust cover) ed è avvolta in una plastica opaca (abbastanza scivolosa, quindi bisogna stare attenti in fase di estrazione in quanto la tastiera potrebbe cadere accidentalmente) e appoggiata sul fondo della scatola (dove troviamo – una volta rimossa la tastiera – il logo TH85 e il manuale utente). In aggiunta, in uno scomparto ben visibile all’interno della confezione di vendita, si distingue chiaramente il cavo USB-C intrecciato di discreta qualità, un estrattore combinato per keycap e switch e degli switch Jade aggiuntivi.

Specifiche tecniche

SpecificheDettagli
Nome modelloEPOMAKER TH85
Numero di Tasti84 tasti
Tipo di MontaggioGasket/Guarnizione
Profilo KeycapPBT Dye-sub Cherry Profile
Materiale CasePlastica ABS
Materiale PlatePC
Tipo StabilizzatoriMontati su piastra
Tipo PCBHotswap 3/5-pin
ConnettivitàCablata Type-C, Bluetooth 5.0, 2.4G
Anti-GhostingNKRO/6KRO
Direzione LEDSouth-facing
Frequenza di Polling– 1000 Hz (USB, 2,4 GHz) – 125 Hz (Bluetooth 5.0)
Capacità Batteria4000 mAh
CompatibilitàWindows/Mac
Dimensioni35 cm (L) x 14 cm (L) x 4,2 cm (A)
PesoCirca 1 kg

La tastiera al momento in cui vi scriviamo è disponibile sul sito Epomaker ad un prezzo di 67,99 dollari e su Amazon.it al prezzo di 89,99 €.

Design e costruzione

L’Epomaker TH85 è un’elegante tastiera meccanica all’80%. È disponibile in tre varianti: bianco (con tasti esc e invio neri), nero (con tasti esc e invio bianchi), e bianco, nero e blu (noi abbiamo ricevuto quest’ultima ma – a nostro giudizio – tutte le combinazioni sono a dir poco fantastiche e decisamente azzeccate). Sul retro troviamo la porta USB-C e due switch, il primo che permette il passaggio da Windows a Mac e il secondo che invece consente di passare attraverso le diverse modalità di tri-connessione. La tastiera presenta anche la tradizionale illuminazione RGB rivolta a sud (South-facing), abbastanza delicata da non distrarre, ma sufficientemente luminosa da far risaltare la tastiera il che la rende un’opzione eccellente per gli amanti dell’RGB. Ciò che rende la tastiera differente rispetto ai competitor è la striscia RGB incastonata nella scocca attraverso una trama a rete sul retro e sui lati rialzati. La striscia è personalizzabile e conferisce all’unità un che di futuristico. Naturalmente è sempre possibile disattivare l’illuminazione RGB. Altre tastiere del produttore che abbiamo recensito in precedenza avevano luci RGB a malapena discrete o comunque non particolarmente convincenti mentre con la TH85 è evidente il netto passo in avanti dell’Azienda. Per quanto riguarda la qualità costruttiva, la scelta di utilizzare plastica rende il prodotto tanto solido – con una sensazione di alta qualità – quanto piuttosto leggero, ideale per chi volesse portarla con sé anche a lavoro.

Oltre all’estetica, questa tastiera offre un layout QWERTY all’80%, che sposta verso destra la sezione dedicata al tastierino numerico, come nelle tastiere tradizionali. Questo è un modo ottimale per ridurre le dimensioni della tastiera, dato che non si riscontrano compromessi in altri pulsanti, come i tasti funzione, e il design all’80% si distingue anche per la sua presenza piuttosto audace sulla scrivania. Questo design crea un equilibrio tra tutti gli elementi ed è una caratteristica da considerare se si cerca un’opzione compatta ma senza compromessi particolari. Infine – in termini di comfort – gli switch sono morbidi e l’angolo di digitazione è regolabile. Il mounting gasket conferisce una leggera flessione elastica, apprezzata soprattutto da chi scrive o gioca molto. Ma soprattutto, la TH85 offre alcune specifiche da non trascurare (soprattutto se siete videogiocatori). La tastiera vanta una bassa latenza (che i gamer apprezzeranno) sia con connessioni cablate che wireless. La latenza è di 2 ms con connessione cablata, 5 ms con il dongle a 2,4 GHz (nascosto sotto al piedino di sinistra) e 11 ms con Bluetooth.

Digitazione

Preinstallati su ogni tasto ci sono gli switch Creamy Jade di Epomaker, un tipo di interruttore lineare che permette di percepire il peso durante la pressione del tasto. A differenza degli switch tattili e a scatto, non si percepisce alcun suono aggiuntivo né un urto fisico

L’Epomaker TH85 è dotata di cinque strati di materiale fonoassorbente e tasti in plastica PBT già pre-lubrificati (che offrono un meccanismo lineare a 5 pin con una forza di azionamento di 45±5 gf, una forza di fondocorsa di 50±5 gf e una corsa totale di 3,6±0,04 mm), montati su guarnizioni (che smorza il suono), il che spiega perchè il suo peso sia di circa 1 kg. La combinazione di questi materiali crea un’esperienza – grazie agli switch Creamy Jade di Epomaker, opportunamente preinstallati su ogni tasto – di digitazione fluida con suoni simili a un leggero tamburellare sulla scrivania, una sorta di suono che potremmo definire “cremoso”. I tasti rimangono stabili indipendentemente dalla posizione delle dita, quindi, se si cerca di fare qualcosa velocemente, con la TH85 è fattibilissimo. Basta toccarli leggermente per percepire il peso di ciascuno degli 84 tasti pre-lubrificati, il che vi garantiamo è un’esperienza alquanto appagante. Anche gli stabilizzatori montati su piastra sono un punto forte dell’esperienza, modificando significativamente il suono di alcuni tasti e conferendo loro un suono più profondo. La TH85 è una tastiera solida e morbida, e potete ascoltarla voi stessi grazie al campione audio che abbiamo registrato:

Inoltre, i tasti in plastica PBT non solo garantiscono una certa durevolezza nel tempo, ma danno anche un aspetto più pulito al prodotto, poiché il PBT evita che le impronte delle mani rimangano sui tasti.

Esperienza d’uso

L’esperienza d’uso con la TH85 è stata più che positiva. In particolar modo, il fatto di dover applicare una “certa forza” in termini di pressione, da “quasi” l’assoluta certezza che quando si tocca accidentalmente un tasto che non si voleva pigiare questo non verrà registrato. La pressione dei tasti viene percepita solo quando si preme a fondo. Gli strati aggiuntivi di smorzamento acustico per rendere i clic più morbidi aggiungono un po’ di altezza aggiuntiva ai tasti rispetto alle tipiche tastiere da lavoro. Oltre alla tastiera, abbiamo utilizzato alcuni piccoli supporti che, ormai, sono indispensabili per questa tipologia di tastiere e un poggiapolsi (che consigliamo comunque, anche se le vostre mani riescono a raggiungere i tasti più in alto) come quello di Subsonic che abbiamo recensito insieme alla Sedia da gaming Pro e al tappetino da pavimento a tema Signore degli Anelli. Un altro aspetto che abbiamo apprezzato davvero di questa configurazione è l’eccezionale risposta a bassa latenza con ogni pressione che viene registrata correttamente con un ritardo minimo o nullo sia con connessione cablata che Bluetooth e a 2,4 GHz. Testando le modalità wireless, soprattutto per un uso normale, non abbiamo riscontrato differenze. Non abbiamo badato ai millisecondi di ritardo (anche perché sarebbe stato impossibile) tra le tre modalità, ma possiamo dirvi che per l’utilizzatore medio, dedito alla scrittura o al gaming questa tastiera funziona in modo eccellente. Quindi, cablata o meno, questa TH85 è fra le migliori scelte attualmente in commercio a patto di essere avvezzi al layout ANSI US, quindi privo di tasti accentati che per chi scrive in italiano può essere una limitazione.

Software e personalizzazione

Purtroppo, Epomaker TH85 non dispone di un software proprietario, ma utilizza un programma open source chiamato VIA. Per personalizzare la TH85, è necessario inserire un file .JSON nel programma, che crea un profilo univoco con impostazioni specifiche per quella tastiera. VIA è piuttosto amata nel mondo delle tastiere meccaniche per la sua facilità d’uso e per la possibilità di bypassare i software proprietari, ma presenta anche una buona dose di problemi, come il fatto di funzionare solo su determinati browser. Potrebbe essere un’opinione controversa, ma chi vi scrive non ha particolarmente apprezzato la limitata esperienza avuta finora e che potremmo definire un po’ grezza e non sempre stabile. Non fraintendetemi, VIA è veloce, reattivo e offre agli utenti numerose opzioni di personalizzazione, soprattutto per quanto riguarda macro e rimappatura, ma il suo tentativo di essere un software “onnicomprensivo” lo rende un po’ carente se confrontato con software dedicati ad una determinata tipologia di tastiera.

Come riporta la pagina del prodotto, il software VIA permette agli utenti di personalizzare la propria tastiera con funzioni personalizzate dei tasti, macro di programmazione e la possibilità di regolare l’illuminazione RGB dinamica per giochi specifici o impostazioni di lavoro. Usando il tasto Fn, è possibile modificare facilmente le impostazioni del colore direttamente dalla tastiera, con ogni luce rivolta verso sud e RGB per tasto. abbiamo trovato interessante che i tasti numerici si illuminino di verde a seconda del livello di potenza della tastiera stessa. 

