Il 19 marzo si avvicina e la ricerca del regalo perfetto per il papà inizia. Come sorprenderlo? L’Hi-tech mette tutti d’accordo, con un regalo tecnologico andate a colpo sicuro e troverete l’ispirazione per ogni gusto!
L’idea perfetta per un papà sportivo o amante della musica e delle serie tv, o ancora, un papà lavoratore o gamer che adora sperimentare nuovi prodotti.
Con le nostre proposte diverse per tutte le tasche regalerete un gadget, ma anche un sorriso al vostro “primo supereroe”.
Dagli iconici speaker Hi-Fi allo stereo portatile firmati Teufel, al mouse verticale e alla webcam in 4K di Trust, a devolocon la possibilità di rendere super performante la propria rete di casa; fino ad arrivare a Trevi e House of Marley.
Per un papà alla ricerca di un audio di qualità Made in Berlin
Airy Sports TWS – Vibrazioni ad alto ritmo
Cuffie sportive in-ear professionali senza fili con driver HD linear, progettate per offrire un’elevata qualità di ascolto, massima resistenza e autonomia durante le sessioni. Ideali per i papà sportivi che adorano concentrarsi con della musica. Dotate di Driver HD lineari ad alta resilienza con una risposta in per alti precisi, medi caldi e bassi potenti. Autonomia fino a 31 ore con custodia di ricarica, oltre 7 ore di riproduzione con una sola carica. Disponibili nella colorazione Black al prezzo: 149,99€
ULTIMA 40 – Per un ritorno all’Hi–Fi
Questa coppia di diffusori Hi-Fi da pavimento rappresenta un’intramontabile leggenda all’interno della linea più celebre di Teufel. ULTIMA 40 è in grado di offrire altissime prestazioni acustiche per l’ascolto di musica, film e videogiochi grazie al sistema a 3 vie con due woofer ad alta potenza, per livelli elevati e senza distorsioni. ULTIMA 40 è compatibile con qualsiasi amplificatore stereo o ricevitore AV, disponibile anche come set surround. Prezzo 499,99€
BOOMSTER – Colonna sonora delle tue giornate
Il sistema audio stereo Bluetooth DAB + / FM più̀ popolare e iconico del brand. Grazie a nuovi aggiornamenti e a nuove feature, è il compagno perfetto per il papà che adora ascoltare le nuove hit e le canzoni del cuore. Dotato della tecnologia Dynamore by Teufel, fornisce un palcoscenico acustico avvolgente, con una potenza RMS di 42 Watt è davvero instancabile: permette una riproduzione fino a 18 ore. Radio analogica e digitale con Bluetooth 5 con apt-X per lo streaming wireless di musica/podcast in qualità CD tramite Spotify & Co., supporta multipoint (collega un secondo smartphone) e stereo true wireless. Prezzo 369,90
Per un papà che ama la praticità e vuole ottimizzare lo Smartworking
VOXX: Mouse wireless ergonomico ricaricabile
Un mouse wireless ricaricabile con display digitale e design ergonomico verticale, per offrire il comfort ottimale, per un papà super lavoratore. Funzionale e resistente è dotato di nove pulsanti: il pulsante DPI permette di regolare la velocità del cursore, mentre quelli laterali servono a spostarsi rapidamente avanti e indietro nel browser.
Può essere collegarlo via USB o Bluetooth su PC, notebook, tablet o smartphone rendendo il prodotto particolarmente versatile.
Una webcam con campo visivo di 74° e due microfoni integrati, con lo smartworking, sempre più presente per il papà la prima impressione a lavoro è fondamentale. Grazie a questa webcam sarà possibile avere una migliore percezione della profondità, immagini a maggiore definizione e colori vivaci. L’obiettivo farà tutto da sé grazie all’autofocus, mantenendo un’inquadratura chiara e nitida e con un doppio microfono stereo incorporato cattura audio in alta qualità e acquisisce suoni chiari da più direzioni. Prezzo: 139,99 euro
Dalyx: Dock multi porta USB-C 10-in-1
Un raffinato docking station multi-porta USB-C 10-in-1 in alluminio che permette di avere una connettività versatile utilizzando un’unica connessione USB-C. Per il papà è fondamentale trarre il massimo dal proprio laptop, collegandosi con più dispositivi attraverso USB-C, HDMI, USB-A e una porta di rete. Passare dal lavoro al relax non è mai stato così semplice: collegando il tablet o il laptop a un monitor o alla TV è possibile vedere film, serie tv e foto in Ultra HD 4K. Con Dalyx 10-in-1, è possibile lavorare in pieno comfort, impostando il laptop secondo l’angolo di visuale e l’altezza migliori, rappresenta quindi un complemento di grande effetto estetico per la dotazione di lavoro e d’ufficio.Prezzo: 119,99 euro
GXT 391 THIAN: CUFFIE GREEN CON MICROFONO GAMING WIRELESS
Sono cuffie pensate per il comfort, con un occhio all’ambiente: design leggero ed ecosostenibile in materiali riciclati e robusti padiglioni auricolari in similpelle con strato superiore in rete. La batteria ricaricabile integrata garantisce fino a 13 ore di autonomia, mentre il dongle USB 5,8 GHz ti offre una connessione ultraveloce. Le prime cuffie eco-friendly GXT 391 THIAN realizzate con l’85% di plastica riciclata, certificata da SCS, che rispondono perfettamente ai criteri di economia circolare, tanto richiesti dai consumatori di oggi. Il regalo perfetto per il papà tech, ma che pone attenzione all’ambiente. Prezzo: 69,99 euro
Per un papà sempre connesso
devolo: Magic 2 Wi-Fi 6
L’adattatore Powerline più veloce al mondo con standard Wi-Fi 6 fino a 1800 Mbps. Un design semplice e discreto che racchiude tecnologie performanti. Attraverso l’installazione Plug-and-play è facile e intuitiva: una volta inserito nella spina il primo adattatore, tutti gli altri adattatori che vengono inseriti si connettono l’uno con l’altro, senza bisogno di premere alcun pulsante. A questo punto basta semplicemente connettere un adattatore al router utilizzando un cavo Ethernet e devolo Magic è pronto per essere utilizzato.
Dal computer nello studio alla Smart TV nel salotto, il segnale Internet raggiunge tutti i dispositivi un regalo comodo e utile per il papà che adora rilassarsi con qualche film e serie tv. Disponibile su Amazon.
Per un papà sportivo
Trevi – T-Fit 270 Smart Fitness Band con funzione chiamata compatibile Android e IOS. Prezzo: 69,90 euro
Per un papà nostalgico
Trevi – Giradischi stereo Bluetooth con mobile in legno e altoparlanti stereo incorporati. Prezzo: 99,90 euro
The House of Marley – Set 2 speaker GET TOGETHER da scaffale in bambù e tessuto. Prezzo: 159,00 euro
Rebellion, uno degli studi indipendenti di maggior successo al mondo, ha annunciato oggi che Sniper Elite 5 sarà disponibile il 26 maggio 2022. Disponibile per il pre-order a partire da ora, l’ultimo gioco del premiato franchise uscirà simultaneamente su Xbox Game Pass , Xbox One, Xbox Series X|S e PlayStation 4 e 5, Epic, Steam e Windows Store. Per celebrare l’annuncio, è ora disponibile un nuovo trailer di Sniper Elite 5:
Il nuovo trailer fornisce interessanti dettagli sulla trama e sui personaggi principali che saranno presenti in Sniper Elite 5 mentre il cecchino esperto Karl Fairburne scopre un complotto nazista per invertire le sorti della Seconda Guerra Mondiale, nome in codice Operazione Kraken. Karl deve usare tutte le abilità a sua disposizione per raccogliere informazioni sui piani e assicurarsi che non vengano mai realizzati. Questo lo metterà contro Abelard Möller, un Obergruppenführer dell’Asse, che deve essere fermato ad ogni costo.
Bonus Pre-Order
I giocatori che effettueranno il pre-order di Sniper Elite 5 presso retailer selezionati, riceveranno anche l’ultima missione della campagna “Target Führer” intitolata “Wolf Moutain”. I giocatori potranno infiltrarsi nel Berghof, il rifugio privato di montagna di Hitler nelle Alpi Bavaresi, che brulica di guardie personali pesantemente armate e di una sfilza di oggetti da collezione per cecchini con gli occhi d’aquila. Hanno il compito di abbattere il Führer nel modo più fantasioso possibile.
Inoltre, coloro che effettueranno il pre-order riceveranno la pistola P.1938. Basata su un prototipo sperimentale delle forze speciali, questa potente pistola è un must per le operazioni segrete.
Deluxe Edition
Rebellion ha anche svelato i dettagli della Deluxe Edition di Sniper Elite 5, che includerà non solo il contenuto del pre-order ma anche il Season Pass. Ciò consentirà ai giocatori di accedere a una campagna in due parti post-lancio su mappe estese in cui potranno armarsi con un arsenale ampliato di autentiche armi della Seconda Guerra Mondiale e personalizzare il proprio cecchino con nuovi pacchetti di personaggi e skin per armi.
Il Season Pass include:
2 missioni della campagna
2 skin armi
2 pacchetti personaggio
6 pacchetti armi
Sniper Elite 5 sarà disponibile a livello globale il 26 maggio 2022 su Xbox Game Pass, Xbox One, Xbox Series X|S e PlayStation 4 & 5, Epic, Steam e Windows Store. Il gioco presenta un’ampia campagna, che può essere giocata in modalità co-op online per 2 giocatori, con location accuratamente ricreate utilizzando la fotogrammetria per garantire un’esperienza profondamente coinvolgente. Online, la nuova Invasion Mode consente ai giocatori di entrare nella campagna del giocatore avversario e assumere il ruolo di un cecchino dell’Asse con alte ricompense in offerta. Questa modalità aggiunge una dimensione completamente nuova all’intenso dramma del gioco e una varietà extra per i nemici che dovrai affrontare sul campo di battaglia. Inoltre, 16 giocatori possono affrontarsi in multiplayer competitivo in una varietà di modalità di gioco.
I pensieri di Rebellion sono rivolti a tutti coloro che sono stati colpiti dall’attuale situazione in Ucraina. Sosteniamo l’appello della Croce Rossa DEC Ucraina per fornire supporto umanitario. Per favore considerate di sostenerli se vi è possibile: https://donate.redcross.org.uk/appeal/ukraine-crisis-appeal.
NZXT, azienda leader in hardware e servizi per il PC gaming, muove oggi un nuovo passo nel mercato delle periferiche e presenta la tastiera meccanica modulare Function e il mouse ambidestro Lift. NZXT aggiunge anche un minuzioso servizio di personalizzazione che permette, tramite NZXT BLD, di adattare al meglio le periferiche al proprio stile.
La tastiera modulare a basso profilo NZXT Function è caratterizzata da un corpo in alluminio progettato per adattarsi alle personali preferenze degli utenti. Disponibile in tre formati – full size, TKL e miniTKL – la tastiera Function offre caratteristiche di personalizzazione apprezzate dagli amanti delle tastiere custom, come switch hot-swap, cavo USB-C rimovibile e assetto standard della riga inferiore. A questo si aggiungono personalizzazioni estetiche in grado di rendere l’esperienza di utilizzo ancora più personale e immersiva.
Il mouse ambidestro NZXT Lift, leggero (67g) e minimilista, è stato ideato e pensato appositamente per i gamer. Dotato di sensore ottico di alta gamma PixArt 3389 (sensibilità massima 16.000 DPI) e switch Omron, il mouse Lift offre precisione e immediatezza, soddisfando anche i giocatori più esigenti e competitivi.
Function e Lift presentano illuminazione RGB controllabile tramite il software NZXT CAM, per abbinare facilmente illuminazione del sistema e delle periferiche.
Chiudono il cerchio i nuovi mousepad NZXT. Disponibili in tre diverse misure (standard, medio, extra large) e colori (bianco, nero, grigio), i tappetini per mouse NZXT sono caratterizzati da superficie antimacchia a basso attrito, ideali in ogni situazione e in grado di adattarsi a ogni setup.
In Italia, grazie al servizio NZXT BLD, gli utenti possono personalizzare dimensioni, colore, switch, copritasti e cavi della tastiera Function e riceverla comodamente a casa.
Caratteristiche della tastiera Function
Massima personalizzazione
Gli switch hot-swap permettono di utilizzare qualsiasi switch compatibile MX.
Controllo CAM
Illuminazione RGB dei singoli tasti, controllo delle macro ed effetti luminosi con quattro profili integrati, il tutto gestibile tramite software CAM.
Semplice ed essenziale
Resistente telaio a basso profilo in alluminio. Quattro profili integrati gestibili tramite software CAM. Tasti multimediali e rotella del volume sul lato sinistro, per un accesso facile e intuitivo.
Fatta per la modularità
L’assetto standard della riga inferiore permette di installare qualsiasi tipo di keycap compatibile. Cavo USB-C rimovibile e personalizzabile. Design della riga inferiore standard con prese hot-swap compatibili MX.
Caratteristiche del mouse Lift
Design minimal e leggero
Il design leggero consente movimenti rapidi e precisi per una migliore performance in game. Ciò garantisce un minore affaticamento della mano, fornendo comfort durante le lunghe sessioni di gioco.
Tracking ad alta velocità
Il sensore ottico di alta gamma PixArt 3389 è dotato di tracking ad alta velocità e precisione, con una risoluzione massima di 16k DPI per un vantaggio competitivo.
Minima resistenza
Il cavo Paracord garantisce minima resistenza ai movimenti del mouse per una performance di gioco più scorrevole e precisa.
20 milioni di click
Gli switch meccanici Omron presenti sui pulsanti resistono all’usura e sono garanzia di lunga durata.
Prezzo al dettaglio consigliato dal produttore (MSPR)
Fin dal suo annuncio e via via sempre in maniera più convincente, Triangle Strategy ha saputo catturare la mia attenzione come pochi altri, almeno ultimamente. Sì, lo ammetto, ho un debole per le avventure di stampo squisitamente fantasy, magari quelle “fuse” con tematiche politico-sociali forti, qualche battaglia epica e, perché no, una schiera nutrita di volti con cui empatizzare e immedesimarmi, che poi è una cosa che mi riesce fin troppo bene. Ed è proprio questo uno dei motivi per cui il nuovo esponente della scuderia di Nintendo Switch, che continua a diventare sempre più una sorta di Real Madrid degli anni d’oro (per usare una parabola calcistica e anche musicale), anche in questo 2022, mi ha semplicemente stregato, tenendomi incollato allo schermo come non mi capitava probabilmente da anni, almeno per quel concerne il lasciarmi trasportare dal fattore emotivo.
Versione testata: Nintendo Switch
D’altronde, Triangle Strategy è, senza mezzi termini, una piccola perla in termini di concept narrativo e la sua evoluzione, che avviene in maniera veloce e inesorabile con il passare delle ore, è la conferma di quanto ci sia ancora tanta arte nell’industria videoludica, spesso e volentieri nascosta all’interno di produzioni apparentemente ed erroneamente considerate “di nicchia”. Se, poi, a quanto detto si aggiunge una componente ludica di ottimo livello e un’art direction semplicemente sublime, è chiaro che il risultato finale non può che essere eccellente e ne sono veramente felice, perché, appunto, ho seguito l’opera sin dai suoi primissimi vagiti e sono pronto a provare a spiegarvi perché non dovreste lasciarvelo scappare, indipendentemente dai vostri gusti videoludici.
Triangle Strategy: è una questione di sale, sale, sale
Nortelia è fondamentalmente spaccata in tre macro aree, ognuna di esse rappresentata da un Paese a sé stante: il Regno di Glenbrook, il Granducato di Aesglast e il Sacro Impero di Sabulos, tre Paesi fortemente diversi tra loro sia per usi e costumi sia proprio a livello di concezione della vita e della gestione dei propri interessi interni ed esterni. Queste tre gloriose nazioni sono state in continuo conflitto tra di loro, scontrandosi più e più volte in guerre atroci e distruttive, a causa fondamentalmente del loro essere “avide”, chiuse in se stesse e difficilmente propense a condividere le proprie ricchezze, chiudendosi in un guscio a volte impossibile da scalfire. Ferro, cibo e soprattutto sale, risorse imprescindibili e appartenenti a ognuno dei Paesi sopraelencati, sono infatti motivo di violentissimi e feroci battaglie sin da tempi immemori, il cui culmine è stato raggiunto nella terribile “Guerra del Sale e del Ferro”, svoltasi trent’anni prima dell’inizio degli eventi della storia e di cui tutti – presenti e non – conservano un ricordo semplicemente spaventoso. Il gigantesco scontro ha infatti scosso pesantemente Nortelia, trasformandola in un arido e gigantesco campo di battaglia, un mix di sangue, disperazione e dolore, da cui tutti (o quasi) volevano uscire, ragion per cui i capi dei tre regni si sono impegnati per siglare un accordo di tregua, che garantisse il ritorno della pace e la fine dei conflitti. La pace, però, è un filo troppo sottile, specialmente quando gli interessi non coincidono, specialmente su larga scala, ed è proprio questo il contesto narrativo su cui si basa la storia di Triangle Strategy, ambientato come dicevamo poc’anzi trent’anni dopo il terribile scontro e che vede come protagonista il giovane Serenoa Wolfhort, giovane erede al trono del casato “minore” di Glenbrook.