Commento finale

Nel complesso, se cercate una tastiera meccanica economica, solida e che sembra di alta qualità e al giusto prezzo che non sacrifichi le prestazioni, la Epomaker TH85 è un’ottima scelta in quanto riesce agevolmente a gestire qualsiasi attività, con qualsiasi tipologia di connessione (il selettore a tre modalità semplifica notevolmente il passaggio da un dispositivo all’altro) e senza alcuna latenza percepibile. Grazie alla sua fluidità e comodità di scrittura, con numerose funzioni accessibili tramite le scorciatoie integrate (accompagnata da un’acustica fantastica che non risulta mai troppo rumorosa) – la tastiera è diventata la nostra partner quotidiana. La mancanza di un software “vero e proprio” è sicuramente un peccato così come la durata della batteria (un po’ deludente) di circa 5 ore. È gestibile e più che sufficiente per la maggior parte degli utenti, ma è inferiore rispetto ad altre tastiere Epomaker. Insomma se vi piace i formato ridotto, la TH85 – ad un prezzo ampiamente inferiore ai 100 € – è senz’altro un ottimo punto di partenza.

Luglio 2025, ecco tutti i principali giochi in uscita

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Uno dei mesi videoludicamente più sereni dell’anno riserverà non poche sorprese nel 2025: Luglio segnerà infatti il sensazionale ritorno del gorilla più famoso del gaming… e non solo!

Dopo un Giugno 2025 particolarmente ricco tra molti titoli interessanti (tra cui Death Stranding 2: On The Beach, RAIDOU Remastered: The Mystery of the Soulless Army e The Alters) e l’esordio di Nintendo Switch 2 (con la sua vasta lineup di lancio), Luglio si appresta a consolidare un anno di grandi appuntamenti. Il posto al sole se lo aggiudica Donkey Kong Bananza, che si appresta a rimpolpare da subito le esclusive di peso della nuova console Nintendo. Ma il mese vedrà tuttavia tanti altri titoli interessanti: dai ritorni di Patapon e Tony Hawk Pro Skater, passando per i metroidvania Shadow Labyrinth e Ninja Gaiden: Ragebound, senza scordare Wuchang: Fallen Feathers e l’early access di Grounded 2.

Ecco di seguito una lista (con i trailer completi) dei titoli di Luglio 2025: troverete anche un comodo link per Amazon, per assicurarvi il prezzo più basso disponibile!

11 Luglio

15 Luglio

  • Eriksholm: The Stolen Dream (PC, PlayStation 5, Xbox Series)
  • Ready or Not (PlayStation 5, Xbox Series)
  • Strongold Crusader: Definitive Edition (PC)

17 Luglio

  • Hunter × Hunter: Nen × Impact (PC, PlayStation 5, Nintendo Switch)
  • RoboCop: Rogue City – Unfinished Business (PC, PlayStation 5, Xbox Series)

18 Luglio

24 Luglio

  • Super Mario Party Jamboree: Nintendo Switch 2 Edition + Jamboree TV (Nintendo Switch 2)
  • Wuchang: Fallen Feathers (PC, PlayStation 5, Xbox Series)

25 Luglio

  • Wild Hearts S (Nintendo Switch 2)

29 Luglio

  • Tales of the Shire: A The Lord of the Rings Game (PC, PlayStation 5, Xbox Series, Nintendo Switch)
  • Grounded 2 (Accesso anticipato – PC, Xbox Series)

31 Luglio

  • Ninja Gaiden: Ragebound (PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series, Nintendo Switch)

Mafia: Terra Madre, i suoni della Sicilia nel nuovo diario di sviluppo

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Hangar 13 ha condiviso un nuovo video tratto dal ciclo di diari di sviluppo “Breaking Omertà”, stavolta dedicato ai suoni della Sicilia che trasmetteranno l’atmosfera di Mafia: Terra Madre.

Scoprite come gli sviluppatori hanno saputo intrecciare con maestria la tradizione siciliana per creare un’esperienza audio indimenticabile assieme ai suoni inconfondibili della mafia, dal secco colpo di una lupara, ed alle toccanti note degli archi della colonna sonora.

Vi ricordiamo che Mafia: Terra Madre uscirà l’8 Agosto 2025 su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC tramite Steam.

Scopri le origini della criminalità organizzata in Mafia: Terra Madre, una storia della malavita ambientata nelle terre malfamate della Sicilia agli inizi del Novecento. Enzo è disposto a tutto per vivere una vita migliore. Dopo aver vissuto un’infanzia da incubo fatta di lavori forzati, è pronto a rischiare tutto per diventare un uomo d’onore nel clan criminale dei Torrisi.

Terra Madre è un’avvincente storia di crimine resa ancora più straordinaria dallo stile cinematografico e dal realismo che da sempre contraddistingue la serie Mafia. La storia di Enzo ha luogo in un tempo in cui il talento con il coltello era da vendere, la lupara era comune, faide e vendette andavano avanti per decenni e i mafiosi si aggiravano per le campagne a cavallo, a piedi o alla guida di automobili con motore a scoppio.

La meravigghia della campagna siciliana si scontra con il plumbeo dei vicoli urbani, cornici involontarie dell’amaro calice della malavita. Le famiglie rivali e i loro spietati boss si affrontano nell’oscurità e al riparo da occhi indiscreti, scatenando sanguinose guerre per il controllo del territorio. La fiducia è tanto rara quanto effimera, mentre un’alleanza val bene un omicidio.

Scopri il mondo criminale di inizio ‘900 nei panni di Enzo e discendi nel mondo della criminalità organizzata nella Sicilia di un tempo. Vivi l’esperienza di un incontro ravvicinato con un cast di alleati inaspettati e nemici implacabili in questa storia drammatica, che si dipana in un’accurata rivisitazione storica pronta a immergerti nelle insidiose atmosfere mediterranee.

Armato di coltello o fucile, muoviti in un mondo spietato dove ogni scontro potrebbe essere l’ultimo. Tendi imboscate ai tuoi nemici per eliminarli senza pietà e senza testimoni o accoltellali in un duello ravvicinato all’arma bianca. Se preferisci le armi da fuoco, impugna pistole, fucili e lupare autentiche del periodo per superare ogni ostacolo ed eliminare con le maniere forti tutti i nemici che insidiano il Don.

Attraversa in lungo e in largo gli spettacolari scenari siculi, dalle cripte sotterranee alle rovine fatiscenti, passando per rigogliosi vigneti e maestosi teatri dell’opera. Nella Sicilia di inizio ‘900, raggiungere il tuo prossimo bersaglio o sopravvivere a una fuga rocambolesca significa sapersi spostare al galoppo tra i campi arati e il lastricato del paese, oppure saper tenere saldo il volante durante un inseguimento sulle strade di campagna.

Nightdive Studios lancia System Shock 2: 25th Anniversary Remaster

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Nightdive Studios, rinomato sviluppatore di remaster di videogiochi e sussidiario di Atari, invita i giocatori di tutto il mondo a provare uno dei titoli più acclamati e influenti dell’industria videoludica, ricostruito per le piattaforme moderne. System Shock 2: 25th Anniversary Remaster, una modernizzazione del classico gioco di ruolo d’azione horror fantascientifico del 1999, è ora disponibile su PC Windows e presto per la prima volta su console.

L’originale System Shock 2 ha rivoluzionato la narrazione, l’atmosfera e il gameplay del medium, ispirando una generazione di titoli a seguire. Ha completamente rimodellato il modo in cui il pubblico dei videogiochi vedeva il potenziale della narrazione nei giochi in prima persona e ha vinto oltre una dozzina di premi e riconoscimenti come “Gioco dell’anno”. Nightdive Studios ha ricostruito il gioco nel suo KEX Engine proprietario, offrendo ai giocatori l’esperienza definitiva di System Shock 2 con grafica e prestazioni migliorate, gameplay migliorato, multiplayer cooperativo cross-play, supporto mod e altro ancora. Ogni aspetto del gioco è stato perfezionato per offrire la migliore esperienza possibile sia ai nuovi fan che ai veterani.

System Shock 2 è il gioco che ha dato il via a tutto per Nightdive Studios, è stato il catalizzatore di tutto ciò che abbiamo costruito da allora”, ha dichiarato il capo di Nightdive Studios, Stephen Kick. “Dopo anni di sviluppo, finalmente il lancio di System Shock 2: 25th Anniversary Remaster è un sogno realizzato. Questo non è solo un remaster; è una lettera d’amore a uno dei più importanti simulatori immersivi mai realizzati, e non potrei essere più entusiasta di condividerlo con una nuova generazione di giocatori, non solo su PC ma anche su console”.

Ambientato 42 anni dopo gli eventi del primo System Shock, l’antagonista SHODAN e il suo esercito di spietati mutanti tornano a infestare l’astronave Von Braun. I giocatori incarnano un soldato che si risveglia dal crio-sonno con impianti cibernetici innestati nella sua carne. Mentre si propone di svelare l’orribile mistero dell’astronave abbandonata, dovrà affinare le sue abilità potenziabili e utilizzare potenti armi e abilità psioniche paranormali per sopravvivere alle mostruose creazioni di SHODAN e sopportare il suo complesso di dio narcisistico.

System Shock 2: 25th Anniversary Remaster Caratteristiche principali:

  • Orrori ad alta definizione: Grafica completamente rimasterizzata, inclusi filmati, personaggi e modelli di armi, con risoluzione fino a 4K a 144 FPS su PC e fino a 120 FPS su PlayStation 5 e Xbox Series X|S
     
  • Rendete la vostra morte confortevole: Include impostazioni per un FOV regolabile, effetti di post-elaborazione e supporto ultra-widescreen
     
  • Forze armate: Scegliete tra uno sfondo O.S.A., Marine o Navy per sperimentare diversi stili di gioco
     
  • La miseria ama la compagnia: Trascinate i vostri amici nell’inferno dell’astronave Von Braun in multiplayer cooperativo cross-play con supporto per un massimo di 4 giocatori
     
  • Interfaccia This: Giocate comodamente dal vostro divano con il supporto del gamepad, quindi festeggiate con uno stimolo medico ghiacciato quando avrete sbloccato 50 nuovi trofei/obiettivi
     
  • Se volete che qualcosa sia fatto bene: Supporto completo per le mod su PC e la possibilità di implementare missioni create dalla community al momento del lancio

System Shock 2: 25th Anniversary Remaster è ora disponibile in digitale per $ 29,99 su PC Windows tramite Steam (ed è Steam Deck Verified), GOG, Humble Bundle Store ed Epic Games Store. Uscirà per PlayStation 4|5, Xbox One e Series X|S e Nintendo Switch entro le prossime due settimane, con una data precisa che verrà annunciata nei prossimi giorni.