Sin dalle prime battute, ho subito compreso che Serenoa fosse il protagonista adatto a me: spigliato, “figo”, sfacciato ma allo stesso tempo cordiale, profondamente legato alla sua famiglia e desideroso di fare la cosa giusta anche dovendosi sporcare le mani, il giovane rampollo dei Wolfhort ha dinnanzi a sé una situazione tutt’altro che semplice, destinata a diventare un gigantesco fardello con una velocità e una ferocia impressionanti. Il giovane Wolfhort, infatti, viene chiamato a ereditare il ruolo di reggente del regno di Gleenbrook appartenente a suo padre, il glorioso Simon Wolfhort, uno dei grandi eroi e principale fautore della tanto agognata quanto fragile pace, a causa del cagionevole stato di salute in cui questi ultimi versa negli ultimi anni. L’inizio della storia è dei più classici: a Gleenbrook è in arrivo una principessa, tanto bella quanto tormentata, destinata in sposa proprio a Serenoa, con una mossa politica messa in piedi proprio da Lord Simon, desideroso di continuare a lavorare alla pace e a cercare di rafforzare i propri legami con le nazioni vicine, in particolare con il Granducato di Aesglast, di cui la giovane Frederica è una delle figure gerarchicamente parlando più importanti. Il legame tra i due Paesi serve principalmente a rafforzare la forza politica di entrambe le nazioni, ma soprattutto a mettere pressione all’Impero di Sabulos, che forte del suo dominio sul sale si sente “intoccabile”, sfruttando quella che a tutti gli effetti è una situazione di vantaggio politico e strategico papabile e inequivocabile. Quando tutto sembra andare per il verso giusto, con le nozze dei due giovani alle porte e con una grande festa pensata apposta per celebrare il rinnovamento della triplice alleanza, Triangle Strategy si tinge pesantemente di “dark”, portando su schermo una lunga schiera di eventi terribili, fatti di oscure macchinazioni e tradimenti, pensati proprio per distruggere una volta per tutte la pace e i suoi principali fautori. Senza entrare troppo nel dettaglio, vi basti sapere che a mio personale modo di vedere la storia raccontata dal titolo di ArtDink e Square Enix è una delle più belle e complesse viste negli ultimi anni del panorama videoludico, figlia di influenze molto marcate di opere quali “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” e “The Last Kingdom” passando un po’ per “I Medici”, mixate tra di loro in maniera sapiente e in grado di offrire un comparto narrativo di primissimo livello, per (quasi) tutta la sua durata.
Character design: il peso delle scelte
Le mie inclinazioni personali e mie gusti non sono stati gli unici fattori a farmi amare quella che è tutta la componente narrativa e tematica del gioco. Ho amato alla follia la storia, ho apprezzato e sto apprezzando tutt’ora tutte le venature del comparto narrativo, sia quello relativo al filone principale sia quello dedicato alle side stories, ma ho soprattutto amato al di là di ogni più rosea previsione i personaggi, sia quelli principali sia quelli secondari, tanto gli antagonisti quanto i protagonisti, senza distinzione alcuna. Triangle Strategy ha, senza esagerare, forse uno dei character design più curati, variegati e carismatici degli ultimi tempi e l’ho avvertito chiaramente, sin dai primissimi contatti diretti avuti con la produzione, sfruttando anche la Demo di gioco disponibile nello shop di Nintendo. Partendo dal protagonista, che ho già provato a delineare sommariamente, plasmabile a seconda delle scelte del giocatore attraverso un sistema di risposta multipla e le cui scelte influenzano proprio la affiliazioni e la differente sfera di rapporti creabili, finendo con l’ultimo dei comprimari, ogni cosa riesce a trasmettere una sensazione di potenza e abilità narrativa a tratti incredibile. Mi vengono subito in mente quei personaggi come Benedict o Frederica, ma anche Roland, così buoni e “stereotipati” nell’ossatura generale ma che in realtà sono molto più di quello che sembrano, e lo si capisce proprio dedicandogli quel giusto tempo, attraverso linee di dialogo numerose (a volte anche fin troppo) e attività secondarie, pensate appositamente per rendere giustizia a un lavoro di scrittura sontuoso.
Mi ha sorpreso non poco il modo in cui ogni singolo personaggio sia stato trattato pressoché allo stesso modo, con le proprie differenze, le proprie motivazioni, le proprie idee e soprattutto le proprie origini narrative e tematiche, fondamentali per plasmare ciò che vediamo adesso su schermo, ossia un tripudio di personalità diverse spinte da ideologie e interessi diversi, che travolgono il giocatore con una ferocia e una portata inimmaginabili. Triangle Strategy è un titolo in cui si assiste alla storia di una giovane donna discriminata per il colore dei propri capelli e a quella di un giovane schiacciato dal peso del proprio nome, tutte contestualizzate in un mosaico geopolitico ricco e variegato che va ben oltre quanto immaginabile osservando superficialmente il tutto. Potrei stare a parlare per ore di quanti momenti in cui sono saltato dalla sedia, potrei fare mille esempi di quanto mi sia sinceramente incuriosito e anche divertito, di quanto abbia apprezzato lasciarmi trasportare da quello che mi ha ricordato parecchio i bei momenti passati in compagnia di Tyrion e Bronn, senza mai stufarmi, volendone sempre di più e senza curarmi del fatto che il tempo passasse in maniera inesorabile. E tutto questo mi è servito, perché come dicevo prima il gioco si plasma in base alla vena morale con cui si decide di plasmare Serenoa, le cui scelte alterano il corso degli eventi in maniera sensibile, anche proprio dal punto di vista delle interazioni col prossimo, ampliando così a dismisura oltre alla rigiocabilità anche la possibilità di entrare in contatto con personalità diverse in situazioni diverse, completando in tal senso un quadro a dir poco emozionante.
Gameplay: strategia, esplorazione e… ancora strategia!
A livello di gameplay vi posso subito anticipare che Triangle Strategy non è un gioco adatto a tutti. Il titolo si presenta “scisso” in più fasi di gioco, ed è giusto sottolineare che la maggior parte di queste sono dedicate alla narrazione e alle fasi esplorative, in cui, fondamentalmente, si continua ad ampliare il bagaglio del protagonista, sia nel senso più stretto della parola, ossia facendo provviste e raccogliendo materiali, sia in senso metaforico, in cui il dialogo con alcuni NPC aiuta a plasmare il Serenoa che verrà. Il combattimento è infatti la parte meno “corposa” dell’avventura, ed è un vero peccato, perché i ragazzi di ArtDink, senza strafare, hanno messo su un sistema ludico tanto semplice quanto complesso e sfaccettato, sempre e comunque portandosi dietro un livello di sfida decisamente alto e non pensato per i più “giovani”. Da buon JRPG strategico a turni, infatti, Triangle Strategy si rifà con fierezza a quei grandi classici come Final Fantasy Tactics o ai più recenti Fire Emblem, portando su schermo un sistema di gioco che si basa fortemente sull’analisi dell’arena di scontro e sul posizionamento delle truppe piuttosto che sulla mera potenza delle forze in gioco. Gli scontri mi hanno ricordato molto quelli di Three Houses, seppur molto più “semplici” nell’impostazione, e ho subito capito che buona parte delle fortune in battaglia sono riservate proprio a chi impara a conoscere la quantità e la qualità dei danni potenzialmente arrecabili ai nemici quanto alla capacità di difendersi da colpi critici e alterazioni di stato, che qui assumono una rilevanza importante già dalle prime ore. Sapersi schierare, imparare a conoscere il territorio è dunque uno step fondamentale, giacché anche nelle primissime battaglie il rischio di finire al tappeto sotto i colpi nemici è dietro l’angolo.
In Triangle Strategy è dunque possibile sfruttare le altezze per infliggere più danni, accerchiare un nemico per avviare una sorta di “combo” con gli alleati o servirsi dell’ambiente circostante per ottenere vantaggi vari, il tutto chiaramente senza dimenticarsi di tenere sempre sotto controllo le debolezze e i punti di forza di ogni personaggio, che qui non si legano alla scelta di una o di un’altra classe, bensì sono intrinsechi di un membro del party più che di un altro. Ogni personaggio è infatti se stesso, anche sul campo di battaglia, e ciò comporta l’essere più o meno adeguato a un determinato scontro contro un determinato nemico, una dinamica che chiaramente amplia a dismisura il fattore strategico della produzione e rende i combattimenti più dinamici e imprevedibili di quanto potrebbe sembrare, specialmente nelle fasi avanti della storia. In Triangle Strategy, dunque, usare una spada può avere i suoi vantaggi e i suoi svantaggi, così come usando un arco sarà possibile raggiungere posizioni della scacchiera avversaria più lontane ma facendo meno danni e via dicendo, ma la complessità delle tipologie di attacchi è generata anche dalle magie elementali, che nel gioco di ArtDink risultano sin dalle prime battute molto importanti e in grado di stravolgere fortemente gli scontri anche perché quest’ultime hanno il potere di interagire direttamente con l’ambienta circostante, rendendo così ancora più complesso il tenere sotto controllo l’esito di un combattimento, specialmente quelli su più larga scala. L’interazione delle magie ambientali si lega anche a un’altra interessante feature, ossia quella dell’influenza del meteo sugli scontri, una dinamica molto sottovalutata ma che invece rende l’equilibrio in battaglia più dinamico di quanto si possa immaginare.
Proprio tenendo fede a quella voglia di essere più semplice e immediato, il gioco pone tutta l’attenzione sul campo di battaglia, rendendo così le “attività” di contorno meno importanti e marginali. Ad esempio, non è possibile cambiare armi o abilità, ma i personaggi progrediscono evolvendo quello che, in sostanza, possiedono già, con un sistema di potenziamento molto semplice e immediato, ma comunque funzionale. Ed è proprio questa una delle poche cose che non ho apprezzato: da amante delle “classi” e della varietà delle build, la scelta di dare al giocatore poca libertà in tal senso non l’ho gradita molto, per quanto devo ammettere che risulta comunque sempre funzionale e ben orchestrata con il mondo di gioco e il suo stile di combattimento. La dinamica più interessante, per me, è comunque quella della Bilancia Risolutrice. Quest’ultima non si vede in battaglia, ma nelle fasi di dialogo, ed è veramente molto molto particolare. Tramite l’utilizzo di questo sistema, infatti, Serenoa può farsi aiutare dai suoi alleati a decidere le prossime mosse, tentando anche però di “influenzare” le scelte degli alleati, con motivazioni sempre e comunque funzionali alla storia.
Una direzione artistica (e tecnica) sublime
Da un punto di vista audiovisivo, e lo posso dire senza il timore di essere esagerato, Triangle Strategy è assolutamente sublime. Il titolo di ArtDink e Square Enix è un vero e proprio tripudio artistico e stilistico, che eredita con classe e convinzione il modello adottato da Octopath Traveler e la sua splendida veste HD-2D, impreziosita però da una quantità e una qualità di scenari e ambientazioni semplicemente incredibili. Nella sua voluta “povertà” di pixel, Triangle Strategy risulta in realtà ricco come non mai, curato nei minimi dettagli ed edulcorato da una scelta cromatica volutamente accesa e gioviale, che fa da sfondo – in contrasto – a un mondo invece oscuro e flagellato da una lunga serie di eventi terribili, guerre, tradimenti e macchinazioni di ogni sorta. La direzione artistica di Triange Strategy mi ha veramente emozionato e commosso, e non riesco a levarmi dalla mente gli splendidi scenari tridimensionali “acquerellosi”, già ampiamente visti in Octopath Traveler ma che qui hanno assunto una potenza autoriale decisamente diversa e più matura.
A ciò si aggiunge anche una cura incredibile nella creazione dei modelli dei personaggi, tutti molto belli da vedere, sia “in campo” sia e soprattutto nelle sequenze di dialogo e in generale nella parte esterna a quella giocata, in cui tutto assume un tratto tanto solenne quanto splendido, che sfocia in un character design anche visivamente parlando impressionante. Di Triangle Strategy, però, quello che mi ha semplicemente incantato è il comparto sonoro. La colonna sonora che accompagna il viaggio di Serenoa, Frederica, Geela, Roland e tutti gli altri splendidi protagonisti della storia è infatti a dir poco incantevole e riesce ad alimentare ancor di più quella sensazione di star assistendo a qualcosa di veramente speciale. In tal senso, il lavoro svolto da Akira Senju (Full Metal Alchemist, Tales of Vesperia ecc) è veramente encomiabile, e ben si sposa con un doppiaggio in lingua originale semplicemente mastodontico. Anche quello inglese si è rivelato di buon livello, ma quello giapponese è senza dubbio su un altro livello. Infine, parlando di fattori onestamente più superficiali per una produzione simile, voglio segnalare che il gioco gira molto bene sia in modalità docked sia in quella handled, con una vista sempre in generale molto pulita e ben rifinita, ma ripeto, dal mio personalissimo punto di vista questo sarebbe stato veramente l’ultimo dei punti da prendere in esame, rapportandolo al tipo di produzione, ovviamente.
Commento finale
Triangle Strategy è uno dei titoli più belli a cui abbia mai giocato. L’esclusiva Nintendo Switch mi ha stregato dal primo minuto e ha continuato a farlo col passare delle ore, in cui si sono palesati tutti quegli aspetti su cui tutti avevano puntato: una storia splendida, un cast ricco e intrigante e un’art direction di primissimo livello, oltre a un combat system “old school” solido e mai banale. Proprio parlando del combat system è giusto sottolineare che forse l’unica pecca del gioco è rappresentata dal numero fin troppo risicato di scontri, che potrebbe far storcere il naso ad una buona parte dell’utenza, anche perché l’ho avvertito anche come un po’ uno “spreco” data proprio la profondità di quest’ultimo. Per il resto, comunque, non posso fare altro che consigliavi questa produzione, pensata per i fan del genere principalmente ma anche per chi vuole avvicinarsi per la prima volta a un prodotto del genere, che, credetemi, non smetterà mai di stupirvi.
Elegoo Mars 2 Pro è il gioiellino delle stampanti a resina di Elegoo e ve lo anticipiamo subito, probabilmente la prima stampante che consiglieremmo ad un nuovo utente che decide di avventurarsi in questa avventura della stampa in resina.
Successore della Elegoo Mars Pro, la Elegoo Mars 2 Pro riprende dal vecchio modello soltanto l’iconico design squadrato con protezione anti UV rossa, diventata il marchio di fabbrica della compagnia. Sotto la scocca però la Elegoo Mars 2 Pro nasconde tantissime innovazioni che la rendono davvero difficile da battere sotto tutti i punti di vista.
Innanzitutto Elegoo questa volta ha chiaramente puntato a migliorare alcuni aspetti che potremmo definire di “quality of life” come la velocità di stampa, la qualità dei materiali e delle finiture, pur mantenendo il prezzo invariato intorno ai 300€.
Rispetto alla Elegoo Mars Pro inoltre Elegoo Mars Pro 2 migliora anche in aspetti fondamentali quali il volume di stampa, la risoluzione e soprattutto i tempi di esposizione per la cura, che scendono dai 6 secondi ai due secondi grazie all’utilizzo di un più efficiente LCD monocromatico anzichè a colori, il tutto come potete vedere meglio nella tabella qui sotto.
Elegoo Mars Pro
Elegoo Mars Pro 2
Volume di stampa
120 x 68 x 155 mm
129 x 80 x 160 mm
Risoluzione LCD
2560 x 1440 pixels
2560 x 1620 pixels
Layer Height
0.01 mm
0.01 mm
Risoluzione XY
0.047 mm (47 Micron)
0.050 mm (50 Micron)
Precisione Z-Axis
0.00125 mm
0.00125 mm
Tempi di esposizione
6 seconds
1 – 2 seconds
Livellamento piatto
Manuale (assistita)
Manuale (assistita)
Display
3.5″ full-color touchscreen
3.5″ full-color touchscreen
Connettività
USB
USB
Resine compatibili
405 nm UV-sensitive resin
405 nm UV-sensitive resin
Slicer
ChiTuBox
ChiTuBox
Tipo di file
ctb
ctb
Un altro aspetto che abbiamo particolarmente apprezzato è la presenza di una guarnizione in gomma alla base della protezione UV della stampante, che dovrebbe aiutare, unitamente alla presenza di un filtro aria ai carboni attivi, a tenere sotto controllo le emissioni nocive della resina.
Infine altra grande novità è l’utilizzo di una guida lineare invece invece delle ruote scanalate che corrono lungo le doppie estrusioni della Elegoo Mars originale. Questo assicura maggiore stabilità al piatto di stampa e quindi, meno stampe fallite.
Unboxing
Come ogni stampante a resina ormai, anche la nostra Elegoo verrà spedita già assemblata in una confezione a prova di danni. Essenzialmente non dovremo montare nulla di particolare, a parte ovviamente la vaschetta e il piatto di costruzione.
Per quanto riguarda gli accessori, questa volta Elegoo non ha scordato letteralmente nulla, infatti nella confezione è presente tutto ciò che è necessario per iniziare subito a stampare (a parte della buona resina, di cui peraltro Elegoo è tra i più noti maker), con accessori robusti e di buona manifattura che non provocheranno sicuramente problemi.
Nella tool box della scatola troviamo:
Cavo di alimentazione;
Guanti protettivi;
Spatola per pulire il film;
1 film FEP di ricambio;
Kit di brugole;
Filtri di carta;
chiavetta USB;
Pinze;
Spatola per staccare i pezzi dal piatto;
Beker in plastica;
Guarnizione per il coperchio anti UV;
Mascherine.
Specifiche tecniche
Come dicevamo in apertura di questa recensione, Elegoo pur non stravolgendo quanto di buono fatto con la Elegoo Mars Pro, ha migliorato tantissimi aspetti della stampante facendo passi da gigante per quanto riguarda i tempi di stampa.
Dimensione: 200x200x410mm.
Lcd: monocromatico, 2K (1620 x 2560).
UV: 405nm UV LED.
Input/Output: USB.
CPU: ?
Leveling: manuale.
Grandezza stampa: 129x80x160mm.
Peso: 6.2 kg (con scatola 7.5 kg).
Il merito va naturalmente al nuovo schermo LCD monocromatico e ad una lampada UV più efficiente. Questo ha portato ad una decisa riduzione dei tempi di esposizione necessari per la cura dei layer di stampa, che ora passa dai 6/8 secondi di media ai 1/2 secondi della Elegoo Mars 2 Pro. Il nuovo schermo porta con sè anche una risoluzione più alta di 180pixels (1620×2560 anzichè 1440×2560) necessaria a tenere sotto controllo la pixel density che scende leggermente considerando l’aumentato volume di stampa (vedi tabella precedente “Risoluzione XY”).
Una nuova vaschetta che fa la differenza
Elegoo Mars 2 Pro non richiede alcun montaggio particolare, basterà infatti avvitare la vaschetta mediante due viti disposte sul lato più corto sopra l’LCD e posizionare il piatto di costruzione sull’asse Z.
La vaschetta della resina, a differenza di quanto visto ad esempio con la Creality Halot One (trovate la recensione qui) ha una sede bloccata, per cosi’ dire, nel senso che i due perni a tenerlo in sede sono fissi sullo chassis della stampante e quindi è impossibile che vi siano anche piccolissimi disallineamenti del piatto. Per installare la vaschetta basterà quindi posizionare la vaschetta facendola scorrere sotto le due viti e successivamente avvitare le due viti.
Per quanto riguarda la vaschetta fornita è costruita in un metallo piuttosto solido e arriva già equipaggiata con un FEP che ci è sembrato veramente fragile quindi sempre attenzione a rimasugli di stampe o altro che potrebbe danneggiare il FEP. Sul lato inferiore, il FEP è tenuto in sede con 10 viti a brugola. La vaschetta dispone anche di un sistema di livellamento resina, infatti a circa 3/4 della vasca ci sarà una voce con scritto “-MAX-“, c che segna il punto da non superare nel caricamento della resina.
Elegoo equipaggia la sua Mars Pro 2 con quello che lei chiama FEP 2.0. Si tratta di un FEP proprietario che riesce a garantire il 95% di trasmittanza della luce, è resistente alle alte temperature e soprattutto offre meno tensione in fase di rilascio (ovvero quando il piatto di costruzione, una volta polimerizzato lo strato di resina, si stacca dalla vaschetta per procedere con lo strato successivo).
Abbiamo potuto effettivamente rilevare che il FEP fornito riesce a diminuire la forza di trazione dell’asse Z rendendo così meno probabile il fallimento di una stampa più massiccia. Ed in effetti per tutte le stampe che abbiamo eseguito gli oggetti non si sono mai staccati grazie a questo miglioramento del FEP, anche utilizzando un numero inferiore di supporti rispetto alla concorrente Halot One. Considerando che i due FEP ci sembrano compatibili, proveremo ad utilizzare quello venduto da Elegoo con altre stampanti per verificare ulteriormente il dato empirico che abbiamo riscontrato, ovvero minor attaccamento al fep e meno fallimenti nella stampa.
Anche la stessa impugnatura della vaschetta è molto confortevole e sicura soprattutto perché non slitta dalle mani ad esempio mentre versiamo la resina che può essere anche leggermente pesante per la mano.
Il piatto di costruzione è perfettamente liscio ed ha una finitura sabbiata meccanicamente che lo rende perfettamente uniforme e soprattutto migliora l’adesione al piatto stesso. Tuttavia l’opzione piatto magnetico resta ancora la soluzione migliore. Vi lasciamo il link di un piatto magnetico che può essere installato sul piatto di costruzione originale della nostra Elegoo Mars 2 pro.
Leveling
Il sistema di leveling della Elegoo Mars 2 Pro è semi manuale e l’operazione andrà ripetuta ogni 3/4 volte dopo la prima volta.
Per eseguire la calibrazione dovremo semplicemente posizionare il piatto in posizione sull’asse Z e avvitare l’apposita manopola superiore, svitare le due viti che tengono fisso il piatto e avviare il processo di calibrazione.
L’operazione a questo punto è semplicissima: accendiamo la stampante e andiamo sull’icona “settings” e successivamente sul pulsante “move”, dove potremo mandare verso il basso il piatto di costruzione fino a farlo toccare lo schermo di costruzione, sul quale avremo posizionato un foglio di carta A4; avendo cura di fare pressione con la mano sul piatto di costruzione, in modo tale che aderisca nella migliore maniera possibile all LCD e al foglio, potremo stringere nuovamente le due viti.
Importantissimo quando si fa il leveling è controllare la pulizia dell’LCD da eventuali residui di resina solidificatisi sul piatto; alcuni utenti infatti hanno riportato il danneggiamento irreversibile dello schermo, a causa dell’assenza di una adeguata protezione dell’LCD. Questo è infatti direttamente a contatto con la parte inferiore del fep e non, come accadeva sul precedente modello, protetto da un vetro ulteriore. Elegoo ha comunque nelle Mars 2 Pro più recenti aggiunto un ulteriore strato di protezione dell’LCD.
Monoblocco delle meraviglie
Probabilmente una delle cose che ci piace di più delle stampanti Elegoo è il monoblocco di aggancio del piatto di costruzione all’asse Z . Non soltanto è sicuramente tra i più comodi e robusti presenti su stampanti 3D a resina in questa fascia di prezzo e non solo, ma grazie al meccanismo a sfera centrale permette di ruotare lateralmente il piatto per consentire il dripping della resina, cosa praticamente impossibile con ogni altra stampante a resina che ci sia capitato di provare. Una volta colata via tutta la resina in eccesso diventa quindi molto più semplice e pulita l’operazione di rimozione della stampa.
Il sistema monoblocco, inoltre, riduce drasticamente la possibilità di problemi legati ad un non perfetto livellamento dovuto all’aggancio del blocco all’asse Z, difetto che appunto, abbiamo rilevato nella Creality Halot One.
Slicing
Elegoo Mars 2 Pro è una cosiddetta chituboard, utilizza cioè una scheda di controllo ChiTu ed è pertanto compatibile con il software aperto ChiTuBox, il più famoso ed utilizzato slicer per le stampanti a resina. Questo è sicuramente un vantaggio incredibile perchè consente sin da subito di accedere ad una community di centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo, a un database di settings vastissimo e a tantissimi tutorial, come quelli di cui abbiamo parlato nella nostra guida alle impostazioni principali della stampa 3d a resina.
Un Homer su ChiTuBox che dopo vi mostreremo nel dettaglio.
Ovviamente altri slicer potranno essere utilizzati, uno di questi è ad esempio Lychee che è sostanzialmente molto simile a ChiTuBoX.
Settings e preparazione alla stampa
Ora che tutto è in funzione possiamo versare la resina nella vaschetta fino al punto stabilito facendo iniziare la magia della stampante a resina. Vi lasciamo un nostro video di preparazione alla stampa per darvi un’idea.
Uno dei pochissimi punti deboli di questa stampante è la rumorosità, soprattutto per quanto riguarda il motore dell’asse Z. Questo la rende molto più rumorosa (anche se non confrontabili) della Creality Halot-One, anche lei non perfetta per quanto riguarda la silenziosità ma in quel caso probabilmente il rumore era dovuto maggiormente alla ventola di filtrazione.
Impressioni di stampa
Di seguito vi mostreremo alcune stampe eseguite, semplici benchmark o modelli più complessi con le rispettive resine usate, tempi di stampa e settings. I valori dei settings delle stampe sono stati variati proprio per valutare la reazione della stampante e misurarne i limiti.
Sin da subito, tuttavia, possiamo dirvi che in tutte le stampe effettuate, con qualsiasi settings impostato (nel range di quelli possibili) non abbiamo mai avuto problemi di aderenza eccessiva al piatto nè al FEP confermando le indicazioni del produttore.
Il primissimo oggetto da noi stampato è il testone di Homer Simpson che non rappresenta esattamente l’originale e neanche un grande sforzo per la stampante, ma è lui e non potevamo non aggiungerlo.
Elegoo water Washable Resin – Red – Prezzo 21,99€/500g su Amazon.it – Bottom Exposure time: 50 secondi – Normal Exposure time: 4 secondi – Bottom Exposure: 7 Layers – Motor Speed: 3m/s
L’operazione si è concluso in circa 1 ora e mezza con i settings indicati.
Il secondo oggetto stampato è stato una torretta rook, un benchmark piuttosto comune per le stampanti a resina perchè riesce ad individuare qualità del dettaglio, solidità della costruzione e precisione in una sola stampa che non spreca molta resina e non richiede supporti.
Elegoo Water Washable Resin – Red – Prezzo 21,99€/500g su Amazon.it – Bottom Exposure time: 50 secondi – Normal Exposure time: 6 secondi – Bottom Exposure: 7 Layers – Motor Speed: 3m/s
Le scritte nella stampa effettuata si riescono a leggere perfettamente come la scritta sulla base e la struttura della scala a chiocchiola interna è stata realizzata perfettamente.
La stampa della torretta si è conclusa in circa 2 ore e mezza.
Un’altra stampa che abbiamo eseguito è stata un scimmia astronauta. La stampa è avvenuta con successo, anche senza supporti, che nei punti sospesi mettevano la stampante in difficoltà, tutta via ha resistito con successo.
Elegoo Water Washable Resin – white – Prezzo 21,99€/500g su Amazon.it – Bottom Exposure time: 30 secondi – Normal Exposure time: 3 secondi – Bottom Exposure: 6 Layers – Motor Speed: 3m/s
Abbiamo stampato infine un test per l’esposizione dei layer. Il test è particolarmente interessante perchè permette di valutare tutti gli aspetti che riguardano l’esposizione in maniera semplice, senza necessità di interpretazione. Se le colonne sono tutte visibili perfettamente non ci sono scollamenti o parti non perfttamente separate, il settings è giusto (trovate il file di stampa realizzato dallo YouTuber Dennis Wang, qui.) il risultato non tarda ad arrivare ed in un paio di minuti, il risultato è quello atteso. Esposizione perfetta!
Elegoo Water Washable Resin – white – Prezzo 21,99€/500g su Amazon.it – Bottom Exposure time: 30 secondi – Normal Exposure time: 3 secondi – Bottom Exposure: 6 Layers – Motor Speed: 3m/s
L’ultimo test effettuato con i settings precedenti, va a valutare la precisione della stampante. Per prima cosa il centro tocca perfettamente l’altra estremità. I buchi sono omogenei, e si vedono tutti perfettamente, la scaletta è delle giuste dimensioni è nella parte destra tutti gli spigoli combaciano. La scritta si legge benissimo e in modo chiaro.
Elegoo Water Washable Resin – White – Prezzo 21,99€/500g su Amazon.it – Bottom Exposure time: 30 secondi – Normal Exposure time: 3 secondi – Bottom Exposure: 6 Layers – Motor Speed: 3m/s
Qualità e velocità di stampa
Le stampe prodotte da Elegoo Mars Pro 2 sono assolutamente incredibili. I dettagli, anche quelli spessi solo pochi micron, sono tutti perfettamente visibili ed è praticamente impossibile notare linee di stampa, anche quando si spinge un po’ sulle impostazioni e si disattiva l’antialiasing.
La qualità di stampa è veramente ottima ma non si può considerare solo quello in una stampante a resina. Il tempo di esecuzione di un’oggetto è fondamentale e, la Elegoo Mars 2 Pro riesce incredibilmente anche spingendo al limite la velocità di sollevamento, il tempo di riposo, e riducendo al minimo possibile il tempo di esposizione. E’ il segno questo di un prodotto studiato nei minimi particolari, che attraverso uno schermo con illuminazione uniforme, un piatto di stampa perfetto e un FEP migliorato, è davvero a prova di noob. Tenuto conto di questi fattori, l’ottima qualità dei materiali scelti da Elegoo si tratta di una vera sorpresa sapere che il prezzo di questa Elegoo Mars 3 Pro si aggira tra i 250 e i 300 euro.
Commento finale
La Elegoo Mars 2 Pro è davvero eccezionale sotto tanti punti di vista. Sebbene le specifiche tecniche sulla carta non facciano gridare al miracolo, la cura di tutti i dettagli della stampante, l’utilizzo di tecnologie rodate e soprattutto la grande esperienza di Elegoo nel settore, ne fanno una stampante sicuramente sopra la media delle altre stampanti che è possibile acquistare in questa fascia di prezzo. Abbiamo apprezzato particolarmente il meccanismo di funzionamento del piatto di stampa, la nuova vaschetta e la assoluta precisione dello schermo e dell’illuminatore UV che regala stampe ricche di dettagli. A tutto ciò si aggiunge una dotazione completa di tantissimi accessori che comprende persino i guanti che spesso nelle stampanti a resina vengono trascurati, ma in realtà forniscono un’importante protezione alle mani contro la tossicità della resina. E’ la stampante per iniziare perfetta? Sicuramente. Se proprio però dobbiamo indicare qualche punto in cui ci piacerebbe vedere qualche miglioramento, sono un sistema di leveling più semplice, con una modalità automatizzata opzionale che faccia tutto da sola, senza eliminare però il sistema di calibrazione millimetrato per gli utenti più avanzati, e infine un aggiornamento della GUI, che su uno schermo troppo piccolo come quello della Mars Pro 2 rende la ricerca delle funzioni principali alquanto confusionaria. Detto questo, ripetiamo quanto detto, Elegoo Mars 2 Pro è la stampante perfetta per chi ha un gruzzoletto di 300 euro (in sconto ora a 235 euro) da spendere e desidera entrare al meglio nel mondo della stampa 3D in resina.
Le pesanti sanzioni economiche inflitte dai paese dell’occidente contro il governo Russo di Putin stanno avendo anche importanti conseguenze in due settori “non strategici” come quello dell’intrattenimento videoludico e cinematografico.
Sono infatti tantissime le compagnie che hanno annunciato di aver sospeso la commercializzazione dei propri prodotti su territorio Russo. Ubisoft, Activision Blizzard, Microsoft, Sony, Rockstar, EA, ma anche CDPR, Epic Games e Steam, hanno annunciato, sebbene con tempi e modalità diverse pesanti limitazioni agli account provenienti dalla Russia fino alla totale sospensione degli stessi.