System Shock 2: 25th Anniversary Remaster è giocabile anche su NVIDIA GeForce NOW, che offre ai giocatori l’accesso istantaneo alle prestazioni di GeForce PC su quasi tutti i PC, Mac, SHIELD TV, Android, dispositivi iOS o Chromebook senza download.

Hands on – Ninja Gaiden: Ragebound

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Togliendo la remastered di NINJA GAIDEN 2 Black, rilasciata a sorpresa nel febbraio di quest’anno, nel panorama videoludico il nome Ninja Gaiden è dal 2014 che non ha visto l’arrivo di un nuovo capito, dopo il controverso spin-off Yaiba: Ninja Gaiden Z.

Gli spagnoli The Game Kitchen – già autori della fortunata serie di metroid-souls Blasphemous – con il supporto di Dotemu, ci hanno lasciato prendere il controllo del letale Kenji Mozu, e la sua riluttante alleata Kumori, nel nuovo ed esplosivo Ninja Gaiden: Ragebound, per provarne una porzione di sfide specificatamente scelte per farci comprendere la potenza che si cela dietro questi due eroi, e le demoniache avversità che li attendono!

Un Vincolo di Rabbia

Ninja Gaiden: Ragebound è un action platformer 2D in pixel art che ci chiederà grandissima prontezza di riflessi, precisione, velocità, e moltissimo sangue freddo.

La narrativa di Ninja Gaiden: Ragebound apre nel dojo di Ryu Hayabusa durante l’addestramento dell’aspirante ninja Kenji Mozu, il nostro eroe delle vicende. L’invasione di un gruppo di demoni – e l’assenza di Ryu – ci porta a combattere per salvare il nostro villaggio, e imbastire una singolare alleanza spirituale con Kumori, una kunoichi del Clan del Ragno Nero, da sempre gruppo rivale delle precedenti avventure nel mondo di Ninja Gaiden.

Con l’aiuto della nostra fida katana, dovremo affrontare diverse orde di nemici mentre completiamo bellissimi livelli ambientati in diversi settings che passano da villaggi in fiamme, Oshiro – castelli tradizionali giapponesi – nel centro di mega metropoli, o caverne che pullulano di macabri abomini.

Ninja Gaiden: Ragebound abbandona tediosi sistemi RPG e presenta un’esperienza completamente arcade, dove con un singolo colpo della nostra lama potremo eliminare diversi tipi di nemici. Ma quando la necessità lo richiederà, potremo anche utilizzare un vasto numero di manovre evasive per riposizionarci e avere la meglio contro gli avversari.

Kenji è capace di schivare, deviare attacchi a distanza, arrampicarsi sui soffitti, scattare in aria, aggrapparsi, scalare le pareti, e persino saltare sulla testa di nemici e oggetti da lancio per guadagnare maggiore elevazione o distanza in volteggio. Al completamente di ogni livello riceveremo una valutazione che ci aiuterà a sbloccare nuovi oggetti da comprare presso il negozio di Muramasa, spendendo alcuni dei collezionabili sparsi per i livelli che abbiamo raccolto durante le nostre battaglie.

I tipici classicismi del genere non vengono però solo mantenuti e rispettati, ma sono solo alcune delle fondamenta per sostenere delle nuove meccaniche di gioco tanto innovative, quanto elettrizzanti. Tecniche tanto letali per i nostri nemici quanto che per noi, dove ogni abuso o errore di calcolo potrebbe costarci non solo una decurtazione della classificazione a fine livello, ma anche una precoce dipartita nella modalità di sfida più ardua.

Come il passato, ma meglio

Nell’intricato, e apparentemente caotico, loop di gioco di Ninja Gaiden: Ragebound, non tutti i nemici cadranno con un fendente. Per avere la meglio sui nemici più ostici e corazzati avremo bisogno di sfruttare l’Ipercarica, un colpo potenziato che viene acquisito eliminando i nemici con un aura colorata, oppure attingendo direttamente a una parte della nostra vita per richiamare l’attacco.

Diviene così necessario valutare con attenzione le minacce presenti nell’area e quelle in arrivo, decidendo con intelligenza quale nemico abbattere per primo così da mantenere attiva una combo di colpi in ipercarica, e di conseguenza del contatore combo delle uccisioni.

Le cose però si complicano ulteriormente con la presenza di due diversi tipi di nemici con aura. Se Kenji può affettare quelli attorniati da un bagliore azzurro, toccherà a Kumori far fuori i nemici con un aura viola.

Grazie – o per sfortuna – della Fusione Ninja, l’anima dei due giovani guerrieri è stata fusa in un solo corpo. Possiamo richiamare gli attacchi a distanza di Kumori con un semplice tasto, ma consumando parte della sua energia kunoichi, che potrà essere ripristinata solo trovando le corrette sfere sparse per i livelli.

La guerriera del Clan del Ragno Nero può anche muoversi tra il regno dei vivi e quello dei demoni, aiutandoci a sbloccare porte e scoprire segreti, e consentendoci di controllare Kumori in maniera diretta. In più, una volta ottenute abbastanza eliminazioni del colore corrispondente, potremo usare i suoi devastanti attacchi magici, capaci anche di liberarci di tutti i demoni presenti a schermo con un colpo solo.

Ed è così che Ninja Gaiden: Ragebound si trasforma, ibridando ed elevando vecchi e nuovi sistemi, costruendo un titolo che potrebbe essere capace d’accontentare tanto i fanatici del perfezionismo, quanto gli amanti degli action platformers. Ma tra quintali d’effetti visivi, musiche coinvolgenti, e tonnellate di sangue demoniaco, i veri giocatori che non rimarranno delusi saranno certamente gli amanti della serie di Ninja Gaiden.

Commento finale

Ninja Gaiden: Ragebound sembra essere il connubio perfetto tra i classici Ninja Gaiden approdati su NES, lo stile e la brutalità dell’azione introdotta con la visione 3D del suo universo, e la ricerca di un esperienza pick and play che possa avvicinare quanti più nuovi giocatori possibili. Con anche il supporto dei Team NINJA, l’eccellente feeling di gioco ottenuto dai The Game Kitchen trasuda in ogni sezione di platforming e di combattimento che s’incontra, e l’assuefacente struttura – che a tratti sembra più ricordare un action puzzle game – riesce a essere tanto frustante quando si fallisce nel tentativo di una run perfetta, quanto galvanizzante nel suo conseguimento. Con una data d’uscita prevista per il 31 luglio di quest’anno su PC (tramite Steam), Nintendo Switch, Playstation 5, Xbox Series S|X, e persino Playstation 4 e Xbox One, non dovremo attendere troppo prima di scoprire l’intera sfida proposta da Ninja Gaiden: Ragebound. Ma avremo ciò che serve per completarla?

Senua’s Saga: Hellblade II Enhanced, ecco quando arriverà su PlayStation 5

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Xbox Game Studios e Ninja Theory hanno annunciato che Senua’s Saga: Hellblade II Enhanced farà il suo debutto su PlayStation 5 il prossimo 12 Agosto.

Contestualmente, sono stati aperti i preordini digital che prevedono da un lato una Standard Edition al prezzo di € 49,99 e dall’altro lato una Deluxe Edition che conterrà anche la versione aggiornata del primo capitolo oltre alla sua colonna sonora al costo di € 69,99.

Tutti i dettagli, comprese le nuove funzionalità della Enchanced nel comunicato stampa che segue.

Il gioco sarà proposto in due edizioni distinte:

• Standard Edition – Disponibile al prezzo di €49,99, la Standard Edition include il pluripremiato Senua’s Saga: Hellblade II, arricchito da tutti gli aggiornamenti e le nuove funzionalità introdotte con l’aggiornamento Enhanced.

 Deluxe Edition – Al costo di €69,99, la Deluxe Edition offre un pacchetto completo che include non solo Senua’s Saga: Hellblade II Enhanced, ma anche Hellblade: Senua’s Sacrifice, aggiornato per PlayStation 5, e la colonna sonora originale di Hellblade: Senua’s Sacrifice. Questa edizione rappresenta il punto di partenza ideale per chi desidera immergersi completamente nel viaggio di Senua. Per i possessori della versione PlayStation 4 di Hellblade: Senua’s Sacrifice, l’aggiornamento alla versione PlayStation 5 sarà completamente gratuito.

In occasione del debutto su PlayStation 5, Senua’s Saga: Hellblade II Enhanced verrà reso disponibile come aggiornamento gratuito per tutti i possessori del gioco su Xbox Series X|S, Xbox PC e Steam.

Le nuove funzionalità e gli aggiornamenti inclusi in questa versione Enhanced sono:

• Modalità Performance – Mentre l’edizione originale era ottimizzata per i 30fps per garantire un’esperienza cinematografica immersiva, l’aggiornamento Enhanced introdurrà una “Performance Mode” che ottimizzerà il gioco per i 60fps. Su PC, sarà inoltre disponibile un preset “Very High” per spingere ulteriormente la fedeltà grafica in base all’hardware disponibile.

• Dark Rot Mode – La temibile Dark Rot di Hellblade: Senua’s Sacrifice fa il suo ritorno, offrendo una sfida aggiuntiva per Senua in questa modalità di gioco opzionale. La Dark Rot crescerà ad ogni fallimento e, se dovesse raggiungere la testa di Senua, la sua missione sarà compromessa e tutti i progressi andranno perduti.

• Modalità Foto Migliorata –l’aggiornamento Enhanced includerà un set di strumenti ampliato e migliorato, comprensivo di una nuova scheda ‘Motion’ per la cattura video cinematografica personalizzata.

• Commento degli Sviluppatori – Per gli appassionati interessati al processo creativo e alle decisioni dietro Senua’s Saga: Hellblade II, l’aggiornamento Enhanced offrirà oltre quattro ore di commento degli sviluppatori, con interventi da diverse figure coinvolte nella realizzazione del gioco.