Per quanto riguarda Hollywood, invece Netflix ha sospeso le operazioni nel paese, fermando le future produzioni e acquisizioni, mentre questa settimana è stato il turno di Discovery, WarnerMedia e Amazon che hanno cessato completamente i loro servizi in Russia. Soprattutto tra i più giovani, abituati a vivere all’occidentale e già colpiti dalla sospensione da parte del governo Russo dei principali social network come Facebook, Instagram e Twitter accusati di diffondere “fake news” sulla “pacifica operazione di peace keeping in Ucraina” (sic! ndr.) il malcontento sintetizzato nella frase diventata oramai un tormentone, “tenetevi il Donbass e ridatemi Netflix”, hanno portato la Russia a ricorrere a soluzioni drastiche come la legalizzazione della pirateria di giochi e film.
“Si sta valutando la possibilità di revocare le restrizioni all’uso della proprietà intellettuale contenuta in determinati beni, la cui fornitura alla Russia è limitata“, ha affermato il ministero. “Ciò attenuerà l’impatto sul mercato delle interruzioni nelle catene di approvvigionamento, nonché la carenza di beni e servizi dovuta alle nuove sanzioni dei paesi occidentali“.
Rossiyskaya Gazeta o City A.M., principali notiziari e media Russi stanno già informando che queste misure contro i paesi occidentali potrebbero essere già in vigore da oggi, sospendendo tutte le forme di sanzione che riguardano la tutela della proprietà intellettuale nei confronti di prodotti provenienti da qualunque paese abbia aderito alle sanzioni contro la Russia. Si tratta in sostanza di una forma di “legalizzazione” della pirateria di giochi, film, musica mai vista prima perchè ufficialmente promossa dalle istituzioni. Naturalmente si tratta di una soluzione che allontanerà sempre di più le grandi major e publishers dal mercato russo, rischiando di isolare ancora di più non soltanto politicamente ma anche culturalmente la Russia.
Oggi, durante il Monster Hunter Digital Event, il produttore della serie Ryozo Tsujimoto ha svelato un nuovo trailer di Monster Hunter Rise: Sunbreak, la massiccia espansione per il pluripremiato episodio della serie, Monster Hunter Rise. Il video completo dell’evento è disponibile qui.
Il trailer offre una panoramica delle novità: nuovi elementi di storia, l’avamposto di Elgado (nuovo hub), nuovi ed impegnativi mostri. E naturalmente anche abilità inedite che i cacciatori potranno apprendere dopo aver completato la storia del gioco base. Nel corso del Digital Event, Capcom ha anche fornito un primo ed approfondito sguardo ad alcuni dei nuovi contenuti in arrivo con la nuova espansione, svelandone la data di uscita. Monster Hunter Rise: Sunbreak uscirà il 30 giugno 2022 per Nintendo Switch, e i preordini sono aperti a partire da oggi.
Monster Hunter Rise: Sunbreak – le differenti versioni
Oltre all’edizione digitale standard di Monster Hunter Rise: Sunbreak, è prevista un’edizione speciale Deluxe, che includerà tutti i contenuti dell’espansione in versione standard più ulteriori contenuti bonus. Tra questi sono compresi diversi set Stile Armatura, Emote/Animazioni e Capelli. I cacciatori che devono ancora iniziare il loro viaggio a Kamura possono anche decidere di orientarsi sul set Monster Hunter Rise + Sunbreak che uscirà sia in versione fisica che digitale per Nintendo Switch. Questo set include l’edizione base standard di Monster Hunter Rise, oltre alla massiccia espansione Sunbreak (che nella versione fisica è inclusa come voucher digitale).
Ai giocatori che decideranno di pre-ordinare qualsiasi versione di Monster Hunter Rise: Sunbreak verranno sbloccati, in omaggio, i set Armatura “Cane Fedele” e “Gatto Tigrato” per i compagni Canyne e Felyne. Al lancio, saranno disponibili per Nintendo Switch anche tre nuovi amiibo ispirati a Malzeno. Questi sbloccheranno speciali Stili Armatura per il loro cacciatore e per i partner Canyne e Felyne.
Elementi di storia per Monster Hunter Rise: Sunbreak
La vicenda di Monster Hunter Rise: Sunbreak inizia dopo l’eroica difesa del villaggio di Kamura contro la Furia, che si conclude in Monster Hunter Rise. La notizia della sopravvivenza del villaggio ispira il valoroso cavaliere Dama Fiorayne a viaggiare dal lontano Regno in cerca di aiuto. I cacciatori abbastanza coraggiosi da rispondere alla chiamata partono per il porto dell’Avamposto di Elgado. Questa vivace stazione di navigazione marittima è la sede del laboratorio che si occupa della ricerca sulle attività anomale dei mostri che preoccupano il Regno. Ospita inoltre il Posto di Comando, che ha il compito di riportare la pace nella regione.
Qui, i giocatori interagiranno con un cast di nuovi personaggi, tra cui il comandante dei Cavalieri dell’Ordine Reale, l’Ammiraglio Galleus, l’eccentrico scienziato Bahari, Minayle la fabbra, Oboro il mercante e l’addetta alle missioni Chichae. Questi utili alleati aiuteranno i cacciatori a creare nuovi equipaggiamenti per fronteggiare i pericoli futuri e li istruiranno a eseguire nuove e potenti tecniche.
I tre Signori, nuovi mostri e location
La minaccia che sta colpendo il Regno è strettamente legata a potenti creature conosciute come i Tre Signori. Questo gruppo include il Garangolm appena svelato, l’agghiacciante viverna Lunagaron e il drago anziano Malzeno. Oltre a questi nuovi nemici da incubo, altre varianti di mostri ben noti agli appassionati, tra cui Blood Orange Bishaten e il potente Astalos, emergeranno per sfidare i cacciatori nel nuovo livello di difficoltà (Master Rank) della missione.
La ricerca sul comportamento dei Tre Signori porterà i cacciatori di tutto il Regno in nuovi ed entusiasmanti luoghi, tra cui la Cittadella, svelata anch’essa in data odierna. Questa località può vantare cime innevate che scendono a cascata verso foreste lussureggianti, brulicanti di nuove forme di vita endemica. Al centro di questa vasta regione si trova una fortezza abbandonata da tempo, che funge da bastione per tenere fuori gli stessi mostri per cui è stata costruita. Maggiori informazioni su questa nuova espansione saranno rivelate in un secondo momento.
Informazioni su Monster Hunter Rise: Sunbreak
L’espansione includerà una trama completamente nuova con nuovi mostri, nuove aggiunte al combattimento, la difficoltà Master Rank e altro ancora. Maggiori informazioni e nuovi interessanti dettagli di gioco sulle novità introdotte saranno condivisi prima dell’uscita dell’espansione, prevista per il 30 giugno 2022 su Nintendo Switch.
Per aiutare i nuovi giocatori a prepararsi all’arrivo dei nuovi contenuti, sono stati aggiunti nuovi set Armatura e Armi a Monster Hunter Rise. La potente serie Armi Difensore vanta un’elevata potenza d’attacco per aiutare i giocatori ad avanzare nelle prime cacce. Può essere abbinata all’armatura “Cintura nera” e al Talismano del veterano per una maggiore capacità di sopravvivenza e ottenere abilità utili. Man mano che i giocatori si avvicinano all’alto grado, il Set di armatura “Gilda“ accelera il processo di raccolta di oggetti utili che possono essere accumulati per cacce future. I giocatori di Monster Hunter Rise che non acquistano l’espansione Sunbreak, al lancio riceveranno comunque un aggiornamento che richiederà 13 GB su Nintendo Switch. L’aggiornamento sarà necessario per il gioco online e include saldi di armi, pacchetti di oggetti e buoni per la modifica del personaggio.
Monster Hunter Rise: Sunbreak uscirà il 30 giugno 2022 per Nintendo Switch.
Gli amanti di Batman con qualche anno sulle spalle, o con molta passione per l’uomo pipistrello, avranno certamente notato un radicale cambiamento nella rappresentazione cinematografica dell’eroe mascherato. I tempi in cui Adam West e Burt Ward scivolavano lungo dei tubi in metallo diretti alla Bat-caverna sono ormai lontani.
Negli ultimi anni, le inquadrature luminose e dalla messa a fuoco perfetta dei primi Batman hanno lasciato spazio ad un’estetica sempre più dark e priva di speranza. I temi leggeri e scanzonati della serie andata in onda nella seconda metà degli anni Sessanta sono ormai lontani. I registi contemporanei hanno lasciato spazio a nuove tematiche che danno tutta un’altra immagine del Cavaliere Oscuro.
Basti pensare ai Joker di Heath Ledger, Joaquin Phoenix e Jack Nicholson per notare una differenza enorme. Dal Batman di Tim Burton, nel quale era proprio Nicholson ad interpretare una delle più riuscite nemesi di Bruce Wayne, al recente film di Todd Phillips dedicato al Joker, notiamo infatti un cambiamento enorme. Il villain non è più semplicemente un anarchico fuori di testa. Joker passa ad essere un uomo tremendamente solo, vittima di una città opprimente e un sogno infranto. Le sue azioni sono giustificate dalla delusione verso la vita e da una malattia mentale sempre più difficile da contenere.
La psicologia dei personaggi, dunque, ha fatto grandi passi avanti nel corso degli anni e rende sempre più giustizia alle controparti fumettistiche.
La solitudine dell’eroe
Questa evoluzione appare evidente anche nel personaggio di Bruce Wayne. Batman passa dall’essere quasi un detective, una sorta di Sherlock Holmes mascherato che acciuffa i cattivi e li consegna alla legge fino a diventare Vendetta. L’uomo pipistrello è una vera e propria macchina di terrore che, abbandonata la calzamaglia di Adam West, pattuglia le strade di Gotham in armatura nera. L’eroe emerge dalle tenebre per terrorizzare i cattivi e prenderli alla sprovvista.
Questo nuovo modo di rappresentare Batman è evidente soprattutto in The Batman di Matt Reeves. Già dalle prime scene, il personaggio interpretato da Robert Pattinson si mostra in tutta la sua sete di vendetta, mettendo in fuga una banda di criminali e terrorizzando persino i cittadini che tenta di salvare. In questa pellicola, Bruce Wayne è un uomo solo che carica su di sé il peso di tutta la città. Confinato nelle tenebre della sua casa a tal punto da fare colazione con gli occhiali da sole, Batman lotta contro il crimine ma fa i conti anche con se stesso.
Anche visivamente, il Batman di Pattinson si distacca dal miliardario che protegge Gotham in altre rappresentazioni. Pur avendo un fisico massiccio, quest’ultimo Bruce Wayne è, a tratti, trasandato, spettinato e quasi rassegnato. Condannato ad una vita di solitudine nella quale solo il fedele Alfred lo conosce veramente. Ciò non toglie che Bruce tenti in ogni modo di proteggere la propria identità ma, così facendo, diventa quasi un alter ego di Batman. Il suo vero essere passa in secondo piano.
I tormenti che affliggono il Cavaliere Oscuro, al cinema, sono stati spesso rappresentati già nella trilogia di Nolan o nel film di Tim Burton. Batman è un eroe maledetto, condannato alla solitudine già dall’infanzia e destinato a perseguire questa strada per tutta la vita. L’unica conversione che gli è concessa è collegata all’amore di Catwoman, alla quale comunque nasconde la sua vera identità.
Tutto ciò emerge anche da alcuni fumetti come Anno Uno di Frank Miller o Vittoria Oscura di Jeph Loeb, due delle opere che hanno ispirato il lavoro di Matt Reeves. Nel secondo caso, in particolare, la psicologia di Batman viene approfondita e, già dalle prime pagine, ne vengono sottolineata la solitudine e il senso di colpa. La psiche di Bruce Wayne è una parte fondamentale anche nell’opera di Miller, il quale si concentra maggiormente sul primo anno da eroe e sul desiderio di non uccidere che supera anche l’istinto di sopravvivenza dell’eroe. Pur di non uccidere, l’uomo pipistrello accetta di essere colpito e, addirittura, ferito gravemente.
Gotham
La città di Gotham è lo scenario perfetto per questi personaggi tormentati. Un luogo buio e desolato, nel quale sembra notte anche durante il giorno e il crimine spadroneggia incontrastato. Lo scenario perfetto per sentimenti come la solitudine.
Non solo Batman, infatti, ma anche gran parte dei personaggi secondari sono vittime di questo sentimento. Abbiamo già analizzato Joker ma ci sono altri villain che si muovono spinti da un senso di rivalsa verso una città che li ha spremuti fino allo sfinimento. Nel film di Reeves, ad esempio, l’Enigmista si mostra proprio come un uomo solo, oppresso da una politica nella quale non si rispecchia e dalla corruzione dilagante. Il suo desiderio è quello di essere ricordato, di diventare un martire in grado di liberare i cittadini dal marcio di Gotham. Addirittura, il personaggio interpretato da Paul Dano si rivede in Batman e ritiene che molte cose lo accomunino all’eroe.
Sempre da fumetti come Anno Uno e Vittoria Oscura emerge invece la psicologia di un altro gregario di rilievo: l’ispettore Gordon. Il detective, già dal suo arrivo a Gotham, si accorge di aver condannato se stesso e la sua famiglia ad una vita di infelicità e sofferenza. Lotta con il pentimento verso la gravidanza della moglie e per le scelte sbagliate che compromettono la sua relazione. Anche Gordon finisce per diventare un uomo solo che dedica la sua esistenza alla sicurezza della città.
Anche quello spiraglio di speranza che si può trovare nella prima parte di Il Lungo Halloween, anch’esso scritto da Loeb e ripreso da Reeves in The Batman, si spegne velocemente. L’eroe sembra infatti trovare una solida amicizia in Harvey Dent e Gordon ma la tragedia è dietro l’angolo e conduce alla nascita di Due Facce. L’amicizia si frantuma e ciò che rimane sono semplicemente sensi di colpa e rimpianti che emergeranno ancora una volta nei primi numeri di Vittoria Oscura.
Ciò che accade nelle recenti trasposizioni cinematografiche di Batman è, dunque, una maggior consapevolezza dei personaggi e dei demoni che li inseguono. Tutto questo si riflette sia nell’estetica delle pellicole che nelle tematiche trattate che si fanno sempre più crude e mature. La morale dell’eroe è sempre ferrea ma minata da tormenti interiori che la mettono costantemente alla prova mostrando allo spettatore nuovi volti del Cavaliere Oscuro.
Il mondo della tecnologia è in continua evoluzione: cambiamo cellulari, console, computer con cadenza annuale o quasi. Anzi forse troppo spesso ci convinciamo a cambiare un prodotto che funziona benissimo solo per il gusto di avere qualcosa di nuovo tra le mani, accumulando oggetti inutilizzati in casa o peggio, aumentando il numero di e-waste.
Eppure nonostante le “ere tecnologiche” si misurino oramai in mesi e non in lustri, esistono prodotti che per l’impatto rivoluzionario che hanno avuto sull’intero settore di riferimento, sulla cultura popolare o anche solo per i ricordi felici che associamo ad essi, meritano di essere conservati e addirittura incorniciati.
Pesate al primo iPhone, e a quanto esso abbia cambiato il nostro rapporto con il cellulare, con internet, con i sistemi di comunicazione, o al primo Nintendo Game Boy e di cosa abbia significato per intere generazioni nate e cresciute negli anni ’90.
Altre volte invece, il prodotto è legato ad un momento felice, ad un ricordo, ad un passaggio della nostra vita che vogliamo ricordare per sempre.
A causa della sua importanza culturale e del suo impatto economico, il Game Boy ha un posto di rilievo al Museo Nazionale di Storia Americana dello Smithsonian a Washington, D.C. L’immagine qui sopra è quella della console originale del 1989, conservata nel museo accanto ai primi telefoni cellulari, PDA e cercapersone.
“Ogni classico merita una cornice“
La filosofia di Grid Studio è semplice quanto geniale.
“Ogni classico merita una cornice“
ed in questa frase si riassume l’idea della compagnia: trasformare oggetti che sarebbero diventati e-waste in vere e proprie opere d’arte da appendere al muro.
Ma cosa sono i frames di Grid studio?
Grid Studio offre, con le sue cornici, il vostro pezzo di “hardware del cuore”, in versione “esplosa”. Nel catalogo della compagnia c’è di tutto, non soltanto le storiche console portatili Nintendo, ma anche il Game Gear e PSP, cellulari come il primo storico iPhone o Pixel, il primo Android made in Google.
Ogni dispositivo viene accuratamente selezionato, rigenerato, disassemblato con cura e i singoli componenti catalogati in una meravigliosa stampa di altissima qualità che ne descrive caratteristiche salienti e funzioni, e personalizzata ovviamente in base al prodotto scelto.
Il tutto è incorniciato in una preziosa cornice con copertura in plexiglass removibile per consentirvi di toccare con mano i singoli componenti.
Tutti i componenti, assicura Grid Studio, sono autentici e, sebbene non venga chiarito sul sito del produttore, siamo convinti che riassemblandoli, siano perfettamente funzionanti.
Grid Game Boy Pocket
Naturalmente ognuno di noi ha il suo feticcio personale: un vecchio iPhone, un vecchio Game Boy; ecco, nel mio caso si tratta del Nintendo Game Boy Pocket.
La piccola console a colori lanciata sul mercato nel 1996 ma arrivata in Italia grazie a Mattel nel 1998, è stata per me, fan boy Sega della prima ora, il primo avvicinamento al mondo Nintendo, un mondo dal quale non mi sarei più allontanato.
Sulla piccola console hanno trovato posto alcuni dei titoli più iconici della compagnia giapponese, come The Legend of Zelda: Link’s Awakening, da cui deriva il tanto amato remake per Nintendo Switch, il primo Pokémon ma anche METROID II: Return of Samus, e ovviamente l’indimenticabile Tetris, entrato nell’immaginario comune e nella cultura pop proprio nella sua versione per Game Boy.
Il Game Boy Pocket non presenta alcuna differenza tecnica rispetto al Game Boy “classic” ad eccezione di uno schermo più avanzato a toni di grigio anzichè monocromatico e leggermente più grande. Dal punto di vista estetico, invece, il Game Boy Pocket presenta una forma più piccola e sottile ed è stato commercializzato in diverse colorazioni (argentato, bianco, nero, rosso, verde, blu, giallo e trasparente) ed in alcune varianti limited, mai arrivate in Italia, come la versione Metallic Blue e Pink.
Grid Studio, facendo leva sui miei ricordi felici di adolescente appassionato di videogames che, liberandosi da stupidi pregiudizi (esisteva anche allora la console war), scopriva un mondo del tutto nuovo, è riuscito a vendermi questo piccolo pezzo di storia e di cuore.
Grid Studio Nintendo Game Boy Pocket
Con specifico riferimento al Game Boy Pocket della mia cornice è a partire dall’elegante confezione che ci si rende conto del pregevole pezzo che ci troviamo tra le mani.
La cornice arriva infatti avvolta in una bellissima carta scura brandizzata GRID, chiusa con nastro in tesssuto, anch’esso brandizzato, e soprattutto sigillata con vera ceralacca. La confezione è anzi così bella che quasi ci dispiace aprirla.
Ma è il contenuto interno che ci interessa e una volta scartato con attenzione, sono i dettagli a lasciarci a bocca aperta. Dalla destrezza con cui la console è stata “restaurata”, quasi cancellando gli oltre 20 anni di storia che ha attraversato, passando per la cura certosina con cui i singoli componenti sono disposti sulla stampa con finitura lucida, tutto denota l’amore che Grid Studio ha messo in questi prodotti, realizzando un regalo davvero perfetto per ogni appassionato di tecnologia.
Certo, si tratta di un regalo non propriamente economico; il prezzo medio infatti è intorno ai 170 euro e può arrivare a superare i 350 euro per la prima versione di iPhone, ma come dicevamo dovete considerare che si tratta di prodotti unici, disassemblati a mano e soprattutto che hanno ancora un costo considerevole sul mercato dell’usato.
Commento finale
Un po’ memorabilia, un po’ arredo nerd, Grid Studio gioca sul fattore nostalgia realizzando un prodotto che farà la gioia di tutti gli appassionati di tecnologia. Che siate un appassionati di prodotti Apple o di console portatili Nintendo, nello store troverete sicuramente il prodotto giusto per farvi o per fare un regalo, magari in occasione di un anniversario o di un compleanno. E se il vostro papà è un nerd della prima ora, siamo sicuri che non vedrà l’ora di appendere la sua prima console portatile nel suo studio.
Quella dei videogame è una delle categorie in continua evoluzione, un settore in cui anno dopo anno vengono introdotte innovazioni in grado di migliorare la qualità dei prodotti e l’esperienza dei giocatori. In questo periodo, in particolare, sono tante le novità che riguardano l’intero comparto, dall’uso delle tecnologie cloud fino alla realtà virtuale e al metaverso: cosa c’è da attendersi dunque nel prossimo futuro?
Tecnologia e videogame camminano di pari passo ed è grazie alle evoluzioni tecnologiche che di anno in anno possiamo divertirci con prodotti sempre più coinvolgenti, caratterizzati da grafiche realistiche e da soluzioni in grado di riprodurre le sensazioni di uno spazio fisico.
Tra le società di gaming più attive dal punto di vista dell’innovazione e della tecnologia vi sono senza dubbio quelle che operano nel settore dei giochi digitali, come Betway, che già da tempo hanno introdotto soluzioni per accedere ai giochi in live multiplayer creando tavoli virtuali del tutto simili a quelli che trovano spazio nelle sale fisiche, così come grandi passi in avanti sono stati fatti dai produttori di MOBA e giochi di sport, vedi EA Sports solo per citarne uno, in cui è necessario recuperare l’immedesimazione nel proprio beniamino sportivo preferito rendendo necessario quindi l’utilizzo di avanzati sistemi di motion capture e una modellazione poligonale fedelissima dei volti. Insomma, i videogiochi rappresentano uno degli avamposti delle novità che, col tempo, vengono poi adattate anche ad altri settori ed è pertanto molto interessante osservare quali siano le tendenze del momento.
Cloud gaming: il gioco si sposta sui server virtuali
Uno dei termini che abbiamo imparato a conoscere in questi ultimi anni è “cloud”, traduzione inglese di “nuvola”, una parola che in ambito tecnologico identifica uno spazio virtuale in cui circolano e vengono archiviati dei dati. Con l’aumento esponenziale delle attività svolte in rete e del numero di file utilizzati sia per lavoro che per svago, i server cloud sono diventati fondamentali per tutti gli utenti, che possono così conservare senza rischi e in maniera pratica una enorme mole di file, come accade per esempio con foto, video e documenti, accedendovi in pochi secondi tramite un accesso riservato da PC o mobile.
Nel campo del gaming, il cloud rappresenta una vera e propria svolta poiché consente di far girare videogiochi sempre più complessi e “pesanti” senza la necessità di scaricarli o di doverli conservare su supporti fisici. Dalle tradizionali console, si sta passando velocemente a portali , accessibili anche tramite le moderne TV, che mettono a disposizione ricchi cataloghi di giochi utilizzabili sfruttando una connessione internet e un dispositivo connesso, come nel caso di Stadia, la piattaforma di streaming sviluppata da Google e attiva da fine 2019.
Realtà virtuale e metaverso: l’utente entra in prima persona nel gioco
Un’altra tecnologia che sta prendendo ampiamente piede nel mondo dei videogame e non solo è la realtà virtuale, uno strumento capace di trasportare direttamente l’utente in uno spazio digitale permettendogli di muoversi come nel mondo fisico. Applicata ai videogiochi, la realtà virtuale rappresenta un modo per rendere le azioni di gioco ancora più vivide e avvincenti, per un’esperienza totalizzante che coinvolge i cinque sensi.
Dalla realtà virtuale, peraltro, si va sempre più in direzione del cosiddetto metaverso, ossia in insieme di spazi virtuali in cui si muovono avatar di persone fisiche. Non siamo più di fronte all’utilizzo della realtà virtuale per esperienze singole, che possono avere per oggetto non solo giochi ma anche riproduzioni storiche e simulazioni di attività complesse, ma alla creazione di un vero e proprio “universo” parallelo, una visione globale che emancipa il concetto di digitale e ne esplora tutte le opportunità.
Il fatto che Mark Zuckerberg, inglobando tutti i suoi servizi – da Facebook a WhatsApp – sotto il brand Meta, abbia deciso di puntare tutto sul metaverso rende bene l’idea delle potenzialità di questo nuovo concetto, un’idea esplosiva che con molta probabilità trasformerà nuovamente le nostre vite nel giro di pochissimo tempo.
Warner Bros. Games, TT Games, The LEGO Group e Lucasfilm Games hanno pubblicato il nuovo video dietro le quinte “Costruire la Galassia”, che mette in evidenza l’ampiezza di contenuti e il senso di libertà che i giocatori si possono aspettare in LEGO® Star Wars: La Saga degli Skywalker. Nel video, il team di sviluppo spiega il processo che ha utilizzato per portare in vita l’intera galassia di Star Wars con versioni viventi degli ambienti che si vedono nei nove film della Skywalker Saga, il tutto condito dal classico umorismo LEGO dietro ogni angolo. Il video mostra anche il lavoro che c’è voluto per realizzare gli effetti meteorologici, differenziare i colori del cielo e dedicare attenzione a ogni minimo dettaglio in un modo mai visto nei precedenti videogiochi LEGO.
In LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker i giocatori avranno la libertà di esplorare i mondi centrali da location familiari come Naboo, Endor, Tatooine e Cloud City su Bespin, nonché di sbloccare nuovi veicoli e personaggi giocabili, tra cui Mama l’Hutt, Yaddle e Babu Frik. I giocatori potranno anche raccogliere mattoncini Kyber sui vari pianeti come incentivo a deviare dal percorso principale del gioco. I mattoncini servono come valuta per migliorare vari aspetti dei personaggi, dalle abilità della Forza alla potenza di fuoco del blaster.
LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker sarà disponibile dal 5 aprile 2022 per console Xbox Series X|S, Xbox One, PlayStation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch e PC. I giocatori che lo prenotano digitalmente riceveranno l’accesso anticipato al Trooper Chracter Pack il giorno del lancio.Il pacchetto sarà disponibile per un mese dal momento del lancio per chi acquista la Collezione Personaggi (il Season Pass che comprenderà tutti e sette i Character Pack) o potrà essere acquistato separatamente. L’acquisto della versione digitale del gioco comprende anche il personaggio giocabile di Obi-Wan Kenobi™ Classico, non acquistabile singolarmente. La versione fisica dell’Edizione Deluxe includerà un’esclusiva minifig di LEGO Star Wars: Luke Skywalker con latte blu.
L’ultimo capitolo del videogioco Supercross più amato e realistico di sempre è ora disponibile su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S e Xbox Onein early access per coloro che hanno prenotato la Special Edition. La versione Windows PC/STEAM sarà disponibile il 17 marzo, insieme alle versioni console per coloro che non hanno prenotato la Special Edition. La versione PlayStation supporta l’aggiornamento gratuito da PS4 a PS5, la versione Xbox offre il supporto Smart Delivery.
La tradizionale Modalità Carriera è ora più reale e coinvolgente che mai. I giocatori possono iniziare a sviluppare il loro percorso nella 250SX Futures Class mentre mirano a raggiungere le vette della gloria come Pro nella 450SX Class. Monster Energy Supercross – The Official Videogame 5 introduce anche il Rider Shape System, una nuova ed esclusiva funzionalità per la modalità Carriera che influenzerà le prestazioni dei motociclisti in caso di cadute o infortuni. L’allenamento e il completamento di compiti specifici sono fondamentali per mantenere il tuo pilota al top della forma!
Grazie a Monster Energy Supercross – The Official Videogame 5 i giocatori potranno godere di una nuova esperienza di gioco perfetta sia per quelli più esperti che per i nuovi arrivati. La Future Academy, presentata dal GOAT Ricky Carmichael, fornirà tutte le informazioni necessarie per muovere i primi passi nel mondo del Supercross. Questo nuovo tutorial insegnerà le basi del Supercross per aiutare a scalare la classifica da principiante a professionista; ha anche molte opzioni di gioco che renderanno le gare accessibili a tutti con l’obiettivo di creare un’esperienza per ogni tipo di giocatore.
Anche il classico Track Editor è tornato insieme a una nuova feature: il Rhythm Section Editor. I giocatori potranno combinare e abbinare moduli preesistenti per progettare sezioni di piste prefabbricate complesse per poi condividerle con la community.
E dopo lo strepitoso successo della passata edizione, torna il Track Editor Contest, che darà l’opportunità ai giocatori di creare una pista, che potrebbe essere replicata nella vita reale, come parte del Campionato Ufficiale. Questa feature unica rappresenta un’opportunità irripetibile nell’industria dei videogiochi: una pista digitale progettata da un giocatore sarà percorsa da veri piloti nel Monster Energy AMA Supercross Championship 2023.
Il Compound è la risposta per coloro che vogliono gareggiare con gli amici o da soli in un nuovo, straordinario ambiente open world; con nuove piste, diverse sfide incrociate e collezionabili per sbloccare ingranaggi aggiuntivi.
Monster Energy Supercross – The Official Videogame 5 offre anche la modalità split-screen per giocare con gli amici in locale comodamente sul divano ed in multiplayer online attraverso il matchmaking cross-gen.
Infine, dopo l’incredibile successo della passata edizione, tornano i tornei E-sport con Monster Energy Supercross – The Official Videogame 5, che spingeranno i giocatori a diventare leggende nell’eSX Championship sponsorizzato da Yamaha!
Monster Energy Supercross – The Official Videogame 5 è disponibile ora su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S ,Xbox One in early access per chi ha prenotato la Special Edition. La versione Windows PC/STEAM sarà disponibile il 17 Marzo, insieme alle altre versioni console. La versione PlayStation offre l’aggiornamento gratuito da PS4 a PS5, la versione Xbox supporta la feature Smart Delivery.
Elden Ring un videogioco action RPG sviluppato da FromSoftware e pubblicato da Bandai Namco Entertainment. Diretto da Hidetaka Miyazaki, è stato realizzato in collaborazione con l’autore del “Trono di Spade”: George R. R. Martin.
Il titolo è attualmente disponibile per PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S.
Versione testata: PS5
Narrazione
I Soulslike, come ormai tutti i fan, ma anche le persone meno esperte di questo sottogenere e derivati, sono famosi per due macro aspetti fondamentali. Il primo è il gameplay, punitivo, molto trial and error, che fa leva sulla bravura dei giocatori nell’applicare le migliorie a quella che è l’evoluzione del gameplay stesso, e la narrazione. La narrazione, quasi unica per come è strutturata, non si ritrova facilmente negli altri titoli, è stata portata avanti da FromSoftware in maniera fiera e convinta, partendo dal vecchissimo Demon’s Souls, passando per Dark Souls, che ha esteso e variato questo tipo di scrittura con una serie di novità che si sono poi evolute nel corso degli anni. Così come i vari prodotti della trilogia Dark Souls o Demon’s Souls Remake fino ad arrivare ai più recenti Bloodborne e Sekiro: Shadows Die Twice, la software house nipponica ha sempre portato avanti questa volontà di raccontare una storia senza prendere per mano il giocatore, creando così un universo narrativo tutto da scoprire, da ricavare ed esplorare, e capace di ripagare in maniera incredibile chiunque abbia la voglia di impegnarsi nel compito.
Non è un mistero che ancora oggi la community di fan e addetti ai lavori continui a cercare di esplorare l’universo narrativo che si cela dietro a Dark Souls. Questo titolo risulta quello che più ha messo in risalto la lore perché è quello che più di tutti ha avuto sin dall’inizio la capacità di inserire una serie di nozioni narrative da esplorare e da ricavare anche dai posti più impensabili e dagli oggetti più trascurabili, come ad esempio una descrizione di un oggetto di equipaggiamento. Chiaramente col passare degli anni l’azienda ha esplorato e perfezionato questo modo di raccontare la storia sperimentando tipologie diverse in base al capitolo di riferimento. Se nei vari Dark Souls è rimasta la fedeltà a questo tipo di narrazione, seppur col terzo FromSoftware abbia cercato un po’ di chiudere anche i discorsi rimasti aperti con gli altri capitoli, è con Sekiro in particolare che viene sperimentata una narrazione più aperta e meno criptica, cosa che si è vista, in parte, anche in Elden Ring.
Elden Ring cerca infatti di essere un prodotto più chiaro, più lineare nella narrazione e fin dall’inizio si ha un obiettivo che sembra preciso, senza in alcun modo snaturare quella che è sempre stata l’ossatura tradizionale dei titoli FromSoftware. In Elden Ring ci sono una marea di posti segreti, una marea di personaggi nascosti, da trovare, da aiutare, da “vivere”, che possono ampliare a dismisura un parco narrativo incredibile, il più ampio di quelli visto fino a questo momento nelle opere di FromSoftware. Definiremmo il comparto narrativo di Elden Ring una sorta di cupola nella quale si racchiude un’infinità di cose che sembrano nascoste ma che, una volta scoperte, si preoccupano di nascondere altre cupole, altri segreti, una sorta di camper Micro Machines in cui sono nascoste una moltitudine di macchinine. Questo lo abbiamo constatato assaggiando forse neanche il 50% di quanto l’Interregno ha da offrire, avendo portato avanti una run da circa 80 ore, per poi scoprire proseguendo che avevamo perso un’enorme quantità di cose. Da questo punto di vista il gioco ha una narrazione incredibile anche rispetto a quelli che sono i precedenti lavori di FromSoftware.