Per maggiori informazioni su Senua’s Saga: Hellblade II, visitare i canali social di Ninja Theory o consultare Xbox Wire.

Servati: La Rivoluzione delle Sneakers Stampate in 3D Rappresenta l’Italia all’Expo di Osaka

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La startup pugliese Servati che produce Sneakers stampate in 3D è stata selezionata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per rappresentare l’Italia all’Expo Universale di Osaka 2025. Un riconoscimento significativo che pone questa giovane realtà al fianco di colossi dell’industria italiana come Ferrari e Brembo nella mostra “L’Italia dei Brevetti. Invenzioni e Innovazioni di Successo”.

Innovazione sostenibile dal cuore della Puglia

Nata nel distretto industriale di Casarano, Servati è il frutto dell’ingegno di due giovani imprenditori pugliesi: Matteo Di Paola, economista classe 1997 che gestisce l’amministrazione, e Marco Primiceri, designer del 1998 responsabile dello stile e dello sviluppo prodotti.

Ciò che distingue Servati è il suo approccio rivoluzionario alla produzione di calzature: sneakers modulari, interamente stampate in 3D e completamente disassemblabili a fine vita. Il cuore dell’innovazione è un brevetto depositato nel 2022 che permette l’incastro tra suola e tomaia senza l’utilizzo di colle, solventi chimici o termoadesivi.

“Essere stati scelti dal Ministero per rappresentare l’Italia a Osaka è per noi un motivo di grande orgoglio,” dichiara Matteo Di Paola. “È la conferma che l’impegno e la visione che abbiamo investito in questo progetto stanno tracciando una direzione giusta e concreta.”

Servati Superlow, 3d printed sneakers

Un modello di economia circolare

La filosofia di Servati incarna perfettamente i principi dell’economia circolare. Le sneakers utilizzano solo due materiali – gomma e poliestere – entrambi completamente riciclabili. I clienti possono restituire le calzature usate all’azienda, che le disassembla e reimmette i materiali nel ciclo produttivo, ricevendo in cambio un coupon per futuri acquisti.

La “fabbrica” Servati conta attualmente 30 stampanti 3D e sette giovani collaboratori che affiancano i fondatori. Nonostante la forte componente tecnologica, il design rimane distintivo e all’avanguardia, posizionando il brand nel segmento delle sneakers di lusso.

Servati Hyper M1, 3d printed sneakers

Dal sold-out all’espansione internazionale

Dopo il successo della collezione “SERVATI SUPERLOW”, andata sold-out, l’azienda ha annunciato un nuovo restock e piani di espansione che includono l’apertura a negozi fisici. Un passo ambizioso per un progetto nato dal basso e cresciuto rapidamente grazie alla sua visione innovativa.

“È un risultato incredibile, esporre a Osaka e rappresentare l’Italia dell’innovazione in Giappone va oltre anche ai nostri sogni,” afferma Marco Primiceri. “Dream Big or Don’t.”

La partecipazione all’Expo di Osaka, che si terrà fino al 13 ottobre 2025, rappresenta un’importante vetrina internazionale per questa startup che sta ridefinendo gli standard del settore calzaturiero, unendo tecnologia avanzata, sostenibilità e il valore del Made in Italy in chiave 4.0.

In un’industria tradizionalmente ad alto impatto ambientale come quella della moda, le sneaker stampate in 3D di Servati dimostrano che è possibile coniugare innovazione, design e responsabilità ecologica, rappresentando un modello di business orientato al futuro che l’Italia può orgogliosamente mostrare al mondo.

Per ulteriori dettagli sulle Sneakers Servati stampate in 3D vi invitiamo a leggere il comunicato qui sotto

LA STARTUP DELLE SNEAKERS STAMPATE IN 3D RAPPRESENTA L’ITALIA ALL’EXPO DI OSAKA 2025 Scelta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la giovane realtà pugliese Servati vola in Giappone per raccontare al mondo, accanto a colossi come Ferrari e Brembo, una nuova visione del Made in Italy: calzature modulari stampate in 3D, riciclabili e sostenibili, simbolo di un futuro industriale più circolare e consapevole. «Essere stati scelti per rappresentare l’Italia è per noi un motivo di grande orgoglio», dichiara Matteo Di Paola, fondatore della startup
  
La giovane startup italiana Servati, specializzata in calzature stampate in 3D completamente riciclabili, è stata selezionata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) per partecipare all’Expo Universale di Osaka 2025, che si terrà in Giappone fino al 13 ottobre 2025. Servati prenderà parte alla mostra “L’Italia dei Brevetti. Invenzioni e Innovazioni di Successo”, all’interno del Padiglione Italia, accanto a nomi simbolo dell’eccellenza industriale nazionale come Ferrari e Brembo. 

L’azienda è stata selezionata grazie al suo innovativo brevetto: una sneaker modulare, interamente stampata in 3D e progettata per essere completamente disassemblabile a fine vita, in modo da facilitare il riciclo e il riutilizzo dei materiali in nuovi cicli produttivi. Un progetto che unisce design, tecnologia e sostenibilità ambientale, puntando a rivoluzionare il settore della calzatura e a contribuire a un’economia più circolare.

La partecipazione a Expo 2025 rappresenta un ulteriore riconoscimento per Servati, che era già stata selezionata lo scorso anno dal Ministero per l’esposizione temporanea “L’Italia dei Brevetti” a Roma, grazie alla qualità del progetto e al suo impatto nel panorama dell’innovazione italiana.
“Essere stati scelti dal Ministero per rappresentare l’Italia a Osaka, fianco a fianco con realtà industriali di altissimo livello, è per noi un motivo di grande orgoglio. È la conferma che l’impegno e la visione che abbiamo investito in questo progetto stanno tracciando una direzione giusta e concreta”, dichiara Matteo Di Paola, amministratore e fondatore di Servati.

“Questo è un risultato incredibile, esporre a Osaka e rappresentare l’Italia dell’innovazione in Giappone. E’ qualcosa che va oltre anche ai nostri sogni. Da parte di tutto il team Servati, un grazie speciale al Ministero per la sua visione, per noi è un traguardo importantissimo che dimostra ancora una volta la forza e il potere delle idee rivoluzionarie. Dream Big or Don’t”, afferma Marco Primiceri designer e co-founder di Servati.

Un successo importante dunque per la giovane start-up nata in provincia di Lecce, che continua la sua scalata nel mondo della moda sostenibile. Dopo il sold out dell’ultima collezione “SERVATI SUPERLOW”, il brand ha da poco annunciato un nuovo restock e un’espansione che passa per l’apertura ai negozi fisici. Un passo ambizioso per un progetto nato dal basso, fondato da due ragazzi pugliesi, Matteo Di Paola e Marco Primiceri, e cresciuto nel cuore del distretto industriale di Casarano. Oggi la loro “fabbrica” conta 30 stampanti 3D e sette giovani collaboratori al fianco dei due fondatori.

L’idea che ha dato vita a Servati è tanto semplice quanto rivoluzionaria: produrre scarpe con stampanti 3D utilizzando soltanto due materiali, gomma e poliestere, completamente riciclabili. Il tutto senza colle, senza solventi chimici e senza termoadesivi, grazie a un brevetto depositato nel 2022 che permette un incastro tra suola e tomaia capace di tenere la scarpa assemblata senza interventi irreversibili. Un prodotto modulare, disassemblabile, pensato per essere restituito e riciclato a fine vita. In altre parole, un esempio concreto di economia circolare applicata al mondo del footwear. 

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO 

LA STORIA DI SERVATI “Servati” nasce in provincia di Lecce, precisamente nell’ecosistema del distretto industriale di Casarano. I founder sono due giovani pugliesi, Matteo Di Paola, classe 1997 laureato in economia, che si occupa di amministrazione e gestione, e Marco Primiceri, classe 1998, laureato in design e comunicazione visiva, che segue il reparto stile e lo sviluppo dei prodotti. La start up Servati è ospitata in questa prima fase presso un incubatore per start-up, finanziato e gestito dalla regione Puglia. Qui ci sono le stampanti 3D che sono utilizzate in questa fase di prototipazione del prodotto, da qui sono uscite le prime 100 paia. La tomaia si scompone con un metodo brevettato: sono già state realizzate delle scarpe nuove riciclando altri campioni di scarpe a fine vita, i materiali potranno anche diventare nella loro seconda vita borse, cinturini per gli orologi e altri accessori. Servati si pone dunque come un player emergente e visionario, pronto a ridefinire gli standard del design calzaturiero, abbracciando la sfida della sostenibilità ambientale e delle nuove tecnologie. Nonostante queste migliorie tecnologiche, Servati rimane fedele alla propria identità, mantenendo un design hyper-avanguardistico che è diventato il segno distintivo di tutti i suoi modelli. Questi nuovi prodotti incarnano perfettamente la filosofia del brand, che unisce estetica futuristica e innovazione sostenibile, creando calzature destinate a ridefinire il concetto di sneakers di lusso. In questo contesto, Servati punta a rilanciare il Made in Italy in chiave 4.0, con un focus su innovazione e tradizione. Importante anche l’ottica green nella quale si muove l’azienda: i clienti possono restituire le scarpe usate per essere disassemblate. I materiali recuperati verranno reimmessi nei nuovi cicli produttivi, riducendo così l’impatto ambientale. In cambio, Servati offre un coupon (codice sconto) per futuri acquisti, incentivando la partecipazione attiva al nostro modello di economia circolare. Per i clienti che desiderano estendere la vita delle loro scarpe, è offerto un servizio di riparazione e personalizzazione. L’azienda organizza tour in collaborazione con rivenditori fidati, durante i quali il nostro team di esperti disassembla le scarpe, sostituendo i moduli danneggiati o logorati e aggiungendo dettagli unici come incisioni, lacci personalizzati, accessori, o una nuova tomaia a scelta del cliente. Informazioni e linee su www.servati.it.

“L’Italia dei Brevetti” in mostra all’Expo 2025 di Osaka
All’interno del Padiglione Italia a Expo 2025 di Osaka è stata inaugurata il 24 aprile scorso la mostra “L’Italia dei Brevetti. Invenzioni e Innovazioni di Successo”, promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy in collaborazione con Unioncamere. L’esposizione, che rimarrà aperta al pubblico fino al 13 ottobre 2025, propone una selezione di oltre cento brevetti rappresentativi dell’eccellenza inventiva italiana, già presentati a Roma presso Palazzo Piacentini tra novembre 2024 e aprile 2025. La mostra si presenta come un viaggio nell’ingegno nazionale attraverso sette ambiti chiave: mobilità sostenibile, smart city e ambienti intelligenti, salute e benessere, energia e clima, tecnologie per l’agricoltura e il mare, aerospazio e fabbrica intelligente. A raccontare la ricchezza del patrimonio brevettuale italiano contribuiscono anche materiali originali provenienti dagli archivi dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, documenti multimediali, fotografie, prototipi e prodotti, che permettono di esplorare la complessità dei processi innovativi sviluppati da aziende, startup, università e centri di ricerca del nostro Paese. Curata da un comitato scientifico guidato da Loredana Guglielmetti, dirigente della Divisione Brevetti del MIMIT, con la partecipazione di esperti come Alessandra Maria Sette, Maria Chiara Di Guardo dell’Università di Cagliari, Carlo Martino della Sapienza e Francesco Zurlo del Politecnico di Milano, la mostra ha riscosso un grande successo. Expo 2025 di Osaka, il cui tema è “Designing Future Society for Our Lives”, rappresenta per l’Italia un’importante vetrina internazionale per mostrare il proprio potenziale tecnologico e creativo e rafforzare il dialogo con partner globali e potenziali investitori, all’interno di un contesto dedicato a progettare soluzioni per il futuro. 

Hands on – Absolum

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Negli ultimi 20 anni il genere roguelite ha conosciuto una crescita esponenziale, arrivando a influenzare profondamente quasi ogni tipo di videogioco grazie alla diffusione trasversale delle sue meccaniche principali, e se recentemente abbiamo assistito a un’invasione di giochi di carte intrecciati con i dogmi dei dungeon crawler in ogni variante possibile, restava ancora un genere che non era stato toccato da questa ondata di contaminazione.

I Dotemu, forti di una collaborazione quasi stellare con i team francesi di sviluppatori Guard Crush – già autori di Street of Rage 4 e il folle Streets of Fury EX – e il team d’animazione Supamonks, ci hanno scaraventato a suon di pugni e colpi magici in Absolum, un incredibile picchiaduro a scorrimento ambientato nelle lande di Talamh, e che sembra essere capace di fondere roguelite e botte da urlo!

La magia immortale

La prima cosa che colpisce di Absolum è la sua presentazione. Forse scontato vedere un livello di qualità simile nelle produzioni marchiate Dotemu, è innegabile che l’art direction scelta per questo gioco è qualcosa di veramente incredibile, riuscendo a traslare – come pochi altri giochi nel suo genere – tavole di fumetti e tratti di penna dei cartoni animati degli anni novanta, ricchi di grandi contrasti tra luci, ombre, e i suoi colori, esaltandone lo stile.

Ed è proprio grazie alla sua direzione artistica curata dai Supamonks che ci riesce a immergere nel mondo dei suoi eroi ribelli – in questa prima prova, lo gnomo Karl, la spadaccina tenebrosa Galandra, e il guerriero senza memoria Cynder – con un intro narrativa degna dei migliori cortometraggi animati.

Il mondo di Talamh è stato sconvolto da un cataclisma causato da maghi folli, e la magia è ora temuta dalla gente comune. Il Re Sole Azra ha costretto i maghi ancora in vita ad arruolarsi nell’Ordine Cremisi e ha spartito i regni tra i suoi adepti più fedeli e potenti. Spetta a noi aiutare la maga Uchawi, e un gruppo di ribelli, e opporci alla tirannia di Azra.

Una volta scelto il nostro personaggio, verremo subito gettati nelle terre soggiogate dell’Isola Grandery nella regione del Calamh, dove avremo il nostro primo assaggio di classicismi e modernità offerti dal gameplay di Absolum.

Rogue ‘Em Up

Se avete giocato a titoli come i due Dungeons & Dragons di Capcom, il celebre Guardian Heroes, e il più recente Dragon’s Crown, Absolum vi potrà sembrare un ulteriore, e fantastica, aggiunta al genere quasi secolare dei picchiaduro 2D a scorrimento. Durante il giocato avremo a disposizione i tipici sistemi che hanno reso così divertente l’intera categoria. Oltre ai consueti attacchi primari e secondari, il salto e la corsa – che all’occasione diventa una pratica schivata -, troviamo anche un attacco legato a un abilità magica speciale.

Non ci abbiamo messo molto a comprendere come Absolum differisce e amplia quello che gli altri beat em up hanno sempre presentato. Laddove la concorrenza ha cercato d’ibridare nei suoi meccanismi il genere RPG, l’ultima fatica Dotemu ha completamente abbracciato la morte infinita offerta dalla struttura dei roguelite, persino offrendo un sistema impeccabile per consentire la progressione delle vicende senza rottura di continuità nella modalità co-op.

Ogni run non sarà mai uguale alla prima. Potremo scegliere percorsi differenti, ogni volta con nemici e segreti impostati in maniera procedurale. A volte anche dei boss potrebbero essere sostituiti con altri, aprendo strade completamente differenti. Raggiungere dei luoghi con determinati personaggi, o il giusto numero di oggetti richiesti, può aprire le porte per intere sotto trame e sfide di cui prima non avremmo mai conosciuto l’esistenza.

L’esplorazione del mondo di Absolum diventa quindi il cuore pulsante dell’avventura, dove l’azione fatta di cazzotti, crescita costante del nostro personaggio preferito, e abbattimento di qualsiasi nemico ci si pari davanti, è quasi il contorno perfetto che ci spinge ogni volta a fare sempre meglio. Si crea così un esperienza virtualmente infinita in cui lo sblocco costante di nuove abilità, il ritrovamento di oggetti, o il semplice incontro coi tantissimi personaggi che popolano le aree di gioco, spingono in maniera organica verso una conclusione dettata solamente dalla nostra curiosità e desiderio di sfida.

Commento finale

Absolum è un gioco degno di attenzione, intrigante tanto nella sua presentazione quanto nella sua struttura, che potrebbe elevare il genere dei picchiaduro a scorrimento vecchia scuola con un iniezione, non solo di novità, ma di libertà di fruizione, sfruttando i valori intrinseci nei roguelite in modo da creare un loop assuefacente fatto di gloriose vittorie o di colossali sconfitte. La nuova fatica guidata dai Dotemu sarà disponibile su Steam, Nintendo Switch, PlayStation 4 e Playstation 5 nel corso di questo 2025, quindi per ora non ci resta che rilassarci di fronte al fuoco, affilando le nostre lame e nocche in metallo.

Little Nightmares Showcase, tutti gli annunci!

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Little Nightmares

Il Little Nightmares Showcase ha offerto molte notizie sul franchise, oltre a un’analisi approfondita del capitolo Carnevale, celebrando le 20 milioni di unità vendute dal franchise

• Little Nightmares III sarà disponibile dal 10 ottobre 2025 ed è ora pre-ordinabile

• Anche Little Nightmares Enhanced Edition arriverà il 10 ottobre 2025, con l’accesso anticipato già disponibile su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC per chiunque prenoti una copia digitale di Little Nightmares III

• Tra gli altri progetti transmediali presentati, è stata confermata una nuova stagione del podcast The Sounds of Nightmares, il fumetto Little Nightmares: Descent to Nowhere, disponibile da ottobre 2025, e il romanzo per giovani adulti Little Nightmares: The Lonely Ones, che sarà pubblicato a settembre 2025.

Tutti i dettagli nel comunicato stampa qui di seguito:

Bandai Namco Entertainment Europe ha annunciato che Little Nightmares III, sviluppato da Supermassive Games, sarà disponibile dal 10 ottobre 2025 per PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC, Nintendo Switch 2, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch. Da oggi è possibile prenotarlo su tutte le piattaforme tranne Nintendo Switch e Nintendo Switch 2, su cui i pre-ordini inizieranno più avanti. Sin dal lancio di Little Nightmares nel 2017, il franchise ha venduto 20 milioni di unità.

Intrappolati nella Spirale, un mondo pieno di delusioni, Low e Alone stanno cercando un modo per uscirne. Attraverso il loro viaggio, accedono al Carnevale, un parco divertimenti decrepito che è il protagonista del nuovo trailer e dell’approfondimento del gameplay.

È ora possibile pre-ordinare le seguenti edizioni di Little Nightmares III:

– Standard Edition.

– Digital Deluxe Edition, che include l’Expansion Pass – Secrets of The Spiral e il Residents Costumes Pack.

– Collector “Mirror Edition”, che oltre ai contenuti della Deluxe Edition, aggiunge una statuina, una confezione in metallo, un artbook stampato, la colonna sonora originale in formato fisico e digitale, oltre ad alcuni adesivi.

– Premium Collector “Spiral Edition”, esclusiva del Bandai Namco Store, che contiene la statuina della Collector “Mirror Edition”, migliorata con una base a carillon, un supporto dei nomini per controller o telefono e una moneta a due facce con Low e Alone.

I pre-ordini daranno accesso al Dark Six Costumes Set su tutte le piattaforme. Prenotando una copia digitale si otterrà anche l’accesso anticipato a Little Nightmares Enhanced Edition su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC. L’Expansion Pass – The Secrets of The Spiral include due ulteriori capitoli da esplorare, i cui dettagli saranno illustrati più avanti, nonché un esclusivo Costume Set, che include un personaggio che i fan potrebbero riconoscere.