Proprio nel suo voler essere più chiaro Elden Ring riesce a portare sugli schermi una storia anche se vogliamo più fantasy, da cui tra l’altro si vede anche la mano di George R. R. Martin, che ha collaborato attivamente alla creazione del mondo di gioco. Quest’ultimo mette su schermo una quantità di figure, di personaggi, di storie, di sottostorie, che si intrecciano in un’enfasi narrativa impressionante. Banalmente, Elden Ring, da buon titolo fantasy nasconde un’infinità di forze in gioco, tantissime figure ognuna con un proprio arco narrativo, una propria identità tematica, che vanno a intrecciarsi con altre, creando di conseguenza un agglomerato di nozioni, di informazioni, di cose da percepire e assimilare a dir poco smisurato. Sin dalle primissime ore, senza chiaramente farvi alcun tipo di spoiler, si evince che quasi tutti questi personaggi, anche quelli apparentemente più marginali, hanno sempre qualcosa da dire. Elden Ring è dunque un gioco che pur volendo essere più chiaro nelle intenzioni si mostra ben più complesso e sfaccettato di quelli precedenti.
Il tutto si basa su un plot narrativo raccontano con la solita maestria della cinematica iniziale che è già entrata nel mio cuore e in quello, immagiamo, di tutti gli appassionati del gioco e del lavoro di Miyazaki in generale. La cinematica racconta di una storia di dei, di semidei, creature oscure e una serie di complotti molto “martiniana”, per così dire, in cui proprio la distruzione del celebre Elden Ring, l’oggetto del desiderio principale dell’avventura genera un’ondata di eventi che andranno a susseguirsi nel corso del gioco. Questi eventi affondano le radici principalmente nel desiderio degli eredi di Marika, ma non soltanto, di assimilare, di assorbire, di rubare un pezzo dell’Anello Ancestrale e sfruttarlo per i propri interessi di plasmare il mondo che ognuno di loro avrebbe voluto. Di conseguenza è chiaro che in Elden Ring il potere, la voglia di primeggiare, a differenza di quanto accade negli altri titoli targati FromSoftware, risulti l’aspettò più importante. E ognuno di loro, ognuno di questi semidei rimasti in vita, ha un suo modo di fare, una sua storia, e il giocatore può in qualche modo vivere in maniera totalitaria rutto ciò che offre questa struttura narrativa che si racchiude all’interno e all’esterno di ognuno di essi.
Gameplay e novità
Chiaramente, essendo un prodotto inedito, che vuole rappresentare il punto di partenza per un futuro che si preannuncia roseo, a dir poco, per la software house nipponica, Elden Ring non si ferma soltanto alla diversa gestione del comparto narrativo e del modo di raccontare la storia che si cela dietro a quello che il videogioco è, ma si differenzia anche nel gameplay, un altro aspetto fondamentale e che ha reso celebre il lavoro di FromSoftware. Non è un mistero che molti giocatori non hanno una particolare predilezione per il cercare risposte, segreti, “verità” celate dietro a quella che è la storia del gioco, ma si lasciano trasportare dal gameplay sublime che Miyazaki e il suo team hanno saputo confezionare capitolo dopo capitolo, partendo da Demon’s Souls, che aveva delle basi ludiche interessanti e rivoluzionarie fino ai vari Dark Souls, che hanno perfezionato sempre di più la formula, passando chiaramente per i più recenti Bloodborne e soprattutto Sekiro, che hanno ampliato in maniera, per così dire, definitiva quella che è un’ossatura ludica a tratti encomiabile e impressionante.
Elden Ring, come un buon sequel spirituale, si preoccupa di combinare in maniera sapiente tutte quelle che sono le influenze dei vari prodotti usciti fino a questo momento, quindi senza in qualche modo “buttare” quanto fatto nel corso degli anni, ma ereditando questi tratti e perfezionandoli o comunque ampliandoli in modo più che valido. Elden Ring è un prodotto che si è sempre presentato ai nastri di partenza un po’ con la nomea di Dark Souls 4, e di fatto definirlo un Dark Souls mascherato non è nemmeno così sbagliato. Infatti, pad alla mano, Elden Ring si presenta veramente come una sorta di Dark Souls 3 misto a Sekiro, a Bloodborne e Dark Souls 2. Questo non è un difetto, anzi, una sorta di “summa cum laude” di tutto il lavoro fatto da Miyazaki in questi anni, e proprio Elden Ring riesce a ereditare i tratti dei lavori precedenti e metterli insieme, funzionando alla grande. Basti pensare come Bloodbornesia stato un’evoluzione del primo Dark Souls, che è di fatto quello che più si stacca da tutti gli altri titoli targati FromSoftware, non soltanto a livello narrativo ma anche a livello videoludico. Sekiro ha fatto la stessa cosa, si è staccato nettamente dagli altri, introducendo delle novità molto apprezzate.
Tutte queste novità sono state ereditate da Elden Ring, che si presenta, pad alla mano, come un Dark Souls 3.2, perché comunque la base è quella, ma arricchito con le influenze di Sekiro. Troviamo dunque tra le novità principali il salto e lo stealth. Tutto funziona perfettamente. Certo, il livello di difficoltà è alto e, a dispetto delle fasi iniziali in cui risulta essere il Soulsborne più accessibile, in realtà è uno dei più complessi, soprattutto nelle fasi avanzate, indipendentemente dalla classe scelta, con un livello di sfida sempre tarato verso l’alto senza essere però mai sbilanciato.
Classi migliorate e non solo
Parlando di classi, anch’esse hanno subito un’evoluzione, per quanto non si tratti di nulla di clamoroso. Certo, sono state aggiunte molte classi interessanti e un po’ in rottura con quella che è la struttura “vecchia” di From, come il samurai, che fa la sua comparsa per la prima volta nelle opere di Miyazaki. Lo abbiamo provato un po’ di tempo e ci è piaciuto, anche se poi alla fine abbiamo optato per una build forza-intelligenza. Abbiamo notato in questi frangenti una personalizzazione impressionante, forse più che in passato: in Elden Ring è possibile creare tantissime build, con tantissime armi in grado di modificare anche pesantemente il gameplay del gioco. A livello di gameplay i problemi principali sono un po’ quelli storici dei titoli FromSoftware, come ad esempio hitbox, compenetrazioni poligonali, telecamera. Detto questo, ci troviamo comunque di fronte ad un titolo che a livello di gameplay e in particolare di combat system può veramente fare scuola.
Tra le novità più importanti, oltre al salto e allo stealth, troviamo anche due grosse novità veramente cardinali: l’introduzione della mappa di gioco, visitabile ed esplorabile sin da subito ma di cui parleremo più avanti, e la possibilità di utilizzare la cavalcatura, Torrente. Ormai li conosciamo tutti, Torrente è un destriero spettrale su cui si può viaggiare in lungo e in largo per l’Interregno e grazie al quale possiamo saltare più in alto, raggiungere luoghi apparentemente irraggiungibili, e via dicendo. Inoltre, su Torrente è anche possibile combattere, e alcuni scontri sono proprio pensati appositamente per essere affrontati con l’ausilio della cavalcatura. Pertanto, l’introduzione della mount non è marginale come potrebbe sembrare, non si lega solo al fattore esplorativo, ma modifica anche il gameplay. È infatti presente un sistema per potenziale gli attacchi del giocatore quando in groppa a Torrente, legato all’aggiunta di un talismano. Proprio i talismani sono un’altra novità introdotta con Elden Ring: questi vanno ad ampliare l’efficacia di alcuni bonus, risultando l’equivalente degli anelli presenti nei vari Dark Souls.
Oltre a queste novità, in Elden Ring troviamo anche un’altra interessante aggiunta, una delle migliori probabilmente, capace di modificare in modo radicale l’esperienza di gioco. Ci riferiamo all’introduzione delle Ceneri di Guerra, degli oggetti reperibili sia dai nemici sia dalla semplice esplorazione, che vanno ad applicare delle skill alle armi, delle weapon art, come ormai si suole chiamarle. Chiaramente, in base a ciò che aggiunge ogni Cenere sarà utilizzabile solo su determinati tipi di armi. Oltre a questo comunque le Ceneri di Guerra hanno anche un’altra funzione, molto più importante e in grado di rendere l’esperienza più interessante: esse sono in grado di alterare i modificatori delle armi. Ad esempio una spada scala C con forza e D con fede può subire un cambiamento allo scaling, magari diventando una D in forza e una C in fede applicando ad essa una Cenere di Guerra che sfrutta l’elemento fulmine. La costruzione delle build diventa così ancor più variegata, interessante e personalizzabile.
Come anticipato, il ritrovamento delle Ceneri di Guerra è una meccanica legata anche e soprattutto alla natura open world del gioco. Inoltre, ricollegandoci a quanto detto in apertura di recensione, e lo ribadiamo, Elden Ring è un prodotto smisurato, anche a livello fisico, esplorativo e di mondo di gioco. Esso si presenta come uno degli open world più ricchi, sia a livello di quantità sia a livello di densità mai visti nella storia dei videogiochi, nella storia recente e non. Di conseguenza, è possibile esplorare ricercando nuove zone, segreti, personaggi. Ciò risulta di fondamentale importanza sia per trovare oggetti quali le Ceneri di Guerra sia per scoprire nuove quest da portare avanti. L’esplorazione va a braccetto anche con un’altra delle novità introdotte in Elden Ring, ossia il crafting: è infatti possibile creare una gran quantità di oggetti differenti, utilizzabili sia in battaglia sia per agevolarsi il farming e quant’altro, una novità molto interessante che può sembrare marginale nelle prime fasi dell’avventura ma che assume un’importanza sempre maggiore man mano che si prosegue. Questa meccanica si sblocca praticamente subito: parlando col primo mercante itinerante, Khale, che troviamo alla Chiesa di Elleh, si ha la possibilità di acquistare il Kit di Creazione, che vi darà accesso agli oggetti più disparati, semplicemente trovando nel mondo di gioco o acquistando dagli altri mercanti degli specifici item.
Open World ed esplorazione
Gli oggetti che è possibile creare sono molteplici, tutti con differenti utilizzi, e la loro creazione richiede materiali via via più rari dunque più complessi da reperire. Il crafting risulta dunque strettamente legato alla natura open world del gioco che, per la prima volta nella storia dei Soulslike, permette di andare in giro in totale libertà, esplorando e raccogliendo tutto ciò che si vuole. L’esplorazione però, e lo diciamo senza girarci intorno, risulta spesso dispersiva: sia i veterani, sia i novizi, sia coloro che hanno un minimo di familiarità con gli open world possono ritrovarsi spiazzati davanti ad Elden Ring, soprattutto a inizio gioco, che offre una quantità di aree liberamente esplorabili a dir poco spropositata. Per fortuna, e questa era una mossa quasi obbligatoria, FromSoftware ha aggiunto un’altra importante novità: la mappa. Essa, liberamente consultabile sin dall’inizio, si riempie, si arricchisce di dettagli grazie al ritrovamento di frammenti di mappa sparsi in giro per il mondo di gioco.
Va da sè che la mappa diventa un’alleata fondamentale e preziosa già dalle battute iniziali. Possiamo assicurarvi che già all’inizio della vostra avventura potete raggiungere vari posti che noi, dopo oltre 100 ore di gioco, avevamo mancato. Di conseguenza, consultare la mappa diventa fondamentale per orientarsi nel vastissimo Interregno, con le sue molteplici caverne, alture, passaggi e via dicendo. A questo proposito assumono un ruolo importantissimo i Luoghi di Grazia Perduta (l’equivalente dei falò dei vari Dark Souls), che consentono di muoversi agevolmente da un luogo all’altro della mappa, e data la sua enorme vastità sono davvero necessari. Essi sono utilizzabili sin da subito, senza la necessità di sbloccare NPC di sorta o eseguire determinate azioni, e i tempi di caricamento durante il viaggio rapido (e anche negli altri frangenti) sono davvero molto bassi, grazie alla velocità degli SSD di PlayStation 5 e di Xbox Series X/S.
Ed è proprio la struttura dell’open world a cambiare pesantemente l’esperienza a livello sia esplorativo sia “di vita” all’interno dell’Interregno: i vecchi giochino targati FromSoftware ci avevano abituati ad aree più piccole ma sapientemente collegate grazie allo straordinario level design, che qui ci regala mappe molto più ampie e liberamente esplorabili. Risulta un world building differente rispetto al passato, non inferiore a livello qualitativo ma diverso. Questa volontà di differenziarsi si avverte sin dall’inizio, con la percezione che ogni area sia in grado di serbare un segreto, un boss, un mini boss, un’altra area persino, o più di una. Ed è proprio questa la forza maggiore del world building di Elden Ring, per quanto ci riguarda, capace di donare al giocatore una continua fame di esplorare.
Esplorare non risulta mai fine a se stesso: andare in giro premia e non si ha mai la sensazione di perdere tempo. Qualsiasi area si decide di setacciare nasconde qualcosa che vale la pena scoprire. Il mondo di gioco è gigantesco e traboccante di cose da scoprire, e questo è uno degli aspetti più riusciti di Elden Ring e, dato il suo essere comunque un Soulslike, viene sempre messa l’accento sul combattimento. Possiamo infatti dirvi che quest’ultima creatura partorita dalla mente di Miyazaki porta con sé un’enorme quantità di boss, tra principali e secondari, di cui molti sono trovabili che camminano liberamente per la mappa di gioco. Affrontarli poi regala sempre un oggetto unico, che sia un’arma, un talismano, una Cenere e quant’altro. Risulta ovvio pertanto che lasciarsi trasportare da quanto il gioco ha da offrire è la chiave principale per vivere l’esperienza nel modo migliore possibile. Basti pensare che all’inizio del gioco siamo finiti in una zona di livello molto più alto, in cui ci siamo trovati per puro caso e abbiamo trovato, altrettanto per caso, un’altra area con un boss opzionale che poi abbiamo scoperto essere uno dei boss più importanti a livello di lore del gioco e che dunque non era così tanto opzionale, non a livello narrativo almeno.
La grande vastità si manifesta anche con una grande qualità dal punto di vista stilistico del gioco. Tralasciando qualche riciclo di asset e via dicendo dai vecchi capitoli, abbiamo potuto constatare quanto il mondo di gioco sia ispirato. In Elden Ring troviamo Gargoyles animati di pietra, draghi, demoni, cavalieri, fantasmi, stregoni, per una varietà davvero incredibile, che si ripercuote anche sul gameplay. La tanta diversità di creature e le novità introdotte in materia di gameplay regalano un’esperienza di gioco differente ogni qual volta si affronta un boss. Quello che li accomuna tutti è la possibilità di trovare un particolare oggetto, ossia le Rune Maggiori. Ogni boss principale, ogni Araldo per meglio dire, una volta sconfitto dà al giocatore una Runa Maggiore che, una volta ottenuta, va portata a un determinato altare per renderla utilizzabile e per usufruire dei boss che essa è in grado di fornire, sempre diversi e tutti con una loro utilità. Di conseguenza anche qua vediamo una grossa differenziazione, grazie all’impatto che le Rune Maggiori sono in grado di avere sul gioco. Siamo sicuri che queste idee, per quanto siano derivative, non originali dunque, abbiano una buona influenza sul gioco e gettino le basi per un futuro molto ispirato per quello che è l’intero ecosistema creato da FromSoftware.