Inoltre, è stato annunciato Little Nightmares Enhanced Edition, che sarà disponibile dal 10 ottobre 2025 per PlayStation 5, Xbox Series X|S, Nintendo Switch 2 e PC. Little Nightmares Enhanced Edition porta la storia di Six a nuovi standard grazie a una serie di miglioramenti tecnici, come luci volumetriche e ray tracing, nonché alcune modifiche al gameplay, come checkpoint posizionati in maniera più strategica e aiuti di gioco, che consentiranno ad ancora più giocatori di scoprire il viaggio di Six attraverso le Fauci. Little Nightmares Enhanced Edition sarà disponibile subito per chi preordina una copia digitale di Little Nightmares III per PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC.

L’ultima novità del Little Nightmares Showcase è l’annuncio di Little Nightmares VR: Altered Echoes, sviluppato da parte di Iconick Studio.

Little Nightmares continua a espandersi oltre i videogiochi con molti altri progetti, che spaziano tra vari media, come fumetti, podcast e altro ancora.

– The Sounds of Nightmares, la serie di podcast che ha superato i 2 milioni di ascolti, riceverà una seconda stagione attualmente in fase di stesura.

– Little Nightmares: Descent to Nowhere, la serie a fumetti pubblicata da Titan Comics vedrà il lancio del primo numero a ottobre 2025. Il fumetto segue due storie parallele. Hush, una timida ragazza muta si risveglia nella cella di una prigione. Intenzionata a fuggire, fa amicizia con un altro prigioniero, Mono, che comprende questo mondo molto più di lei. Insieme dovranno trovare un modo per andarsene da una segreta davvero oscura. In un altro luogo, Myra è una detective stanca della vita che incontra qualcuno che però riesce a riaccendere la sua voglia di fare la differenza. Riprende dunque a indagare su alcuni casi irrisolti di bambini scomparsi senza lasciare tracce.La serie a fumetti sarà pubblicata in inglese e sarà possibile pre-acquistarla da luglio presso la propria fumetteria locale o in tutto il mondo sul sito web della Titan.

– Little Nightmares: The Lonely Ones, il romanzo horror per giovani adulti scritto da E.C. Myers e pubblicato da Scholastic, sarà disponibile da settembre 2025. Segue le vicende di Ruse, una bambina che si risveglia in una stanza sconosciuta che trema, insieme a altri due bambini che non conosce: una bambina minuta con una corda sfilacciata che le pende dal collo e un ragazzo dall’aspetto denutrito che indossa una maschera logora su bocca e naso. Si trova in un carnevale da incubo e ha un’unica certezza: non è un posto sicuro e deve fuggire. Riuscirà a farcela? I suoi compagni d’avventura si riveleranno essere amici o nemici?

– Come sorpresa finale, è stato mostrato un teaser per un progetto in stop motion sviluppato in collaborazione con studio Taller del Chucho. Ulteriori dettagli saranno comunicate più avanti.

Per maggiori informazioni su Little Nightmares III e gli altri prodotti di Bandai Namco Entertainment Europe, visitate https://www.bandainamcoent.eu

Painkiller, il nuovo trailer rivela la data di uscita

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Saber Interactive ed Anshar Studios hanno rivelato che Painkiller, la rivisitazione in chiave moderna del classico franchise d’azione con gameplay cooperativo, sarà lanciato il prossimo 9 Ottobre per PlayStation 5, Xbox Series e PC via Steam.

La Standard Edition di Painkiller è già disponibile per il pre-ordine digitale da oggi al prezzo di €39,99 e include il pacchetto di skin “Iron Crusade” come bonus pre-ordine, con skin per tutti e quattro i personaggi – Ink, Void, Sol e Roch – insieme alle skin per sei armi: Electrodriver, Stakegun, Shotgun, SMG, Hand Cannon e Rocket Launcher. I pre-ordini fisici dell’edizione standard su console saranno accompagnati dal pacchetto armi “Burnished Pride”, esclusivo per la vendita al dettaglio, che include skin dorate aggiuntive per le sei armi. Anche la Deluxe Edition di Painkiller è disponibile da oggi per il pre-ordine digitale al prezzo di 49,99 euro e comprende il pacchetto di skin bonus pre-ordine “Iron Crusade”, oltre a tre contenuti scaricabili aggiuntivi post-lancio, ognuno dei quali include sei skin per armi e quattro skin per personaggi

Benvenuti nel Purgatorio! Siete stati condannati per le vostre trasgressioni contro il Paradiso, ma la Voce del Creatore vi sta dando una possibilità di redimervi. Sfrutta orde di demoni in combattimenti brutali e frenetici con una serie di armi infernali. Combattete attraverso macabre ambientazioni gotiche per fermare l’invasione della Terra da parte dell’angelo caduto Azazel e guadagnarvi la salvezza, da soli o in cooperativa online fino a tre giocatori.

Caratteristiche principali

Il Purgatorio è il tuo campo da gioco: Saltate, agganciate e sfrecciate attraverso vasti biomi da brivido mentre combattete nemici da incubo in combattimenti sanguinosi e veloci con una serie di armi nuove e classiche di Painkiller.

Co-op online a tre giocatori: Giocate online con un massimo di due amici, esplorando luoghi diversi, scoprendo segreti e affrontando nemici terrificanti.

Terrori grotteschi vi attendono: Sfida una varietà di nemici terrificanti, da orde di demoni a terrori titanici come i mostruosi figli di Azazel – i Nephilim.

Scatenate il dolore: usate le carte dei tarocchi per potenziare le vostre abilità, salite di grado per espandere il vostro arsenale e fate squadra con altri giocatori per annientare tutti i nemici.

Scegli il tuo personaggio con saggezza: Gioca nei panni di quattro personaggi distintivi – Ink, Void, Sol e Roch – con vantaggi unici per aumentare l’energia, la salute, la potenza e i danni.

Amazfit, ecco la nuova coppia sportiva: Balance 2 e Helio Strap

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Amazfit, marchio globale nel mercato degli indossabili per lo sport, continua ad espandere il ventaglio delle proprie proposte con lo smartwatch multisport Amazfit Balance 2 ed il cinturino smart fitness Amazfit Helio Strap.

Finalmente disponibili anche per l’Italia, si tratta di dispositivi pensati per il monitoraggio della condizione fisica, del recupero e del sonno. Possono essere indossati indipendentemente, ma sono progettati per funzionare in coppia, offrendo agli utenti un supporto simultaneo e complementare grazie al dialogo con l’app Zepp. “Attraverso un’unica app, questi due dispositivi lavorano insieme senza interruzioni, sia durante l’allenamento che nel monitoraggio del recupero. Ognuno di essi integra e completa le conoscenze dell’altro, consentendo di ottenere dati più precisi e incrociati. Questo si traduce in informazioni più precise per l’utente, il tutto in un sistema semplice e integrato”, ha dichiarato Wayne Huang, CEO di Zepp Health. “Con l’assenza di abbonamenti, il tracciamento avanzato e la sincronizzazione senza sforzo, questo duo ridefinisce ciò che gli indossabili possono fare, sia che siate atleti competitivi o semplicemente impegnati a dare il meglio di voi stessi”.

Amazfit Balance 2 è disponibile al prezzo consigliato di €299, con due cinturini sportivi (nero e rosso) inclusi, mentre Amazfit Helio Strap è disponibile al prezzo di €99, inizialmente in colore nero e con altre colorazioni in arrivo nelle prossime settimane.

Di seguito vi proponiamo il comunicato ufficiale dell’azienda.

Amazfit Balance 2: lo smartwatch che segue ogni tua performance

Balance 2 è pensato per chi vive lo sport a 360 gradi. Con ben 170 modalità sportive, supporta le discipline più popolari e quelle più emergenti, come HYROX, golf e sport acquatici, incluse modalità specifiche per il freediving e immersioni fino a 45 metri.

Il display AMOLED super luminoso (fino a 2000 nits) garantisce visibilità anche alla luce diretta del sole, mentre il vetro zaffiro resiste ai graffi, rendendo lo smartwatch perfetto per le sessioni intense in palestra. Grazie alla batteria di lunga durata, che offre fino a 21 giorni di autonomia, è quindi ideale per allenamenti prolungati e per monitorare il recupero durante le giornate più impegnative.

Con il nuovo sistema operativo Zepp OS 5, Balance 2 è lo smartwatch più user-friendly di Amazfit, progettato seguendo i feedback di chi si allena regolarmente. Un sensore BioTracker 6.0 PPG avanzato monitora la frequenza cardiaca e il recupero, mentre altri sensori, tra cui accelerometro, giroscopio e barometro, offrono un monitoraggio preciso anche in ambienti estremi, come le immersioni subacquee fino a 45 metri.

Funzioni principali di Balance 2:

  • Design resistente: Display AMOLED protetto da vetro zaffiro (fino a 2000 nits), racchiuso in una cornice in lega di alluminio.
  • 170 modalità sportive: Tra cui HYROX, golf, e 16 modalità di sport acquatici, con statistiche dettagliate.
  • Mappe gratuite: Accesso a mappe cittadine, topografiche, piste da sci e campi da golf.
  • Tracciamento preciso dei passi e della velocità grazie al posizionamento satellitare a doppia banda che supporta sei sistemi GNSS, tra cui GPS e Galileo.
  • Monitoraggio completo del recupero: Analisi del battito cardiaco, HRV, VO₂ max, stress, fatica, e molto altro.
  • Estensione dei dati tramite l’app Zepp: Aggiunta di mini-app per ulteriori metriche, sincronizzazione con dispositivi e condivisione dei dati con piattaforme di terze parti (Strava, komoot, Apple Health, Health Connect, TrainingPeaks, Relive, Google Fit, adidas Running).
  • Zepp OS 5: Sistema operativo intuitivo, con notifiche migliorate, controllo vocale e alert durante gli allenamenti.
  • Zepp Pay: Pagamenti contactless compatibili con Curve e alcune banche che supportano MasterCard.

Un partner per il recupero: il cinturino smart Helio Strap

Amazfit Helio Strap, indossato da migliaia di atleti ai recenti Campionati del Mondo HYROX di Chicago, è fatto su misura per tracciare allenamenti specifici, gare e recupero. Molti atleti preferiscono non essere distratti da uno schermo a metà sessione. In alcuni sport, come il tennis, è addirittura vietato indossare uno smartwatch, altri invece, si tolgono l’orologio subito dopo l’allenamento. Tuttavia, il processo di recupero inizia subito dopo l’allenamento e la pianificazione della sessione successiva deve tenere conto dei livelli di affaticamento attuali.

Helio Strap è il primo cinturino smart senza schermo di Amazfit progettato per soddisfare queste esigenze. Con un peso di soli 20 g, offre un rilevamento preciso dei dati relativi all’allenamento, al post-allenamento e al recupero, proprio come il Balance 2 che utilizza la tecnologia BioTracker.

Inoltre, riceve una nuova funzione chiamata BioCharger Energy Score. A differenza del Readiness Score, che mostra la stanchezza fisica e mentale del giorno precedente, il BioCharge fornisce informazioni in tempo reale sul livello di energia (stanchezza) attuale. Grazie a questo, l’Helio Strap può essere un ottimo complemento ai dati forniti dal Balance 2.

Funzioni principali di Amazfit Helio Strap:

  • Lunga durata della batteria: Fino a 10 giorni di utilizzo e 25 giorni in modalità di risparmio energetico.
  • Monitoraggio continuo e accurato: Traccia FC, FC a riposo, HRV, qualità del sonno, stress e saturazione dell’ossigeno nel sangue.
  • Punteggio energetico BioCharge: Monitora il livello di affaticamento attuale in base all’esercizio fisico, allo stress, al riposo, ai pisolini diurni e all’attività in generale.
  • 27 modalità di allenamento, tra cui corsa, camminata, ciclismo, allenamento della forza, HIIT, yoga e HYROX.

Amazfit sta rivoluzionando il modo in cui gli atleti e gli appassionati monitorano le proprie performance. Grazie alla sinergia tra Balance 2 e Helio Strap, ogni allenamento e fase di recupero sono sotto controllo, permettendo di raggiungere risultati più precisi e ottimizzati per offrire una vera esperienza multisport.

Recensione SofaBaton X1S: il successore spirituale di Harmony Elite che gli utenti atavano aspettando

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Quando nel 2021 Logitech ha annunciato l’abbandono della linea Harmony, culminata con la chiusura definitiva dei server di configurazione nel 2024 e, poche settimane fa, l’abbandono totale del supporto per la prima generazione di Harmony, migliaia di appassionati di home theater si sono trovati improvvisamente orfani del loro telecomando universale di riferimento. L’Harmony Elite, in particolare, ha rappresentato a lungo il gold standard per il controllo centralizzato di sistemi AV complessi e, sebbene il supporto a questo telecomando di seconda generazione sia ancora attivo, non è da escludere che a breve possa cessare. Dopo anni di attesa e tentativi poco convincenti da parte di altri produttori, abbiamo finalmente un degno erede: SofaBaton l’X1S, un dispositivo che potrebbe finalmente colmare il vuoto lasciato da Logitech.

Design e costruzione: ergonomia Ripensata

L’X1S adotta un approccio estetico diverso rispetto all’Harmony Elite. Mentre quest’ultimo privilegiava un design curvo e lucido, SofaBaton ha optato per una forma allungata “a barretta”, più moderna e con dimensioni più compatte: 190 x 46 x 15 mm e un peso di soli 125 grammi. La finitura opaca del telecomando risulta più pratica rispetto alla superficie lucida dell’Elite (vedi foto di confronto più in basso), riducendo significativamente impronte e riflessi. Tuttavia, l’hub resta lucido come nella controparte Harmony Elite, una scelta a nostro parere non particolarmente felice visto che questo lo trasforma praticamente in una calamita per la polvere e rimuoverla con un panno non adeguato può creare dei micrograffi sulla superficie.

Il display OLED da 2 pollici del telecomando rappresenta un upgrade sostanziale rispetto al modello X1 precedente, offrendo una migliore leggibilità anche in condizioni di scarsa illuminazione, sebbene lo stesso non raggiunga la stessa qualità e luminosità della controparte Harmony. La funzione “raise-to-wake” è una aggiunta significativa e permette di risparmiare batteria quando non in uso. Il telecomando presenta 13 pulsanti, di cui due in forma di bilanciere per volume e combio canali, più la rotellina per il controllo delle attività e dei devices e l’anello centrale per i movimenti nei menù: tutti i pulsanti hanno un bel feeling Clicky che non fa rimpiangere troppo l’ottima fattura dell’Elite.

A differenza di Harmony Elite, il display del Sofabaton non è touch e per selezionare le diverse opzioni dovrete usare l’apposita rotellina. A nostro giudizio si tratta di una scelta intelligente, perchè rende molto più difficile la pressione accidentale quando si maneggia il telecomando e il conseguente avvio di una attività o di un device.

L’hub separato da 100 x 100 x 21 mm, come abbiamo detto, ha forma squadrata e finitura lucida ma mentre l’Harmony Elite duplicava le sue funzionalità integrandole nel telecomando stesso e nell’hub, SofaBaton ha preferito tenerle separate: il telecomando gestisce solo l’interfaccia utente, mentre l’hub si occupa delle comunicazioni con i dispositivi.

Unboxing e specifiche tecniche

Nella scatola sono presenti oltre al telecomando e all’hub, la manualistica, due cavi USB-C, uno destinato all’alimentazione dell’hub, l’altro alla ricarica del telecomando, un piccolo caricatore USB per il dock, e due cavi ricevitori IR. Assente il dock per la ricarica, un accessorio che ci avrebbe fatto sicuramente molto piacere vedere incluso nella confezione (siamo comunque riusciti a stamparne uno in 3D in pochi minuti) o un piccolo trasformatore USB per tenere tutto vicino alla TV.

Dal punto di vista delle comunicazioni, l’X1S supera nettamente le capacità dell’Harmony Elite:

CaratteristicaSofaBaton X1SLogitech Harmony Elite
Controllo IRFino a 40 piedi (12m)Fino a 50 piedi (15m)
BluetoothBT Classic + BLESolo BT Classic
Wi-FiSupportato nativamenteNon supportato
Dispositivi supportatiFino a 60Fino a 15
Batteria1050mAh, 45 giorniNon ricaricabile
Aggiornamenti databaseAutomatici via internetServer dismessi

La vera rivoluzione dell’X1S dal punto di vista dei codec di comunicazione, risiede nelle sue capacità Wi-Fi e nel supporto per API HTTP locali. Questa caratteristica, assente nell’Harmony Elite, permette il controllo di dispositivi smart moderni senza dipendere da server esterni – un problema che ha afflitto molti utenti Harmony dopo la chiusura dei servizi Logitech. Per quanto riguarda il WiFi tuttavia il supporto è ancora limitato a pochi devices, Roku Wi-Fi version (dispositivi assenti sul mercato italiano), Sonos e Philips HUE, ma anche per questi device i controlli sono veramente basici.

Controllo Locale: la differenza fondamentale

Una delle critiche più feroci mosse dagli utenti Harmony riguardava la dipendenza dai server Logitech per la configurazione e gli aggiornamenti. Come documentato dalla comunità Reddit, l’X1S introduce una funzionalità rivoluzionaria: la possibilità di creare “dispositivi virtuali per controllo IP” che comunicano tramite richieste HTTP GET/POST completamente locali.

Questo significa che l’X1S può interfacciarsi direttamente con Home Assistant, Node-RED, o qualsiasi altro sistema di domotica senza richiedere connessioni esterne. Un utente esperto può configurare endpoint HTTP personalizzati per controllare illuminazione Philips Hue, sistemi Sonos, o persino server multimediali Plex – tutto rimanendo all’interno della rete locale.

La configurazione di questi dispositivi virtuali avviene attraverso l’app mobile, dove è possibile definire comandi personalizzati con:

  • URL endpoint specifici
  • Metodi HTTP (GET/POST)
  • Header di autenticazione
  • Parametri URL personalizzabili

Prestazioni sul campo: test di affidabilità

Rispetto a modelli precedenti della compagnia e anche rispetto al nostro Harmonty Elite, il telecomando è decisamente più reattivo, con l’esecuzione dei comandi e delle attività che avviene in maniera decisamete veloce ed immediata. Anche il passare da una attività all’altra è un’operazione decisamente veloce, molto più veloce ad esempio che con il nostro Elite.

Mentre SofaBaton dichiara circa 15 metri di portata, abbiamo tuttavia rilevato che la portata effettiva può essere inferiore, specialmente in configurazioni complesse con armadi chiusi, rendendo praticamente essenziale il corretto posizionamento dell’hub e dei ricevitori IR. Nelle istruzioni è infatti consigliato di posizionare l’HUB in modo che “veda” i dispositivi IR da controllare, e questo nonostante il segnale sia in grado di rimbalzare sulle pareti, non richiedendo un posizionamento frontale.

Per quanto riguarda la connettività Bluetooth, abbiamo potuto verificare che il supporto per dispositivi Apple TV presenta qualche piccolo problema che può costringere al re-pairing dopo ogni riavvio del dispositivo Apple, una problematica che l’Harmony Elite gestiva più stabilmente attraverso il proprio protocollo proprietario.

Configurazione: semplificazione del processo

Una delle funzionalità più significative dell’X1S riguarda la semplificazione del processo di configurazione. L’app SofaBaton, disponibile per iOS e Android, guida l’utente attraverso un processo logico che parte dalla ricerca dispositivi nel suo database con oltre 900.000 codici, prosegue con l’invito a verificare i comandi, a gestire i ritardi di attivazione tra un dispositivo e infine a settare la sequenza di attivazione, una funzionalità particolarmente utile quando si deve configurare l’attivazione di una catena AVR. In pochi minuti è possibile aggiungere tutti i device della propria catena AV e creare “Attività” che verranno poi sincronizzate con il telecomando. L’App gestisce inoltre in maniera eccellente anche l’aggiornamento del telecomando e rende superfluo il controllo tramite Desktop, che invece era necessario per Harmony Elite.