Tecnica e direzione artistica
L’aspetto su cui Elden Ring vince e convince e, anzi, stravince, è senza dubbio quello relativo all’art direction, ancora una volta come da tradizione per la compagnia nipponica semplicemente sbalorditiva. Oggi e ancor più di ieri, FromSoftware ha saputo realizzare un prodotto tanto smisurato quanto affascinante, che non smette mai di stupire, per tutta la sua durata. Elden Ring è infatti un vero e proprio trionfo cromatico e artistico, un inno all’immaginazione fuori scala del director Miyazaki-San, che ha saputo, partendo dalle forti basi dei suoi lavori precedenti, coniare un universo semplicemente incredibile. Il gigantesco Interregno non smette mai di stupire, nemmeno dopo decine e decine di ore, ed è capace di nascondere una quantità di scorci, luoghi e posti nascosti di una bellezza indescrivibile. Dalle colorate lande di Seplocride alla fatiscente decadenza di Caelid, dalla solenne magnificenza del castello di Lyndell fino alle oscure strade di Selia, ogni zona, ogni posto, tutto è sorretto da una direzione artistica che trasmette stile da ogni poro e lo si avverte con una facilità a tratti spiazzante. In questo contesto si affaccia con fierezza anche il design di nemici e NPC vari, tutti attorniati da uno stile incredibile, per quanto in diverse occasioni si è avvertito parecchio il rimando ad alcuni volti già noti negli universi di Miyazaki & co. In Elden Ring c’è davvero di tutto: draghi, cavalieri in scintillanti armature, stregoni, umani trasformati in bestie gigantesche e creature strambe di ogni sorta, che portano avanti con fierezza l’ormai tradizionale lavoro della software house nipponica, che sembra essersi veramente sbizzarrita parecchio a questo giro.
Cotanta beltà, però, si sposa con una realizzazione tecnica decisamente meno performante. La natura cross generazionale del gioco si palesa in maniera molto evidente e per quanto i modelli poligonali e le texture in generale risultino certamente più pulite e rifinite rispetto a quanto visto in passato è evidente quanto la natura del gioco, il cui sviluppo è iniziato nel lontano 2017, sia fondamentalmente ancorata a una generazione di console diversa da quella attuale. Elden Ring offre su PS5 una doppia modalità grafica, qualità e prestazione: la prima si preoccupa di tenere la qualità grafica più vicina ai 4K e in generale con una pulizia maggiore, sacrificando però il frame rate che si blocca sui 30fps; la seconda invece sacrifica la pulizia generale dell’immagine a favore del frame rate, decisamente più alto e con un target di riferimento che punta con decisione ai 60fps. Pur senza riuscire a tenerli sempre fissi su questo indice di riferimento, il gioco si mostra comunque sempre molto fluido e non ha mai dato problemi in tal senso, per quanto comunque la magagne di natura tecnica siano sempre presenti. Parliamo di texture che ricaricano in maniera lenta in alcune aree, modellazione poligonale di alcuni ambienti sottotono, bug vari e della telecamera, come sempre il nemico numero dei giocatori contro diverse tipologie creature, specialmente quelle di dimensioni più generose. Sia chiaro, qualche passo avanti in tal senso è stato fatto, ma c’è ancora molta strada da percorrere.
Molto buono è il comparto sonoro: la OST che accompagna il viaggio è di pregevole fattura e anche il doppiaggio ci è parso di buon livello nella maggior parte dei casi, con gli attori (Khale su tutti) che ci sono sembrati sempre molto calati nella parte e credibili nella loro “gestualità”. Peccato, infine, per la localizzazione italiana, molto imprecisa e in alcuni casi veramente terribile. Certo, non siamo ai livelli catastrofici del primo Dark Souls, ma in ogni caso la situazione non è sicuramente delle migliori.
Commento finale
Elden Ring è il titolo definitivo (lo definiremmo quasi “glorioso”) di FromSoftware. Grazie ad un sistema di combattimento raffinato che racchiude nuove idee e un open world a dir poco perfetto per l’esplorazione, l’opera di Miyazaki stabilisce un nuovo punto di riferimento per i titoli di questo genere. Sebbene si avverta la natura cross-gen, Elden Ring è un titolo essenziale da non lasciarsi assolutamente sfuggire; che siate fan o meno dei Soulslike vi garantiamo che Elden Ring vi immergerà in mondi sublimi dai quali non vorrete più uscirne.
Il prossimo 25 marzo sarà disponibile su PS5, PS4, Nintendo Switch, Xbox One e Xbox Series X/S, Tiny Tina’s Wonderlands. Anche se l’uscita è ormai imminente, lo sviluppatore, Gearbox Software, continua a condividere interessanti notizie sul gioco.
Lo stesso Randy Pitchford, CEO di Gearbox Software, ha rivelato sul suo account Twitter che Tiny Tina’s Wonderlands al lancio disporrà del supporto al cross platform tra gli ecosistemi Microsoft, Sony e Nintendo, ringraziando nello specifico Sony per la loro collaborazione con Gearbox Software. Inoltre gli sviluppatori hanno rivelato la complessità nella realizzazione di questa feature implementata nel titolo e il tentativo di rendere semplice e funzionante questa complessa novità che è sempre più apprezzata dai giocatori.
Tiny Tina’s Wonderlands will ship on March 25 with full cross play for all platforms at launch, including PlayStation. Incredible work from the engineers at Gearbox Software with thanks to our partners at 2k Games and 1st parties, including Sony, for working together on this. pic.twitter.com/J1SV7HgnhW
La notizia del supporto per il crossplay in Tiny Tina’s Wonderlands è particolarmente interessante dato che il gioco prevede la modalità cooperativa per quattro giocatori. Sarà infatti possibile giocare con schermo diviso per due giocatori su PS4 e Xbox One e a quattro giocatori su PS5 e Xbox Series X.
LOS ANGELES e PARIGI – 14 marzo 2022 – Riot Games, sviluppatore e distributore di videogiochi noto per League of Legends e per l’acclamata serie animata Arcane, e Fortiche Production, lo studio di animazione che ha creato Arcane e molti video di LoL, oggi hanno annunciato un nuovo investimento azionario di Riot in Fortiche. Stando ai termini dell’investimento, finalizzato all’inizio di quest’anno, ora Riot detiene una significativa partecipazione minoritaria in Fortiche. Inoltre, Brian Wright (Chief Content Officer di Riot) e Brendan Mulligan (Director of Corporate Development di Riot) si sono uniti al consiglio di amministrazione di Fortiche.
Riot e Fortiche hanno collaborato per quasi dieci anni alla creazione di esperienze straordinarie per i giocatori, a partire dal video musicale “Get Jinxed” (con Djerv) per celebrare il lancio di Jinx, iconico campione di LoL. Altre famose collaborazioni tra le due aziende includono: “WARRIORS” ed “Enemy“ (entrambe con gli Imagine Dragons), “Seconds” (un video che ha come protagonista Ekko, che appare anche in Arcane), “POP/STARS” (con Madison Beer, (G)I-DLE e Jaira Burns nei panni del gruppo virtuale K-pop K/DA) e “RISE” (l’inno del Campionato Mondiale 2018 di League of Legends con Glitch Mob, Mako e The Word Alive).
Fortiche ha lavorato a stretto contatto con Riot durante la fase di ideazione e di sviluppo dello storyboard di Arcane, ed è stato un partner fondamentale durante tutto lo sviluppo della serie. Al momento, Riot e Fortiche stanno lavorando alla seconda stagione di Arcane, oltre ad altri progetti ancora non annunciati. Arcane è stata pubblicata a novembre su Tencent Video in Cina e su Netflix nel resto del mondo.
Quando è uscita a novembre 2021, la serie è arrivata al 1° posto globale su Netflix ed è rimasta in cima alla classifica per tre settimane consecutive, posizionandosi tra i primi 10 show in oltre 52 paesi e conservando un raro punteggio della critica del 100% su Rotten Tomatoes. La serie ha recentemente ricevuto 9 premi nella 49ª edizione annuale degli Annie Awards, diventando così la serie TV più nominata e premiata dell’anno in categorie che includono Miglior prodotto TV/mediatico per il pubblico generico, Migliore design dei personaggi e Migliore sceneggiatura. “Enemy”, il singolo degli Imagine Dragons tratto dalla colonna sonora della serie, ha superato il miliardo di riproduzioni in streaming e ha raggiunto la 1ª posizione nella classifica rock di Billboard.
“Le varie collaborazioni con Riot Games, e in particolare Arcane, hanno reso Fortiche Production uno dei nuovi protagonisti della scena internazionale dell’animazione. Riot Games, insieme alla sua fiducia, ci ha dato i mezzi per raggiungere le ambizioni che condivideva con noi e ci ha mostrato che è possibile offrire nuovi contenuti in grado di raggiungere un grande pubblico. Nel 2023 festeggeremo dieci anni di collaborazione e questa associazione è il modo migliore per simboleggiare la fiducia e le ambizioni delle nostre aziende!” hanno dichiarato Pascal Charrue, Jérôme Combe e Arnaud Delord, co-fondatori di Fortiche.
“Fortiche è stata un nostro partner fondamentale per moltissimo tempo, ma questo accordo assicura che continueremo a lavorare a stretto contatto per i prossimi decenni”, ha detto Nicolo Laurent, CEO di Riot. “Richiediamo standard molto alti a chiunque lavori con noi e ci teniamo molto che capiscano profondamente i giocatori e si dedichino a loro senza sosta. Fin dal primo giorno, Fortiche ha incarnato perfettamente il nostro motto “l’esperienza dei giocatori al primo posto”. Lavorando con Fortiche, cerchiamo di superare i limiti di ciò che riteniamo possibile e di alzare le aspettative relative al modo in cui i giochi vengono rappresentati nei media. Per quanto siamo orgogliosi di Arcane, sappiamo che il meglio deve ancora venire”.
Fortiche, che ora ha 350 dipendenti e collaboratori a Parigi, Montpellier e Las Palmas in Spagna, resterà indipendente da Riot dal punto di vista operativo, se non per le posizioni che ora Riot occupa nel consiglio di amministrazione. Il consiglio direttivo dell’azienda comprende i co-fondatori Pascal Charrue, Jérôme Combe e Arnaud Delord, oltre a Hervé Dupont, nominato Managing Director.
Con l’espansione del web non solo sono nati solo nuovi mestieri ma come è noto anche tante nuove forme di cybercriminalità e reati legati all’utilizzo di sistemi informatici. Alcuni di questi reati hanno addirittura assunto la forma di veri e propri attacchi terroristici, volti cioè a generare il panico o addirittura a mettere fuori uso sistemi fondamentali nelle nostre sempre più connesse società. Pensate ad esempio ad un attacco che abbia di mira una centrale energetica, o un sistema di depurazione delle acque. La messa fuori uso dei sistemi informatici di uno di questi due servizi potrebbe generare danni enormi e difficilmente quantificabili. Proprio da queste nuove forme di attacchi è nato il termine terrorismo informatico.
Detto ciò, in quest’articolo parleremo di uno specifico atto criminoso, quello del ransomware, il quale è diventato molto utile a tantissimi delinquenti per estorcere denaro o chiedere un riscatto in cambio dei propri dati privati. Ecco perché è giusto parlarne affinchè più persone conoscano questo fenomeno e capiscano l’importanza della prevenzione durante la navigazione web e l’importanza di non conservare dati sensibili sul proprio pc senza una adeguata protezione.
Come funziona un ransomware e tutto ciò che c’è da sapere
Un ransomware è un attacco informatico che blocca il dispositivo che si sta usando, in particolare un pc o uno smartphone, criptando completamente i dati sensibili contenuti all’interno di esso e chiedendo un vero e proprio riscatto per ottenere il sistema di decodifica di tali dati.
Tentare di superare a posteriori il sistema criptografico installato dal cybercriminale è un’operazione praticamente impossibile e quindi, l’unico modo per riavere indietro i propri dati è cedere al ricatto e pagare.
Ecco perché è sempre importante avere una lista di software antivirus, da avviare con cadenza regolare, anche in maniera alternata. Un solo antivirus, infatti, potrebbe non essere sufficientemente aggiornato e soprattutto se si utilizza il PC per lavoro, rischiare di perdere i propri dati è sicuramente un rischio da evitare, anche se questo significa il ricorrere ad una routine fastidiosa come quella di avviare ciclicamente una scansione del proprio PC o dispositivo mobile.
Con i tragici avvenimenti geopolitici di questi giorni, la questione del cyberterrorismo assume una valenza ancora più attuale. Abbiamo visto come Anonymous, l’organizzazione di hacker internazionale senza volto (o meglio con il volto di V da V per vendetta) abbia iniziato a lanciare attacchi al governo russo in risposta al suo attacco all’Ucraina, ma molti report hanno indicato la Russia come uno dei luoghi dai quali nei mesi scorsi, sono partiti una serie di attacchi informatici alle principali istituzioni dei paesi liberi. Pensate quindi alle possibili conseguenze di un ransomware che colpisse i device di una persona pubblica importante come il Presidente di una nazione.
Non soltanto si potrebbe avere accesso ad informazioni assolutamente riservate su pianii strategici e finanziari, ma si potrebbe arrivare addirittura a ricattare un’intera nazione attraverso la sua massima carica istituzionale.
Molti enti pubblici, per questo, hanno cominciato a preoccuparsi di questi attacchi come ci si preoccupa di un attentato terroristico.
Per saperne di più su questo fenomeno la Cyber Security Venafi, una società molto importante di sicurezza informatica, ha intervistato 1.506 responsabili della sicurezza IT negli Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Benelux e Australia. La ricerca ha individuato un dato allarmante e senza precedenti: gli attacchi ransomware sono aumentati del 93% dal 2019 ad oggi, e che Q3 del 2021 gli attacchi sono aumentati di oltre il 140%.
Lo studio, inoltre, ha rilevato un altro incredibile dato: si stima infatti che un ransomware colpisca una azienda ogni 11 secondi.
La strategia della paura
Come dicevamo nelle precedenti righe, molte realtà hanno cominciato a preoccuparsi seriamente di questi atti criminosi, al punto tale da considerarli terrorismo sic et simpliciter. Il dipartimento di giustizia degli Stati Uniti (DOJ), ad esempio, ha affermato che l’agenzia avrebbe iniziato a trattare gli attacchi di questo tipo alla stessa maniera di un attacco terroristico fisico.
Un altro esempio significativo proviene dall’FBI. Il direttore dell’agenzia americana, Christopher Wray, ha sviluppato il concetto paragonando quest’emergenza incessante agli attacchi dell’11 settembre. Nella memoria di molti americani e non solo, quella è stata una tragedia senza precedenti e paragonare quel tragico evento agli eventi informatici, rende l’idea della preoccupazione crescente che il fenomeno sta destando negli Stati Uniti e non solo.
Come se non bastasse, il 60% dei leader Infosec è d’accordo con l’idea degli Stati Uniti di trattare il ransomware alla stregua di attacchi terroristici. Su questi discorsi è importante anche sentire le parole di chi svolge un importantissimo ruolo nell’eliminare questi atti criminosi. Il vice presidente dell’ecosistema e della threat intelligence di Venafi, Kevin Bocek, ha spiegato come i controlli di sicurezza integrati possono aiutare le organizzazioni a respingere gli attacchi ransomware:
“Gli ambienti organizzativi ora si estendono ben oltre i perimetri tradizionali, e quindi non possiamo più fare affidamento sugli strumenti di ieri per vincere questa battaglia con una così alta posta in gioco. Controlli come la firma del codice, limitando l’esecuzione di macro dannose e limitando l’uso di script non firmati in base alle politiche di sicurezza aziendale utilizzano un alto livello di automazione per prevenire il ransomware nel nostro mondo macchina-centrico e digitalmente trasformato”.
Un altro dato interessante dello studio ha dimostrato che l’8% delle aziende che hanno subito un attacco ransomware l’anno scorso, ha pagato un riscatto ai loro aggressori. Questo unito alle perdite subite dalle aziende, ha portato ad un costo degli attacchi quantificato nel solo 2021 in circa 21 miliardi di dollari. Una cifra assurda, che richiede un intervento delle istituzioni e soprattutto una conoscenza più diffusa del fenomeno da parte degli utilizzatori di internet.
Solo sviluppando una cultura della sicurezza informatica, infatti, è possibile prevenire quello che è stato già definito come il crimine del secolo.
Dopo una lunga attesa, è finalmente il giorno di WWE 2K22. Il titolo di wrestling di 2K Games, dopo un anno di pausa, è infatti tornato nelle case di tutti gli appassionati. Durante questa pausa, gli sviluppatori hanno lavorato a lungo per rivoluzionare il titolo su diversi aspetti che vanno dal gameplay alle modalità.
Come già visto, l’atleta di copertina di quest’anno sarà Rey Mysterio. Proprio al leggendario wrestler, WWE 2K22 dedica Showcase, una delle modalità storiche del titolo. Si tratta di una storia in single player che ripercorre alcune delle tappe più importanti della carriera del folletto di San Diego. In Rey Mysterio’s 2K Showcase, infatti, i giocatori affrontano avversari leggendari come Eddie Guerrero, The Undertaker e Shawn Michaels, così come Superstar attuali, tra cui The Miz e Dolph Ziggler.