Il database di dispositivi supportati viene aggiornato automaticamente via internet, eliminando la dipendenza da server proprietari che ha condannato l’ecosistema Harmony, tuttavia nel nostro caso specifico abbiamo incontrato qualche difficoltà ad individuare le macchine più vecchie, ed in particolare uno dei due AVR che abbiamo utilizzato per questa prova, un vecchio ONKYO 665 (l’altro era un Denon AVR-X3500H individuato immediatamente). In questi casi è comunque possibile effettuare “l’addestramento” partendo dal telecomando originale, oppure utilizzare i comandi standard di altri ricevitori dello stesso brand.

Come tutti i device di questo tipo, il telecomando non è in grado di capire se il device è acceso o spento, quindi nel passaggio da una attività all’altra che prevede l’utilizzo dello stesso device – ad esempio la tv – è possibile che inviando due volte il comando di accensione, il tv venga spento. L’app tuttavia consente in maniera intelligente, di impostare lo spegnimento di ogni device o in automatico quando non utilizzato oppure solo alla pressione del tasto off.

L’App è inoltre compatibile sia con Google Home che con Alexa grazie all’apposita skill. Per noi italiani poter controllare finalmente le attività con l’assistente Amazon è una novità visto che Logitech non ha mai reso disponibile l’apposita skill Alexa sullo store italiano e installare quella USA o Uk non è possibile se si possiede un account ITA.

Eccezionale autonomia

Uno degli aspetti che ci ha convinto di più di Sofabaton X1S è la sua straordinaria autonomia. Come abbiamo detto, l’assenza di un dock di ricarica del telecomando o anche solo di un charger USB-C ci aveva lasciato un po’ perplessi. Il dover trasportare di continuo il dispositivo dal salotto alla nostra postazione PC per la ricarica, e ricordarci poi di doverlo riportare in salotto una volta completata, ci aveva fatto già immaginare le imprecazioni tipiche di quando sei lì pronto per rilassarti sul divano e ti accorgi di non trovare il telecomando.

La realtà è stata del tutto diversa, in queste 3 settimane di prova non abbiamo mai dovuto ricaricare il telecomando, nonostante al primo avvio la sua batteria non fosse nemmeno al 100%: tenuto conto che ci abbiamo giocato parecchio proprio per scoprirne le funzionalità, si tratta di un risultato eccezionale.

Confronto prestazionale: X1S vs Harmony Elite

Nel giudicare questo Sofabaton X1S non si può non fare un confronto immediato con l’Harmony Elite, che per tanto tempo ha rappresentato il non plus ultra dei telecomandi universali. Nonostante su alcuni aspetti il Logitech conservi ancora il primato, questo X1S ci ha soddisfatto a pieni voti soprattutto per quanto riguarda Autonomia, Facilità di configurazione e ovviamente supporto futuro. In questa tabella qui sotto vi riassumiamo l’esito del nostro confronto diretto.

AspettoSofaBaton X1SHarmony EliteVincitore
Facilità configurazione⭐⭐⭐⭐⭐⭐Pareggio
Affidabilità IR⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐Elite
Supporto dispositivi moderni⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐X1S
Controllo smart home⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐Elite
Autonomia⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐X1S
Supporto futuro⭐⭐⭐⭐⭐X1S

Analisi del rapporto qualità-prezzo

Con un prezzo di listino di 249 euro su Amazon, inoltre, l’X1S si posiziona competitivamente rispetto ai 350 e più che l’Harmony Elite raggiungeva prima del suo abbandono da parete di Logitech. Considerando che sul mercato dell’usato un Elite in buone condizioni costa ancora intorno ai 200 euro, l’X1S rappresenta un’alternativa perfetta, non solo economicamente ma anche e soprattutto dal punto di vista tecnologico.

Commento finale

Il SofaBaton X1S rappresenta una soluzione pragmatica al problema del post-Harmony. Non è perfetto, ma è il primo dispositivo che affronta seriamente le limitazioni dell’ecosistema Harmony (dipendenza da server, supporto limitato per dispositivi moderni, mancanza di connettività Wi-Fi) offrendo un’alternativa concretamente utilizzabile.

La vera forza dell’X1S risiede nella sua architettura aperta e nell’approccio locale-first che lo rende “future-proof” in un modo che l’Harmony Elite, dipendente da server ormai dismessi, non può più essere.

Per chi cerca un successore diretto all’Harmony Elite, l’X1S offre l’85% delle funzionalità con il 100% della tranquillità di supporto futuro. In un mercato dove le alternative sono limitate e spesso insoddisfacenti, rappresenta attualmente la scelta più razionale per il controllo centralizzato di sistemi home theater moderni.

Un successore competente che, pur con alcuni compromessi, rappresenta la migliore opzione attualmente disponibile per sostituire l’ecosistema Harmony.

Giocare in spiaggia? 8 titoli per Switch 2 da portare sotto l’ombrellone

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Nintendo Switch 2 Giochi Spiaggia

L’estate è ormai arrivata, esami e lavoro permettendo, e assieme alla bella stagione Nintendo ha lanciato la sua Switch 2, nuova versione della apprezzatissima console ibrida del colosso nipponico. Tra divertenti novità e versioni rivedute e corrette, la console Nintendo può essere la perfetta compagna delle vostre giornate in spiaggia. Scopriamo quali titoli portare sotto l’ombrellone per scacciare la noia.

1. Mario Kart World

Non potevamo non menzionare il titolo di lancio di Nintendo Switch 2 e unica esclusiva della nuova generazione by Nintendo. Mario Kart World è il videogioco perfetto per la spiaggia, divertente, impegnativo al punto giusto e perfetto per chi vuole divertirsi in compagnia. Scegliete il vostro personaggio preferito e saltate, grindate e sfrecciate per gli imprevedibili tracciati di questa nuova iterazione di uno dei brand storici di Nintendo.

2. Sonic X Shadow Generations

Oltre il baffuto idraulico ideato da Miyamoto, vi consigliamo di portare il nuovo titolo dedicato al riccio blu e compagnia cantante di SEGA. Questo nuovo capitolo vi accompagnerà alla riscoperta del passato di Shadow, il riccio nero nato dalla malvagia mente di Gerald Robotnik (il nonno di Eggman per intenderci). La cartuccia di gioco però include una serie di contenuti divertentissimi, da una versione rimasterizzata di Sonic Generations e di alcuni dei livelli più amati degli ultimi 20 anni, da affrontare con il riccio blu degli anni ’90 e quello moderno. Perfetto per le pause tra un tuffo e l’altro.

3. Puyo Puyo Tetris 2S

Se invece siete tipi che amano solleticare le vostre sinapsi, accantonate per un attimo la Settimana Enigmistica e tuffatevi nel coloratissimo mondo di Puyo Puyo e Tetris. Questa versione, uscita ad inizio giugno, vede unirsi i rompicapi più famosi del mondo, il russo Tetris ed il giapponese Puyo Puyo, due stili di gioco che si fondono per il vostro divertimento. Divertitevi con la ricchissima modalità Avventura oppure sfidatevi con gli amici. Perfetto per sessioni mordi e fuggi.

4. Street Fighter 6

Se anche in spiaggia amate menar le mani (e non volete prendere una denuncia), la versione Switch 2 dell’ultimo gioco della leggendaria serie di titoli picchiaduro è la scelta perfetta. Scegliete tra più di 18 lottatori, tra lottatori vecchi e nuovi, e sfoggiate le vostre abilità a suon di pugni, calci e colpi speciali. Oppure, cominciate il vostro viaggio con il World Tour, la ricca modalità storia per giocatore singolo che ha conquistato i giocatori.

5. Fast Fusion

La nuova versione di Fast Fusion, realizzata appositamente per Switch 2, potrebbe essere il vostro titolo dell’estate, infatti, vi catapulterà in un mondo di velocità supersonica e antigravità. Il tutto accompagnato dalla ricchissima possibilità di personalizzazione del proprio veicolo. Insomma, se avete amato alla follia F-Zero, questo titolo vi farà divertire sotto l’ombrellone, e non solo.

6. Mario Party Summer Jamboree

Beh, se parliamo di estate e giochi Nintendo Switch da portare in spiaggia, non può mancare la nuova iterazione della storica serie di party game dell’idraulico baffuto. La versione Switch 2 arriverà il 24 luglio, ma i minigiochi che arricchiscono questo titolo sono la soluzione perfetta per chi, prima di tornare in acqua, desidera divertirsi con gli amici affrontando più di 110 diversi minigiochi, il numero più alto della serie.

7. Kirby e la Terra Perduta

Kirby ed il suo coloratissimo mondo possono essere degli ottimi compagni di avventura in spiaggia con la vostra Nintendo Switch 2. È vero, la versione aggiornata con DLC “Il Mondo Astrale” arriverà solo il prossimo 28 agosto, ma se volete approfittare della retrocompatibilità Nintendo potrete accompagnare il simpaticissimo eroe rosa in questo nuovo viaggio. Perfetto anche per intrattenere i più piccoli, prima di riportarli a giocare tra le onde.

8. Survival Kids

L’ultimo titolo che potrebbe essere perfetto per un’estate da videogiocatori è proprio Survival Kids. Il viaggio che noi “Figli dei Goonies” avremmo sempre voluto vivere. Parte tutto da una mappa all’interno di una cantina polverosa, un viaggio indimenticabile per i 4 protagonisti. Si tratta di un survival co-op, che vi permetterà di giocare in locale con un altro amico e scoprire quali sorprese vi offrirà il meraviglioso angolo di paradiso che vi ospiterà.

Ma The Legend of Zelda, Mario Odyssey e altre grandi esclusive della Grande N? La risposta è semplice, abbiamo scelto i titoli per Nintendo Switch 2 perfetti per la spiaggia, quindi abbastanza veloci da giocare e non molto complessi nella trama e nei comandi. E voi, quale gioco per Nintendo Switch 2 porterete sotto l’ombrellone?