WWE 2K22 introduce inoltre due nuove modalità: MyGM e MyFaction. Nella prima, vestiremo i panni di un general manager di WWE. Con Raw, Smackdown, NXT o NXT UK, i giocatori possono prendere le redini dello spettacolo per competere contro i GM rivali. Sarete liberi di impostare rivalità intense, match sopra le righe, possibilità di titolo, eventi in pay-per-view e gestire arene e pubblico. Quando tutto sarà pronto, potrete giocare come Superstar, interferire come GM, o chiamare i colpi da dietro le quinte.
MyFaction, invece, permette ai giocatori di creare la propria fazione sfruttando un sistema di carte collezionabili. Queste si potranno acquistare sfruttando le diverse valute di gioco, da utilizzare per l’acquisto di pacchetti nei quali trovare i membri del roster.
A proposito del roster, infine, abbiamo già parlato a lungo della gran mole di lottatori che saranno presenti in WWE 2K22. Tra lottatori storici e contemporanei, il parco di wrestler offerto dal titolo di 2K è veramente sterminato. WWE 2K22 è disponibile da oggi su Xbox Series X/S, PlayStation 4, Xbox One, PlayStation 5, e PC.
Stando all’allarme lanciato da alcune compagnie di cybersecurity, negli ultimi giorni starebbero aumentando in maniera considerevole le minacce alla sicurezza informatica per tantissimi cittadini e imprese. In particolare, alcuni malintenzionati starebbero utilizzando e-mail provenienti da social network con allegati file .ppam che nasconderebbero invece malware in grado di riscrivere le impostazioni del registro di Windows.
Gli hacker in pratica utilizzerebbero un file PowerPoint per nascondere eseguibili dannosi che possono riscrivere le impostazioni del registro di Windows e quindi prendere il controllo del computer di un utente finale.
Si tratta di uno dei tanti modi con i quali cybercriminali hanno preso di mira gli utenti desktop negli ultimi tempi, mascherando cioè sotto l’apparenza di una applicazione affidabile, ed utilizzata quotidianamente da tantissime persone soprattutto in questo periodo di smart working, file dannosi in grado di eludere i rilevamenti di sicurezza apparendo assolutamente legittime.
Una nuova ricerca di Avanan, una società che si occupa di sicurezza informatica, ha scoperto come un add-on poco conosciuto di PowerPoint – il file .ppam – venga utilizzato per nascondere malware. Jeremy Fuchs, ricercatore di cybersecurity e analista di Avanan, ha scritto in un rapporto pubblicato giovedì che il file in questione spesso contiene al suo interno comandi aggiuntivi e macro personalizzate che costituiscono una grave minaccia per la sicurezza informatica.
Il vettore è sempre la mail
Una e-mail osservata nel corso di questa campagna di cyber attacchi, per esempio, pretendeva di inviare al destinatario un ordine di acquisto. Il file per apparire legittimoincludeva un allegato .ppam chiamato PO04012022, ma si trattava in realtà di un file eseguibile dannoso, ha detto Fuchs.
Il payload eseguiva una serie di funzioni sulla macchina dell’utente finale che non erano autorizzate dall’utente, tra cui l’installazione di nuovi programmi in grado di creare nuovi processi, cambiando gli attributi dei file e richiamando dinamicamente funzioni importate.
“Facendo leva sulla potenziale urgenza di un’e-mail contenente un ordine di acquisto, insieme a un file pericoloso mascherato, questo attacco è in grado potenzialmente di essere devastante per un utente finale o una società” ha scritto Fuchs.
All’apparenza innocui file PowerPoint, nascondono in realtà una letale minaccia alla sicurezza informatica
Lo scopo dei cybercriminali è bypassare la sicurezzaesistente di un computer e quella degli strumenti utilizzati dai provider di posta elettronica come Google, con un file che è raramente utilizzato e che quindi non farà scattare l’allarme dei tradizionali antivirus per e-mail, nemmeno se si utilizzano VPN. Tuttavia sempre meglio avere delle protezioni a portata di clic che non averne affatto perché, ad esempio con una VPN è possibile criptare i dati di accesso a siti sensibili, come quelli di banche e operatori finanziari e rendere il lavoro degli hacker più difficili.
Sul mercato ci sono tantissimi servizi VPN gratuiti – ad esempio ti consigliamo di provare i migliori servizi VPN gratuiti di Wizcase – ma è bene scegliere sempre un servizio dotato di un sistema di crittografia end-to-end, che limita la leggibilità dei dati trasmessi al destinatario e la possibilità di essere intercettati da qualsiasi server intermedio tra il nostro computer e la VPN.
Contenimento e prevenzione
Gli attacchi a dir la verità sono cominciati molto tempo fa, a partire da ottobre dello scorso anno, quando sono emersi rapporti che gli hacker stavano utilizzando i file .ppam per nascondere il ransomware, ha detto, citando un rapporto sul ransomware Ppam pubblicato nel mese di ottobre dal portale di cybersicurezza PCrisk.
Per evitare che le truffe via e-mail colpiscano gli utenti aziendali, Fuchs ha raccomandato agli amministratori di sicurezza alcune precauzioni tipiche che dovrebbero essere implementate in modo coerente.
Un primo consiglio è quello di installare un sistema di protezione per le e-mailche scarica tutti i file in una sandbox e di ispezionarli successivamente attraverso un software antivirus aggiornato. Un altro è quello di prendere ulteriori misure di sicurezza – come l’analisi dinamica delle e-mail per gli indicatori di compromissione (IoC) – per garantire la sicurezza dei messaggi che entrano nella rete aziendale, ha detto.
“L’ e-mail contenente il file .ppam non ha superato un controllo SPF* e c’era una reputazione storica insignificante con il mittente”, ha scritto Fuchs del messaggio di phishing osservato dai ricercatori Avanan, confermando che, utilizzando le giuste precauzioni, è possibile non cadere vittima degli hacker.
*(SPF, acronimo che sta per Sender Policy Framework, è una tecnica di autenticazione e-mail utilizzata per impedire agli spammer e ad altri malintenzionati di inviare messaggi spoofati da un altro nome di dominio ndr.)
Altro consiglio di Fuchs è rivolto alle aziende che dovrebbero anche incoraggiare continuamente gli utenti finali nelle loro reti a contattare il loro dipartimento IT se vedono un file sconosciuto arrivare via e-mail.
Presi di mira degli utenti desktop
Un’altra campagna di hacking ha riguardato alcuni strumenti di collaborazione di Google Drive, al fine di spingerli a cliccare su link dannosi che ad esempio invitavano le persone a condividere un documento di Google.
I link indirizzavano poi gli utenti a siti web che rubavano le loro credenziali.
Un’altra ondata di attacchi di phishing che i ricercatori di Avanan hanno identificato a dicembre ha preso di mira principalmente gli utenti di Outlook, sfruttando la funzione “Commenti” di Google Docs per inviare link dannosi che hanno anche rubato le credenziali delle vittime.
Il mese scorso, il team Avanan ha riferito di un’altra truffa che i ricercatori hanno osservato nel mese di dicembre in cui gli hacker creavano account all’interno della suite Adobe Cloud per l’invio di immagini e PDF all’apparenza legittimi, ma che in realtà nascondevano malware pronto a colpire gli utenti di Office 365 e Gmail.
Insomma mai come in questo periodo, con l’attuale situazione geopolitica internazionale, il più frequente ricorso al lavoro da remoto, anche da parte di persone poco “tech savy”, occorre prestare ulteriore attenzione alle possibili minacce informatiche provenienti dagli strumenti di lavoro che utilizziamo più frequentemente, ovvero email, editor di testi, fogli di calcolo e di presentazioni.
Ravenscourt e DigixArt hanno appena confermato che Road 96 arriverà questo aprile su console PlayStation 4 , PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X.
Road 96 è un interessantissimo adventure game indie per PC e Nintendo Switch, sviluppato da Ravenscourt e Digixart e pubblicato da Koch Media, che ci consente di vivere un’ avventura on the road mozzafiato, alternando momenti di esplorazione tra i maestosi paesaggi dell’america più profonda, a fasi più action con piccoli e grandi colpi di scena. Il tutto accompagnato da una colonna sonora indimenticabile che ripercorre tutti i grandi successi degli anni 90.
Qui trovate la nostra recensione mentre di seguito vi riportiamo il comunicato stampa con le informazioni sul titolo e alcuni bellissimi screenshots in game.
Road 96 è una avventura on the road che vi farà rivivere l’emozione dei classici romanzi d’avventura alla Kerouac
ROAD 96 ARRIVA SU CONSOLE QUESTO APRILE
Presto disponibile su PlayStation and XBOX
(Milano, 11 febbraio 2022) Ravenscourt e DigixArt annunciano che il loro acclamato titolo Road 96 – il gioco di avventura basato su una trama in continua evoluzione con elementi di sopravvivenza in cui i giocatori devono fuggire da un paese governato da un regime autoritario sull’orlo del collasso – sarà presto disponibile sia su PlayStation® che su XBOX.
“È davvero emozionante pensare che i giocatori console saranno presto in grado di muovere i primi passi nel nostro viaggio emotivo “, ha dichiarato Yoan Fanise, CEO & Creative Director di DigixArt.
“Road 96, con la sua ispirazione dai classici film sui viaggi on the road degli anni ’90, sembrava una scelta naturale per questa generazione di console e per i loro proprietari. Siediti e preparati per un viaggio come nessun altro.”
Caratteristiche
• Road 96 è un viaggio on the road pazzesco e bellissimo. Sarà la scoperta di luoghi emozionanti e persone insolite nel tuo personale viaggio verso la libertà.
• Un’avventura narrativa in continua evoluzione ispirata a Tarantino, ai fratelli Coen e Bong Joon-ho. Realizzato dai pluripremiati creatori di Valiant Hearts e Memories Retold. Annunciato come parte dell’iniziativa OMEN Presents di HP Inc.
• Momenti di azione, esplorazione, malinconia contemplativa, incontri umani e situazioni stravaganti. Ambientato in uno sfondo di governo autoritario e oppressione.
• Uno stile visivo straordinario, una colonna sonora piena di successi degli anni ’90 e mille percorsi attraverso il gioco si combinaneranno in modo che ogni giocatore possa creare le proprie storie uniche su Road 96.
Eccoci tornati a parlare di Yu-Gi-Oh! Master Duel, il videogioco free-to-play lanciato qualche mese fa da Konami e dedicato a tutti i fan dell’anime e del Gioco di Carte Collezionabili. Siamo nuovamente in vostra compagnia per ricordarvi quali Deck Meta utilizzare nel mese di Marzo, d’altronde, contrariamente ai diamanti, un Deck non è per sempre.
Visto che il gioco è ancora agli inizi, alcuni dei Mazzi che vi abbiamo consigliato il mese scorso, fanno ancora parte del Meta.
Questo Deck nasce con lo scopo di offrirvi la possibilità di dominare il match attraverso Carte Magia, Carte Trappola e gli effetti di ciascuna delle Carte presenti nel vostro Mazzo. Per quanto riguarda l’attacco, la maggior parte dei danni verranno inferti dallo stesso Eldlich/Spettralich. Infatti, i suoi effetti quando la carta si trova nel Cimitero o nella vostra Mano si uniscono alla perfezione con le Carte Trappola di cui sarete dotati.
Contenuto Deck:
Golem di Lava x2
Spettralich il Signore Dorato x3
Spolverino dell’Arpia
Ragionando x2
Giara della Prodigalità x2
Giara della Prosperità
Spettraterra Maledetta x2
Tributo Torrenziale x2
Impermanenza Infinita
Trucco Trappola
Spettrolisir del Sanguigno Scarlatto x3
Punizione Dogmatika x3
Prigione del Drago di Ghiaccio x3
Giudizio Solenne
Colpo Solenne x2
Ordine Imperiale
Risucchia Abilità x2
Scontro Gozen x2
Ce Ne Può Essere Solo Uno
Huaquero della Terra Dorata x3
Conquistatore della Terra Dorata x3
Extra Deck:
Entità Maggiore N’tss x2
Tiras, Custode della Genesi
Costellazione Pleiades
Costellazione Ptolemy M7
Cannone Ferroviario Supercorazzato x3
Numero 81: Cannone Ferroviario Supercorazzato Super Dora x2
Craftare tutte le carte necessarie alla realizzazione del mazzo ha il seguente costo in Craft Points:
N: 0
R: 330
SR: 600
UR: 630
Deck Sky Strikers/Assaltatrici del Cielo
Un Mazzo di questo tipo è una sorta di “coltellino svizzero”. Infatti, racchiude in sé una buona quantità di carte in grado di offrire soluzioni per ogni occasione. Grazie alla semplicità di utilizzo, questo Deck è facile da masterizzare, se poi siete Duellanti esperti, i vostri avversari avranno le ore contate. Scegliendo le Assaltatrici del Cielo/Sky Strikers, dovrete mettere al primo posto il valore delle Carte Magia e tutti gli archetipi collegati ai loro effetti. Le Carte Mostro, d’altro canto, sono veramente poche, ma creando i giusti Link ed evocando creature dal vostro Extra Deck potrete ovviare a questo problema.
Contenuto Deck:
Assaltatrice del Cielo Asso – Raye x3
Maxx “C” x3
Assaltatrice del Cielo Asso – Roze x2
Fioritura di Cenere & Gioiosa Primavera x2
Calice Proibito x3
Tifone Spaziale Mistico x3
Riccastro Goblin x3
Assaltatrice del Cielo Mobilitazione – Ingaggiare! x2
Assaltatrice del Cielo Mecha Moduli – Multiruolo x2
Assaltatrice del Cielo Spazio Aereo – Area Zero x2
Assaltatrice del Cielo Manovra – Postbruciatori! x2
Sepoltura Sciocca di Beni x2
Assaltatrice del Cielo Mecha – Ancora Vedova x2
Assaltatrice del Cielo Mecha – Booster Aquila
Assaltatrice del Cielo Mecha – Droni Calabrone
Assaltatrice del Cielo Mecharmeria – Base Hercules
Giara dell’Avarizia
Fulmine Tempesta
Fusione Metalfosi
Impermanenza Infinita x3
Extra Deck:
Assaltatrice del Cielo Asso – Hayate x3
Assaltatrice del Cielo Asso – Shizuku x3
Assaltatrice del Cielo Asso – Zeke x2
Assaltatrice del Cielo Asso – Kagari
Assaltatrice del Cielo Asso – Kaina
Isolde, Due Racconti dei Nobili Cavalieri
Cavaliere dell’Incubo Fenice
Selene, Regina dei Maghi Maestri
Crystron Halqifibrax
Accesscodificatore Trasmittente
Costo
Craftare tutte le carte necessarie alla realizzazione del mazzo ha il seguente costo in Craft Points:
N: 60
R: 630
SR: 390
UR: 570
Deck Dragonmaid/Dragonzella
Il Mazzo Dragonzella è uno dei più interessanti del gioco, tanto da rientrare di diritto in questa guida ai Deck Meta di Marzo 2022, anche se siamo piuttosto sicuri che continuerà ad esserlo per vari mesi. Lo scopo di questo Mazzo è quello di far impazzire l’avversario evocando/resuscitando continuamente le proprie Carte Mostro. Infatti, utilizzando gli effetti delle carte anche tra i turni o duranti la Standby Phase, sarà difficile per chiunque mantenere il controllo del Duello.
Contenuto Deck:
Dragonzella Infermiera x2
Dragonzella Bucato x2
Fioritura di Cenere & Gioiosa Primavera x3
Dragonzella Cucina
Dragonzella Salotto x3
Dragonzella Camera x3
Mieriferna Dragonzella x3
Tuboca Dragonzella
Cinuca Dragonzella
Lostota Dragonzella
Ragionando
Ritorno dei Signori dei Draghi x2
Giara della Prodigalità x3
Ospitalità Dragonzella x3
Conversione Dragonzella x3
Guardrago Eredità del Mondo x3
Benvenuto Dragonzella
Riordino Dragonzella x3
Tempo Libero Dragonzella
Extra Deck:
Entità Maggiore N’tss x2
Dragonzella Governante x3
Sheou Dragonzella x3
Guardrago Pisty x2
Salamagna Almiraj x2
Sigillo Ieratico delle Sfere Celesti x3
Costo
Craftare tutte le carte necessarie alla realizzazione del mazzo ha il seguente costo in Craft Points:
N: 360
R: 420
SR: 390
UR: 480
Questi sono solo alcuni dei migliori Deck Meta di Marzo 2022 da utilizzare nei vostri Duelli in Yu-Gi-Oh! Master Duel. Fateci sapere nei commenti, su Facebook o su Telegram se anche voi state usando questi Mazzi oppure ne avete uno tutto vostro. Che Il Cuore delle Carte sia con voi duellanti!